nozioni di sociologia

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Sociologia generale
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Dario Rei 2008-2009
Dimensioni del sociale (5 CFU)
Sociologie della globalizzazione (3 CFU)
Dimensioni del sociale
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Organizzazione
Occupazione e lavoro
Stratificazione e mobilità
Comunicazione
Sociabilità
Partecipazione
Protezione sociale e benessere
Socializzazione e infanzia
1. ORGANIZZAZIONE
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L’impresa industriale organizza il lavoro superando il tradizionale schema
della bottega artigiana nel sistema della manifattura ( fabbrica)
La manifattura accresce la divisione tecnica del lavoro(= scomposizione
e separazione delle mansioni affidate a lavoratori diversi)e impianta su di
essa una separazione di gerarchie, funzioni, ricompense.
Il
principio di organizzazione caratterizza la società industriale (Saint
Simon,Comte: l’ organizzazione scientifica della società )
Organizzazione significa
Sia il modo di comporre un insieme (il lavoro “ha” una organizzazione in
quanto viene organizzato)
Sia l’ insieme che in tale modo viene composto(l’impresa “è” una
organizzazione)
Organizzazione del lavoro
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Tra 800 e 900 : il taylorismo-fordismo si autodefinisce organizzazione
scientifica del lavoro perché dominata da un principio di forte e
tendenzialmente totale razionalità sinottica(=considerare e controllare,
dall’alto e dall’ esterno, tutte le componenti e tutte le attività
dell’organizzazione)
I principi sono: standardizzazione dei processi/ predeterminazione delle
operazioni/ incentivi e sanzioni ai lavoratori i/ economie di scala e grande
dimensione
Negli anni 1930-50 il scientific management aggiunge la scoperta del
“fattore umano”: le relazioni nei gruppi di lavoro, le relazioni con
l’ambiente sociale influenzano la produttività
L’occupazione tipica della organizzazione tayloristico-fordista del lavoro
è caratterizzata da: relativa stabilità, attese e prospettive di carriera;
legami sociali definiti dalla posizione occupata nell’ apparato produttivo;
protezione sociale connessa alla occupazione (welfare fordista) , rigidezza
e chiarezza sul posto occupato nel sistema sociale
Nuove culture organizzative
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Dicotomie e contraddizioni del taylorismo-fordismo:
-progressione di carriera vs. dequalificazione,ripetitività del lavoro;
appartenenza(di azienda mestiere gruppo ) vs/ alienazione
identità (società dei produttori) vs conflitto sociale(sindacale, politico, di
classe)
Crisi e trasformazione del Taylorismo-fordismo(anni 70-80)> TOYOTISMO
Principi : specializzazione flessibile/ produzione su domanda/ qualità
totale dei prodotti e dei processi/ abolizione degli stoccaggi(just-in-time)/
organizzazione più “piatta “
Il pensiero più recente sottolinea la distanza ffra dimensione
organizzativa esplicita(funzioni, organi, tecnologie processi produttivi) e
implicita( clima identità motivazione missione appartenenza). Le imprese
sono viste come sistemi culturali non solo macchine produttive
Organizzazione a rete
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Una rete è un insieme di punti(nodi) connessi da relazioni(contatti fisici,
informativi ) ed
in grado di agire come sistema.
Proprietà della rete sono il suo grado di apertura(variazione dei nodi
componenti), densità( numerosità e multilateralità delle relazioni),
centratura( se esistono o no dei nodi a cui gli altri fanno riferimento)
Il modello reticolare è impiegato per analizzare gli intrecci fra
organizzazioni (flussi finanziari e bancari partecipazioni azionarie
incrociate, imprese transnazionali disseminate globalmente, ecc.).
V. A.Lomi,Reti organizzative.Teorie tecnica e applicazioni, Il Mulino,1991
A.Laszlo-Barabasi M Link.La scienza delle reti, Einaudi 2002
2. OCCUPAZIONE E LAVORO
• Occupazione(lavoro) è l’ attività retribuita sul mercato del
lavoro. La partecipazione al mercato del lavoro distingue fra Non
forze di lavoro ( bambini, adolescenti ,anziani ritirati dal lavoro,
disabili e inabili, casalinghe) e forze di lavoro( attivi: tutti coloro
che sono presenti sul mercato di lavoro)
• Gli attivi comprendono: occupati stabili- occupati instabili - già
occupati in cerca di nuova occupazione(disoccupati)- in cerca di
prima occupazione
• Anche nelle NFL una frazione può essere considerata
“disponibile a occuparsi a particolari condizioni”(orario
spostamenti ecc)
• L’occupazione si distingue anche per durata nel
tempo(indeterminato/determinato) e per orario(full time/part
time)
Altri dati italiani sull’ occupazione
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2006- migliaia :
Occ.M
NORD 6876
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M
F
agricol
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servizi
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4927
1935
2187
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- 920
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-2222
-1088
-1134
-237
530
-1455
1248
505
537
2290
392
1898
39
327
1924
196
128
477
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Tasso att.
267
174
432
873
66.2
62.0
46.6
58.4
70.5
46.3
Il postfordismo /1
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Il postfordismo è una transizione nel modo di produzione industriale classico verso
forme più flessibili, leggere e adattabili a contesti più turbolenti e meno prevedibili
R./ Sennett( L’uomo flessibile,Feltrinelli 1999; La cultura del nuovo capitalismo, Il
Mulino, 2006)analizza le conseguenze della fine dell’organizzazione tayloristafordista con l’emergere di una nuova organizzazione del lavoro che combina
postfordismo, flessibilità e new economy
Per le imprese:
Difficoltà o impossibilità di strategie di lungo periodo
Riduzione delle dimensioni e outsourcing di funzioni
Favore a forme di lavoro flessibile e/o atipico (a durata determinata, temporanea,
e/o a orario parziale ( regolare, stagionale, a chiamata ecc.).
Sostituzione nel lavoro del “progetto”(a contenuto e tempo definiti ) al “posto” (a
contenuto e tempo indefinito).
Il postfordismo/2
• Conseguenze (negative) per le persone:
• Perdita di stabilità nel rapporto con il posto di lavoro e con
l’occupazione in generale
• Incertezza delle fonti di reddito da lavoro
• Minore possibilità di controllare il proprio lavoro, in termini di
autonomia,remunerazione, progressioni professionali, carriera
• Mobilità individuale fra posti meno programmabile, più
contingente
• Perdita di importanza del lavoro nella costruzione dell’ identità
personale
• Emergere di forme di lavoro neo-servile a scarsa tutela
(immigrazione, traffici di persone,mercati criminali)
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Neoartigianato?
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Nel suo volume The Craftsman(Yale Univ.Press 2007)Sennett rivaluta ma il lavoro
artigianale( manuale o immateriale), in continuità con una idea illuministica di
attività produttiva, fondata su conoscenza, competenza ed abilità.
Esiste una connessione tra il modo in cui i lavoratori moderni concepiscono un
buon lavoro e le abilità di tipo più tradizionali precedenti l’organizzazione
scientifica del lavoro
“Tutti coloro che lavorano nella new economy,nell’ hi-tech,nella finanza, in società
ad alto contenuto creativo, malgrado siano tutti altamente specializzati, si
lamentano di non avere avuto la possibilità di sviluppare in modo soddisfacente le
loro capacità”
Il lavoro neoartigianale è quello che si svolge “con dedizione assoluta” , credendo
in quello che si fa e coltivando il piacere-dovere di farlo “al meglio”,con
maestria, applicazione, durata
La società postindustriale
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La società postindustriale(D.COHEN;Tre lezioni sulla società postindustriale,Garzanti
2007)emerge con la crescita di una economia centrata sui servizi immateriali , non
legati alla fabbricazione di cose
Il passaggio al post-industriale(la “terza rivoluzione industriale”) è variamente
collocato nel tempo a partire dagli anni 50-60, con più intensità dopo la
rivoluzione microelettronica(avvento del microchip e dei computers) dagli anni
Settanta ad oggi.
L’introduzione del termine post-industriale si deve a David Riesman(The lonely
crowd,1953) seguito da Alain Touraineç1969)e Daniel Bell 1973). Una lontana fonte
precedente è Arthur J.Penty Old worlds ofr new.A study of the Post-Industrial
Syaye(1917)e Post-Industrialism (1922)
Per Touraine il postindustriale deriva dalla assunzione della scienza a fattore
immediato di produzione(società p.i=società scientifica).Per Bell dalla crescita della
occupazione in attività di servizi avanzati(“quaternario) e dalla produzione di valori
simboli immateriali (formazione,comunicazione, leisure, salute, finanza ) come fattori
economici principali
Postindustriale/2
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Mentre la società industriale moderna insedia l’impresa nel suo territorio(in relazione
alla disponibilità di energie, materie prime e forza lavoro) , il postindustriale
disancora l’impresa dai radicamenti tradizionali, e ne dissemina l’organizzazione con
modalità consentite dai nuovi sistemi di comunicazione( ICT)
Tipicamente postindustriale è la formazione di una economia/società della
conoscenza(simboli comunicazione ecc.) dove al centro delle attività economiche si
pone non più la funzione di produzione ma quella di consumo e servizi(v.GP
FABRIS.Societing.Il marketing nella società postmoderna,Egea,2008
Nel processo postindustriale come economia della conoscenza possono tuttavia anche
rientrare processi di reindustrializzazione/neoindustrializzazione: una vecchia
base industriale innova nei processi e nei prodotti, si aprono attività di produzione
basate direttamente su ricerca scientifica e alta tecnologia
Il postindustriale va perciò distinto dalla ripresa relativa di agricoltura, commercio,
servizi e altre attività tradizionali a seguito della contrazione delle attività industriali
(deindustrializzazione).
3
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STRATIFICAZIONE E MOBILITA’
Il concetto di stratificazione sociale fa riferimento al modo in cui una
società è composta per gradi livelli posizioni (e conseguenti fattori di
uguaglianza-diseguaglianza)
La struttura della società viene raffigurata per analogia (scala,
piramide, rombo, fiasco, clessidra)
Viene analizzata
A)secondo scale delle
posizioni in cui gli individui si distribuiscono
su diversi livelli
B) secondo gli aggregati- di diseguale importanza- a cui gli individui
appartengono
Stratificazione per livelli
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Gli individui possono essere collocati su livelli diseguali attraverso
indicatori di
-ricchezza( patrimonio/ reddito)
-prestigio ( reputazione dello status che detengono, della attività che
svolgono)
-scolarità (anni di scuola frequentata titoli conseguiti)
-posizione nel lavoro(remunerazione, inquadramento contrattuale e/o
giuridico)
potere (capacità di “controllare” altri)
Un criterio sintetico unidimensionale è lo status socioeconomico(SES) di
un individuo, indicato dalla sua posizione occupazionale
In base al livello distinguiamo 3 fasce di stratificazione( upper middle
lower) che possono essere ulteriormente divise in un totale di 6(3x2) o
9(3x3)strati
Classi di reddito
• Le classi di reddito sono aggregati statistici che collocano gli
individui in fasce a seconda del loro reddito(di norma annuale)
• La distribuzione sociale del reddito è data dalle quote di reddito
che vanno a ciascun decimo(decile) degli individui che
compongono la società. In una distribuzione perfettamente
egualitaria, ogni decile disporrebbe di un decimo del reddito
complessivo. L’ indice di Gini è una misura sintetica sulla
diseguaglianza della distribuzione, variando da 0= totale
eguaglianza a 1=totale diseguaglianza( tutto il reddito a un solo
decile)
• Il rapporto fra la quota di reddito che va al 1.o decile e quella che
va all’ultimo indica l’ampiezza della polarizzazione.Cosi pure il
rapporto fra il reddito dei manager di una azienda e il reddito
medio degli addetti della stessa ecc.
Diseguaglianze di reddito(Italia)
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Secondo Indagine ISTAT 2004 (su un campione di 22 mila famiglie e 56 mila
individui rappresentativo della popolazione italiana) il quintile superiore
disponeva del 40,8% del reddito complessivo il quintile inferiore del
7%(Indice di Gini O, 331)
Le diseguaglianze nel reddito disponibile delle famiglie si riflettono nel
tenore di vita(investimenti consumi risparmi) in relazione a :
composizione della famiglia (numero di percettori e di persone a carico)
titolarità del possesso della propria abitazione(costi e risparmi)
potere di acquisto del reddito disponibile in relazione al costo della vita(
più alto al Nord e nelle grandi città).
Altri criteri di stratificazione
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Il prestigio( onore, rango , status) si indaga attraverso i giudizi di
reputazione,ossia il valore socialmente assegnato alla diverse attività e condizioni
sociali
Un esercizio di reputazione è il seguente: :” In questo elenco di attività
professionali: Medico giudice scienziato avvocato imprenditore manager politico
archietto calciatore scrittore commercialista prete cantante modello o velina
sindacalista disc-jockey ,a quale attribuite maggiore prestigio?” La sequenza
discendente (da medico :massimo prestigio> a disc jockey : minimo) è emersa
da un sondaggio su un campione rappresentativo di Italiani (2006)
Il potere indica la capacità di disporre di (controllare) altri; può essere
economico, politico, culturale ecc.
Una “quarta scala” di stratificazione (che si ricollega al prestigio) è data dal
valore simbolico mediatico della immagine di cui gli individui sono accreditati
(Bourdieu l’ha chiamata distinzione)
Squilibri interposizionali
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Gli individui tendono ad assumere su differenti scale di stratificazione posizioni
allineate ( ricco= prestigioso = potente/ povero= non prestigioso= debole ecc.
I disallineamenti (ricco ma non potente, ricco ma non prestigioso, povero ma
prestigioso, debole ma non povero ecc.) evidenziano delle incongruenze(squilibri)
Conseguenze: passività(i nobili decaduti); mobilitazione individuale(es. neoricchi
che cercano di essere potenti o colti ); movimenti collettivi ( colti e poveri che
cercano di essere ricchi o potenti ). Rientrano nella logica degli squilibri:
La rivoluzione delle aspettative frustrate”( stop ad aspettative di mobilità che prima
erano in costante aumento) : spiegazione data da Tocqueville alla genesi della
rivoluzione francese
panico da status: reazione al timore di perdere vantaggi differenziali , di scivolare
verso posizioni inferiori che si erano (e si ritenevano) superate
erosione delle posizioni intermedie ,che diventano più instabili e difficili da
mantenere(effetto clessidra)
Classi e ceti
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Passando agli aggregati collettivi, la struttura presenta classi e ceti
La società europea preindustriale era una società di ceti dotati di rango ( e
onore) diseguale .La dimensione cetuale permane in aspetti culturali e
professionali della società attuale ( avvocati o militari sono ceto, non una classe )
La società industriale si è strutturata per classi economiche.
Per Marx le classi (proprietari terrieri,borghesia capitalistica, lavoratori salariati,
sottoproletariato ecc. ) derivano dai rapporti sociali di produzione. Per Weber le
classi derivano dalla posizione degli individui sul mercato( proprietà, reddito,
occupazione) e dalla conseguente disparità oggettiva nelle opportunità di vita
L’appartenenza di classe e di ceto determina specifici “modi di vita”(ways of life”)e
stili di vita(styles of life)
Classi sociali( Italia)
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Sylos Labini: cinque grandi insiemi di classi in Italia(anni 70-80):
borghesia(imprenditori liberi professionisti,managers,dirigenti) / piccola borghesia
parzialmente autonoma(rurale e urbana)/ classi medie di impiegati (pubblici e
privati)/ classe operaia(rurale industriale di servizi)/ sottoproletariato
Goldthorpe( Gran Bretagna) : individua le classi per occupazione e grado di
controllo sul proprio lavoro: grandi imprenditori/ professionisti dirigenti tecnici
superiori/Impiegati / piccoli imprenditori e artigiani/ tecnici inferiori,capi di
lavoratori manuali/ lavoratori manuali(operai) industriali qualificati/ lavoratori
manuali non qualificati
Schizzerotto(anni 90) considera anche le credenziali educative: grandi e medi
imprenditori/professionisti/dirigenti/ classe media impiegatizia/piccola borghesia
urbana: imprenditori minori , /self employers/ piccola borghesia rurale(coltivatori
diretti)/classe operaia urbana/classe operaia rurale
Magatti e De Benedictis(anni 2000) :imprenditori finanzieri e industriali/ dirigenti
professionisti / ceti medi autonomi e dipendenti/ ceti popolari/ sottoclasse
Classi nella società postindustriale
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Ad alta sicurezza di impiego (1/3)
1% elite cosmopolite(amministrazione pubblica e imprese, gradini più alti delle
occupazioni professionali)
9% professionisti e manager
22% esperti di informatica/tecnologia( lavoratori Apple Mac)
A minor sicurezza di impiego (2/3)
18% lavoratori informatizzati(comprende le attività di tipo impiegatizio)
10% piccoli imprenditori
22% lavoratori di servizi modesti(Big Mac)
15% operai industriali
3% agricoltori
Fonte Giddens L’Europa nell’ età globale,2007,p.71(% riferite a individui,non ai
nuclei famigliari)
Ceti
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Mentre la società preindustriale aveva ceti rigorosamente distinti per
rango(“noblesse oblige”, “vil meccanico”), oggi la collocazione di ceto
orienta soprattutto l’agire di consumo
Bourdieu analizza il campo sociale del consumo con la combinazione di
capitale economico e capitale culturale. Schematicamente ceti ricchi e
colti, poveri e colti,ricchi e incolti, poveri e incolti
Elementi di distinzione cetuale
sono: tenore di vita, beni di
consumo,disponibilità di ricchezza mobile e immobile, tipo di casa e di
residenza, disponibilità di tempo libero, scuole e università frequentate dai
figli, immagine e considerazione sociale.
Nella società di massa si passa da “ways of life” , riconoscibili per ceti, a
“stili di vita” più frammentati e frutto anche di scelte ed atteggiamenti
individualizzati.
Indicatori di stili di vita(Italia)
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Famiglia: vivono in famiglia con CF donna che lavora(1%)-sono poveri(13)-vivono
in affitto(19)-hanno un animale in casa(41)-sono favorevoli al divorzio(77) hanno
almeno una autovettura (86)
Cultura: leggono almeno un libro al mese(6) usano il dialetto in casa(34), non
leggono nessun quotidiano(44), lo scorso anno non hanno letto libri(56) sono
analfabeti informatici(59) leggono l’oroscopo(75) si servono della tv come fonte di
informazione(99)
Credenze : sono di fedi non cattoliche(2) , considerano la religione fondamentale
per la vita(23)-si sposano col rito civile(31) ,considerano l’embrione un essere
umana(64) credono negli angeli(67), conoscono il nome della loro parrocchia(78),
sono battezzati(95)
Salute e bioetica: soffrono di dislessia(5)-ricorrono all’omeopatia(8) hanno
disturbi alla vista(11) soffrono di depressione(17) , fumano(26), sono
sovrappeso(33) , si dichiarano soddisfatti della loro esperienza in ospedale(50) ,
sono contrari alla clonazione a fini riproduttivi(90)
Mobilità
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Mobilità sociale sono individui o gruppi che cambiano posizione sociale nel tempo
A)rispetto alla posizione ereditata dalla famiglia di origine e corrispondente alla
posizione del padre (M.assoluta o intergenerazionale);B)rispetto a posizioni
occupate in precedenza nella loro vita(M.relativa o intragenerazionale)
Il cambiamento può essere in ascesa, in discesa, o laterale. Quando si confrontano i
figli con i padri occorre chiedersi quale è il saldo fra il livello della posizione
occupata dai padri ed il livello della posizione occupata dai figli. Il cambiamento
intergenerazionale può segnalare non mobilità reale ma mutamenti
complessivi della strutture economica e occupazionale,che hanno abolito certe
posizioni e ne hanno introdotte altre che prima non esistevano.
Fluidità sociale: la mobilità di individui appartenenti alla stessa generazione
indica la possibilità che le posizioni(soprattutto in alto) siano raggiunte non per
trasmissione ereditaria(dalla propria famiglia e classe sociale di origine) ma in
base a capacità e attività personali.
Mobilità(Italia)
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Ddichiaravano di avere sperimentato una mobilità di carriera nel corso della loro
vita lavorativa nel 1985 il 30% degli Italiani , nel 2003 il 36%(Schizzerotto)
Le provenienze famigliari hanno in Italia un impatto superiore nel consentire il
conseguimento di posizioni sociali più elevate. La quota di lavoratori che
cambiano classe sociale grazie al proprio lavoro è in Italia del 20%(contro 40-55%
negli altri paesi) “Il sistema tende più che altro a confermare al figlio il ruolo del
padre, condizionando così sia la posizione di ingresso sul Mdl sia il miglioramento
nel corso della attività lavorativa”(Schizzerotto)
In altri paesi(Francia Olanda paesi scandinavi) il peso dell’ ereditarietà è stato
ridotto da due fattori:A) le origini sociali hanno minore influenza sulla possibilità
di raggiungere i livelli più elevati di istruzione( selezione scolastica più
meritocratica);B) i crediti educativi e le competenze acquisite contano di più nel
determinare i destini occupazionali e sociali delle persone
V. Social mobility in Europe, curato da Richard Breen(Oxford) e per l’Italia da
A.Schizzerotto e M.Pîsati(Un.Milano Bicocca) pubblicato nel 2004
Mobilità e istruzione
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Nel periodo 1961-2001 la popolazione italiana ha segnato un forte incremento nella
scolarità: i possessori di titoli di studio superiore(diplomi e lauree) sono saliti dal
5,6% sul totale(popolazione oltre 6 anni) al 33,4 % sul totale
Quale rapporto fra aumento dell’ istruzione e mobilità sociale ?
Nelle società preindustriale, l’istruzione è un bene prezioso, i “clerici” sono
figure rare, i titoli professionali si trasmettono ereditariamente
Nella Società industriale l’istruzione si diffonde per la necessità di acquisire
competenze operative : più istruzione> maggiori chances di occupazione>
maggiori livelli professionali e reddituali
Nella società a istruzione di massa, l’istruzione tende a perdere il vantaggio
competitivo a fini di mobilità , diventa un investimento da far rendere( più livelli di
istruzione più livelli retributivi) e/o un bene necessario per restare inclusi nelle
dinamiche dell’innovazione( lifelong learning: apprendimento che dura tutta la
vita)
Mobilità e istruzione/2
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Il rapporto fra mobilità e istruzione tocca la questione della cd.”meritocrazia”)=se le
posizioni sociali sono assegnate esclusivamente in base a caratteristiche degli individui
come intelligenza, sforzo, l’applicazione, l’iniziativa personale ecc.
Secondo Goldthorpe-Jackson(saggio in” Stato e mercato” 2008) le evidenze
empiriche in Gran Bretagna sono tre:
nell’ istruzione di massa(ad accesso ampio) i risultati scolastici sono influenzati
dall’ ambiente sociale e famigliare(i ragazzi provenienti della classi sociali più elevate
vanno meglio a scuola)
- la classe di origine continua ad avere effetti sulla classe di destinazione, anche
tenendo conto dell’ istruzione, in particolare più la classe d’origine è privilegiata,
meno l’istruzione è importante nel determinare dove l’individuo andrà a collocarsi
nella struttura di classe della società(anche quando vanno peggio a scuola, i ragazzi
provenienti dalle classi sociali più elevate ottengono posti di lavoro e posizioni sociali
migliori di ragazzi con merito accertato superiore, ma provenienti da classi sociali
inferiori).
-se fino agli anni 70 il titolo di studio più elevato ha influenzato positivamente il
conseguimento di occupazioni e corrispondenti posizioni sociali, negli ultimi decenni,
tale rapporto positivo fra istruzione e posizione sociale si è indebolito
Classi dirigenti
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Classe dirigente ( ruling class; anche al plurale classi dirigenti) sono l’insieme gruppo di
coloro che detengono il massimo potere(economico politico culturale simbolico) nella società.
Appartenere ad una classe di livello superiore per reddito,consumi,prestigio ecc.è un buon
indicatore della collocazione nella classe dirigente. E’ tuttavia la capacità di “disporre di
altri”(rule)che qualifica soprattutto l’essere classe dirigente.
Vilfredo Pareto ha usato al riguardo il concetto di elite: “il gruppo di coloro che eccellono in
una attività “:elite politica, economica, culturale ecc. Gaetano Mosca e Roberto Michels
applicando il concetto alla sola attività politica hanno introdotto la nozione di classe
politica(Mosca:la minoranza organizzata che comanda la maggioranza non organizzata) e
oligarchia(Michels:nel partito politico di massa, la minoranza dei capi che comandano la
maggioranza degli aderenti e controllano l’esercizio del potere all’interno dell’organizzazione
politica)
Famosa negli anni 50-60 fu la contrapposizione fra “power elite(C.Wright Mills:un solo
gruppo raccoglie attraverso rapporti personali e scambi organizzati i detentori del potere
economico, politico, militare ecc.) e “poliarchia”(R.Dahl: la misura di una società democratica è
il pluralismo dei centri di decisione non integrati fra loro)
4. COMUNICAZIONE
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La cultura sociale comprende modelli e specifiche competenze
Prima della scrittura, la cultura si trasmetteva per diffusione orale , con
diffusione orizzontale di pochi contenuti a circolazione ristretta
Con la prima scrittura nasce la distinzione fra ceti colti(“dotti”) e masse analfabete ; circolazione e scambio di contenuti alti e bassi; uso di linguaggi iconici
sostitutivi
Dopo la stampa : alfabetizzazione diffusa per ragioni prima religiose e poi
politiche(opinione pubblica, giornali);nell’ 800 soprattutto per esigenze dall’
industrializzazione
Nell’ 800 l’invenzione della trasmissione a distanza dei segnali apre l’epoca dei
mezzi di (comunicazione di ) massa.Clarisse HERRENSCMIDT (Les trois ecritures
,Gallimard) distingue la grafia delle lingue naturali (fino all’alfabeto); la
scrittura dei numeri(materializza le quantità: moneta commerci) ,la scrittura
informatica e reticolare (smaterializza).Quest’ ultima sta assorbendo le prime due
Il sistema dei media
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Con i mezzi di massa nascono i pubblici : blocchi sociali
indistinti , e
poi segmentati per gusti stili di vita e di consumo . La trasmissione a
distanza a vasti pubblici degli stessi messaggi consente di diffondere
informazioni, stimoli al consumo, spettacolo, propaganda.
I new media( computer internet www), consentono interattività e accesso
personalizzato; aprono a depositi elettronici di conoscenza e
informazione(motori di ricerca). La digitalizzazione (capacità di accedere
e usare le reti ) introduce fratture sociali nuove (digital divide)
Nella popolazione italiana (indagine Censis 2002)si aveva il 9% di
utilizzatori di sola televisione; il 37% utilizzatori prevalenti di televisione;
il 37% utilizzatori di tv e giornali; il 15% utilizzatori di tutti i media ; il
2% consumatori ai massimi livelli di tutti i media. L’esposizione regolare ai
new media non raggiungeva il 20% della popolazione, con forte divario fra
giovani e anziani
Conseguenze cognitive dei media
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Il contatto prevale sul contenuto, la connessione e circolazione(il
medium) sulla elaborazione(il messaggio)
Tendenze alla semplificazione dei messaggi e dei linguaggi da parte degli
emittenti (legge di Zipf)
Primato del parlare e del vedere sul leggere e scrivere; telefonini e
messaggerie a base video(sms)
Prevalenza delle strutture sequenziali a scorrimento sulle architetture
logiche complesse
Prevalenza delle dimensioni emotive ed affettive, a debole impegno, di
più breve durata, che non prefigurano scelte irrevocabili (moratoria
giovanile rispetto alla assunzione di ruoli adulti)
Comunicazione e immagine
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L’immagine è la realtà (di un individuo,di un gruppo,di una organizzazione ) che
viene costruita e percepita come conseguenza di relazioni Nell’ ambiente
mediatizzato l’immagine diventa un precipitato mobile di comunicazioni
La visibilità nel duplice senso di “poter farsi vedere” e “poter essere visti” diventa
un fattore rilevante nelle relazioni fra istituzioni organizzazioni persone(“divi”) e
pubblici. La stesse relazioni sociali a cerchia ristretta diventano più “teatrali”,
rappresentate(“per vedere l’effetto che fa” :Jannacci)
Riesman chiama eterodirezione la tendenza a regolare il comportamento individuale
in base all’ immagine di sé “rimandata dagli altri”(contrapposto a auto-direzione,
derivante da propensioni interne, e vergogna, per il mancato rispetto delle
norme conformi al gruppo )
Johari distingue nell’ immagine: dimensione percepita e nascosta; dimensione
autoattribuita ed eteroattribuita. Immagine pubblica, privata, segreta e loro
transizioni
Goffman : analizza la presentazione del sé nei rapporti della vita quotidiana(agire in
pubblico, in privato; lo stigma e la sua gestione; la negoziazione della propria
immagine rispetto agli altri ecc.)
Comunicazione e nuove comunità
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Con lo sviluppo della ICT , grande rilevanza assumono
le comunità virtuali,
tenute insieme dalla connessione elettronica: comunità di chatting, social networks
forum di discussione, reti di partecipazione civica, movimenti tematici ecc.
“La maggioranza del mondo va su Google per sapere come:muoversi. Il senso dell’
azione è deciso da un movimento che si coagula in modo veloce e laterale nel
cyberspazio, che raramente approfondisce (surfing navigare sono operazioni di
superficie) e va a cercare i posti di maggior movimento collettivo (v.più avanti slide
Tribù)
H.RHEINGOLD Comunità virtuali.Parlare incontrarsi vivere nel cyberspazio, Sperling
eKupfer,Milano 1994
Manuel CASTELLS La nascita della società in rete, Univ. Bocconi Editore
B.R.GELLI Comunità rete arcipelago, Carocci,2002
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