Giulio Barsanti L’UOMO E LE SUE “VARIETÀ” da Buffon a Darwin Dipartimento di Biologia evoluzionistica Università di Firenze …non sappiamo se l’uomo discenda da qualche specie debole come lo scimpanzé o da una forte come il gorilla, e perciò non possiamo dire se l’uomo sia divenuto più grande e più forte o più piccolo e più debole dei suoi antenati. Dovremmo tuttavia tener presente che un animale dotato di grandi dimensioni, forza e ferocia e che, come il gorilla, si potrebbe difendere da tutti i nemici, forse non sarebbe potuto divenire socievole; ciò avrebbe ostacolato l’acquisizione di poteri intellettivi superiori come la solidarietà e l’amore verso i suoi compagni. Perciò potrebbe essere stato un immenso vantaggio per l’uomo essere derivato da una creatura comparativamente debole. (C. Darwin, L’origine dell’uomo, 1871) DARWIN: • i caratteri che distinguono le “cosiddette razze umane” • sono “di natura irrilevante” nella lotta per l’esistenza, • “di natura indifferente” alla selezione naturale … le oscillazioni individuali sono eguali o maggiori delle etniche, e per definire una razza noi abbiamo bisogno di prendere individui lontanissimi e di pestarli poi in un mortajo per cavarne fuori una pasta omogenea, un tipo medio che in natura non esiste. (P. Mantegazza, 1876) … la razza esiste solo nella nostra immaginazione: non la si incontra da nessuna parte (…). Non esistono gruppi omogenei, che presentino un sol tipo. Forse non vi sono neanche famiglie, di cui si possa affermare la purezza al di là di un piccolo numero di generazioni (…); e a maggior ragione non vi sono gruppi puri. Le razze sono costruzioni teoriche; le sole realtà sono i popoli. (P. Topinard, 1885) …siamo tutti meticci. (…) Non v’è uomo che possa vantarsi di non essere più o meno meticciato. La purezza di una famiglia o di una razza è un’espressione relativa, spesso solo una questione di amor proprio. (P. Topinard, Elementi di antropologia generale, 1885) …abbiamo molte prove, relative sia alle piante sia agli animali, del fatto che l’incrocio fra individui della stessa specie, ma differenti (cioè appartenenti a diversi ceppi), conferisce vigore e fecondità ai discendenti… …e penso che l’incrocio sia utile, entro certi limiti, perfino agli ermafroditi. (C. Darwin, L’origine delle specie, 1859) BUON LAVORO!