L`accesso a una informazione diversificata è uno

Miscellanea
sanità e non solo … tessere per il tuo mosaico
Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico
2 Febbraio 2007 a cura di [email protected]
L’accesso a una informazione diversificata è uno degli strumenti più efficaci per difendere la democrazia e i propri diritti; senza informazione e senza conoscenza non
c’è democrazia. Le istituzioni democratiche non devono essere soffocate dalle concentrazioni mediatiche e finanziarie; in una società in cui l’informazione è sempre più
manipolata e al servizio dei “poteri forti”, i primi a essere calpestati sono proprio i diritti della persona, della collettività e il bene comune. All’insegna dei fondamentali
valori di “Libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione”, Miscellanea vuole promuovere la consapevolezza della tutela dei diritti della persona, preservare la libertà di
espressione, l’indipendenza di giudizio e tentare di fornire qualche “tessera” affinché ognuno possa comporre il proprio personale mosaico. “La difesa del nostro
presente e del nostro futuro passa attraverso la conoscenza di quanto accade e di quanto è accaduto”. Luigi Sedita – [email protected]
Questo numero di Miscellanea ha 3.341 destinatari.
Miscellanea è consultabile anche su
*** Ecquologia http://www.ecquologia.it/sito/pag941.map
*** ESOPO Etica Società Politica http://www.esopo.org/
*** Comunicati.net http://www.comunicati.net/utente.asp?id=4
(se l’indirizzo non linka automaticamente, copiare e incollare l’indirizzo stesso sul programma di navigazione explorer,
opera, ...)
Boom per l'Iva non versata
La declinazione italiana dell'illegalità fiscale, contributiva e finanziaria è ormai interminabile, stando al rapporto
sull'attività dei primi 11 mesi 2006 della Guardia di Finanza. La GdF ha scoperto che quest'anno gli evasori totali sono
stati 6.950, che hanno nascosto allo Stato circa 7,5 miliardi di euro. Per l'Iva l'evasione accertata ammonta a 3,5
miliardi, il 40% in più rispetto al 2005, il record degli ultimi dieci anni.
Relazione della Corte dei Conti. La corruzione nella pubblica amministrazione non sembra attenuarsi. V. punto 6
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Storica sentenza della Cassazione: «Scaricare files senza lucro non è reato». Annullata la condanna a due giovani:
«Condividevano film e musica tutelati da diritto d'autore non per guadagno».
La tazzina di Maometto. ...una bevanda miracolosa grazie alla quale Maometto si riprese in men che non si dica
riuscendo prima a disarcionare quaranta uomini e poi ad appagare anche quaranta donne.
Il riferimento delle polveri sottili è il Pm2,5 e non più il Pm10. - Inquinamento: più bassi i nuovi limiti Oms. Ridotto del 17% anche il livello di ozono. Il biossido di zolfo passa da 125 a 20 microgrammi al metro cubo.
Più libertà di cambiare gestore. Oltre all'abolizione dei costi delle ricariche dei telefonini, il decreto stabilisce
che si potrà cambiare gestore telefonico o Adsl senza attendere un anno come oggi.
Farmaco equivalente obbligatorio in Liguria.
Relazione della Corte dei Conti. La corruzione nella pubblica amministrazione non sembra attenuarsi. Sanità, corruzione, condono:
allarme della Conte dei Conti.
Notizie in breve. Servizi pubblici locali senza concorrenza. A Firenze il costo per chilometro percorso da un
bus è il triplo di quello del Regno Unito.
Sanzioni e obblighi maggiori per le compagnie telefoniche che appioppano ai clienti servizi non richiesti e
diritto di recesso per il cliente.
Concentrato di pomodoro: elisir di giovinezza. Il concentrato di pomodoro protegge la pelle
dall’invecchiamento precoce.
Dici uva pensi a Bacco, ma in realtà… In principio fu una donna, la dea Vite della saga di Gilgamesh. Poi fu la
volta di Orotalt e infine del greco Dioniso. Ecco la storia nascosta nel grappolo d’uva.
I Benetton, la Bonino, Di Pietro, le autostrade, i guadagni, i mancati reinvestimenti.
Inceneritori: per l’on. A. Borghesi il partito è sempre stato a favore; Di Pietro nel suo blog è contrario. Quale
la posizione reale dell’IDV?
I padroni delle notizie. Come la pubblicità occulta uccide l’informazione di Giuseppe Altamore
I legumi portafortuna. Lenticchie e fave non possono mancare nei primi giorni dell’anno sulle nostre tavole:
portano fortuna. Ma non è sempre stato così: Pitagora e i suoi le disdegnavano perché cibarsi di questi legumi
equivaleva a mangiare le teste dei genitori…
Brevi dalla sanità. - Sanità e mazzette: Sirchia a giudizio - Ricette 'gonfiate' medici sotto accusa - Calabria, tra
boss e sprechi una Sanità in lista d'attesa - Berlino: cancro, chi non previene pagherà le cure.
Brevi dalla sanità. - Meno strutture, migliore tecnologia e medici a tempo pieno per superare l'emergenza
ospedaliera - Ricercatori, un terzo guadagna 800 euro
Cure odontoiatriche a domicilio. –Presentato in Toscana il servizio gratuito a domicilio con l'ausilio
dell'odontoambulanze.
I tristi record della Finanziaria 2007.
Scende del 6,2% il ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza.
Pirelli, santo subito. L’ultimo che chiese scusa, pur non avendo fatto nulla di male, fu Leopoldo. Ma ora è morto e
non darà più il cattivo esempio.
Brevi dall’Europa.
Brevi nel mondo.
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Infranto il muro dei brevetti delle multinazionali, scoperto il metodo per produrre farmaci a basso costo.
Forza Italia dei Valori.
Notizie in breve. In Olanda l'Agenzia del farmaco approva l'eroina terapeutica. – In Italia per i conti correnti
paghiamo 60 euro l'anno, i danesi solo 2,5.
Lotta di classe.
Locri, "L'Asl infiltrata dalle cosche". La relazione secretata dal Viminale. Ecco i risultati dell'indagine voluta
da Pisanu dopo l'omicidio Fortugno. Connivenze mafiose, assunzioni e appalti irregolari e un tessuto
pesantemente inquinato.
Una lettera dal fronte… medico-sanitario.
Il piano del ministero per il governo clinico. Primari in esclusiva e nuovi criteri per scelta dirigenti.
Sperimentazione animale: il dibattito è aperto.
Sanità: cosa prevede la Finanziaria 2007.
Nella ricetta indicare il principio attivo o il generico. Lo chiede l'Antitrust in una segnalazione inviata a
governo e Parlamento. – Le posizioni, le reazioni.
Le ghiande di Giove.
Una Repubblica fondata sulle balle.
Le ferrovie di Pantalone.
Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica rivisitato da Mario Broglio Montani nel sito
www.vergogna-italiana.org e ripreso da http://www.europeanconsumers.it/
La fidelizzazione dei fedeli. – A Richmond, Londra, parcheggi più cari per le auto piu' inquinanti.
Regioni: uffici stampa e portavoce dei presidenti.
Nuovi limiti per la cannabis ad uso personale.
Cosa loro.
OCSE: sanità italiana; buon rapporto qualità/prezzo.
Botulismo descritto negli adulti a seguito di iniezioni cosmetiche.
L’insalata di Adone.
Con Google programmi di scrittura e calcolo convertibili in fomato microsoft gratuiti on line.
I veri baroni sono i manager incapaci. La malasanità nasce in sede amministrativa e politica.
Telenovela 2007. Cara Veronica, … di Marco Travaglio
Bagagli perduti all'aeroporto. Cosa fare.
Che pizza capricciosa. Corsi insensati, burocrazia da incubo, dipendenti finti malati ma intoccabili. Tra Kafka
e Fantozzi, l’odissea di un ristoratore. In un libro che batte ogni saggio sociopolitico.
La Pecorella smarrita. Gli errori giudiziari più diffusi, si sa, non sono le condanne degli innocenti, ma le
assoluzioni dei colpevoli. Il «pubblico ministero» difende tutta la collettività, e ha l’obbligo di scoprire la verità,
facendo condannare i colpevoli e assolvere gli innocenti, contrariamente ai difensori, che sono pagati per far
assolvere il cliente sempre e comunque, colpevole o innocente che sia.
Noci da streghe o da spose? Quando nelle serate invernali vi mettete a sgranocchiare frutta secca prestate attenzioni
alle noci: potrebbero attirare strane creature femminili… Ma se vi lanciano noci il giorno delle nozze nessun
pericolo: portano fortuna.
Dal liquido amniotico cellule staminali migliori di quelle adulte e di quelle embrionali: la Santa Sede gioisce
per la notizia. Il progresso stavolta non è regresso. Oggi è ancora più evidente che fede e scienza non sono
affatto in contrasto.
La politica sbagliata dei ticket. Dieci euro in più di ticket su visite specialistiche ed esami diagnostici.
Disastroso per i cittadini! - Ticket, così la mutua diventa un lusso. – Parziale rettifica: applicazione del ticket
da 10 euro a discrezione delle Regioni, purchè vengano rispettati i bilanci.
Nota - Ai sensi dell'art. 13 legge 31/12/96 n. 675 e succ. : questa e-mail è stata spedita da una rubrica personale creata
contattando precedentemente questo indirizzo, e si può richiedere la cancellazione se non si gradisce ricevere altri
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- un primo contatto a questo indirizzo;
- un indirizzo pubblico o pubblicato;
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Detti e ridetti.
Non mi sento obbligato a credere che lo stesso Dio che ci ha dotato di sensi, ragione e intelletto, pretenda che non li
utilizziamo - Galileo Galilei
Il diavolo brucia, Dio ricicla. - Paul Connet
Il mondo non ha bisogno di dogmi; ha bisogno di libera ricerca. - Bertrand Russell
Quante persone hanno voluto suicidarsi e si sono contentate di strappare la propria fotografia. - Jules Renard
Se vuoi assaporare la virtù, pecca qualche volta. - Ugo Ojetti
Il bordello è l'unica istituzione italiana dove la competenza è premiata e il merito riconosciuto. - Indro Montanelli
Più si riesce a guardare indietro, più avanti si riuscirà a vedere. - Winston Churchill
Nell'analizzare la storia evita di essere profondo perchè spesso le cause sono proprio superficiali. - Ralph Waldo
Emerson
Where the press is free, and every man able to read, all is safe.
Quando la stampa è libera, e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro. - Thomas Jefferson
I don Chisciotte di oggi non combattono contro, ma per i mulini a vento.
Anyone who believes exponential growth can go on forever in a finite world is either a madman or an economist.
Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito in un mondo finito è un folle, oppure un
economista. - Kenneth Boulding
La medicina crea persone malate, la matematica persone tristi e la teologia peccatori. - Martin Lutero
We know that a man can read Goethe or Rilke in the evening, that he can play Bach and Schubert, and go to his day's
work at Auschwitz in the morning.
Sappiamo che un uomo può leggere Goethe o Rilke la sera, può suonare Bach e Schubert, e poi, il mattino dopo, recarsi
come niente fosse al proprio lavoro ad Auschwitz - George Steiner
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Storica sentenza della Cassazione: «Scaricare file senza lucro non è reato». Annullata la condanna a due
giovani: «Condividevano film e musica tutelati da diritto d'autore non per guadagno».
da Corriere.it del 20.1.2007 – Scaricare da internet film, musica o programmi tutelati dal diritto d'autore non è reato se
questo non implica alcun guadagno economico. Lo spiega la Terza sezione penale della Corte di Cassazione che ha
annullato la condanna a tre mesi e 10 giorni di reclusione inflitta dalla Corte d'Appello di Torino a due giovani che avevano
scaricato e condiviso in rete tramite un computer di una associazione studentesca del Politecnico di Torino file musicali,
film e software protetti da copyright.
I due ragazzi condannati dalla corte torinese avevano sviluppato una cosiddetta «rete p2p» (peer to peer) per scambiare file
con altre persone collegate a internet. Il sistema era semplice: bastava collegarsi a un server installato nel computer di
un'associazione studentesca del Politecnico di Torino. Per poter ottenere le chiavi d'accesso occorreva condividere la
propria «scorta» di musica, film, videogiochi o software. Tutto spesso protetto dalla legge sul diritto d'autore. Una filosofia
di scambio «do ut des», diffusissima su internet, che permetteva a tutti di scaricare file gratis dalla rete.
Secondo i giudici piemontesi i due giovani autori di questo sistema di scambio file 'au pair' erano colpevoli di aver violato
agli articoli 171 bis e 171 ter della legge sul diritto d'autore (n. 633/41) che punisce chi, «a scopo di lucro», diffonde o
duplica file e contenuti multimediali protetti da copyright.
Ma l'attività dei due imputati - spiega la Suprema Corte nella sentenza n.149 depositata lo scorso 9 gennaio - non aveva
alcun «fine di lucro», e quindi non si configurava l'effettiva violazione della legge.
«I giudici di merito - si legge nelle motivazioni della sentenza - hanno erroneamente attribuito all'imputato una attività di
duplicazione dei programmi e di opere dell'ingegno protette dal diritto d'autore, poiché la duplicazione in effetti avveniva ad
opera dei soggetti che si collegavano con il sito Ftp e da esso, in piena autonomia, prelevavano i file e nello stesso ne
scaricavano altri. Doveva essere esclusa l'esistenza del fine di lucro da parte degli imputati in potendosi ravvisare una mera
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attività di scambio».
Non solo, anche in relazione al sequestro, in casa di uno degli imputati, di un software per generare codici seriali per
registrare illegalmente software protetti da copyright, «doveva escludersi ogni fine commerciale».
Per questo motivo i giudici di Piazza Cavour, rilevando che «le operazioni di 'download' sul server Ftp di materiale
informatico non coincide con le ipotesi criminose fatte dai giudici torinesi», e che per «scopo di lucro» deve intendersi «un
fine di guadagno economicamente apprezzabile o di incremento patrimoniale da parte dell'autore del fatto, e che non può
identificarsi con un vantaggio di altro genere», ha annullato senza rinvio la condanna per i due ragazzi che sono stati
prosciolti definitivamente.
La tazzina di Maometto. ...una bevanda miracolosa grazie alla quale Maometto si riprese in men che non si dica
riuscendo prima a disarcionare quaranta uomini e poi ad appagare anche quaranta donne.
Mentre mescolate col cucchiaino il vostro espresso fumante vi siete mai chiesti quali miti si celino dietro ai chicchi di caffè?
Una leggenda vuole fosse Maometto il primo consumatore di questa bevanda…
Al mattino appena alzati un buon caffè della moca per svegliarci ci vuole proprio. Poi, prima di entrare in ufficio, una
capatina al bar perché, si sa, l’espresso è tutta un’altra cosa. Infine a metà mattina una pausa caffè al distributore automatico
è d’obbligo per schiarirsi un pò le idee. E così via per il resto della giornata: dopo pranzo, a metà pomeriggio, dopo cena…
Insomma per noi italiani il caffè è un vero rito da consumarsi a ogni ora del giorno. Però, non dimentichiamoci che, se
anche siamo stati gli inventori della “napoletana” prima, e dell’espresso poi, il caffè fece da noi la sua comparsa solo verso
la fine del XVII secolo, quando gli europei scoprirono questa bevanda dai turchi. Le cronache dell’epoca riportano lo
stupore di viaggiatori italiani trovatisi a sorseggiare il cabèè nella mezza luna fertile. Afferma per esempio l’ambasciatore
della Repubblica di Venezia Gian Francesco Morossini in un rapporto del 1585 “i Turchi bevevano pubblicamente così
nelle botteghe come anco per le strade un’acqua nera, bollente quanto soffrire, che si calava giù da una semente che
chiamano cabèè, la quale dicono ha per virtù di far star bene l’uomo svegliato.” Questa virtù, che oggi noi sappiamo esser
dovuta alla caffeina, i turchi se la spiegavano ricorrendo a un’antica leggenda i cui protagonisti sono niente meno che
l’arcangelo Gabriele e Maometto. Un giorno il profeta stava per lasciarsi vincere dal sonno quando l’arcangelo gli portò
in dono una bevanda miracolosa grazie alla quale Maometto si riprese in men che non si dica riuscendo prima a disarcionare
quaranta uomini e poi ad appagare anche quaranta donne.
C’è però chi dice che in realtà il caffè fu scoperto da un derviscio (religioso mussulmano) di Moka, città dello Yemen:
questi, esiliato per espiare una colpa lontano dal monastero si imbatté per caso nelle benefiche virtù del caffè. Della scoperta
fu informato il principe di Moka che, entusiasta, non solo perdonò il derviscio, ma gli fede addirittura costruire un convento.
E sempre di monaci, ma questa volta cristiani, si narra in un’altra leggenda legata all’origine del caffè: alcuni pastori,
accortisi che le loro capre erano irrequiete e non riuscivano a dormire, chiesero consiglio ai religiosi di un monastero. I
monaci scoprirono che la causa stava nelle rosse drupe carnose di certi arbusti. I loro semi, una volta abbrustoliti, si
potevano utilizzare per preparare una bevanda nera come l’inferno che aveva il potere di scacciare il sonno. L’effetto è
certamente quello, quanto all’origine della pianta non dimentichiamo che il caffè proviene dalla regione di Caffa in Etiopia:
da lì giunse nello Yemen, poi alla Mecca e a Medina. Divenne la bevanda preferita dagli arabi, come sostituto di quelle
fermentate vietate dal Corano.
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Il riferimento delle polveri sottili è il Pm2,5 e non più il Pm10. - Inquinamento: più bassi i nuovi limiti Oms. Ridotto del 17% anche il livello di ozono. Il biossido di zolfo passa da 125 a 20 microgrammi al metro cubo.
Roma - L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha abbassato i limiti delle sostanze inquinanti nell'atmosfera e ha
inoltre indicato il Pm2,5 e non più il Pm10 come misura di riferimento delle polveri sottili nell'aria, dopo che ci si è accorti
che il Pm2,5 in Europa occidentale fa perdere agli abitanti quasi nove mesi di vita. Le linee guida propongono obiettivi
temporanei e passi intermedi per raggiungere una migliore qualità dell'aria. L'Oms ha stabilito nuovi obiettivi a cui i Paesi
membri possono fare riferimento per definire le loro politiche. «Per la prima volta le linee guida riguardano tutto il mondo,
indicando obiettivi uniformi», ha spiegato Roberto Bertollini, direttore del Programma speciale salute e ambiente dell'Oms,
Ufficio per l'Europa. «Tali obiettivi sono molto più severi dei limiti nazionali attualmente in vigore in molti Paesi e in
alcune città consentirebbero di ridurre gli attuali livelli di inquinamento di oltre tre volte».
I NUOVI LIMITI - Pm10: In molte città, la media annuale dei livelli del particolato supera i 70 microgrammi per metro
cubo. Secondo le nuove linee guida, per prevenire malattie questi livelli dovrebbero essere al di sotto dei 20 microgrammi
per metro cubo
- ozono: il limite giornaliero viene ridotto da 120 a 100 microgrammi per metro cubo. Il raggiungimento di questi livelli
sarà una sfida per molte città, specialmente nei Paesi in via di sviluppo, e in particolare per quelle con molte giornate di
sole, in cui le concentrazioni di ozono raggiungono livelli più elevati causando problemi respiratori e attacchi di asma
- biossido di zolfo: il livello è stato ridotto da 125 a 20 microgrammi per metro cubo. L'esperienza ha infatti dimostrato che
azioni relativamente semplici possono abbassare rapidamente i livelli di biossido di zolfo con la conseguenza di diminuire i
tassi di decessi e malattie infantili
- biossido di azoto: il limite resta invariato; tuttavia, il rispetto di questo limite, essenziale per prevenire le bronchiti, resta
una grande sfida in molte aree in cui il traffico automobilistico è intenso.
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Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico
2 Febbraio 2007 a cura di [email protected]
PM 2,5: Il killer invisibile - Il Pm2,5 ossia le polveri super sottili, provocano effetti sulla salute ben più gravi del più noto
Pm10. Nell'Unione europea il Pm2,5 causa per il cittadino medio una perdita dell'attesa di vita di circa 8,6 mesi. Per alcuni
tecnici il Pm2,5 potrebbe diventare a pieno titolo il riferimento più appropriato per misurare la frazione di polveri sottili al
posto del Pm10. Un orientamento condiviso anche dall'Oms secondo la quale il Pm2,5 sembra essere più idoneo come
indicatore di riferimento, «visto che si tratta delle polveri che hanno più incidenza sulla salute umana». Il riferimento al
Pm10 può comunque essere un valido strumento - spiega l'Oms - per poter confrontare i dati attuali con quelli del passato.
Inoltre, prosegue l'Oms, c'è un rapporto fra il valore di Pm2,5 e quello di Pm10.
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Più libertà di cambiare gestore. Oltre all'abolizione dei costi delle ricariche dei telefonini, il decreto stabilisce
che si potrà cambiare gestore telefonico o Adsl senza attendere un anno come oggi.
ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-01-2007 - Non si parla solo di abolizione dei costi di ricarica nel nuovo decreto legge a
tutela dei consumatori appena approvato dal governo Prodi.
Il decreto stabilisce i contratti di adesione stipulati con tali operatori telefonici, Internet o di reti televisive (come Sky)
devono prevedere la facoltà del contraente di recedere dal contratto in qualsiasi momento e senza spese non giustificate da
costi dell'operatore, mentre oggi la maggior parte degli operatori impone di non poter passare a un altro operatore prima di
12 mesi.
Gli operatori non possono, inoltre, imporre un obbligo di preavviso superiore a 30 giorni.
Il compito di fissare le modalità operative di queste nuove disposizioni e di applicare le sanzioni in caso di inosservanza
sarà dell'Autority per le comunicazioni.
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Farmaco equivalente obbligatorio in Liguria.
La Giunta regionale approverà venerdì una delibera che impone il ricorso al lansoprazolo generico, con limitate eccezioni.
Per le altre molecole della classe, e per le specialità, la differenza andrà a carico del cittadino.
Da venerdì, salvo modifiche dell'ultimora, tutti gli assistiti liguri che soffrono di esofagite, gastrite, ernia iatale, duodenite o
ulcera gastro-duodenale si vedranno rimborsare dal servizio sanitario regionale soltanto il farmaco generico con la molecola
lansoprazolo, mentre dovranno pagare la differenza (dai 5 ai 13 euro a confezione) se vorranno curarsi con specialità
medicinali. Unica deroga: casi accertati, e documentati dal medico, di intolleranza o allergia alla molecola del farmaco
equivalente. Lo stabilisce una delibera della Giunta ligure, che dopodomani verrà discussa in Consiglio regionale. Obiettivo
del provvedimento: contenere la spesa farmaceutica della regione, iniziando proprio dalla categoria di medicine "maglia
rosa" della spesa, gli inibitori della pompa protonica. Questa classe terapeutica, nel 2005, ha fatto registrare una spesa pari a
38 milioni di euro e, nei primi sei mesi del 2006, di 28 milioni, con una con proiezione di spesa annua pari a 42 milioni di
euro per l'intero anno. La delibera però, che secondo le stime della Giunta ligure permetterà di risparmiare circa 16 milioni
di euro in un anno, ha già creato forti polemiche. Da una parte i medici di famiglia sono nettamente contrari a quello che
giudicano un obbligo a prescrivere il lansoprazolo generico, dall'altra l'Assogenerici si dichiara favorevole al
provvedimento.
Così, infatti, ha commentato Roberto Teruzzi, presidente di Assogenerici: "la prescrizione dei farmaci equivalenti è uno
strumento necessario per il controllo della spesa farmaceutica. Garantendo la stessa efficacia di cura e la medesima
sicurezza per la salute dei cittadini. Le resistenze dei medici nei confronti di questi medicinali non hanno un fondamento di
tipo scientifico. Le trovo pretestuose. Il profilo di efficacia e sicurezza terapeutica del cosiddetto generico è infatti garantito
dall'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), per quanto riguardo le registrazioni sul territorio nazionale, e dalle Agenzie degli
altri Paesi per quelli autorizzati oltreconfine". Ma nel mirino di Teruzzi, oltre ai camici bianchi, finiscono anche le
istituzioni "colpevoli - secondo il presidente di Assogenerici - di non dedicare la stessa attenzione con la quale si analizza e
si valuta la spesa farmaceutica anche agli altri aspetti che determinano la crescita della spesa sanitaria nazionale". In effetti,
però, la delibera ligure introduce un passo ulteriore, vale a dire la sostituibilità di una molecola con un'altra all'interno del
medesimo ATC. Restano quindi superate, a questo punto, le discussioni sulla bioequivalenza tra generico e specialità, e il
discorso si allarga alla potenziale equivalenza, per esempio, tra lansoprazolo ed esomeprazolo.
Su questo si è appuntata la critica di Francesco Prete, segretario della sezione ligure della FIMMG. "Secondo la letteratura
scientifica - ha detto Prete - rispetto al lansoprazolo, il rabeprazolo e l'esomeprazolo dimostrano una maggiore rapidità di
azione e il pantoprazolo ha una minore incidenza di controindicazioni negli anziani che assumono molti altri farmaci".
Questo, secondo Prete, potrebbe intaccare il rapporto di fiducia tra i medici di famiglia e i propri pazienti. "Noi - sottolinea continueremo a prescrivere secondo scienza e coscienza, ma saremo costretti a constatare che molti liguri saranno obbligati
ad accontentarsi del generico con buona pace dell'articolo 32 della Costituzione, a tutela della salute dell'individuo". La
discussione, ovviamente, non si fermerà qui. - Notiziario di FIRENZE MEDICA-SIMeF Anno V - 2007 - N.23
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Relazione della Corte dei Conti. La corruzione nella pubblica amministrazione non sembra attenuarsi. Sanità, corruzione, condono:
allarme della Conte dei Conti.
1.2.2007 – Cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti alla presenza del presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano. Diversi gli aspetti critici sottolineati nelle loro relazioni dal procuratore generale della
Corte, Claudio De Rose (nella foto) e dal presidente Francesco Staderini. SANITA' La spesa sanitaria finisce
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nuovamente sotto la lente dei magistrati contabili. Nella relazione del presidente della Corte dei Conti, Francesco Staderini,
si evidenzia una "sistematica sottovalutazione dei costi relativi alle prestazioni acquisite da strutture esterne. Il controllo che
le sezioni regionali stanno eseguendo, sulla base delle relazioni dei collegi sindacali, è circoscritto ai profili di regolarità
contabile e finanziaria - spiega Staderini - ed è diretto a segnalare alla regione e agli stessi organi delle aziende sanitarie, i
rischi per gli equilibri di bilancio". I PROBLEMI DEL CONDONO Il condono contabile introdotto con la Finanziaria
2006 a distanza di un anno continua a creare problemi rendendo più difficoltosa la gestione dei procedimenti di appello.
La Corte dei conti torna a puntare l'indice contro la norma introdotta dall'ultima manovra del Governo Berlusconi che
prevede la possibilità per i condannati in primo grado di definire il giudizio di appello mediante il pagamento di una
percentuale (oscillante tra il 10% e il 30%) delle somme indicate nella sentenza impugnata. "A distanza di un anno, a
fronte di una limitata acquisizione di entrate - afferma il presidente dei magistrati contabili Francesco Staderini l'introduzione del nuovo istituto ha reso più difficoltosa le gestione dei procedimenti di appello comportando sovente il
rischio delle udienze di trattazione nel merito e finendo con il determinare un aggravamento (anziché una accelerazione) dei
tempi processuali". SANATORIE IMPROVVISATE Basta con ''provvedimenti normativi estemporanei, se non
addirittura improvvisati, per di piu' inseriti in contesti inappropriati'', come e' stato per il cosiddetto 'comma Fuda' sulla
prescrizione degli illeciti contabili inserito (e poi cancellato con un decreto legge) nel maxiemendamento alla Finanziaria.
Il monito arriva del pg della Corte dei Conti, Claudio De Rose. Se Governo e Parlamento intendono modificare le norme
che regolano l' ttivita' e le competenze della magistratura contabile - prosegue il pg De Rose - ''vi si pervenga con disegni di
legge organici supportati da un'adeguata analisi della realta' di fatto e di diritto su cui vanno ad incidere''. Il pg riconosce
comunque al Governo di aver ''prontamente corrisposto alla necessita' di impedire, con decreto legge, l'efficacia'' del
cosiddetto comma Fuda che avrebbe tagliato i tempi di prescrizione degli illeciti contabili. Per evitare che si ripetano
'incidenti' come quello del maxiemendamento alla Finanziaria 2007 o norme con ''effetti dirompenti'' come il condono
erariale del 2006, De Rose propone di ripristinare il parere preventivo della Corte dei Conti sui provvedimenti legislativi
che la riguardano; il parere preventivo, a sezioni riunite, era previsto da una legge del 1939 poi abrogata.
CORRUZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Nella relazione del presidente della Corte dei Conti, Francesco Staderini, si coglie l'ampiezza di questo fenomeno: "La
rilevanza numerica che hanno assunto i giudizi di responsabilità riguardanti fatti già oggetto di accertamenti da parte del
giudice penale in materia di peculato, di fatti correttivi, di appropriazione indebita, spesso connessi ad attività di verifica
fiscale o do appalto di opere pubbliche o pubbliche forniture - dice Staderini - alcune pronunce, poi, hanno riguardato la
problematica del conferimento di incarichi di studio e consulenza a soggetti estranei all'amministrazione, accertando
l'esistenza di notevoli danni erariali per il mancato utilizzo del personale e delle strutture interne all'organizzazione".
SPESE DEI MINISTERI Le spese dei Ministeri non sfuggono al controllo della Corte dei Conti che segnala anomalie
procedurali e contabili. Il presidente della Corte dei Conti, nella sua relazione spiega che nel 2006 «si è ancora ampliato il
numero di accertamenti effettuati, per meglio individuare la presenza di eventuali irregolarità, suscettibili di inficiare
l'attendibilità dei dati indicati nel rendiconto - dice Francesco Staderini - Si è alzata, altresì, la soglia di valore dei titoli di
spesa oggetto di verifica nell'ambito della filiera contabile esaminata. L'ambito delle verifiche è tuttavia ancora circoscritto,
se comparato all'universo dei titoli di spesa, oltre 5 milioni, annualmente emessi. L'esame è stato condotto sul complesso
degli apparati centrali dei Ministeri, utilizzando una pluralità di criteri volti alla scelta di un più ampio e significativo
campione rappresentativo".
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Notizie in breve. Servizi pubblici locali senza concorrenza. A Firenze il costo per chilometro percorso da un
bus è il triplo di quello del Regno Unito.
ITALIA / Un quarto della spesa familiare e' destinato alle auto
Nella classifica degli investimenti effettuati dalle famiglie italiane soltanto la casa precede l'automobile. Nel 2006 gli
italiani hanno speso poco meno di 41 miliardi per acquistare vetture nuove (2.265.639 immatricolazioni). A questo si
aggiungono i costi per la gestione (manutenzione, bollo, pedaggi, assicurazione, carburante) vengono stimati in 120
miliardi. In totale 161 miliardi di euro: il 24% della spesa familiare.
ITALIA / Servizi pubblici locali senza concorrenza
I servizi pubblici locali (acqua, luce, gas) sono stati analizzati dall'ufficio studi di Mediobanca, che evidenzia un paese
diviso in due. Piu' virtuosi i servizi del Nord, mentre il Sud arranca. Sono pressoche' inesistenti le agenzie che controllano la
qualita' dei servizi e la mancanza di concorrenza, inoltre, aumenta i costi. A Firenze il costo per chilometro percorso da un
bus è il triplo di quello del Regno Unito.
CINA / Internet: prima censurato ora mezzo di propaganda per il partito comunista
Secondo il presidente del partito comunista e' arrivato il momento di infilarsi nei nuovi media, di ripulirli e ricorrere a tutti
gli strumenti utili per portare in ogni angolo della Cina la parola del Partito Comunista. In piu' ha sollecitato la creazione di
un gruppo di studio che dovra' approfondire le opportunita' che offre Internet. Dopo la censura arriva la propaganda,
controllando le opinioni che si formano sul web.
CILE / Si' alla pillola del giorno dopo, anche per le minorenni
Le ragazze cilene maggiori di 14 anni potranno ricevere gratuitamente la 'pillola del giorno dopo' senza autorizzazioni dei
genitori. Il via libera e' giunto dal presidente Michelle Bachelet che ha firmato il decreto che da' il via libera a una norma
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gia' esistente nel pacchetto di 'Norme nazionali per la regolazione della fertilita', da mesi bloccato per l'opposizione della
Corte d'Appello.
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Sanzioni e obblighi maggiori per le compagnie telefoniche che appioppano ai clienti servizi non richiesti e
diritto di recesso per il cliente.
Dal 26 gennaio scorso i gestori telefonici avranno vita piu' dura se vorranno appioppare servizi telefonici non richiesti agli
utenti tramite i call center. Infatti, entra in vigore la delibera dell'Agcom 664/06, che prevede una serie di obblighi per le
societa' che forniscono beni e servizi di comunicazione elettronica tramite contratti attivati, e gestiti, a distanza (quindi per
telefono, via Internet, etc.). Sono diverse le novita', dall'appesantimento delle sanzioni, all'obbligo di inviare una copia del
contratto prima di attivare il servizio. Inoltre, l'Autorita' per le Garanzie nelle Comunicazioni ha esteso il diritto di
recesso anche alle aziende. Tale facolta' finora era riservata esclusivamente ai consumatori finali, che effettuano acquisti
senza partita Iva.
In dettaglio:
* in caso di contatto telefonico l'operatore deve specificare, all'inizio e al termine di ogni conversazione, il nome
dell'azienda per conto della quale sta chiamando nonche' il proprio nome e cognome;
* se durante la telefonata viene concluso un contratto dev'essere fornito il numero di pratica assegnato e i recapiti ai quali
poter chiedere maggiori informazioni;
* la volonta' di sottoscrivere il contratto puo' risultare da una registrazione integrale della telefonata (fatta previo consenso
dell'utente), ma in ogni caso deve risultare da un modulo -anche elettronico- riportante la data e l'ora dell'avvenuto accordo;
* in caso di reclamo formale riguardo ad un addebito puo' essere sospeso il pagamento delle somme contestate fino alla
definizione della pratica. Attenzione, pero'. Nel caso in cui le somme poi risultino dovute, il gestore puo' applicare tutte le
conseguenze previste dalle leggi e dal contratto in caso di morosita' (interessi, rimborsi spese, etc.etc.);
* in caso di mancato pagamento di un singolo servizio il gestore non puo' sospendere la fornitura degli eventuali altri
servizi attivi, a meno che non ne dia debito preavviso secondo quanto previsto dalla legge e dal contratto;
* l'utente dev'essere informato di ogni modifica contrattuale con almeno un mese di preavviso. Nello stesso termine gli
devono anche essere date informazioni sul suo diritto di recedere senza penali qualora non accetti le modifiche;
* la delibera estende il diritto di recesso e le altre previsioni anche alle persone giuridiche (aziende, studi professionali,
ecc.);
* vengono introdotte pesanti sanzioni a carico dei gestori in caso di mancato rispetto delle regole contenute nella delibera.
Le segnalazioni vanno inviate direttamente al Garante (www.agcom.it).
A questo link e' disponibile un'apposita scheda pratica:
http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=167877
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Concentrato di pomodoro: elisir di giovinezza. Sapevate che il concentrato di pomodoro protegge la pelle
dall’invecchiamento precoce?
23/10/2006 - A rilevarne anche il potere cosmetico, oltre a quello nutrizionale, è una ricerca volta ad esaminarne il
contenuto in licopene e coordinata dal Vicepresidente dell’Ordine dei Biologi Italiani, Prof. Fiorenzo Pastoni. Grazie
proprio al licopene, potente antiossidante contenuto in quantità sino a 10 volte superiore rispetto al pomodoro fresco, un
tubetto di concentrato di pomodoro può diventare l’alleato numero uno della nostra bellezza, al pari di tante, spesso costose,
creme anti età!
Con l’arrivo dell’autunno e in vista del freddo invernale bisogna pensare alla cura e alla protezione della nostra pelle. Ma
per garantirle lucentezza e vitalità anche in questa stagione dell’anno, non basta affidarsi ai cosmetici. E’ necessaria
un’azione che parta dall’interno e che sia capace di contrastare la produzione di radicali liberi, principale causa dell’
invecchiamento della pelle. Per questo il nostro organismo necessita di sostanze antiossidanti come il licopene, vero alleato
contro i segni del tempo.
Il licopene è un importante carotenoide dal colore rosso, contenuto in altissima percentuale nel concentrato di pomodoro.
Potente antiossidante, il licopene è in grado di contrastare i danni da fotoesposizione, migliorando la densità cutanea e
proteggendo le fibre di collagene. Si tratta di un elemento assolutamente naturale, perché contenuto nel frutto fresco e non
aggiunto come in altri alimenti che ingeriamo quotidianamente.
Ma perché i radicali liberi sono così temuti? La loro azione non solo causa un rapido invecchiamento cutaneo,
danneggiando le molecole lipidiche delle membrane cellulari, ma può favorire l’insorgere di gravi patologie come il
cancro…..e altre malattie degenerative. E poiché l’organismo umano riesce solo in parte a difendersi da questo attacco, è
fondamentale integrare la propria dieta con alimenti naturalmente ricchi di antiossidanti, come il concentrato di pomodoro.
A consigliarlo è anche la dottoressa Evelina Flachi – nutrizionista e specialista in Scienza dell’alimentazione: «Il
cambiamento climatico dovrebbe portarci ad assumere maggiori quantità di cibi ricchi di sostanze antiossidanti utili per il
benessere della pelle, senza dover necessariamente ricorrere a integratori alimentari. E’, infatti, importante seguire
un’alimentazione personalizzata, variata ed equilibrata, che deve comprendere frutta e verdura di stagione, ricca di minerali
e vitamine utili all’organismo e alla pelle. Ricavato dal pomodoro, uno dei più tipici prodotti della nostra tradizione
mediterranea, anche il concentrato di pomodoro per il suo alto contenuto di licopene può essere utile a prevenire un
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eccessivo invecchiamento della nostra pelle e a mantenerla il più possibile giovane e fresca in ogni stagione dell’anno e
della vita».
Dici uva pensi a Bacco, ma in realtà… In principio fu una donna, la dea Vite della saga di Gilgamesh. Poi fu la
volta di Orotalt e infine del greco Dioniso. Ecco la storia nascosta nel grappolo d’uva.
A fine pasto noi italiani ci facciamo spesso conquistare dagli acini d’uva, possibilmente accompagnati da un saporito
formaggio grana, mentre sorseggiamo uno o più bicchieri di buon vino, bianco o rosso che sia. Nel bel paese non abbiamo
davvero che l’imbarazzo della scelta: tutto merito di Bacco? Non proprio…
Ben prima che il culto del dio prendesse piede presso i Romani, la vite e il suo frutto erano venerati. Certo, direte voi, gli
dei romani vengono pari pari da quelli greci: non è quindi una grande scoperta che a Roma Bacco abbia preso il posto di
Dioniso, il più giovane figlio immortale dell’olimpico Zeus. Ma in realtà questo culto ha origini ben più remote. Già i
Sumeri adoravano una dea nota come Dea Vite o Madre Vite. Viene perfino citata nella saga di Gilgamesh: è a questa
divinità femminile intenta a mescere il vino che l’eroe si rivolge per chiedere come conquistare l’immortalità. La vite quindi
come simbolo di gioventù e vita eterna. Ma la vite è anche albero della conoscenza: nel corpo di leggi ebraiche non scritte,
ma tramandate oralmente, questa pianta è il simbolo della scienza del bene e del male. È una sorta di albero cosmico:
avvolge i cieli dove le stelle sono i suoi acini.
E sempre rimanendo nella zona della mezza luna fertile, Erodoto ricorda che gli Arabi adoravano un dio dei grappoli
chiamato Orotalt. Presso gli Ittiti si chiamava invece Dulukbaba. Ma senz’altro la divinità a noi più nota è il greco
Dioniso. Un culto il suo, badate bene, che ha però un’origine cretese. Nell’isola sono infatti state rinvenute tracce di un
diffuso culto del vino connesso a quello del toro, l'animale che è uno dei simboli di Dioniso che giungeva alle sue fedeli con
“impetuoso piede di toro”. Già, le sue baccanti, che durante le cerimonie, invase dal dio, ne invocavano e cantavano la
presenza riproducendone il mitico corteo di sileni, satiri e ninfe. E questo avveniva più volte all’anno perché il ciclo delle
celebrazioni in onore del Dio aveva tre momenti, che allegoricamente richiamavano la sua nascita, morte e resurrezione. Si
iniziava a dicembre con le dionisie rurali in cui si assaggiava e mesceva il vino. Poi a gennaio si svolgeva nell’agorà di
Atene la cerimonia della nascita del vino che richiamava la nascita di Dioniso dalla coscia di Zeus. E in primavera si
celebravano le Anthesteria, tre giorni in cui si ricordava il suo ritorno dagli inferi: secondo una leggenda Dionisio fu infatti
fatto a pezzi e le sue membra bruciate, ma da quelle ceneri crebbe una pianta, la sacra vite appunto. I cui frutti noi ancor
oggi gustiamo.
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I Benetton, la Bonino, Di Pietro, le autostrade, i guadagni, i mancati reinvestimenti.
I Benetton attraverso la società Schemaventotto vogliono fare causa al Governo e alla società Fintecna da cui avevano
rilevato nel 1999 la concessione di parte delle autostrade italiane. Il consiglio di amministrazione ha valutato attentamente il
decreto legge 262 che ridefinisce i rapporti tra Stato e gestori. E ha deciso che non gli sta bene. A Gilberto Benetton non
vanno proprio giù due contenuti del decreto. Primo: gli aumenti dei pedaggi autostradali sono possibili soltanto se sono
realizzate le opere previste. Secondo: gli automobilisti hanno diritto al rimborso di profitti extra collegati a investimenti non
eseguiti.
A me sembrano cose normali, una tutela minima per gli utenti. Ma non al Gilbertòn assistito dalla pugnace Emma Bonino,
santa protettrice comunitaria degli interessi delle aziende (non la capisco, Pannella vuole staccare il tubo a Welby e lei lo
vuole attaccare a Benetton).
Mi sembra di aver capito che la società Autostrade non ha fatto ancora lavori previsti per due miliardi di euro. Dove sono
questi soldi? Perchè non vengono restituiti o messi a disposizione? Non sono soldi del Glibertòn. Mi sembra anche di aver
capito che, con i nostri pedaggi, Gilbertòn ha finanziato la campagna elettorale dei partiti. Prendendo l’autostrada ho dato i
soldi a Forza Italia e ai Ds e non lo sapevo...
I concessionari sono gestori, ma le autostrade sono nostre. Il Gilbertòn gestisce roba nostra. Un mezzadro moderno che
non cura i campi e ci fa pure causa. La gestione è passata dallo Stato ai privati e la situazione è peggiorata. Percorrere
un’autostrada costa di più che un volo low cost per Londra o Parigi. E’ peggio il Gilbertòn del buso.
Se Gilbertòn fa causa allo Stato, allora noi cittadini utenti delle nostre autostrade possiamo fare causa a lui per
inadempienza. Gli italiani oltre che navigatori e santi sono soprattutto automobilisti. E guidando ne hanno viste e ne vedono
di tutti i colori. Voglio raccogliere le vostre testimonianze in un dossier e far causa al gestore, al nostro mezzadro. Una
road class action. - http://www.beppegrillo.it/2006/10/e_peggio_il_gil.html
16.11.2006 – Di Pietro: Oggi le vittime del sistema attualmente in vigore non sono le società private, ma i consumatori che
tutti i giorni percorrono le autostrade ad un prezzo non giustificabile rispetto ai servizi offerti.
Le pistole della Commissione europea erano pistole scariche: la minaccia della procedura di infrazione da parte del
Commissario alla Concorrenza è stata sospesa dalla stessa Kroes in seguito all’incontro che abbiamo tenuto a Bruxelles la
scorsa settimana; la procedura avviata dal Commissario al Mercato Interno McCreevy è di fatto superata dalla modifica
avvenuta in Commissione Bilancio delle Camera dell’art.12” ha dichiarato il Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro.
“Invece di continuare a spaventare in maniera illegittima l’opinione pubblica italiana su questioni che abbiamo ampiamente
dimostrato essere fuori controllo (come il sistema delle concessioni autostradali e gli investimenti infrastrutturali non
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2 Febbraio 2007 a cura di [email protected]
realizzati) si potrebbe cercare di capire che – ha spiegato il Ministro - l’obiettivo primario è la difesa dei contribuenti e dei
consumatori da un sistema di monopolio naturale che, al momento della privatizzazione della rete autostradale, è stato
considerato come esclusiva fonte di guadagno grazie agli introiti derivanti dai pedaggi esagerati, un sistema in cui costruire
un chilometro di autostrada costa tre volte più che nel resto d’Europa”. “Piuttosto qualcuno si interroghi della necessità di
rivedere il sistema delle concessioni autostradali, considerato che oggi le vittime del sistema attualmente in vigore non sono
le società private, ma – ha concluso Di Pietro - i consumatori che tutti i giorni percorrono le autostrade ad un prezzo non
giustificabile rispetto ai servizi offerti”.
Inceneritori: per l’on. A. Borghesi il partito è sempre stato a favore; Di Pietro nel suo blog è contrario. Quale
la posizione reale dell’Italia dei Valori?
Mercoledì 17 gennaio 2007 l’On. Antonio Borghesi dell’Italia dei Valori ha così risposto a Ellis Favotto che gli chideva
delucidazioni sulla posizione del partito sulla questione degli inceneritori o termovalorizzatori che dir si voglia.
*Gentile Ellis Favotto,
per quanto riguarda gli inceneritori, anche se sul blog era apparsa una posizione contraria, il partito si è sempre
espresso a favore.
Cordialmente.
Antonio Borghesi
On. Prof. ANTONIO BORGHESI
Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese nell'Università di Verona
Gruppo Parlamentare Italia dei Valori *
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Di Pietro http://www.antoniodipietro.com/cgi-bin/mt-search.cgi sul blog di aprile e maggio 2006:
Stop agli inceneritori
**Gli inceneritori**, o termovalorizzatori, sono **finanziati in Italia con soldi pubblici**in quanto equiparati alle
energie rinnovabili.
Senza i contributi pubblici gli inceneritori non potrebbero esistere. **Meritano questo investimento?** La risposta che
mi sono dato è del tutto negativa. La costruzione degli inceneritori nasce da due fattori: scarsa informazione e
comportamento sociale sbagliato.
La scarsa informazione porta a pensare che gli inceneritori siano una soluzione all’avanguardia, che siano necessari e che,
in ogni caso, rappresentino il male minore.
Gli inceneritori non sono una soluzione innovativa, è vero il contrario; i primi sono stati realizzati più di quarant’anni
fa e i Paesi che li hanno adottati inizialmente non li costruiscono più e li usano sempre meno. Inoltre è stato dimostrato
che la cenere prodotta diventa un **rifiuto tossico**.
Il comportamento sociale sbagliato avviene a livello di produttore e di consumatore. I rifiuti vengono spesso creati
all’origine con confezioni inutili: scatole, plastica, carta, ecc. che sono solo scarti da smaltire. Un’autoregolamentazione
delle società produttrici, “aiutata” da un’imposizione fiscale sulla produzione di parti superflue rispetto al prodotto, come
può essere ad esempio la scatola di un dentifricio, diminuirebbe di molto questo fenomeno.
Un’incentivazione al **riuso dei contenitori ** con una riduzione del prezzo del prodotto per i consumatori, ad esempio
le bottiglie di vetro, è una misura che può ulteriormente limitare la produzione di rifiuti.
**La raccolta differenziata ** deve, e non è, essere applicata con rigore su tutto il territorio nazionale. La raccolta
differenziata consente di riciclare gran parte dei rifiuti ed è una grande opportunità sia ambientale che industriale.
Per queste ragioni, l’Italia dei Valori si opporrà alla costruzione di nuovi inceneritori, anche con la richiesta
dell'abolizione dei finanziamenti fino ad oggi disposti, e proporrà interventi legislativi a favore di una riduzione dei
rifiuti all’origine e di sostegno alle aziende impegnate nel settore del riutilizzo dei rifiuti. *Postato da Antonio Di Pietro
in Società http://www.antoniodipietro.com/societa/#000088 il 25 Aprile 2006
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I padroni delle notizie. Come la pubblicità occulta uccide l’informazione di Giuseppe Altamore
Bruno Mondadori, 2006, pagg. 208, € 12,50 - Può suonare come un’affermazione apocalittica, ma il vero scopo dei mezzi di
comunicazione sembra essere sempre meno quello di informare il cittadino e sempre di più quello di formare il perfetto
consumatore. I confini tra pubblicità e informazione si fanno ogni giorno più opachi: un inquinamento silenzioso e
sotterraneo invade i media minando il tradizionale rapporto fra il giornalista, la testata e il lettore.
Lo strapotere economico della pubblicità è ormai la vera minaccia alla libertà di stampa: società concessionarie e uffici
marketing dettano con sempre maggiore frequenza l’agenda dei contenuti da pubblicare. Le forme di ingerenza sono
moltissime: si può convincere un giornalista a parlare bene di un prodotto organizzandone la presentazione in una località
esotica, con un viaggio deluxe tutto spesato; si può ricevere dal marketing il “suggerimento” di occuparsi di un certo tema o
un certo marchio, in contemporanea all’uscita della pubblicità tabellare; si possono scrivere veri e propri “redazionali”.
Il limite etico sembra ormai oltrepassato. Ma è ancora possibile aprire una breccia nella fortezza del potere mediatico
fornendo ai lettori gli strumenti per smascherare il gioco. E' ciò che si propone il volume.
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2 Febbraio 2007 a cura di [email protected]
L'autore
Giuseppe Altamore, giornalista e saggista, è vicecaporedattore di “Famiglia Cristiana”. Tra i suoi libri ricordiamo: Europa,
istruzioni per l’uso (A. Mondadori, Milano 1992); Tutte le parole dell’economia (A. Mondadori, Milano 1994); Personal
budget (Il Sole24 Ore Libri, Milano 2001); I predoni dell’acqua. Acquedotti, rubinetti, bottiglie: chi guadagna e chi perde
(Edizioni San Paolo, Milano 2004); Acqua S.p.A. Dall'oro nero all'oro blu (A. Mondadori, Milano 2006).
http://www.informationguerrilla.org/rd.php/unimondo.oneworld.net/article/view/142113/1/
http://video.google.it/videoplay?docid=-9174349947086780029
I legumi portafortuna. Lenticchie e fave non possono mancare nei primi giorni dell’anno sulle nostre tavole:
portano fortuna. Ma non è sempre stato così: Pitagora e i suoi le disdegnavano perché cibarsi di questi legumi
equivaleva a mangiare le teste dei genitori…
Oggi sono considerate indiscusse portafortuna: più se ne mangiano, più ricchi si diventa. Tutto merito di un’antica
tradizione che voleva si regalasse per il 31 dicembre un portamonete ricolmo di lenticchie ciascuna delle quali si sarebbe
dovuta trasformare in una moneta. Però, badate bene, le lenticchie, che senz’altro avrete portato in tavola per il vostro
cenone dell’ultimo dell’anno, racchiudono ben altri segreti. Anticamente gli Ebrei le mangiavano quando erano in lutto in
ricordo di Esaù che, per un piatto di lenticchie, cedette ciò che di più prezioso aveva (il diritto di primogenitura). Da
portafortuna a simbolo di lutto e di morte: come mai? Perché questo legume ha ispirato nell’antichità usanze diverse, se non
opposte? La ragione è presto detta: le lenticchie, come per altro anche le fave, erano simbolicamente collegate al ciclo di
morte-vita-morte della natura. Pensate che a Roma le fave erano segno di buon augurio solo durante le feste dedicate alla
dea Flora, protettrice della natura che germoglia, ma per il resto dell’anno venivano considerate impure poiché ritenute cibo
per i defunti. Una credenza simile a quella dei greci: Pitagora e i suoi discepoli provavano nei confronti delle fave un vero e
proprio orrore. Per loro cibarsi di questo legume equivaleva a mangiare le teste dei genitori, significava alimentarsi di carne
umana, comportarsi come bestie feroci, ponendosi agli antipodi dell’età dell’oro. La fava fu dunque disdegnata dai greci ed
esclusa dai loro culti oracolari come aveva prescritto Demetra: la leggenda narra che quando la dea giunse nella città dei
penati donò loro tutti i legumi tranne quelli delle fave, relegate quindi a cibo per i defunti. Però, come a Roma, anche in
Grecia questo legume era per un brevissimo periodo dell’anno rivalutato: accadeva per il mese delle semine quando si
celebrava la Pyanòpsia, una rustica festa delle fave in voga nel periodo arcaico e poi via via caduta in disuso nella Grecia
classica.
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Brevi dalla sanità. - Sanità e mazzette: Sirchia a giudizio - Ricette 'gonfiate' medici sotto accusa - Calabria, tra
boss e sprechi una Sanità in lista d'attesa - Berlino: cancro, chi non previene pagherà le cure.
Sanità e mazzette: Sirchia a giudizio
(Il Sole 24 Ore Finanza & Mercati: pag. 47, la Repubblica: pag. 31 - 19 gennaio 2007)
L'ex Ministro della Salute Girolamo Sirchia, insieme all'ex numero uno di Immucor Italia Gioacchino De Chirico e ad altri
6 imputati, è stato rinviato a giudizio per i presunti reati di corruzione ed appropriazione indebita. Si conclude così
l'inchiesta sulle presunte tangenti pagate dalla società per ottenere gli appalti quando Sirchia era primario al Policlinico di
Milano. L'ex Ministro si dichiara 'sconcertato e sorpreso' della decisione del giudice. Il processo inizierà il 5 giugno 2007.
(la Repubblica: pag. 35 - 19 ottobre 2006) Si sono costituiti parte civile l´Ospedale di Niguarda e quello di Garbagnate.
Grande assente il Policlinico di Milano, di cui Sirchia è stato primario proprio nel periodo in cui, secondo l´accusa, avrebbe
ricevuto tangenti mascherate da consulenze in cambio di favori nell´assegnazione degli appalti.
Anche il decaffeinato dà dipendenza.
Lo sostengono ricercatori università della Florida (Usa) (ANSA) -WASHINGTON, 21 OTT- Il caffe' decaffeinato puo'
create dipendenza come quello con la caffeina, sostengono alcuni ricercatori della Universita' della Florida. La ragione sta
nel fatto che anche il caffe' venduto come 'senza caffeina' in realta' contiene la sostanza, anche se in quantita' minori. Lo
studio fatto su 10 diversi tipi di 'decaf' venduto negli Usa mostra che solo uno non presenta alcuna traccia di caffeina. La
dipendenza puo' insorgere soprattutto in chi beve numerose tazzine di 'decaf' al giorno.
Ricette 'gonfiate' medici sotto accusa
(Il Mattino Napoli: pag. 35 - 17 ottobre 2006; Il Mattino Napoli: pag. 38 - 18 ottobre 2006) Riprende l'indagine dell'ASL di
Napoli sulle iperprescrizioni dei medici di medicina generale. Al momento si trovano sotto inchiesta 37 camici bianchi che
con le loro ricette avrebbero fatto lievitare la spesa farmaceutica in quasi tutti i quartieri della città. I controlli si sono
limitati alle spese per medicinali che i singoli pazienti hanno ottenuto in farmacia, dietro presentazione della ricetta del
medico di famiglia. I Direttori di 10 distretti sanitari hanno già contestato la presunta irregolarità ai sanitari sotto inchiesta,
che rischiano ora la sospensione dal servizio e l´addebito d´ufficio della spesa in più provocata all'ASL.
Lady ASL è attendibile, Gargano resta in carcere
(Il Messaggero Roma: pag. 37 - 17 ottobre 2006) La Cassazione ha deciso che Giulio Gargano deve rimanere in carcere
perchè 'se lasciato libero potrebbe esercitare illecite pressioni'. L'ex Assessore per la formazione della Regione Lazio è
accusato di associazione a delinquere e corruzione nell'inchiesta romana sulle truffe alle Aziende sanitarie e le accuse di
corruzione mosse contro di lui da Anna Iannuzzi (Lady ASL) sono considerate credibili, in quanto 'legittimamente valutate
unitariamente agli elementi di prova che avrebbero potuto confermare l'attendibilità'.
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2 Febbraio 2007 a cura di [email protected]
Calabria, tra boss e sprechi una Sanità in lista d'attesa
Il Sole 24 Ore - 17 ottobre 2006 - La Sanità della Calabria continua ad essere terreno per i boss delle cosche, grazie al
business miliardario che ruota intorno ad essa: il fabbisogno sanitario 2006 è di oltre 3 mld di euro e la spesa sanitaria
assorbe il 46% del bilancio regionale. A cambiare il volto alla Sanità è stata chiamata l'Assessore Doris Lo Moro e molte
cose sono migliorate. Dopo la nomina dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere (12 su 15 erano
commissariate), la Giunta ha adottato gli atti aziendali, 11 provvedimenti che rifondano ASL e AUSL definendone identità
e modalità d'azione. L'Assessore Lo Moro dovrà lavorare sulla spesa farmaceutica e sul fronte della razionalizzazione delle
ASL, che quest'anno accumuleranno un deficit di 120 mln di euro.
Berlino: cancro, chi non previene pagherà le cure
la Repubblica: pag. 23 - 16 ottobre 2006 - Un progetto governativo tedesco propone di dimezzare la copertura sanitaria per
interventi chirurgici e varie altre terapie per chi non si sottopone ad un piano regolare di controlli, analisi e diagnosi
preventive per malattie gravi come cancro e diabete. Chi diserta controlli ed analisi dovrà sobbarcarsi un contributo doppio,
fino al 2% del reddito, per le proprie spese sanitarie future. La proposta del Governo di Angela Merkel, dettata da un
tentativo di tagliare i costi, allarma l'opinione pubblica. Gerhard Ehninger, Presidente dell'Associazione tedesca per
l'ematologia e l'oncologia, dichiara: 'è una pesante discriminazione dei malati di cancro, perché non poche forme di tumore
sono non diagnosticabili, anche per chi si controlla spesso'.
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Brevi dalla sanità. - Meno strutture, migliore tecnologia e medici a tempo pieno per superare l'emergenza
ospedaliera - Ricercatori, un terzo guadagna 800 euro.
Meno strutture, migliore tecnologia e medici a tempo pieno per superare l'emergenza ospedaliera
(Il Messaggero: pag. 2 - 7 gennaio 2007; la Repubblica: pag. 22 - 8 gennaio 2007)
Sarebbe da chiudere un ospedale su quattro e bisognerebbe concentrare le risorse per realizzare un numero minore di
ospedali, ma più efficienti e tecnologicamente avanzati. Questa la ricetta proposta da Umberto Veronesi per superare
l'emergenza ospedaliera. Strutture ben organizzate e medici a tempo pieno porterebbero a un maggior coinvolgimento del
lavoratore e a una maggiore attenzione e umanità per il paziente.
Ricercatori, un terzo guadagna 800 euro
(la Repubblica: pag. 51 - 7 gennaio 2007) Un rapporto promosso da NIDIL-CIGL e realizzato da CER rivela che più della
metà dei ricercatori scientifici, assunti con contratti di collaborazione, guadagna tra gli 800 e i 1.200 euro al mese.
Analizzando le fasce di stipendi emerge che il 31% degli intervistati, mensilmente, prende meno di 800 euro.
Medici e infermieri, il 35% fuma in corsia
(Il Mattino Napoli: pag. 36 - 5 gennaio 2007) Il comitato Medicina solidale, costituito da medici ed infermieri, lancia
l'allarme: in 16 reparti ospedalieri di Napoli, nonostante il divieto, il 35% del personale sanitario fuma all'interno delle
strutture. Dall'indagine emerge che 'i più trasgerssivi sono i medici specializzandi e gli allievi infermieri'. Sul sito
www.medicinasolidale.it gli operatori sanitari hanno avviato una campagna di educazione alla difesa della salute.
Ospedali senza igiene, si muore. 7.000 vittime l'anno per infezioni
(la Repubblica: pag. 14 - 5 gennaio 2007) Le infezioni ospedaliere in Italia provocano ogni anno tra i 4.500 e i 7.000
decessi. Ad essere sotto accusa per scarso rispetto delle regole igieniche base sono medici e infermieri. Un'indagine
pubblicata su"International Journal of Infectious Disease" rivela infatti che solo 4 su 10, tra medici e infermieri, si lavano
correttamente le mani prima di visitare o intervenire su un paziente.
Cure odontoiatriche a domicilio. –Presentato in Toscana il servizio gratuito a domicilio con l'ausilio
dell'odontoambulanze.
Cure odontoiatriche a domicilio.
La Società della Salute Nord-Ovest ha presentato il progetto di assistenza odontoiatrica per gli anziani ospitati dalle
Residenze Sanitarie Assistite del territorio. Si tratta di un progetto che prevede l'accesso programmato degli odontoiatri
dell'Azienda Sanitaria di Firenze presso le dodici strutture presenti nei Comuni di Signa, Lastra a Signa, Scandicci, Campi
Bisenzio, Calenzano, Sesto Fiorentino, Fiesole e Vaglia per svolgere attività di diagnosi e cura in favore degli anziani
residenti nelle RSA. Potranno essere, quindi, effettuate le cure e gli interventi più semplici senza la necessità per gli anziani
di faticosi e problematici spostamenti che, invece, saranno limitati ai casi di reale necessità. Il servizio, sperimentato con
successo da febbraio scorso, è gratuito. - La Nazione del 28.9.2006
Presentato il servizio gratuito a domicilio con l'ausilio dell'odontoambulanze.
20.10.06 - Oggi presso il V dipartimento del Comune di Roma il Consigliere delegato per l'Handicap, Salute mentale e 626,
Ileana Argentin, ha presentato la Giornata per la salute e prevenzione dentale. L'evento è promosso dalla S.I.M.O., Società
Italiana Maxillo Odontostomatologica che da più di venti anni si occupa della terapia delle patologie orali nei pazienti
disabili presso l'Ospedale "George Eastman" di Roma.
L'istituzione della giornata di prevenzione e cura dentale, come la realizzazione delle odontoambulanze, rispondono alla
difficoltà di curarsi dei disabili. Per il paziente disabile, infatti, la cura dentale rappresenta un problema sociale di rilievo
che non può essere inquadrato nel solo concetto dell'abbattimento delle barriere architettoniche, ma nella effettiva
mancanza, nel Lazio, di centri specializzati pubblici e privati in grado di accogliere e curare questi pazienti.
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La presenza di barriere architettoniche nelle strutture sanitarie di diagnosi, ricoveri e cure, costituisce una prima grossa
difficoltà cui aggiungere, come sottolineato dal Vice presidente della S.I.M.O., il Dott. Maurizio Vergnani, gli oggettivi
ostacoli nell'erogazione ai disabili di una specifica terapia.
Per questo motivo la S.I.M.O. hanno puntato sul "tutor", figura professionale concepita e formata tra gli operatori sanitari e
le famiglie degli stessi disabili, con il compito di prevenire quadri patologici non recuperabili, operando quella prevenzione
primaria delle patologie della bocca e l'educazione sanitaria per il disabile.
A questo scopo "Tutor" e odontoambulanze, unità mobili attrezzate per la cura e prevenzione dentale, operano
domiciliarmene, recandosi cioè nelle abitazioni dei disabili, a titolo gratuito.
Mauro Orefici, Presidente della S.I.M.O., ha ideato l'Odontoambulanza e con i suoi colleghi si è impegnato nella
realizzazione di questo progetto, divenuto realtà, con il quale sono state superate barriere architettoniche e la mancanza di
prevenzione e cura di base. La visita a domicilio, tra l'altro, elimina gli eventuali disagi psichici cui il paziente può andare
incontro poiché viene visitato nel suo ambiente familiare. Oggi, grazie all'Odontoambulanza è possibile attuare la vera
Prevenzione.
L'Odontoambulanza è un ambulatorio odontoiatrico mobile completamente attrezzato. Consiste in una vettura Iveco Daily
dotata di:
Riunito odontoiatrico con manipoli
Compressore
Aspiratore chirurgico
Apparecchio radiografico
Autoclave
Computer
Climatizzatore
Lampada polimerizzatrice
Miscelatore per amalgama
Strumenti odontoiatrici e chirurgici
Materiale di consumo
Il progetto Odontoambulanza è stato presentato alla Regione Lazio nel febbraio 2004 ed è stato subito approvato. Giunti i
finanziamenti sono iniziati i lavori di costruzione degli automezzi e le vetture sono state consegnate e, successivamente,
inaugurate presso il Centro Congressi della Fondazione "Santa Lucia".
Le Odontoambulanze sono operative dal lunedì al venerdì presso circa 70 associazioni dei disabili.
L'opera professionale degli odontoiatri e di tutti coloro che partecipano al progetto è volontaria.
Attualmente le Odontoambulanze sono tre, il costo medio di ogni unità completa di elettromedicali oscilla intorno ai 180
mila euro.
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I tristi record della Finanziaria 2007.
Domenico Murrone - http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=207 Il comma 220 dell'articolo unico della
Finanziaria 2007, che riguarda il "Sequestro e confisca dei beni per reati contro la pubblica amministrazione", e' un ottimo
esempio di come e' scritta la finanziaria:
1. All’articolo 12-sexies del decreto legge 8 giugno 1992, n. 306, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1992,
n. 356, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, dopo le parole: "codice di procedura penale, per taluno dei delitti previsti dagli articoli" sono inserite le
seguenti: "314, 316, 316-bis, 316-ter, 317, 318, 319, 319-ter, 320, 322, 322-bis, 325";
Il comma continua dando altri "numeri".
Il principale strumento dello Stato italiano per il controllo dei conti pubblici e' scritto cosi', coi piedi e senza ritegno alcuno.
Uno schiaffo al buon senso.
E' cosi' da anni, ma la Finanziaria 2007 ha battuto ogni record.
In un unico articolo sono stati infilati la bellezza di 1.364 commi. L'anno scorso erano "solo" 612 che contenevano ben 827
rimandi ad altre leggi; tantissimi, ma nulla in confronto agli attuali 1880. Tra questi non mancano i riferimenti a leggi di
oltre 120 anni fa, come dimostra il comma 250 titolato emblematicamente "Disposizioni finanziarie e interventi in settori
diversi":
1.4) euro 0,72 per ogni metro quadrato di mare territoriale per specchi acquei o delimitati da opere che riguardano i porti
cosı' come definite dall’articolo 5 del testo unico di cui al regio decreto 2 aprile 1885, n. 3095, e comunque entro 100 metri
dalla costa; ".
In totale i riferimenti a regi decreti sono ben 13 e la monarchia e' stata sostituita dalla repubblica ormai da 60 anni.
"La Legge finanziaria e' finalmente entrata in porto. Ha avuto una navigazione lunga e travagliata dal mese di settembre
sino ad oggi. Ha incontrato molti ostacoli che sono stati superati uno ad uno, anche se un certo numero di danni non ha
potuto essere evitato …". E' il commento del Presidente del consiglio. Non dell'attuale, Romano Prodi. Queste parole le
pronuncio', a Finanziaria 1986 appena approvata, il premier d'allora, Bettino Craxi. Vent'anni non sono serviti a nulla.
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Scende del 6,2% il ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza.
06/10/2006 - Un decremento del 6.2% delle interruzioni volontarie di gravidanza (129588 casi) registrate nel 2005 rispetto
al 2004 (138123 casi) e un decremento del 44.8% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all’IVG
(234801 casi): questo il dato più significativo della relazione sull’attuazione della Legge contenente norme per la tutela
sociale della maternità e per l’interruzione volontaria della gravidanza (Legge n. 194 del 1978) che il Ministro della Salute
Livia Turco ha presentato nei giorni scorsi al Parlamento. Dall’analisi è emerso, inoltre, che nel corso degli anni è andato
crescendo il numero degli interventi effettuati da donne con cittadinanza estera che nel 2004 hanno rappresentato il 27.2%
del totale delle IVG, mentre nel 1998 tale percentuale era del 10.1%.
La riduzione osservata nel ricorso all’IVG conferma che l’aborto non è una scelta di elezione ma un’ultima ratio. Tale
riduzione è risultata essere più rapida nelle donne istruite, nelle occupate e nelle coniugate, a dimostrare l’aumentata
capacità e consapevolezza delle donne e delle coppie nell’adozione di metodi per la procreazione responsabile.
Fondamentale a questo scopo l’attività di informazione e di ascolto svolta dai consultori familiari che, come previsto dal
Progetto obiettivo materno infantile, saranno potenziati. Queste strutture rappresentano, infatti, gli unici servizi che, per la
ricchezza di competenze multidisciplinari, mediche e psico-sociali, sono in grado di svolgere attività di promozione della
salute mediante lo schema concettuale dell’offerta attiva.
Il problema costituito dal ricorso all’IVG ha sollecitato diversi approcci i cui esiti, come si evidenzia nella Relazione,
permettono di concludere che quello costituito dalla legalizzazione produce il risultato più auspicabile di riduzione del
ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, in Italia come altrove e che alla legalizzazione segue una riduzione rapida
e sostanziale del ricorso complessivo all’aborto. La sostanziale scomparsa e la rilevante riduzione dell’aborto clandestino ha
tra l’altro comportato l’eliminazione della mortalità e morbosità materna ad esso associata.
Il Ministero ha rilevato infatti che laddove è stata temporaneamente modificata la legislazione in termini di restrizione del
ricorso all’aborto legale, per favorire una ripresa della natalità, si è osservato un aumento della mortalità materna senza
alcuna modificazione del numero delle nascite e che il ripristino della legalizzazione ha avuto come immediata conseguenza
il ritorno al trend precedente. Natalità ed abortività si configurano, quindi, fenomeni sostanzialmente disgiunti. A conferma
di questo si ritiene che l’applicazione integrale del Progetto Obiettivo Materno Infantile, nel quale il percorso nascita
rappresenta una componente strategica centrale, può produrre come conseguenza diretta e indiretta una ulteriore importante
riduzione del ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza.
In questa prospettiva meritano particolare attenzione le donne straniere immigrate, anche in relazione alle loro diverse
condizioni di vita, di cultura e di costumi. Il rilancio del Progetto Obiettivo Materno Infantile, con il conseguente
potenziamento e riqualificazione dei consultori familiari, rappresenta, quindi, secondo il Ministero, un impegno
inderogabile dell’attuale legislatura.
Pirelli, santo subito. L’ultimo che chiese scusa, pur non avendo fatto nulla di male, fu Leopoldo. Ma ora è morto e
non darà più il cattivo esempio.
Faceva una certa impressione leggere sui giornali i ritratti dello scomparso Leopoldo Pirelli. Tutti, ma proprio tutti, recano
nel titolo l’epiteto di «galantuomo». Un po’ come quando morirono Berlinguer, Fanfani e Spadolini, salutati come
«politici galantuomini» da chi sapeva benissimo che gli altri non lo erano (oggi, per dire, passa per galantuomo persino
Craxi).
In Italia, che un imprenditore sia - prim’ancora che capace, innovativo, laborioso, geniale, onesto, è considerato un fatto
eccezionale. L’onestà, ai piani alti, non solo è merce rara. Ma può diventare un handicap, come giustamente segnala «il
Giornale» della famiglia Berlusconi, che distinguendosi dagli altri quotidiani definisce Pirelli «troppo galantuomo». Ecco:
un po’ galantuomo, passi; ma il troppo stroppia. Un imprenditore troppo galantuomo rischia di mettere in cattiva luce tutti
gli altri.
Montezemolo, quando aveva i calzoni corti e lavorava alla Fiat, fu beccato a prender soldi per presentare gli amici alla
famiglia Agnelli e ora è presidente di Confindustria, di Fiat e di un’altra dozzina di confraternite. Romiti ha una condanna
definitiva per falso in bilancio (poi cancellata dalla legge Berlusconi). Bellachioma e famiglia li conosciamo. Tanzi e
Cragnotti, pure. Cesare Geronzi, fresco di condanna per il crac Bagaglino, è stato appena reintegrato ai vertici di
Capitalia. Gran parte dei banchieri italiani sono imputati per aver rifilato bond argentini, Parmalat e Cirio, cioè carta
straccia, agli ignari risparmiatori. Ricucci è fallito. I suoi amici furbetti Fiorani, Consorte, Sacchetti, Gnutti, Coppola,
Caltagirone, basta la parola. Ligresti, 12 anni fa, entrava e usciva dalle patrie galere insieme alla famiglia Ferruzzi. De
Benedetti ha confessato pure lui le sue mazzette. Le coop rosse hanno avuto i loro guai. I migliori stilisti made in Italy
pagavano bustarelle alla Guardia di Finanza. Il presidente di Confindustria a Palermo ha avuto i beni sequestrati e
l’interdizione dalla carica per storie di mafia. Tronchetti Provera è lì appeso agli umori di un Tavaroli. Invece l’ex
suocero Leopoldo Pirelli, rara avis, non era mai entrato nelle cronache giudiziarie. Vuoi vedere che si può fare
l’imprenditore anche senza rubare?
Nel 1999, mentre il Tronchettino in erba invocava la depenalizzazione del falso in bilancio, poi ottenuta dall’amico Silvio, il
vecchio Leopoldo rilasciava una memorabile intervista a Eugenio Scalfari, udite udite, sull’«etica negli affari». E
confessava «un rimorso» su Tangentopoli: «Alcuni imprenditori han sostenuto di essere stati costretti a pagare partiti,
uomini politici, pubblici amministratori, altrimenti le aziende non avrebbero potuto lavorare. Hanno sostenuto d’esser stati
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vittime di una concussione generalizzata. No, non è stato così. Concussi sono stati i piccoli imprenditori costretti ad
allungare il milione o i dieci milioni al vigile urbano o al finanziere o all’assessore per ottenere una licenza o un favore
fiscale. Ma non le maggiori imprese del Paese. Se una decina di grandi aziende avessero insieme denunciato la corruzione
che era diventata sistema, nessuno avrebbe potuto impedircelo e schiacciarci, tutti insieme eravamo forti a sufficienza per
schiacciare quel malcostume». Scalfari domandò: «Come mai non è avvenuto? L’hai proposto agli altri tuoi colleghi?». E
Pirelli: «No, per questo sento rimorso. Poi è arrivata la magistratura. Nonostante errori e interventi a volte discutibili, penso
che il giudizio storico sul comportamento della magistratura sarà positivo». Ecco, sentiva rimorso non per aver pagato
tangenti (non aveva questa abitudine). Ma per non aver costretto i colleghi a denunciarle.
Ora sarebbe da maramaldi scaraventare le sue parole sull’uomo che, per via matrimoniale, ha ereditato la Pirelli. Ma è mai
possibile che oggi parole come rimorso, vergogna, o soltanto autocritica siano così sconosciute alle nostre classi dirigenti?
Fosse solo Berlusconi, passi: intorno a lui tutti violavano le leggi, ma lui non ne sapeva nulla, essendo la Fininvest la prima
holding al mondo a realizzare la perfetta anarchia (subito imitata da Telecom, dove tutti spiavano tutti, a spese ma
all’insaputa del padrone). Ma non c’è finanziere, o top manager, o imprenditore coinvolto negli scandali di questi anni che
abbia chiesto scusa, assumendosi le proprie responsabilità, se non penali, almeno aziendali o, parlando con pardòn, morali.
L’ultimo che chiese scusa, pur non avendo fatto nulla di male, fu Leopoldo. Ma ora è morto e non darà più il cattivo
esempio. – 25 Gennaio 2007 Marco Travaglio
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Brevi dall’Europa.
GERMANIA / Si producono meno rifiuti e si ricicla di piu'
Nel 2005, i tedeschi hanno prodotto 4 chili in meno di rifiuti pro capite in confronto al 2004. Il volume totale e' stato di 37,3
milioni di tonnellate, pari a 452 chili per abitante. Riciclaggio: l'Ufficio statistico segnala un miglioramento del 2%
sull'anno prima, con il 58% degli scarti domestici riconvertiti in energia o in altri materiali sfruttabili. Diminuiti anche i
rifiuti pericolosi.
ITALIA / La Rai aumenta il canone 2007, ma rimane in rosso
Il canone Rai sara' di 104 euro rispetto ai 99,60 del 2006. Lo ha deciso il ministro delle Telecomunicazioni Paolo Gentiloni.
Dopo due anni di stop l'imposta sul possesso dell'apparecchio tv recupera l'inflazione del biennio con il 4,5% d'incremento.
La Rai avra' cosi' maggiori ricavi per circa 70 milioni di euro, che non basteranno a coprire la perdita prevista nel bilancio
2007: 150 milioni a canone invariato.
ITALIA / In carcere oltre trenta persone: addebitavano telefonate 899 a ignari utenti
Parte dalla Procura di Perugia l'offensiva giudiziaria contro le truffe telefoniche basate sulle numerazioni speciali come
l'899. Gli investigatori hanno eseguito 31 delle 33 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del capoluogo
umbro. I centri di servizio al centro d'indagini raggiungevano un giro d'affari stimato in 100-150 milo euro al giorno.
L'organizzazione era estesa in sette regioni.
FRANCIA / Consumatori contro i software pre-installati nei pc
Dopo le vittorie ottenute sulle societa' di telefonia mobile e sui principali fornitori d'Internet, l'associazione dei consumatori
Ufc-Que choisir si muove contro la vendita di programmi pre-installati. Il 14 dicembre ha denunciato Hewlett Packard,
Auchan Bagnolet e Darty les Halles, cui rimprovera di vendere solo software imposti, privando l'acquirente della possibilita'
di scegliere, cio' che rafforza l'egemonia di Microsoft.
ITALIA / Immigrati, i nuovi risparmiatori
Piu' risparmio e consumi. La marea di immigrazione non solo ha alzato il Pil, ma sta modificando anche il comportamento
del sistema economico. L'effetto piu' evidente e' sulla propensione al risparmio delle famiglie, in particolare gli immigrati.
Negli ultimi anni e' notevolmente cresciuta in Italia, 14% nel 2005, contro il 12,2% del 2000, crescita dovuta
essenzialmente agli immigrati.
ITALIA / Nozze omosessuali: un italiano su tre e' d'accordo
Un italiano su tre e' favorevole al matrimonio tra omosessuali. L'atteggiamento degli europei (Ue a 25) e' ancora piu'
possibilista: il 44% dei cittadini ritiene accettabile una qualche forma di unione tra gay e lesbiche. L'opinione pubblica si
mostra piu' favorevole in quegli Stati in cui sono gia' consentite nozze o unioni di fatto. La punta e' l'Olanda con l'82% dei
consensi. Seguono Svezia (71%), Danimarca (69%) e Belgio (62%).
ITALIA / Il 60% degli italiani favorevole all'eutanasia
Una ricerca condotta per conto dell'Associazione Liberta' Eguale ha mostrato come la maggior parte degli italiani e' a favore
della possibilita' di avvalersi legalmente della 'morte dolce'. Si possono distinguere tre gruppi: una minoranza (20%) che si
dichiara d'accordo con la legalizzazione dell'eutanasia, la maggioranza relativa (il 40%) che afferma d'accettarla solo in caso
di dolore fisico atroce, mentre un 37% e' del tutto avversa.
SPAGNA / Per prevenire gli abusi edilizi si usano gli aeroplani
Un esercito d'aerei sta fotografando la Spagna per ordine di Hacienda (ministero delle Finanze), al fine di verificare se i
progetti urbanistici osservati dall'alto siano conformi alle autorizzazioni. La cementificazione degli ultimi anni ha spinto le
autorita' a far emergere gli eventuali abusi edilizi fin dall'inizio, e a meta' 2007 sara' pronta la mappa dettagliata del
territorio, inclusi gli immobili che non figurano nel catasto.
EUROPA / Dal primo gennaio le coppie omosessuali potranno "sposarsi"
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2 Febbraio 2007 a cura di [email protected]
Dal primo gennaio 2007, in Svizzera gli omosessuali potranno registrarsi come coppie: uno stato civile equiparabile al
matrimonio. Nell'Europa occidentale sono rimaste solo Austria, Italia e Grecia a proibire le unioni omosessuali.
Eurobarometro: in Austria e' favorevole al matrimonio omosessuale il 49% della popolazione; in Olanda l'82%; in Svezia il
71%; in Spagna il 56%; in Polonia solo il 17%; in Grecia il 15%; a Cipro il 14%.
ITALIA / Tlc: sboccate le frequenze wimax
Si avvicina anche per l'Italia l'ora del Wimax, il piu' avanzato sistema di trasmissioni a banda larga senza fili. Il ministero
delle Comunicazioni e della Difesa hanno trovato l'accordo per liberare, gradualmente, le frequenze attualmente riservate ai
radar militari. I primi lotti di frequenza saranno disponibili per gli operatori da giugno 2007. Sara' piu' facile avere
collegamenti veloci a Internet anche nelle zone montane.
SPAGNA / Nuove regole per la tutela dei consumatori
Il Parlamento ha approvato la nuova legge che tutela meglio il consumatore dagli abusi di fornitori di beni e servizi.
L'intento e' quello di frenare le pratiche abusive, frequenti soprattutto nella telefonia. Cosi', con la nuova legge sara' piu'
facile disdire un servizio evitando le penalizzazioni mentre l'assistenza al cliente dovra' essere personalizzata. Sono previste
piu' cautele anche nella compravendita di case.
ITALIA / Telefonia: i call center continuano a importunare gli italiani
Il Garante per la privacy torna alla carica, il primo provvedimento contro le telefonate selvagge di operatori telefonici e
aziende che, tramite i loro call center, propongono i loro prodotti/servizi non ha sortito effetti. Restano purtroppo tanti,
spiega il Garante, i cittadini che ancora vengono "disturbati" o a cui vengono attivati servizi senza consenso. L'Autorita' ha
preannunciato "un'articolata serie di nuovi interventi".
ITALIA / Autostrade: aumentano i pedaggi, ma i soldi li incamera l'Anas
Dal primo gennaio 2007 i pedaggi sulla rete del gruppo Autostrade subiranno un aumento variabile tra lo 0,8% e l'1,8% per
l'applicazione di un sovrapprezzo, previsto dalla finanziaria, a totale beneficio dell'Anas. L'aumento non rappresenta alcuna
forma d'introito aggiuntivo per le concessionarie, come spiega una nota di Autostrade, chiarendo che gli aumenti previsti a
loro vantaggio sono stati congelati.
ITALIA / Codice della strada: multe piu' salate dal 2007
Multe piu' salate dal 2007. Infrangere le regole del codice della strada dal prossimo anno avra' un costo maggiore. Si tratta
dell'adeguamento che scatta ogni due anni. L'aumento sara' del 3,5%. Il provvedimento e' pronto per essere pubblicato in
Gazzetta ufficiale. E' presumibile che l'operativita' completa della novita' sia ritardata dalla lentezza con cui vengono
adeguati i software della Polizia.
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Brevi nel mondo.
USA / Calano i morti per tabagismo nella Grande mela.
A tre anni dal divieto di fumo nei luoghi pubblici, a New York il numero dei morti per tabagismo e' sensibilmente
diminuito, segnalano le autorita' sanitarie municipali. I decessi sono scesi da 9.000 del 2001 a meno di 8.100 nel 2005; ci
sono meno persone colpite da malattie cardiache; sono diminuiti anche i casi di cancro a trachea, polmoni e bronchi. Dal
2002 il numero dei fumatori e' calato di circa 200.000.
IRAN / A Teheran taxi collettivi per sole donne, ma non e' una conquista.
Per ovviare agli inconvenienti dell'attuale servizio dei taxi collettivi, che vede passeggeri dei due sessi viaggiare insieme,
dalla prossima settimana a Teheran sara' attivo un servizio di taxi riservato esclusivamente alle donne. Anche alla guida
delle automobili e' previsto che ci siano soltanto donne per di piu' rigorosamente sposate. 'Viaggi sicuri per le signore' sara'
il nome della compagnia di trasporti privata.
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Infranto il muro dei brevetti delle multinazionali, scoperto il metodo per produrre farmaci a basso costo.
ANSA - Londra, 2.1.07 - Due accademici britannici hanno sviluppato la ''farmaceutica eticamente corretta'', una
rivoluzionaria metodologia che consentira' di produrre, e mettere in commercio, farmaci a bassissimo costo. Ne da' notizia
oggi il Guardian, secondo cui il nuovo processo farmacologico e' in grado di rompere il monopolio delle grandi
multinazionali farmaceutiche, consentendo anche ai paesi piu' poveri l'acquisto di medicine di prima necessita'. La
farmaceutica etica e' nata dall'intuizione di Sunil Shaunak, professore di malattie infettive all'Imperial College di Londra, e
del dottor Steve Brocchini, della London School of Pharmacy. L'idea di base e' di modificare, anche minimamente, la
struttura molecolare dei farmaci gia' esistenti, e protetti da brevetto, creandone sostanzialmente di nuovi. Il primo farmaco contro l'epatite C, ancora in via di sperimentazione - e' stato realizzato grazie al sostegno del governo indiano. In caso di
successo degli ultimi esami,un'azienda indiana di biotecnologie ha gia' garantito la sua disponibilita' alla
commercializzazione. Sono oltre 170 milione le persone vittime dell'epatite C nel mondo, almeno 200mila nella sola Gran
Bretagna. Lo sviluppo di un farmaco - sostiene il professor Shaunak - costa in media poco meno di 600 milioni di euro, una
cifra giustificata anche dalla necessita' delle aziende di realizzare grandi profitti da redistribuire agli azionisti. "L'industria
farmaceutica ci ha convinto che dobbiamo spendere milioni e milioni di sterline per inventare nuove medicine - dichiara
Shaunak -. Mentre noi ne realizzeremo di nuove, spendendo pochi milioni. Non sono un inventore di medicine, ma un
consumatore finale. Perche' dovremmo dipendere cosi' tanto dalle aziende quando la forza intellettuale e' nelle nostre
universita'?''. Il brevetto del primo farmaco verra' registrato dall'Imperial College che ha gia' assoldato i migliori avvocati
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2 Febbraio 2007 a cura di [email protected]
per difendersi dalla probabile controffensiva delle multinazionali. Una volta che il farmaco avra' superato tutti i test di
idoneita', e sara' stato registrato in India, potra' essere commercializzato in Europa, acquistabile anche dai diversi servizi
sanitari nazionali, consentendo cosi' anche ingenti risparmi agli stati dell'unione, prevede il quotidiano.
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Forza Italia dei Valori.
Siamo tutti Azzurri. Giusto in tempo per l'avvio dei campionati del mondo di calcio. Il senatore dell'Italia dei Valori Sergio
De Gregorio accetta la proposta del suo ex partito Forza Italia per beffare la collega di coalizione Lidia Menapace,
Rifondazione comunista, candidata dall'Unione alla presidenza della commissione Difesa. De Gregorio e il centrodestra
riescono nel loro intento: dal 12 a 12 delle votazioni precedenti si passa al 13 a 11 a favore di De Gregorio. E poi dal golpe
al teatro: il ministro Di Pietro indignato dice di non saperne nulla, chiede che il suo senatore si dimetta, passi dall'altra parte,
e alla risposta 'no, resto qui', dice che è tutto chiarito. Ma tutto era già chiaro prima delle elezioni. Se in meno di un anno i
valori di Berlusconi e di Di Pietro diventano interscambiabili le possibilità sono due: o Forza Italia e Italia dei Valori adesso
la pensano allo stesso modo su moralità, giustizia e legalità, oppure le preoccupazioni di De Gregorio sono sempre state
altre. Di certo quando il candidato dell'uno diventa il candidato dell'altro, accettare le proposte del migliore offerente è
coerente con il proprio passato. Non è De Gregorio, con la legge delle preferenze bloccate, ad aver tradito valori e elettori
ma l'ex magistrato che lo ha candidato. - Gianni Serra
http://www.isinsardegna.it/modules.php?name=News_Pro&file=article&sid=3533
Notizie in breve. In Olanda l'Agenzia del farmaco approva l'eroina terapeutica. – In Italia per i conti correnti
paghiamo 60 euro l'anno, i danesi solo 2,5.
ITALIA / I genitori decideranno quali e quanti cognomi attribuire ai figli
Marito e moglie potranno decidere il cognome da dare al proprio figlio, se darli tutte e due e in quale ordine. Non passa la
proposta del ministro Bindi che mirava ad attribuire il doppio cognome in ogni caso. Il disegno di legge e' stato approvato in
commissione al Senato. Il Ddl continua il suo iter.
FRANCIA / Funziona la lotta contro le infezioni ospedaliere
Oltre la meta' degli ospedali ha fatto registrare progressi nella prevenzione delle infezioni nosocomiali, il cui tasso e' sceso
dal 6% al 3%. Lo segnala un rapporto che ha confrontato la "tabella di marcia" accessibile al pubblico. Ogni anno 750.000
persone sono colpite da queste infezioni che sono la causa diretta di 4.000 decessi, il 30% senz'altro evitabile. La lotta
intrapresa ha gia' dato i primi risultati positivi.
ITALIA / Sempre piu' mutui e raddoppiano quelli a tasso fisso
Il boom continua. L'aumento del costo del denaro non frena la corsa al mutuo casa. I dati di Bankitalia evidenziano che nei
primi nove mesi del 2006 le erogazioni sono aumentate del 16,5% rispetto allo stesso periodo del 2005. Al contrario e'
cambiata la tipologia scelta dai clienti. L'aumento dei tassi ha portato dal 23,3% al 46,2% il numero di clienti che hanno
optato per il tasso fisso.
ITALIA / Antitrust: le liberalizzazioni fanno bene a consumatori, aziende e lavoratori
Centodieci pagine per dimostrare che le liberalizzazioni frenano la corsa dei prezzi, innescando la modernizzazione delle
aziende e fanno emergere il lavoro nero. L'Antitrust da' l'ennesima spinta alle liberalizzazioni italiane. E nel suo rapporto
segnala la presenza di notevoli resistenze. "Complici" anche le Regioni che bloccano localmente l'apertura alla concorrenza
nella distribuzione commerciale (negozi e supermarket).
OLANDA / L'Agenzia del farmaco approva l'eroina terapeutica
L'Agenzia del farmaco ha approvato l'uso dell'eroina come medicinale per trattare persone con una lunga storia di
dipendenza e di reiterati fallimenti nella cura metadonica. La decisione implica anche l'estensione degli esperimenti di
distribuzione controllata d'eroina. Il Governo olandese e' stato un pioniere, insieme alla Svizzera, nel trattare gli eroinomani
con la sostanza stessa al fine di combattere delinquenza ed emarginazione.
ITALIA / Concorrenza alla pompa: le compagnie petrolifere sotto inchiesta
L'Antitrust ha aperto un'indagine sulle nove compagnie petrolifere leader in Italia, Eni (Agip), Esso, Kpi (Q8), Shell,
Tamoil, Total, Erg, Api e Ip, cui fa capo l'81% del mercato, ipotizzando un cartello sui prezzi dei carburanti consigliati alla
distribuzione, e quindi un'intesa restrittiva della concorrenza. L'istruttoria, che punta l'indice principalmente verso l'Eni, si
concludera' il 31 marzo del 2008.
ITALIA / Carissimo figlio: costa fino a 800 euro al mese
Pappine, pannolini, bavaglini, biberon. E che dire poi del latte in polvere, che in Italia costa ancora il doppio che nel resto
d'Europa. Fatto sta che per una famiglia l'arrivo del primo figlio comporta una spesa aggiuntiva tra 500 e 800 euro al mese,
variabili a seconda dell'eta' e della collocazione geografica. Si tratta di uno studio condotto dal Cnel sul costo dei figli.
ITALIA / Conti correnti: paghiamo 60 euro l'anno. I danesi solo 2,5
Secondo una recente indagine della Commissione europea il costo medio per la tenuta di un conto corrente in Europa e' di
14 euro l'anno. Mentre in Italia il prezzo da pagare per tenere acceso il nostro rapporto con l'agenzia di fiducia e' di 60 euro.
La Germania, secondo le stime, e' il secondo Paese piu' caro con 40 euro, al contrario di Danimarca, Olanda e Svezia, dove
la media e' inferiore a 2,5 euro.
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Lotta di classe.
La lotta di classe dura e senza paura. Quella che riempiva le piazze negli anni ’70. Quella lotta non c’è più. Perchè, alla
fine, una sola classe ha vinto. E’ la classe del potere. Che non sta più solo nel Palazzo di Pasolini. Si è diffusa come un
contagio. E’ ovunque ci sia una carica pubblica o parapubblica. Ovunque ci sia un nostro dipendente in carriera.E’ una
classe ubiqua. Ci sono gli ex sessantottini in carriera nei media e nei ministeri. E con loro i post fascisti, ora anche post
democristiani. E anche i post comunisti, ora post e basta. E’ una classe vischiosa. La sua ragnatela passa dalle banche, arriva
alle municipalizzate, occupa i media, si estende ai consigli comunali. E’ una classe unica che ha ottenuto il rovesciamento
delle parti. Non è più al servizio dei cittadini. I cittadini sono al suo servizio.Se il cittadino non capisce è ottuso. Se si ribella
è un no global, anche se ha settant’anni. Se si lamenta è arrogante. Il cittadino non ha diritto di critica. Non è informato se
sul SUO territorio vengono fatte le porcate più immonde. Inceneritori, stoccaggi di gas, buchi nella montagna, inquinamenti
di fiumi e laghi, centri commerciali al posto di parchi, parcheggi al posto di piste ciclabili, Pm10 al posto di alberi.Per
sapere che in Campania lo Stato non c’è più si può contare solo sul coraggio di Saviano che ha scritto Gomorra. Che ha
chiarito che lì c’è il Sistema, e i politici locali sono ornamenti di cattivo gusto da vetrina elettorale. Per sapere cosa succede
in Sicilia, dove ormai Stato e Antistato convivono, come affermava il Pacs Lunardi, bisogna aspettare un passaggio
televisivo di Travaglio. E quando la notizia puzza, puzza veramente. E non si può metterla a tacere. Come per le
intercettazioni Telecom. Se ne parla solo quanto basta e poi si confida nell’Alzheimer del popolo italiano. Oggi in Italia ci
sono due classi. I cittadini e chi amministra la cosa pubblica in loro nome, ma per proprio conto. Oggi in Italia le
scelte della classe unica sono impopolari e ci viene detto pure in faccia. Come per l’indulto. La classe unica è fiera di
essere impopolare. Ma, se è il popolo che le ha dato il mandato, DOVREBBE essere invece popolare. Oppure andare a
casa. Il prossimo dipendente che si vanterà di fare una scelta impopolare va preso a calci nel c..o e licenziato. E’ tempo di
una democrazia diretta. Alcuni strumenti ci sono, altri verranno. Una democrazia che parta dal territorio. Da dove le
persone possono esercitare il controllo. Dai comuni. RESET! - http://www.beppegrillo.it/2007/01/lotta_di_classe.html
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Locri, "L'Asl infiltrata dalle cosche". La relazione secretata dal Viminale. Ecco i risultati dell'indagine voluta
da Pisanu dopo l'omicidio Fortugno. Connivenze mafiose, assunzioni e appalti irregolari e un tessuto
pesantemente inquinato.
Clotilde Veltri - 25.10.2006 - Un'azienda sanitaria "pesantemente infiltrata dalla criminalità mafiosa". Così viene descritta
l'Asl numero 9 di Locri nella relazione conclusiva della commissione di accesso voluta, dopo l'omicidio di Francesco
Fortugno, dall'allora ministro dell'interno Giuseppe Pisanu, e poi consegnata nel marzo 2006.
L'azienda sanitaria è quella dove aveva lavorato Fortugno anche in qualità di primario, prima di dedicarsi alla politica e
diventare vicepresidente del consiglio regionale calabrese, e dove lavora ancora la moglie Maria Grazia Laganà
(attualmente deputata della Margherita) e dove lavoravano, fino all'arresto nel marzo 2006, i presunti mandanti
dell'omicidio legati al clan Cordì. Basta scorrere le quasi 200 pagine della relazione per rendersi conto di quanto fosse
inquinato il contesto in cui si è sviluppato l'omicidio Fortugno.
Il caso Tavernese. Il 23 gennaio 1993 Domenico Tavernese, medico dentista, collaboratore dell'Asl numero 9 di Locri,
viene arrestato su mandato della procura della Repubblica di Catanzaro per i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione
e usura. Nella stessa indagine è coinvolto Domenico Aquino esponente di spicco dell'omonimo clan calabrese. Il 12 maggio
2003 il dottor Tavernese, fermato dalla polizia, si rifiuta di fornire la propria identità e, di conseguenza, viene denunciato.
L'8 ottobre 1996 viene condannato a un anno di reclusione e a mille euro di multa per usura. Il 19 ottobre 2005 Tavernese
viene fermato dalla polizia in compagnia di Rocco Jiritano e Antonio Ursino, secondo gli inquirenti, appartenenti, a vario
titolo, alla cosca Ursino-Macrì.
Domenico Tavernese, dal 2002, è amministratore unico del Medi-Odonto Center srl di Gioiosa Ionica laboratorio che
fornisce prestazioni in regime di convenzione all'Asl numero 9 di Locri. Nonostante la condanna per usura, nonostante i
precedenti e le continue frequentazioni con la criminalità organizzata, l'azienda sanitaria locale non ritiene di sospendere il
rapporto con il laboratorio "che pertanto ha continuato ad erogare prestazione retribuite dalla Amministrazione, con importi
ben superiori a quelli consentiti".
Se i legami tra Tavernese e l'Asl numero 9 di Locri fossero un'eccezione non farebbero notizia. Invece, secondo quanto
emerge dalla relazione, rappresentavano la regola. Sono decine gli episodi evidenziati dalla relazione fitta di dati, nomi,
riferimenti giudiziari e di polizia che delineano i contorni di un'azienda sanitaria pubblica in cui le cosche mafiose (almeno
nel periodo 2000-2005 preso in considerazione dalla commissione d'inchiesta) fanno il bello e il cattivo.
Emerge che le famiglie della 'Ndrangheta, non solo occupano l'Asl di Locri facendo assumere propri affiliati e congiunti,
ma ne condizionano per anni appalti, gare, funzionamento. Con un evidente e ingiustificato lievitare della spesa pubblica,
con sprechi e inefficienza e senza alcun controllo da parte delle autorità dello Stato che i controlli avrebbero dovuto
effettuare.
Sotto la lente della commissione d'accesso - formata principalmente dall'allora prefetto Paola Basilone, dal maggiore della
Guardia di Finanza Luciano Tripodero e da Michele Scognamiglio - finiscono tre particolari e delicatissimi ambiti di
pertinenza della Asl calabrese: la gestione del personale, gli accreditamenti e i contratti.
Gli accreditamenti. Dall'analisi effettuata sugli accreditamenti di società, laboratori, centri diagnostici che fornivano
prestazioni all'azienda sanitaria emerge come "nessuna documentazione antimafia sia stata richiesta". In cinque anni, dal
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2000 al 2005, nessuna delle aziende prese in esame ha mai fornito documenti che provassero la totale estraneità a contesti o
legami mafiosi. Il caso Tavernese, come detto, non è isolato.
Il Pio Center srl. Il Pio Center-centro di ricerca clinica e patologica medica srl con sede a Bovalino (Rc) è interessato da due
provvedimenti di sequestro dei beni emessi dal tribunale di Reggio Calabria "in quanto - si legge nella relazione considerato dagli inquirenti facente parte del patrimonio di Antonio Nirta", potente boss di una famiglia della 'ndrangheta
per quattro anni interessato da provvedimento di sorveglianza speciale, elemento considerato molto pericoloso.
Il Pio Center srl, oltre a occupare i locali di uno stabile intestato a Antonia Giorgi, moglie di Nirta, è al 96% di proprietà del
Poliambulatorio Salus srl le cui quote sociali sono tutte riconducibili a membri della famiglia Nirta.
L'Asl di Locri intrattiene con questa struttura rapporti continuati tanto da versare alla stessa, a partire dal 1984 e fino al
2005, 61mila euro annui per l'affitto di locali e attrezzature radiologiche. Scrivono gli inquirenti: "È da sottolineare la
sostanziale inerzia della A. S. che non ha mai acquisito, come già detto, nessuna informazione o comunicazione antimafia
sulla struttura e compagine societaria accreditata, che poi è risultata infatti colpita da misure cautelari".
Spesa pubblica triplicata. La relazione spiega quindi che, oltre agli evidenti legami con le organizzazioni mafiose, la
gestione degli accreditamenti ha quale risultato lo sforamento sistematico dei tetti di spesa e "la reiterata violazione delle
regole poste a base del rispetto dei budget fissati con il Fondo sanitario regionale annuale assegnato".
Per esempio, si legge, "il tetto di spesa complessivamente sostenuto nel periodo 2000/2005 è pari a 88.227.864,90, che è
quasi il doppio della spesa massima autorizzabile se calcolata moltiplicando per 6 (e quindi con largo margine di prudenza)
il tetto di spesa annuale più prossimo, pari a 8.262.414,90 (limite di spesa annuo 2004)".
Non è tutto. Emerge che nel periodo 2000-2005 sono stati pagati 11.224.919 interventi su un campione di popolazione di
circa 135mila abitanti; nello stesso periodo sono stati erogati 84,6 servizi per ogni abitante e, infine, ogni cittadino residente
nel territorio dell'Asl di Locri ha fatto ricorso alle strutture convenzionare 13,96 volte all'anno. Cifre che vengono definite
nella relazione "assolutamente non giustificabili".
Il caso Fiscer. Tanto per chiarire bene l'entità dello sperpero messo in atto dall'Asl 9 di Locri la commissione cita il caso del
laboratorio Fiscer: "Particolarmente eclatante poi è il caso del laboratorio Fiscer, il cui tetto di spesa autorizzato, nel periodo
2000/2005, è pari a € 10.131.780,00 (dato effettivo 2004 moltiplicato per 6, parametro teorico di confronto), mentre
risultano fatture effettivamente pagate, nel medesimo periodo, per un importo di € 31.544.414,00".
La commissione segnala inoltre che a carico del direttore sanitario della Fiscer, Pietro Crinò, risultano denunce per i reati di
favoreggiamento, ricettazione e falso. Ancora una volta, dunque, sprechi e connivenze con la criminalità.
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Una lettera dal fronte… medico-sanitario.
Un medico mi ha scritto sulla solitudine di chi fa il suo lavoro cercando di salvare ogni giorno delle vite umane.“Caro
Beppe,ho letto il post sulle morti evitabili. Riprendi direttamente i numeri dati dalla informazione ufficiale e sarebbe utile
una interpretazione più che il sensazionalismo. In Italia lo scaricabarile è uno degli sport più praticati e noi siamo presi in
mezzo fra gente che vuole campare oltre l’infinito e società di assicurazione che la girano ai medici in modo da non pagare
loro. Un esempio semplice ed efficace: un tizio muore, i parenti aprono un contenzioso, l’ospedale ha una assicurazione che
si accorda con i parenti su una cifra relativamente bassa che spessissimo viene accettata subito (si acchiappano 15 20 mila e
se ne vanno. Il problema è che, dal punto di vista penale, il medico viene lasciato a se stesso perché la denuncia mica si
estingue perché l’assicurazione ha dato il contentino (l’azione penale in Italia è obbligatoria) e la sua situazione peggiora
perché l’ospedale lo scarica per non affrontare altre spese (di concerto con l’assicurazione che se no si rifiuta di proseguire
ad ottemperare il contratto). Risultato: il medico è nella m...a, l’assicurazione ha risparmiato perché non ha rischiato e via
dicendo.La gente che ama i suoi congiunti in modo assolutamente disinteressato è una piccola parte, e purtroppo è davvero
così, spesso anche se tutto è andato nel modo più corretto vengono intentate cause a vuoto, nella speranza di fare un po’ di
soldi. Negli USA si sta verificando una situazione gravissima: moltissimi medici di area critica si danno a settori più facili o
addirittura cambiano lavoro perché le assicurazioni non ne vogliono sapere più niente di loro. In non mi ricordo più in quale
stato degli USA sono rimasti 4 gatti disposti ad operare d’urgenza/emergenza... troppi guai. C’è un comportamento
difensivo sempre più diffuso: oltre a stare la notte in piedi e magari anche la mattina dopo, oltre a passare 16 ore filate a
prendere decisioni difficilissime e farsi sanguinare addosso, vomitare, urlare, ascoltare matti e cercare posti letto che
continuano a ridursi di numero dovrei pure passare il resto della giornata tra avvocati e giudici? No iniziano a dire molti
colleghi. C’è troppa ignoranza e troppa malafede perché qualcuno mi venga a giudicare mentre sto cercando di evitare che
crolli la pressione e poi, sistemata quelle, inizia un’aritmia e l’amiodarone che inietto in vena appena in tempo... fa venire
una reazione allergica al paziente che così da aritmico diventa uno che ha uno shock anafilattico, diventa rosso e blu, i
bronchi iniziano a fischiare e l’aria non passa più... allora cerchi di riparare a quall’altro casino e mentre lo stai facendo il
telefono squilla cento volte perché la e qua ci stano altri casini. Cerchi di fare il possibile e sei pieno di caffè, ti brucia lo
stomaco ma devi restare concentrato. Ok, va bene, ma poi la mattina finalmente al bar leggi il giornale c’è scritto: “un altro
caso di mala sanità” come se fosse un omicidio di camorra, come se fossimo una associazione a delinquere omogenea, come
se non fosse un fatto che va analizzato in se, studiato e capito, e presa una decisione... c’è colpa o no!!
Se in Italia deve
aumentare la meritocrazia e ridursi il nepotismo, ti posso assicurare che conosco un’infinità di colleghi che si fanno un c..o
della madonna e si sentono sempre più stretti fra queste maglie di rompicoglioni ignoranti e cercasoldi, avvocati st...zi e
baroni dell’oncologia che fanno la lezioncina a tutti con dati da controllare.
Se il medico deve essere anche un po’
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manager e anche un po’ psicologo e anche un po’ fratello... ma perché c..o la gente non prova ad essere 'un po’ medico'?
magari, dopo aver chiuso il loro ufficetto del c...o oppure fra una riunione di marketing e l’altra si fanno una bella corsa
sull’autostrada dove c’è un camionista tedesco ubriaco fradicio che ha appena trasformato una punto in un puntino con
dentro due fidanzatini mescolati, uno morto e l’altra quasi e i pompieri per radio dicono 'cinque minuti e siamo li' e tu sei li
a tagliuzzarti con le lamiere per cercare di prendere una vena a quello che speri sia almeno il braccio giusto. Dopo due mesi
magari con l’epatite C presa dalla tizia che era una tossica e una bella denuncia da sbrigarti perché l’ex marito ha deciso di
fare un esposto cautelativo sono sicuro che la gente avrebbe qualche elemento in più per capire come stanno davvero le
cose. E poi le VAP (polmoniti associate al ventilatore) ti assicuro che sono un problema molto più+ complesso (ad esempio
lo sapevi che il 40% di tutti i ricoverati in rianimazione, per qualunque causa, sviluppa una immunodepressione più grave
dell’aids conclamata entro le prime 24 ore?). Altro che tirare su lo schienale, noi li mettiamo pure a pancia in giù (materasso
da circa 18.000 euro) e ci pigliamo botte di radiazioni per fargli lo rx torace con l’apparecchio portatile per non lasciarlo
solo.La realtà è che un buon rompicoglioni oramai ci può tranquillamente tenere sotto scacco anche per mesi, credimi, noi
abbiamo sempre torto. E se certe notizie sono sui TG della RAI, fidati, c’è molta approssimazione e molta demagogia
probabilmente perché è più facile dare la colpa a chi lavora invece che affrontare problemi di tipo strutturale e culturali.
Po...a Put...na! questa settimana ho fatto 74 ore di lavoro, me ne pagheranno 38 e poi... merda, pure sul tuo sito trovo
motivo per sentirmi ancora stressato. Viene voglia di cambiare lavoro e questo di solito non viene in mente a chi ha
vantaggio da quello che fa tutti i giorni”. Marco - http://www.beppegrillo.it/2006/11/una_lettera_dal.html
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Il piano del ministero per il governo clinico. Primari in esclusiva e nuovi criteri per scelta dirigenti.
ANSA - Medici primari e apicali in rapporto di esclusiva con la struttura sanitaria, per tutta la durata del contratto siglato
individualmente con l'azienda, e maggiore meritocrazia nella scelta degli incarichi gestionali: sono alcuni dei punti presenti
nel programma del ministero della Salute sul governo clinico del Ssn, su cui iniziera' a lavorare subito dopo l'approvazione
della Finanziaria. A spiegare il progetto e' stato il sottosegretario alla Salute, Serafino Zucchelli, nel corso di un convegno
sul rischio clinico presso l'ambasciata inglese a Roma. ''E' nostra intenzione modificare la normativa sulla libera professione
dei medici che ricoprono ruoli di primari. Il rapporto che abbiamo in mente e' di tipo esclusivo - ha spiegato Zucchelli - e
con durata pari a quella del contratto individuale firmato dal primario con l'azienda, e non annuale come ora. Su tale punto
sono state convocate dal ministero le Regioni per il 20 novembre e i medici per il 21. E' inoltre opportuno ridurre la
discrezionalita' dei direttori generali nella scelta dei ruoli gestionali, valorizzando il merito, e modificare la normativa sulla
libera professione dei medici che ricoprono ruoli primari''. Un progetto quello sul governo clinico, che il Ministero vuole
definire sulla base del confronto con le Regioni e il mondo professionale. ''Non sara' pero' una quarta riforma del Ssn - ha
detto Zucchelli - ma si partira' dalle leggi esistenti per modificare e adeguare i meccanismi attuali, coinvolgendo le Regioni
e gli operatori. Il governo clinico che abbiamo in mente dovra' offrire delle prestazioni adeguate di maggiore qualita' sulla
base dei fondi disponibili''. Per fare questo, l'idea del Ministero e' quella di assegnare ad una sede specifica con struttura
nazionale compiti di coordinamento e impulso. ''La struttura idonea esiste gia' - ha continuato - e potrebbe essere l'Assr, che
e' cogestita da Ministero e Regioni. Avrebbe compiti di prevenzione e gestione del rischio sanitario, valutazione della
formazione del personale e dell'Ecm, promozione di servizi ai cittadini, svolgimento di report annuali sull'attivita' di
Ministero e Regioni, adozione di standard e di indicatori nazionali condivisi''. Il Ministero ha inoltre intenzione di
rimodulare l'organizzazione delle aziende sanitarie ancorandola ai dipartimenti e i distretti, che dovranno avere un ruolo
centrale. ''Il dipartimento - ha proseguito - sara' la cellula organizzativa centrale, e sara' il detentore del budget. In realta' e'
una struttura che esiste gia' sulla carta, ma che praticamente e' stato realizzato solo nel 20% dei casi. Avra' il compito di
adattare le linee guida alla realtà locale, definire percorsi diagnostici, la formazione degli addetti, e programmi di
prevenzione degli errori. Il distretto invece avra' un ruolo analogo per quel che riguarda le cure primarie''. 07-NOV-06
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Sperimentazione animale: il dibattito è aperto.
Gli argomenti di biomedicina che si prestano a suscitare contrapposizioni anche accese per i loro risvolti etici sono
ovviamente molti, sempre di più a fronte di uno sviluppo tumultuoso della scienza che virtualmente sembra quasi
onnipotente: basti pensare alle recenti polemiche sulle cellule staminali embrionali. Forse la tematica più classica in questo
senso è quella della sperimentazione animale, che viene dibattuta sia sotto il profilo etico sia sotto quello scientifico cioè
della validità dell’estrapolazione dei risultati all’uomo. Sotto il profilo etico le opinioni sono differenziate, fermo restando
l’obbligo morale di evitare crudeltà e ridurre il più possibile ogni sofferenza. Anche se, in linea di massima, il fine le
giustifica trattandosi di salute umana. Così come per il secondo aspetto non si può negare che la ricerca sugli animali abbia
contribuito e contribuisca ai progressi della medicina. Nature e Bmj riportano due diversi interventi, nel primo caso un
sondaggio condotto tra ricercatori e nel secondo uno studio che confronta la sperimentazione animale e umana relativa ad
alcuni farmaci.
D’accordo ma con disagio
L’indagine promossa da Nature ha raccolto online le opinioni di quasi 1.700 ricercatori biomedici, raccolte in forma
anonima. Il timore di attacchi estremistici anche violenti appare infatti diffuso, insieme alla richiesta di maggiori tutele: una
realtà che viene stigmatizzata nell’editoriale di accompagnamento. In generale emerge che esiste una gradualità di posizioni
intermedie che vengono trascurate a fronte della polarizzazione tra “tutto buono” o “tutto cattivo” con cui viene presentata a
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livello di pubblico dibattito la questione della sperimentazione animale. Anche perché l’affermazione che salva vite umane
è vera ma in alcuni casi semplicistica, per esempio nel caso di alcuni antitumorali non si è riusciti a riprodurre negli studi
sui topi condizioni equivalenti a quelle della patologia umana. In totale, tre quarti degli interpellati ritiene la ricerca animale
comunque essenziale per il progredire della medicina, con una minoranza che esprime anche perplessità o imbarazzi: come
un immunologo si dice a disagio nell’ammettere che senza la ricerca sui primati difficilmente un possibile vaccino può
arrivare alla sperimentazione sull’uomo.
A volte validi a volte no
Il discorso della necessità della ricerca anche sulle specie a noi più simili quali i primati viene ripreso da un commento sul
Bmj, nel quale si ricorda che diversi scienziati la ritengono indispensabile per la lotta a malattie infettive come l’Aids, la
tubercolosi e la malaria, oltre che per esempio in campo neurologico contro il Parkinson o le demenze. Questo senza
escludere che i progressi tecnologici, compreso il sempre maggiore ricorso a topi geneticamente modificati, potrà nel tempo
ridurre il bisogno di utilizzare le scimmie. Il tema della validità dei modelli sperimentali è al centro dello studio che ha
esaminato le evidenze positive o negative per efficacia o sicurezza ottenute da ricerche sull’animale in confronto a quelle
sull’uomo, rispetto a sei farmaci o gruppi farmacologici. Discordanze sono apparse in tre casi, per i corticosteroidi contro i
traumi cerebrali e per il tirilazad contro l’ictus ischemico (entrambi validi nell’animale e non nell’uomo), oltre che per gli
antifibrinolitici (efficaci nell’uomo e non nell’animale); concordanze di risultati invece, di segno positivo, per gli
antitrombolitici anti-tPa, per i corticosteroidi contro il distress respiratorio neonatale e per i bisfosfonati anti-osteoporosi. In
generale però gli studi sull’animale sono apparsi qualitativamente scarsi e carenti sul piano della concordanza con quelli
sull’uomo, fatto che ha limitato l’utilità dei primi ai fini della salute umana; i problemi erano fattori confondenti, errori di
randomizzazione, scelta di modelli animali che non riproducevano adeguatamente la malattia umana, oltre a scarsa
comunicazione e cooperazione tra le rispettive comunità di ricercatori: tutti fattori che, concludono gli autori, è auspicabile
vengano analizzati in modo sistematico per essere individuati e corretti. - Elettra Vecchia
Fonte - Nature 444, 789-790 (14 december 2006), doi:10.1038/444789b. Perel P et al. Comparison of treatment effects
between animal experiments and clinical trials: systematic review. BMJ, doi: 10.1136/bmj.39048.407928.BE, 15 december
2006.
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Sanità: cosa prevede la Finanziaria 2007.
(regioni.it) E’ stata pubblicata su regioni.it una sorta di “radiografia” delle norme contenute nell’ultima legge finanziaria per
gli aspetti relativi alla sanità.
La “tabella sinottica” (versione stampabile in formato word) proposta dal “Settore Sanità” della Segreteria della Conferenza
delle Regioni ripercorre “comma per comma” le disposizioni della Legge 27 dicembre 2006, n.296 “Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)”fornendo sulla colonna di destra una
spiegazione sintetica del senso delle principali novità introdotte.
L’analisi è disponibile on line sul sito www.regioni.it nella sazione “sanità” con il titolo: “FINANZIARIA: ASPETTI
ATTUATIVI PER LA SANITÀ”
Diversi gli aspetti presi in considerazione. Si va dal fatto che “per la deduzione della spesa relativa all’acquisto di
medicinali occorre fattura o scontrino fiscale comprovante natura, qualità e quantità dei beni e l’indicazione del codice
fiscale del destinatario”: con decorrenza 1 luglio 2007 (fino al 31 dicembre 2007 sarà possibile acquistare farmaci
riportando il codice fiscale sullo scontrino, fatto salvo l’obbligo di rilevazione del codice fiscale da parte del farmacista) alla
questione che “gli enti del Servizio sanitario nazionale sono tenuti ad approvvigionarsi utilizzando le convenzioni stipulate
dalle centrali regionali di riferimento”, ma “le Regioni possono costituire centrali di committenza per servizi e forniture in
favore anche degli enti del SSN”. La finanziaria per quello che riguarda il “Personale del SSN” stabilisce che “le spese del
personale non devono superare per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 l’ammontare dell’anno 2004 diminuito dell’
1,4%”.
E’ poi sottolineato il comma relativo al “divieto temporaneo di istituire nuove facoltà o corsi di studio” alle norme relative
al federalismo fiscale: “Il meccanismo di revisione delle aliquote e delle compartecipazioni per l’attuazione del Dlgs
56/2000 sarà rivisto dal secondo anno di applicazione dell’art. 119 Cost. che prevede l’assegnazione alle Regioni delle
entrate fiscali per la copertura delle funzioni ad esse attribuite”.
Secondo quanto stabilito dal “Patto per la salute”, il finanziamento è triennale: 96.040 milioni di euro per il 2007; 99.082
milioni di euro per il 2008; 102.285 milioni di euro per il 2009. Comprensivi di 50 milioni di euro per l’Ospedale Bambino
Gesù di Roma.
E’ poi istituito un Fondo transitorio per le Regioni con disavanzi elevati: 1.000 milioni di euro per l’anno 2007: 850 milioni
di euro per l’anno 2008; 700 milioni di euro per l’anno 2009 ripartiti con decreto del Ministro della Salute di concerto con
il Ministro dell’Economia e d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni: L’accesso è subordinato ad apposito Accordo ex art.
1 comma 180 l.n. 311/2004 comprensivo del Piano di rientro contenente sia le misure di riequilibrio erogativo dei LEA sia
le misure per l’azzeramento del disavanzo entro il 2010.
Sempre secondo quanto previsto dalla Finanziaria le singole aziende farmaceutiche possono chiedere - entro il 30 gennaio
2007 – la sospensione del taglio del 5% ai listini di cui alla delibera Aifa di settembre a fronte dell’impegno di versare alle
Regioni interessate la quota di extratetto a loro carico calcolata in base alle tabelle di equivalenza approvate dall’AIFA.
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Al via il “Programma investimenti”: l’importo ex art. 20 l.n. 67/1988 è elevato a 20 miliardi di euro. Il maggior importo di 3
mld è così vincolato: 500 milioni per la riqualificazione dei servizi di radiodiagnostica e di radioterapia di interesse
oncologico prioritariamente al Sud ed isole; 100 milioni per le strutture residenziali per le cure palliative; 100 milioni per
l’adeguamento dei sistemi informativi; 100 milioni per le strutture di assistenza odontoiatrica.
I ticket per i non esenti sono di 10 euro sulla ricetta relativa alle prestazioni di specialistica ambulatoriale. I ticket per i non
esenti di età superiore ai 14 anni è di 25 euro per le prestazioni erogate in pronto soccorso codificate come “codice bianco”.
Restano salvi ticket più elevati introdotti dalle Regioni.
E’ prevista la revisione dei Livelli essenziali di assistenza, LEA, inserendo nell’assistenza ambulatoriale prestazioni già
erogate in regime di ricovero ospedaliero e rivedendo le soglie di appropriatezza delle prestazioni per le prestazioni di
ricovero ospedaliero in regime di ricovero ordinario diurno.
Fra le altre norme, infine, si ricorda il finanziamento di 8 milioni di euro annui per il triennio all’Istituto Superiore di Sanità;
il Contributo straordinario di 2 milioni di euro annui per il triennio alla Lega italiana per la lotta contro i tumori;
Incompatibilità con altro rapporto di lavoro pubblico e privato e con qualsiasi attività professionale per i Direttori IRCCS;
l’Accordo su farmacovigilanza attiva tramite convenzioni AIFA Regioni per risorse pari a 25 milioni di euro. (sm/09.01.07)
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Nella ricetta indicare il principio attivo o il generico. Lo chiede l'Antitrust in una segnalazione inviata a
governo e Parlamento. – Le posizioni, le reazioni.
Antefatto 23 maggio 2005 - Antitrust ai medici: indicate solo il principio attivo
Il neo presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà alludendo al decreto sui prezzi dei farmaci rilancia: per i farmaci ove il
brevetto è scaduto bisogna obbligare i medici a prescrivere solo il principio attivo. Una proposta quasi "rivoluzionaria" se
non fosse l'uovo di Colombo destinato ad aprire una ridda di contrastanti reazioni, non tutte all'altezza del ruolo istituzionale
di chi le ha manifestate.
Sicuramente il primo premio per "stile" deve essere assegnato a Del Barone, presidente nazionale degli Ordini dei medici
che rifiutando la proposta dell'Antitrust si avventura in una dichiarazione quantomeno offensiva: "non lasceremmo mai il
farmaco in mano dei farmacisti o dei loro garzoni". Certamente non siamo noi a difendere ipocritamente una situazione più
volte denunciata come quella dei "camici neri", personale laureato che dispensa al banco qualsiasi tipo di farmaco, ma
quando ci si confronta su temi specifici conviene attenersi a quello, enunciando le proprie ragioni con forza ma mai con
"volgarità. Se Del Barone ha della prove o deve fare delle accuse circostanziate che le faccia nelle sedi opportune. Per
quanto attiene ai farmaci generici, chiunque lavori in farmacia o più semplicemente si reca in uno studio medico, magari
solo per patologie croniche, è a conoscenza della "riluttanza" o "malavoglia" con cui i medici prescrivono i farmaci
generici. Scarsa 'informazione, scarso, 'impegno. Certo, in questo modo l'attenzione dell'industria si orienterebbe verso le
farmacie che acquisirebbero il ruolo di scegliere la casa produttrice. A nostro avviso in questo non c'è alcuna
contraddizione, da tempo consideriamo la farmacia attività commerciale, appare quindi naturale che questa attività possa
esplicarsi anche attraverso questa scelta.
Diverso ènvece il ruolo del farmacista che in quanto professionista deve comunque far prevalere l'atto professionale sempre
e comunque da anteporre a quello commerciale.
Alcune reazioni:
Devono essere i medici e non i farmacisti, spiega Mario Falconi, segretario nazionale della Fimmg, il maggior sindacato dei
medici di famiglia, a decidere cosa è meglio per i pazienti. ''Noi medici di famiglia saremmo ben felici di poter prescrivere
solo il principio attivo - spiega Falconi – perchè così forse, qualcuno potrebbe finalmente cominciare a giudicarci dalla
qualità del nostro lavoro e dai risultati che otteniamo invece che dalla mera quantità dei farmaci che prescriviamo''. Per
Falconi non e' possibile accettare una sostituibilità senza paletti e reiterata.
Di diverso avviso l'associazione dei titolari di farmacia (Federfarma) che concorda con la proposta del Presidente
dell'Antitrust, Catricalà di obbligare i medici a prescrivere solo il principio attivo e il dosaggio e non il nome commerciale
dei farmaci. Così secondo l'associazione ''il farmacista consegnerebbe il medicinale corrispondente meno costoso e il
cittadino risparmierebbe''.
Un no alla ipotesi Carticalà arriva poi dall’industria farmaceutica. Il presidente di Farmindustria, Federico Nazzari, ritiene
che ''l'ipotesi di obbligare i medici a prescrivere sulla ricetta solo il principio attivo non ha solo implicazioni commerciali e
sanitarie ma anche ricadute negative sulla ricerca farmaceutica''. Secondo Farmindustria il marchio, la 'griffe', rappresenta
''una molla allo sviluppo della ricerca'', un ''valore non solo per il paziente ma anche per le imprese''. Due gli aspetti chiave
da tenere presenti secondo Nazzari: ''la garanzia di poter realmente competere sul mercato, a parità di condizioni col
generico, e l'incoraggiamento all'avvio di nuove ricerche''. Farmindustria fa notare come il processo della ricerca sui
farmaci, ''i cui costi sono sostenuti in massima parte dalle aziende'', sia lungo e costoso: non meno di 12 anni, fino a 800
milioni di euro di investimento per una molecola su 10 mila che diventa farmaco. Salvaguardia del marchio, per
Farmindustria, ''non solo perchè è un diritto di proprietà industriale in se, ma perchè va lasciata al medico la facoltà di
prescriverlo, se ritiene che rappresenti una maggiore garanzia di qualità per il paziente ''.
http://www.mnlf.it/Antitrust%20per%20i%20farmaci%20generici.htm
(la Stampa) Conflitto di interessi dal Garante del mercato pesanti accuse ai medici: legami troppo stretti con le grandi
multinazionali del settore, ci sono problemi di etica - L’Antitrust: stop alle medicine «griffate» «Nelle ricette obbligatorio
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prescrivere farmaci generici e non marche». La Turco: «Faremo la legge». 12/11/2006 di Giacomo Galeazzi
ROMA. Appello dell’Antitrust a favore delle medicine «non griffate». Il Garante per la concorrenza chiede al governo e al
Parlamento di obbligare i medici a indicare nella ricetta i principi attivi oppure i farmaci a più basso costo, tranne che in casi
giustificati da motivi clinici. Un invito subito raccolto dall’esecutivo.
«E’ una esortazione assolutamente condivisibile e valuterò mediatamente la questione sollevata dall’Antitrust - afferma il
ministro della Salute Livia Turco -. La Aifa, l’agenzia del farmacoè una autorità indipendente e già proponeva di
intervenire per promuovere la diffusione dei generici, quindi quello dell’Antitrust è un auspicio che va nella stessa
direzione. Adesso valuteremo in quale modo tradurre in provvedimenti concreti questa giusta raccomandazione». I
«generici», usati in Italia tre volte meno che nel resto dell’Unione europea, sono quei medicinali non più coperti da brevetto
o da certificato di protezione che si differenziano dalle specialità medicinali perchè vengono commercializzati direttamente
con il nome del principio attivo e costano molto meno.
L’Autorità per la concorrenza nella segnalazione inviata al premier, al ministro della Salute e ai presidenti di Camera e
Senato, sposta la scelta del farmaco, che attualmente ricade sul medico, sul farmacista e sul consumatore finale. L’adozione
di questo obbligo, a giudizio del Garante, potrebbe ridurre gli effetti del conflitto di interessi in medicina legato al
finanziamento, da parte delle imprese farmaceutiche, delle spese di viaggio e di ospitalità in occasione di corsi, convegni,
congressi e visite ai laboratori e ai centri di ricerca aziendali. Inoltre, verrebbe favorita la concorrenza fra farmaci,
incentivando l’utilizzo dei «generici» o, in ogni caso, di quelli a più basso costo, facilitando la riduzione della spesa
farmaceutica a carico delle famiglie e del Servizio sanitario nazionale.
In ogni caso, però dovrebbe essere fatta salva la possibilità per il medico, di specificare, per motivi clinici, la non
sostituibilità del farmaco. La segnalazione è arrivata dopo che gli industriali del farmaco hanno sottoposto all’attenzione
dell’Antitrust la delibera con la quale, a causa dei tagli previsti in Finanziaria, Farmindustria sospendeva le spese di tipo
congressuale e convegnistico. Un’iniziativa approvata dall’Autorità che non ha riscontrato nella decisione alcun profilo
anticoncorrenziale. Proprio la delibera di Farmindustria, però ha sollecitato l’attenzione del Garante che, con questa
segnalazione al governo e al parlamento, sottolinea come l’ospitalità dei medici a carico del settore farmaceutico rappresenti
«un aspetto rilevante, anche se non esaustivo, del conflitto di interessi in medicina».
Si tratta, secondo l’Autorità di un fenomeno «da mettere sotto osservazione e disciplinare, anche per evitare distorsioni della
libera concorrenza». Il conflitto di interessi in medicina, denuncia il Garante, è collegato ad una più vasta tela di relazioni
tra ricerca scientifica, farmacologia, prevenzione e cura, industria farmaceutica. La soluzione del problema «va cercata
prima di tutto sul terreno etico e nell’aumento delle risorse pubbliche da destinare alla ricerca scientifica». L’Assogenerici,
l’associazione dei produttori di farmaci «non griffati» si attende che la segnalazione del Garante crei un volano positivo per
l’impiego dei medicinali generici, visti come «una risorsa per il Ssn e i cittadini». Bocciatura senza appello, invece, dai
camici bianchi.
Per la Federazione dei medici di medicina generale, la valutazione dell’Antitrust potrà forse essere corretta dal punto di
vista economico, ma sicuramente mette a rischio la salute dei cittadini. «Indicare il solo principio attivo non è la stessa cosa
che indicare un farmaco preciso - insorge la Fimmg-.Per lo stesso principio attivo utilizzato, a seconda degli altri eccipienti
presenti, ci possono essere farmaci che agiscono in maniera percentualmente diversa rispetto alla medesima patologia. E ciò
può creare gravi problemi e seri rischi, soprattutto in pazienti anziani».
La Repubblica - Nelle ricette indicate i farmaci generici" l'antitrust ai medici: prescrivere i meno costosi per ridurre la spesa
sanitaria di Mario Reggio - Obbligare i medici a prescrivere il principio attivo o a indicare nella ricetta la facoltà per i
pazienti, di acquistare un farmaco generico a più basso costo, in sostituzione di quello di marca.
La richiesta arriva dall'Autorità Garante della Concorrenza e del mercato ed è indirizzata a governo e Parlamento. Secondo
l'Antitrust, si ridurrebbero gli effetti del conflitto d'interessi legati ai finanziamenti delle aziende farmaceutiche per i
convegni e i corsi di aggiornamento dei medici. Contemporaneamente, si favorirebbe la concorrenza tra i prodotti,
incentivando il consumo di quelli generici. Ultimo effetto: la riduzione della spesa a carico delle famiglie e del Sistema
Sanitario Nazionale.
"Una misura positiva che mi vede pienamente d'accordo - commenta il farmacologo e direttore dell'Istituto Mario Negri,
Silvio Garattini – è da anni che sostengo la necessità di non indicare sulla ricetta il farmaco commerciale, bensì il nome del
principio attivo. Si renderebbe più trasparente il mercato, evitando di favorire alcune case farmaceutiche rispetto ad altre.
Naturalmente - conclude Garattini - vanno sempre rispettate le dovute precauzioni, come quella di indicare sulla ricetta
anche il dosaggio per principio attivo prescritto, come già avviene per i farmaci commerciali".
Di tutt'altro tenore la presa di posizione di Farmindustria, l'associazione delle aziende farmaceutiche, che di recente ha
deciso di bloccare i finanziamenti dei convegni delle categorie mediche e dei corsi di aggiornamento.
"La posizione assunta dall'Antitrust mi stupisce non poco e questo per due motivi - replica Sergio Domp謠presidente di
Farmindustria – perchè va nella direzione opposta rispetto alle necessità indicate da Confindustria per il settore e perchè
pone un problema di sicurezza per i pazienti. Le nostre aziende stanno conducendo una battaglia in difesa dei marchi
farmaceutici italiani, con importanti risvolti industriali, e questa proposta va nella direzione opposta. Ma c'è un altro
problema - afferma Dompè - la prescrizione del principio attivo, in vari casi, può risultare estremamente complessa e
questo potrebbe facilitare gli errori medici, con gravi rischi per i pazienti".
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Continua così il braccio di ferro tra Farmindustria e il governo che, con la Finanziaria, riduce di 2 miliardi di euro gli incassi
delle aziende riducendo o bloccando gli aumenti dei prezzi dei farmaci. La risposta degli industriali è stata immediata:
blocco dei fondi, 300 milioni di euro, destinati a finanziare i convegni, i congressi, visite dei medici ai laboratori ed ai centri
di ricerca aziendali.
Plaude alla proposta dell'Antitrust l'Assogenerici, l'associazione dei produttori dei farmaci "equivalenti". "Guardiamo con
grande interesse a tutti gli interventi, politici, sanitari e istituzionali che mirano a creare un volano positivo per l'impiego dei
farmaci generici. dichiara Roberto Teruzzi, presidente di Assogenerici - visti come una risorsa per il Servizio Sanitario
Nazionale e per i cittadini". - 12 novembre 2006
Da SIMGNEWS (Sindacato Italiano Medicina Generale) - Nota da parte dell redazione di “Firenze Medica”
Evidentemente non sanno di che cosa parlano,con il prezzo di riferimento la spesa per il ssn è sempre uguale, varia solo per
i pazienti e per alcuni farmaci.
Per questi motivi l’intervento del Segretario nazionale Giacomo Milillo è corretto e puntuale.
In Toscana come sempre siamo andati più avanti con la non sostuitibilità della specialità a parità di prezzo o a richiesta del
cittadino. Questo al fine di non ingenerare confusione nell’anziano e per favorire chi ha investito nella ricerca. (senza
danneggiare il cittadino). Fermo restando il nostro giudizio positivo sui generici, ma non sul mercato e sulla discrezionalità
che viene lasciata al farmacista che non è solo un professionista che dispensa il famaco, ma il commerciante che guarda al
margine di guadagno. Se non è conflitto d’interesse questo…!
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Le ghiande di Giove.
Coi primi freddi tornano le caldarroste: per i latini evocavano il dio supremo, mentre dal Medioevo furono considerate cibo
per i defunti. Oggi vendute come nel lontano XVI sec. dagli ambulanti nelle vie cittadine.
Iovis Glandes, ovvero ghianda di Giove: questo il soprannome che diedero i latini alle castagne. La ragione è presto detta: il
suo tronco, corto ma possente, e la sua chioma imponente evocano il dio supremo. Seppur godessero di quest’appellativo
divino, Plino il vecchio non le apprezzava molto. “sono protette da una cupola irta di spine ed è veramente strano che siano
di così scarso valore dei frutti che la natura ha con tanto zelo occultato. Sono più buone da mangiare se tostate: vengono
anche macinate e costituiscono una sorta di surrogato del pane durante il digiuno delle donne” (Naturalis Historia). Ma i
suoi concittadini, a differenza dello storico, le mangiavano di gusto come ci tramandano Apicio, che consigliava di
sostituirle in vari piatti alle lenticchie, e Marziale che le gustava dall’amico Toranio alla fine del pranzo cotte a fuoco lento
e abbrustolite.
Nel medioevo poi furono considerate, come le fave e i ceci, cibo per i morti. In varie zone d’Italia finirono così per
essere d’obbligo nei giorni delle celebrazioni dei defunti: in Val d’Aosta per esempio il 1 novembre venivano offerte nelle
osterie mentre in famiglia si servivano con grappa e zucchero. In Liguria le mangiavano invece lessate. Una tradizione non
solo italiana: nella Vienne, in Francia, ci si riuniva nei castagneti per cuocere i frutti direttamente in loco.
Più allegra invece la ricorrenza che si festeggiava a Ferrara sempre a suon di castagne: qui venivano consumate nel giorno
di San Martino, brindando ironicamente alla gloria degli uomini sposati e al patrono delle loro corna. Un’usanza forse
legata alle virtù afrodisiache che i naturalisti del Rinascimento riconoscevano a questo frutto. Sostiene infatti il
Durante: “le castagne arrostite sotto la cenere, e mangiate con pepe, con sale o zucchero sono men dure a digerire meno
stiticano il corpo, generano ventosità e fanno minor dolore di testa. Se si digeriscono danno notabile nutrimento, ma non
però buono: e per essere molto ventose provocano al coito”.
Nell’attesa di sperimentare la ricetta, non ci resta che mangiare le caldarroste vendute agli angoli delle vie.
Un’usanza antica, come testimonia un’incisione pubblicata nel XVI sec. nel repertorio degli ambulanti che invitava i clienti
a comprar caldarroste:
Maron francesi, delicati e buoni,
mangiarli dopo il pranzo sono buoni.
O là chi di voi che sia affamato,
eccovi i castagnacci a buon mercato.
{…}
Chi vuol mangiare dopo pasto marroni
Mangi dè miei, che sono tutti buoni
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Una Repubblica fondata sulle balle.
Freedom House ha censito le democrazie nel mondo. Le dittature sono sempre in vantaggio. Solo 90 Stati su 193 sono
democratici. L’Italia compare nella ricerca come Stato democratico.
uesta notizia è stata ripresa con gioia da alcuni giornali italiani. Che hanno evitato di riportare la classifica di Freedom
House sulla libertà d’informazione.
Dove l’Italia è all’ottantesimo posto. Dopo Tonga e Botswana. E appena prima di Antigua e Barbuda e di Burkina Faso. Nel
2004 era al settantaquattresimo posto. Stiamo scavando.
Se guardate la mappa, in tutta l’Europa occidentale l’Italia è
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l’unica nazione “partly free”, parzialmente libera.
… Tra Mediaset e Rai non c’è differenza. E tra i vari giornali
sovvenzionati dallo Stato anche. Liberalizziamo le frequenze televisive e eliminiamo l’editoria assistita. Ci tassano per
raccontarci balle. Beppe Grillo
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Le ferrovie di Pantalone.
16.11.2006 - “Ferrovie svenate e senza risorse: lo sbilancio è tale da non permettere più di proseguire in uno stato di
indebitamento finanziario ... gli immobili di proprietà sono stati venduti tutti”, Mauro Moretti, amministratore delegato
delle Ferrovie dello Stato. 1,8 miliardi di euro è il buco di bilancio previsto per il 2006. 6,1 miliardi di euro sono necessari
per non portare i libri in tribunale. RESET! Chi ha amministrato le Ferrovie negli ultimi anni? Catania. Chi è stato ministro
dei Trasporti negli ultimi anni? Lunardi. Chi era presidente del Consiglio negli ultimi anni? Berlusconi. E Moretti dove ha
lavorato negli ultimi vent'anni? I SEIVIRGOLAUNO miliardi di euro li paghino loro. Non sono debiti nostri, sono cosa
loro. Romano Prodi ha detto che interverrà, ma come? Nel solito modo. Tasse ai cittadini. E ai responsabili del fallimento
liquidazioni di milioni di euro, cariche parlamentari riccamente pagate, scorte a carico dello Stato. RESET! Prodi deve
quantificare i danni prodotti e ottenere un risarcimento. Questa gente deve vergognarsi a uscire di casa. Con i treni in una
situazione da Terzo Mondo abbiamo investito nell’alta velocità, nei deliri della Tav in Val di Susa. Qualcuno deve pagare,
fosse un euro, ma deve pagare. Gli elettori del centrosinistra sono stati definiti dei coglioni. Se il Governo non interviene è
sicuramente vero. Chi ha sbagliato paghi. E fuori dalle balle anche tutti i vertici politicizzati delle Ferrovie.
Ps: Cimoli (Cimoletor) ha contribuito a distruggere le Ferrovie, ora sta terminando il lavoro in Alitalia. Tra qualche mese ci
verrà comunicato che è fallita. I responsabili in quel caso hanno già due cognomi: Bianchi e Prodi.
http://www.beppegrillo.it/2006/11/le_ferrovie_di.html
Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica rivisitato da Mario Broglio Montani nel sito
www.vergogna-italiana.org e ripreso da http://www.europeanconsumers.it/
Care Italiane, cari Italiani,
è questo il primo incontro di fine anno con voi, il primo del mio settennato che, insieme al Presidente del Consiglio On.
Romano Prodi, agli illustrissimi Ministri della Repubblica, con e senza portafoglio, Tommaso Padoa Schioppa, Arturo
Parisi, Vincenzo Visco, Antonio di Pietro etc…e con i Sottosegretari di Stato, il Presidente del Senato Antonio Marini e
quello della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti porterà assai presto l’Italia al primo posto, in materia di "GIUSTIZIA"
nell’ancora ristretto numero dei Paesi del Quinto Mondo.
Il Segretario Generale della Presidenza ed i Consiglieri del Quirinale da me nominati dopo la mia elezione del 10 Maggio
dell’anno che tra qualche ora lascerà posto (per la prima volta dopo disastrati decenni di strapotere politico, economico e
giudiziario che ha garantito la Libertà a parlamentari e portaborse di rubare a piene mani, la Libertà a imprenditori
“lungimiranti” di corrompere e farsi corrompere, la Libertà a Magistrati infeudati in partiti e lobbyes di “insabbiare”
ogni inchiesta riguardante personaggi importanti) ad un miracoloso Nuovo Anno, rappresentano il meglio del Paese che mi
onoro di rappresentare come Padre di tutti gli Italiani. Cito i più rappresentativi:
Il dott. Donato MARRA, Consigliere di Stato e nuovo Segretario Generale della Presidenza della Repubblica la cui
professionalità e sensibilità si rileva dall’attenzione che ha riservato ad un’istanza riservata fattagli pervenire da una
sedicente vittima della giustizia italiana, un pover'uomo affetto da gravi disturbi di natura psichica; un mitomane forse in
cerca di celebrità!
Il dott. Loris D’AMBROSIO, già Capo di Gabinetto del Ministro di Grazia e Giustizia che, grazie alla sua “approfondita
istruttoria” ha seppellito diplomaticamente ignominiose calunnie a carico di magistrati integerrimi e che ho ritenuto,
pertanto, di nominarlo Consigliere per gli “Affari dell’Amministrazione della Giustizia”;
Il Gen. Rolando MOSCA MOSCHINI, la cui antica amicizia e la fruttuosa collaborazione con lui intrattenuta a Bruxelles
mi ha convinto, tenuto in debito conto l'alta professionalità ed anche la sua coraggiosa temerarietà nel proteggere corruttori
e corrotti, a richiamarlo dalla Presidenza del Comitato Militare Europeo per conferirgli anticipatamente la nomina a nuovo
Consigliere Militare della Presidenza della Repubblica.
A chi vi parla, garante dei diritti previsti dalla Carta Costituzionale, legittimo rappresentante dell'unità nazionale e Padre di
Tutti gli Italiani, spetta semplicemente trasmettere oggi un messaggio di fiducia.
Anche nella mia veste di Presidente del C.S.M., espressione e presidio dell'autonomia e indipendenza da ogni altro potere,
mi faccio carico di assumere la responsabilità del Comitato Sostegno Magistrati e questo affinchè a tutti i cittadini Italiani
venga garantita la "Libertà di Lavoro", ed il rispetto degli artt. 2, 3, 34, 35, 41, 45, 54 e 97 della Costituzione della
Repubblica Italiana ed anche quelle previste dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti e delle libertà
fondamentali dell'uomo, in modo particolare gli artt. 6.2, 6.3a-b-d, 9.1, 13 e 17 che, è noto, sono stati calpestati in questi
ultimi 40 anni dai governi di centro, sinistra e destra che si sono avvicendati alla guida del Paese da tutti conosciuto,
immeritatamente, come "Patria del Diritto".
Nel celebrare il sessantesimo anniversario dell'elezione dell'Assemblea Costituente, non posso non ricordare che "gli
indirizzi, i sani principi, i valori etici e morali, la trasparenza, la giustizia" che scolpirono i primi articoli della Carta
Costituzionale sono aperti a raccogliere oggi nuove realtà e nuove istanze.
Esprimo il più sentito e convinto omaggio al mio predecessore Carlo Azeglio Ciampi per l'esemplare svolgimento del suo
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mandato, e in special modo per l'impulso a una più forte affermazione dell'identità nazionale italiana e di un rinnovato
sentimento patriottico. Nello stesso tempo, nessun ripiegamento entro confini e orizzonti anacronistici.
L'Italia e l'Europa, attraverso l'unione ed il potenziamento della capacità d'azione, potranno giocare un ruolo effettivo,
autonomo, peculiare nell'affermazione di un nuovo ordine internazionale di pace e di giustizia.
Un ordine di pace nel quale, grazie all'obbiettività del Direttore Centrale dell'Agenzia ANSA Pierluigi Magnaschi,
dell'eminente editorialista del Corriere della Sera Sergio Romano, di Ezio Mauro e Vittorio Zucconi di "la Repubblica" e di
tutti gli altri direttori dei quotidiani nazionali e locali (raro esempio di libertà di stampa asservita ai poteri forti) possa
espandersi la democrazia e prevalere la causa dei diritti umani per porre un argine all'intollerabile aggravarsi delle
disuguaglianze a danno dei paesi più poveri flagellati anche dall'imperante corruzione politica-economica-giudiziaria.
Il nostro futuro tuttavia è legato anche a problemi come quelli che si collocano ormai nel grande scenario dello spazio
europeo di libertà, sicurezza e giustizia ed il nostro Paese, con l'On. Franco Frattini (Vice Presidente della Commissione
Europea con delega specifica in tale materia) farà di tutto affinchè le classi medie-basse della popolazione possano avere
una "GIUSTIZIA" imparziale, uguale per tutti, anche per i politici corrotti e corruttori.
Certo, i problemi della legalità e della moralità collettiva si presentano ancora aperti in modi inquietanti ed anche in ambiti
che avremmo sperato ne restassero immuni. Mentre sono purtroppo rimaste critiche le condizioni dell'amministrazione della
giustizia, soprattutto per l'ignoranza dolosa di una minoranza di magistrati, inquirenti e giudicanti, del C.S.M. e
dell'Ispettorato del Ministero della Giustizia che nulla hanno posto in essere per garantire la reputazione della maggioranza
dei Magistrati onesti come quelli del Tribunale di Bari e la punizione di quelli disonesti come i componenti della Corte
d'Appello dello stesso distretto che in cambio di "plata" riformarono ignominiosamente la sentenza di primo grado.
Care Italiane, cari Italiani,
termino questo breve, primo mio discorso dal Colle del Quirinale, con un forte appello all'unità nazionale che, senza
edulcorare le aspre divergenze soprattutto ai vertici della politica nazionale, sollecita tutti gli italiani a partecipare
vivamente al processo di slancio e coesione del nostro Paese, per assicurare all'Italia il ruolo che gli spetta nei Paesi del
Quarto e Quinto Mondo.
Ed è un appello che può forse trovare maggiore rispondenza in quell'Italia profonda, l'Italia delle cento province, l'Italia
della fatica quotidiana e della volontà di progredire, che il mio predecessore ha voluto esplorare traendone l'immagine di
una concordia di intenti e di opere più salda di quanto comunemente si ritenga.
Rivolgo un grato e rispettoso pensiero a tutti i miei predecessori, personalità rappresentative di diverse correnti ideali e
tradizioni popolari, ritrovatesi nel primato dei valori essenziali : libertà, giustizia, solidarietà. A dimostrazione della mia
sensibilità a questi problemi ho dato disposizione affinchè l'indirizzo E-mail del Quirinale, subissato da instanze
ingiustificate, venisse eliminato e sostituito da un più semplice formulario che non vi consente di inviare messaggi con links
che rinviano a documentazioni giudiziarie che si trovano negli archivi del C.S.M., del Ministero della Giustizia, del
Comando Generale della Guardia di Finanza, Procure e Tribunali vari della Repubblica Italiana.
Augurandovi un ricco "cenone" ed un assai prospero 2007, mi inchino dinanzi a tutti gli italiani, per la prima volta anche
quelli che operano all'estero. Non sarò in alcun momento il Presidente solo della maggioranza che mi ha eletto; avrò
attenzione e rispetto per tutti voi, anche per le vittime di tangentopoli costrette, alla non più tenera età di 67 anni, ad
emigrare nella lontana Terra Argentina. - Viva la Repubblica fondata sulla Corruzione. Viva l’Italia! 37
La fidelizzazione dei fedeli. – A Richmond, Londra, parcheggi più cari per le auto piu' inquinanti.
La fidelizzazione dei fedeli.
A Torre Annunziata, nella parrocchia della Trinita' di via Gino Alfani, il parroco, don Antonio Ascione, ha deciso di
premiare i bambini che frequenteranno piu' assiduamente la messa della domenica mattina con dei punti fedelta'.
Con otto punti, cioe' otto presenze in Chiesa, i fedeli possono portarsi a casa rosari di legno, crocefissi, vangeli formato
tascabile, quadri con immagini religiose, bibbie e icone di santi e madonnine.
Con 10 bollini una sacca da pellegrinaggio.
Sembra un'iniziativa bizzarra ma, malgrado i risultati siano al di sotto delle aspettative, l'afflusso in Chiesa e' aumentato.
Forse, se il don cambiasse i premi... – Ansa
Parcheggi più cari per le auto più inquinanti
L'idea, definita da qualcuno "folle", e' del comune di Richmond, vicino Londra, zona particolarmente trafficata e di
conseguenza con un alto tasso di inquinamento.
Parcheggi gratis per le auto elettriche e ibride diesel-elettrico, aumenti fino al 200% per fuoristrada, SUV e auto 4x4.
Per fare un esempio: una Porche Cayenne, un'auto inutile, potrebbe arrivare a pagare circa 447 euro all'anno. - Repubblica
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Regioni: uffici stampa e portavoce dei presidenti.
E’ stata pubblicata sul sito www.regioni.it nella sezione “comunicazione” una tabella con i recapiti (telefonici, fax , e-mail)
dei responsabili degli uffici stampa delle Regioni e delle Province autonome.
Tale mailing è integrata con i riferimenti dei portavoce dei Presidenti (laddove siano stati istituiti tali uffici).
REGIONI: UFFICI STAMPA E PORTAVOCE DEI PRESIDENTI
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Nuovi limiti per la cannabis ad uso personale.
Il Ministro della Salute Livia Turco ha emanato lunedì scorso, di concerto con il Ministro della Giustizia e sentito il
Ministro della Solidarietà Sociale, un decreto ministeriale con il quale viene innalzato da 500 a 1.000 milligrammi il
quantitativo massimo di cannabis espresso in principio attivo, detenibile ad uso esclusivamente personale. Pertanto i
cittadini che saranno trovati in possesso di quantitativi al di sotto di tale limite potranno essere oggetto solo di sanzioni
amministrative, senza incorrere nella presunzione di spaccio e nei provvedimenti punitivi che, in base alla legge FiniGiovanardi, potevano arrivare fino all'arresto e al carcere. Il nuovo valore soglia di 1.000 milligrammi di principio attivo
della cannabis deriva dalla moltiplicazione per 40, anziché per 20 come previsto dalla vecchia tabella varata dal precedente
Governo, della "dose media singola" che è pari a 25 milligrammi. Si ricorda che, per "dose media singola", si intende la
"quantità di principio attivo per singola assunzione idonea a produrre in un soggetto tollerante e dipendente un effetto
stupefacente e psicotropo". Il Ministro Turco ha affermato che con questo provvedimento "non si intende liberalizzare l'uso
della cannabis, ma far rientrare tali comportamenti nocivi per la salute tra gli atti da prevenire e non da reprimere con pene
che possono arrivare fino al carcere". www.ministerosalute.it
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Cosa loro.
18.11.06 - Hanno interrotto il dipendente del Consiglio Prodi durante gli Stati generali dell’antimafia. Mentre diceva che
il governo sta adottando misure efficaci per combattere la mafia. Gli hanno gridato: “In Parlamento ci sono 25 persone con
sentenze passate in giudizio!” e “Cacciate i deputati condannati in via definitiva dalla commissione Antimafia!”. Prodi ha
reagito con il vigore di un tortellino bollito: “Vengono poste al presidente del Consiglio domande che andrebbero fatte al
Parlamento”. Era impreparato, può succedere. Ma nascondersi dietro al Parlamento non si fa. E’ un’ammissione di
impotenza. Se non sa rispondere a domande fondamentali per la democrazia non può rappresentarci.
Alla commissione Antimafia va cambiato il nome. In commissione AntiStato. Da quando esiste, le mafie sono in piena
espansione. L’Antimafia ha due nuovi membri condannati in via definitiva: Pomicino, tangenti, e Vito, corruzione. I loro
sponsor sono Dc-Psi e Forza Italia. Ma gli altri partiti sono stati a guardare.
C’è una frattura tra il Paese e questa gente, questi partiti. Una spaccatura che non si nutre più di speranze di cambiamento,
ma di frustrazione e di rabbia. Non sono un veggente. Non so come andrà a finire. Ma sono pessimista. E un comico
pessimista non è un bello spettacolo. Ex corruttori e ex tangentisti contro le mafie. Chi vincerà?
Voglio Provenzano all’Antimafia. Mi dà più fiducia. Si è esposto in prima persona e non ha mai invocato l’immunità
parlamentare. Rispetto a questi è un galantuomo. http://www.beppegrillo.it/2006/11/cosa_loro.html
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OCSE: sanità italiana; buon rapporto qualità/prezzo.
C’è un buon rapporto qualità/prezzo nel nostro servizio sanitario. Lo afferma l'OCSE (http://www.oecd.org) che ha
confrontato il sistema sanitario italiano con quello degli altri paesi sviluppati. Ma non basta. A fronte di una spesa inferiore
a quella di gran parte dei paesi Ue, i risultati di salute sono spesso migliori. Queste evidenze sono state rilevate dal rapporto
"Salute e sanita' a confronto - Indicatori Ocse 2005", presentato dal Cergas Bocconi in universita' con il contributo di
GaetanLafortune della Social Policy Division / Health Policy Unit dell'OCSE (http://www.oecd.org) . Ricordiamo anche
che l’OMS, l’organizzazione mondiale della sanità, sostiene che il nostro Paese abbia un servizio sanitario tra i primi e
migliori nel mondo.
La spesa sanitaria pro capite in Italia e' leggermente inferiore alla media Ocse (2.258 dollari contro 2.394), in linea con
quella britannica (2.231) e decisamente piu' bassa rispetto a Germania (2.996) e Francia (2.903). Dei paesi europei
comparabili, la sola Spagna (1.835) spende di meno.
Il tasso di mortalita' italiano (534 decessi l'anno per 100.000 abitanti) e', ciononostante, piu' basso di quelli di Spagna (560),
Francia (569), Germania (621), Regno Unito (645) e Ocse (650). Altrettanto positivi i dati sulla vita media (solo gli
spagnoli vivono qualche mese piu' di noi), sulla riduzione del fumo e dell'alcol e sull'obesita', che interessa l'8,5% della
popolazione, un dato vicino a quello della Francia (9,4%), ma nettamente inferiore a Germania (12,9%), Spagna (13,1%) e
Gran Bretagna (23%).
L'Italia, maglia rosa per la percentuale di popolazione anziana e maglia nera per la fertilita', soffre ancora di un eccesso di
medici (4,1 per 1.000 abitanti, contro i 3,4 di Francia e Germania, i 3,2 della Spagna e i 2,2 del Regno Unito) e una carenza
di infermieri (5,4 per 1.000 abitanti, contro i 7,3 della Francia, i 7,5 della Spagna, i 9,1 della Germania e i 9,7 del Regno
Unito).
La carenza di medici è una problematica rilevante in molti Paesi. Il numero, la distribuzione, e la composizione della classe
medica è influenzata da diversi fattori, tra cui le restrizioni nell’accesso alla professione, la scelta della specializzazione, la
retribuzione ed ancora le condizioni lavorative e la mobilità professionale. Il 2003 ha registrato notevoli variazioni nel
numero di medici pro-capite tra Paesi OCSE. Si va da 4 dottori ogni 1.000 abitanti in Italia e in Grecia a meno di 2 per
1.000 abitanti in Turchia, Messico e Corea. Il numero dei dottori pro-capite risulta relativamente basso anche in Giappone,
Canada, Regno Unito, e Nuove Zelanda, Paesi che tradizionalmente controllano di più l’accesso alle facoltà di medicina.
Anche la il consumo di alcolici è diminuito negli ultimi decenni nella maggior parte dei Paesi OCSE. Restrizioni sulla
pubblicità, nelle vendite, e l’incremento delle tasse sono tutte misure efficaci nella riduzione dei consumi. I Paesi
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tradizionalmente produttori di vino quali Italia e Francia hanno visto diminuire notevolmente dagli anni 80 la consumazione
di alcolici pro-capite. In controtendenza, il consumo pro-capite è aumentato di oltre il 40% in Irlanda.
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Botulismo descritto negli adulti a seguito di iniezioni cosmetiche.
Le iniezioni cosmetiche con un preparato a base di botulino altamente concentrato possono portare a pericolosi casi di
botulismo. Sono necessari ulteriori regolamenti ed un'implementazione dell'istruzione per prevenire la vendita inappropriata
sul mercato e l'uso clinico di prodotti a base di tossina botulinica non autorizzati. Il presente studio descrive infatti il primo
caso di botulismo iatrogeno, dovuto all'iniezione di un preparato altamente concentrato che attualmente dovrebbe essere
disponibile solamente a scopo di ricerca: la formulazione è stata diluita, ma a quanto pare non abbastanza, in quanto tutti i
pazienti sono andati incontro ad astenia progressiva ed ad altre manifestazioni di neuropatia cranica. I pazienti sono
sopravvissuti grazie alla terapia standard, ma non senza trascorrere diverse settimane in ospedale in ventilazione assistita.
(JAMA 2006; 296: 2476-9)
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L’insalata di Adone.
Adone nacque da un incesto, quello tra Teia, il re di Siria e sua figlia Mirra. Così narra la leggenda di Adone che, fattosi
giovanotto, divenne talmente bello da essere conteso tra Afrodite e Persefone. Una disputa che gli costò la vita: Ares, geloso
delle attenzioni rivolte dalle dee al ragazzo, si trasformò in cinghiale e lo colpì a morte mentre Adone cercava rifugio
proprio in una pianta di lattuga. Insalata simbolo dunque di morte per gli antichi greci: ma non per tutti. Qualcuno credeva
che vedere in sogno una lattuga fosse il preannuncio di una disgrazia, ma non Pitagora e i suoi discepoli che l’utilizzavano
nella propria dieta per le sue virtù. Ritenevano infatti che la lattuga favorisse la contemplazione e la concentrazione nei
riti religiosi, permettendo di tenere a bada le tentazioni erotiche…
Ciò che per i Pitagorici era un pregio, veniva però lamentato come difetto dal poeta Anfide che scriveva “un applauso per la
lattuga, che le possa venire un accidente. Provi a mangiarla un uomo sotto i quarant’anni quando vuole accompagnarsi a una
donna: si muoverà tutta la notte senza riuscire a fare quel che vorrebbe, non avendo come aiuto se non la mano per sfregare
le contratte pieghe.”
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Con Google programmi di scrittura e calcolo convertibili in fomato microsoft gratuiti on line.
Google ha presentato due interessanti novita': Google Docs & Spreadsheet, un editor di documenti di testo e un foglio di
calcolo, disponibili gratuitamente per tutti gli utenti e che mina seriamente al predominio dei formati Office.
Entrambi sono utilizzabili online, senza dover installare alcun software.
Il Word Processor e' di utilizzo molto semplice e ha alcune funzionalita' rivoluzionarie che consentono di lavorare sui
documenti di altri utenti collegati online, oppure permettono di utilizzare l'editor come un vero e proprio impaginatore
HTML per la creazione e pubblicazione di nuovi post su siti e blog.
Un'altra caratteristica molto interessante e' la possibilita' di salvare i documenti in formato OpenOffice, Word (.doc) e PDF.
La parte destra della Toolbar permette di invitare collaboratori alla stesura congiunta del documento. Tale collaborazione
online puo' essere gestita tramite la propria rubrica contatti di GMail o altri servizi Google. Il pulsante "Publish" permette di
pubblicare online il documento su un determinato sito oppure pubblicare il post sul proprio Blog.
Google Spreadsheet e' invece un foglio elettronico online (come Excel per intenderci) con la differenza che funziona via
web ed ha tutte le caratteristiche di calcolo basilari. Le formule sono personalizzabili, oltre a quelle gia' disponibili di natura
finanziaria e matematica.
Il livello di collaborazione online sul foglio di calcolo e' ancora piu' completo poiche' permette di discutere in rete sul
documento attraverso una chat, oltre che naturalmente partecipare alla sua stesura. Decisamente notevole.
I due programmi sono disponibili gratuitamente all'indirizzo http://docs.google.com/ .
Fonte http://www.ikaro.net/articoli/cnt/google_docs_spreadsheet-00356.html
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I veri baroni sono i manager incapaci. La malasanità nasce in sede amministrativa e politica.
Di Giacomo Galeazzi - «Altro che interessi consolidati dei baroni universitari, la malasanità è colpa dei manager incapaci e
politicizzati. E’ il caos: non ci sono regole, verifiche, controlli». L’oncologo Francesco Cognetti, per cinque anni direttore
scientifico dell’Istituto nazionale dei tumori «Regina Elena» (appena sostituito dal ministro della Salute Livia Turco
nonostante il mondo accademico e scientifico ne chiedesse la conferma), rispedisce al mittente le critiche lanciate ieri ai
«camici bianchi» da Rosi Bindi sulla Stampa. «Gli ospedali sono sporchi e inefficienti? I poteri forti dei cattedratici e il
lavoro dei primari nella strutture private non c’entrano affatto. La verità è che ormai noi medici non decidiamo più nulla,
contano solo gli amministratori».
Professore, lo scandalo del Policlinico Umberto I, secondo Rosi Bindi, dipende dal fatto che la pulizia degli ospedali è
stata tutta appaltata a società esterne mentre, senza l’esclusività del rapporto professionale, i primari stanno nelle
cliniche a pagamento invece che in corsia. E’ così?
«Solo chi non conosce i problemi della sanità italiana può ignorare il livello di promiscuità tra politica e gestione degli
ospedali. Il vero problema sono i manager. Persone senza esperienza ma con etichetta politica, che se avessero riconosciute
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capacità, dirigerebbero industrie o enti di ben altra rilevanza, non certo aziende sanitarie. Invece di far uscire la politica
dagli ospedali, è più facile trasformare i primari in capri espiatori».
E voi medici non avete colpe?
«Non si può generalizzare. Nella nostra classe ci sono grandi professionisti e colleghi il cui lavoro ha assunto negli ultimi
anni caratteristiche impiegatizie. L’onorevole Bindi confonde le baronie mediche con la pulizia negli ospedali: dovrebbe
sapere che i primari non hanno più grande ruolo nella gestione delle strutture. Ormai tutto dipende dai direttori sanitari e
amministrativi, nominati dai governatori e assessori regionali. I primari fanno ciò che possono: quando si tratta di servizi di
carattere generale o forniture hanno le mani legate».
I policlinici sono cattedrali della malasanità?
«All’Umberto I di Roma, effettivamente, le cattedre universitarie sono proliferate, mentre i posti letto sono rimasti
pochissimi. La responsabilità dello scandalo, però, è di chi affida i lavori in appalto e poi non controlla. Non si risolve nulla
costringendo i medici a stare nelle strutture pubbliche e vincolandoli a un rapporto di lavoro esclusivo finché vigeranno le
stesse regole di sporcizia, immondizia e confusione che emergono ora. E non è solo una questione edilizia. Abbiamo
ospedali più moderni e nuovi che in pochi anni si degradano proprio per la mancanza di controllo su quello che fanno le
ditte appaltatrici di servizi».
Resta il fatto che i primari invece che al Policlinico stanno nelle cliniche private....
«Sarà anche vero, ma in questo momento non è l’urgenza in questione. E di sicuro non sta qui il problema degli ammalati.
Tanto più che se il medico lo si vincola ad un regime di esclusività bisogna pure dargli delle garanzie di poter espletare al
meglio la propria professione all’interno delle strutture pubbliche. E questo farebbe piacere prima di tutto ai medici, oltre
che ai pazienti. Certo, si può pensare ad altre soluzioni».
Quali?
«Se non si risolvono i problemi strutturali e le difficoltà di gestione, il medico in ospedale ha poco margine d’azione. Per
ottenere piccoli benefici, si è perso di vista l’obiettivo supremo della funzionalità delle strutture. Alcuni miei colleghi di
scarso livello professionale si sono adagiati, hanno accettato passivamente e non hanno denunciato questo vergognoso stato
di cose. Non si può ignorare, però, che ci sono istituzioni sanitarie private che funzionano alla perfezione: una chiara
dimostrazione che il nodo da sciogliere è solo la pessima gestione degli ospedali. E nessuno ammette che la colpa va
individuata nell’identificazione tra il ruolo dei manager che dirigono gli ospedali e il potere politico. Un vizio universale,
che è di destra quanto sinistra, sta affondando la sanità pubblica». http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200701articoli/16314girata.asp
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Telenovela 2007. Cara Veronica, … di Marco Travaglio
Cara Veronica,
leggo con stupore sulla stampa comunista una lettera a tua firma nella quale pretendi le mie pubbliche scuse per alcune frasi
attribuitemi in occasione del mio recente impegno istituzionale al galà dei Telegatti.
Anzitutto consentimi di precisare che, al solito, sono stato frainteso. La frase «se non fossi già sposato ti sposerei subito»
non era rivolta, come erroneamente riportato dalle penne rosse, alla signora Ajda Yespica, bensì a Sandro Bondi,
ultimamente un po’ giù di morale. Il mio «con te andrei ovunque» si riferiva invece a Paolo Guzzanti, che vedo piuttosto
depresso. Posso assicurarti che, fra me e la signora Yespica, non esiste null'altro che un rapporto meramente istituzionale:
Ajda fa parte del gruppo di studio sui valori della famiglia tradizionale che stiamo mettendo in piedi con gli amici Adornato
e Lele Mora, per contrastare l'offensiva anticristiana sui Pacs.
A questo proposito, sei tu che dovresti scusarti con me per aver ricordato agli italiani accennando al mio divorzio - che ho
due famiglie: particolare che ero riuscito a far dimenticare persino al Vaticano, dove mi credono un cattolico modello.
Come non bastasse quella storia di Cacciari (se proprio volevi, c'era il nostro Pera disponibile). Ora manca solo che tiri fuori
dal mio cassetto il grembiule e il cappuccio, e sono fatto. Conoscendomi da 27 anni, sai bene quanto ampie siano le mie
vedute e quanto illuminata sia la mia concezione della donna, che considero da sempre la miglior amica dell’ uomo. Ma non
t'illudere che sia disposto ad accettare che tu possa liberamente pensare, o parlare, o peggio scrivere senza il mio permesso,
distogliendo tempo ed energie alla missione di lavarmi e stirarmi le camicie, rammendarmi i calzini e buttar giù la pasta. C'è
un limite a tutto.
Ma che figura ci faccio? Mia moglie che firma un articolo, per giunta critico, per giunta col mio cognome, per giunta su un
giornale concorrente ai miei: se proprio ti scappava di esternare, potevi almeno farlo sul Giornale, su Panorama o sul Foglio
che t'ho appositamente intestato, così facevamo l'esaurito e ci guadagnavo qualcosina anch'io. Ma la cosa che più mi ha
ferito è stata quella citazione di tal Catherine Dunne, con cui ti sei definita «la metà di niente». Il niente, se ho capito bene la
metafora, sarei io. Ora, che io sia una nullità me lo diceva già Vittorio Mangano: «nuddu ammiscato cu nenti», mi chiamava
il nostro simpatico stalliere. Ma lui poteva. Tu no.
Insomma, cribbio: ci sono storici del Mulino Bianco che mi paragonano a De Gaulle e a Reagan, c'è Adornato che
organizza un convegno di tre giorni per studiare il mio pensiero, e tu, proprio tu, la mia squaw, mi chiami niente? Ora, visto
che mi conosci da 27 anni, tutti penseranno che hai ragione tu e ha torto Adornato. Non è bello, soprattutto ora. Confessa: te
la fai con Gentiloni? Guarda che chiamo Catricalà, eh?! Non ci metto mica niente. E, se insisti, ti piazzo alle costole
Dell'Utri, così ti passano certi grilli dalla testa. Mi spiace che Cesare è agli arresti domiciliari, se no te lo scioglievo nel
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2 Febbraio 2007 a cura di [email protected]
parco di Macherio, senza catena nè museruola.
E poi, cribbiolina: chi ti ha dato il permesso di leggere questa Catherine Dunne? Anzi, chi ti ha dato il permesso di leggere?
È vero che pubblichiamo libri, ma solo perché un giorno è arrivato Previti e m'ha regalato la Mondadori senza spiegare
dove l'ha presa. Ma ciò non autorizza nessuno della famiglia a portare libri in casa. Certe letture fanno male alla salute,
specie alle donne. Ho chiesto ad Ajda se conoscesse questa Dunne e m'ha detto che nell'album delle figurine di Lele Mora
non c'è. E poi, dico io: sono cinquant'anni che ne combino di ogni, e tutti mi perdonano, mi amnistiano, mi indultano, mi
prescrivono, mi assolvono, la sinistra mi scambia per un liberale, m'invita a fare una bicamerale al mese e ora mi mette pure
il segreto di Stato su Pollari, e proprio tu mi vieni a fare la schizzinosa?
Ora devo salutarti: il gruppo di studio sui valori della famiglia mi attende. Volevi le scuse? Eccole. Sc... ehm... Sc...
Scherzetto! Niente scuse. Se proprio ci tieni, ci vediamo sabato sera su Canale5, dalla Maria, a “C'è posta per te”. Così
facciamo share e Pierdudu e Fedele son contenti. Come diceva quel tale (anch'io so fare le citazioni colte), «uniamo l'utile al
dilettante». Ciao, bella gnocca. Tuo Silvio
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Bagagli perduti all'aeroporto. Cosa fare.
20-12-2006 - Perdere il bagaglio quando si viaggia in aereo è un incubo che molto spesso si avvera. Dati recenti, relativi al
trimestre luglio-settembre 2006, mettono in luce che le principali compagnie europee perdono in media quasi il 19 per mille
dei bagagli dei loro clienti-viaggiatori.
Che fare?
Bisogna distinguere tra la perdita vera e propria (quando il bagaglio non viene consegnato entro 21 giorni) e ritardo (quando
la valigia viene rintracciata e restituita al proprietario entro tre settimane dall’arrivo).
In entrambi i casi il passeggero ha diritto al risarcimento dei danni. Il reclamo va fatto immediatamente appena ci si rende
conto che il proprio bagaglio non sarà restituito perché mancante, andando all’ufficio Lost and found (ossia oggetti smarriti)
dell’aeroporto d’arrivo e compilando il modulo Pir, acronimo di Property irregularity report. Se le valigie verranno
considerate ufficialmente perdute, si deve inviare alla compagnia aerea responsabile un reclamo anche per a/r. In questi casi
il massimo dell’indennizzo riconosciuto dalle compagnie, che aderiscono alla convenzione di Montreal, è di 1.167 euro per
bagaglio.
Bagaglio consegnato in ritardo
Quando le valigie vengono invece rintracciate e restituite al proprietario entro 21 giorni, la compagnia ha l’obbligo di
risarcire le spese che il viaggiatore ha dovuto sostenere per sopperire al disservizio. Per ottenere il rimborso è fondamentale
conservare gli scontrini che attestino l’avvenuto acquisto per esempio di biancheria intima o oggetti per la pulizia personale,
magliette e simili. Le prove degli acquisti vanno poi inviate, per mezzo di lettera raccomandata a/r, alla compagnia assieme
a una copia del modulo di reclamo (Pir).
Danneggiamenti dei bagagli
Nelle operazioni di imbarco o di sbarco può capitare anche che i bagagli subiscano danneggiamenti. Anche in questi casi si
deve compilare il modulo Pir descrivendo le caratteristiche della valigia e i danni subiti.
In tutti i casi descritti se la compagnia ignora la richiesta ci si può volgere al giudice di pace, che è competente per le cause
il cui valore sia inferiore a 2.582,28 euro.
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Che pizza capricciosa. Corsi insensati, burocrazia da incubo, dipendenti finti malati ma intoccabili. Tra Kafka
e Fantozzi, l’odissea di un ristoratore. In un libro che batte ogni saggio.
In “Volevo solo vendere la pizza” (Garzanti) Luigi Furini, 53 anni, giornalista di giudiziaria e di economia, racconta la sua
esperienza di piccolo imprenditore e la storia tragicomica del negozio di pizza al taglio cui per due anni ha dedicato tutto il
suo tempo libero. Di seguito l’introduzione del libro, firmata da Marco Travaglio.
Questo libro potrebbe intitolarsi, parafrasando Totò, «Poi dice che uno si butta a destra». È la storia di un ex giovane
maoista, ex sindacalista della Cgil, che fa il giornalista e a un certo punto decide di investire un gruzzolo di risparmi
mettendo su una micro-pizzeria da asporto nella sua città, Pavia. E scopre suo malgrado l’ altra faccia dello stato sociale e
del sindacato: quella che premia chi cerca il posto, non il lavoro. E punisce inflessibilmente chi ha voglia di fare. Gigi
Furini, autore e protagonista di queste avventure fantozziane, le racconta con delicatezza e ironia. Ma alla fine il suo ritratto
del nostro Welfare straccione è folgorante e impietoso, politicamente scorrettissimo proprio perché molto più autentico e
realistico di qualunque trattato socioeconomico. “ Volevo solo vendere la pizza” è vivamente consigliato ai politici e ai
sindacalisti che vogliano guardarsi allo specchio e uscire dal loro polveroso Jurassic Park. Ma anche ai politologi che
s’ interrogano sul «malessere del Nord».
Dunque Gigi affitta a Pavia un locale di 30 metri quadri a 1.200 euro al mese, e si mette al lavoro. S’ iscrive alla Camera di
commercio, acquista il forno, i macchinari e gli arredi, rinnova gli impianti perché siano a norma, si dota di tutto
l’ armamentario per la sicurezza, passa ore e ore fra commercialisti, avvocati, consulenti, Asl, uffici pubblici. Non vede
l’ ora di sfornare la prima pizza, ma quell’ ora sembra non arrivare mai. Passano i giorni, e il piccolo imprenditore Gigi si
trova risucchiato in un tunnel degli orrori senza fine, roba da far impallidire i più vieti luoghi comuni sulla burocrazia
all’ italiana. Il mondo di Gogol e Kafka è uno scherzo, al confronto. Obblighi, autorizzazioni, carte, bolli, spese, certificati,
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sanità e non solo … tessere per il tuo mosaico
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2 Febbraio 2007 a cura di [email protected]
ispezioni, permessi, multe, leggi, regolamenti, cavilli, manuali, corsi di formazione e soprattutto sigle. Tante sigle, perlopiù
mcomprensihili. C’ è per esempio il corso Haccp (Hazard Analysis and Critical Control Points), che ricorda vagamente il
socialismo reale, invece insegna a distinguere le mozzarelle dai detersivi e a numerare le trappole per topi. Ed è solo il
primo di una lunga serie, perché prim’ ancora che Gigi apra il suo negozietto c’ è già qualche decina di persone che vive
alle sue spalle. Cioè campa su una serie di prescrizioni che «se non ottemperi, rischi di prendere la multa». Dunque,
terrorizzato, ottemperi. Il medico che deve valutare i rischi per i futuri lavoratori si porta via mille euro per un sopralluogo
di dieci minuti e una relazione prestampata. E altre migliaia di euro per tenere corsi su corsi, uno più tragicomico
dell’ altro. Le lezioni di Rssp (prevenzione e protezione) svelano agli attoniti studenti come si appoggia una scala al muro,
come si spostano le sedie e soprattutto che cosa s’ intende per «luoghi bagnati»: la normativa considera tali «anche gli
spazi aperti dopo le precipitazioni atmosferiche fino al ritorno dello stato asciutto». Al corso antincendio si sconsiglia di
«usare materiale infiammabile per spegnere le fiamme» e si apprende che «il legno brucia più facilmente quando è secco»;
quando è umido, invece, «con più difficoltà ». Roba forte, Mai come le lezioni di primo soccorso, che insegnano un sistema
tutto speciale per fronteggiare «gli eventi avversi». Quale? «Chiamare il 118 da qualunque telefono fisso o cellulare, senza
comporre il prefisso»,avendo cura di «specificare città, paese o frazione, via e numero civico del luogo della chiama»,
altrimenti l’ ambulanza non sa dove andare e non arriva.
La prima pizza non s’ è ancora vista, e il piccolo imprenditore Gigi ha già speso centomila euro. Poi finalmente, superato
l’ ultimo scoglio dell’ insegna luminosa (altra battaglia campale), la pizzeria Tango apre i battenti e fa subito ottimi affari.
Se non fosse per i cosiddetti «lavoratori », si capisce. La prima commessa si ammala dopo dieci giorni: mai più vista. La
sostituta, una studentessa, non vuol saperne di un contratto per motivi fiscali suoi. Poi c’ è la Guardia di Finanza, che sulle
quisquilie non perde un colpo. Un giorno la commessa regala una fetta di pizza a una bambina: multa di 516 euro per
«mancata emissione del documento fiscale dell’ importo di euro 1». La scena si ripete quando una cliente fugge lasciando
lo scontrino sul bancone e viene pizzicata senza, all’ uscita, dalle occhiutissime Fiamme gialle. La pizzaiola intanto resta
incinta e si mette subito in malattia per «gravidanza a rischio». Poi però apre una pizzeria proprio davanti alla Tango e
comincia beffardamente a lavorarci dall’ alba a notte fonda, col suo bel pancione in primo piano. Prende due stipendi, uno
dei quali rubato, ma l’ Inps non fa una piega, l’ Ispettorato del lavoro men che meno, il sindacato la protegge. E Gigi
paga. Tenta di licenziarla, ma non c’ è verso. Ormai va avanti a gocce di Gutron, sull’ orlo dell’ esaurimento nervoso. E
a questo punto che la sua fede comunista comincia a vacillare. I «compagni» della Cgil lo trattano come un «padrone» e
coprono la malata immaginaria che viola il contratto, fa concorrenza sleale al suo datore di lavoro e ha pure il coraggio di
denunciarlo per averla licenziata. Gigi la rimpiazza col signor Giovanni, ma gliene andasse bene una: lavora un mese, per il
resto è sempre in malattia, viene pagato per sette mesi, più tredicesima, quattordicesima, ferie non godute e liquidazione, ma
non gli basta ancora: con l’ ausilio dell’ ennesimo «patronato dei lavoratori», denuncia Gigi per «inadempienze
contrattuali».
Le gocce di Gutron aumentano. La nuova pizzaiola è siciliana: al suo paese lavorava in una panetteria, ma risultava
bracciante agricola, così il padrone pagava meno contributi. Controlli? In Sicilia, nemmeno l’ ombra. C’ è chi, per molto
meno, correrebbe a iscriversi alla Lega Nord. Gigi, che è un buono, si limita a chiudere bottega, per disperazione. Così
l’ Italia ha una piccola impresa in meno e cinque lavoratori disoccupati in più. L’ ultimo sfizio del piccolo imprenditore
prima di alzare bandiera bianca è quello di capire: è stato solo sfigato, o c’ è dell’ altro? È capitato solo a lui, oppure è
così per tutti? Dall’ Inps di Roma rispondono che nel 2003, su venti milioni di lavoratori assicurati, sono stati presentati
dodici milioni di certificati medici per complessive sessanta milioni di giornate lavorative perdute. Non era sfiga, è il
sistema. Gigi, anziché buttarsi a destra, è rimasto eroicamente comunista. Ma, questo sì, è capitato solo a lui. - L’espresso 1
febbraio 2007
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La Pecorella smarrita. Gli errori giudiziari più diffusi, si sa, non sono le condanne degli innocenti, ma le
assoluzioni dei colpevoli. Il «pubblico ministero» difende tutta la collettività, e ha l’obbligo di scoprire la verità,
facendo condannare i colpevoli e assolvere gli innocenti, contrariamente ai difensori, che sono pagati per far
assolvere il cliente sempre e comunque, colpevole o innocente che sia.
Ora sì che lo riconosciamo di nuovo. È tornato lui, il Bellachioma di sempre, bello ringhioso come l’avevamo conosciuto ai
bei tempi delle leggi illegali e della privatizzazione, anzi previtizzazione, dello Stato. È bastato che, in un giorno solo,
l’Europa cancellasse i suoi aiuti pubblici ai decoder prodotti dal fratello condannando Mediaset e le altre tv a restituire il
maltolto (400 miliardi di lire, che lo Stato riavrà grazie al ricorso di Europa7) e la Corte costituzionale radesse al suolo la
legge Pecorella che aboliva il processo d’appello Sme e impediva ai pm di appellare le assoluzioni e le prescrizioni, per far
cadere lifting, ceroni e trapianti e rivedere il vero Berlusconi. Quello che nel ’94 - anche se molti suoi oppositori fingono di
dimenticarlo - era sceso in campo per non finire in galera e proteggere il suo monopolio televisivo incostituzionale.
La doppia ragione sociale del suo impegno politico riemerge con le sue urla belluine contro la Consulta, rea di aver fatto il
suo mestiere bocciando l’ennesima legge illegittima (dopo rogatorie, lodo Maccanico-Schifani, un pezzo di ex Cirielli e di
Bossi-Fini), e contro la timidissima legge Gentiloni sulle tv, che pure regala ancora a Mediaset il 45% di affollamento
pubblicitario (nel resto d’Europa il massimo è il 30) e le conserva tutte e tre le reti. Visto che la Consulta non prende ordini
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Miscellanea
sanità e non solo … tessere per il tuo mosaico
Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico
2 Febbraio 2007 a cura di [email protected]
dal suo collegio difensivo, è «una cosa indegna» e «l’Italia non è una democrazia». E siccome la Gentiloni non l’han fatta
scrivere a lui, è un «piano criminale contro le mie proprietà private», a difesa delle quali i suoi discepoli abbandonano come
un sol uomo le commissioni parlamentari, in attesa che l’Unione si cali le brache per far tornare le pecorelle smarrite.
Non bastasse tutto ciò, ci si mettono pure i titolari del Sorrento Palace, teatro dell’indimenticabile convention dei Dell’Utri
Boys: anziché sentirsi onorati per aver ospitato l’Evento, questi mariuoli pretendono addirittura che Dell’Utri paghi il conto:
una cosina da 700 mila euro. E poi dicono che l’Italia è una democrazia. Chissà, di questo passo, dove andremo a finire. E
non basta ancora, perché il presidente d’Israele Moshè Katsav, nemmeno ancora incriminato per uno scandalo sessuale,
non trova di meglio che autosospendersi e promettere le dimissioni se sarà rinviato a giudizio: lo fa apposta per mettere in
cattiva luce il Cavaliere, che di rinvii a giudizio ne ha avuti una dozzina, ma non s’è mai posto il problema (anche perché il
centrosinistra si guardò bene dal porglielo, anzi lo pregò di restare a Palazzo Chigi). Se questa non è giustizia a orologeria!
Ora, grazie alla Consulta, è probabile che l’abrogato processo d’appello Sme a Berlusconi, in cui i pm chiedevano di
trasformare la prescrizione in condanna revocando le attenuanti generiche generosamente concesse dal Tribunale, si riapra.
Anche se è improbabile che giunga in porto prima d’esser falcidiato dall’ex Cirielli. Ma soprattutto ripartiranno gli altri
appelli, per esempio quello di Palermo a carico di Dell’Utri appena assolto per il complotto ultraprovato con falsi pentiti
contro quelli veri. Gli errori giudiziari più diffusi, si sa, non sono le condanne degli innocenti, ma le assoluzioni dei
colpevoli. Ed era per consolidare queste ultime che era nata la bella trovata di abolire l’appello del pm (ma non del
condannato). Ora l’ottimo Pecorella, che un anno fa si era visto dichiarare incostituzionale la sua legge da Ciampi, ma
l’aveva ripresentata quasi uguale, ottenendo anche una proroga di 15 giorni sulla fine della legislatura per mandarla in
porto, piagnucola con argomenti piuttosto miserelli. Farfuglia di «oscurantismo giudiziario», come se fino a un anno fa
l’Italia avesse vissuto nel Medioevo. Afferma che, nel processo accusatorio basato sull’oralità, non ha senso l’appello sulle
carte, e avrebbe ragione se solo completasse l’opera chiedendo di abolirlo per tutti, anche per i condannati. Poi vaneggia di
un «regalo della Consulta ai pm», come se i pm facessero le indagini per sfizio personale, per divertirsi un pò, o per
guadagnare di più, e non invece perché rappresentano il «pubblico ministero», cioè tutta la collettività, e hanno l’obbligo di
scoprire la verità, facendo condannare i colpevoli e assolvere gli innocenti, contrariamente ai difensori, che sono pagati per
far assolvere il cliente sempre e comunque, colpevole o innocente che sia. Ma certo, per chi era abituato a vincere i processi
per legge (fatta da lui), è dura riabituarsi alla normalità. – 261.2007 di Marco Travaglio
Noci da streghe o da spose? Quando nelle serate invernali vi mettete a sgranocchiare frutta secca prestate attenzioni
alle noci: potrebbero attirare strane creature femminili… Ma se vi lanciano noci il giorno delle nozze nessun
pericolo: portano fortuna.
Una leggenda medioevale narra che a Benevento, nella notte di San Giovanni, intorno a un vecchio noce sciamassero
migliaia di streghe con a capo la dea Diana, l’Artemide greca o, per esser ancor più precisi, la Caria degli arcaici miti greci.
La precisazione è tutt’altro che insignificante: infatti Caria era una fanciulla amata da Dionisio e da questi tramutata,
una volta morta, in una noce dai frutti fecondi. E cariatidi vennero chiamate, non a caso, le colonne scolpite in legno di
noce dalle sembianze femminili utilizzate per abbellire i templi.
Ma torniamo al noce di Benevento: quell’albero fu, narra la tradizione popolare, al centro di dispute tra pagani e cristiani
che lo ritenevano raduno di convegni demoniaci. Più volte l’albero fu fatto sradicare da vescovi e re ma si favoleggia che
ogni volta ricrescesse esattamente nello stesso punto per dare a diavoli e streghe un sicuro luogo di ritrovo. “Le streghe
vogliono le noci” recita un detto popolare. In guardia allora: per evitare di ritrovarvi con una strega che scende giù dal
caminetto mentre voi vi rimpinzate di noci, non vi resta che mettere in pratica un vecchio rimedio diffuso nelle
campagne bolognesi. Basta mettere una noce divisa in tre setti sotto una seggiola: se lì prende posto una strega state certi
che non riuscirà più a staccarsi. La noce insomma attira sì la strega, ma può anche annientarla. Ha per così dire una duplice
valenza: da una parte è simbolo di morte, ma dall’altra porta la vita tanto che presso i Romani si facevano piovere noci
sugli sposi perché, come ricorda Festo, il loro rumore copriva le grida della sposa di cui si simulava il rapimento. Lei a sua
volta doveva lanciare noci che, cadendo e rimbalzando, erano segno di buona fortuna. Tale usanza non si è persa del tutto
nelle tradizioni europee anche se oggi si preferisce lanciare riso e grano.
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Dal liquido amniotico cellule staminali migliori di quelle adulte e di quelle embrionali: la Santa Sede gioisce
per la notizia. Il progresso stavolta non è regresso. Oggi è ancora più evidente che fede e scienza non sono
affatto in contrasto.
Stampa, La 8 Gennaio 2007 - Giacomo Galeazzi Città del Vaticano - E’ una scoperta di cui rallegrarsi, una svolta attesa. Mi
congratulo con i ricercatori per aver dimostrato come sia possibile far progredire la medicina senza danneggiare gli
embrioni». La notizia che dal liquido amniotico si possano estrarre cellule staminali migliori di quelle adulte e di quelle
embrionali è una novità accolta con favore dalla massima autorità sanitaria della Santa Sede. «Dio è anche nella scienza»,
esulta il cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute. «In questo modo
viene rispettato il principio che la Chiesa ha sempre tenuto fermo: si garantisce e tutela sia la vita del ricevente che del
donatore», spiega il ministro vaticano della Sanità.
Il liquido amniotico è la fonte di un nuovo tipo di staminali. Ciò supera gli ostacoli etici?
«Da tempo si parlava di staminali dal cordone ombelicale, ma ciò che è stato scoperto è un progresso, un passo avanti molto
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significativo ed eticamente ammissibile perché non si fa danno a nessun organo e non si discrimina la vita. La Chiesa non è
oscurantista ed è sempre pronta ad accogliere i veri progressi scientifici, quelli cioè che non minacciano né manipolano le
fonti della vita. Dai miei studi di biologia e teologia ho appreso che Dio ci ha dato la natura per vivere di essa, quindi il
progresso che non sia un regresso per l’umanità è qualcosa di cui gioire».
Quali sono stati per la Chiesa i passi più significativi verso questa svolta?
«Noi abbiamo sempre esortato gli scienziati ad applicare la loro intelligenza per arrivare a cellule staminali che non mettano
in pericolo la vita del donatore e non minaccino l’embrione. C’erano già stati segnali incoraggianti nelle ricerche sulle
cellule estratte dal midollo spinale, dalle gengive e dalla retina. Se dal liquido amniotico derivano staminali con aspetti
terapeuticamente più vantaggiosi è una scoperta di grande rilievo. Il rischio è altrove».
Cioè?
«Per spiegarlo userò un gioco di parole nela mia lingua madre, lo spagnolo. “Si el laboratorio no tiene oratorio, se convierte
in crematorio”. Intendo dire che se la ricerca scientifica non è aperta all’adorazione e al ringraziamento a Dio per il dono
della vita, genererà mostri più grandi fino alla distruzione totale. Questa scoperta è importante perchè non interferisce
negativamente con i temi della natura e della dignità della persona».
Quindi nessuna preclusione alle staminali?
«No, purchè non si calpesti la vita nascente. Il nostro compito come Chiesa non è quello di contrapporre l’oratorio (ossia la
fede) e il laboratorio (ovvero la scienza), né trasformare la scienza in fede. Il nostro invito è quello di tenere sempre
presente che anche la scienza e la tecnica più avanzate pur seguendo leggi proprie, non possono rivendicare un’autonomia
tale da escludere il Creatore, e che anzi quelle stesse leggi lo proclamano».
Insomma, il limite è il trattamento degli embrioni?
«Esatto. L’embrione non va trattato come semplice materiale di sperimentazione, o come oggetto di manipolazioni
nell’ambito dell’ingegneria genetica, quando si procede senza nessun rispetto della vita come tale. Noi diciamo sì
all’ingegneria genetica purché rispetti la vita, anche degli embrioni. Siamo per la ricerca scientifica al servizio del malato
come nel caso di questa ottima scoperta. Ogni autentico progresso nel campo delel staminali non può che essere
incoraggiato, purcheé rispetti sempre i diritti e la dignità della persona fin dal suo concepimento. Nessuno può arrogarsi la
facoltà di distruggere o di manipolare indiscriminatamente la vita dell’essere umano. Ma oggi è ancora più evidente che
fede e scienza non sono affatto in contrasto».
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La politica sbagliata dei ticket. Dieci euro in più di ticket su visite specialistiche ed esami diagnostici.
Disastroso per i cittadini! - Ticket, così la mutua diventa un lusso. – Parziale rettifica: applicazione del ticket
da 10 euro a discrezione delle Regioni, purchè vengano rispettati i bilanci.
Il sole24 ore 2.1.07 Nicoletta Cottone - Ticket sanitari più salati sulle visite specialistiche. Con l’entrata in vigore della
Finanziaria per il 2007 scatta un ticket aggiuntivo di 10 euro sulle prestazioni di specialistica ambulatoriale. L’importo si
somma, dunque, a quello massimo di 36,15 euro già previsto dalla normativa per visite specialistiche ed esami diagnostici e
di laboratorio, raggiungendo quota 46,15 euro (la norma non modifica la disciplina relativa al numero massimo di 8
prescrizioni a ricetta). La novità dovrebbe portare nelle casse circa 810 milioni di euro e interessare circa la metà degli
italiani. Si stima, infatti, che 27 milioni di utenti della sanità resteranno fuori: si tratta di bambini fino a 6 anni, over 65 con
redditi al di sotto di 36mila euro, pensionati sociali e al minimo, invalidi, disoccupati ed esenti per patologia.
Occhio anche al ritiro dei risultati: sempre dal 1° gennaio 2007 i cittadini, anche se esenti dalla partecipazione alla spesa
sanitaria, che non ritirino i risultati di visite o di esami diagnostici o di laboratorio, dovranno pagare per intero la
prestazione.
Novità anche per il ticket al pronto soccorso: sulle prestazioni classificate come «codice bianco», a eccezione di quelli legati
a traumatismi e avvelenamenti acuti, si paga un contributo di 25 euro. La quota non è, comunque, dovuta dai ragazzi e dai
bambini al di sotto dei 14 anni. Restano in vigore le disposizioni assunte dalle Regioni che prevedono oneri più elevati per
l’accesso al pronto soccorso (un contribuito esiste già in 12 Regioni). I codici bianchi costituiscono circa il 15% dei casi di
ricorso al pronto soccorso, per un totale di circa 2 milioni e 700mila prestazioni.
Ticket, così la mutua diventa un lusso
(la Repubblica Milano: pag. II - 21 gennaio 2007)
Con l'introduzione del costo di 10 euro per la ricetta medica si verifica una situazione paradossale: in molti casi analisi e
consulti medici costano meno se pagati come privati rispetto al costo dello stesso servizio mutuato dal SSN. Alcune aziende
ospedaliere stanno considerando di rialzare il listino solventi. Questo porterebbe il cittadino a pagare di più sia con mutua
che senza. I sindacati minacciano lo sciopero generale se la Regione Lombardia non interverrà per ridurre il costo del ticket.
Applicazione del ticket da 10 euro: a discrezione delle Regioni
(Il Sole 24 Ore: pag. 37 - 19 gennaio 2007)
L'incontro del Ministro della Salute con gli Assessori alla Sanità delle Regioni ha definito un accordo sul ticket da 10 euro
introdotto dalla Finanziaria 2007. Sarà discrezione delle singole Regioni applicarlo, a patto che garantiscano il gettito atteso
che ammonta complessivamente a 811 mln di euro. Tra le azioni possibili per recuperare questa somma le amministrazioni
regionali potranno, ad esempio, agire sulle tariffe delle singole prescrizioni o innalzare la franchigia (36 euro circa) sulle
prestazioni più costose.
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