Appunti di Darwin per noi: teoria: La teoria dell'evoluzione di Darwin-Wallace Una spiegazione delle cause dell'evoluzione e la formulazione di una teoria su solide basi scientifiche fu merito dei naturalisti inglesi Charles Darwin (1809-1882) e Alfred Russel Wallace (1823-1913). Contemporaneamente e indipendentemente l'uno dall'altro, essi elaborarono idee analoghe, che furono esposte nel 1858 in due saggi passati quasi inosservati. Nel 1859 Darwin pubblicò le sue conclusioni nell'opera L'origine delle specie , che, contrariamente ai saggi precedenti, ebbe subito grande risonanza (per questo motivo e anche per la superiore statura scientifica di Darwin, la teoria dell'evoluzione, o darwinismo, è specialmente legata al suo nome). Darwin e Wallace basavano il loro pensiero su numerose osservazioni dirette (compiute soprattutto durante viaggi in regioni tropicali), che evidenziavano in particolare: la grande varietà di specie presenti in una stessa regione; il perfetto adattamento di queste specie al diverso tipo di habitat e di alimentazione. Importanti furono inoltre gli spunti forniti da dottrine in precedenza eleaborate in ambito geologico (Lyell) e demografico-economico (Malthus). Secondo il principio dell'attualismo del geologo inglese C. Lyell (1797-1875) il modellamento della Terra è il risultato non di immani catastrofi, come terremoti o eruzioni gigantesche, ma di forze naturali lente e continue, sempre all'opera. Analogamente, in campo biologico piccole variazioni di forma da una generazione all'altra avrebbero potuto formare, nel corso del tempo geologico, tutte le specie animali e vegetali che conosciamo. Secondo la teoria demografica dell'economista inglese T. Malthus (1766-1834), le popolazioni umane tendono a crescere in progressione geometrica, mentre le risorse alimentari in natura crescono in progressione aritmetica, comportando una scarsità di risorse a danno degli individui più deboli, che soccombono. Da qui l'dea di una continua lotta per l'esistenza, generalizzabile a tutti gli organismi viventi, e il cui risultato sarebbe quello di favorire i più adatti (selezione naturale). L'evoluzione per selezione naturale La spiegazione dell'evoluzione di Darwin-Wallace, nota come teoria dell'evoluzione per selezione naturale, può essere così riassunta: fra gli individui di una stessa specie vi è grande variabilità genetica (che si manifesta in piccole differenze nei caratteri, quali corporatura, altezza, pigmentazione della pelle, colore degli occhi ecc.); le variazioni individuali devono essere ereditabili, perché i figli sono simili ai genitori; tutti gli organismi tendono a moltiplicarsi, ma l'ambiente non permette una crescita indiscriminata, per cui le dimensioni di una popolazione sono frenate dalla mortalità (selezione naturale); sopravvivono e si riproducono più facilmente gli individui che hanno raggiunto un migliore adattamento all'ambiente in cui vivono, e che quindi sono favoriti nella lotta per l'esistenza; con questi meccanismi, le specie nel tempo si evolvono, dando origine a nuove specie. Darwin conosceva le tecniche della selezione artificiale, il mezzo attuato da secoli da allevatori e coltivatori per migliorare le razze economicamente utili, e ipotizzò che un meccanismo simile potesse verosimilmente agire anche in natura. Non conosceva invece le leggi dell'ereditarietà (gli studi di Mendel, suo contemporaneo, passarono quasi inosservati fino ai primi del '900) e non seppe quindi spiegare in particolare come si origina la variabilità di caratteri (sia fisici, sia comportamentali) sulla quale avrebbe dovuto agire la selezione naturale. La teoria dell'evoluzione ha comunque il merito di aver sottolineato che i nuovi caratteri si originano indipendentemente dall'ambiente (cioè non è l'ambiente a creare nuovi caratteri, come sosteneva Lamarck), ma, una volta comparsi, sono selezionati dall'ambiente. L'evoluzione è quindi diretta dalla selezione naturale, ma procede in modo casuale. La teoria dell'evoluzione ebbe grande impatto sul pensiero dell'800 e, in particolare, sulla biologia, di cui rimane ancora oggi una delle teorie unificatrici, perché permette di spiegare e di organizzare in modo logico tutte le conoscenze delle diverse discipline. Biografia e opere Naturalista inglese (Shrewsbury, Shropshire, 1809-Downe, Kent, 1882). Nipote del medico e scrittore illuminista Erasmus Darwin, iniziò studi di medicina a Edimburgo e poi di teologia a Cambridge, senza riuscire però a concluderli. Ebbe sempre, infatti, un prevalente interesse per le scienze naturali e nel 1831 s'imbarcò, in qualità di naturalista, sul brigantino Beagle per una spedizione scientifica che si concluse nel 1836. Visitò le isole di Capo Verde, il Brasile, la Patagonia, la Terra del Fuoco, le coste del Cile e del Perú e molte isole dell'Oceano Pacifico tra cui le Galápagos. Durante questo viaggio ebbe modo di effettuare numerose osservazioni sulla geologia, la fauna e la flora, specie dell'America Meridionale, che gli offrirono prezioso materiale per affrontare il problema dell'origine delle specie. Al ritorno visse alcuni anni a Londra e poi si ritirò, per la malferma salute, non molto lontano da questa città, nel Kent, dove trascorse il resto della sua vita. Benché svolgesse privatamente la sua attività scientifica, fu sempre in stretto contatto con i più eminenti naturalisti del suo tempo. Fra le prime pubblicazioni vi furono nel 1839 il Journal of Researches into the Natural History and Geology of the Various Countries Visited during the Voyage of H. M. S. Beagle (Viaggio di un naturalista intorno al mondo) e nel 1846 Geological Observations on South America (Osservazioni geologiche sul Sudamerica). Nel 1859 compose il saggio On the Origin of Species by Means of Natural Selection (L'origine delle specie attraverso la selezione naturale) come sintesi di un più ampio lavoro da tempo in preparazione e che fu indotto a pubblicare anticipatamente avendo avuto comunicazione del fatto che A. Russell Wallace era pervenuto ai suoi stessi risultati pur se suffragati da minore documentazione. L'enorme risonanza e le polemiche suscitate da questo suo scritto non lo distolsero tuttavia da un intenso lavoro: nel 1868 pubblicò The Variations of Animals and Plants under Domestication (Variazioni degli animali e delle piante allo stato domestico) e nel 1871 The Descent of Man, and Selection in Relation to Sex (L'origine dell'uomo e la selezione sessuale). Affrontò anche temi collegati indirettamente all'evoluzione sia nel campo della psicologia (The Expression of the Emotions in Man and Animals, 1872, L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali) sia in quello della botanica, in particolare sulla fecondazione e i movimenti delle piante. La violenta opposizione degli ambienti ecclesiastici e di quelli scientifici più conservatori alla sua teoria evoluzionistica non impedirono che alla sua morte egli fosse considerato uno dei maggiori scienziati moderni. Sociologia Negli ultimi decenni del sec. XIX i principi dell'evoluzione di Darwin vengono applicati all'analisi dell'organizzazione sociale. Anticipando per alcuni aspetti lo stesso Darwin, H. Spencer ipotizza un costante progresso delle forme sociali in connessione con la capacità di gruppi e istituzioni di corrispondere ai criteri della lotta per la sopravvivenza e la selezione naturale. Le gerarchie e le differenze sociali vengono così acquisite come fatto rispondente all'ordine naturale dell'evoluzione umana. Di qui la consonanza con i valori ideologici e politici del liberalismo conservatore del tempo, malgrado non siano mancati confusi tentativi di conciliazione del darwinismo con la teoria della lotta di classe. Bibliografia M. Prenant, Charles Darwin, Torino, 1949; A. Keith, Darwin Revalued, Londra, 1955; G. de Beer, Charles Darwin: Evolution by Natural Selection, Londra, 1963; R. B. Freeman, The Works of Charles Darwin, Londra, 1965; J. Huxley, H. B. D. Kettlewell, Charles Darwin and His World, New York, 1965; P. J. Vorzimmer, Charles Darwin: the Years of Controversy, Filadelfia, 1970; P. J. Bowler, Charles Darwin, Torino, 1990.