Luigi Borzacchini (Dipartimento di Matematica, Università di Bari) Le stagioni della matematica e della logica Orientamento Consapevole Bari, 5 febbraio 2016 Le tecniche e le teorie matematiche L’idea più diffusa oggi è che la matematica sia uno strumento di natura linguistica per la scienza e per la tecnica, che sia una sorta di deposito di algoritmi, teorie e tecniche in cui tradurre i problemi reali. La matematica è certamente utile nelle tecnologie e in tutte le professioni moderne, ed ha anche un suo fascino, ma non viene ritenuta (spesso neanche dai matematici) vera cultura come la filosofia, la storia, la letteratura, il diritto, l’arte, il cinema, etc. Ed è anche considerata fredda, poco umana, solo tecnica, per giunta difficile e artificiosa. E’ una visione corretta? Logica, storia e filosofia della matematica discipline ai confini della ‘tecnica matematica’. Infatti nessun teorema o algoritmo consiste in un’indagine storica o filosofica, e nessun teorema o algoritmo è stato mai scoperto per vie strettamente logiche. Infatti l’intelligenza matematica non ha né una natura storica né una struttura immediatamente formale: è più intuitiva e immediata, e si raffina nello studio delle discipline matematiche. Ma spesso alla radice di quelle intuizioni ci troviamo riflessioni storiche o filosofiche, e sempre alla fine delle loro scoperte i matematici cercano di dare a quelle scoperte un rigore logico: all’alba, al tramonto La logica e i fondamenti della matematica La matematica moderna è formale, sintattica, e molti filosofi della matematica oggi vedono nella logica l’ingrediente essenziale per descrivere le basi della matematica, anzi con la logica pensano di poter fondare la matematica anche senza conoscerla. E la maggior parte dei matematici pensano che la logica sia inutile: è per loro sufficiente la logica implicita, acquisita studiando la matematica: «la matematica è quello che fanno i matematici» Sbagliano entrambi, ma non tantissimo…: la logica ci mostra la struttura fine della ragione formale, ma non la creazione matematica Storia e filosofia della matematica … • … pongono la matematica al centro della storia della cultura, con filosofia, arte e musica, religione, lavoro e tecnica, linguaggio e letteratura. • Storia e filosofia disegnano una matematica che non è solo teoremi, teorie e algoritmi. Sono discipline ai confini della intelligenza matematica sono però al centro della cultura matematica. • E pongono interrogativi, creano dubbi. Vanno in direzione opposta alle consuete discipline matematiche che invece cercano di dare certezze. • Ed anche per questo sono discipline borderline, discipline di frontiera e di confine. La cultura matematica • La matematica è la più antica delle discipline, è riconoscibile già nelle tavolette mesopotamiche di 5000 anni fa, e tracce si trovano già nel paleolitico. Il teorema di Pitagora era noto prima di Pitagora ai Babilonesi e forse anche ai Cinesi. • Forse solo la medicina è altrettanto antica, ma nessuno oggi si farebbe curare da un medico babilonese, … Eterna e Universale, Certa e Oggettiva • La matematica è eterna: il teorema di Pitagora è vero oggi quanto duemila anni fa. • La matematica è universale: a New York, nella giungla africana o in Oriente la matematica si insegna ed è la stessa, tutte le altre discipline no. • La verità matematica è certa, diversa da quella empirica, che è solo verosimile. • La stessa realtà ha una forma matematica. Wigner: the unreasonable effectiveness of mathematics. • Eternità, universalità, certezza, presenza nel reale: la matematica è stata sempre connessa al divino La filosofia della Matematica • Tre questioni collegate: i) qual è la natura degli enti matematici? Esistono realmente o sono costruzioni solo mentali o simboliche? ii) perché sono perfettamente applicabili alla realtà naturale? iii) come li conosciamo, quale è la nostra via di accesso alla matematica? Da dove deriva la loro certezza? • La risposta platonica: gli enti matematici esistono in un mondo ideale, si riflettono nel mondo reale, e li percepiamo con gli occhi della mente • La risposta aristotelica: gli enti matematici sono solo concetti astratti dalla realtà, eliminandone aspetti materiali e variabili: certi perché poveri, non reali. Logica, Storia e Filosofia della Matematica… • … oggi appaiono a prima vista molto diverse. • La logica matematica appare una disciplina molto tecnica con un linguaggio di tipo algebrico. • La filosofia della matematica oggi non la fanno più i filosofi, che conoscono troppo poco la matematica, bensì i logici, che descrivono i fondamenti logici della matematica. • La storia della matematica è considerata invece puramente descrittiva, da fare empiricamente in archivio e in biblioteca per descrivere l’evoluzione dei risultati matematici • Ma dovremmo collegarle fra di loro, ad esempio … … la verità e la dimostrazione La verità è un concetto semantico, riguarda cioè il rapporto tra una asserzione e lo stato delle cose, ed è essenzialmente empirica. Ma in matematica è anche dimostrativa: la dimostrazione dovrebbe garantire un accesso immediato e certo, non empirico ma logico, alla verità. La verità è un’idea semantica, la dimostrazione sintattica. Ma come nasce, e da dove, la dimostrazione? assente non solo negli animali ma anche nelle popolazioni primitive, e ignota prima dei Greci ? L’idea di dimostrazione prima di Euclide era sostanzialmente quella di una costruzione geometrica che rendeva evidente una certa proprietà: ad esempio il teorema di Pitagora. Con Aristotele e Euclide la dimostrazione assume forma sintattica, quasi una traduzione della costruzione. E la dimostrazione per assurdo? Ma verità e dimostrabilità sono due cose molto diverse. Dimostrare che <in tutti i triangoli la somma degli angoli interni è 180°> è una paginetta nel libro di geometria che garantisce la certezza del teorema, verificarlo significa effettuare infinite misure, per giunta un risultato solo verosimile! Ma è vero che la dimostrazione garantisce la verità? Chi lo garantisce? <la dimostrazione di s garantisce la verità di s> : T. Ma T è vera? Non è vera empiricamente, ma logicamente\, allora <la dimostrazione di T garantisce la verità di T>: T’. Ma T’ è vera? Non è empiricamente vera, allora <la dimostrazione di T’ garantisce la verità di T’>: T’’. Ma T’’ è vera? … un regresso infinito (Charles Dodgson) Lewis Carroll Che la dimostrazione consenta l’accesso alla verità non è vero né empiricamente né logicamente. Storicamente questo accesso si è verificato attraverso la costruzione geometrica evidente Ma la costruzione è particolare, chi garantisce che il risultato sia universale, valido anche per gli altri casi? E il teorema di incompletezza di Kurt Gödel ci dimostra anzi che nessuna idea di dimostrazione può garantirci l’accesso completo alle verità neanche nella semplice aritmetica degli interi. Storia, filosofia e logica della matematica ci mostrano così che la matematica non è un edificio costruito sul granito ma una rischiosa avventura dell’intelligenza. LA DIDATTICA: MATEMATICA A MEMORIA ZERO Logica e Storia: la matematica antica era la nostra matematica elementare? • Solo in parte. E anche l’insegnamento della matematica era più naturale ed intuitivo, basato su figure, senza lettere e meno mnemonico. • Per Platone l’aritmetica andava ‘ricordata’, e «niente di matematico deve essere insegnato per costrizione all’uomo libero» (Respublica). E la geometria era alla base della formazione nella Accademia (Plutarco) • Nel Rinascimento invece l’apprendimento diventa fortemente mnemonico e autoritario (la tabellina pitagorica, la prova del nove, l’algoritmo per estrarre le radici, le formule, la regola del tre, etc.) Storia, logica e didattica della Matematica • Non sono un esperto, il prof. Pertichino potrà dirvi cose più precise, ma la mia (lunga) esperienza e la storia della matematica mi dicono che l’insegnamento attuale della matematica è molto artificioso e mnemonico, eredità della matematica rinascimentale che aveva un carattere professionale (geometri, artigiani, ragionieri, etc.). La vera intelligenza matematica è invece ‘a memoria zero’. • Io soprattutto sono contrario all’apprendimento mnemonico degli algoritmi: lo studente non è una brutta copia del computer! Gli algoritmi si comprendono e si costruiscono, non si ‘imparano’! Ma servono le tabelline? Gli egiziani ne facevano a meno, bastava il raddoppio. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 Esempio: per fare 21x13, 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30 decompongo uno dei due 4 8 12 16 20 24 28 32 36 40 fattori in potenze di 2: 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 21 = 1+(2)+4+(8)+16 e 6 12 18 24 30 36 42 48 54 60 calcolo i corrispondenti 7 14 21 28 35 42 49 56 63 70 raddoppi dell’altro fattore: 8 16 24 32 40 48 56 64 72 80 9 18 27 36 45 54 63 72 81 90 13 +(26)+52+(104)+208 e sommo = 273. 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Le tabelline non servono? Come sforzo mnemonico, no … e nessuno dimostra la prova del 9 • Le congruenze: il resto della somma è la somma dei resti, il resto del prodotto è il prodotto dei resti: 20 X 30 = 600 Resto rispetto a 7: • 6 x 2 = 12 ≡ 5 (resto nella divisione per 7) 2 Ma questo va bene per ogni Intero! Perché il 9? Perché è più facile calcolare i resti 6 12 5 Si può dimostrare che il 1000000…| 9 11111... resto nella divisione per 9 9 10 si ottiene sommando le 9 cifre. Ad esempio 10 il resto di 3757 sarebbe 9 3+7+5+7=22 e quindi 10 ≡ 2+2=4. Infatti 9 3757= 3 x 1000 + 7 x 100 + 10 9 5 x 10 +7 1 Basta far vedere che il ……… resto di 10n diviso per 9 è sempre 1 n+1 n n 10 =9x10 +10 ≡ 10n L’algebra geometrica Fino al Medioevo non esisteva l’algebra simbolica a b ( a + b )2 = a 2 + a-b a 2 a b + b2 (a+b)(a-b) b = a 2 - b 2, b L’algoritmo della radice quadrata: calcolare √Q. Sia a una prima approssimazione e b il resto, b<<a. Se tolgo il quadrato nero grande da quello iniziale e ignoro quello nero piccolo ho i 2 2 2 Q=( a + b ) = a + 2 a b + b due rettangoli, da cui ho 2 ≈ a + 2 a b, da cui un’approssimazione di b, 2 b ≈ (Q- a )/2a e ripeto la procedura … ed anche le equazioni di II grado Per noi x2 + bx = c si risolve b /16 b x/4 aggiungendo b2/4 ad ambo i membri, da cui (x + b/2)2 = c+b2/4 C CC e x = -b/2 (c+ b2/4). Per al-Khwarizmi il quadrato centrale ha area x2 e quindi la croce centrale ha area c: se gli aggiungiamo i 4 quadratini di area b2/16 otteniamo che il quadrato grande di lato x + b/2 ha area c + b2/4. Estrai la radice e sottrai b/2, ottieni x. In entrambi hai il ‘completamento del quadrato’. Ma perché la matematica moderna è più complicata? Per cattiveria? b/4 2 x LA MATEMATICA MODERNA E’ ASSURDA: L’INFINITO E I SEGNI Il Rinascimento e la Rivoluzione Scientifica • Perché la matematica moderna è ‘complicata’? gli psicologi cognitivi hanno sempre notato un salto nella formazione matematica tra la matematica antica ‘di numeri e figure’ e quella ‘con le lettere’. • Alla fine del Cinquecento nasce una matematica del tutto nuova, con due nuovi intrusi: i segni algebrici e l’infinito, estranei alla conoscenza comune, e da cui nascono altri enti matematici ‘inesistenti’: i numeri reali e i logaritmi, le serie, gli infinitesimi, derivate e integrali, la geometria analitica, l’algebra simbolica, etc. E la didattica diventa allora necessariamente più autoritaria e mnemonica. L’infinito • Per i Greci era un concetto impraticabile, una zuppa di paradossi (Zenone), e rendeva impraticabile per Euclide descrivere la retta sia come infinita sia come un continuo composto dai suoi punti. • L’infinito potenziale, «puoi sempre aggiungere qualcosa» era accettabile (i numeri non avevano un massimo, l’intervallo era prolungabile). • L’infinito attuale, «non puoi aggiungere più nulla» era invece assurdo, impraticabile sia matematicamente che filosoficamente. • I due infiniti erano non l’opposto del finito, ma l’uno l’opposto dell’altro Discreto e Continuo: Numeri e Grandezze • Fino ai Pitagorici sull’abaco non vi era una vera distinzione tra discreto e continuo, la differenza tra unità e punto era solo se la pietrolina (la monade) aveva o no una posizione. • Nella matematica greca invece c’era una divisione netta tra esse, un abisso, unico ponte il rapporto. • Il Medioevo è più pragmatico (nella misura si usa il numero per grandezze continue) e religioso (l’infinito è indispensabile perché attributo divino). • Lo scandalo della storia: l’idea di numero reale non esiste fino al Cinquecento, poi diventa ovvia, intuitiva con Descartes e Stevin, ma verrà analizzata solo alla fine dell’Ottocento (Dedekind, Cantor). i segni, l’infinito e il numero reale: 3.14159…… Le due grandi novità della matematica moderna: nella matematica greca due temi inesistenti. Il punto separa due mondi: a sinistra un numero finito e infinito potenzialmente, a destra una sequenza attualmente e qui? infinita: il numero reale è una grande invenzione, ma ci vorranno 3 secoli per una teoria del continuo, ancora oggi un problema aperto Il labirinto del continuo (Leibniz) • Il continuo era per Leibniz un ‘labirinto’, in cui la mente si perde. Se la retta è composta di infiniti punti (di dimensione 0) Come può una somma di infiniti 0 essere diversa da 0? E così tutti i segmenti sarebbero uguali. E qual è il punto subito a destra di un punto dato? (per lo 0 il minimo numero reale positivo). Se sono distinti c’è un intervallo, e allora il secondo punto non è l’immediato successore. Il segno algebrico: che cosa è la x? Aliquid stat pro aliquo: il segno sta per qualcosa: il fumo per il fuoco, la febbre per la malattia, etc. Per cosa sta la x? Per l’incognita? Per ciò che non si sa? Per un numero qualsiasi? Per una grandezza variabile? Per Frege era un ‘posto vuoto’. Non ne conosciamo il valore e neanche il tipo (numero, lunghezza, misura?). Non ha nessun significato? C’è ma non appare. Dove si è trasferito? E’ nell’algoritmo che lo usa, non esistono algoritmi senza segni né segni senza algoritmi. ‘processo meccanico’ e ‘algoritmo’ coincidono, il segno è anfibio, nel contempo materiale e ideale, e si lega alla macchina, dall’orologio alla calcolatrice. I segni nell’abaco non servivano. Le cifre indo-arabe erano gli ingredienti essenziali degli algoritmi (da Al-Khwarizmi). Ed anche algebra è una parola araba (da al jabr): l’algebra islamica non manipolava ‘segni’, solo parole, ma come fossero segni. In Europa la matematica non è più un frammento del linguaggio naturale, nasce il primo ‘linguaggio artificiale’ della storia: l’algebra simbolica, in cui i segni algebrici appaiono nella abitudine degli Amanuensi di troncare, legare, fondere i caratteri. Impensabile per un popolo con una lingua sacra come l’arabo, ma accettabile per una lingua ‘senza aura’ come il latino medievale. E trai segni usati appaiono anche quelli matematici: x, +, = Dalla geometria all’algebra: i segni e la crisi Sin dai Greci la ‘matematica’ era stata soprattutto geometria, con la dimostrazione euclidea quale paradigma della ragione, e dal Cinquecento anche coincidente con la meccanica. L’aritmetica era solo pratica, con problemi ma quasi senza dimostrazioni La matematica moderna porrà invece al centro algebra e aritmetica, e diverrà astratta, autonoma e formale. I due pilastri che fondavano la matematica, la evidenza della dimostrazione geometrica e la coincidenza con la fisica svaniscono nell’Ottocento. E appare allora la crisi dei fondamenti, con una domanda inedita: Qual è il fondamento della matematica? LA LOGICA PUO’ FONDARE LA MATEMATICA? La logica matematica … • …. è stata uno dei fatti culturali più importanti del XX secolo, sia teoricamente che praticamente. • Il computer ha un corpo elettronico, ma un’anima logico-matematica: le macchine di Turing, l’architettura di von Neumann. • I teoremi di incompletezza di Gödel sono forse, con la fisica quantistica, il tema culturale più analizzato dell’ultimo secolo, anche da filosofi e artisti. • Il linguaggio logico è la base, anche se spesso implicita, di tutto il formalismo delle scienze moderne e non solo della matematica: dalla fisica alla computer science e alle scienze della vita. La logica: nasce dal fatto che la ragione umana si esprime attraverso il linguaggio. La logica è formale in quanto la struttura della ragione si riflette in quella della sintassi. Il ragionamento formale consiste nel ragionare senza comprendere. da «Michele è brindisino» e «Tutti i brindisini sono pugliesi» deduco «Michele è pugliese», ed il significato è chiaro ed evidente. Ma da «Michele è un sarchiapone» e «Tutti i sarchiaponi sono sesquipedali», posso dedurre formalmente «Michele è sesquipedale», ma il significato è oscuro: la deduzione è un fatto sintattico, relativo ad una forma del tipo «a è un B», «tutti i B sono C», e dunque «a è un C». La verità è invece un fatto semantico. La logica aristotelica • Proposizioni: <Soggetto è Predicato>, <Anna è alta> • Sillogismo: <Qualche eroe è umano>, <Tutti gli umani sono mortali> <Qualche eroe è mortale>, ma <Qualche umano è ateniese>, <Qualche ateniese è forte> ?? • Oggetto: filosofia naturale, come scienza delle cause e degli universali. Conoscere la causa della eclisse è scienza, conoscerne la data no. • Limiti: individui, negativi e relazioni. Da <gli uomini sono animali> non si poteva dedurre <La testa di un uomo è la testa di un animale>. Paradossi dei relativi, l’infinito. Il mentitore: «io sto mentendo» La logica scolastica e il Rinascimento • Nel medioevo si sviluppa una nuova forma della logica aristotelica, il cui oggetto però non è la natura ma i testi, la Bibbia e poi i commenti ai testi sacri e aristotelici. • In matematica il ruolo della tecnica e dell’infinito • La fine del Medioevo e il Rinascimento iniziano la crisi della logica aristotelica: da Leonardo a Galileo la ‘logica’ della scienza diventa la matematica. • Leibniz: la deduzione come calcolo, il calcolo come deduzione: definire 2=1+1, 3=2+1, 4=3+1, 5=4+1, etc. e poi, sostituendo gli uguali: 3+2=3+1+1=4+1=5 Una logica per la nuova scienza • «I matematici non studiano gli oggetti, ma le relazioni tra oggetti» (Poincarè). Per i greci gli interi e le figure erano aggettivi, la misura era un numero, mentre ora i numeri reali sono rapporti tra grandezze, le curve come equazioni sono relazioni tra variabili, la misura è relativa ad una unità campione: la scienza moderna è fatta di relazioni. • L’analisi in forma algebrica diventa il linguaggio simbolico della scienza. Serve una logica di simboli, che tratti le relazioni e l’infinito. L’infinito, le relazioni e l’individuale, diventati essenziali in matematica, lo sono anche nella nuova logica. La logica di Frege • Proposizioni: Predicato(t1, t2, ….. tn), per trattare gli individui e le relazioni: regala(Anna, Michele, libro). • Dimostrazione: una sequenza di formule ciascuna delle quali o è già nota (assioma o teorema già dimostrato) o si ricava dalle formule precedenti mediante regole di inferenza sintattiche, ad esempio da A e A B puoi inferire B. • Oggetto: la matematica. • Il formalismo matematico sostituirà l’idea di ‘verità’ con l’idea di ‘dimostrazione’, che appare ormai come un ‘calcolo’ meccanico: non c’è nulla da capire I numeri e i segni • I Principia Mathematica di Russell e Whitehead. • «Se ci vogliono 27 equazioni per provare che 1 è un numero, quante ce ne vorranno per dimostrare un vero teorema?» (Poincarè). • I teoremi matematici come ‘compressione’ di teoremi logici. E, nonostante il teorema di incompletezza, la matematica moderna si basa su un approccio formale. LA MATEMATICA, IL COMPUTER E GLI ALGORITMI Il computer e le tecniche matematiche Sino dal Rinascimento esistono professioni che si fondano sulla conoscenza degli algoritmi, dai ragionieri agli ingegneri. Ma oggi il computer può eseguire ogni algoritmo meglio di noi. D’altra parte la creazione di algoritmi e la capacità di saperli applicare, combinare e generalizzare è una abilità strettamente matematica e umana. L’abilità matematica non è più allora la capacità di eseguire gli algoritmi, ma la capacità di trovarli, costruirli e applicarli a una rappresentazione formale, sintattica del problema: l’informatica e la matematica algoritmica diventano sempre più simili. La rappresentazione La rappresentazione iconica (analogica) La rappresentazione sintattica (digitale) CASA 𝐴 = 𝜋𝑟 2 Nessuna somiglianza, non è Si basa sulla somiglianza, analitica (la lettera C di CASA è analitica (il camino nella non corrisponde a nessuna immagine della casa è la parte di una casa), ha natura immagine di un camino), è linguistica, dipende da un universale, ma ha difficoltà particolare linguaggio, ma può coi termini astratti, la verità, rappresentare anche termini la negazione, l’essere, etc. astratti. Talora si usano insieme i due tipi di rappresentazione Linguaggio e Calcolo • Già Leibniz si accorse che la rappresentazione sintattica aveva un altro grande vantaggio: era sia un linguaggio di rappresentazione che un calcolo. • Da un lato ogni individuo e ogni fatto del mondo da rappresentare poteva essere rappresentato tramite i simboli: la rappresentazione era universale. • Dall’altro lato, il divenire e le deduzioni in tale mondo potevano essere ‘simulate’ tramite la manipolazione dei segni secondo regole: la rappresentazione era un calcolo. • I linguaggi formali: l’algebra, l’analisi, i linguaggi di programmazione, la logica, gli algoritmi Gli algoritmi • La computer science si fonda sulla connessione tra algoritmi e logica. • Al-Khwarizmi è stato un matematico arabo vissuto a Bagdad nella prima metà del IX secolo, celebre sia per aver diffuso la manipolazione algebrica dei problemi che per la diffusione delle cifre indo-arabe, importanti non tanto perché posizionali o per la presenza dello 0, ma perché il calcolo con esse si faceva tramite procedure sintattiche: gli algoritmi. • Le costruzioni geometriche o iconiche e i processi meccanici non sono algoritmi: non esistono segni senza algoritmi e non esistono algoritmi senza segni. Algoritmi e Logica • Storicamente erano state sempre profondamente diverse: la logica era interna alla filosofia e alla teologia, gli algoritmi erano invece molto pratici, roba da bottegai, agrimensori e contabili. • Nella matematica moderna invece diventano sempre più simili. La sovrapposizione si delinea all’inizio del XX secolo, quando si scopre che una dimostrazione logica è solo un calcolo particolare e che ogni calcolo è la dimostrazione di un certo risultato. E che un calcolo fosse una dimostrazione l’aveva già capito Leibniz nel Seicento. Un calcolo è una dimostrazione • Per esempio ‘dimostriamo’ che 4+3=7. Definiamo i numeri: 2=1+1, 3=2+1, 4=3+1, 5=4+1, 6=5+1, 7=6+1, etc. e usiamo come unica regola che «in una espressione si possono sostituire espressioni uguali». Allora 4+3 = 4+2+1 = 4+1+1+1 = 5+1+1 = 6+1 = 7. • E nel contempo questa dimostrazione è anche un algoritmo per effettuare la somma. • Viceversa l’idea che ogni dimostrazione in fondo sia una sorta di calcolo appare solo alla fine dell’Ottocento, soprattutto con Gottlob Frege. Una dimostrazione è un calcolo • Per Frege «una dimostrazione è una sequenza di frasi (formule) ciascuna delle quali o è già nota (assioma o teorema già dimostrato) o si ricava dalle frasi precedenti mediante regole di inferenza». • La verifica della correttezza di una dimostrazione logica è un fatto ‘meccanico’, non c’è bisogno di ‘capire’ nulla! «La matematica è logica travestita.» • Una dimostrazione matematica è una sorta di compressione di una dimostrazione logica molto più lunga, ed occorre però ‘capire’ la dimostrazione. • Tutta la teoria degli algoritmi e la stessa matematica formale trattano i segni come numeri e viceversa. Ma la riduzione alla manipolazione dei segni non è stata solo una nuova fondazione per la matematica: ha prodotto anche innovazioni tecnologiche e culturali pervasive come il computer che calcola manipolando segni. • E questo è il quesito più basilare della filosofia della matematica oggi: che rapporto c’è tra i segni e la matematica? Abbiamo fatto un viaggio nel rapporto tra i numeri, i segni e la ragione umana. I numeri sono solo i segni con cui li indichiamo e con cui calcoliamo? I segni sono solo numeri astratti, come la x in algebra? I due mondi coincidono? L’anima logico-matematica del computer • Storicamente il computer nasce 70 anni fa dalla collaborazione di ‘elettronici’ e i ‘logici-matematici’, il corpo e l’anima del computer. • L’elettronica ha subito cambiamenti epocali: dai relais alle valvole, ai transistor, ai microchip sempre più piccoli e potenti, tanto che questa evoluzione di misura in ‘generazioni’ • L’anima logico-matematica invece è rimasta sempre la stessa: lo schema della macchina universale di Turing e l’architettura di von Neumann. • La matematica è la più antica delle discipline ma anche la più moderna… Questa presentazione potete trovarla in rete nel sito: www.dm.uniba.it/Members/borzacchini nella cartella Orientamento Consapevole. Nello stesso sito trovate un testo introduttivo di storia e fondamenti della matematica e un corso introduttivo alla logica matematica di slides e tutorials Auguri!