Scaletta per studiare l’interazione radiazione-materia • Cominciare con ‘perturbazione armonica’, che tratta la teoria generale della perturbazione armonica, cioè sviluppa i conti della teoria delle perturbazioni dipendenti dal tempo, nel caso di perturbazione che oscilla nel tempo armonicamente. Qui c’è la discussione del famoso ‘diffraction pattern’, nonché della regola aurea di Fermi. • proseguire con ‘teoria perturbativa (I)’, che introduce le grandezze necessarie all’applicazione della teoria delle perturbazioni allo studio dell’interazione tra un’onda elettromagnetica e un atomo. Si ottiene uno sviluppo in serie di multipoli dell’elemento di matrice della perturbazione. In particolare si arriva al cosiddetto «termine di dipolo elettrico dell’elemento di matrice della perturbazione» in funzione dell’operatore (operatore di posizione lungo l’asse z, che è l’asse del dipolo). ** a questo punto la sequenza logica si biforca : da una parte si può • proseguire con le ‘regole di selezione’, che forniscono dei criteri per stabilire tra quali coppie di stati elettronici è possibile una transizione (probabilità di transizione apprezzabilmente non nulla) ** oppure si può • passare alla ‘teoria perturbativa (II)’ che, a partire dall’espressione dell’elemento di matrice del termine di dipolo della perturbazione, espresso in funzione del campo elettrico e dell’operatore di perturbazione, sviluppa i conti applicando la teoria generale della perturbazione armonica, per ottenere una probabilità di transizione. In particolare si considera dapprima un’onda monocromatica, e poi il caso più realistico di pacchetto d’onda, e si perviene ad un’espressione della probabilità di transizione in funzione sia del campo elettrico medio, sia dell’intensità dell’onda, che della densità di energia (che sono tre grandezze facilmente legate le une alle altre). • Si passa poi a studiare la teoria fenomenologica di Einstein. Dapprima, con un metodo grafico, si calcola la densità di modi di oscillazione di una radiazione elettromagnetica all’interno di una cavità conduttrice (densità sia rispetto al volume che rispetto alla frequenza). In seguito, con un approccio a cavallo tra la teoria elettromagnetica classica e la teoria quantistica (fotoni) si passa alla densità di energia in funzione della frequenza. Poi, richiamando l’espressione della probabilità di transizione in funzione della densità di energia trovata prima (teoria perturbativa (II)), in essa si sostituisce l’espressione della densità di energia. Alla fine, con considerazioni fenomenologiche si riesce a descrivere (ma non a giustificare) anche il fenomeno dell’emissione spontanea