Stratificazione, classi sociali e mobilità Roberto Pedersini Alcuni concetti fondamentali • Disuguaglianza: accesso differenziato alle ricompense sociali • Stratificazione: gerarchia strutturata di diversi gruppi sociali caratterizzati da un livello analogo di accesso alle ricompense sociali è Dimensioni della disuguaglianza, ampiezza delle differenze, indicatori della disuguaglianza è Numerosità degli strati, chiusura vs. apertura del sistema di stratificazione, mobilità ascendente e discendente è Criteri di stratificazione: ‘sociali’ è Teorie della stratificazione sociale, ricerca empirica La stratificazione sociale • Ogni società umana si caratterizza per la presenza di forme di stratificazione sociale • Si riferisce alle ricompense sociali considerate rilevanti in quella società (culturalmente determinato, riconosciuto e riconoscibile socialmente) • È strutturata da variabili sociali culturalmente definite (il genere, l’età, la posizione nel sistema religioso, politicomilitare, economico) • È collegata al livello di differenziazione sociale e di divisione del lavoro • È influenza dalla presenza di un surplus economico, ossia dalla possibilità di garantire, almeno a qualcuno, un livello di vita superiore alla mera sussistenza Ad esempio • Presenza di ruoli specializzati nella sfera familiare, religiosa, politico-militare, economica (differenze di ruolo a cui attribuire ricompense differenziate) • Proprietà comune/proprietà privata • Forme di riduzione della disuguaglianza: norme sociali su consumo, competizione, imprenditorialità, redistribuzione secondo criteri egualitari e riferibili al bisogno • Criteri ascrittivi/acquisitivi (chiusura/apertura degli strati, livelli di mobilità) Le teorie funzionaliste • È cruciale “l’esigenza sentita da ogni società di collocare e motivare gli individui nella struttura sociale” (Davis e Moore 1945) • Tutte le funzioni sociali possono essere ordinate secondo una gerarchia in base al valore che viene loro attribuito • Le capacità individuali sono distribuite in modo eterogeneo fra le persone: poiché è bene che le persone più capaci occupino le posizioni più importanti, la società deve offrire loro adeguati incentivi e ricompense, anche per il maggiore tempo di formazione richiesto per acquisire le competenze • Alcune funzioni sono fondamentali in (quasi) tutte le società: la religione, la politica, la ‘tecnologia’ Le teorie del conflitto • La teoria marxiana sottolinea la centralità dei modi di produzione e dei rapporti di dominio e sfruttamento che segnano le relazioni fra le classi sociali, ossia dei rapporti sociali di produzione. È monodimensionale e vede le classi come attori storici • L’importanza del potere e dell’autorità: Robert Michels e Ralf Dahrendorf • La teoria weberiana è pluridimensionale (classi, ceti, partiti): • classe e situazione di mercato (lavoro, credito, merci) • ceto e stile di vita (onore di ceto, condotta di vita, endogamia e commensalità) • Partiti, potere legittimo e autorità La ricerca sulla stratificazione sociale • La ‘operativizzazione’ del concetto di stratificazione sociale nella ricerca porta ad una associazione fra collocazione di classe e occupazione (Goldthorpe 1980) • Contano due dimensioni principali: • La situazione di lavoro (dipendenti e indipendenti) • Situazione di mercato (reddito, prospettive di carriera, protezione sociale durante e dopo il periodo di vita dedicato al lavoro) Classi e occupazioni: Goldthorpe (1980) in Cobalti e Schizzerotto (1994) 1. Borghesia 1. Borghesia 1. Imprenditori 2. Liberi professionisti 3. Dirigenti 2. Classi medie 2. Classe media impiegatizia 4. Impiegati di concetto 5. Impiegati esecutivi 3. Piccola borghesia urbana 6. Artigiani e commercianti con dipendenti 7. Artigiani e commercianti senza dipendenti 4. Piccola borghesia agricola 3. Classe operaia 5. Classe operaia urbana 8. Proprietari agricoli con e senza dipendenti 9. Operai qualificati 10. Operai comuni industriali 11. Operai dei servizi a bassa qualificazione 6. Classe operaia agricola 12. Braccianti agricoli Fonte: Bagnasco, A., Barbagli, M., Cavalli, A., (2004), Elementi di sociologia, Bologna: Il Mulino, p. 166. Le trasformazioni della stratificazione sociale • Fattore prioritario: cambiamento della struttura economica • Fattori rilevanti: politiche economiche e sociali, partecipazione politica, trasformazioni culturali è Transizioni fra settori economici è De-proletarizzazione e proletarizzazione è Crescita lavori a bassa qualificazione e basso salario è La ‘sottoclasse’: dipendenza o sistema economico? Fonte: Bagnasco, A., Barbagli, M., Cavalli, A., (2004), Elementi di sociologia, Bologna: Il Mulino, p. 168. La fine delle classi? • Erosione delle identità collettive, indebolimento del collegamento con il voto politico, generalizzazioni di alcuni modelli di consumo (e di vita) • Andamento della disuguaglianza • Perdurante importanza dell’origine sociale nella definizione delle chance di vita è Tassi di mortalità e aspettativa di vita (miglioramento condizioni di vita, disponibilità di cure, ruolo del welfare?) è La mobilità sociale Fonte: Bagnasco, A., Barbagli, M., Cavalli, A., (2004), Elementi di sociologia, Bologna: Il Mulino, p. 173. La mobilità sociale • La mobilità sociale individua uno spostamento individuale o collettivo all’interno della struttura della stratificazione sociale • Negli studi empirici nelle società economicamente avanzate, si utilizza generalmente il riferimento alla posizione occupazionale • La mobilità può essere: • • • • Orizzontale o verticale Ascendente o discendente Inter-generazionale o intra-generazionale Individuale o collettiva • Gli strati sociali presentano diversi livelli di chiusura • Una struttura sociale può mostrare livelli differenti di mobilità Fonte: Schizzerotto, A. (2002), a cura di, Vite ineguali. Disuguaglianze e corsi di vita nell’Italia contemporanea, Bologna: Il Mulino, p. 298. Fonte: Schizzerotto, A. (2002), a cura di, Vite ineguali. Disuguaglianze e corsi di vita nell’Italia contemporanea, Bologna: Il Mulino, p. 299. Fonte: Schizzerotto, A. (2002), a cura di, Vite ineguali. Disuguaglianze e corsi di vita nell’Italia contemporanea, Bologna: Il Mulino, p. 254. La povertà • La povertà fa riferimento a uno stato di deprivazione fondamentale e può essere: • assoluta, quando fa riferimento ad un minimo, in termini di consumi o di reddito, che viene considerato necessario per una vita dignitosa • relativa, quando fa riferimento al livello prevalente di consumo o di reddito • Per la definizione dello status di povero è molto importate il ruolo del sistema di assistenza, che può dimostrarsi ‘stigmatizzante’