MODULO 3 – La pratica didattica Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani LA DIDATTICA PER PROGETTI Programmare e portare avanti una didattica "per progetti" significa privilegiare un approccio psicopedagogico di tipo costruttivista, nel quale l'accento è posto sull'impegno attivo da parte degli allievi e sulla loro capacità di costruirsi organicamente una propria conoscenza. Il sapere viene visto come un costrutto personale, realizzato tramite un'attività in collaborazione con altri (il lavoro d'équipe) e sempre dipendente da un determinato contesto, delimitato dai contorni del progetto stesso. Per il docente si tratta di progettare un ambiente di apprendimento favorevole all'esercizio di diversi stili cognitivi, all'utilizzo di differenti linguaggi, all'espressione delle personali attitudini. Punti fondamentali che qualificano la validità di un progetto in ambito didattico sono: • La funzionalità al raggiungimento di specifici obiettivi disciplinari e trasversali; • Il forte carattere ludico e motivante; • La possibilità di coinvolgere gli allievi secondo modalità che inquadrino la diversità come risorsa e non come limite; • L’operatività come pratica normale d’apprendimento; • La verificabilità dei risultati. Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani DALLA TEORIA ALLA PRATICA DIDATTICA un possibile percorso Presa di coscienza Bilancio decisionale Attività Verifica • II punto di partenza del lavorare per progetti è dato dalle motivazioni. •Partire dal vissuto e dalle esperienze pregresse degli alunni, oltre ad attivare un coinvolgimento emotivo di forza particolare, pone gli studenti al centro dell'intera esperienza • II lavoro dovrebbe essere centrato su un problema inerente una determinata area tematica, rispetto al quale gli studenti sono invitati a cercare una possibile soluzione. •Nella ricerca vengono messe in campo le conoscenze scolastiche ma anche saperi "altri“. •Per trovare le risposte occorre interrogare il contesto esterno, aprirsi ad organismi, enti locali, associazioni… al territorio. • L'attività potrebbe idealmente prevedere da parte degli studenti la realizzazione di un prodotto finale di cui siano state stabilite in precedenza caratteristiche, utilizzo e limiti di accettabilità. • Un prodotto che può essere individuale o collettivo e che, comunque, dovrebbe idealmente essere destinato anche ad una fruizione esterna alla classe • II prodotto realizzato potrebbe essere utilizzato durante una comunicazione pubblica che evidenzi il percorso didattico e le acquisizioni raggiunte (metacognizione). •La comunicazione, gestita dagli alunni potrebbe fornire elementi significativi di valutazione d’efficacia Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani GLI AMBITI DI CONTENUTO Considerando la complessità dell’atto alimentare, come prodotto di determinanti fisiologiche, psicologiche, sociali e culturali in senso lato, si possono individuare almeno 5 tematiche fondamentali, ognuna significativa di un particolare aspetto del rapporto con il cibo. I SENSI LA “CULTURA” DEL CIBO LA NUTRIZIONE L’IGIENE E LA SICUREZZA LA MERCEOLOGIA ALIMENTARE Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani I SENSI Gli organi di senso sono il primo e più importante strumento a nostra disposizione per valutare un alimento, sia sotto il profilo della sua gradevolezza, sia rispetto alle sue caratteristiche qualitative ed igieniche. Un possibile percorso Qualche esempio Scopro i sensi I classici giochi sensoriali (giochi di Kim, riconoscere il cibo senza vederlo, solo annusandolo, solo toccandolo…) Imparo a usarli Gustare per esplorare: l’analisi sensoriale per conoscere e riconoscere le caratteristiche dei cibi Li utilizzo per esprimere giudizi critici Valutare il cibo e acquisire consapevolezza dei propri gusti, per comprendere cosa li determina e come cambiano (perché mi piace?… i gusti sono diversi) Oriento le mie scelte secondo i miei gusti Per esempio, preparando il cibo. Cucinando con gli adulti, per verificare come si trasformano i sapori e le consistenze Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani I SENSI: un esempio… Cosa manca? Il bello di una macedonia così ricca è che anche se manca un ingrediente non se ne accorge nessuno. O forse no?... Ecco un gioco sensoriale da sperimentare. Preparando la macedonia insieme ai bambini, l’insegnante ne può mettere da parte alcune coppette “speciali”, ciascuna con qualcosa in meno rispetto alla ricetta completa. Starà poi ai bambini dimostrarsi abili nell’assaggio e, attraverso il confronto con il sapore della macedonia “giusta”, individuare gli ingredienti mancanti. Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani I SENSI: un altro esempio… La pagella del cibo Esistono una qualità organolettica oggettiva e un gusto soggettivo. Banalizzando: non è buono ciò che è buono, ma è buono ciò che piace... Verissimo: ma è importante che i bambini si rendano conto dell'esistenza di questi due diversi piani. Un buon modo per riuscirci è quello di preparare con loro la "pagella del cibo". Una vera e propria scheda di valutazione organolettica che dovrà prevedere spazi per una descrizione oggettiva delle caratteristiche, e per una loro valutazione soggettiva. Nella scheda si considereranno nell'ordine: l'aspetto, il colore, l'odore, il sapore, la consistenza. Per ciascuna voce dovrà essere previsto uno spazio per la descrizione e uno per la valutazione (per esempio: sapore acido, sapore gradevole; odore intenso, odore cattivo...). Al termine, un giudizio esclusivamente soggettivo: promosso o bocciato? Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani LA NUTRIZIONE L’attenzione agli stili di vita e alle esigenze nutrizionali dell'età scolare costituisce una parte fondamentale del programma educativo, che ha come finalità la valorizzazione dei comportamenti alimentari più corretti sotto il profilo dietetico. Un possibile percorso Qualche esempio Il bisogno di nutrirsi Ricostruire anche con fotografie le tappe del proprio sviluppo: quanto pesavo quando sono nato? Quanto peso ora? Da dove ho preso il materiale per “costruire” il mio corpo? La catena alimentare come consapevolezza di un ciclo biologico La considerazione della catena alimentare, per comprendere le relazioni di consumo tra i vari organismi e l'importanza della salvaguardia dell'ambiente Il “nostro cibo”: la composizione nutritiva La suddivisione degli alimenti in base alla loro funzione nutritiva, per conoscere la base di un’alimentazione equilibrata Le abitudini alimentari: cosa, quanto e come mangio Il diario alimentare per individuare gli errori e ipotizzarne una correzione Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani LA NUTRIZIONE: un esempio… Il diario alimentare della frutta Quanta frutta mangi? Poca… Tanta… È difficile per un bambino essere più preciso nell’indicazione. È naturale: manca ancora di una sufficiente capacità analitica e non sa ancora orientarsi bene rispetto ai riferimenti temporali. La compilazione di un diario lo può aiutare… Organizziamo un piccolo diario alimentare: per una settimana, ciascuno annoterà sul quaderno la frutta che mangia ogni giorno. Dovrà specificare l’occasione (pranzo, cena, spuntino…), il tipo di frutto e, orientativamente la quantità. Accanto a ogni frutto potrà anche farne il disegno. Il confronto dei diari permetterà di ragionare in termini quantitativi sul consumo di frutta in classe, e di riflettere sull’opportunità di aumentarlo Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani LA NUTRIZIONE: un altro esempio… L’unione fa la forza: le vitamine Se si chiede a un bimbo di scuola elementare perché fa bene mangiare la frutta, la risposta sarà molto spesso la più corretta: “perché mi dà le vitamine”. Da qui a sapere cosa siano effettivamente le vitamine, però, ce ne corre… L’arancia, ricchissima di vitamina C, offre l'occasione per approfondire un po' (giusto quanto basta, senza inutili tecnicismi) il concetto di "vitamina", oggi troppo spesso strumentalizzato a scopi commerciali. •Cosa sono le vitamine? •Quante sono? •Come mai si chiamano con le lettere dell'alfabeto? •Perché fanno bene? •Dove si trovano? •Disegniamo gli alimenti che ne sono più ricchi? Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani LA MERCEOLOGIA ALIMENTARE La conoscenza degli alimenti, andando alle radici della produzione alimentare e affrontando le problematiche della trasformazione, della distribuzione e della preparazione del cibo, consente di restituirgli dignità e di acquisire le conoscenze indispensabili per un consumo critico e consapevole. Un possibile percorso Qualche esempio Il cibo viene dalla natura La considerazione delle attività di un’azienda agricola e zootecnica, aiuta a comprendere che la produzione del cibo si colloca in un quadro di relazioni con l’ambiente circostante L’uomo trasforma i prodotti naturali La produzione del formaggio, piuttosto che dello yogurt o del pane, può essere l’esempio di un processo di trasformazione di materie prime alimentari L’uomo sceglie, acquista e consuma i prodotti Per esempio può essere utile la visita a un supermercato, o attività di lettura delle etichette di prodotti alimentari per poter giudicare la loro qualità Dopo il consumo si chiude un ciclo Si può partire dalla considerazione del proprio piatto preferito, per risalire la filiera degli ingredienti e analizzare poi il destino dello scarto Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani La MERCEOLOGIA: un esempio… Osserviamo bene: come sono fatti? Manipolare gli ingredienti richiede un'attenzione che merita di essere volta all'analisi e all'apprendimento di elementari cognizioni scientifiche. Come sono fatti "dentro" i frutti e gli ortaggi? Da quali parti sono composti? Quali sono le parti che si mangiano? E le altre, perché si scartano? È partendo da queste domande che si potranno individuare analogie di struttura tra i vari ingredienti e si potrà centrare l'attenzione sulle caratteristiche che determinano la commestibilità o meno delle diverse parti. Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani La MERCEOLOGIA: un altro esempio… Mangiare biologico Solo trent’anni fa l’agricoltura biologica sembrava un’utopia ed ora costituisce una realtà più che promettente. Il segno di un positivo mutamento nel rapporto con il cibo e con l’ambiente. Ma molta strada va ancora fatta per suscitare una vera attenzione e una sensibilità diffusa verso il biologico, come espressione di una diversa cultura del vivere. Ecco allora che il semplice fare la spesa, per acquistare i pomodori, piuttosto che le carote e le cipolle necessarie per una ricetta, offre ai ragazzi l’occasione di documentarsi e di operare un confronto tra le due produzioni: biologica e convenzionale. Internet è una fonte inesauribile di notizie sul mondo del biologico, e non mancano pubblicazioni di ogni livello, ma la visita diretta a un’azienda costituisce l’occasione migliore per verificare non solo la realtà scientifica, ma anche la dimensione umana che sostiene questo tipo di agricoltura. Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani L’IGIENE E LA SICUREZZA L'importanza delle corrette manipolazioni degli alimenti e di una giusta conservazione rappresenta un aspetto essenziale da trattare all’interno dell’attività di educazione alimentare, che deve sempre tenere nella giusta considerazione le tematiche di tipo igienico. Un possibile percorso Qualche esempio Esiste un mondo “invisibile” Per esempio, semplici esperimenti con lieviti e muffe bastano a introdurre l’idea di un “mondo”, popolato da microrganismi, a volte utili e a volte persino pericolosi Il cibo si altera Osservare il meccanismo con cui i microrganismi agiscono, per comprendere il meccanismo con sui si alterano gli alimenti. Estendere il discorso alle alterazioni di origine non microbica (esperimenti sulle ossidazioni) Il cibo si conserva Le esigenze vitali dei microrganismi, per comprendere il principio su cui si fondano i più importanti metodi di conservazione Io ho una responsabilità nei confronti del cibo e della mia salute Riflettere sui momenti a rischio nella manipolazione dei cibi e sull’importanza della pulizia e dell’igiene. Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani L’IGIENE : un esempio… I lieviti al lavoro Muffe, lieviti, batteri… svolgono un ruolo fondamentale nella nostra vita eppure… nessuno li degna di uno sguardo (anche perché sono microscopici…). Come evidenziare la loro vitalità? Semplice: mettendoli al lavoro! L’attività dei lieviti si può evidenziare semplicemente prendendo del lievito di birra (più o meno mezzo panetto) e sciogliendolo in una soluzione di acqua, zucchero e succo di frutta (meglio se preparato direttamente, per esempio centrifugando una mela). Tenendo la soluzione a temperatura ambiente, si potrà osservare l’intenso lavoro di fermentazione operato dal lievito, esattamente come succede nella produzione del vino o del sidro. Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani L’IGIENE : un altro esempio… L’ossidazione della frutta Non tutte le alterazioni dipendono dai microrganismi. Ecco un altro fenomeno interessante: quando si taglia una mela diventa scura, e lo stesso succede quando si gratta una carota, o anche quando si puliscono i carciofi… Ma perché succede? E come si può impedirlo? L’ossidazione che l’ossigeno dell’aria determina su molti alimenti si può osservare in diverse operazioni di cucina, così come nella conservazione dei cibi (la carne che scurisce, il burro che ingiallisce e diventa rancido…). È lo spunto per indagarne i meccanismi, sperimentare metodi per evitarla (isolando gli alimenti del contatto con l’aria, bagnandoli di succo di limone…), e approfondire il significato della parola “antiossidante”, che si legge sull’etichetta, tra gli additivi, di moltissimi prodotti industriali. Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani LA “CULTURA” DEL CIBO L’attenzione agli aspetti di cultura in senso lato, che gravitano intorno al cibo: le diverse tradizioni gastronomiche, i riti e le modalità del consumo, i cibi del territorio, le abitudini alimentari, la cucina, la ristorazione, l'intercultura. Un possibile percorso Qualche esempio Il cibo non è solo nutrimento Per esempio, si può proporre un gioco: “ se fossi un cibo, quale vorresti essere?”. Dal confronto delle risposte si può riflettere sui valori affettivi, culturali, simbolici associati al cibo Il cibo indirizza ed esprime la cultura Per esempio, attraverso il confronto con papà e mamma, si può comprendere come le abitudini alimentari sono frutto anche dall’epoca in cui si strutturano Il cibo è appartenenza culturale Conoscere i prodotti tipici della propria regione: un patrimonio di cultura, ancora prima che economico, da valorizzare e difendere Il cibo è confronto, comunicazione, scoperta Partire da alcune ricette internazionali, per prendere coscienza della diversità, anche in campo alimentare, e inquadrarla come valore positivo. Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani La “CULTURA” del cibo: un esempio… L’atlante della frutta Una ricerca che parte dalla visita al mercato: quanti frutti esistono! A polpa, a guscio, acidula, zuccherina, esotica, di bosco… Ce n’è davvero per tutti i gusti. Vale la pena di approfondirne la conoscenza, realizzando in classe un piccolo atlante della frutta. Si possono suddividere i compiti, in modo da assegnare a ciascun alunno un frutto diverso. Dovrà acquistarlo, assaggiarlo, descriverne le caratteristiche, ricercare notizie sulla provenienza, sulla stagionalità, sulle modalità dl consumo. Una volta decisa di comune accordo l’impaginazione da dare all’atlante, ognuno realizzerà la sua pagina, senza dimenticare di illustrarla con un bel disegno del frutto scelto. Sarà bello confrontare, per esempio la tradizione del mango e quella della mela. Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani La “CULTURA” del cibo: un altro esempio… Uno slogan efficace Chi pensa che le merendine sono la sola cosa buona non ha mai assaggiato una squisita macedonia. In effetti, a dar retta agli spot televisivi sembra che gli alimenti migliori escano solo dalle fabbriche e non possano venire direttamente dalla natura. Potenza della pubblicità! Chiediamo allora ai bambini di inventare ciascuno uno slogan pubblicitario che serva a convincere che la frutta e la verdura sono quanto di meglio si possa gustare a merenda. Tutte le regole della vera pubblicità sono ammesse: dal paradosso, alla rima, al testimonial, al gioco di parole, all’immagine accattivante… Del resto “fare” la pubblicità e capire i suoi meccanismi è il modo migliore per imparare a “filtrare” i suoi messaggi. Dr.ssa Carla Barzanò, Dr. Giorgio Donegani