Abuso di psicofarmaci,mettete giù lemani dai bambini L’informazione è lacunosa, troppo spesso si escludono a priori le soluzioni alternative ai farmaci Riparte dal Ritalin l’ultima crociata di «Giù le mani dai Bambini», la campagna nazionale di sensibilizzazione contro gli abusi nella somministrazione di psicofarmaci e anfetamine ai minori. Nel convegno «Bambini e psicofarmaci: nuova emergenza sanitaria» in programma sabato prossimo all’ospedale Molinette di Torino, sarà sul banco degli imputati il consenso informato proposto dal Ministero della Salute ai genitori dei bambini in terapia con questo farmaco a base di metilfendinato, introdotto in Italia nel 1952, ritirato dal commercio nel 1986 dalla Novartis che lo produce, e che sta per tornare in uso. «Quel consenso informato – accusa Luca Poma, portavoce nazionale dell’associazione che rappresenta la voce di oltre sei milioni di italiani - è l’emblema di quanto sosteniamo da tempo contro l’abuso degli psicofarmaci: contiene circa il 40 per cento di informazioni in meno sugli effetti indesiderati rispetto all’elenco fornito dalla casa farmaceutica che lo produce, e omette alcune delle più gravi controindicazioni, fornendo ai genitori una conoscenza incompleta dei rischi». Un’informazione «colpevolmente lacunosa», denuncia Poma, «cosa molto grave se consideriamo che l’ente pubblico dovrebbe, al contrario, tutelare la cittadinanza con un approccio prudente». In Italia, stando ai dati più recenti, tre bambini su mille sono in cura con antidepressivi. Dall’1 al 4 per cento soffre della sindrome di disattenzione e iperattività (Adhd), in costante crescita. Col risultato - rivelano le cifre raccolte dall’Istituto Mario Negri di Milano - che negli ultimi cinque anni la prescrizione di antidepressivi è aumentata del 280 per cento. Il caso Ritalin è l’ultima goccia che fa traboccare un vaso ormai colmo di polemiche, proprio adesso che il ministero sta inaugurando i centri regionali pilota per la somministrazione di psicofarmaci e il Registro nazionale dove «schedare» i bambini in terapia. «La nostra - precisa Poma - non è una crociata contro l’una o l’altra multinazionale del farmaco, né contro specifici prodotti farmacologici. Il nostro obiettivo è mettere i bambini e le loro famiglie al centro dell’attenzione, tutelandone i diritti, non escludendo a priori soluzioni alternative a quella strettamente farmacologica, come ad esempio la presenza di pedagogisti nelle scuole e la richiesta di un consenso informato vero». «Giù le mani dai bambini» contesta il fatto che «l’uso degli psicofarmaci è in genere presentato come la cura del problema e non come qualcosa che sopisce semplicemente i sintomi perché la malattia mentale non è un disagio di origine biologica». Clamorosi, nelle ultime settimane,i casi della bimba arrestata in Florida per essere andata in escandescenze in classe, e la vicenda della ragazzina di 11 anni chiusa tre giorni in un reparto di Psichiatria per adulti, proprio a Torino, perché in preda a una crisi incontrollabile in un più adatto reparto di Neuropsichiatria infantile. Clamoroso, per il comitato anti-abuso sui bambini, «ciò che non è riportato, a proposito del Ritalin che sta per tornare in uso, nel documento per le famiglie a cui è chiesto il consenso informato». Frasi mancanti, che compaiono invece nella scheda tecnica destinata ai medici: «Innanzitutto non è scritto che “il modo d’azione non è stato ancora completamente chiarito”». Poi, «non è riportata la frase che dice che Tratto dalla rassegna stampa di www.giulemanidaibambini.org Campagna sociale nazionale contro gli abusi nella prescrizione di psicofarmaci a bambini ed adolescenti “l’eziologia dei disturbi da iperattività è sconosciuta e non esistono test diagnostici”». E ancora: «E’ sparita la frase dov’è detto che “l’abuso cronico può determinare una marcata assuefazione e una dipendenza psicologica con diversi gradi di comportamenti anormali e possono prodursi episodi decisamente psicotici”». Infine: «Non viene descritta una serie di effetti indesiderati che, seppur rari, sono importanti: convulsioni, crampi, psicosi tossica accompagnata talvolta da allucinazioni, stato depressivo passeggero, artrite o occlusione cerebrale”». Spariti anche i segnali attraverso i quali genitori e medici possono riconoscere un eventuale sovradosaggio. Al convegno saranno rappresentate tutte le posizioni. In apertura prenderà la parola anche il ministro alle Attività culturali, Rocco Buttiglione. Parteciperà Pietro Panei, dell’Istituto Superiore di Sanità. «Di fronte all’aumento dei disturbi del comportamento - sarà il punto di partenza - vengono ignorate terapie alternative pedagogiche che garantirebbero un’efficace soluzione del problema senza somministrare psicofarmaci dagli effetti collaterali potenzialmente distruttivi. Si privilegiano soluzioni “facili” come la pillola che solo apparentemente risolve ogni disagio». Da: La Stampa Di: Marco Accossato Tratto dalla rassegna stampa di www.giulemanidaibambini.org Campagna sociale nazionale contro gli abusi nella prescrizione di psicofarmaci a bambini ed adolescenti