L`accesso a una informazione diversificata è uno

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Miscellanea
sanità e non solo … tessere per il tuo mosaico
Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico
28 Maggio 2006 a cura di [email protected]
L’accesso a una informazione diversificata è uno degli strumenti più efficaci per difendere la democrazia e i propri diritti; senza informazione e senza conoscenza non
c’è democrazia. Le istituzioni democratiche non devono essere soffocate dalle concentrazioni mediatiche e finanziarie; in una società in cui l’informazione è sempre più
manipolata e al servizio dei “poteri forti”, i primi a essere calpestati sono proprio i diritti della persona, della collettività e il bene comune. All’insegna dei fondamentali
valori di “Libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione”, Miscellanea vuole promuovere la consapevolezza della tutela dei diritti della persona, preservare la libertà di
espressione, l’indipendenza di giudizio e tentare di fornire qualche “tessera” affinché ognuno possa comporre il proprio personale mosaico. “La difesa del nostro
presente e del nostro futuro passa attraverso la conoscenza di quanto accade e di quanto è accaduto”. Luigi Sedita – [email protected]
Questo numero di Miscellanea ha 3.266 destinatari.
Miscellanea è consultabile anche su
*** Ecquologia http://www.ecquologia.it/sito/pag941.map
*** ESOPO Etica Società Politica http://www.esopo.org/
*** Comunicati.net http://www.comunicati.net/utente.asp?id=4
(se l’indirizzo non linka automaticamente, copiare e incollare l’indirizzo stesso sul programma di navigazione explorer, opera, ...)
Detti, ridetti e battute. Il congresso del mese.
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Mafia condicio. Prima di votare in Sicilia visitare e leggere le notizie del sito www.disonorevoli.it
Cuffaro in Sicilia BACIANDO BACIANDO… - Totò bacia e l'Ato (gestione rifiuti - servizio nettezza urbana)
aumenta le tariffe in maniera spropositata.
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I lenzuoli di Rita Borsellino contro Cuffaro schiacciasassi. - Regione Sicilia, migliaia di consulenze in vista del
voto. Nel "comitatone" elettorale del presidente una folla di clientes Megafeste e comizi di condominio "Vincerò con venti punti di
scarto". "Un´altra storia" è lo slogan della sfidante. Ma i big dell´Unione stanno partendo da Roma solo negli ultimi giorni di
campagna elettorale. Totò si gioca la riconferma dopo polemiche e un rinvio a giudizio. Negli ultimi mesi distribuiti dal
governatore 1223 nuovi incarichi.
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La Regione Sicilia fa assumere 150 giornalisti. Una sanatoria obbligherà gli enti locali dell’isola a
mettere a contratto tutti i cronisti precari, con stipendi più alti di quelli base.
Diciottomila in un giorno, assunzioni bipartisan in Sicilia. La giunta Cuffaro regolarizza per 5 anni i
precari. Il sostegno di sindacati e sinistra.
La telenovela sullo sperpero del denaro pubblico in Sicilia.
Quanto costa una legge in Sicilia? 6,5 Milioni di Euro. Gli altri costi in dettaglio, mentre sui consulenti e I
commissari non ci è dato sapere niente: dati “riservati”. Chissà perché...
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I danni della corruzione e la loro prevenzione.
Sulla questione del libero accesso a mare. - "Nessuna proprietà privata può impedire l'accesso al mare alla
collettività, se la stessa proprietà rappresenta l'unica via per raggiungere una determinata spiaggia". In certi tratti per mancanza
di spiaggia libera è praticamente impossibile accedere a mare senza pagare un pedaggio ai privati concessionari. Questa
situazione deve finire, la situazione di Livorno è comune a tanti altri comuni d’Italia.
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Petrolio di merda - Più detrazioni fiscali per cure denti - Troppa televisione rende i maschi sterili
Nel lettone da bimbi, più sani da adulti.- La contraccezione ormonale maschile si dimostra metodo
efficace e reversibile.
Le società calcistiche vivono di diritti televisivi, di sponsor, di leggi ad hoc. Gli stadi vuoti, semivuoti,
semipieni non sono più un business. Gli spettatori sono stati espropriati dai soldi degli sponsor.
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Polonia: niente sesso in tv, arriva il Papa. - Australia. Dichiarazioni dei redditi a luci rosse. - Acqua
in America Latina - Ridateci le nostre terre - Cannabis terapeutica.
Totò Cuffaro querela chi lo diffama come connivente con la mafia!
Sicilia, ospedali vendesi. Sottocosto. Per far cassa, la regione Sicilia vende i suoi nosocomi alle
banche. Che li affittano alle Asl.
L’Italia Paese statico. Crescono solo le diseguaglianze. La stagnazione si fa sentire sulle tasche
degli italiani, e per alcuni è la discesa sotto la soglia di povertà.
Bufera sui redditi degli autonomi. Il 43% dei titolari di partite Iva denuncia meno di 10 mila euro. Le
categorie: non siamo evasori. I sindacati: è uno scandalo.
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Due bicchieri al giorno di rosso preverrebbero l'invecchiamento. - Il governo non ha più soldi stop al
ritorno dei ricercatori. - Il massimo della sfiga.
Omosessualità: differenza a «naso». Sono diverse le aree del cervello che elaborano gli stimoli dei
feromoni tra donne etero e lesbiche.
Dal blog di Beppe Grillo: petizione per non pagare le tasse sulle ricariche telefoniche.
Scandali postdatati. Giornalisti che sono sempre informati prima e che scrivono sempre dopo. Quanti arbitri comprati ci
sono tra i direttori di giornale e i direttori di rete? Quanto sono pagati per tenerci nell’ignoranza?
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Tangentopoli e "Piedi puliti". Il calcio ostaggio del conflitto d´interessi di Giuseppe d´Avanzo
E i garantisti diventano giustizialisti. Ma solo nello sport.
Il fuorigioco dei «furbetti» manda l'etica in serie B.
Primari, sull'esclusiva decide la Regione - Meglio curarsi in Spagna. Se paga Zapatero. - Storie di
ladri. - Se son rose fioriranno - Cure sbagliate, record di denunce contro i medici - Conciliazione e
arbitrato in Toscana.
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L´economia nel pallone panem et circenses. Sistematica violazione delle regole sulle società di capitali. - Il calcio
conferisce enorme visibilità. In un´economia dove le relazioni sono un capitale da spendere (anche con la classe politica) il
pallone, come hanno magistralmente insegnato Agnelli e Berlusconi, è uno strumento di potere. Che alcuni imprenditori lo
vogliano utilizzare, è razionale. Ma lo facciano con i loro soldi. E pagando per i danni che provocano.
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Il calcio viziato dalla politica di Mario Monti
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Prodi: la sanità non è un costo.
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Telemedicina, 1 anno attività per quella militare con oltre 2000 casi trattati, il sistema e' operativo
in Iraq e Kossovo.
Danni da antinfiammatori per 21mln persone nel mondo.
C'è falso ideologico se si esce senza timbrare il cartellino? - Truffa alle ASL, prima condanna.
Maschi a rischio di anoressia sessuale? - Gli andrologi: sono quelli cresciuti bombardati da immagini
femminili senza veli e senza tabù. A 35 anni pace dei sensi?
Corte Ue: le liste d'attesa "sbloccano" le cure all'estero. Liste d'attesa troppo lunghe? il cittadino può farsi curare
all'estero e la Sanità pubblica dovrà rimborsarlo.
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La minaccia globale di meta-amfetamina (uno stimolante che provoca alterazione della personalità). Preoccupa molto
l'avanzata delle nuove, pericolose, droghe sintetiche a scapito dei vecchi stupefacenti.
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Sanità, un'Italia a macchia di leopardo con intollerabili disparità territoriali. Per un cittadino malato, vivere
in Sicilia o in Lombardia o in Toscana non è decisamente la stessa cosa.
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Posteggi male e volutamente non la sposti? In carcere. L'uomo aveva lasciato l'auto davanti al passo carraio di un
condominio e aveva chiesto tempo per fare i suoi comodi (ma deve esserci la pervicace volontà di impedire la libertà di
movimento altrui).
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Riprendersi con un sorso di ossigeno - Un bambino con meno di sei anni costa 252 euro al mese Ecco la prima donna incinta di un baby-designer senza cancro. Evitare il cancro al seno alle proprie
figlie - L'aspartame non crea rischio di cancro - Trucioli di rovere per invecchiare il vino.- Addio
Pizzo
Silvio pensa sempre agli affaracci suoi. - Con due gambe artificiali scala l’Everest. - Musica da cani. Coca con acqua inquinata.
Il primo partito italiano è ancora Publitalia. Prodi riformi la Rai, la renda meno serva e senza pubblicità. Un padre mi
ha scritto una lettera sulla pubblicità televisiva, simile a molte che ho ricevuto.
Il manifesto di Prodi un´alternativa alla Destra. - Quando ha parlato di una "forte scossa" di cui ha bisogno
l´economia, si è avvertita una distanza siderale dalle "ricette" e dalle formule creative del Polo. Nelle parole del presidente del
Consiglio al Senato si è manifestata la volontà di esprimere una diversità innanzitutto culturale.
Partito democratico domani è già tardi. La costruzione del Partito Democratico procede. A parole. Un passo avanti e
qualcun altro indietro. Senza un disegno chiaro. Senza scadenze chiare. Oggi, d´altronde, il problema principale, per l´Unione, è
governare. E resistere. Il più a lungo possibile. Poi, verrà il momento del Partito Democratico (PD). Oppure dell´Ulivo. Il nome
non conta. Il tempo non conta. Davvero?
Partito Democratico senza anima così diventa preda delle oligarchie di Filippo Andreatta
Una ferita alla democrazia. Roma. Elezioni a scatola chiusa. Gran parte di stampa e mass media locali chiudono gli spazi
gratuiti ai candidati consiglieri dei municipi.
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Chi non vorrebbe la certezza che il proprio bimbo nasca senza cancro?
Erbe medicinali, il pericolo corre su internet, esposto ai Nas. Risultati di una ricerca del centro medicina
naturale di Empoli.
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Spazzini forever?
Impianti trattamenti a freddo versus inceneritori.
Un braccialetto per sostituire cartella clinica progetto sperimentale datalogic-ior.
Previti corretto e leale? Non si capisce perchè gli altri detenuti devono restare dentro ... – Le
“vicissitudini processuali” di Andreotti.
Il Piemonte cancella i vaccini obbligatori. Abolite le multe e le denunce al Tribunale. - Rivoluzione nel nuovo piano di
prevenzione della regione: a mamma e papà il potere di scegliere se portare i figli all’ufficio di igiene.
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A Trieste si confronta l'efficacia dei modelli di Sanità.
COS’E’ LA TAC MULTISTRATO - La Corotac tra diffidenza dei cardiologi ed entusiasmo dei radiologi. Signoraggio, il fardello. - Non è consentito agli esecutivi degli stati firmatari del Trattato di Maastricht, di esercitare
signoraggio in senso stretto: ovvero di appropriarsi di risorse attraverso l'emissione di moneta. - Consiglio dei Ministri il 10
febbraio 1993
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Detti, ridetti e battute. Il congresso del mese.
Chi sogna di notte, nei ripostigli polverosi della propria mente, scopre al risveglio la vanità di quelle immagini. Lawrence d'Arabia
La chiarezza è una giusta distribuzione di ombre e di luci. - Johann Wolfgang von Goethe
Un giorno sono entrato in libreria, su un libro c'era scritto "Come risolvere il 50% dei tuoi problemi". Ne ho comprate
due copie.
Il calcio deve uscire dalle farmacie e dagli uffici finanziari.- Zdenek Zeman
Dio è morto, Marx, è morto e neanche io mi sento tanto bene. - Woody Allen
Sia la scienza a guidare la tecnologia, e non viceversa. – UmbertoVeronesi
La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini,
però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli. - Friedrich Nietzsche
Non è consentito agli esecutivi degli stati firmatari del Trattato di Maastricht, di esercitare signoraggio in senso
stretto: ovvero di appropriarsi di risorse attraverso l'emissione di moneta. - Consiglio dei Ministri il 10 febbraio 1993
Magari fosse così facile scoprire la verità quanto dimostrare il falso. - Marcus Tullius Cicero
In Italia, i senatori a vita, per lunga consuetudine, hanno quasi sempre votato per la maggioranza, al di là delle
preferenze politiche individuali. È accaduto nel 1994, quando il governo Berlusconi passò la fiducia al Senato per un
solo voto e in quel caso sì furono decisive le scelte di tre senatori a vita: Gianni Agnelli, Francesco Cossiga e Giovanni
Leone.
L’illegalità mortifica l’economia legale e impedisce lo sviluppo; la corruzione è concausa della scarsa competitività.
In una coppa del mondo per la corruzione l’Italia potrebbe diventare campione – Times di Londra
In Italia il 2,5% del nostro prodotto interno lordo finisce in tangenti. Fate il calcolo … il danno dello Stato (cioè noi) si
può stimare in 70 miliardi di euro.
La Banca Mondiale ha stimato che ogni anno transitano tangenti per 1000 miliardi di dollari pari a circa il 2,5% del Pil
del pianeta e «Trasparency» ha stimato che l’indice medio di percezione della corruzione (Cpi) di tutti i Paesi del
mondo è pari a 5 (scala 1-10), esattamente come quello dell’Italia dove, quindi, il 2,5% del nostro Pil finisce in
tangenti. Poiché si può calcolare che il vantaggio del corruttore sia del doppio, il danno conseguente si stima che
valga il 5% del Pil.
Sempre sulla base dei parametri di «Trasparency», Andrea Di Paola, del Cantiere di Roma, ha calcolato un danno
erariale di 70 miliardi di euro anno allo Stato e cioè una somma che se disponibile risolverebbe tutti i problemi del
governo Prodi.
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Promossa da SOCIETÀ ITALIANA DI IGIENE Sezione Regionale Umbria e Unità Sanitaria Locale n. 2 dell’Umbria
a Todi il 31 maggio 2006 Palazzi Comunali si terrà il convegno
Scuola produttrice di salute, un patto perl’età evolutiva.
Per infomazioni: Distretto Media Valle del Tevere Tel. 075 8858205
Centro Sperimentale per l’Educazione Sanitaria Tel. 075 5857354/357
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Mafia condicio. Prima di votare in Sicilia visitare e leggere le notizie del sito www.disonorevoli.it
13.5.2006 - http://www.beppegrillo.it/2006/05/mafia_condicio.html
Agostino Saccà direttore di Rai Fiction, quindi nostro dipendente pagato con soldi pubblici, ha vietato la
messa in onda del film “Giovanni Falcone” in cui compariva anche il giudice Paolo Borsellino.
Il programma doveva andare in onda il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci, prima delle elezioni
siciliane, ma Saccà non vuole che sia diffuso per la par condicio, per non favorire Rita Borsellino candidata
alla presidenza regionale.
Al posto di “Giovanni Falcone” Saccà manderà in onda un giallo ambientato in Marocco: “La moglie cinese”.
Saccà sta applicando la mafia condicio.
In Sicilia, fino alle elezioni, deve essere però proibita la saga del "Padrino" di Marlon Brando in televisione e
ritirato dai cinema “Il fantasma di Corleone” di Amenta.
La mafia condicio deve essere portata fino in fondo, anche gli altri candidati non devono godere di alcun
vantaggio.
Pubblico una lettera di Stefania che mi scrive dalla Sicilia.
“Caro Beppe,
tra pochi giorni in Sicilia, si voterà per eleggere i deputati del Parlamento Regionale.
Sai Beppe, sui muri delle città siciliane in questi giorni, campeggiano (spesso abusivamente) manifesti
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elettorali strappa lacrime, con frasi da bacio perugina rancido.
Ad un tratto tutti hanno idee nuove, la Sicilia nel cuore, un grande futuro ci attende, giovani orgogliosi di
essere siciliani, ripartiamo dal sud, un grande progetto...
Bene, io mi chiedo una sola cosa: ma prima dove eravate?
Queste frasi e queste belle idee diverse vengono da gente che dentro i palazzi della politica regionale ci
"bruca" da anni e vedere che, dopo aver passato a nostre spese in quegli uffici cinque anni, sia loro finalmente
venuta in mente "un'idea diversa", mi riempie il cuore di gioia ...
Beppe, immagina di essere il presidente di una società con 90 dirigenti costosissimi che passano le giornate a
farsi i fatti loro e litigare per l'ufficio più bello. Nel frattempo la tua società va in fallimento, ma loro sono
sempre stati strapagati. Allo scadere del contratto ti dicono che "ti amano" che "hanno un'idea diversa". Dimmi
una cosa, li riassumi?? In Sicilia, si!
Beppe, temo che riassumeremo la gente che ci ha portati al fallimento e che lì vuole tenerci.E quando dico
fallimento, non parlo solo dei debiti e dell'allegra gestione della Regione, parlo di un concetto molto più
ampio e radicato, lo chiamerei … il "complesso del cardellino".
Mi spiego: immagina un nido con un cardellino affamato che aspetta di essere nutrito dalla premurosa mamma
… scena tenera, eh? Se non fosse che quel cardellino è in età pensionabile.
Siamo un popolo abituato ad aspettare l'aiuto dalla Regione o dal sedicente politicante, un popolo tenuto
per le palle. Andiamo avanti non a programmi, ma a promesse. Ti stupirai, ma qui la gente crede ancora alla
promesse di un politico... La gente qui ti vota per un buono benzina, per un pacco di pasta o per 50
euro.Più volte, mi sono chiesta il perchè. Ignoranza? Forse. Disperazione? Forse. Cretinaggine? Mah, non
credo.
E' piuttosto un mix di povertà e di insano opportunismo.
E’ la povertà dei furbi, di quelli col sussidio di disoccupazione e il lavoro in nero, di quelli che non trovano
lavoro perchè non vogliono lavorare, di quelli per cui "lo Stato è assente e non mi dà la casa, il lavoro e
l'assistenza", di quelli che, pur di non far nulla, bussano alle porte dei politici per avere qualche briciola.
Non considerando il fatto che quella briciola -che sia un lavoro, un precariato, un appaltino, un
raccomandazione o altro- la sta pagando carissima e la sta facendo pagare anche a noi.
Quando i nostri politici assumono 18.000 precari in un giorno (fatto recentemente avvenuto) i soldi non
provengono dalle loro tasche, quei soldi vengono tolti allo sviluppo, ai servizi, alla sanità e alle
infrastrutture dell'intera Sicilia.
Finché esisteranno persone che non rinunciano all'elemosina e al ricatto dei politici, questi signori avranno
vita facile. E vinceranno le elezioni passeggiando e abbracciando e baciando gli elettori.
L'aspetto strano di questa faccenda della promessa è che al siciliano doc le parole "rispetto", "dignità", "
onore", da sempre fanno vibrare le corde: "mancare di rispetto" qui è un peccato capitale, siamo fieri per
nascita.
Almeno così credevo.
Questo mollusco con la mano tesa e lo sguardo da ruffiano pronto a vendere il futuro suo e il mio per 30
danari, non è il siciliano doc e non merita comprensione..E’ la zavorra, è il freno a mano del nostro futuro. Le
persone come lui formano quel prezioso "allevamento di voti" che non ci permette di mandare a casa la gente
che ama vederci sottosviluppati e ricattabili.
Caro Beppe, potrei citarti migliaia di casi di promesse non mantenute dai politici e di gente imbestialita: lo so
io e lo sanno quelli che ancora ci credono. Io chiedo loro solo una cosa. Prima di dare un consenso, vi prego:
cercate di capire chi avete davanti. Chi vi promette facili favori, non vi ama e non vi darà nulla. Non lo dico
io, lo dice la loro storia: basta dimostrarvi chi sono.
Caro Beppe, a te e a coloro che leggono chiedo di aiutare questa gente a capire..Esiste un sito che in
maniera molto semplice fa un bilancio dello scempio che coloro che oggi ci chiedono il voto hanno fatto negli
ultimi cinque anni di governo regionale. Gente priva di scrupoli che si arricchisce sulle nostre sventure.
Prima di votare, bisogna assolutamente leggere le notizie di questo sito: www.disonorevoli.it
Grazie di cuore.” Stefania.
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Cuffaro in Sicilia BACIANDO BACIANDO… - Totò bacia e l'Ato (gestione rifiuti - servizio nettezza urbana)
aumenta le tariffe in maniera spropositata.
23/05/2006 - Paolino Maniscalco - Mentre Cuffaro va in giro a sbaciucchiare a destra e al centro nei siciliani
c’è rabbia per gli enormi aumenti dei costi di gestione dei rifiuti che si stanno verificando nel passaggio dalle
gestioni comunali a quelle degli ATO e nel passaggio da tassa a tariffa.
Se i siciliani sapessero come stanno veramente le cose siano sicuri che continuerebbero a farsi baciare?
In questa vicenda vi sono infatti pesanti responsabilità personali di Cuffaro che è, da cinque anni, il
“Commissario per l’emergenza rifiuti”. Ciò che sta avvenendo è da addebitare direttamente a lui non solo in
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28 Maggio 2006 a cura di [email protected]
quanto Presidente della Regione ma in quanto Commissario che ha agito con amplissimi poteri in deroga (e a
volte in violazione) di numerose leggi.
Ricostruiamo la vicenda.
Al centro di tutto c’è il fatto che una delicatissima fase di svolta nella gestione dei rifiuti è stata affrontata
con dilettantismo.
La costituzione degli ATO era finalizzata a:
- organizzare il servizio su un bacino più ampio in modo da favorire l’industrializzazione del settore (oggi con
molte piccole imprese anche malavitose) e raggiungere economie di scala col fine anche di alleggerire gli
ipotizzati aggravi del passaggio da tassa a tariffa.
- Gestire i rifiuti nei modi previsti dalla normativa, aumentando le percentuali di raccolta differenziata.
- Favorire una gestione di carattere privatistico, più economica ed efficace.
- Favorire la trasparenza, in un settore oggi inquinato dalla mafia, e la partecipazione dei cittadini.
Invece abbiamo avuto:
- una parcellizzazione degli ATO (il Decreto Ronchi ne individuava uno per provincia, invece ne sono stati
costituiti 27 e, addirittura, qualcuno di questi ha spezzettato gli appalti sul proprio territorio (per “garantire”
anche le piccole imprese…)
- le società di ATO sono state lottizzate e quasi nessuno dei circa 200 componenti dei CdA ha i requisiti
previsti nello Statuto: “esperienza manageriale nel settore”. Si badi: non solo esperienza manageriale ma
proprio “nel settore” della gestione dei rifiuti)
- Le società di ATO, tutte di nuova costituzione sono state infarcite di impiegati assunti con criteri clientelari
e, anche qui, quasi nessuno conosce la materia;
- tutto ciò che avviene nelle società è segreto (per il fatto che sono SpA: ma – si badi! – sono SpA a capitale
pubblico).
- Ma ecco la cosa più grave: in violazione della legge (che stabilisce che siano i Comuni a decidere l’importo
della tariffa) la tariffa è stata decisa quasi ovunque autonomamente dalle società di ATO.
Questo non è stato il frutto di un equivoco o di un errore ma di precise indicazioni fornite dal commissario
Cuffaro.
Di fronte alle proteste dei comuni il governo regionale cercò di sanare la situazione inserendo nella finanziaria
2005 una norma che prevedeva che la tariffa fosse decisa dalle società di ATO, norma giustamente impugnata
dal Commissario dello Stato.
In sostanza: la delicatissima fase di trapasso al nuovo sistema è stata gestita con dilettantismo da società di
nuova costituzione, amministrate da persone di (quasi) nessuna capacità o esperienza e con strutture
inadeguate.
• ECCO PERCHE’ A TRE ANNI E MEZZO DALLA LORO COSTITUZIONE SIAMO ANCORA IN ALTO MARE
• ECCO IL VERO MOTIVO DELL’ABNORME AUMENTO DEI COSTI!
Perché si giunga ad una gestione dei rifiuti in linea con quanto previsto dalla normativa (e quindi con politiche
di riduzione dei rifiuti e alte percentuali di raccolta differenziata) sarà necessario:
-Ridurre il numero degli ATO; -Vigilare perché gli amministratori abbiano i requisiti previsti nello Statuto; Pubblicare su un sito della Regione (oppure: stabilire norme perché siano pubblicati) tutti i verbali dei
Consigli di amministrazione;
- Aiutare i Comuni per tariffe agevolate per le fasce più deboli.
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I lenzuoli di Rita Borsellino contro Cuffaro schiacciasassi. - Regione Sicilia, migliaia di consulenze in vista del
voto. Nel "comitatone" elettorale del presidente una folla di clientes Megafeste e comizi di condominio "Vincerò con venti punti di
scarto". "Un´altra storia" è lo slogan della sfidante. Ma i big dell´Unione stanno partendo da Roma solo negli ultimi giorni di
campagna elettorale. Totò si gioca la riconferma dopo polemiche e un rinvio a giudizio. Negli ultimi mesi distribuiti dal
governatore 1223 nuovi incarichi.
da Repubblica - 22 maggio 2006 di Attilio Bolzoni - PALERMO - Sulla strada più bella di Palermo i vigili fanno
finta di niente. Qualcuno passa a fatica e impreca per quelle auto posteggiate in terza fila, la sosta selvaggia
è solo per lui in via Libertà. Si sono spostati in massa i postulanti, i supplicanti di Totò. Dalla sua casa tra le
palme di Villa Sperlinga sono migrati all´ultimo indirizzo conosciuto, lì dove c´è il «comitatone» elettorale,
una gigantesca sala ricevimento di sedici stanze una dietro l´altra, percorso obbligato per una folla di
siciliani, la giostra per strappare una nomina o un posto o magari solo una promessa. Il governatore ha una
buona parola per tutti. E così dal mattino fino a notte fonda, quelli stanno in questua aspettando un suo
gesto, un ammiccamento, un suo bacio.
Maggio 2006, in Sicilia è come cinque anni fa, come cinquant´anni fa. Sarà dura anche questa volta poter
cambiare in qualche modo un´isola e la sua Regione. Nella caldissima vigilia di voto quella di Rita Borsellino si
annuncia la sfida più difficile, una missione impossibile.
Per scoprire cosa presumibilmente accadrà domenica prossima alle elezioni per scegliere i 90 deputati
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28 Maggio 2006 a cura di [email protected]
dell´Assemblea e il loro presidente, è inevitabile raccontare cosa è accaduto nel passato più recente nella
terra divorata da Salvatore Cuffaro e dalle sue milizie dell´Udc. Soprattutto ricordare cosa ha fatto Totò negli
ultimi diciotto mesi, come ha preparato la sua ricandidatura a Palazzo d´Orleans districandosi tra scandali e
un pericoloso rinvio a giudizio.
C´è un numero magico. E´ il 1223. Tanti sono gli incarichi e tante le consulenze e le investiture che ha
distribuito il governatore in vista della sua desiderata seconda volta, un exploit senza precedenti anche per
una Regione abituata ai saccheggi e alle grandi spartizioni, un record assoluto firmato da colui che a tutti i
costi non vuole lasciare il suo regno. E´ uno schiacciasassi Totò Cuffaro in questa campagna elettorale dove la
Casa delle Libertà parte già con 17 punti e mezzo milione di voti di vantaggio sull´Unione, distacco segnato
alle politiche dove il centrodestra qui ha aumentato ancora di più i suoi voti.
Totò Cuffaro ha trasformato funzionari in dirigenti, ha riempito i consigli di amministrazione degli enti con
amici e parenti, ha ingaggiato un esercito di «esperti» e di «tecnici» esterni. E raddoppiato l´esercito dei
fedelissimi, triplicato le sue presenze come padrino a cresime e battesimi. Non manca mai a una festa di un
santo patrono o a una sagra del carciofo. E´ il solito tritacarne Salvatore Cuffaro, l´idrovora che ingoia tutto
con i suoi mitici archivi elettorali, gli elettori schedati uno per uno quartiere per quartiere, paese per paese.
Campagna all´antica. E un colpo da maestro messo a segno proprio qualche giorno fa.
L´ultimo provvedimento della sua giunta regionale ha «sistemato» quegli 8 impiegati che sino a febbraio
lavoravano al centro «Paolo Borsellino», fondazione sciolta su decisione della vedova dopo che il direttore padre Giuseppe Bucaro - era stato trascinato nell´affaire dell´eredità sporca di don Vito Ciancimino. Totò li
ha fatti assumere alla società Multiservizi che li dirotterà in qualche azienda ospedaliera. Posti, posti e
ancora posti.
«Sfruttano le clientele, il presidente pensa solo agli affari dei suoi amici e non ai bisogni e ai diritti dei
cittadini, ecco la differenza tra noi e loro», reagisce Rita Borsellino che sul simbolo ha scelto lo slogan
«Un´altra storia». Le risponde Cuffaro: «A noi siciliani non serve un´altra storia, noi una storia ce l´abbiamo
già, è la mia, è la nostra».
Lo scontro si sta consumando in due Sicilie profondamente diverse, lontane. Duello scontato, troppo
prevedibile. Con i due contendenti ripiegati su loro stessi, uno a raffozare con i soliti sistemi la sua grande
tribù e l´altra rivolta tutta a quella «società civile» che già l´aveva scelta alla primarie con un plebiscito.
«Sarò eletta io e non sarà un miracolo», dice lei.
«Vincerò io e con 20 punti di scarto», dice lui. Lei va nelle scuole e riempie cinema e teatri, lui piomba nelle
sacrestie delle parrocchie a salutare i preti ai quali ha fatto arrivare i finanziamenti di «Agenda 2000» per
restaurare le loro chiese. Lei vola a Siena per incontrare gli studenti che scenderanno a votare domenica con
il treno speciale «Rita express», lui è a Roma per l´elezione del capo dello Stato ma torna subito in Sicilia per
non perdersi i giochi di fuoco del santissimo crocifisso a Milazzo. E nel frattempo i suoi aprono i saloni delle
ville storiche per le mega feste, fanno inviti ai party, organizzano comizi da condominio.
E´ l´ultima frontiera del candidato palermitano della Casa delle Libertà. I primi avvisi li hanno esposti in
portineria al villaggio Santa Rosalia per far arrivare l´illuminazione pubblica in quel budello che è via Li Bassi,
quasi cento gli abitanti del palazzo, testimonial dell´evento il bomber di Italia ‘90 Totò Schillaci.
I muri di Palermo sono coperti dalla faccia gommosa e dilatata del governatore e dagli altri volti sorridenti dei
candidati del centrodestra, ogni trecento metri c´è anche qualche manifesto di Rita. Una sproporzione
imbarazzante. Contro lo strapotere mediatico degli avversari la candidata alla Regione dell´Unione ha
lanciato la pubblicità elettorale fai-da-te: «Mettete i lenzuoli ai balconi».
Sempre circondato dalla sua sterminata corte di clientes Totò Cuffaro promette, promette e promette
sempre. Ha ritirato fuori un´altra volta persino la vicenda dell´acqua che non c´è.
Sfrontato. E´ stato lui negli ultimi 5 anni il commissario straordinario per l´emergenza idrica nell´isola.
Sempre sobria, misurata, rassicurante la Borsellino. Ma forse un po´ troppo sola in una campagna elettorale
dove i capi dei partiti che sostengono la lista «per Rita» - Ds e Margherita in testa - sono stati prima distratti
dal voto nazionale e ora sembrano più preoccupati a portare avanti i loro. Pochi i seggi a disposizione, lotta
all´ultimo sangue per conquistarli. Per dare una mano a Rita, i big stanno partendo da Roma solo negli ultimi
giorni.
L´unica speranza che resta è il voto disgiunto. E´ quello che in una campagna segnata sulla carta forse può
rimescolare i giochi. Gli elettori del centrodestra potrebbero votare i loro candidati di lista ma non Cuffaro
presidente, solo così Rita raccoglierebbe qualcosa dall´altra parte. E poi c´è l´incognita del leader di
Alleanza siciliana Nello Musumeci, terzo candidato governatore che ha portato via alle politiche 36 mila 160
voti al Polo. E poi ancora c´è una faida furibonda dentro Forza Italia palermitana per impadronirsi della
presidenza dell´Assemblea. Da una parte Dore Misuraca legato a Renato Schifani, dall´altra Gianfranco
Micciché tornato a Palermo per riprendersela.
Di mafia Rita Borsellino non ha mai parlato in questa primavera che ha preceduto il voto e dove gli avversari
l´hanno attaccata anche solo per il suo cognome. Di mafia ha parlato tanto invece Totò, quello che è anche
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accusato di averla favorita. L´altro ieri ha presentato un libro, in 165 pagine elenca «tutti i miei
provvedimenti per l´affermazione della legalità».
Come finirà domenica? Lo abbiamo chiesto a una maga. E´ Maria Stella Greco, in arte Madame Stella.
Risponde la signora: «Ho letto le carte e dicono che io sarò tra le più votate». Madame Stella è nella lista che
appoggia il governatore. In verità Totò non la voleva. Ma poi i suoi l´hanno convinto a tenerla lì. Anche in
Sicilia, non si sa mai.
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La Regione Sicilia fa assumere 150 giornalisti. Una sanatoria obbligherà gli enti locali dell’isola a
mettere a contratto tutti i cronisti precari, con stipendi più alti di quelli base.
di Giuseppe Salvaggiulo -« La Regione vuol diventare il più grande editore della Sicilia: quale giornale, da
queste parti, ha mai assunto 150 giornalisti?». La battuta circola tra i cronisti palermitani e prelude alla
sanatoria di 150 (ma alcune stime arrivano a 200) portavoce e addetti stampa di sindaci, assessori, consorzi,
fiere, parchi e ogni altra istituzione partorita dall’ipertrofia burocratica siciliana. Assunti dai rispettivi enti in
ossequio a una legge regionale.
Un’infornata di giornalisti incubata per quindici anni. A tanto risale la vertenza sui giornalisti-precari nelle
pubbliche amministrazioni dell’isola. Gente che passa un anno a scrivere comunicati per un assessore, poi
cambia l’assessore e capita di andare a casa. Portaborse-portavoce-addetti stampa in cerca di sistemazione,
ma anche professionisti illusi con sequele di contratti di collaborazione mai tramutatisi in posto fisso. Il
sindacato dei giornalisti ne ha censiti circa 150 («Ma tanti non hanno risposto al questionario») su 500/600
giornalisti professionisti siciliani. Poi ci sono anche 90 disoccupati (avevano un lavoro, l’hanno perso), 60
inoccupati (non l’hanno mai avuto) e un imprecisato numero di abusivi (in nero).
Questa la situazione. Che fare? Dopo anni di chiacchiere (e una sanatoria del 2002 mai attuata), per i precari
sembra arrivata la volta buona. E se ancora non possono festeggiare l’agognata assunzione, è solo per un
paradossale conflitto tra le diverse ipotesi di sanatoria.
Il sindacato si è messo d’impegno per risolvere la questione, ha stilato un protocollo d’intesa con i Comuni, ne
prepara uno analogo con le Province, apre un tavolo di trattativa con la Regione : tutti devono assumere gli
addetti stampa, «sottraendoli alla logica dello spoils system». Corollario: i precari saranno stabilizzati
secondo il principio della «conferma delle funzioni». Hai fatto per un anno l’addetto stampa al Comune di
Caltanissetta? Hai il diritto di farlo a vita. E così via.
Malumori tra i «pasdaran dei concorsi» (definizione in uso tra i sindacalisti): così si garantisce un contratto a
tempo indeterminato ai portaborse dei politici, elevandoli inopinatamente a rango di giornalisti, a scapito dei
professionisti veri. Ma sono perplessità minoritarie.
Mentre la trattativa procede, lunedì scorso due deputati dell’Assemblea regionale (Salvo Fleres,
vicepresidente di Forza Italia, e Giovanni Barbagallo, capogruppo della Margherita) scavalcano tutti e
presentano una norma che dovrebbe risolvere il problema in un colpo solo. Si tratta di un emendamento alla
legge omnibus (la legge pre-ferie, in cui c’è di tutto e di più) che garantisce l’assunzione a chi abbia alle
spalle, negli ultimi 24 mesi, un anno di attività come addetto stampa di Regione, Province, Comuni sopra i
30mila abitanti ed enti regionali. Tutti con contratto di caposervizio, status più alto e più remunerato di
quello di redattore (ma questo in Sicilia non suona strano, se si pensa che per legge tutti gli addetti stampa
del presidente regionale sono assunti come capiredattori).
Il sindacato (non consultato) insorge e grida allo scandalo: «Così si getta a mare il precariato storico». Cioè: i
requisiti per l’assunzione sono troppo stretti, bisogna allargarli a chi aveva maturato un anno di attività già
nel 2000. Tutti dentro, niente figli e figliastri. Si denuncia l’incostituzionalità della norma per violazione del
principio di uguaglianza, mentre il coordinamento precari insorge a sua volta contro il sindacato. Un putiferio
che nasconde le divisioni all’interno di sindacato e ordine dei giornalisti. Ma queste sono questioni interne.
Il risultato è che l’Assemblea s’impantana sulla legge omnibus (manca la copertura finanziaria) e rimanda la
norma a settembre, quando ci saranno i soldi. Il sindacato canta vittoria e confida di chiudere la sua
trattativa con la giunta e firmare la sanatoria prima che l’Assemblea voti quella norma.
È una corsa contro il tempo: chi arriverà prima e potrà fregiarsi dela benemerita assunzione dei 150 giornalisti
ex precari della Sicilia? [email protected]
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Diciottomila in un giorno, assunzioni bipartisan in Sicilia. La giunta Cuffaro regolarizza per 5 anni i
precari. Il sostegno di sindacati e sinistra.
da Corriere della Sera del 8 febbraio 2006 di Gian Antonio Stella - Festa grande a Villafrati: Mamma Regione
ha deciso di stabilizzare i precari e in questo paesino palermitano, record planetario, c'è un Lavoratore
socialmente utile (Lsu) ogni 30,6 abitanti. Come se in Italia ce ne fossero 2 milioni.
«Tutti in-dis-pen-sa-bi-li», spiega il sindaco diessino Pippo Vitale. Come indispensabili devono essere sembrati
a Totò Cuffaro tutti i neoassunti. Diciottomila in un giorno. Nuovo primato del buon governatore che per
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l’operazione ha goduto della benedizione non solo della Bedda Madri, cui affidò l’isola amata, ma anche di
quella delle opposizioni di sinistra. Che plaudono.
Non si era detto che in questi anni di vacche magre lo Stato non poteva permettersi nuove assunzioni in uffici
pubblici che già traboccano di dipendenti? Lo Stato, forse. Ma la Sicilia è un mondo a parte. Dove anche chi
quotidianamente inveisce contro il governatore udc, accusandolo delle peggiori nefandezze clientelari deve
tener conto dei consensi che perderebbe mettendosi di traverso alle sue leggine. Risultato: batte le mani la
Cgil, batte le mani la Cisl, batte le mani la Uil. E così gli autonomisti di Lombardo alleati elettorali della Lega
Nord. E i diessini. Che per bocca di Domenico Giannopolo hanno chiesto al governo pure una sanatoria per i
precari che non hanno versato contributi negli ultimi dieci anni. E i soldi chi li mette? Boh...
E torniamo al tema di sempre: è davvero questo l’unico modo in cui si può governare nel Mezzogiorno?
D’accordo, la grande impresa già è in difficoltà per proprio conto non scende da anni a investire in Sicilia. Il
terziario è in crisi. La disoccupazione è altissima. Ma dove sono finiti i propositi di farla finita con lo schema
perverso che vede la continua assunzione di precari che di protesta in protesta si imbullonano al posto
provvisorio di rinnovo in rinnovo finché non strappano l’assunzione definitiva? Per carità, risponderanno
Cuffaro e i suoi sodali: nessuna assunzione definitiva. Vero: solo un contratto di 5 anni da 900 euro al mese
per 24 ore di lavoro settimanale. Valido da adesso (ricordatevi ragazzi: si vota il 9 aprile) fino alle prossime
elezioni politiche e regionali. Dopo di che...
La stabilizzazione dei 18 mila precari dei comuni, delle province o delle Asl, che arriva dopo settimane di
tensioni, blocchi stradali e l’occupazione di una cinquantina di municipi, è solo l’ultima d’una catena. Basti
ricordare a luglio l’assunzione in una sola giornata di 7.209 precari regionali, dei quali 2.543 portantini e
autisti del 118. O la sistemazione dei forestali varata la settimana scorsa da Palazzo D’Orleans. Gli assunti a
tempo indeterminato erano 865: quadruplicati, diventeranno 3.820, con l’arruolamento di quanti facevano
151 giornate l’anno. E via a scalare: i 12.720 «centounisti» (che avevano contratti per 101 giornate annuali)
diventeranno «centoncinquantunisti» (151 giornate) e i 14.500 «cinquantunisti» (51 giornate l’anno)
diventeranno «settantottisti», toccando la soglia delle 78 giornate lavorative che consente di ottenere poi
l’indennità di disoccupazione.
Per un totale di 31.040 addetti alla forestazione (diecimila più di quelli dello stato canadese del British
Columbia, cinquanta volte più esteso dell’isola) più o meno sistemati.
Resta da vedere se tutto questo ben di Dio di stabilizzazioni, così utili elettoralmente, passerà non solo
l’esame dell’Ars (presumibilmente positivo, visto l’andazzo) ma anche quello, poi, del commissariato di
governo. Il quale ha appena impugnato ben 10 delle 13 leggine di fine legislatura varate dall’Assemblea
regionale. Tra cui quella che prevedeva l’assunzione, con spese almeno parzialmente a carico della regione,
di 150 giornalisti sparpagliati negli enti territoriali dell'isola. Di cui 24 portavoce che ruotano intorno agli
assessorati regionali, destinati a finire nel più grande ufficio stampa che mai la Sicilia abbia avuto.
Col risultato, c’è da immaginare, di rendere ancora più luminosa l’immagine di sobrietà ed efficienza della
giunta.
Sono anni che il Commissario di Governo stoppa i provvedimenti più incredibili e spendaccioni che
improvvisamente escono da certe nottate folli dell’Ars. Come la norma che nel 2002 estendeva le babypensioni dei dipendenti regionali a tutti i 97 enti vigilati dalla Regione. O le assunzioni a pioggia nei Beni
Culturali nel 2003. O l’autorizzazione di una colata di cemento alberghiero alle Eolie o il rinnovo delle licenze
anche agli imprenditori che non pagano le tasse di concessione, nel 2004. O le 147 variazioni al bilancio 2005
votate senza copertura finanziaria, per non dire della creazione dell’albo degli amministratori di condomini o
dell’introduzione della figura del «tecnico di riabilitazione equestre». O ancora l’assunzione per cinque anni
di chi aveva lavorato sei mesi come consulente della struttura che si occupa dei rifiuti.
«Dopo quasi otto anni trascorsi a vagliare le leggi dell’Ars, ho buttato via i libri di diritto», spiegò schifato
pochi mesi fa a Emanuele Lauria del Giornale di Sicilia , Gianfranco Romagnoli, il commissario appena andato
in pensione. E accusò gli amministratori regionali di avere troppo la «tendenza a concedere benefici coi
portafogli degli altri». Da allora, non è cambiato nulla.
Anzi, contro le ultime leggine bocciate, il governo siciliano ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale: se
siamo autonomi, perché non possiamo spendere come ci pare?
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La telenovela sullo sperpero del denaro pubblico in Sicilia.
Informazioni da Lo spreco (Baldini&Castoldi, pgg. 349) di Gian Antonio Stella, inviato del Corriere della Sera
http://www.disonorevoli.it/leggi.html
Quante notti non avete dormito per la paura dell’estinzione … non del panda … ma del …"cirneco dell'Etna"!!!
Un cane "dalle prestigiose prestazioni nella caccia al coniglio, che stana nelle più remote anfrattuosità
laviche", (lo scrive l'"Enciclopedia di Catania"). Bestia di rara nobiltà portato sull'isola tremila anni fa dai
Fenici. Non che il cirneco rischiasse l'estinzione: ci sono almeno 4 allevamenti nella sola Toscana dove cresce
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contento tra vigne, ulivi e scodelle di bocconcini.
Ad aver bisogno di assistenza c'era pero un gruppetto di giovanotti di Zafferana Etnea ( l’Etna c’era ).
La Regione in virtù dell’articolo 23 (precari) ne prese ben 15, fece loro un contratto da 800 mila lire al mese e
assegnò loro la temeraria missione: garantire la sopravvivenza al "cirneco dell'Etna"!!!!
Ma gli otto cani sventuratamente prescelti, pare nemmeno puri, si dimostrarono indifferenti al privilegio
d'avere due assistenti ciascuno, incapaci di apprezzare la sensibilità di chi aveva scelto d'ospitarli tra i ganci e
le canalette di scolo del ridente macello comunale abbandonato, e insensibili allo sforzo dell'amministrazione
regionale che per ciascuno di loro spendeva fior di milioni. Gli ingrati canidi morirono uno dopo l'altro, nel
giro di quattro anni. Rischiando di far spirare anche i contratti degli addetti, subito impegnati a ricercare
nuovi e socialmente utili impegni. Amen!
Ai soggetti colti da un naturale senso di nausea, Sconsigliamo vivamente di proseguire la lettura
In nome del famigerato articolo 23, ovvero la legge sul precariato (o allevamento di voti) i nostri beniamini si
sono prodotti in fantasiosi incarichi. Ne citiamo alcuni..
-contare quante macchine passano in un giorno a un certo semaforo, censire i motorini di un paese, o contare
tutte le fontanelle del borgo natio.
E Come non menzionare l’episodio Catanese del progetto finanziato agli inventori di una macchina "schiudiuova", ma la bontà dei nostri beniamini va oltre… Motivo per cui coprono tutti i buchi…
Come quello degli editori "con esposizioni bancarie fino al 31 dicembre 1996" salvando cosi la "Sellerio"
indebitata per 7 miliardi
Pagando 15 milioni al mese all'ex segretario generale Silvio Liotta, andato in pensione per fare il deputato
(altro stipendio)
Si fanno carico dal 1991 di un sussidio (l'80% dello stipendio) non solo ai minatori di Pasquasia ma anche a 435
dipendenti di cantine sociali, consorzi e cooperative che si erano ritrovati in difficoltà per gli organici troppo
gonfiati col risultato di finire sotto inchiesta (è saltato fuori che qualcuno, sapendo della leggina in arrivo, si
era fatto assumere una settimana prima dello scontato licenziamento)
La stessa bontà li porta a comprare tutte le arance rimaste invendute.
Ad assistere con un contributo annuale non solo i terremotati del Belice ma pure ("noblesse oblige")
dell'Irpinia.
A Distribuire altri 36 miliardi d'aumento ai propri impiegati nell'estate del 1997.
Peccato che 360, tra dipendenti e deputati regionali, furono in seguito condannati dalla Corte dei conti a
restituire un pacco di miliardi alcuni dei quali soffiati allo Stato con una leggina unica al mondo.
Rimborsava anche le spese di viaggio per andare in vacanza ..
Un tot a sua eccellenza l'onorevole, un tot alla moglie, un tot a ogni figlio...
E il suocero? Niente per il suocero? Crepi l’avarizia 58 mila lire l'anno anche per lui...
Se avvertite fastidiosi crampi allo stomaco sospendete la lettura
Ma la vera chicca sono i viaggi, da queste parti, sono una vera passione.
Una volta, per organizzare un campionato di ciclismo sono andati a Oslo in 120, compresi i musicisti di
un'orchestrina folk, trenta giornalisti, quattro cuochi, e stranamente … le mogli (spiegazione dell'assessore in
carica "Che dovevamo fare? Poi ci dicevano che siamo i soliti siciliani che lasciano a casa i 'fimmini' ")
Un'altra volta, per capire come si organizza una Universiade, hanno programmato un viaggetto con
destinazione: Fukuoka (Giappone)
Una cosetta spartana: 4 miliardi del vecchio conio (17 milioni a testa) per portare dall'altra parte del mondo
231 persone.
Tutte in-di-spen-sa-bi-li: deputati, funzionari e amici oltre un doveroso omaggio per gli asiatici amici.
Infatti per regalare ai giapponesi uno spettacolino durante la cerimonia di apertura della manifestazione
sdoganarono a nostre spese 30 sbandieratori di Siena, 30 trampolieri dell'Emilia Romagna, 30 gondolieri
veneziani, 10 cantanti romani e 30 Pulcinella napoletani.
Tutti prenotati all'hotel Hyatt Residence, 500 mila lire a testa al giorno. Caruccio? Ma per carità!! disse
l'assessore al turismo "Il minimo: mi dicono che la lira lì non vale niente e che un caffè costa diecimila lire!!
non capisco tutte queste polemiche! “ così concluse l’assessore ignaro del mandato di cattura che lo avrebbe
colpito dopo la scoperta che l'agenzia inglese incaricata di tutto (di proprieta di un siciliano) era in realtà un
allevamento di cavalli e che i soldi erano finiti alle isole Vergini:
In fondo l’assessore lo aveva detto!! "In vita mia ho sempre pensato in grande" .
Il processo è in corso. Tra gli imputati (la richiesta di condanna è di 3 anni e 3 mesi), c' è pure l' ex assessore
provinciale Fabrizio Bignardelli. Pressato dalla voglia di rinnovamento, il presidente regionale Totò Cuffaro se
l' è preso come segretario particolare.
Se Avete deciso di avere attacchi di gastrite acuta … andate avanti.
Nella storia del "Palazzo della Cuccagna", come Saverio Lodato nel libro "I potenti" ha ribattezzato il Palazzo
dei Normanni sede dell'assemblea regionale, è concentrato tutto il peggio di un certo ceto politico all'italiana.
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Tempi in cui nella dolce e solare piana di Catania, di colpo certificata a rischio di glaciazioni epocali,
venivano piantati enormi e costosissimi ventilatori antighiaccio il cui unico produttore (coincidenza) era
proprio di Catania.
Di cotte e di crude ne hanno fatte tutti i governi regionali.
Ma se qualcuno, soprattutto a sinistra, pensa di potersi chiamar fuori in nome dei tanti martiri e delle tante
persone perbene elette all'Ars (che ci sono e ci sono state davvero) si ricordi della leggina per Calogero Gueli.
Era un deputato regionale diessino che per un fastidioso problema di pensione propone un codicillo in base al
quale chi ha avuto un vuoto tra due mandati parlamentari puo riscattare, pagando un po' di contributi, la
legislatura mancante purche abbia ricoperto in quegli anni una qualsiasi carica elettiva: consigliere comunale,
provinciale, circoscrizionale... L'entusiasmo con il quale i colleghi votarono la leggina fu commovente.
I parlamentari siciliani, del resto, non hanno mai avuto dubbi su chi dovesse avere la precedenza: i
parlamentari siciliani!
E' sufficiente ricordare la legge con la quale, in nome dell'autonomia, si sono attribuiti, facendo il verso alla
Camera e al Senato, "la prerogativa dell'insindacabilità per i voti dati nell'assemblea regionale e per le
opinioni espresse nell'esercizio delle loro funzioni". Cosa che li mette al riparo anche nel caso di plateali
interessi privati in atti pubblici.
La lettura delle seguenti righe nuoce gravemente alla salute
Ma agli "uomini d'oro" della Regione Sicilia non basta ancora.
Tanto è vero che per decenni alcuni di loro hanno fatto la cresta su tutto. Sulle opere colossali come sugli
sfizi.
E così eccoti la storia della famigerata Chimica del Mediterraneo, un megaimpianto per la produzione di
solfati e derivati del petrolio. Tirarono su capannoni e ciminiere e vasche, promisero in cambio di voti
l'assunzione di moltitudini di operai, impiegati, dirigenti. Mai aperto. Mai avviata la produzione. Mai uscito dai
camini un filo di operoso fumo. Finchè tutto quell'ammasso di ferro arrugginito non e stato venduto a qualche
"rottamatt" che pezzo per pezzo si è messo a portarlo via. Centinaia e centinaia di miliardi buttati via. Un
affarone per le imprese, le cosche, gli assessori coinvolti, i funzionari che si spartiscono i gettoni delle
commissioni di verifica e di collaudo...
E se non c'è l'affarone? ben vengano gli spiccioli. E cosi il 14 febbraio 1992 la giunta siciliana vara un
concorso per 10 borse di studio da 1 milione l'una per gli studenti delle medie superiori. Totale 10 milioni. allo
scopo di distribuire questi 10 milioni ne stanzia 50 per i gettoni di presenza dei sei giurati della commissione
incaricata di scegliere i vincitori, commissione presieduta (coincidenza) dallo stesso presidente della regione.
Segue lettura consigliata solo a fachiri e masochisti
Indimenticabile il bando d'appalto varato in tutta fretta ai primi di maggio del 1991 per l'acquisto di 1.200
borse a soffietto.
E per facilitare la partecipazione al bando fornirono alcune generiche caratteristiche:
“1.200 borse per ufficio Munari / modello 205 in ovieto, due scompartimenti interni a soffietto, tasca esterna
con chiusura a strappo, due manici ripiegabili di colore grigio / 22".
E sarebbe questa una gara d'appalto?
E nessuno per anni vede niente, nessuno dice niente, nessuno denuncia niente.
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Quanto costa una legge in Sicilia? 6,5 Milioni di Euro. Gli altri costi in dettaglio, mentre sui consulenti e I
commissari non ci è dato sapere niente: dati “riservati”. Chissà perché...
Da la Repubblica di Palermo del 11/1/2006 di Alberto Bonanno http://www.disonorevoli.it/leggi.html
A voler fare un conto della serva, ogni legge regionale nel 2005 ci è costata più o meno 6,5 Milioni di Euro.
Il risultato lo si ricava ripartendo i 142 milioni 185 mila euro del bilancio dell' Assemblea regionale, approvato
ieri sera dal consiglio di presidenza dell'Assemblea regionale siciliana (Ars) sul numero di leggi votate nel
2005, in tutto: 22
Che vanno dal nuovo Statuto regionale alle norme per la disciplina della raccolta dei funghi EPIGEI,canto del
cigno di Sala d' Ercole prima delle vacanze natalizie. E quest' anno le spese saranno ancora più elevate
rispetto al 2005, l' Ars prevede di spendere 7 milioni 55 mila euro in più in tutto sono ben:
149 milioni 240 mila euro.
A crescere saranno le spese per le indennità dei parlamentari (13,5 milioni di euro rispetto ai 13,1 del
2005), i vitalizi (20,2 milioni contro 19), e le indennità di cessazione del mandato parlamentare (da 1,1 a 2
milioni).
Aumenti legati in linea di massima al calcolo - provvisorio - del passaggio di legislatura, tenuto conto che non
tutti i deputati saranno rieletti e che per quelli rimasti fuori l' Ars pagherà una bella pensione, con tanto di
buonuscita. Previdenza e assistenza dei deputati cresceranno complessivamente di 2,4 milioni di euro,
raggiungendo così la cifra di 24 milioni 147 mila euro.
Immutate le spese di diaria a titolo di rimborso spese (4,4 milioni), delle indennità di ufficio (1,2 milioni) e
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di trasferte e viaggi (2 milioni 850 mila euro). Complessivamente, i compensi ai deputati in carica
costeranno 21,9 milioni di euro.
Cioè 400 mila euro in più del 2005. Anche le cifre per il personale di ruolo cresceranno (da 26,9 a 28,9
milioni), e quelle per i compensi ai collaboratori temporanei (2 milioni e 50 mila euro). E un aumento
sostanziale ci sarà anche per le spese di previdenza e assistenza del personale, che cresceranno di 1 milione
785 mila euro e raggiungeranno i 35 milioni 648 mila euro (31 milioni sono di sole pensioni).
Un aumento è previsto anche per i contributi ai gruppi parlamentari, che si impingueranno di 600 mila euro e
raggiungeranno così i 7 milioni e mezzo.
Altri 5 milioni serviranno (e sono serviti nel 2005) a finanziare «l' opera di ricerca, consulenza,
documentazione, collaborazioni e servizi di supporto all' attività parlamentare dei deputati». Le spese per l'
organizzazione di «convegni, manifestazioni, relazioni esterne, cerimoniale e per funzioni delegate» restano
confermate in 400 mila euro.
Tra le (poche) spese che verranno contratte ci sono quelle per stampati e pubblicazioni, come resoconti,
notiziari, bollettini, relazioni e stampati di servizio, che scenderanno da 230 a 219 mila euro.
Immutate le spese per trasferte e viaggi dei parlamentari 2 milioni 850 mila euro.
mentre 5 mila euro in più andranno alle spese di rappresentanza, in tutto 865 mila euro.
Di questi fondi, 260 mila euro sono fondi riservati al presidente dell' Assemblea per «cerimonie, onoranze e
spese di rappresentanza» e altri 120 mila euro per «contributi, elargizioni e beneficenza».
I costi tecnologici non cambiano: 1,3 milioni per servizi informatici, sistema informativo e diffusione banche
dati nel 2005, altrettanti nel 2006.
Restano a quota 820 mila euro i servizi ausiliari (30 mila euro in meno all' infermeria finiscono alla caffetteria,
che raggiunge quota 380 mila). La manutenzione e la ristrutturazione di Palazzo dei Normanni costeranno 110
mila euro in meno (sottratti all' impianto di climatizzazione), e si fermeranno a 795 mila euro.
Meno 234 mila euro anche per beni di consumo e servizi, in tutto 5 milioni 46 mila euro, sebbene il noleggio di
auto blu costerà 40 mila euro in più, cioè 250 mila euro. Un ben di dio sul quale resta accesa una speranza:
130 mila euro, tra le spese varie, sono destinati al compenso di membri di commissioni speciali, comitati e
collegi arbitrali. Ma anche alla copertura degli «oneri connessi all' espletamento dei concorsi». L' ultimo
concorso per commessi è stato nel 1999 e la graduatoria sta ancora scorrendo.
Resta una sola domanda ….. E i consulenti? E I commissari?
Questo non ci è dato saperlo, sono dati “riservati”.
Chissà perché...
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I danni della corruzione e la loro prevenzione.
… la Banca Mondiale ha stimato che ogni anno transitano tangenti per 1000 miliardi di dollari pari a circa il
2,5% del Pil del pianeta e «Trasparency» ha stimato che l’indice medio di percezione della corruzione (Cpi) di
tutti i Paesi del mondo è pari a 5 (scala 1-10), esattamente come quello dell’Italia dove, quindi, il 2,5% del
nostro Pil finisce in tangenti. Poiché si può calcolare che il vantaggio del corruttore sia del doppio, il danno
conseguente si stima che valga il 5% del Pil. Sempre sulla base dei parametri di «Trasparency», Andrea Di
Paola, del Cantiere di Roma, ha calcolato un danno erariale di 70 miliardi di euro anno allo Stato e cioè una
somma che se disponibile risolverebbe tutti i problemi del governo Prodi.I danni sono tanto ingenti e
devastanti perché la corruzione impedisce la concorrenza tra le imprese e allunga i tempi degli appalti delle
opere pubbliche e della realizzazione dei lavori; favorisce l’acquisto di beni e servizi di qualità scadente;
blocca gli investitori di altri Paesi; scoraggia gli investimenti nella innovazione e nella ricerca; provoca
inquinamento e inefficienza nella pubblica amministrazione e destrutturazione dei corpi tecnici; favorisce il
dilagare di incarichi e consulenze che spesso sono altre tangenti surrettizie; umilia e disincentiva i dipendenti
onesti e capaci. Che fare?
Tre suggerimenti utili sono di semplice realizzazione, ammesso che si voglia:
1) estensione dei «Patti di Integrità» per gli appalti pubblici già funzionanti nei comuni di Milano, Genova e in
altri di medie dimensioni. I Patti sottoscritti dalle amministrazioni e dalle imprese hanno consentito di
escludere dalle gare decine di imprese che non avevano le carte in regola. Tra gli obblighi delle imprese che
sottoscrivono il patto ricordo: l’accettazione delle penali in caso del mancato impegno anticorruzione
sottoscritto; la cancellazione dei contratti; la confisca della cauzione ecc. E' bene ricordare che le imprese
escluse dai comuni hanno perduto tutte le cause al Tar e al Consiglio di Stato e non è poco;
2) costituzione di una Autorià anticorruzione indipendente, già individuata dal Parlamento, sostitutiva del
commissario “governo-dipendente” nominato da Berlusconi, il quale è rimasto silente e si è fatto vivo sullo
scandalo del calcio forse perché è cambiato il governo;
3) istituzione del Bollettino del mercato pubblico via Internet, riguardante appalti, acquisti di beni e servizi,
autorizzazioni, licenze, incarichi, consulenze, società di gestione di servizi ecc. che nella XIII legislatura era
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stato votato da una larga maggioranza della Camera rappresentativa dei due schieramenti.
Naturalmente governo e maggioranza potranno fare qualcosa in questa direzione solo se realmente
consapevoli che senza legalità non ci sarà competitività. – Elio Veltri
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Sulla questione del libero accesso a mare. - "Nessuna proprietà privata può impedire l'accesso al mare alla
collettività, se la stessa proprietà rappresenta l'unica via per raggiungere una determinata spiaggia". In certi tratti per mancanza
di spiaggia libera è praticamente impossibile accedere a mare senza pagare un pedaggio ai privati concessionari. Questa
situazione deve finire, la situazione di Livorno è comune a tanti altri comuni d’Italia.
Nonostante una sentenza della Cassazione, emessa al termine di una lunga battaglia giudiziaria, che disciplina
il sacrosanto diritto dei cittadini di poter accedere liberamente in spiaggia, a Livorno il mare resta cosa da
privilegiati. Gabriele Volpi, capogruppo dei Verdi nel Consiglio comunale di Livorno, torna sulla questione del
libero accesso al mare, ricordando il verdetto della Cassazione, che recita "nessuna proprietà privata può
impedire l'accesso al mare alla collettività, se la stessa proprietà rappresenta l'unica via per raggiungere una
determinata spiaggia".
A Livorno, però, il diritto di tutti al mare resta un diritto violato dai proprietari degli stabilimenti, che
chiedono il pagamento di un biglietto d'ingresso e impediscono alla pubblica fruibilità tratti di litorale. "Tutti commenta Volpi- abbiamo il diritto di godere dei benefici del mare: è ora di dire basta alle spiagge blindate".
Volpi ha anche presentato un'interrogazione in Comune per chiedere delucidazioni in merito all'atto "Indirizzi
per la formulazione di un Regolamento per il rilascio delle concessioni del demanio marittimo". Livorno, 17
maggio 2006
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Petrolio di merda - Più detrazioni fiscali per cure denti - Troppa televisione rende i maschi sterili
Nel lettone da bimbi, più sani da adulti.- La contraccezione ormonale maschile si dimostra metodo
efficace e reversibile.
Petrolio di merda
Non e' un'offesa, ma un dato di fatto, forse rivoluzionario. Il professor Yuanhui Zhang, dell'Universita'
dell'Illinois, dopo 10 anni di ricerche e' riuscito a estrarre petrolio dagli escrementi suini, grazie a una tecnica
chiamata "conversione termochimica". I numeri sono di tutto rispetto: a regime si potrebbero produrre 13,6
litri di carburante da ogni suino al giorno. Solo negli Usa ci sono 100 milioni di maiali e alcuni ricoprono anche
incarichi di potere. Tgcom
Più detrazioni fiscali per cure denti
Cernobbio, 13 mag. (Adnkronos Salute) - Più detrazioni fiscali sulle spese per le cure odontoiatriche, che oggi
i cittadini possono 'scaricare' dalle tasse solo per il 19%. Aprire un confronto con le istituzioni sui Livelli
essenziali di assistenza, aumentando i rimborsi e le prestazioni, oggi limitate, che le Asl possono erogare, e
che inevitabilmente comportano lunghe liste di attesa nelle strutture pubbliche. Studiare misure di
incentivazione per i dentisti, ad esempio per ammodernare i loro studi o per l'aggiornamento
professionale.Queste alcune proposte lanciate dal presidente dell'Associazione nazionale dentisti italiani
(Andi), Roberto Callioni, a margine del primo 'workshop di economia in odontoiatria', in corso a Cernobbio
Troppa televisione rende i maschi sterili
Abitudini e stili di vita sedentari, in particolare troppa tv, influenzano la capacità procreativa dei maschi: è il
risultato di una ricerca del centro Artes di Torino, specializzato nella diagnosi e nel trattamento della sterilità
di coppia. Dallo studio emerge che i paesi in cui si guarda più tv sono quelli in cui il tasso di fertilità è più
basso: è il caso di Polonia (tasso di fertilità 1.23) e Repubblica Ceca (1.22), che registrano medie di 250 e di
214 minuti di tv al giorno per individuo, tra le più alte in Europa. L´Italia, con una media di 245 minuti di tv al
giorno ha un tasso di fertilità di 1.33, tra i più bassi nella Ue. Al contrario, tassi di fertilità più elevati Finlandia 1.80, Svezia 1.75 - si accompagnano ai più bassi consumi di tv: 173 minuti in Finlandia, 162 in
Svezia.
Nel lettone da bimbi, più sani da adulti.
La ricercatrice Margot Sunderland ribalta le vecchie teorie: in culla da soli i piccoli accumulano ansia e stress.
Secondo l´autrice l´uso comune in Gran Bretagna e in altri paesi occidentali di abituare i bambini a dormire
da soli da quando hanno soltanto poche settimane di vita è «dannoso, perché la separazione dai genitori
aumenta il flusso di ormoni dello stress come l´idrocortisone». Un bambino separato dai genitori ha
un´attività cerebrale simile a quella provocata dal dolore fisico. Quello che ho fatto con questo libro è
presentare il problema dal punto di vista scientifico», dice la dottoressa Sunderland per difendere la sua
teoria. «C´è un tabù in questo paese sul dormire con i figli. Eppure studi fatti in ogni parte del mondo
dimostrano che dormire insieme ai figli fino all´età di cinque anni è un investimento nel futuro del bambino,
mentre non esiste alcuno studio che dimostra che lasciare piangere i bambini fa loro del bene». Come
minimo, osserva il Times, il suo intervento riapre il dibattito sull´argomento.
La contraccezione ormonale maschile si dimostra metodo efficace e reversibile
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La contraccezione ormonale maschile si dimostra metodo efficace e reversibile, condizione sine qua non per
essere presa in considerazione. Su "The Lancet", ricercatori statunitensi e canadesi riferiscono che la loro
conclusione deriva dal riesame dei dati di trenta studi condotti tra il 1990 e il 2005, riguardanti 1.549
volontari sani, occidentali ed asiatici.
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Le società calcistiche vivono di diritti televisivi, di sponsor, di leggi ad hoc. Gli stadi vuoti, semivuoti,
semipieni non sono più un business. Gli spettatori sono stati espropriati dai soldi degli sponsor.
Gli sponsor e i fornitori della Nazionale Italiana avranno presto un ritorno di immagine degno dei loro
investimenti.
La loro pubblicità-i loro interessi-i loro prodotti si sono, dapprima con garbo e discrezione, e poi senza
ritegno, inseriti tra gli spettatori e i giocatori.
Il giocatore pensa allo sponsor, al procuratore, al grano fine a sé stesso, alle scommesse, ai pagamenti in
nero. Il calcio è secondario. E lo è anche per lo sponsor, per lui è uno strumento, un mezzo per piazzare
acqua in bottiglia e ricariche telefoniche. E le società con le loro lobby, il catering, il business e i biglietti
omaggio in tribuna d’onore in cui non mancano mai i banchieri tifosi? Quelle pensano ai diritti televisivi, ai
ganci politici, a leggi spalmadebiti, a leggi fatte su misura per i falsi in bilancio. Sbavano per la Borsa, con le
azioni regalate per due lire ai manager, con i dividendi agli azionisti basati su ricavi inesistenti creati da
plusvalenze di giocatori senza valore.
Rimangono gli spettatori, i tifosi, quelli che oggi sono intermediati da
sponsorprocuratorifinanzieridirittitelevisivi. Quelli che portano il figliosubitoatreanni a vedere la loro squadra
per dargli l’imprinting, gli comprano la maglietta del club e un pallone e giocano con lui dando mostra di
dribbling ormai appensantiti.
Ma gli spettatori sono un soggetto economicamente inutile.
Le società vivono di diritti televisivi, di sponsor, di leggi ad hoc. Gli stadi vuoti, semivuoti, semipieni non
sono più un business. Gli spettatori sono stati espropriati dai soldi degli sponsor.
I consumatori però non sono stati ancora espropriati. Lippi allenatore danneggia l’immagine degli italiani.
Ne consegue che danneggia anche l’immagine degli sponsor della Nazionale. E un italiano non può comprare
un prodotto di uno sponsor con l’immagine danneggiata. Non si fa. Lippi danneggia gli sponsor e i fornitori
degli azzurri, per aiutarli ad uscire da questa penosa situazione non compriamo più i loro prodotti.
Vedrete che ce ne saranno grati.Sponsor: Mapei, Puma, Tim.
Fornitori: Antonio Amato, Beretta, Bilba, Dolce e Gabbana, EminFlex, EuroFly, Fuji Film, Generali, Green
Vision, Nutella,
Olidata, Pata, Peroni, Radio Italia, Sharp, Silver Cross, Spazio24, Uliveto, Wolkswage.
http://www.beppegrillo.it/2006/05/la_solitudine_del_tifoso.html
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Polonia: niente sesso in tv, arriva il Papa. - Australia. Dichiarazioni dei redditi a luci rosse. - Acqua
in America Latina - Ridateci le nostre terre - Cannabis terapeutica.
Polonia: niente sesso in tv, arriva il Papa.
Una speciale commissione composta di redattori cattolici valutera' programmi e messaggi pubblicitari in vista
del prossimo viaggio di Benedetto XVI in Polonia. Lo rende noto la "Gazeta Wyborcza", che riferisce come
questo nuovo organismo della televisione pubblica Tvp abbia gia' bandito la programmazione di uno spot dei
campionati di calcio in cui si vede una coppia inequivocabilmente impegnata in un amplesso, con tanto di
sonoro. "Lo spot - scrive il quotidiano polacco - non verra' trasmesso sul canale nazionale da qui al 29 maggio".
La speciale commissione e' composta da redattori cattolici e vagliera' sugli spot, eliminando tutti quelli che
pubblicizzano birra e prodotti alcolici, prodotti di igiene intima, anticoncezionali e biancheria. Per il viaggio
di Benedetto XVI a Varsavia e Cracovia, dal 25 al 28 maggio, inoltre, la Tvp curera' che la programmazione
non comprenda trasmissioni volgari o con esibizioni violente.
Australia. Dichiarazioni dei redditi a luci rosse.
L'Australian Taxation Office, l'ufficio delle imposte australiano, ha concesso per quest'anno di poter scaricare
dalla dichiarazione dei redditi anche le spese per preservativi, olii profumati, gel lubrificanti, lingerie, abiti
succinti e sex-toys.
Per poter godere di questo diritto bisogna pero' essere un operatore del settore. Saranno detassabili anche le
lezioni di danza, lap dance e danza del ventre, ovviamente.
Acqua in America Latina
Sembra che dall'inizio dell'anno alcune aziende che avevano contratti di concessione pluridecennali per la
fornitura di acqua potabile e di fognature in America Latina, abbiano rinunciato alle commesse.
E' una grande vittoria, in una delle grandi battaglie del nostro tempo. Le aziende, sia che controllino acqua,
sia che producano merendine, puntano al profitto, poche spese e alti guadagni.
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Nel caso dell'acqua vuol dire servizi di distribuzione insufficienti, scarsa manutenzione e sicurezza e niente
acqua nelle zone piu' povere, dove gli abitanti non possono pagare. BuoneNotizie.it
Ridateci le nostre terre
Un'altra vittoria definita storica arriva dall'Argentina. La magistratura della provincia di Jujuy ha ordinato
all'amministrazione locale di restituire entro 15 mesi alle comunita' native di Quebrada i terreni espropriati
illegalmente.
Sarebbero oltre 100 le comunita' native che hanno reclamato, finora senza successo, la proprieta' di terre che
abitano da sempre. misna.org
Cannabis terapeutica
Lo scorso 14 maggio la Maleant Pharmaceuticals International ha ricevuto l'autorizzazione della Food and Drug
Administration degli Stati Uniti per vendere il "Cesamet" in pillole, una versione sintetica dell'ingrediente
attivo della marijuana, per il trattamento di nausea e vomito che accompagnano la chemioterapia. Il nuovo
farmaco dovra' competere con il "Marinol", un'altra versione sintetica, in forma spray, del THC, prodotta dalla
societa' belga Solvay SA. Marinol.
Nel frattempo, in Gran Bretagna, da una ricerca dell'Imperial College of London, finanziata dal Medical
Research Council, risulta che dagli estratti della cannabis potrebbe arrivare un efficace antidolorifico post
operatorio, per esempio per le operazioni al ginocchio. - Aduc
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Totò Cuffaro querela chi lo diffama come connivente con la mafia!
Non voglio essere considerato di parte nelle elezioni regionali siciliane e, dopo aver ospitato una lettera di
Rita Borsellino, ho sentito il dovere di dare spazio ad alcune recenti vicende di Totò Cuffaro.
Totò Cuffaro, mal consigliato da Stanca, navigando su Internet ha scoperto di essere citato in più di 70.000
siti non sempre benevolmente. Da uomo onorato ha reagito con un avviso ai diffamatori sul suo sito:
“Chiunque abbia divulgato notizie diffamatorie nei confronti dell’on.Cuffaro a mezzo internet, è diffidato a
rimuoverle dal proprio sito web. Ricorrendo infatti gli estremi di reato, i colpevoli saranno perseguiti in via
giudiziaria, tanto sul piano penale quanto su quello civile per il risarcimento dei danni.
In tale direzione, la rete internet è sottoposta ad un attento monitoraggio e sono già state avviate le prime
denunce, sia nei confronti dei titolari dei domini, sia nei confronti dei rispettivi internet-provider responsabili
in solido. Le somme recuperate saranno integralmente devolute in favore delle famiglie delle vittime di mafia
e di altre opere di utilità sociale e caritativa”.
Faccio un appello a tutti gli avvocati d’Italia perchè sostengano Cuffaro in questa sua iniziativa, forse 5/600
avvocati saranno sufficienti.
Cuffaro, preso dall’entusiasmo, ha quindi contattato con successo SKY per impedire la proiezione di “La
mafia è bianca”:
“A seguito della diffida con atto extragiudiziale notificata a SKY ITALIA dall’avv. Salvatore Ferrara, legale
dell’on.Cuffaro, non sarà trasmesso il video “La Mafia è bianca” realizzato da RCS, calunnioso e denigratorio
nei riguardi del Presidente Cuffaro.”
Infine ha dato assicurazione a tutti i suoi elettori che in caso di condanna in primo grado per favoreggiamento
alla mafia si dimetterà, ma non in caso di condanna per favoreggiamento semplice.
Una sua biografia è presente su wikipedia. Leggetela per avere altre informazioni prima del voto insieme al
sito www.disonorevoli.it.
http://www.beppegrillo.it/2006/05/sicilia_quel_tr.html
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Sicilia, ospedali vendesi. Sottocosto. Per far cassa, la regione Sicilia vende i suoi nosocomi alle
banche. Che li affittano alle Asl.
5.11.2003 di Alfredo Pecoraro - Più che un buco è una voragine, oltre 2,4 miliardi di euro. Una montagna di
debiti che sta affossando le aziende sanitarie e ospedaliere della Sicilia, con le farmacie, le cliniche
convenzionate e i fornitori che ogni giorno battono cassa, bloccando a singhiozzo il servizio, come è già
successo a Trapani e a Palermo. Una zavorra dalla quale il governo guidato da Salvatore Cuffaro (Udc) ha
pensato di liberarsi escogitando una manovra singolare: vendere gli ospedali pubblici, incassare liquidi e
pagare i creditori. E lo fa con una operazione di cartolarizzazione degli immobili, che sta suscitando parecchie
perplessità. Messo a punto dagli uomini dell'assessore al bilancio Alessandro Pagano (Fi), il progetto è
contenuto in un articolo del disegno di legge sulle variazioni di bilancio che domani approderà nell'aula
dell'Assemblea regionale, con l'opposizione pronta a fare ostruzionismo. Denominata «sale and lease back»,
l'operazione consentirà alle aziende sanitarie e ospedaliere di vendere i propri immobili alle banche tramite
un'asta internazionale. Chi si aggiudicherà il bene non potrà cambiarne la destinazione d'uso e dovrà lasciarne
la gestione, in affitto o in leasing, alle stesse Asl che pagheranno un canone mensile rimborsabile in dieci
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anni, versando alle banche gli interessi. Non solo. Oltre alla proprietà giuridica, la banca potrà trattenersi
automaticamente dai finanziamenti pubblici la quota corrispettiva all'importo della rata dovuto dall'Asl. Tutta
l'operazione sarà gestita da società veicolo, costituite dalle banche aggiudicatrici dell'asta, le cui spese però
saranno a carico della Regione.
Saranno queste società ad acquistare gli ospedali e per finanziare l'operazione emetteranno sul mercato titoli
obbligazionari che avranno il rating assegnato dalle agenzie specializzate alla Regione siciliana, attualmente
fissato in «A-». E se la società non dovesse collocare parte delle obbligazioni, per esempio a causa proprio del
rating basso della Regione? In questo caso potrebbe ripetersi quanto è accaduto nella precedente
cartolarizzazione dei crediti delle Asl nei confronti della Regione, pari a oltre 1.000 miliardi delle vecchie
lire. La banca giapponese Nomura, che si occupò dell'emissioni dei bond, è stata costretta a scrivere in
bilancio i titoli invenduti, i cui interessi sono pagati dalla stessa Regione. «Sarebbe interessante - aggiunge
Franco Piro, coordinatore regionale della Margherita ed ex assessore al Bilancio - sapere quanto pagheranno le
Asl per l'affitto alla società veicolo e a quanto ammonteranno gli interessi». Non solo.
E se per caso si guasterà un ascensore all'ospedale Civico di Palermo o al Cannizzaro di Catania? Chi pagherà?
La banca proprietaria o le Asl in affitto? C'è chi parla già di possibili dispute legali per capire se il guasto
rientrerà nella manutenzione ordinaria o straordinaria. E così per gli impianti di illuminazione, per le pompe
dell'acqua e per qualsiasi guasto che potrebbe verificarsi in strutture che peraltro in Sicilia sono vetuste. «Chi
dice che le banche non potranno affittare gli ospedali anche ai privati - avverte il segretario regionale della
Cgil-medici, Renato Costa - E' l'ennesimo atto di smantellamento del sistema sanitario pubblico, siamo stanchi
di essere attaccati da ogni parte e contrasteremo in ogni modo questa incomprensibile operazione».
La trovata finanziaria ha scatenato subito un putiferio non solo nell'opposizione ma anche fra alcuni falchi
della maggioranza di centrodestra, pronti a boicottare il voto.
«Siamo di fronte - dice Leoluca Orlando, parlamentare regionale del gruppo d'opposizione Sicilia 2010 - a chi
agisce come se sapesse che la fine di Pompei si avvicina, chi campa alla giornata. Sono convinto che siamo
soltanto all'inizio delle svendite e che nei prossimi mesi assisteremo a nuovi eclatanti fenomeni di
accaparramento da parte di privati». Secondo il segretario regionale dei Ds, Antonello Cracolici, «il governo
Cuffaro, ormai senza freni, sta ipotecando il futuro finanziario della Regione saccheggiando oltre il patrimonio
anche i fondi della sanità siciliana», mentre per Antonio Borzacchelli (Udc) «è necessario che su questo tema
la maggioranza si muova con cautela». «Mi chiedo con quali risorse finanziarie la Regione - aggiunge il
deputato di centrodestra - potrà rientrare in pieno possesso di questo ingente patrimonio immobiliare e
tecnologico. Perseguendo questa prospettiva si va verso lo sfascio e questo solo per non avere il coraggio di
usare il bisturi sui tanti sprechi che oggi rendono ingestibile sia qualitativamente sia finanziariamente le
condizioni del comparto in Sicilia». Ma Francesco Forgone, capogruppo del Prc all'Ars, va oltre e sospetta che
dietro questa smania di vendita «ci possano essere anche elementi più inquietanti: un sistema di affari e di
interessi interni alla maggioranza stessa proiettati alla trasformazione del sistema da pubblico in privato».
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L’Italia Paese statico. Crescono solo le diseguaglianze. La stagnazione si fa sentire sulle tasche
degli italiani, e per alcuni è la discesa sotto la soglia di povertà.
Nel rapporto annuale dell'Istat un Paese a bassissima mobilità sociale
Lo certifica l’Istat nel suo annuale rapporto economico, dove viene evidenziato come la crisi economica si è
tradotta in una accentuazione delle diseguaglianze di reddito, in una sostanziale cristallizzazione della
povertà e in una rigidità della mobilità sociale. L'Italia, dal Rapporto realtivo al 2005, si rivela un Paese
“statico”, dal punto di vista sociale oltre che economico.
La notizia più triste è che nel nostro Paese "ci sono oltre 4 milioni di lavoratori a basso reddito, sotto i 700
euro mensili, di cui 1,5 milioni vive in famiglie in condizioni di disagio economico", ha ricordato il presidente
dell'Istat Luigi Biggeri nella sua relazione. Le famiglie in condizione di povertà relativa sono 2,6 milioni, pari
all'11,7% del totale e corrispondenti a 7,6 milioni di persone. Il valore dell'incidenza della povertà tra le
famiglie, rileva l'Istat, è rimasto pressoché stabile negli ultimi otto anni (tra il 10,8 e il 12,3%). La povertà
riguarda in particolare il Mezzogiorno, le famiglie con un elevato numero di componenti, gli anziani soli, le
famiglie con disoccupati.
L'Italia, insieme a Francia, Germania e Irlanda si colloca tra i Paesi con un basso grado di fluidità sociale. Al
contrario Norvegia, Paesi Bassi e Svezia mostrano minori disuguaglianze in termini di opportunità di mobilità.
Tra le classi sociali più "statiche" ci sono la piccola borghesia agricola e la classe operaia agricola: le donne, in
particolare, hanno una probabilità maggiore di permanervi.
Nel 2003 il reddito netto delle famiglie residenti in Italia, ha rilevato l'Istat, è stato in media di 24.050 euro,
pari a circa 2.079 euro al mese. Le famiglie che hanno come fonte principale il reddito da lavoro autonomo
possono contare, in media, su entrate maggiori: il loro reddito annuo nel 2003 è stato di 35.777 euro (2.980
euro al mese). Ma una famiglia su due ha un reddito mensile netto inferiore a 1.670 euro. L'Italia è infatti
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caratterizzata da un grado di disuguaglianza piuttosto elevato (superiore a 0,30), analogo solo a quello di
Portogallo, Spagna, Irlanda e Grecia. Le famiglie con i redditi più bassi percepiscono soltanto il 7,9% dei
reddito totale, mentre la quota del quinto più ricco risulta quasi cinque volte maggiore (38,8%).
Il divario tra il reddito familiare medio del Nord e quello del Sud risulta di 9.068 euro (-27,5%). Il 50,3% delle
famiglie del Nord appartiene ai due quinti "più ricchi" (l'Istat ha effettuato una ipotetica divisione in cinque
quinti degli italiani, per calcolare al meglio le differenze di reddito) con redditi alti e medio-alti, contro il
46,8% delle famiglie del Centro e il 20,6% di quelle che vivono nel Sud e nelle Isole.
Triste paradosso, le Regioni che spendono di più per alleviare le disuguaglianze sono quelle più ricche. La
spesa sociale, rileva l'Istat, non ha un effetto di compensazione delle disparità, perché è in linea con il
reddito delle regioni. E pertanto, i livelli di spesa sociale più elevati si riscontrano in generale nelle regioni
del Nord, e inoltre nel 2003 gli incrementi maggiori della spesa sociale hanno riguardato il Nord-Ovest, circa
1.300 euro; i più bassi le regioni del Sud con 685 euro. Anche l'offerta di interventi e servizi è decisamente
inferiore alla media nelle regioni meridionali. In generale, comunque, l'Italia si colloca leggermente al di
sotto della media dei Paesi dell'Unione Europea per l'incidenza della spesa sociale sul Pil.
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Bufera sui redditi degli autonomi. Il 43% dei titolari di partite Iva denuncia meno di 10 mila euro. Le
categorie: non siamo evasori. I sindacati: è uno scandalo.
da Repubblica - 17 maggio 2006 - E´ polemica su reddito e tasse degli autonomi. Dopo i dati delle
dichiarazioni fiscali pubblicati da «Repubblica», in base ai quali quasi la metà degli appartenenti a questa
categoria denuncia meno di 10 mila euro, c´è stata una vera e propria levata di scudi da parte delle
organizzazioni di settore. «Ci risiamo! Pur di mostrare che gli autonomi sono evasori si utilizzano fonti
statistiche diverse e non comparabili», ha detto il segretario generale della Cna, Giancarlo Sangalli. Anche gli
Artigiani di Mestre si uniscono alle critiche: «Pochi sanno che il 70 per cento degli artigiani e dei
commercianti lavora da solo. Quanto possono guadagnare anche se mediamente lavorano 10-11 ore al giorno?
Poco più di un lavoratore dipendente!».
Replicano alle organizzazioni degli autonomi i sindacati: «Chiamiamolo un primato negativo - dice il leader
della Uil, Luigi Angeletti - Non voglio usare la parola scandalo che sarebbe quella più appropriata. In Italia i
lavoratori dipendenti pagano più tasse dei lavoratori autonomi, dei professionisti, degli imprenditori. Il che la
dice lunga su quanto il nostro sistema fiscale faccia "schifo"».
Nel polverone si è inserito anche il leghista Castelli secondo il quale «il nuovo governo non si è ancora
insediato che è già partita la strategia per tassare il popolo delle partite Iva».
Il programma dell´Unione parla chiaro a questo proposito: la lotta all´evasione è una «priorità» di politica
fiscale perché essa è «condizione di equità e di efficienza del sistema». Dunque - spiega il programma niente più condoni e maggiore autonomia e risorse alle Agenzie fiscali. In linea generale, dalla maggioranza
vengono tuttavia segnali di rassicurazione verso il mondo degli autonomi: l´intenzione del nuovo esecutivo
sarà quello di muoversi attraverso il dialogo con le categorie come avvenne nella legislatura guidata dal
centrosinistra con gli studi di settore.
Ma la lotta all´evasione ha bisogno di tempo e di una strategia coerente di riforme, e dall´interno della
maggioranza si lamenta un problema di uomini: molti dei funzionari nominati dal centrosinistra
nell´amministrazione fiscale sono stati sostituiti dal governo Berlusconi e le cariche sono state oggetto di una
vera e propria «blindatura» la cui valutazione sarà tra le prime questioni sul tavolo del nuovo governo.
Non sono solo gli autonomi a far parlare di fisco. Secondo una indagine dell´associazione «Sbilanciamoci» il 58
per cento degli italiani dice sì ad un aumento delle tasse per avere maggiori servizi, il 76 per cento chiede
l´aumento dell´aliquota per i più ricchi, il 67% ritiene necessario intervenire sulle rendite finanziarie. Infine
la Confindustria: secondo il vicepresidente Bombassei la riduzione del cuneo fiscale, annunciata da Prodi, è
«il primo tra i punti irrinunciabili che abbiamo individuato per la competitività» e rappresenterebbe «il più
grande messaggio che il governo possa dare alle imprese».
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Due bicchieri al giorno di rosso preverrebbero l'invecchiamento. - Il governo non ha più soldi stop al
ritorno dei ricercatori. - Il massimo della sfiga.
Due bicchieri al giorno di rosso preverrebbero l'invecchiamento.
10.5.06 - Due bicchieri di rosso al giorno prevengono l'invecchiamento e l'arteriosclerosi: merito dei polifenoli
che neutralizzano i radicali liberi. E' il risultato di uno studio della squadra di Francesco Violi, del Policlinico
Umberto 1/o- Universita' La Sapienza, pubblicato sulla rivista Atherosclerosis.
Il governo non ha più soldi stop al ritorno dei ricercatori.
10.5.06 - La Moratti congela il programma dall´estero iniziato nel 2001. In cinque anni aveva permesso il
rimpatrio di circa cinquecento scienziati. Il saldo tra uscite e ingressi è negativo di 27mila unità ogni anno.
L´articolo contenuto nella Finanziaria ha bloccato le pratiche di molti esperti. «Ci dispiace, il programma
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"Rientro dei cervelli" è stato congelato. Le domande quest´anno non possono essere presentate. Riprovi nel
2007. Forse». I ricercatori italiani all´estero che contavano sul programma del ministero per poter tornare nel
loro Paese hanno avuto una brutta sorpresa: «Sono finiti i soldi. I finanziamenti sono stati azzerati», allargano
le braccia al Ministero per l´Università e la Ricerca (Miur).
Farmaci: vietato assumerli col succo di pompelmo, studio Usa svela perchè.
I golosi di succo o spremuta di pompelmo stiano in guardia quando assumono dei farmaci: la loro bevanda
preferita puo' interferire con il metabolismo di alcuni medicinali come gli antipertensivi o gli anticolesterolo,
rallentandone lo 'smaltimento' e favorendo la comparsa di effetti collaterali. Il rischio era gia' noto ai medici,
ma soltanto ora uno studio americano ha spiegato le vere ragioni alla base dell'avvertenza. In una ricerca
pubblicata sull''American Journal of Clinical Nutrition', gli scienziati della University of North Carolina School
of Medicine di Chapel Hill hanno infatti dimostrato che le sostanze responsabili dell''interferenza' sono i
furanocumarini contenuti nel succo di pompelmo e non in altri succhi altrettanto diffusi.
Molecole alla base dell’attrazione sessuale
Un cocktail di molecole che scatenano il desiderio e circuiti nervosi sono alla base delle preferenze sessuali.
Lo dice una ricerca condotta in Svezia dall'Istituto di Stoccolma per le ricerche sul cervello. I ricercatori
hanno osservato gli effetti che i feromoni, molecole dell'attrazione sessuale, provocano nell'ipotalamo, parte
anteriore del cervello. Risultato: l'omosessualita' femminile e' controllata da meccanismi diversi da quelli
dell'omosessualita' maschile.
Il massimo della sfiga
Un tentato suicidio non è mai una buona notizia, ma sbagliare i tempi e invece di finire sotto un treno andare
a sbattere contro il vetro, ferendosi leggermente, ed essere condannati a pagare 4.200 euro di danni, lo
diventa.
La vicenda è successa veramente a Monaco e alla fine il più sconvolto era l'autista del convoglio.
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Omosessualità: differenza a «naso». Sono diverse le aree del cervello che elaborano gli stimoli dei
feromoni tra donne etero e lesbiche.
Un nuovo studio sull'omosessualità condotto allo Stockholm Brain Institute, mirato alla verifica di fondamenti
fisiologici delle preferenze sessuali, ha fornito risultati interessanti e non del tutto prevedibili. La dottoressa
Ivana Savic, a capo del team che ha condotto la ricerca sperimentale, ha fatto annusare a dodici donne
omosessuali e ventiquattro eterosessuali di entrambi i sessi prima un ormone che è ritenuto un possibile
feromone maschile (sigla AND) e poi un altro ritenuto un possibile feromone femminile (sigla EST),
«scrutando» attraverso la PET (tomografia a emissione di positroni) che cosa accadeva nel loro cervello. Lo
studio è stato condotto nel solco di un'altri studi, tra cui uno che aveva osservato negli omosessuali uomini
risposte «cerebrali» ai feromoni molto più simili alle donne che agli uomini eterosessuali. Allo Stockholm Brain
Institute hanno invece provato a confrontare la risposta delle donne omosessuali, con quella di uomini e
donne eterosessuali.
Il risultato non è del tutto simmetrico rispetto allo studio sui gay. Le lesbiche, benché rispondano agli stimoli
ormonali in maniera più simile agli uomini etero che alle donne etero, non dimostrano la stessa consonanza di
percezione messa in luce dagli studi statunitensi tra gay e donne eterosesssuali.
I RISULTATI - Le donne eterosessuali, infatti, dimostrano di essere sensibili sia ai feromoni maschili che a
quelli femminili, mentre le lesbiche e gli uomini etero preferiscono i feromoni femminili a quelli maschili. La
differenza però sta tutta nelle parti di cervello che elaborano gli odori ormonali. Negli uomini eterosessuali i
feromoni femminili vengono elaborati nell'ipotalamo (deputato anche alla stimolazione sessuale), mentre
quelli maschili vengono elaborati nell'area cerebrale destinata al riconoscimento degli odori e nelle donne
eterosessuali accade l'esatto contrario. Le lesbiche, invece, elaborano sia i feromoni maschili che quelli
femminili nell'area deputata agli odori e non agli stimoli sessuali. – Corsera Gabriele De Palma - 09 maggio
2006
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Dal blog di Beppe Grillo: petizione per non pagare le tasse sulle ricariche telefoniche.
10 Maggio 2006 - Viviamo in una realtà sempre più innovativa.
Una realtà che mette l'innovazione a disposizione di tutti. Quale azienda può al giorno d'oggi permettersi di
non essere innovativa? C'è sempre più bisogno di idee innovative. L'innovazione ci semplifica la vita, ci aiuta.
In un certo senso ci nobilita, come una volta il lavoro.
In autostrada usiamo il telepass, paghiamo la benzina con la carta di credito, ricarichiamo il cellulare da ogni
punto Atm, paghiamo le bollette on line e tante tante altre cose. La tecnologia è bella perchè ci rende liberi.
La tecnologia è bella perchè aumenta i profitti delle aziende che inventano nuovi servizi. Paghiamo per il
telepass oltre che per il pedaggio, per il pagamento via carta di credito oltre che per la benzina, per la
possibilità di ricaricare il cellulare oltre che per la ricarica, per poter pagare una bolletta on line oltre che
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l'importo della bolletta. Insomma paghiamo il nulla. Le aziende ci stanno facendo pagare le transazioni di
pagamento, incantesimi dell'etere, furti legalizzati.
Infatti, infatti...
L'innovazione diminuisce i costi delle aziende, il telepass elimina il costo del casellante, la carta di credito le
operazioni di deposito del contante, il pagamento delle bollette il costo dell'impiegato e la ricarica del
cellulare anticipa alla società telefonica i soldi delle chiamate.
L'innovazione serve quindi a renderci più felici e più poveri (del resto non si è sempre detto che il denaro non
dà la felicità?) e ad ingrassare le aziende, le stock option, il titolo in borsa, i tronchettibenettonscaroni.
Ma quando la smettiamo di farci prendere per il c..o?
Un cittadino italiano ha finalmente deciso che gli fa troppo male e ha chiesto alla Commissione Europea
l'abolizione dei costi di ricarica per i cellulari che esiste solo in Italia.
Lo hanno preso sul serio e la Commissione Europea ha contattato l'Authority, altra innovazione che ci rende
(inconsapevolmente) poveri.Bastano 50.000 firme per toglierci dai piedi la tassa sulla ricarica. Firmate la
petizione!
http://www.petitiononline.com/costidir/petition.html
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Scandali postdatati. Giornalisti che sono sempre informati prima e che scrivono sempre dopo. Quanti arbitri comprati ci
sono tra i direttori di giornale e i direttori di rete? Quanto sono pagati per tenerci nell’ignoranza?
15.5.2006 - Scandali postdatati. - Ogni volta che in Italia scoppia uno scandalo, un avvenimento ormai
frequente di cui non ci scandalizza più che tanto, i giornalisti ci informano su ogni possibile particolare, gli
opinionisti ci spiegano cause e effetti, i direttori scrivono un editoriale in cui esprimono la loro profonda
costernazione.
I lettori e i telespettatori sono informati per giorni fino all’esaurimento della fase emotiva. Poi qualche
trombettiere suona il silenzio e si parla d’altro. Anni dopo arrivano le prescrizioni, i memoriali di discolpa
degli interessati, le amnistie, la benedizione sociale bipartisan di uno scandalo che non è più scandalo, ma è
diventato storia patria. Sindaci e assessori propongono targhe ed anche statue per le persone coinvolte, si
fanno conferenze a tema e i partiti candidano i condannati al Parlamento per salvarli dalla galera.
Ogni volta che scoppia uno scandalo in Italia le prime 10 pagine dei quotidiani ne parlano con toni indignati.
I giornalisti, finalmente liberi, si scatenano come furie (avvoltoi?) su persone che intervistavano servilmente il
giorno prima. I giornalisti della notizia post datata, i giornalisti del paraculismo istituzionale, i giornalisti
demi vierge, dell’opportuno riserbo editoriale, della stecca pubblicitaria e del pezzo di ordinanza.
Io spero che il prossimo scandalo riguardi loro, i loro editori, i loro giornali, i loro settimanali, le loro
televisioni. Che porti alla luce i motivi politici, economici, personali per cui danno una notizia e ne eliminano
un’altra. Tacciono e depistano. Giornalisti che sono sempre informati prima e che scrivono sempre dopo.
Il prossimo scandalo deve essere sull’editoria, sui media, sulla loro commistione con pubblicità e politica.
Quanti arbitri comprati ci sono tra i direttori di giornale e i direttori di rete?
Quanto sono pagati per tenerci nell’ignoranza?
L’informazione postdata mi ha stufato, i pennivendoli postdatati mi hanno stufato.
Il prossimo scandalo per pudore lo mettano in ventesima pagina tra le notizie di cronaca.
http://www.beppegrillo.it/2006/05/scandali_postda.html
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Tangentopoli e "Piedi puliti". Il calcio ostaggio del conflitto d´interessi di Giuseppe d´Avanzo
- Lo sport "più amato" crolla perché il livello di corruzione ha superato la soglia di massima tollerabilità. Un
errore pensare a Gianni Letta, visto che avrebbe dovuto controllare Berlusconi. Il sistema è dominato da un
cartello di potere. Come per Mani Pulite la posizione di forza, Il conflitto si manifesta in qualsiasi rapporto
contrattuale, ogni volta che uno dei due contraenti tratta da una eccessiva posizione di forza e ne approfitta
per imporsi. Pesano l´intreccio tra la politica e gli affari con la sopraffazione come regola. I sintomi sono i
drastici vincoli alla concorrenza e l´indebolimento delle istituzioni di vigilanza.
da Repubblica - 14 maggio 2006 - Viene da chiedersi se davvero possiamo dire di aver capito che cosa sta
accadendo con l´italianissima storia del "calcio truccato". Che crolla, come sempre accade, perché il livello
della corruzione ha superato la soglia di massima tollerabilità e non garantisce più alcun beneficio agli attori,
anche se vincenti.
Il giocattolo si è così finalmente rotto. Era da tempo soltanto un autoinganno. I tifosi non credevano più ai
risultati delle partite. Il mercato sapeva che i valori di una società di calcio quotata in Borsa erano
contraffatti. Come ingannevoli erano l´antidoping, le compravendite, i contratti, le retribuzioni, i profitti.
Il football nazionale era una gigantesca giostra del contraffatto.
… Con qualche minaccia, molte manovre truffaldine, confidando nell´avidità di alcuni e nella pavidità di altri,
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la ghenga mette le mani sulle leve della giostra che abbaglia 35 milioni di italiani che scoprono
improvvisamente di essere stati davvero raggirati come polli. … Ragiona Prodi: «C´è un problema di regole, di
senso di credibilità da recuperare. Gianni Letta ha conoscenza dello sport, delle regole della politica e della
società». Cade l´umore. Letta è il braccio destro di Berlusconi, presidente onorario del Milan calcio. … È nel
metodo e nella "cultura". Letta, in un conflitto di interessi evidente, sarebbe dovuto diventare "controllore":
proprio lui, il miglior uomo di uno dei "controllati". Finanche Prodi sembra non vedere allora la sostanza della
questione che, in "Piedi puliti" (o come si chiamerà questa catastrofe), è l´assenza della competizione, quindi
della concorrenza, in un mercato fasullo come un assegno a vuoto. Se l´Italia di Tangentopoli era un
gigantesco cartello e "il metodo di lavoro" di un capitalismo senza mercato, l´Italia pedatoria di Moggi ha gli
stessi sintomi patologici: drastici vincoli alla "concorrenza", controllo "politico", indebolimento dei meccanismi
di autoregolamentazione e delle istituzioni di vigilanza.
… Nonostante gli anni trascorsi, le patologie del sistema e della nostra democrazia sono ancora tutte lì
squadernate: insofferenza alle regole, diritto e diritti strappati, mancanza di senso dello Stato, patti oscuri
tra capitalismo e governi, intreccio tra affarismo e politica, un´imprenditoria senza cultura del mercato e
priva di un´etica della responsabilità, se si tiene a mente che a vario titolo sulla giostra si muovono alcuni tra
i maggiori gruppi industriali del Paese (Fiat, Mediaset, Telecom, Tod´s, Saras, Erg). E infine - ragione delle
ragioni - il conflitto d´interessi. Un costume sociale. Una metastasi che penetra e lacera e distrugge il tessuto
economico, politico, istituzionale. Finalmente (forse) si può e si deve raccontare così la parabola del "calcio
truccato".
Il conflitto di interessi che cosa è, infatti, se non «un forte squilibrio a favore di uno degli attori»? Non è altro
il mestiere di Moggi. …La conseguenza di questa situazione, come in tutti i conflitti di interesse, è la
sopraffazione. È quella prepotenza che «si manifesta in qualsiasi rapporto contrattuale, dai più elementari ai
più complessi, ogni volta che uno dei due contraenti tratta da una eccessiva posizione di forza, e ne
approfitta per imporre la sua volontà all´altro, oppure quando possiede molte più informazioni sull´oggetto
della trattativa ed è in grado di nasconderle». (Guido Rossi, Il conflitto epidemico).
.. Volendo curare la malattia con il morbo che l´ha prodotta (i conflitti di interessi con un altro conflitto di
interessi), Prodi sottovaluta la dimensione economica del calcio … Quale che sia la risposta, la si potrà trovare
soltanto se non si commettono gli errori del passato, se non ci si lascia prendere prigionieri da quel
"revisionismo" che ha liquidato Tangentopoli come "rivoluzione politica" di "toghe rosse". Una grossolana
falsità che, riscrivendo la storia, ha legittimato una politica, non ha prodotto anticorpi, non ha ricostruito un
sistema di regole la cui regressione, ancora oggi, secerne illegalismo e opacità producendo danni irreversibili
(lo scandalo calcistico ne é una testimonianza).
Dovrebbe essere un´analisi condivisa perché ovvia. Al contrario, oggi come allora, si odono le consuete litanie
farfalline come se «la dipendenza dal sentiero tracciato», più che una maledizione, fosse un destino. Codici
etici, autoregolamentazione, autoriforma, si dice. Li hanno promessi anche la politica e il capitalismo
quattordici anni fa. Con quali esiti, abbiamo visto.
In campo, oggi come allora, si vede al lavoro soltanto la mano - per definizione, cruenta e in qualche caso
ingiusta - di una magistratura alle prese con il compito supplente e improprio di proteggere la moralità
pubblica.
22
E i garantisti diventano giustizialisti. Ma solo nello sport.
dal Corriere - 18 maggio 2006 – di Giusi Fasano - La premessa è lapidaria: «Fare paragoni fra le indagini di
mani pulite e quest'inchiesta sul calcio è una cazzata. Un'offesa per le vittime di Tangentopoli. Purché questo
sia chiaro, si può parlare del resto». Paolo Liguori è il direttore del TgCom, romanista e troppo vecchio del
mestiere per non intuire il percorso delle domande prima di sentirle: «Sì, lo so, mi hanno criticato perché
dicono che io, così garantista in passato, adesso divento dottor Jekyll con lo scandalo del pallone. Ma è che
non capiscono la differenza fra la giustizia ordinaria e quella sportiva». Il suo volto «giustizialista» Liguori lo
sfodera per la seconda, non certo per la prima: «Del fronte penale onestamente non me ne frega niente.
Troveranno le prove e li condanneranno? Non sarà così? Voglio essere garantista, come sempre. Ma se leggo le
intercettazioni di Moggi penso che alla giustizia sportiva non serva altro per agire».
Eccolo lo spartiacque: i tribunali penali da una parte, quelli sportivi dall'altra. Così la pensa anche Lamberto
Sposini, ex giornalista del Tg5 di fede juventina che sulla vicenda Moggi non fa che chiedere garantismo,
«perché la giustizia furor di popolo e di intercettazioni non mi convince, nel calcio come in Tangentopoli».
Altro è il piano sportivo: «Da quel punto di vista quello che è emerso basta e avanza per emettere un verdetto
che credo arriverà preso e sarà pesante. Ma stiamo attenti a non fare i forcaioli sulle questioni penali».
Un distinguo al quale non ha saputo resistere nemmeno l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che,
senza aspettare il verdetto dei giudici sportivi, ha rifatto i conti sui campionati: «Adesso tutto è diventato
chiaro. Esigiamo che ci restituiscano i due scudetti che ci spettano».
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E poi c'è il popolo dei garantisti e basta, quelli senza se e senza ma. Per esempio Giampiero Mughini
(juventino) che, dalle colonne del Foglio di Giuliano Ferrara, ha lanciato la tesi: caso Moggi uguale a caso
Craxi, l'inchiesta sul calcio uguale a quella sulle tangenti. «Solo che la storia non si può tagliare a fette, da
una parte le fette buone e dall'altra le fette cattive» ha scritto in uno dei suoi commenti. E giù con le critiche
ai garantisti di ieri, oggi giustizialisti.
Parole al veleno, come quelle di Franco Corbelli, presidente del Movimento per i diritti civili: «Il garantismo
deve valere anche per la giustizia sportiva. Non posso accettare che uno come Liguori diventi il primo dei
forcaioli».
Giuliano Ferrara è convinto: «Mani pulite e lo scandalo del calcio sono due fenomeni identici, su una cosa in
particolare: sul fatto che gli italiani si inorgogliscono, si sdegnano, si indignano per una cosa che condividono
nel profondo della loro anima e del loro modo di vivere. Questa cosa si chiama corruttela».
«Ci sono metodi identici, sì. C'è il bene contro il male e a me questa cosa fa schifo» conferma un altro
sostenitore del binomio Mani pulite/caso Moggi, Andrea Marcenaro, anche lui giornalista del Foglio. Ma riecco
il distinguo da giustizialisti: «Mughini ha ragione sul ragionamento generale ma fa male a non capire che Moggi
se ne deve andare. Non può più restare perché ci ha tolto l'illusione che in campo le cose funzionassero con le
regole dello sport».
23
Il fuorigioco dei «furbetti» manda l'etica in serie B.
dal Corriere - 18 maggio 2006 di Salvatore Bragantini - È lo scandalo non del calcio ma di un Paese che ha
lasciato che tutto ciò accadesse, per decenni. Quanti conoscevano lo stato delle cose e non hanno fatto
niente? Quanti se ne sono avvantaggiati, impetrando come Pisanu i favori del piccolo zar Luciano?
Ora dedichiamo allo scandalo enorme rilievo, ma passata la piena penseremo ad altro, per non sfasciare il
giocattolo. Sarebbe un errore, perché l'inerzia distruggerebbe oltre al giocattolo, un'immagine nazionale già
molto compromessa. Se il calcio grufolava tranquillo nel trogolo della Gea, c'è poco da lamentarsi del
protagonismo della magistratura. Meno male che questa, dopo aver subito lunghi anni di assalti, è ancora in
grado di fare il suo lavoro, intervenendo quando uno o più soggetti, anche colletti bianchi, commettono reati
o danneggiano altri.
Il calcio è soprattutto un business:
guardiamo allora lo scandalo e le sue conseguenze in chiave di correttezza contabile e di effetti sui conti
dello Stato. Il mondo della politica, lungi dall'imporre il risanamento di un calcio malato, gli ha lisciato il
pelo. All'ennesimo scandalo calcistico Berlusconi disse: «Moralizzazione è una parola grossa». Il suo governo
ha agito di conseguenza. Ha sospeso con norma speciale — il decreto «salvacalcio» — il Codice Civile per le
società calcistiche: grazie al decreto, le perdite sul parco-giocatori, magari a fine carriera,
sono spalmate su 10 anni. Ciò esenta gli azionisti di controllo delle squadre dal tirar fuori soldi per sanare i
conti. Una norma eccezionale, di pura cosmesi, valida solo per le squadre, varata senza considerare che tre di
queste erano quotate. Commentava profetico all'epoca Franco Carraro: «E' un importante tassello
nell'indispensabile risanamento del calcio professionistico»!
Dopo questo favore — reso alle tasche di una ventina di persone con nome e cognome, non alle società — il
governo ha definito la composizione dei campionati 2003-04, con l'occhio all'audience e ignorando i risultati
sportivi. Ha permesso alla Lazio di pagare in 23 comode rate annuali i debiti col fisco per somme trattenute ai
giocatori e non versate, sostenendo che almeno così incassava qualcosa, mentre se la società fosse fallita non
avrebbe preso nulla. È falso, in luogo della società dovevano pagare i giocatori, percettori del reddito e
responsabili in solido; essi potevano insinuarsi al passivo e trasformare in azioni il loro credito. Soprattutto, se
la Lazio fallisse, gli altri pagherebbero di corsa per evitare quella fine, dato che invece paga in un quarto di
secolo, la imitano. Così l'ammontare delle imposte arretrate (per Iva e ritenute) dovute dalle squadre ha
superato i 650 milioni di euro.
Il calcio è legibus solutus, i protagonisti dello scandalo (i sommersi e i salvati) lo sanno e ne approfittano:
come scrivono Marco Liguori e Salvatore Napolitano ( Il pallone nel burrone — Editori Riuniti), le società non
pagano Irap sulle plusvalenze da vendita giocatori, contrariamente a quanto stabilito dall'Agenzia delle
Entrate, in base ad un semplice parere della Lega. Fra Stato e corporazione, prevale la seconda, siamo il
Paese della libertà, quella di non pagare: va sempre bene.
Per il futuro va ripensata, forse vietata, la quotazione in Borsa; le pur forti avvertenze sui rischi sportivi
imposte per il prospetto della Lazio (aprile '98) dalla Consob di cui chi scrive era commissario, non bastano
più. Nulla vale come l'esperienza pratica, e questa dimostra che la quotazione non funziona. Interessante
invece la proposta di Angelo Rovati ( Corriere, 16 maggio): le squadre cedano marchio e titolo sportivo ai
Comuni, in cambio dello stadio. Se la squadra fallisce, male per gli azionisti, e il titolo rimane al Comune che
individuerà i nuovi proprietari.
Il calcio punisce gli onesti e premia i furbetti. Bisogna fare il contrario, come dice Guido Rossi, ottimo
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28 Maggio 2006 a cura di [email protected]
commissario della Figc; ricordando che non ci sono solo violazioni di norme, ma anche comportamenti osceni.
Non è tempo di prudenza ma di fermezza. Non tanto nuove leggi servono, quanto il ripristino di quelle
esistenti, troppo a lungo sospese. Lo Stato, tanto per cominciare, si faccia pagare 650 milioni di imposte
arretrate, e chi deve fallire fallisca. Entrerà aria nuova, e lo scandalo sarà servito a qualcosa.
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Primari, sull'esclusiva decide la Regione - Meglio curarsi in Spagna. Se paga Zapatero. - Storie di
ladri. - Se son rose fioriranno - Cure sbagliate, record di denunce contro i medici - Conciliazione e
arbitrato in Toscana.
Primari, sull'esclusiva decide la Regione
(Il Messaggero: pag. 14 - 9 maggio 2006)
La Corte Costituzionale, con la sentenza 181/06, riconosce alle Regioni il potere di assegnare le direzioni
degli ospedali ai primari che accettano di lavorare in regime di esclusività per l'azienda pubblica. I giudici
costituzionali hanno così sottratto alla legislazione statale ed al Ministero della Salute il potere di imporre la
scelta tra pubblico e privato.
Meglio curarsi in Spagna. Se paga Zapatero
(Bloomberg Finanza & Mercati: pag. 20 - 9 maggio 2006) Il Governo spagnolo dovrà affrontare, con la prossima
manovra economica, un ammanco nel finanziamento dell'assistenza medica per circa 5 mld di euro. A
determinare tale buco sono stati soprattutto l'aumento dell'immigrazione ed il turismo sanitario, esploso negli
ultimi anni grazie ad un sistema di assistenza gratuita. Nel 2005 i risarcimenti dagli altri Paesi hanno raggiunto
i 270 mln di euro, mentre nel 2004 erano stati di 150 mln di euro.
Storie di ladri
A Messina una coppia di topi d'appartamento e' stata arrestata. In pratica i due, soddisfatti del bottino da
150mila euro, hanno deciso di brindare con il brandy del padrone di casa. Si sono tolti i guanti e hanno
toccato bottiglia e bicchieri. E' bastata mezza puntata di CSI per beccarli.
Se son rose fioriranno
L'Etiopia e' diventato il paese delle rose e proprio in queste settimane ci si prepara a un ricco raccolto. La
floricoltura e' un tentativo del paese per creare nuove economie, che danno lavoro e benefici economici (24
milioni di euro all'anno, ma il trend e' in crescita).
Secondo alcuni nei prossimi due o tre anni l'Etiopia potrebbe diventare il secondo o il terzo piu' grande
esportatore di fiori nel mondo.
Lanciata dall'Ente Nazionale Protezione Animali e dal Corpo Forestale di Napoli una campagna contro il
prelievo dei datteri di mare, una pratica vietata dal 1988 ma, sembra, ancora diffusa. Il prelievo dei datteri
di mare e' dannoso per le coste e per nulla divertente per gli animali. La campagna e' stata battezzata "Non
rompeteci gli scogli". animalieanimali.it
Cure sbagliate, record di denunce contro i medici
(Corriere della Sera Milano: pag. 1 - 9 maggio 2006 ) Sono in aumento le cause legali contro i medici per
presunti errori commessi negli ospedali, negli ambulatori ed in sala operatoria. Nel 2005 le denunce arrivate
al Tribunale per i diritti del malato di Milano sono cresciute del 12% rispetto all'anno precedente. Su 3.000
segnalazioni pervenute, 900 riguardano possibili sbagli terapeutici/diagnostici. Secondo le stime di Cineas,
Consorzio universitario specializzato nella prevenzione dei rischi, sono 4 su 100 i ricoverati che subiscono
danni. I camici bianchi più spesso citati in giudizio sono i chirurghi, gli oncologi, gli ortopedici e i ginecologi.
Conciliazione e arbitrato in Toscana
La Giunta Regionale Toscana, con deliberazione n. 308 del 02/05/2006, ha affidato all'Azienda Ospedaliera
Meyer di Firenze il compito di elaborare un progetto di ricerca finalizzato all'introduzione nel territorio
toscano di forme sperimentali di conciliazione e di arbitrato alternative alla via giudiziaria in materia di
responsabilità sanitaria. Tale provvedimento è attuativo di una intesa tra la Regione e l'Ordine dei Medici con
la quale le parti concordano sul reciproco interesse nella sperimentazione di tali forme conciliative, con
l'obiettivo condiviso di ridurre il ricorso alla giustizia ordinaria per i casi di presunti errori medici, potenziando
forme di risoluzione delle controversie che siano più celeri e satisfattive sia degli interessi dei cittadini che
degli operatori santari coinvolti. (Fonte: BURT)
25
L´economia nel pallone panem et circenses. Sistematica violazione delle regole sulle società di capitali. - Il calcio
conferisce enorme visibilità. In un´economia dove le relazioni sono un capitale da spendere (anche con la classe politica) il
pallone, come hanno magistralmente insegnato Agnelli e Berlusconi, è uno strumento di potere. Che alcuni imprenditori lo
vogliano utilizzare, è razionale. Ma lo facciano con i loro soldi. E pagando per i danni che provocano.
La crisi del calcio non comincia con Moggi. La storia del nostro pallone è costellata di partite manipolate,
scommesse clandestine, bilanci "creativi", imposte evase, presidenti bancarottieri. E con puntuale regolarità,
riemerge il ritornello del "riscrivere le regole del gioco". Illusorio auspicare che la classe politica se ne faccia
carico: dal panem et circenses della Roma imperiale, i governanti guardano con benevolenza alle arene
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28 Maggio 2006 a cura di [email protected]
affollate. E poi il problema non è politico. Per uscire dal marasma, basterebbe fare rispettare le regole
esistenti: quelle del mercato dei capitali, prima di quelle sportive e penali. I nostri club, infatti, sono società
per azioni (Spa). La trasformazione in Spa era stata accolta con favore: si pensava che avrebbe portato, oltre
alle maggiori risorse finanziarie, anche la trasparenza e i meccanismi di vigilanza tipici del mercato dei
capitali. Invece, la violazione delle regole che governano le società di capitali è stata sistematica
Illeciti sportivi.
"Addomesticare" le partite ha anche effetti economici, perché altera la concorrenza (è come corrompere per
ottenere un appalto ai danni di un concorrente più efficiente). Contro questo genere di abusi esiste la legge
231 (concordata a livello internazionale proprio per combattere la corruzione). La norma attribuisce alle Spa
(e ai relativi amministratori) le responsabilità, penali e civili, degli illeciti commessi dai dipendenti. Quello
della Juventus parrebbe un caso da manuale: qualcuno ha nominato Moggi e Girando; e gli organi preposti al
controllo del loro operato non hanno agito efficacemente.
Doping finanziario.
Un bilancio poco veritiero falsa la concorrenza, anche sportiva: la competizione non è onesta se qualcuno può
ottenere risultati sul campo solo perché, a differenza di altri, ha speso più di quanto si poteva permettere. La
prima forma di doping riguarda il valore dei giocatori, gonfiato a piacimento per mascherare soldi buttati per
falsi campioni o creare plusvalenze fittizie nelle compravendite. Il malcostume è stato ridimensionato con il
famigerato decreto "salvacalcio", permettendo però alle società di spalmare le minusvalenze in dieci esercizi
(ridotti dalla UE a cinque). Ma qualcuno, come l´Inter, non si è ancora adeguato (ben 220 milioni da svalutare
in 2 anni). Qualcun altro, come il Milan, è stato apparentemente più virtuoso: ma ha coperto la svalutazione
dei giocatori grazie a una plusvalenza fittizia, derivante dalla cessione del marchio per 180 milioni a una
società controllata (escamotage usato anche dalla Sampdoria). Ci sono poi società che capitalizzano costi di
gestione ordinari (quelli del vivaio, per esempio) per ammortizzarli su più anni.
Fisco.
Molte squadre, specie di B e C, non hanno versato al fisco l´Ire dovuta dai calciatori: una frode da 550
milioni. Ma con loro il Fisco ha usato il guanto di velluto, concedendo la rateazione del debito (addirittura in
23 anni per la Lazio). Il Fisco dovrebbe ricordarsi di essere un creditore privilegiato, e rivalersi sulle attività
del debitore, mettendo finanche all´asta il centrocampista o il difensore di turno. Inaccettabile poi che le
società di calcio siano usate come bare fiscali: la proprietà dei club è spesso detenuta da un imprenditore
attraverso una holding, dove compensa le perdite del pallone con gli utili delle altre attività, alleggerendo
così il carico fiscale. I club sportivi in perdita perenne dovrebbero essere esclusi dal consolidato fiscale (quelli
di serie A hanno perso complessivamente 1,4 miliardi in 5 anni!). Altrimenti, paghiamo noi contribuenti.
La rigorosa applicazione di queste regole (come si fa con qualsiasi Spa) metterebbe a nudo la situazione
fallimentare del calcio nostrano, costringendo gli azionisti a mettere mano al portafoglio per ricapitalizzare,
o a liquidare (poco importa se quotate: capita, in Borsa). Questa pulizia va fatta: se chi ha mal gestito, viene
costretto a pagare, si crea un forte incentivo a comportamenti virtuosi e vigilanza più efficace in futuro.
Sapere di dover mettere mano al portafoglio è sempre il miglior deterrente contro il malcostume, anche nello
sport. Gli azionisti delle squadre di calcio, e le banche che li hanno finanziati, non sono però sprovveduti
faccendieri di provincia, ma un spaccato rappresentativo del nostro capitalismo. I loro investimenti nel calcio
non sono giustificati dal desiderio di catturare il cuore dei tifosi (basterebbero le sponsorizzazioni), o dalla
passione sportiva (per fare il tifo non è necessario comprarsi la squadra). Né credo si possa tirare in ballo il
mecenatismo: arte e cultura sono ben altro. Il calcio conferisce enorme visibilità. In un´economia dove le
relazioni sono un capitale da spendere (anche con la classe politica) il pallone, come hanno magistralmente
insegnato Agnelli e Berlusconi, è uno strumento di potere. Che alcuni imprenditori lo vogliano utilizzare, è
razionale. Ma lo facciano con i loro soldi. E pagando per i danni che provocano. - di Alessandro Penati da
Repubblica - 19 maggio 2006
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Il calcio viziato dalla politica di Mario Monti
dal Corriere - 14 maggio 2006 - …Se quello del calcio è divenuto un mondo a sé, che si ritiene al di fuori e forse al di sopra
della legge, lo si deve anche, secondo me, al modo in cui i pubblici poteri, la politica, si sono a lungo rapportati ad esso:
un atteggiamento di docile subordinazione e di ricerca del consenso presso coloro che, nel segno del calcio, sono spesso
più noti e più popolari degli stessi politici. Ciò ha contribuito a dare a certi dirigenti del mondo calcistico un senso di
effettiva superiorità, di impunità. E se negli ambienti che ruotano intorno a tali personaggi è questa l'aria che si respira,
non deve sorprendere che per raggiungere il successo si faccia ricorso a qualsiasi mezzo.
Quello stato di subordinazione dei pubblici poteri al mondo del calcio è riscontrabile non solo in Italia, ma anche altrove
in Europa, in particolare nelle altre grandi «potenze» calcistiche (Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna), anche se
non sembrano essersi verificate in quei Paesi patologie altrettanto gravi. Ho avuto modo di riflettere sul rapporto tra
politica e calcio in occasione di alcuni dossier che ho dovuto trattare come commissario europeo alla concorrenza.
L'ordinamento giuridico europeo riconosce la specificità dello sport e rispetta l'autonomia delle organizzazioni sportive.
Quando tuttavia sono preminenti gli aspetti commerciali, vi sono alcuni principi che devono essere osservati, in
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28 Maggio 2006 a cura di [email protected]
particolare a tutela di una corretta concorrenza. Ricordo due casi: le regole Fifa-Uefa sul trasferimento dei calciatori
tra club e il cosiddetto provvedimento «salvacalcio» adottato dall'Italia (che la Commissione esaminò nell'ambito di
un'indagine estesa alle cinque «potenze» per accertare l'esistenza di eventuali «aiuti di Stato» alle società calcistiche).
Entrambi i casi, dopo l'apertura di formali procedure, si risolsero consensualmente perché sia Fifa e Uefa, sia il governo
italiano accettarono le modifiche richieste dalla Commissione. In particolare, l'Italia aderì alla richiesta di escludere
esplicitamente la possibilità che denaro dello Stato, e cioè dei contribuenti, venisse utilizzato per coprire le perdite delle
società. Ma ciò che mi colpì in entrambi i casi fu la grande mobilitazione dei politici in difesa degli interessi del mondo del
calcio. Solo in pochi altri casi — riguardanti questioni di portata economica, finanziaria e politica incomparabilmente
maggiore — furono esercitate pressioni altrettanto forti.
Da parte italiana venne perfino usato l'argomento che una «bocciatura» del «salvacalcio» avrebbe fatto saltare alcune
società, che per scongiurare questo rischio era stata minacciata una sospensione del campionato, che i tifosi avrebbero
reagito pesantemente, creando forse problemi di ordine pubblico, dei quali sarebbe stata considerata responsabile la
Commissione. Nel caso dei trasferimenti dei calciatori, scesero in campo in prima persona, a favore di Fifa e Uefa e contro
la Commissione, il primo ministro britannico Tony Blair e il cancelliere tedesco Gerhard Schröder. Ricordo che un giorno
quest'ultimo pregò il presidente della Commissione Romano Prodi e me di recarci a Berlino a cena per discutere la grave
questione delle garanzie di Stato alle banche tedesche. La prima mezz'ora venne però dedicata dal cancelliere, con nostra
sorpresa, a una perorazione in favore della Fifa (forse anche perché il suo presidente Joseph Blatter avrebbe dovuto, di lì
a poco, prendere posizione sulla candidatura della Germania per i mondiali del 2006).
Penso che sia venuto il momento, specialmente in Italia, per una riflessione politica sul calcio. Forse, è ora che il
mondo politico smetta di «viziare» il mondo del calcio, contribuendo involontariamente ad indurlo ai vizi peggiori.
Più ancora, i pubblici poteri (salvo, beninteso, la magistratura) dovrebbero infliggere al calcio il «rigore» più grave:
ignorarlo. Un governo sta per nascere, con una missione difficilissima. Ci si deve augurare che non veda questo del calcio
come uno dei problemi prioritari di cui «farsi carico». Sarebbe un messaggio al Paese profondamente sbagliato.
E se posso permettermi, caro Direttore, spero che i giornali non sentano ancora il bisogno di dedicare alla crisi del calcio
le prime otto o nove pagine, come fanno in questi giorni.
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Telemedicina, 1 anno attività per quella militare con oltre 2000 casi trattati, il sistema e' operativo
in Iraq e Kossovo.
ROMA, 10 mag - Oltre 2000 casi trattati e 1800 teleconsulti in un anno: sono i numeri della 'tele-sanita''
militare italiana oltreoceano. I pazienti sono i militari impegnati a scopo umanitario nei più delicati teatri
operativi mondiali e la terapia arriva direttamente attraverso la rete satellitare di telemedicina 'Athena Tmd',
realizzata da Telbios insieme al ministero della Difesa. A fare un bilancio del primo anno di attività del
sistema, i responsabili militari e gli operatori che gestiscono la rete. Fiore all'occhiello della Sanità
Militare Italiana, il sistema di telemedicina è attualmente applicato e pienamente operativo a Talill (Iraq) ed
a Belo Polje (Kossovo). Il sistema, a tecnologia e progettazione interamente italiana, consente il
collegamento via satellite, 24 ore su 24, tra gli specialisti del Policlinico militare del Celio a Roma e i medici
interforze impegnati in vari paesi. Il cuore di 'Athena', è infatti una Centrale di Telemedicina sempre
operativa situata all'interno del Celio e che garantisce interventi in qualsiasi momento, dato che tutti i reparti
del Policlinico militare sono collegati e possono dialogare con il sito posto nel teatro operativo. Dal momento
dell'attivazione, nel 2005, i sistemi di Telemedicina della Difesa hanno toccato la quota di 10.508 ore di
comunicazione effettuate e di 1.800 teleconsulti per oltre 2.000 casi trattati. Le richieste sanitarie,
sottolineano i responsabili, hanno interessato tutto lo spettro delle patologie mediche, dall'oculistica alla
ginecologia, dalla neurochirurgia all'endocrinologia, alla geriatria, perché 'Athena TMD' è stato utilizzato per
assistere anche la popolazione civile. Con Athena - un sistema che può essere utilizzato in condizioni di
emergenza e di soccorso anche nel quadro operativo della Protezione Civile - il personale sanitario militare è
dunque in grado di gestire la condivisione di immagini radiografiche e dati clinici, la comunicazione
bidirezionale per teleconsulti medici, l'assistenza medica a distanza fino alla formazione del personale
sanitario attraverso la videoconferenza. I collegamenti sono garantiti dalla piattaforma satellitare Skyplexnet,
gestita da Telespazio. "E' indiscutibile ha affermato Michele Anaclerio, consigliere del ministro della Difesa
per la Sanità militare - il valore aggiunto che il sistema di Telemedicina sviluppato dalla Sanità militare
italiana puٍ dare alla società civile per rendere attivi i collegamenti in zone disagiate, come ad esempio in
alta montagna, nelle isole ed ancor più in situazioni di emergenza in contesti di eventi sismici o altre
catastrofi ambientali". Un esempio di applicazione della Telemedicina militare alla Protezione civile, ha
proseguito Anaclerio, "é stato offerto in occasione del terremoto in Umbria, nel 1998, quando un ospedale da
campo a Nocera Umbra fu messo in rete utilizzando una stazione mobile di Telemedicina. Ci ٍconsentì di
superare il black-out trasmissivo legato all'interruzione dei collegamenti terrestri via cavo". Il sistema di
Telemedicina della sanità militare - di cui si parlerà in occasione del convegno internazionale 'Dotazioni
sanitarie campali, che si aprira' domani a Roma nella Scuola di sanità e veterinaria dell'esercito - è "l'ultimo
ed il più innovativo - ha affermato Guido Lovaglio, responsabile Telbios per i Progetti della Pubblica
Amministrazione Centrale - di una serie di progetti di Telemedicina avviati dallo Stato Maggiore della Difesa,
fin dal 1996, a cominciare dalle operazioni condotte in Bosnia. Da allora - ha concluso l'esperto - i sistemi di
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Telemedicina applicati alla Sanità militare sono stati ulteriormente perfezionati, per diventare un modello
anche per le strutture sanitarie militari straniere, per il riconosciuto livello di efficienza e di efficacia". Ansa
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Prodi: la Sanità non è un costo.
La Sanità non è solo un costo" . Sono le parole di Romano Prodi, pronunciate stamani in Senato durante il
discorso programmatico che precede il voto di fiducia previsto per domani. Uso efficiente delle risorse,
sostegno alla ricerca e alla fragilità sono stati altri punti toccati.
"La Sanità - ha continuato Prodi - è un grande settore che occupa centinaia di migliaia di persone qualificate,
che produce tecnologia e innovazione. Finché continueremo a considerarla un costo, l'ottica dominante
resterà quella dei tagli". Compito del Governo sarà invece, quello di giungere a un "razionale ed efficiente
impiego delle risorse dedicando l'attenzione allo sviluppo e alla valorizzazione delle competenze e delle
grandi potenzialità del nostro sistema sanitario nazionale".
Fra la priorità del nuovo esecutivo anche l'istituzione del Fondo per la non autosufficienza. L'idea è quella di
"attuare un programma di sviluppo dell'assistenza sociale e sanitaria integrata, facendo affluire in un fondo
nazionale per la non autosufficienza tutte le risorse già oggi impegnate nel settore, predisponendo il percorso
di graduale incremento delel risorse pubbliche, ma facendo anche leva sulla grande risorsa del terzo settore".
Si tratta di "impegni congiunti con le Regioni - ha sottolineato Prodi - ma a noi spetta regolare il sistema dei
livelli assistenziali di prestazioni, per garantire i diritti dei cittadini in qualsiasi parte del Paese essi abitino".
Lo stesso premier ha spiegato che nell'arco della legislatura "porremo a noi stessi e agli Enti locali l'obiettivo
di raddoppiare il numero degi asili nido, per andare incontro a un domanda oggi largamente insoddisfatta".
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Danni da antinfiammatori per 21mln persone nel mondo.
Perugia, 13 mag. - Danni da antinfiammatori per 21 milioni di persone nel mondo, che ogni giorno subiscono
l'effetto collaterale di questi farmaci a danno dello stomaco. E si tratta di farmaci molto usati: se ne
consumano circa 25 miliardi di compresse l'anno. A poche ore dall'assunzione, già nel 70% dei casi si verificano
lesioni di varia entità della mucosa gastrica. I più vulnerabili alle reazioni avverse dei Fans (antinfiammatori
non steroidei) sono gli anziani, più colpiti da pirosi, rigurgito acido e dolore epigastrico. Circa il 40% delle
ulcere gastriche e il 25% di quelle duodenali sono, infatti, associate all'uso di questi medicinali, con un
aumento della frequenza di complicanze, in particolare emorragie e perforazioni gastrointestinali, che
possono essere fatali. I dati arrivano dagli esperti riuniti ad Assisi, per un convegno promosso dall'industria
farmaceutica Astrazeneca, in occasione di 'Premium: Progetto educazionale su malattie acido correlate'. ''Gli
anziani hanno una ridotta metabolizzazione epatica dei farmaci - spiega Alberto Pilotto, geriatra dell'Irccs
Casa sollievo della sofferenza a San Giovanni Rotondo - e una maggiore vulnerabilità della mucosa gastrica,
più delicata per un fisiologico processo di atrofia senile. Dunque risentono di più degli effetti collaterali dei
Fans, che assumono contro i sintomi delle malattie osteoarticolari, diffuse man mano che l'età
avanza''.Tq/Adn
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C'è falso ideologico se si esce senza timbrare il cartellino? - Truffa alle ASL, prima condanna.
Corte di cassazione Sez. unite - Puo' integrare il reato di falso ideologico in atto pubblico la mancata
timbratura, da parte del dipendente pubblico, del cartellino segnatempo, in occasione di
brevi allontanamenti dal luogo di lavoro?
Massima - Il cartellino marcatempo ed i fogli di presenza sono destinati ad attestare solo una circostanza
materiale che afferisce al rapporto di lavoro tra il pubblico dipendente e la pubblica amministrazione, ed in
ciò esauriscono in via immediata i loro effetti, non involgendo affatto manifestazioni dichiarative,
attestative o di volontà riferibili alla Pa. Il pubblico dipendente, in sostanza non agisce
neppure indirettamente per conto della Amministrazione, ma opera come mero soggetto privato,
senza attestare alcunché in ordine all'attività della stessa. I cartellini marcatempo ed i fogli di presenza
dei pubblici dipendenti, pertanto, non sono da considerarsi atti pubblici. (avv.ennio grassini www.dirittosanitario.net)
Truffa alle ASL, prima condanna
(Il Messaggero Roma: pag. 39 - 17 maggio 2006) - Arriva la prima condanna per la maxi truffa alle ASL di
Roma. Alessandro Aureli, titolare di una delle società usate per il passaggio dei soldi delle ASL, ha patteggiato
una pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione. Aureli, accusato di associazione per delinquere, avrebbe
organizzato e coordinato il recupero delle somme provenienti dalla ASL RmC. Intanto proseguono le indagini
anche sulla ASL Rm B. L'organizzazione avrebbe sottratto alle due ASL circa 80 mln di euro attraverso falsi
mandati di pagamento per prestazioni inesistenti, clonando vecchie fatture.
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Maschi a rischio di anoressia sessuale? - Gli andrologi: sono quelli cresciuti bombardati da immagini
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femminili senza veli e senza tabù. A 35 anni pace dei sensi?
Giovani stanchi del sesso, che manifestano la difficoltà nelle relazioni amorose con vari sintomi:
dall'eiaculazione precoce al calo della libido. Sono quelli affetti dalla cosiddetta anoressia sessuale.
Il fenomeno è stato denunciato in Francia dal quotidiano Le Figaro.
Ma, non c'è dubbio che riguardi anche i giovani uomini italiani.
Gli anoressici sessuali in Italia sarebbero soggetti emancipati e libertini, che fin da giovanissimi, crescono
bombardati da immagini femminili senza veli nè tabù. Ma a 25-35 anni, quando si trovano a fare i conti con i
problemi dell'amore adulto, di rapporti intimi non ne possono più. Imboccano il tunnel di una pace dei sensi
anticipata.
CAMBIA IL CONCETTO DI IMPOTENZA - Si tratta di una tendenza che la Società italiana di andrologia sta
registrando da tempo. - Ed è anche per questo che dal concetto di disfunzione erettile maschile, l'impotenza
vera e propria che riguarda circa il 12% dei maschi del Belpaese, siamo passati a quello di disagio sessuale. E',
questo, un quadro dai contorni più sfumati. Una condizione complessa e legata a più fattori, che secondo i
nostri studi riguarda quasi un uomo italiano su tre.
Da un lato il problema è fisiologico, legato ai disturbi medici che si nascondono dietro il disagio sessuale. Ma
dall'altro è sociale. La prima ragione all'origine di questa verginità di ritorno o rivoluzione asessuale, come
l'hanno ribattezzata gli specialisti, è da ricercarsi, secondo gli andrologi, nella precocità dei rapporti intimi.
La liberalizzazione dei costumi da un lato ha giovato moltissimo ma dall'altro ha portato allo scoperto una
grave lacuna: i tabù sono caduti, ma i giovanissimi che si affacciano al sesso crescono senza svilupparne una
conoscenza vera e propria. Sanno poco del proprio corpo, e quando sono chiamati a vivere un rapporto
affettivo profondo, con tutte le difficoltà e le incomprensioni derivanti dalla dimensione di coppia, sono
impreparati. Un pò come adolescenti diventati grandi senza maturare davvero. Ed è a questo punto che il
disagio scoppia. Ma dietro al calo del desiderio c'è anche l'immagine della donna diffusa dalla pubblicità e dai
media. Di fronte a tentazioni continue, il giovane maschio cresce abituandosi a frenare i propri istinti. Si
innesca così una cascata di neurormoni dell'inibizione, che li porta a bloccarsi anche quando potrebbero
lasciarsi andare.
EMANCIPAZIONE FEMMINILE - Non solo. L'emancipazione femminile ha in un certo senso deresponsabilizzato
l'uomo, venuto meno il ruolo maschile di capofamiglia da cui dipende il sostentamento di partner e figli, i due
sessi si sono ritagliati ruoli distinti e difficili da ricongiungere in una vita sessuale sana. Tra maschio e
femmina, infine, esiste un gap di 10 anni: se a 30 anni la donna si è realizzata professionalmente e si sente
pronta a creare una famiglia, l'uomo è disposto ad accontentarla solo dai 40 anni in poi. Alla luce di tutto
questo servono prevenzione ed educazione fin sui banchi di scuola. Ed è questo il difficile ruolo
dell'andrologia moderna. 16 maggio 2006
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Corte Ue: le liste d'attesa "sbloccano" le cure all'estero. Liste d'attesa troppo lunghe? il cittadino può farsi curare
all'estero e la Sanità pubblica dovrà rimborsarlo.
16.5.06 il sole 24ore - A stabilirlo é la Corte di Giustizia europea che oggi ha emesso una sentenza su una
causa inoltrata da una signora inglese sofferente di artrite alle anche e che per curarsi voleva spostarsi dalla
Gran Bretagna alla Francia.
La Corte di Giustizia, si legge in una nota, ha stabilito che «l'obbligo di farsi carico delle cure ospedaliere
erogate in un altro stato membro si applica anche a un Servizio sanitario nazionale che le dispensa
gratuitamente». Per «poter rifiutare a un paziente l'autorizzazione a farsi curare all'estero a causa del tempo
di attesa per un trattamento ospedaliero nello stato di residenza, il Ssn britannico (nel caso specifico, ma la
giurisprudenza si estende a tutti i Paesi membri) deve stabilire che tale tempo di attesa non ecceda il tempo
accettabile sotto il profilo medico, tenuto conto dello stato di salute e dei bisogni clinici dell'interessato».
In forza del diritto comunitario, spiega la Corte Ue, il sistema del formulario E-112 per richiedere le cure
all'estero «consente di chiedere l'autorizzazione a recarsi all'estero» per farsi curare e l'autorizzazione «non
può essere rifiutata» quando il trattamento é «normalmente disponibile» nello stato membro di residenza, ma
«non può essere fornito senza indebito ritardo». Perciò, dice la corte, «la cassa malattia é tenuta a
rimborsare al paziente le spese di trattamento».
L'indicazione giurisprudenziale nasce dalla storia di una signora inglese, sofferente di artrite alle anche, che
ha chiesto al centro di assistenza primaria di Bedford l'autorizzazione a farsi operare all'estero utilizzando il
formulario E-112. Nell'ottobre 2002 la signora é stata visitata da uno specialista che ha previsto un tempo di
attesa per la sua patologia di un anno prima dell'operazione.
L'ospedale «ha rifiutato di rilasciare l'autorizzazione dal momento che il trattamento poteva essere fornito
alla paziente in un lasso di tempo conforme agli obiettivi del piano previdenziale del governo». E, dunque,
«senza indebito ritardo». Da qui il ricorso della signora all'alta Corte di giustizia per l'annullamento della
decisione di rifiuto.
Intanto, lo stato di salute della paziente é peggiorato: nuova visita nel gennaio 2003 e la previsione di
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«operarla in un lasso di tempo di 3-4 mesi».
L'ospedale ha mantenuto il rifiuto ad autorizzare le cure all'estero e la signora é andata in Francia per una
protesi all'anca con una spesa di 3.900 sterline inglesi, pagate di tasca propria.
A questo punto però ha richiesto il rimborso delle spese sostenute, respinto dalla Corte di Giustizia inglese,
ma sostenuto dal ministero della Sanità britannico che insieme alla signora ha proposto appello contro la
sentenza. alla Corte di Giustizia europea che oggi ha emesso la sua sentenza.
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La minaccia globale di meta-amfetamina (uno stimolante che provoca alterazione della personalità). Preoccupa molto
l'avanzata delle nuove, pericolose, droghe sintetiche a scapito dei vecchi stupefacenti.
- Nel corso della recente International Drug Enforcement Conference tenutasi a Montreal il capo della DEA
(Drug Enforcement Administration) Karen Tandy ha rivelato che il numero dei consumatori di metaamfetamina ha superato quello di eroinomani e cocainomani sommati.
LA DROGA - La meta-amfetamina o crystal meth è uno stimolante che induce euforia, ma che provoca effetti
collaterali quali alterazione della personalità che vanno dalla depressione ai comportamenti violenti, aumento
della pressione sanguigna e danni cerebrali. Viene venduta in polvere, pastiglie o cristalli e può essere
sniffata, inghiottita, fumata o iniettata. I delegati presenti hanno dichiarato che le droghe sintetiche quali
ecstasy e crystal meth sono divenute un fenomeno a diffusione mondiale. Più di 26 milioni di persone
distribuite in tutti i continenti ne fanno uso. Tandy ha citato l'esempio di un laboratorio in Indonesia, scoperto
a novembre, che esportava a Hong Kong, Thailandia, Singapore e negli Usa. Esistono organizzazioni criminali
con base in America che distribuiscono meta-amfetamina in Giappone. Gli elementi primari per la
preparazione della droga provengono via mare dall'India e dalla Cina e vengono contrabbandati da paesi terzi.
LE CONSEGUENZE - La grande preoccupazione legata all'uso del crystal meth è, oltre a quello dei danni fisici
che può causare ai consumatori (soprattutto se adolescenti), che possa dare origine a un sensibile aumento
dei crimini violenti. A riprova di questo, nel corso della conferenza, è stata citata una statistica che dimostra
che tra le persone arrestate nella sola Los Angeles per reati di questo genere il 40 per cento era costituito da
consumatori di meta-amfetamine.
CONTESTO GENERALE - Dalle conclusioni della Conferenza emerge che le droghe tradizionali, come
marijuana, cocaina ed eroina, pur rimanendo ampiamente diffuse, si vedono raggiungere e talvolta superare
dalle droghe chimiche. Hanno nomi fantasiosi, a fronte di composizioni chimiche complesse e pericolose. Si va
dall'ice, molecola amfetamino-simile con cristalli analoghi a quelli del ghiaccio naturale, allo shaboo,
eccitante a base di metil-amfetamina cloridrato (un grammo equivale a numerose dosi di cocaina) al glass,
allo scoop, acido gamma idrossi-butirrico, usato spesso per stordire e stuprare ragazze, al crystal, sostanza
allucinogena derivata dalla fenilciclidina al batu, una nuova meta-amfetamina, alla cristallina, sostanza molto
pericolosa che è una miscela di cocaina e atropina. È inoltre in aumento il fenomeno delle assunzioni
multiple, vale a dire l'uso di uno o più stupefacenti per mitigare gli effetti di altre droghe assunte
precedentemente. Cambiano infine i luoghi: non più solo in discoteca, ai rave e ai concerti, ma più spesso a
casa. In solitudine.
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Sanità, un'Italia a macchia di leopardo con intollerabili disparità territoriali. Per un cittadino malato, vivere
in Sicilia o in Lombardia o in Toscana non è decisamente la stessa cosa.
Sul diritto alla Salute i principi della Costituzione fanno a pugni con la realtà. Nonostante la Carta
fondamentale garantisca uguale accesso alle cure a tutti i cittadini italiani, le disparità territoriali nel nostro
Paese, in materia di assistenza sanitaria, sono enormi: e per un cittadino malato, vivere in Sicilia o in
Lombardia o in Toscana non è decisamente la stessa cosa. Ovviamente gli anziani, tra i quali si trova la
maggior parte dei malati italiani, sono i più penalizzati.
Il Rapporto Nazionale sulla Condizione ed il Pensiero degli Anziani in Italia, pubblicato lo scorso 30 marzo da
Ageing Society – Osservatorio Terza Età, ha messo impietosamente in evidenza tutte le criticità di un sistema
sanitario che tutto è tranne che equo e uniforme: continuare a chiamarlo “sistema”, dopo aver letto il
rapporto, appare davvero un eufemismo.
La situazione è stata ribadita l’11.5.06 a Roma da Ageing Society nel corso del convegno “Longevità e criticità
nel sistema sociale e sanitario” svoltosi nell’ambito del Forum P.A..
Cinque le problematiche affrontate:
Le carenze dell’assistenza sul territorio
Le malattie reumatiche e l’osteoporosi, che interessano 5,5 milioni di italiani
L’ossigenoterapia domiciliare, che riguarda circa 60mila pazienti affetti da gravi deficit respiratori e che
vivono grazie all’erogazione continua di ossigeno
Le lesioni cutanee croniche (piaghe da decubito, ulcere da piede diabetico, etc.), di cui patiscono circa due
milioni di malati
Le disabilità cerebrali e l’alzheimer, che gravano pesantemente sulle famiglie dei malati, sia in termini
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economici (oltre il 70% delle spese sono a carico dei familiari), sia per le pesanti conseguenze per la qualità
della vita di questi ultimi.
Nel corso dell’incontro è emerso, ancora una volta, come la sfida della sanità del futuro sia l’incremento
quali-quantitativo dell’assistenza domiciliare per i malati cronici, sempre più numerosi con l’aumento della
longevità. E’ necessario perciò uno sforzo, da parte delle strutture sanitarie e sociali, per trasferire
l’assistenza delle cronicità e delle disabilità al domicilio del malato.
In una situazione ottimale, il compito dell’ospedale dovrebbe ridursi alle sue funzioni più specifiche:
intervenire sulle emergenze e operare gli interventi d’eccellenza per specializzazione e per tecnologie
diagnostiche.
Lo scenario attuale, purtroppo, è caratterizzato da un grande ritardo verso tale obiettivo: in Italia le carenze
dell’assistenza sul territorio (dal medico di famiglia alla specialistica ambulatoriale, all’assistenza
infermieristica a quella sociale), fanno sì che l’ospedale sia ancora l’unico centro di riferimento per la
popolazione, soprattutto anziana.
E’ in particolare questa impostazione “ospedale-centrica” che spiega le difficoltà della pubblica
amministrazione a contenere i ricoveri impropri, gli elevati costi di degenza, gli sprechi. Il Presidente di
Ageing Society – Osservatorio Terza Età, Prof. Emilio Mortilla, ha sintetizzato così il problema: “Il sistema
sanitario e sociale non si è ancora adeguato alla realtà di una società longeva nella quale gli anziani, con il
loro corredo di patologie acute e croniche, attendono risposte adeguate in termini di assistenza e
solidarietà”.
E soprattutto attendono risposte uniformi, che cancellino lo scandalo delle disparità territoriali: “Non è
accettabile, ad esempio – ha proseguito Mortilla - che soggetti affetti da piaghe da decubito vengano ben
assistiti e curati con moderne medicazioni solo in Piemonte, Lombardia, Lazio e Sicilia, mentre i malati delle
altre Regioni devono pagare di tasca propria”.
“Non è accettabile – ha quindi concluso il presidente di Ageing Society - che si venga curati in modo adeguato
solo se si ha la fortuna di vivere in una delle poche Regioni la cui pubblica amministrazione ha avuto la
lungimiranza di adeguare i servizi alle nuove esigenze di una società radicalmente cambiata, in termini
demografici, rispetto al passato”.
Non si scappa: la longevità di massa è già tra noi. Ciò significa, dal punto di vista sanitario, che aumentano a
dismisura le malattie croniche. Pretendere di curarle solo con gli ospedali, significa condannarli
all’esplosione. E per giunta ad un prezzo, sociale e finanziario, insostenibile.
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Posteggi male e volutamente non la sposti? In carcere. L'uomo aveva lasciato l'auto davanti al passo carraio di un
condominio e aveva chiesto tempo per fare i suoi comodi (ma deve esserci la pervicace volontà di impedire la libertà di
movimento altrui).
Palermo - Rischia il carcere chi impedisce l'uscita di un'auto dal condominio. La condanna scatta, soprattutto,
se il guidatore maleducato rifiuta di spostare subito la sua auto e chiede tempo per sbrigare i suoi comodi. Lo
sottolinea la Cassazione con la sentenza 16571 della quinta Sezione penale, che ha reso definitiva la condanna
per il reato di violenza privata, 10 giorni di reclusione (pena sospesa con la condizionale), nei confronti di
Paolo B., un 37enne palermitano. L'uomo, andato a prendere la sorella Teresa sotto casa, era entrato con
l'auto nel parcheggio del condominio impedendo l'uscita sulla pubblica via ai condomini del palazzo. Per la
Suprema Corte impedire il passaggio all'esterno configura il reato di violenza privata. «Requisito - scrivono i
giudici della V sezione penale nella sentenza 16571 - che si identifica con qualsiasi mezzo idoneo a privare
coattivamente della libertá di determinazione e di azione l'offeso». 16 maggio 2006
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Riprendersi con un sorso di ossigeno - Un bambino con meno di sei anni costa 252 euro al mese Ecco la prima donna incinta di un baby-designer senza cancro. Evitare il cancro al seno alle proprie
figlie - L'aspartame non crea rischio di cancro - Trucioli di rovere per invecchiare il vino.- Addio
Pizzo
Riprendersi con un sorso di ossigeno
Nei supermercati giapponesi si possono trovare non solo lattine normali, ma riempite d'ossigeno. Chi e' stanco
o stressato puo' cosi' ritemprarsi in qualsiasi momento con una sorsatina d'ossigeno contenuto in lattine da 3,2
litri, che inala attraverso una mascherina di plastica. Si chiama "02-supli", costa 600 yen (4,24 euro), e'
reperibile in due versioni: al sapore di menta o all'essenza di pompelmo.
Un bambino con meno di sei anni costa 252 euro al mese
In Italia un bambino con meno di sei anni costa 252 euro al mese. Cio' significa che la nascita di un figlio
accresce la spesa domestica del 19,4% rispetto a quella di una coppia senza prole, stimata in 1.300 euro
mensili. Quando il bambino cresce, costa un po' meno: tra i 6 e i 13 anni la spesa e' di 212 euro. Quando poi il
figlio e' adolescente, occorrono almeno 233 euro. I dati provengono dall'Osservatorio sulla famiglia.
Ecco la prima donna incinta di un baby-designer senza cancro
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28 Maggio 2006 a cura di [email protected]
La prima donna in stato interessante di un bambino geneticamente selezionato per evitare che gli fosse
trasmesso un cancro ereditario. E' quanto rivelato dal quotidiano The Times per una coppia che che e' stata la
prima ad usufruire dello screening prenatale recentemente entrato a far parte della legislazione britannica.
G.BRETAGNA / Evitare il cancro al seno alle proprie figlie.
Alle donne con forme ereditarie di cancro al seno sara' permesso di selezionare gratuitamente gli embroni da
geni che possono causare la malattia. The Human Fertilisation and Embryology Authority permettera' a
migliaia di donne portatrici dei geni BRCA1 a BRCA2 di evitare che si trasmettano alle proprie figlie che
potrebbero soffrire di questa malattia ereditaria.
L'aspartame non crea rischio di cancro
L'Aspartame, il dolcificante utilizzato in migliaia di cibi e bevande non crea rischi di cancro. Contrariamente a
quanto riportato da uno studio italiano che sosteneva l'aumento del pericolo di tumori nei topi. Lo sostiene
The European Food Safety Authority (EFSA).
Trucioli di rovere per invecchiare il vino
Trucioli di rovere per invecchiare il vino anziche' nelle tradizionali barrique. Scopo? Ridurre i costi per
competere con i viticoltori d'America, Australia, Sudafrica che li usano comunemente. In Europa sara'
possibile fra tre o quattro mesi, quando la Commissione europea e il Wto si saranno accordati
sull'etichettatura. Poi ogni Stato potra' decidere in quale categoria di vini autorizzare quest'invecchiamento.
Addio Pizzo
In Sicilia e' nata l'associazione AddioPizzo. 7.325 persone hanno deciso di combattere la mafia facendo
acquisti solo in negozi e aziende che hanno dichiarto di non subire ricatti ed estorsioni mafiose.
Una Commissione di Garanzia, formata da 10 membri, studia e valuta le aziende che si dichiarano pizzo-free.
Finora e' stata stilata una lista di 104 nomi.
Per maggiori informazioni http://www.addiopizzo.org/
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Silvio pensa sempre agli affaracci suoi. - Con due gambe artificiali scala l’Everest. - Musica da cani. Coca con acqua inquinata.
Silvio pensa sempre agli affaracci suoi.
Davanti all'immondizia che sta venendo a galla, persino il tifoso più becero invoca riscritture di regole e
rifondazioni. Silvio Berlusconi no. Interpellato a San Siro sulla crisi del calcio, ha colto l'occasione per un
ampio giro d'orizzonte intorno al proprio ombelico e invece della riforma del sistema si è preoccupato soltanto
di reclamare per il suo Milan i due scudetti che verranno presumibilmente tolti alla Juve. All'inizio ho creduto
si trattasse di una battuta di Gene Gnocchi. Perché in questo frangente nemmeno un politico con il senso
dello stato di Vanna Marchi riuscirebbe a pensare prima ai suoi comodi che all'intera nazione calcistica in
subbuglio. Berlusconi ha compiuto l'impresa.
Con due gambe artificiali scala l’Everest
Questo invece e' proprio quello che pensate: uno scalatore neozelandese e' riuscito ad arrampicarsi fino alla
cima dell'Everest con due gambe artificiali.
Sappiamo che non si puo' scherzare sui disabili e infatti vogliamo esaltarne la forza di volonta'.
Quando a 6.400 metri di altitudine una delle due gambe si e' spezzata, l'uomo non si e' scoraggiato e con
mezzi di fortuna e qualche pezzo di ricambio e' andato avanti.
La spedizione aveva due scopi: raccogliere fondi per un centro di arti artificiali in Cambogia e lanciare un
chiaro messaggio a portatori di handicap: le vostre ambizioni non debbono mai essere limitate! Corriere.it
Musica da cani
Avete un cane che ama la musica pop tailandese? Collegatelo al sito http://www.dogradiothailand.com - Il
Giornale di Brescia
Coca con acqua inquinata
Le autorita' della California hanno citato in tribunale la Coca Cola. L'accusa e' di aver venduto per anni milioni
di bottiglie provenienti dal Messico con alte quantita' di piombo. Il problema sarebbero le vernici utilizzate
nelle decorazioni. La multinazionale si difende spiegando che tutti i parametri sono a norma di legge, ma sara'
un giudice a dover stabilire chi ha ragione.Tre settimane fa anche la Pepsi fini' al centro delle stesse accuse,
accettando di pagare 2,25 milioni di dollari di danni e ritirando tutte le bottiglie dai negozi.
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Il primo partito italiano è ancora Publitalia. Prodi riformi la Rai, la renda meno serva e senza pubblicità. Un padre mi
ha scritto una lettera sulla pubblicità televisiva, simile a molte che ho ricevuto.
La pubblico perchè, nella sua semplicità, conferma che la pubblicità ha preso il posto del prodotto
televisivo, influenza il prodotto, è ormai essa stessa il prodotto.
Il palinsesto televisivo lo fanno le aziende e questo è scontato. Lo è meno che lo possano fare alla Rai,
azienda pubblica, che vive, dovrebbe vivere, del canone.
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L’abolizione della pubblicità nelle reti Rai la renderebbe libera di fare informazione e cultura al servizio
dei cittadini. Lo so, libera è un termine forte, diciamo meno serva, perchè ci sono anche i partiti di governo e
di controllo.
Dipendente Prodi, mi ascolti, abolisca la pubblicità sulla Rai, sarebbe un bel gesto. La pubblicità ha creato
l’Italia malata furba e cialtrona degli ultimi quindici anni. Il primo partito italiano è ancora Publitalia.
E poi mi sono rotto le balle di dover sopportare la pubblicità a tutto volume nei vari intervalli. Stiamo
creando un popolo di sordi inca..ati neri. Una legge lo proibisce, facciamola applicare o revochiamo le
licenze.
"Caro Amico, sono un genitore che deve convivere con la baby sitter quotidiana, la televisione. Mio figlio,
come i figli dei miei amici, sono completamente drogati e schiavi di quella che è la frustrazione di noi adulti,
questa maledetta scatola invadente che provoca litigi a non finire e i musi duri dei propri figli quando in
qualche modo, si cerca di arginare l'invadenza quotidiana.
Un permesso (o meglio compromesso) è stato quello di poter vedere i cartoni animati su Rai Due mentre
siamo a tavola insieme, almeno una volta al giorno, la sera.
Mi domandavo e domando: non ci sono delle regole che impostano la pubblicità nelle fasce, chiamiamole,
protette? Personalmente sono inc...to, perchè ad ogni cartone segue una sequenza di spot pubblicitari di ogni
tipo e genere; questi ragazzi sono letteralmente bombardati da messaggi su gelati, giocattoli, macchine,
detersivi e compagnia bella! Non passa un quarto d'ora senza spot, per non parlare delle televisioni private,
dove la pubblicità è trasmessa ad un altissimo volume, è una cosa vomitevole!
Dobbiamo essere per forza essere trattati in questo modo? Dobbiamo sempre subire ogni loro scorrettezza
pagando tanto di canone e, stare sempre zitti? - Un abbraccio." Marcel.
http://www.beppegrillo.it/2006/05/lagonia_della_t.html
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Il manifesto di Prodi un´alternativa alla Destra. - Quando ha parlato di una "forte scossa" di cui ha bisogno
l´economia, si è avvertita una distanza siderale dalle "ricette" e dalle formule creative del Polo. Nelle parole del presidente del
Consiglio al Senato si è manifestata la volontà di esprimere una diversità innanzitutto culturale.
Ma anche se è stato preceduto da un richiamo "ciampiano" alla concordia nazionale, il discorso al Senato ha
rappresentato una inversione di marcia rispetto alla politica della Casa delle libertà: netta, indubitabile.
Nelle parole di Prodi si è manifestata la volontà di esprimere una diversità innanzitutto culturale.
Sull´Europa, «ambito essenziale della politica italiana»; sulla giustizia, in cui occorre ridare serenità ai
giudici»; sull´impianto costituzionale, rispetto al quale il premier ha ribadito l´opposizione «compatta» alla
riforma del centrodestra. Ma anche nei passaggi sulla globalizzazione intesa «come rischio ma anche come
opportunità», è possibile ritrovare le linee di una riflessione che prova a sottrarsi dai conformismi neoliberisti
(e anche dalle fissazioni di una politica estera che ha portato al «grave errore» della guerra in Iraq).
Che non sia un manifesto politico entusiasmante per le platee è evidente, ma è anche la prova di una
concezione a suo modo «strategica», che tenta di connettere globale e locale, macro e micro, esigenze degli
apparati produttivi e necessità dei lavoratori. Quando Prodi ha parlato della «forte scossa» di cui ha bisogno
l´economia, si è avvertita una distanza siderale dalle «ricette» e dalle formule creative con cui il
centrodestra ha costruito le sue ipotesi di super-crescita, tutte peraltro andate deluse.
Per il nuovo capo del governo, alla scossa economica si associa la richiesta di una scossa etica, non
proclamata con sfoggio di retorica ma da perseguire attraverso una serie di connessioni regolamentari ed
empiriche: i rilancio della crescita viene affrontato attraverso dispositivi tecnici come il taglio del cuneo
fiscale (che pure in campagna elettorale aveva destato perplessità anche fra gli economisti di sinistra), ma
all´interno di un processo di riduzione del conflitto sociale, di attenuazione dell´incertezza nel lavoro, di
riequilibrio fra le disuguaglianze.
Tutto questo si iscrive non casualmente in un quadro programmatico di tipo equitativo, dove al
riconoscimento del mercato si affianca, finalmente, la rivendicazione chiara di una politica in chiave
antitrust, a favore della concorrenza e tesa a colpire le posizioni monopolistiche, quindi anche a
ridimensionare gli effetti del conflitto d´interessi nel settore televisivo. Il che significa che nonostante la
maggioranza ridottissima al Senato il governo Prodi fa sapere che non intende sottrarsi a un confronto politico
irto di difficoltà, che investe la figura dell´attuale capo dell´opposizione.
Cose noiose, poco eccitanti per chi è abituato a una politica sulfurea, al reality show fatto di slogan e di
furori carismatici. Per Prodi il ritorno alla crescita è un processo che contempera da un lato un mercato reso
più fluido, e dall´altro un nuovo compromesso tra «flessibilità e stabilità», in modo da correggere una legge
totem come la cosiddetta Biagi, allo scopo di eliminare precarietà nel lavoro. Se al Nord «a cui si chiede
molto occorre dare molto», il Mezzogiorno è un´area strategica per l´intero paese. Come strategica è la
scuola, considerata nel medio-lungo periodo il principale fattore di sviluppo su cui deve fare leva il paese.
Accanto alla libertà dell´impresa privata viene richiamato il tema dell´equità fiscale: e si chiarisce via via
che la concezione esposta da Prodi al Senato è un gioco di simmetrie: certamente non un programma di
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sinistra, ma forse la più completa elaborazione di un orizzonte di governo riformista che si sia ascoltata
ufficialmente negli ultimi anni.
Qualcuno avrà sorriso nell´ascoltare Clemente Mastella che richiamava il profilo «moroteo» dell´intervento di
Prodi. Eppure non si è trattato soltanto di un´esposizione orgogliosa, fatta a nome di un governo che voleva
mostrare tutta l´intenzione di durare: è sembrato anche lo sforzo più coerente per definire un terreno
comune fra il centro e la sinistra, un compromesso virtuoso fra modernizzazione e solidarismo. Certo,
assomiglia più alla descrizione di scenari da praticare che non alle formule da applicare. È una riflessione più
che l´indicazione precisa di misure e tempistica.
Ma con ogni probabilità il compromesso prodiano, non privo di una sua qualità intellettuale, è anche l´ultimo
tentativo producibile per qualificare politicamente il centrosinistra. Altrimenti l´alternativa è fra il
radicalismo ideologico di Zapatero e lo sperimentalismo trasversale, né destra né sinistra, di Blair. Prodi sta
cercando non la sua terza via, ma una «mezza via». Nella speranza che in medio risieda effettivamente la
virtù; ma anche con la pratica certezza che o la mediazione prodiana funziona, e allora il centrosinistra può
svilupparsi, mantenere un consenso di massa, evolvere al suo interno anche in veste più moderna (leggi
partito democratico); oppure la mezza via fallisce, e allora non occorrerà soltanto trovare un leader, una
faccia da esporre, ma mettersi a rifare tutta una politica. - da Repubblica di Edmondo Berselli - 19 maggio
2006
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Partito democratico domani è già tardi. La costruzione del Partito Democratico procede. A parole. Un passo avanti e
qualcun altro indietro. Senza un disegno chiaro. Senza scadenze chiare. Oggi, d´altronde, il problema principale, per l´Unione, è
governare. E resistere. Il più a lungo possibile. Poi, verrà il momento del Partito Democratico (PD). Oppure dell´Ulivo. Il nome
non conta. Il tempo non conta. Davvero?
Noi dubitiamo: che sia possibile zigzagare tra PD, Ulivo e partiti ancora a lungo. Il tempo – temiamo – ormai è
scaduto. D´altronde, dopo il voto del 9 aprile, l´iniziativa è passata nelle mani delle segreterie di partito.
Che hanno proceduto: un passo avanti e qualche altro indietro. Come nel passato. Quando si sono fatte liste
unitarie alla Camera ma non al Senato; in alcune regioni e in altre no. Oggi, hanno costituito gruppi
parlamentari unitari in entrambi i rami del Parlamento. Così l´Ulivo riunisce 218 deputati e 101 senatori.
Nessun partito, nelle precedenti legislature, ha mai potuto disporre di una base tanto ampia.
Tuttavia, questi gruppi parlamentari unitari, fin qui, non hanno certamente seguito logiche unitarie.
Nell´elezione delle principali cariche istituzionali: alla Camera e al Senato, come alla Presidenza della
Repubblica, hanno prevalso le spinte partigiane. Talora, di fazione. Nella Margherita e nei Ds. Mai sentito
parlare tanto di (ex) democristiani e di (ex) comunisti come in questa occasione. Lo stesso è avvenuto nella
formazione del Governo. Per cui, il premier, Romano Prodi, è stato affiancato da due vice: D´Alema e Rutelli.
In rappresentanza dei Ds e della Margherita. Soci fondatori del PD da fondare. Mentre il numero dei ministri
(per non parlare dei sottosegretari) è aumentato.
Seguendo logiche di partito. E di fazione. Così, a qualcuno, la scelta di Piero Fassino di restare nel partito,
per dedicarsi alla costruzione del PD, rinunciando ad entrare nel governo, è apparsa un´esclusione, più che
una decisione. Lo stesso Prodi, la cui legittimazione dipende dall´affermarsi del progetto unitario, sembra
rassegnato a "fare l´Ulivo a Roma". Allargando la presenza degli uomini a lui più vicini, nel governo.
Insinuando l´Ulivo, come un partito fra i partiti. Al di là delle parole e delle buone (spesso sincere) intenzioni
espresse dai protagonisti, il PD ci sembra, oggi, un progetto più difficile e lontano.
Anche se le "buone ragioni" per realizzarlo in fretta sono evidenti a tutti. La prima è di evidenza statistica.
Vale la pena di ribadirla, anche se è nota. Alle recenti elezioni, l´Ulivo ha totalizzato, alla Camera, il 3% in
più rispetto ai Ds e alla Margherita, che, al Senato, si sono presentati da soli. Complessivamente, la lista
Unitaria ha preso meno voti solo in 4 province, concentrate nel Sud (Avellino, Reggio Calabria, Trapani e
Cosenza), mentre in Basilicata si è registrata totale coincidenza di risultato, fra Camera e Senato. Nelle
rimanenti province (99, escluse le province autonome, la Valle d´Aosta e il Molise) l´Ulivo ha intercettato
consensi maggiori rispetto alla somma di quelli ottenuti da Ds e Margherita. Parallelamente, alla Camera,
l´Ulivo è risultato la lista più votata in 85 province. Forza Italia in 23. La pretesa di Fi di presentarsi come il
primo partito in Italia, se l´Ulivo fosse un soggetto politico e non solo una lista, apparirebbe, appunto, una
pretesa. Infondata. Anzi: Fi non sarebbe neppure il primo partito del Nord. Dove l´Ulivo è la lista più votata in
23 province, Fi in 12. Il problema, appunto, è che l´Ulivo è un partito che (forse) verrà. Per ora (e per chissà
quanto) resta un cartello elettorale fra Ds e Margherita. I quali, conteggiando insieme i voti ottenuti al Senato
separatamente, superano FI in 71 province. Tredici in meno rispetto a quel che accade all´Ulivo.
Il «vantaggio elettorale» offerto dall´Ulivo (o dal PD) non è casuale.
Riflette una domanda di unità e di partecipazione molto diffusa fra gli elettori di centrosinistra. Emersa in
tutte le precedenti elezioni politiche. Resa esplicita dall´eccezionale affluenza alle primarie dello scorso
ottobre.
Il che suggerisce una seconda, importante buona ragione per accelerare la costruzione del PD. Rafforzare il
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legame fra politica e società, fra partiti e territorio. Fondamentale per il centrosinistra. E oggi,
paradossalmente, argomentato proprio dalla Cdl. La quale sostiene che l´Unione avrebbe vinto le elezioni per
caso e magari con la frode. Visto che la maggioranza degli elettori avrebbe votato a destra. Ipotesi infondata:
anche se di un soffio, l´Unione ha prevalso alla Camera, dove il corpo elettorale è più ampio, rispetto al
Senato (a meno di considerare gli elettori con meno di 25 anni meno cittadini degli altri). Visto che il
centrosinistra governa nella maggioranza delle regioni e delle città più grandi. Non solo nelle zone rosse del
Centro Italia. Ma anche nel Mezzogiorno e nel Nord.
Rinchiudersi nel Palazzo. E resistere. Sperare e contare nel voto dei senatori a vita e di quelli eletti
all´estero. Accettare e subire l´immagine di una vittoria elettorale dimezzata. Ci sembra davvero
deplorevole. E rischioso. Visto che la Cdl, soprattutto Berlusconi e la Lega, cercheranno di utilizzare il
referendum sulle riforme istituzionali, del prossimo mese, per marcare ulteriormente l´isolamento
dell´Unione rispetto alla società.
Trasformandolo in un referendum pro o contro il centrosinistra, pro o contro il governo. Rinviare ancora la
costituzione del PD, oppure ridurla a un´operazione di palazzo, da avviare "dopo", quando le emergenze
politiche nazionali saranno risolte, significa affrontare questa sfida sperando, come sempre, in una
mobilitazione "reazionaria". Per "reagire" al "fattore B".
Costruire il PD, quindi, fa guadagnare voti, propone un partito di dimensione europea, il più forte in Italia,
contribuisce a saldare i rapporti fra centro e periferia. Dà radici più forti al governo.
Eppure il progetto zoppica. Nonostante tutti, o quasi, i leader dei Ds e della Margherita si dicano determinati
a "fare il Partito Democratico". Tuttavia, poi, predicano cautela. Denunciano il rischio dell´antipolitica.
Promosso da quanti invocano (o comunque vorrebbero) la palingenesi. La dissoluzione dei partiti, delle loro
eredità ideali e organizzative. Giusta preoccupazione.
Espressa, però, da partiti ridotti allo scheletro. Che, insieme, non raggiungono il peso elettorale della Dc o
del Pci. Partiti piccoli o medi, dall´identità opaca. Indefinibile. I Ds: post-comunisti incerti fra il riferimento
socialista, social-liberale, blairiano, clintoniano. La Margherita: melting pot di popolari, laici, repubblicani,
ecologisti, referendari. Costruire un nuovo soggetto politico potrebbe rafforzare, invece che indebolire, le
ispirazioni e le tradizioni politiche. Valorizzarle, attraverso il confronto. Il dialogo.
Il progetto del PD: lo abbiamo sentito annunciare tante volte, negli ultimi anni (prima si chiamava Ulivo). E
altrettanto è stato rinviato, aggiornato, dimezzato. Soffocato dal dibattito metodologico su "chi" e "come".
"Chi" deve promuovere il PD? Il centro o la periferia? I partiti o la società civile? "Come"?
Attraverso un percorso guidato dalle segreterie? Oppure dai movimenti, dai circoli, comitati? Un´alternativa
sterile. Che non porta da nessuna parte.
Le leadership dei partiti, lasciate sole, tenderanno inevitabilmente ad attuare strategie di dilazione e
diluizione. Per istinto di sopravvivenza. Perché a nessuno è dato di accelerare la propria estinzione. O di
ridimensionare i propri privilegi.
Ma chi si richiama alla forza etica e profetica della "società civile", in realtà, coinvolge – e rappresenta – solo
cerchie ristrette, per quanto attive, della società. Ne esclude le componenti meno "militanti", ma, per
questo, più "rappresentative" del territorio e degli elettori. Il PD non può venire costruito "contro" e "senza" i
partiti. Ma neppure delegato ad essi e ai loro gruppi dirigenti.
Per avviare la costruzione del progetto unitario conviene, quindi, affidarsi ai soggetti che "stanno nel mezzo".
Fra Roma e la periferia. Fra il governo e i cittadini. Fra le segreterie dei partiti e gli elettori. Coloro che da
anni hanno sperimentato i vantaggi e i problemi dell´unità. Mediando fra partiti, associazioni, gruppi,
cittadini. Fra livello locale e centrale. I sindaci, i presidenti delle regioni. Il Partito Democratico: ne
promuovano la "costruzione" Veltroni, Bassolino, Cacciari, Chiamparino, Illy, Cofferati.
Non "dopo", ma "durante" la campagna referendaria. Che li riguarda direttamente. Il Partito Democratico. Lo
facciano insieme ai leader dei partiti nazionali. Li "aiutino" a vincere le resistenze dell´ambiente in cui
agiscono. Ma subito. Se vogliono che questo progetto mantenga un minimo di credibilità. Perché il tempo è
scaduto. da Repubblica - 21 maggio 2006
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Partito Democratico senza anima così diventa preda delle oligarchie di Filippo Andreatta
dal Corriere - 17 maggio 2006 - Un partito organizzato come una chiesa, o un esercito, di iscritti che in
congresso sceglievano i sacerdoti-generali che li rappresentassero. Questo modello ha potuto contare per
quasi tutta la prima fase della Repubblica su un'ampia legittimazione, dovuta alla partecipazione di milioni di
iscritti e a un ruolo fondamentale nel consolidamento della democrazia in Italia, ed ha avuto la sua massima
espressione nella Dc e nel Pci. Ed è in base a questo glorioso passato che i partiti attuali, e in particolar modo
i Ds, rivendicano oggi, con giusto e legittimo orgoglio, un ruolo fondamentale nell'affermazione della
democrazia del nostro Paese.
Eppure questo modello è da tempo in crisi. Cala il livello di partecipazione, le correnti non sono più strumenti
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di un dibattito plurale ma assomigliano a quote di un consiglio di amministrazione, i congressi sembrano
sempre più accordi tra pochi capicorrente e sempre meno libere elezioni tra la base. E il numero degli iscritti
scende dai milioni che erano a centinaia, se non decine, di migliaia.
Da qui nasce la preoccupazione di Salvati: partiti arroccati su un modello in crisi non possono che prefigurare
un partito blindato, nel quale ogni carica, ogni poltrona, ogni strapuntino è spartito secondo un qualche
parametro tra le oligarchie delle due componenti. È fondamentale sottolineare che questa tendenza non
deriva affatto dalle personalità dei leader degli attuali partiti, che anzi stanno dimostrando una lungimiranza
davvero encomiabile. La tendenza è piuttosto il frutto di una logica sistemica e costringe anche gli attori più
illuminati a un gioco perverso in cui la «garanzia» della propria componente è un prerequisito per poter
procedere verso il progetto unitario.
Ma un partito del XXI secolo non può nascere secondo queste premesse. Il Partito democratico o sarà un
partito aperto o non sarà. E il principale strumento tramite il quale il Partito democratico potrà essere aperto
è quello delle primarie, che hanno già dimostrato la voglia di partecipazione e la maturità del demos di
centrosinistra. Bisogna quindi superare il modello novecentesco abbattendo le barriere tra gli elettori e i
tesserati, casta che si giustificava solo con la teologia ideologica dei partiti di massa, e coinvolgendo i primi
nelle decisioni sulla selezione dei candidati alle cariche di governo a tutti i livelli, dai sindaci dei paesi più
piccoli fino al presidente del Consiglio. E anche il processo costituente del nuovo soggetto non potrà che
essere aperto direttamente a tutti i sostenitori, al fine di coinvolgere, oltre all'attuale ceto politico, le
energie all'interno dei partiti che sono sinora rimaste imbrigliate dalle necessità della diplomazia bilaterale
tra le leadership e quelle energie che non si riconoscono nei partiti attuali perché si riconoscono già nel
Partito democratico. Se il nuovo partito non potrà infatti fare a meno di una corrente-Ds e di una correnteMargherita, altrettanto non potrà fare a meno della corrente democratica del partito democratico, che ha già
dato prova in varie occasioni di essere vitale.
Se i timori identitari dei Ds e le paure di egemonia della Margherita imporranno invece un accordo blindato,
nel quale vengono rinominate le scatole, le sedi e i gruppi senza affrontare i nodi dei contenuti programmatici
e della selezione dei dirigenti e dei candidati, allora vorrà dire che quello del Partito democratico è stato solo
un disperato tentativo di conservare con un marchio nuovo un modo di fare politica obsoleto. A quel punto
però il pericolo non sarebbe solo per uno o più specifici partiti, ma quello della forma partito in generale, così
fondamentale per il processo democratico. La delusione, infatti, dopo tante promesse e speranze,
allontanerebbe molti cittadini dalla politica tout court, e questo sarebbe davvero un peccato.
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Una ferita alla democrazia. Roma. Elezioni a scatola chiusa. Gran parte di stampa e mass media locali chiudono gli spazi
gratuiti ai candidati consiglieri dei municipi.
15.5.2005 Roma –Si cerca il consenso attraverso cene sfarzose nei ristoranti, spot radiofonici salatissimi e foto
6x6 su Tir vaganti per la città. Il denaro rimane requisito. Indispensabile per far conoscere la propria
candidatura. Gli elettori conoscono di più il portafogli degli aspiranti consiglieri e meno la reale identità e le
qualità umane e professionali.
Una ferita alla democrazia: gran parte di radio, agenzie, tv locali, quotidiani online e su carta, molti forum
sul web, tutti sistematicamente chiusi alla gratuità della presentazione e del confronto politico dei
candidati ai consigli municipali.
Piccole emittenti richiedono tariffe di migliaia di euro per una manciata di minuti di trasmissione "intervista",
altre fino a cinquanta euro ogni manciata di secondi di spot.
Le liste municipali rimangono ancora sconosciute. Gli elettori non hanno ancora potuto vedere pubblicate i
nomi dei candidati di tutti i diciannove municipi.
Sembra un sistema scientifico ben studiato e oliato per far emergere le lobby economiche e per impedire un
vero confronto alla pari tra candidati.
I seggi saranno in questo modo, quasi sicuramente, esclusivo appannaggio di partiti e di misteriosi sponsor
industriali che rimangono nell'ombra mentre grossi volumi di danaro si spostano verso tipografie, agenzie
pubblicitarie, mass media, ristoranti e altri lidi sconosciuti.
La Stampa, i Media locali stanno perdendo una grossa occasione di salvaguardia del sistema democratico:
aprire a tutti indistintamente i microfoni e le telecamere per evitare una rappresentanza politica falsata dal
danaro e dall'inganno.
Altre notizie sul sito www.ciardullidomenico.it Domenico Ciardulli capolista indipendente Italia dei Valori nel
XX° Municipio di Roma.
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Chi non vorrebbe la certezza che il proprio bimbo nasca senza cancro?
Grazie ad analisi genetiche e alla selezione degli embrioni, una donna britannica potra' avere un figlio che non
erediterà la forma di cancro di cui lei soffre. La futura mamma è affetta da retinoblastoma, una forma
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28 Maggio 2006 a cura di [email protected]
ereditaria di tumore della retina. Se avesse concepito un bimbo naturalmente, glielo avrebbe potuto
trasmettere. Da qui la scelta di affidarsi alla fecondazione in vitro e ai test genetici pre-impianto sugli
embrioni prodotti, tecniche grazie alle quali il piccolo non si ammalerà di tumore alla retina nè lo
trasmetterà ai suoi figli. E' la prima volta che questa tecnica viene eseguita in Gran Bretagna, dove è stata
appena approvata.
In Italia, al contrario, i genitori portatori di questo gene non potranno che trasmetterlo ai loro figli. Così come
i genitori italiani devono rassegnarsi (contrariamente a quelli britannici e di moltissimi Paesi europei) a
trasmettere ai propri figli malattie come la talassemia, la poliomelite, numerose malattie del sistema
nervoso, gravi malformazioni, e così via. Come si sa, a proibire quello che è stato realizzato oltralpe è la
legge 40 sulla fecondazione assistita, che vieta l'analisi pre-impianto dell'embrione creato in vitro.
Legge assurda? Non la pensa cosi' il presidente di quel comitato di "esperti" sul Bene e sul Male, ovvero il
Comitato nazionale di bioetica. Francesco D'Agostino così si esprime in merito al caso della donna britannica:
"E' stata dunque fatta una selezione a prescindere, a danno di altri embrioni: selettiva, appunto. E' questa
pratica che non è eticamente corretta". Ipse dixit. Nel fare la scelta di un embrione sano, dice D'Agostino, si
sono scartati (e quindi condannati) altri embrioni all'eterno silenzio.
Quello che non ci torna in questo ragionamento è il fatto che, anche senza fare alcuna selezione mirata, ci
sarebbe stato comunque un embrione scelto (anche se con criteri diversi) a scapito degli altri. Quindi la
condanna del presidente del Cnb non sembra derivare tanto dallo scarto di alcuni embrioni, ma dal fatto che
si faccia una scelta ragionata, umana, non basata sul destino. In altre parole, non va disturbato il processo di
selezione naturale darwiniana, o cosa ancor più grave, la selezione divina ("giocare a fare Dio non è etico",
sembra dirci D'Agostino).
Forse notizie come questa della Gran Bretagna serviranno a dare concretezza ad un tema che per molti
appare ancora troppo astratto. Forse la possibilità di non trasmettere sofferenze infernali alle creature che
amiamo sopra tutte le altre (i nostri figli) farà riflettere qualcuno in più; soprattutto coloro che, non essendo
andati a votare il referendum sulla fecondazione assistita che l'anno scorso fallì per mancanza di quorum,
hanno condannato migliaia di bambini e genitori ad una sofferenza tutt'altro che inevitabile.
Dobbiamo smettere di condannare i nostri figli ad ereditare e subire le colpe della nostra generazione, quelle
involontarie della genetica come quelle di una capacità limitata di ragionare al passo coi tempi, rifugiandosi
in un assurdo divieto. Apriamo gli occhi e facciamoli aprire ai nostri legislatori. Donatella Poretti http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/
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Erbe medicinali, il pericolo corre su internet, esposto ai Nas. Risultati di una ricerca del centro medicina
naturale di Empoli.
Empoli (FI) 10 MAG - E' quanto sostengono i medici fitoterapici ed il Centro di Medicina naturale dell' Ospedale
di Empoli che ha inviato un esposto ai Nas. Da una nuova ricerca del Centro di Medicina Naturale di Empoli
dell' ospedale di Empoli risulta infatti che su 522 siti italiani la metà offre notizie fuorvianti o dannose.
L' indagine ha preso in esame 4 prodotti naturali - il Riso rosso fermentato (abbassa il colesterolo), la
Borragine (un'erba depurativa), la Farfara (indicato come sedativo per la tosse) e il Camedrio - sottoposti a
specifici provvedimenti da parte del Ministero della Salute. E' emerso che solo una piccola percentuale
dei siti (15%) riporta avvertenze e informazioni corrette, mentre circa la metà (40%) "fornisce indicazioni
terapeutiche improprie, spesso clamorosamente e pericolosamente errate". La ricerca del Centro, che fa
parte della Asl ed è affidato all' equipe del dottor Fabio Firenzuoli, presidente dell' Associazione
Nazionale Medici Fitoterapeuti (Anmfit), è stata ora pubblicata sull' ultimo numero della rivista scientifica
Recenti Progressi in Medicina. "La vicenda è grave e presenta rischi diffusi - osserva Firenzuoli -, per questo
motivo abbiamo deciso di presentare un esposto formale al Nucleo antisofisticazioni dei Carabinieri (Nas),
perché si valuti la modifica o addirittura la chiusura di questi siti. Appare dunque sempre più utile l' attività di
fitosorveglianza promossa dall'Istituto Superiore di Sanità (www.iss.it)". "Per il Riso rosso fermentato - spiega
l' equipe del Centro - c'é differenza tra le informazioni richieste dal Ministero in etichetta e quelle fornite dai
siti web, molti dei quali fanno vendita online e hanno dunque interesse a tacere i rischi". "Quanto alla
Farfara e alla Borragine, proibite negli integratori - rileva una nota del Centro - 7 siti su cento avvertono che
gli alcaloidi pirrolizidinici, presenti in queste piante, sono sostanze cancerogene". Infine, secondo gli esperti
del Centro risultano "pericolose invece le informazioni fornite sul Camedrio definito antinfiammatorio,
aromatizzante, febbrifugo, aperitivo, digestivo, lassativo, diuretico, astringente, perfino anticancro. In realtà
- si spiega - il Camedrio è proibitissimo dal Ministero della Salute da oltre 10 anni a causa della sua
conclamata tossicità. "Lo spacciano anche come dimagrante e come rimedio per i disturbi bel fegato - spiega Firenzuoli -, i
problemi al fegato invece li fa venire. E anche gravi. Si sono infatti verificati casi di epatite fulminante". Per fare
chiarezza l' Associazione Medici Fitoterapeuti ha infatti iniziato la pubblicazione di una newsletter sulle erbe
che è possibile ricevere gratuitamente sul proprio PC. Per abbonarsi basta riempire il modulo online
recuperabile sul sito www.naturamedica.net alla voce newsletter. ANSA
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sanità e non solo … tessere per il tuo mosaico
Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico
28 Maggio 2006 a cura di [email protected]
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Spazzini forever?
Sono entrata nei verdi quando Giannozzo Pucci ne usciva e ne usciva dicendo che secondo lui il percorso dei
verdi era finito da quando questi erano diventati gli spazzini istituzionalizzati della società , quelli che a cui si
è demandato il compito di fare il repulisti dei festini permanenti dalla società dei consumi , come dire gli
altri si divertono e a noi spetta l’ingrato compito di fare le pulizie! E così passa pure il messaggio presso
l’opinione pubblica che se si fanno gli inceneritori è colpa dei verdi che non sono stati abbastanza bravi da
impedirne la realizzazione. Nella mia militanza con gli amici che adesso si definiscono verdi europa abbiamo
affrontato spesso l’argomento del governare responsabile, della lealtà alla maggioranza che poi purtroppo ho
visto spesso trasformarsi in una troppa stretta osservanza dei modi da questa imposti, ora mi chiedo se
esisterà mai una terza via che non ci veda né asserviti né costretti a prenderci la croce e camminare sul
golgota portandoci colpe non nostre , ci liberemo mai dall’atteggiamento di coloro che vogliono e devono
salvare il mondo ? Ci accontenteremo di un onesto lavoro , porteremo avanti le nostre idee che sono le sole
vere innovative in grado di dare risposte , saremo in grado di imporre la nostra agenda proponendo la sfida
dell’ecoefficienza, della finanza etica , delle infrastrutture utili , del danno ambientale ,del consumo critico
di un nuovo modo di fare impresa meno volta al capitale è più al capitalismo naturale , saremo in grado di
proporre davvero un modello nuovo di società che non ci veda solo relegati a fare le pulizie ma a giocare un
ruolo di primo piano?
Riusciremo a portare la periferia in città?A disegnare una città che non abbia un solo centro ma più centri,
diffondendo sviluppo e qualità su tutto il territorio metropolitano, riequilibrando il rapporto centro periferia
facendolo diventare più accessibile e vivibile grazie all'intreccio delle scelte urbanistiche e di quelle legate
alla mobilità in modo da tenere insieme il sistema produttivo le infrastrutture e la qualità ambientale ?
Questo per me è assumersi la responsabilità di governo!Non accettare un inceneritore che sicuramente sarà
pulito come ci dice oggi l’esperto su repubblica ma che la gente non vuole e che sicuramente visti i passi
della tecnica è già obsoleto. Per contro andiamo anche oltre la politica rifiuticentrica riponiamo le scope e
cominciamo a pretendere che ognuno si prenda le proprie responsabilità che chi è dentro una coalizione e
vuol fare una cosa hai numeri per farla la faccia ma senza chiamate di correo e senza cacciare chi è contro .
Comunque oggi sono contenta perché al governo abbiamo una pattuglietta che queste cose le conosce , che
con questi temi dovrà avere la forza di contaminare il governo , ci aspettiamo grandi cose ed già divertente
immaginare Cento in conciliabolo con Padoa Schioppa sulla Tobin Tax ! Forse un altro mondo è iniziato
davvero. Sandra Giorgetti - Firenze [email protected]
Nuove tecnologie
Onestamente non capisco le posizioni fideistiche, posso comprendere con qualche sforzo quelle religiose, ma
in materia di tecnologie contano i fatti, il resto è fiato sprecato.
Se i Verdi di Governo fino a non molto tempo fa non si erano espressi decisamente contro la realizzazione di
inceneritori, pur spingendo costantemente nella direzione del potenziamento della R.D., questo era dovuto
alla poca chiarezza sulla realtà ed efficacia delle tecnologie alternative.
Con una ricerca rigorosa, e non facile ne' breve, fortemente voluta da Fabio Roggiolani, Mario Lupi, Marino
Artusa e altri, sono state individuate alcune tecnologie esistenti e fuinzionanti, nella disponibilità di Società
Italiane, come spiegato in un post precedente, che insieme costituiscono un'alternativa praticabile da subito
all'incenerimento, e con diverse possibilità: recupero di energia, recupero di materiali di qualità. Per tutti i
rifiuti. In base a questo è stato costruito anche un "modello" di ciclo completo dei rifiuti, sintetizzato in un
documento/presentazione da intendersi come "work in progress", quindi suscettibile di adattamenti alle
realtà locali.
I vantaggi rispetto all'incenerimento sono evidenti, ma si pagano - relativamente - con cicli un po' più
complessi e articolati, poca cosa comunque rispetto alla entità del passo in avanti.
Nuovamente, vi invito a scaricare e leggere i documenti rilevanti su www.ecquologia.it Sezione ENERGIE
RINNOVABILI, oppure direttamente a:
http://www.ecquologia.it/sito/pag993.map?action=single&field.joined.id=54220&field.joined.singleid=55670
Anche questo costa un pò di fatica, tuttavia le scorciatoie sono sempre pericolose e soprattutto inutili. Buona
lettura. – Francesco Meneguzzo [email protected]
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Impianti trattamenti a freddo versus inceneritori.
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28 Maggio 2006 a cura di [email protected]
Beppe Banchi è chimico, membro della direzione nazionale di Medicina democratica ed esperto in materia di
rifiuti per conto dei comitati della piana contro gli inceneritori. E’ lui che ha partecipato a come osservatore
a nome dei comitati, al gruppo di lavoro istituito dalla Regione che ha cominciato a studiare gli impianti di
trattamento a freddo.
Oggi ascoltiamo il parere di Beppe Banchi, al quale chiediamo innanzitutto cosa sono gli impianti di
trattamento a freddo.
«Si basano su due tecnologie successive, la prima è quella della separazione dei materiali indifferenziati che
si è sviluppata già da diverso tempo e per esempio lo stesso impianto di Case Passerini ha un funzionamento
analogo anche se finalizzato alla filiera dell’incenerimento: seleziona cioè al fine di trovare combustibile da
rifiuti. Quella degli impianti di trattamento a freddo è quindi una tecnologia identica ma finalizzata al
massimo recupero dei materiali. Quali le differenze: per esempio il materiale non deve arrivare già
compattato e triturato come avviene oggi a Case passerini, questo perché la selezione deve essere in grado di
recuperare più materiale possibili (carta, plastica, ferro….). Successivamente viene passato a un vaglio
rotante e mentre i sovvalli vengono ulteriormente selezionati eventualmente recuperati, il sottovaglio
organico viene immesso in un percolatore, dove di fatto resta in infusione per 48. In questo modo l’organico si
solubrizza e la poltiglia che si forma viene mandata nella digestione anaerobica, che sviluppa gas con un alta
percentuale di metano, consentendo il recupero di energia».
L’ingegner Barca sostiene che mentre un termovalorizzatore produce energia, l’impianto di trattamento a
freddo la consuma.
«Nel Lancashire in Inghilterra gli studi avanzati prevedono per un impianto con un ingresso di 350 tonnellate
al giorno di rifiuti, che il gas prodotto consenta l’autosufficienza dell’impianto e che il surplus di produzione
energetica sia pari al fabbisogno di 14mila famiglie».
L’ingegner Barca afferma anche che a parità di materiale in ingresso, alla fine gli scarti nei due impianti
saranno di circa il 30% in quello a freddo, del 20% nel termovalorizzatore.
«Il materiale che resta dopo il processo di digestione anaerobica non va in discarica, perché alla fine sarà
assimilabile al compost. Quindi calcolando che i progettisti di questo impianto garantiscono un recupero di
materiale del 60-65% e che la produzione di biogas diminuisce la massa, alla fine gli scarti da mandare in
discarica non superano il 15%. Ed è qui che entra in gioco l’opzione zero, perché se riusciamo in questi anni a
incrementare la differenziata e soprattutto a ridurre la produzione dei rifiuti riusciremo ad arrivare
all’opzione rifiuti zero. Viceversa con gli inceneritori alla fine in discarica devono essere smaltite le ceneri
che in peso si aggirano sul 30% del materiale in ingresso».
Il coordinatore del tavolo regionale sostiene che gli impianti di trattamento a freddo funzionano bene se
hanno a disposizione molta frazione organica. Quindi o si fa la differenziata dell’organico per farne compost o
non si fa la differenziata per poi avere abbastanza organico nell’indifferenziata da utilizzare negli impianti a
freddo.
«Mentre negli impianti già in funzione a Sidney la frazione organica è molto più alta, in Inghilterra hanno
valori più simili ai nostri, e hanno fatto un’analisi molto accurata prima di investire in questa tecnologia. Del
resto per bene che vada la raccolta differenziata dell’organico difficilmente supererà il 60%, e il restante 40%
è ampiamente sufficiente a rendere funzionali gli impianti a freddo».
Stesso gruppo di lavoro, probabilmente stessi dati, come spesso accade interpretazioni all’opposto.
«Mi sembra non ci siano altre alternative. La popolazione è fortunatamente ormai consapevole del pericolo
derivato dagli inceneritori, dalle nanopolveri alle diossine e fino a tutti gli ossidi, di cui nessuno parla. La
tecnologia a freddo ormai si sta affermando nel mondo e noi crediamo che la Regione Toscana non la
ignorerà. Anche perché a ben vedere c´è molta italia in questi impianti: per esempio in Inghilterra la
tecnologia di selezione delle prima fase è brevettata da un´azienda italiana, la Sorain Cecchini di Roma,
mentre la fase del percolatore e della digestione anaerobica è un brevetto tedesco».
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Un braccialetto per sostituire cartella clinica progetto sperimentale datalogic-ior.
Bologna, 10 Maggio - Un dispositivo che, grazie a un semplice braccialetto al polso del paziente e un
terminale portatile consente di sostituire la cartella clinica. Questo progetto è il risultato della collaborazione
tra Datalogic e il Laboratorio di Tecnologia Medica che opera all'interno degli Istituti Ortopedici Rizzoli (Ior) e
si occupa del trasferimento delle tecnologie informatiche in ambito medico-sanitario. Il progetto nasce dalla
necessità di prevenire l'errore umano nella pratica ospedaliera e ovviare ai ritardi nel reperimento di
materiali (ad es. radiografie, elettrocardiogrammi) dovuti all'attuale archiviazione basata su supporto
cartaceo. La soluzione garantisce la totale eliminazione degli errori nella catena paziente-medico-diagnosicura, la riduzione dei tempi di diagnosi grazie alla rapidità di accesso ai database direttamente dal posto
letto, la maggiore capacità di scambio di informazioni fra reparti ed ospedali. Il progetto, che viene
presentato domani a "Research to business" in fiera a Bologna, consiste nell'utilizzo di un terminale portatile
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Datalogic Jet in sostituzione della cartella clinica. I pazienti vengono dotati di un braccialetto con barcode
identificativo, il personale medico e paramedico è dotato di un tag Rfid che li rende riconoscibili nel
momento di utilizzo del terminale. Durante le visite a bordo letto, sarà possibile per il personale medico
richiamare sul monitor del terminale la cartella clinica del paziente visitato e vedere persino gli esami
radiologici. Il personale medico e paramedico potrà apportare modifiche alla cartella in qualsiasi momento e
potrà utilizzare anche la refertazione vocale. Il terminale Datalogic Jet è infatti dotato di un sistema che
consente l'identificazione vocale rendendo possibile al medico la dettatura dei risultati della visita e la
successiva visualizzazione a monitor su workstation. – ANSA
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Previti corretto e leale? Non si capisce perchè gli altri detenuti devono restare dentro ... – Le
“vicissitudini processuali” di Andreotti.
Riporto testualmente il comunicato emesso ieri dall'onorevole Salvatore Buglio, già diessino dalemiano, poi
trasmigrato alla Rosa nel Pugno: "Cesare Previti, a differenza di altri imputati eccellenti che sono fuggiti o
che sono stati ignorati, ha affrontato il processo a suo carico. E' stato condannato, si è costituito, si è dimesso
da parlamentare della Repubblica. Il presunto 'mostro' si è comportato lealmente. Mi auguro che, considerata
l'età e il comportamento corretto, la pena venga espiata con la detenzione domiciliare". Il comunicato fa il
paio con l'intervista di un altro genio della politica, l'onorevole professor avvocato Vincenzo Siniscalchi, che
auspica gli arresti domiciliari per Previti, col decisivo argomento che "non ha evitato la carcerazione".
Dunque, siamo così ridotti che il fatto di non darsi alla latitanza, per un ex ministro e parlamentare in carica
fino a due giorni fa, diventa un comportamento "leale e corretto", insomma un titolo di merito così
irresistibile da imporre l'immediata scarcerazione. Ai due onorevoli forse sfugge che nelle patrie galere sono
detenute circa 55 mila persone che, per definizione, "non hanno evitato la carcerazione" e non "sono fuggiti",
per le quali giustamente nessun parlamentare della Repubblica ha mai chiesto la scarcerazione. Per Previti,
invece, 24 ore dopo il suo arresto, già si strilla perchè lo mettano fuori. E nessuno (a parte Di Pietro, Dalla
Chiesa e altri due o tre) trova una sola parola per sottolineare che il braccio destro del premier uscente è un
pregiudicato per aver corrotto magistrati affinchè condannassero lo Stato a sborsare 1000 miliardi di lire
sotrratti alle tasche dei cittadini. Se uno così deve uscire dopo 24 ore, non si capisce bene perchè gli altri 55
mila debbano restare dentro. di Marco Travaglio
Le “vicissitudini processuali” di Andreotti.
Secondo Anna Finocchiaro, senatrice Ds, è "sbagliato politicamente e anche strategicamente ricordare le
vicissitudini processuali" di Andreotti "come invece fa Marco Travaglio sull'Unità". Ci sono infatti "ben altri
argomenti a suo sfavore: per esempio l'età". Dunque non è il caso di "perdere tempo a discutere delle sue
vicissitudini giudiziarie". La nota stratega dev'essere molto distratta, dunque mi permetto di ricordarle che
quelle di Andreotti non sono "vicissitudini processuali" o "giudiziarie": c'è una sentenza definitiva della
Cassazione che lo dichiara mafioso fino al 1980 (prescrizione del reato "commesso"). Ora, visto che l'ex
mafioso, peraltro non pentito, rischia di diventare presidente del Senato, non mi pare che ricordare quella
sentenza sia una "perdita di tempo". Liberissima la Finocchiaro di pensare il contrario. E di ritenere Andreotti
inidoneo a Palazzo Madama non perchè era mafioso, ma perchè è anziano. La regola di una certa Dc era
"meglio mafiosi che rossi". La regola della Finocchiaro è "meglio mafiosi che vecchi". Spiace per Bernardo
Provenzano, fuori concorso per raggiunti limiti di età. Ma c'è speranza per il più giovane Matteo Messina
Denaro: inutile perder tempo a ricordare le sue vicissitudini giudiziarie, quel che conta è l'età. Ecco: se
qualche inguaribile giustizialista s'indigna per la candidatura di Andreotti a Palazzo Madama, conservi un po' di
sdegno per la candidatura della Finocchiaro a ministro della Giustizia. di Marco Travaglio
49
Il Piemonte cancella i vaccini obbligatori. Abolite le multe e le denunce al Tribunale. - Rivoluzione nel nuovo piano di
prevenzione della regione: a mamma e papà il potere di scegliere se portare i figli all’ufficio di igiene.
26.5.2006 - Il Piemonte cancella le vaccinazioni obbligatorie. Prima regione in Italia, abolisce con una
rivoluzione storica le iniezioni «per legge» e riordina in due sole categorie la distinzione «obbligatorie»,
«consigliate» e «facoltative», fonte di confusione e incertezza per mamme e papà. Esisteranno solo vaccini
«prioritari» e non. Spariscono multe e denunce al Tribunale per i minorenni, per far posto alla formazione: i
genitori che decideranno di non sottoporre i figli ai vaccini finora obbligatori contro difterite, tetano, polio ed
epatite B saranno invitati a partecipare a un ciclo di lezioni sull’importanza dell’immunizzazione. Così la
Regione avrà assolto il suo dovere di promozione della salute, ma non interferirà poi nella scelta consapevole
delle famiglie.
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A Trieste si confronta l'efficacia dei modelli di Sanità.
18.5.06 - L'evento. Giornate della Salute a Trieste dal 21 al 27 maggio 2006 presso il Centro Congressi
Stazione Marittima (Molo Bersaglieri 3 - 34124 Trieste; www.promotrieste.it). Le "Giornate della Salute",
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28 Maggio 2006 a cura di [email protected]
partendo dallo specifico Sanità, vogliono aprire al campo più generale delle politiche per la salute integrando
il contributo di altri attori indispensabili. Le "Giornate della Salute" sono un primo appuntamento nazionale
che, valorizzando contesti locali, chiama a raccolta più soggetti per rappresentare tutti i determinanti dello
stato di salute generale della popolazione, quale inderogabile fondamento di pratiche e politiche di
inclusione, partecipazione, accesso ai diritti per tutti, costruzione di democrazia e benessere. Il convegno
vuole dare enfasi a pratiche che indichino strade evolutive o innovative quand'anche settoriali, minimali o
locali. Ma si propone anche di individuare un orizzonte culturale entro il quale appare sempre più
improcrastinabile orientarsi con grande chiarezza se si vuole partecipare a far evolvere un sistema sanitario
come quello italiano, con i suoi tanti pregi e i suoi tanti difetti.
Temi di approfondimento.
1) Quali siano le più appropriate forme organizzative delle Aziende e delle loro Strutture Operative che,
accanto ai ben noti obiettivi di efficienza rivalutino capacità progettuali, pratiche innovative, contributo alla
crescita culturale dei professionisti, delle comunità e dei cittadini ed ottimali risultati per la popolazione. Per
un concetto esteso di efficacia.
2) Quali peculiarità del modus operandi dei professionisti che operano fuori dalle mura degli ospedali. Quale
cultura del territorio e della "comunità". Per quale Welfare di Comunità.
3) Quali siano le "buone pratiche" che ciascuna ASL intende proporre all'attenzione delle altre a partire delle
proprie esperienze nei distretti, nei dipartimenti, nelle cure primarie, nelle medicine specialistiche a
centralità territoriale, nella residenzialità domiciliarità, nell'area delle dipendenze, nella salute mentale, per
la prevenzione, per la riabilitazione, ecc.
4) Come si stiano sviluppando, come si dovrebbero sviluppare sistemi integrati sociosanitari e coordinate
politiche di Welfare. Quali percorsi, metodiche, strategie finalizzate al benessere. Quale sia il contributo
possibile da parte delle ASL sui determinanti non sanitari della salute.
5) Come si possano moltiplicare interscambi professionali, culturali, operativi tra Aziende di diverse regioni
contribuendo ad impedire che nascano 20 diversi sistemi sanitari. Per un federalismo solidale. Quale sia il
contributo reale del no profit allo sviluppo di adeguate ed efficaci politiche sanitarie pubbliche.
Le questioni aperte. Sono infinite le domande che un sistema sanitario deve porre a se stesso in termini
generali e dentro la specificità delle diverse discipline:
a. In termini generali, vale certo la pena di reinterrogarsi sui correttivi da introdurre al sistema aziendale per
superare economicismi mantenendo l'obbiettivo dell'efficienza, superare autarchie per sviluppare molto più
ampiamente la propria efficacia.
· Sulla questione dell'efficienza ci sono sempre più dubbi sulla progressiva rigidificazione di sistemi tariffari o
di valorizzazione di singole prestazioni e per altro verso su stili verticistici di gestione aziendale.
· Sulla questione dell'efficacia occorre certamente allargare l'orizzonte all'applicazione della L.328/2000 ai
temi dell'integrazione degli interventi tra più enti e più soggetti.
- Occorre leggere le opportunità effettive dei sistemi locali di Welfareintegrati.
- Occorre ridare valore ai determinanti non sanitari della salute.
- Occorre rivisitare ciò che può sostenere responsabilità, etica, motivazione professionale degli operatori e
occorre contrastare sicuramente ciò le che può indebolire.
- Occorre rivisitare ad oggi il lontano tema ospedale/territorio, per capire cosa può essere davvero oggi
"territorio" e come si possa procedere molto più speditamente verso l'obbiettivo di ricondurre l'ospedale alle
funzioni peculiari proprie.
b. Sul piano "disciplinare", occorre riorganizzare le modellistiche organizzative dei distretti, dei dipartimenti
di prevenzione, per la salute mentale, per le dipendenze, cosi come le forme evolutive di valorizzazione dei
Medici di Medicina Generale. Ma, dalla pneumologia alla fisiatria, dall'oncologia alla cardiologia, dalla
geriatria alla pediatria siamo ancora lontani da una assunzione piena di ruolo e funzione extraospedaliera per
discipline che, mentre mostrano sempre più una centralità "territoriale" come pratica e come esigenza,
mantengono tuttavia un'arcaica centralità ospedaliera.
Bibliografia. Ufficio stampa Giornate della Salute 2006.
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La Corotac, la Tac multistrato, tra diffidenza dei cardiologi ed entusiasmo dei radiologi.
C’ è una tecnica di diagnostica per immagini non invasiva, che, allo stato, non riesce ancora a mettere d’
accordo gli “addetti alle coronarie” ( cardiologi clinici, cardiologi interventisti, cardiochirurghi ) da una
parte e radiologi dall’ altra. Stiamo parlando della Tac multistrato a 64 slices, che viene guardata con una
qual certa “diffidenza” dai citati “addetti”, mentre i radiologi, che la usano da tempo, ne sono
“entusiasti” e ne decantano i meriti.
Con la Tac multistrato (vedi avanti), definita CoroTac, si possono individuare ed analizzare –dicono i radiologi-
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28 Maggio 2006 a cura di [email protected]
stenosi coronariche, monitorare stent e by-pass con una accuratezza che si avvicina e, in parecchi casi,
supera quella della tradizionale coronarografia, col grande vantaggio per i pazienti di non essere
assolutamente invasiva e di essere eseguita ambulatoriamente in meno di otto secondi. Il paziente si presenta
nella struttura dedicata e, dopo appena 20 minuti, ne esce e fa ritorno alle sue faccende ( 20 minuti “door to
door”). E, come detto, non ha bisogno dei due giorni di ricovero mediamente previsti per la coronarografia.
Luciano Agàti, docente di cardiologia all’ Università “La Sapienza” di Roma, afferma che la Tac multistrato ad
alta definizione riesce ad individuare un ateroma e la sua composizione. Oltre a monitorare l’ efficacia di un
by-pass aortocoronarico o dell’angioplastica con stent, battendo sul tempo le conseguenze di eventuali
restenosi, la Tac multistrato riduce le angiografie inutili, ricorrendovi non più in fase diagnostica, ma soltanto
in fase interventistica.
Francesco Prati, cardiologo interventista presso l’ Azienda ospedaliera San Giovanni di Roma ( un grande
ospedale della Capitale), afferma invece che “ attualmente la Tac multistrato non consente l’esame e lo
studio delle coronarie con la precisione e l’affidabilità della coronarografia”, pur ritenendo che “tra qualche
anno” la Tac citata “potrà prendere il posto della coronarografia”, pur ammettendo che comunque in alcuni
casi la suggerisce lui stesso a taluni pazienti.
Abbiamo anche voluto sentire un esperto di CoroTac e di diagnostica per immagini, il dott.Toufic Khouri,
responsabile della radiologia presso il Policlinico di Monza, dove la Tac multistrato viene largamente usata fin
dal mese di giugno del 2005 e che quindi ne ha tratto i risultati conseguiti, che –afferma senza titubanze- sono
“strepitosi”. Al Policlinico di Monza se ne eseguono, tra pazienti esterni ed interni, 6-7 al giorno per 5 giorni
alla settimana. Con la CoroTc- precisa Khouri- si possono individuare ed analizzare stenosi coronariche, stent
e by-pass “con una sensibilità e specificità diagnostica” superiori al 90 per cento, col grande vantaggio che l’
esame dura non più di qualche secondo ( 7-8 ).
I radiologi che praticano la CoroTac, tra i quali il citato dott.Khouri, affermano che questo esame può già
essere ritenuto “l’esame di scelta” ( gold-standard) per la diagnostica ed il monitoraggio delle patologie
cardiovascolari.
Vi sono altri risultati sulla Tac a 64 slices e provengono dall’ Ospedale Maggiore di Parma, dove viene
utilizzata soprattutto nella diagnostica cardiovascolare per ottenere rapidissimamente scansioni velocissime e
strati molto sottili delle arterie coronarie ovvero immagini ad altissima definizione anche di un organo
pulsante come il cuore. Sono stati fin qui eseguiti oltre 700 esami con la Tac in parola con risultati diagnostici
ottimali.
Ma non è vero –precisa il dott.Filippo Cademartori, radiologo presso l’ Azienda ospedaliera di Parma- che tale
procedura possa addirittura prevenire l’ infarto, anche se il marketing intende farlo credere. Ha però –
aggiunge- una elevatissima sensibilità ed un elevato valore diagnostico.
Altri dati sulla CoroTc li abbiamo chiesti al prof.Lorenzo Bonomo, direttore del Dipartimento di Scienze
radiologiche e di bioimmagini del Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma, che si è riservato di
farceli avere e che saranno resi noti dal nostro giornale.
Eppure nei congressi e simposi cardiologici si parla “con cautela” e…”con sospetto” della CoroTc, quasi ad
esorcizzarne l’ uso diffuso, che ridurrebbe l’ attività dei servizi di emodinamica nei quali si pratica la
coronarografia diagnostica, anche se tutti gli “addetti alle coronarie” cominciano a chiedersi quanto spazio
la Tac multistrato sottrarrà alla coronarografia.
Ne parleremo ancora perché l’ importanza di questa innovativa metodica promette ( se non lo ha già fatto )
una nuova “rivoluzione in cardiologia”.
L’ unica controindicazione alla CoroTac –come ha detto il dott.Khouri- è la presenza diffusa di calcificazioni
alle arterie coronarie (”calcificazioni” –ha precisato- e non stenosi ), che impedirebbero una accurata
visualizzazione di tali arterie.
Il dott.Khouri ci dice, infine, che attualmente la CoroTac non è concedibile dal servizio sanitario nazionale,
che non ha ancora stabilito una tariffa al riguardo e che per i solventi, per coloro cioè che desiderano
ottenerla a pagamento, il costo è di circa 500-600 euro.
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28 Maggio 2006 a cura di [email protected]
COS’E’ LA TAC MULTISTRATO
La Tac Light Speed VCT è “nata” a giugno del 2004 e rappresenta un salto di qualità rispetto alle precedenti
versioni di tomografi computerizzati. Può infatti “catturare” l’ intero cuore in cinque battiti e scansire tutto
il corpo in appena 10 secondi, una velocità che nessun tomografo è mai stato in grado di offrire.
In una singola rotazione il sistema crea 64 immagini di spessore inferiore al millimetro, per un totale di 40
millimetri di copertura anatomica, che si combinano in modo da formare una vista tridimensionale dell’
anatomia del paziente , pronta ad essere analizzata dal medico.
La velocità rotazionale volumetrica permette al medico di “congelare” di fatto il movimento cardiaco in una
scansione.Ciò permette una diagnosi più accurata delle patologie cardiache e di altri importanti malattie.
Il Light Speed VCT trova impiego anche nel caso di pazienti che arrivano in ospedale con dolori al petto: si
può infatti procedere velocemente ad una scansione non invasiva per individuare eventuali eventi cardiaci,
embolie polmonari o dissezioni aortiche, tutti in una singola scansione.
Infine il Light Speed VCT assicura la velocità e la risoluzione necessarie per un rapido esame dei vasi sanguigni
del cervello, permettendo una immediata diagnosi di ictus e di determinare l’ estensione del danno.
Lo spessore, inferiore al millimetro, delle slices permette la individuazione di tumori in stadio precocissimo :
le terapie risultano quindi più efficaci e gli interventi molto meno demolitivi.
Un altro rilevante vantaggio legato alla qualità delle immagini ed alla velocità di scansione del Light Speed
VCT è il ridottissimo “costo biologico” per il paziente. E’ necessaria infatti una minore quantità di irradiazioni
e possono essere utilizzati mezzi di contrasto più sicuri, con minore nefrotossicità.L’ unico rischio, come del
resto per altri esami, è quello relativo ad una eventuale allergia al mezzo di contrasto, mezzo di contrasto
che viene anche usato nelle coronarografie.
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Signoraggio, il fardello. - Non è consentito agli esecutivi degli stati firmatari del Trattato di Maastricht, di esercitare
signoraggio in senso stretto: ovvero di appropriarsi di risorse attraverso l'emissione di moneta. - Consiglio dei Ministri il 10
febbraio 1993
http://www.rinascita.info/cogit_content/rq_attualita/Signoraggioilfardello.shtml - 16.5.2006 - Lo scorso 12
maggio, l’Adusbef chiede alla Banca d’Italia di vendere le sue riserve aurifere, in un momento questo di forte
rialzo della quotazione dell’oro, per contribuire a ridurre il debito pubblico e a risarcire “l’illecito diritto di
signoraggio”. Si potrebbe così ridurre il debito di 44,4 miliardi di euro, e ridurre il “fardello” degli italiani
proprio perché l’oro è di proprietà dei cittadini italiani e non della Banca d’Italia. Un’operazione
assolutamente permessa dalla legge, perché chiede alle Banche di non vendere più di 500 tonnellate annue
d’oro, sempre che i ricavi della vendita non sia destinata alla riduzione del debito pubblico. La Banca d’Italia
quindi, può vendere oro per un controvalore di 9 miliardi di euro l’anno. Ecco che ora l’Adusbef si innalza ad
Istituzione e a paladina dei diritti degli italiani, consigliando elegantemente di alleviare il regime di usura
l’unica risorsa di salvezza in extremis, in caso di crisi di solvibilità dell’Italia o di crollo del dollaro, che
trascinerà con sé le economie più deboli. Com’è possibile firmare tali comunicati proprio quando i grandi
fondi di investimento e gli speculatori puntano ogni risorsa sull’oro perché, nella più totale sfiducia nel
mercato azionario e valutario, è l’unico investimento sicuro. Se la moneta, dopo gli accordi di Bretton Woods
non ha un un controvalore, quali garanzie dobbiamo dare ai nostri creditori? Carta straccia per caso?
Così mentre in Germania le autorità si sono rigidamente opposte alla dismissione delle riserve, in Italia
decidono di vendere e lo lasciano dire all’Associazione dei Consumatori, per rendere l’operazione trasparente
e legittima, come se fosse stato dato il benestare del popolo sovrano. Già Tremonti, poco tempo fa, cercò di
mettere le mani su quell’oro, ma la risposta di Fazio fu un secco rifiuto, forse troppo violento perché gli è
costato la carica di Governatore. Quell’oro è degli italiani, è sempre stato degli italiani, non lo dovete
toccare. Perché allora le Banche, azioniste di Bankitalia, non pensano a dimettere le loro di proprietà, e
dunque tutte le società che hanno all’estero, in Albania, in Polonia, in Bosnia, in Croazia, ecc... .
I grandi economisti, i professori, le autorità lasciano parlare i rappresentanti dei “consumatori” che sembrano
assomigliare più a comici, perché predicano bene e razzolano male, si accodano alla schiera della propaganda
mediatica per accreditare e legittimare delle decisioni che non sono certo prese dai cittadini. Se si vuole
portare avanti la lotta dei consumatori perché non si battono con una “class action”, imparando dagli
americani a scontrarci con le grandi istituzioni? Occorre lottare per il diritto alla sovranità monetaria, ma
soprattutto occorre far frutto di quanto già ottenuto a Lecce con la vittoria in primo grado presso il Giudice di
Pace. La sentenza allora ha riconosciuto in capo a ciascun cittadino italiano l’esistenza di un diritto di
risarcimento di 87€ all’anno per la cattiva gestione del signoraggio, ma vorremmo sapere chi ha ricevuto quel
rimborso. Al contrario, la causa condotta dal professor Auriti dinanzia al Tribunale di Roma, è stata persa per
un vizio non di merito ma di improcedibilità, perchè un tribunale civile non può giudicare una materia dello
Stato. Durante la causa nessun dibattito o arringa è stata fatta dagli avvocati della Banca d’Italia in merito
alla “proprietà della moneta in capo al popolo sovrano”: in quanto diritto naturale che discende dalla
cittadinanza, la moneta è senz’ombra di dubbio di proprietà del cittadino. Niente nega tale evidenza, né la
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Costituzione né la legge ordinaria, seppure non la disciplinino esplicitamente, ma questo a causa di una grave
lacuna legislativa. La moneta è del cittadino ma tuttavia non esiste alcuna prova che attribuisca il suo valore
allo Stato, né in maniera diretta “con un accredito esplicito”, né indiretta tramite l’azionariato della Banca
d’Italia, perché questa è privata. Anzi, nella relazione al disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri
il 10 febbraio 1993, si precisa che “non è consentito agli esecutivi degli stati firmatari del Trattato di
Maastricht, di esercitare signoraggio in senso stretto: ovvero di appropriarsi di risorse attraverso l'emissione di
moneta”. Se le motivazioni degli avvocati di accusa sono semplici, lineari e ovvie, e la difesa non contesta
nulla, ma semplicemente elude il confronto dichiarando l’ “improcedibilità” della causa, allora qua ci stanno
prendendo in giro tutti, ci stanno raccontando storielle anche coloro che si alzano a difensori dei
consumatori.
Il professor Auriti ci ha lasciato senza dubbio una grande eredità, un prezioso dono che non dobbiamo
perdere, lui ci ha mostrato la via, la soluzione, e gli studi della sua vita non devono essere dimenticati, ma
coltivati. Adesso invece, sulle orme dei grandi uomini, si sollevano a statisti i ciarlatani, e anche coloro che
credono di battersi per la verità peccano di superbia e compiono gli stessi errori: diventano pensatori e non si
espongono, diventano politici e si fanno corrompere, diventano giornalisti e fanno disinformazione. Forse è
più semplice non diventare nulla e rimanere uomini.
M.A.
Governo Prodi, Ministri e sottosegretari: i curricula.
Il nuovo Governo (Ministri e sottosegretari su www.repubblica.it) :
Presidente del Consiglio: Romano Prodi. (la biografia di Prodi).
Vicepresidenti del Consiglio: Massimo D'Alema, Francesco Rutelli
Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio: Enrico Letta, Enrico Micheli, Fabio Gobbo, Riccardo Franco Levi.
Ministri senza portafoglio:
Ministro per i rapporti con il Parlamento e delle Riforme: Vannino Chiti (Ds)
Sottosegretari: Giampaolo D'Andrea, Paolo Naccarato
Ministro della funzione pubblica e innovazione: Luigi Nicolais (Ds)
Sottosegretari: Beatrice Magnolfi, Giampiero Scanu
Ministro per gli affari regionali: Linda Lanzillotta (Margherita)
Sottosegretario: Pietro Colonnella
Ministro per le politiche comunitarie: Emma Bonino (Rosa nel Pugno)
Sottosegretari: Mauro Agostini, Milos Budin
Ministro per l’attuazione del programma: Giulio Santagata (Margherita)
Ministro per le pari opportunità: Barbara Pollastrini (Ds)
Sottosegretario: Donatella Linguiti
Ministro politiche giovanili e sport: Giovanna Melandri (Ds)
Sottosegretari: Giovanni Lolli, Elidio De Paoli
Ministro per la famiglia: Rosy Bindi (Margherita)
Sottosegretari: Chiara Acciarini
Ministri con portafoglio
Ministro agli affari esteri: Massimo D'Alema (Ds)
Sottosegretari: Famiano Crucianelli, Donato Di Santo, Gianni Vernetti, Vittorio Craxi, Ugo Intini, Patrizia
Sentinelli
Ministro ai beni culturali e turismo: Francesco Rutelli (Margherita)
Sottosegretari: Elena Montecchi, Andrea Marcucci, Danielle Mazzonis
Ministro degli Interni: Giuliano Amato (Prodi)
Sottosegretari: Marco Minniti, Graziella Lucidi, Ettore Rosato, Alessandro Paino, Franco Bonato
Ministro della Giustizia: Clemente Mastella (Udeur)
Sottosegretari: Luigi Manconi, Alberto Maritati, Daniela Melchiorre, Luigi Scotti, Luigi Li Gotti
Ministro della Difesa: Arturo Parisi (Margherita)
Sottosegretari: Giovanni Lorenzo Forcieri, Emidio Casula, Marco Verzaschi
Ministro dell’economia e finanze: Tommaso Padoa Schioppa (Prodi)
Sottosegretari:Vincenzo Visco, Roberto Pinza, Massimo Tononi, Paolo Cento, Mario Lettieri, Alfiero Grandi,
Antonangelo Casula
Ministro per lo sviluppo economico: Pierluigi Bersani (Ds)
Sottosegretari: Filippo Bubbico, Paolo Giaretta, Alfonso Gianni, Sergio D'Antoni
Ministro per le infrastrutture: Antonio Di Pietro (Italia dei Valori)
Sottosegretari:Luigi Meduri, Tommaso Casillo, Angelo Capodicasa
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Ministro delle politiche agricole e forestali: Paolo De Castro (Prodi)
Sottosegretari:Guido Tampieri, Stefano Boco
Ministro dell’Istruzione: Beppe Fioroni (Margherita)
Sottosegretari:Gaetano Pascarella, Letizia De Torre, Mariangela Bastico
Ministro della Salute: Livia Turco (Ds)
Sottosegretari:Serafino Zucchelli, Antonio Gaglione, Giampaolo Patta
Ministro delle Comunicazioni: Paolo Gentiloni (Margherita)
Sottosegretari: Luigi Vimercati, Giorgio Calò
Ministro dell’Università e della ricerca: Fabio Mussi (Ds)
Sottosegretari:Luciano Modica, Nando Dalla Chiesa
Ministro del Lavoro: Cesare Damiano (Ds)
Sottosegretari: Antonio Montagnino, Rosa Rinaldi
Ministro per la Solidarietà sociale: Paolo Ferrero (Prc)
Sottosegretari:Franca Donaggio, Cristina De Luca
Ministro dell’Ambiente e tutela del territorio: Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi)
Sottosegretari: Gianni Piatti, Bruno Dettori, Laura Marchetti
Ministro dei trasporti: Alessandro Bianchi (Pdci)
Sottosegretari: Andrea Annunziata, Cesare De Piccoli
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