Allarme dei pediatri: bambini iperattivi curati ad anfetamine
Il trattamento della sindrome da deficit d’attenzione: dal 2002 è aumentato di cinque
volte il ricorso agli psicofarmaci
PADOVA – Una minaccia subdola si allunga sui bambini: l’uso smodato di
psicofarmaci, le cui prescrizioni negli ultimi tre anni sono aumentate, pure in Veneto,
di cinque volte. Il motivo va ricercato anche nella maggiore diffusione della sindrome
da iperattività e deficit d’attenzione (la Adhd), che colpisce circa l’8% della
popolazione infantile regionale ma è difficile da diagnosticare. Spesso viene scambiata
per ansia, depressione o disturbi dell’apprendimento, sintomi liquidati appunto con gli
psicofarmaci che possono creare danni seri.
L’allarme è stato lanciato ieri nella città del Veneto in un convegno a tema promosso
dall’Associazione servizi sociali e sicurezza per Padova, presieduta da Lauretta Furlan.
<<L’unica soluzione è la creazione di una rete di centri sanitari in grado di riconoscere
l’Adhd e di curarla tempestivamente – ha detto la dottoressa Tiziana De Meo,
psicoterapeuta di San Donè di Piave, poiché attualmente pochi medici la individuano e
i genitori non sanno a chi rivolgersi. Si tratta di un disturbo congenito, che di solito si
manifesta al primo impatto sociale, cioè con l’ingresso alle elementari. Famiglie,
insegnanti e pediatri si accorgono che il piccolo non riesce a seguire le lezioni, fatica a
rispettare le regole, a finire i compiti, a portare a termine le attività intraprese, ha
reazioni emotive esagerate di fronte alle frustrazioni, è impulsivo, non ha il senso del
pericolo e si fa spesso male>>.
La cura è un training autoregolatore per bambino e genitori, da abbinare a una
consulenza per la scuola e, se il caso è grave, a un trattamento farmacologico a base
di anfetamine, capaci di riattivare un sistema di controllo inefficiente. <<Alle
medicine, in genere da accantonare dopo un anno, va sempre affiancata una terapia
psicologica – conclude la dottoressa De Meo – il guaio è che gli attuali ritmi di vita non
agevolano i piccoli colpiti da Adhd e bisognosi di regolarità, orari prevedibili e punti di
riferimento stabili>>.
E così, per calmarli, spesso è più facile prescrivere psicofarmaci, però non privi di
effetti collaterali. <<Possono indurre il piccolo al suicidio – denuncia Luca Poma,
portavoce dell’associazione “Giù le mani dai bambini”, patrocinata dalla Rai – ma
anche scatenare coma epatico, dipendenza psichica, assuefazione, grave depressione,
iperattività cronica e induzione alla tossicodipendenza in età adulta. Le stesse case
farmaceutiche lo riportano sui foglietti illustrativi, che però non elencano tutti i rischi
collegati alla somministrazione. Come la sindrome di Gilles de la Tourette, che provoca
tic nervosi incontenibili, invalidanti, estesi a tutto il corpo e permanenti, anche dopo
l’interruzione della terapia. In teoria somministrabile con controllo medico e non sotto
i 7 anni, in pratica prescritta anche ai bimbi di 2-3 anni e a qualche neonato e
acquistabile su internet>>.
Eppure, dice Poma, molti psichiatri ignorano le condizioni ambientali, familiari e sociali
potenzialmente causa di iperattività e disattenzione, passando direttamente alle
anfetamine. <<Molti bimbi soffrono di tali disturbi, ma il farmaco deve essere l’ultima
spiaggia, non la soluzione principale, dichiara Giorgio Meneghelli, consigliere regionale
della Società italiana di pediatria – va prescritto da centri specializzati, solo ai pazienti
più critici e sempre con molta prudenza. Meglio ricercare la vera causa alla base della
patologia spesso insita in famiglie poco attente ai bisogni dei più piccoli, in spazi
ristretti che impediscono loro di giocare, in nascite premature>>.
Michela Nicolussi Moro
Da: “Il CORRIERE DEL VENETO” - 27 febbraio 2005
Tratto dalla rassegna stampa di www.giulemanidaibambini.org
Campagna sociale nazionale
contro gli abusi nella prescrizione
di psicofarmaci a bambini ed adolescenti