IL PARTICIPIO
Si chiama così perché ‘partecipa’
contemporaneamente
delle caratteristiche proprie
del verbo e dell’aggettivo:
■ come verbo esprime un’azione o un
modo di essere e può reggere uno o più
complementi;
■ come aggettivo funge da attributo di
un sostantivo, con cui concorda in
genere, numero e caso.
il participio non presenta una rigida
distinzione fra le due diatesi,
ma ciascun tempo assume il suo specifico
valore, attivo o passivo:
■ il presente e il futuro hanno sempre valore
attivo;
■ il passato (perfetto) ha valore
- passivo nei verbi attivi transitivi (es.: amatus =
«che è stato amato»)
- attivo nei verbi deponenti sia transitivi che
intransitivi (es.: hortatus da hortor = « che ha esortato»,
profectus da proficiscor = «che è partito»).
I tempi del participio:
la formazione
Il participio latino ha tre tempi,
che si differenziano per formazione e uso:
• presente
• perfetto (passato)
Esiste in greco,
• futuro
non esiste in
italiano
IL PARTICIPIO PRESENTE
■ Formazione: formato dal tema del presente e dal suffisso
-nt- (-ent per i verbi della IV coniugazione), presenta
l’uscita del nominativo singolare in -s, derivante dalla caduta
della dentale -t- davanti alla desinenza -s (da*-nt-s > -ns).
■ Caratteristiche:
– ha sempre valore attivo;
– esprime un’azione contemporanea a quella della reggente;
– segue la declinazione degli aggettivi della II classe a una
uscita.
■ Uscite caratterizzanti: come tutti gli aggettivi della II
classe, anche il participio presente esce:
– in -ia al nominativo, accusativo, vocativo neutro plurale;
– in -ium al genitivo plurale maschile, femminile e neutro;
– in -i all’ablativo singolare; tuttavia, se il participio presente
ha prevalente valore verbale, l’uscita dell’ablativo è in -e.
USCITE del PARTICIPIO presente:
• I coniugazione: amans, amantis che ama
• II coniugazione: monens, monentis che
ammonisce
• III coniugazione: legens, legentis che
legge
• IV coniugazione: audiens, audientis che
ode
IL PARTICIPIO PERFETTO
■ Formazione: si forma dal tema del supino con
l’aggiunta delle desinenze -us, -a, -um.
■ Caratteristiche:
– esprime un’azione anteriore a quella della
reggente;
– segue la declinazione degli aggettivi della I
classe.
– ha valore:
• passivo nei verbi attivi;
• attivo nei verbi deponenti
■ Quali verbi hanno il participio perfetto?
attivi solo transitivi
deponenti sia transitivi che intransitivi.
N.B.
L’unico caso di utilizzo
del participio perfetto
nei verbi attivi intransitivi
è in combinazione con il verbo sum
nella formazione del
passivo impersonale dei tempi del perfetto
(per es.: ventum est, «si venne»).
USCITE del PARTICIPIO perfetto:
• I coniugazione: amatus,-a,-um amato
• II coniugazione: monitus,-a,-um
ammonito
• III coniugazione: lectus,-a,-um letto
• IV coniugazione: auditus,-a,-um udito
IL PARTICIPIO FUTURO
■ Formazione: si forma dal tema del
supino con l’aggiunta del suffisso -urus,
-ura, -urum.
■ Caratteristiche:
– ha sempre valore attivo;
– esprime un’azione posteriore a quella
della reggente;
– segue la declinazione degli aggettivi
della I classe.
USCITE del PARTICIPIO futuro:
• I coniugazione amaturus,-a,-um che
amerà/che sta per amare
• II coniugazione moniturus,-a,-um che
ammonirà/che sta per ammonire
• III coniugazione lecturus,-a,-um che
leggerà/che sta per leggere
• IV coniugazione auditurus,-a,-um che
udrà/che sta per udire
Il participio di sum
il verbo sum possiede soltanto
il participio futuro
(futurus, a, um, «che sarà, futuro»),
derivato dalla stessa radice del
perfetto fui.
Valore relativo
dei tempi del participio
i tempi del participio hanno valore relativo, in quanto
non designano un tempo assoluto bensì solo il
rapporto che intercorre fra l’azione della
subordinata
e quella espressa nella reggente,
secondo il seguente prospetto:
■ il p. presente indica un rapporto di contemporaneità;
■ il p. perfetto indica un rapporto di anteriorità;
■ il p. futuro indica un rapporto di posteriorità.
Osserviamo le frasi:
(a) Video hominem scribentem epistulam.
Vedo un uomo che scrive una lettera.
(b) Videbam hominem scribentem epistulam.
Vedevo un uomo che scriveva una lettera.
La forma del participio presente scribentem,
esprimendo un’azione contemporanea a quella del
verbo principale, non subisce modificazioni nonostante il
tempo della reggente cambi dal presente all’imperfetto.
Pertanto, il participio presente viene tradotto
- con un presente, se nella reggente vi è un tempo
principale (es. a),
- con un imperfetto, se nella reggente vi è un tempo
storico (es. b).
Le funzioni sintattiche del participio
Il participio latino può essere reso in italiano:
■ con un semplice aggettivo;
■ con un sostantivo;
■ con una proposizione relativa;
■ con un gerundio;
■ con una proposizione subordinata esplicita.
Le diverse traduzioni corrispondono alle varie
funzioni sintattiche assolte dai participi latini.
La funzione attributiva
■ Definizione: il participio latino ha
funzione di semplice attributo.
■ Traduzione in italiano: con
- un aggettivo o
- una proposizione relativa
ESEMPIO: Pisistratus primus Homeri libros,
confusos antea, disposuit.
«Pisistrato per primo ordinò i libri dei poemi
omerici, prima confusi (oppure: che prima erano
confusi)».
La funzione sostantivata
■ Definizione: il participio latino ha
funzione di sostantivo, cioè sta al posto di
un nome.
■ Traduzione in italiano: con
- un sostantivo equivalente o
- una proposizione relativa in perifrasi
ESEMPIO: pugnantes hostium equitatum non
viderunt: «I combattenti (opp. coloro che
combattevano) non videro la cavalleria dei
nemici».
La funzione appositiva:
il participio congiunto
■ Definizione: il participio latino è definito
«congiunto» quando concorda con un
termine della frase da cui dipende (spesso
il soggetto), rispetto al quale si pone come
una sorta di apposizione.
Esso rende, in forma implicita, diversi tipi di
subordinata (temporale, causale,
concessiva,ipotetica, avversativa).
■ Traduzione in italiano
del participio congiunto:
 con un gerundio (solo se il participio è riferito
al soggetto della frase)
 con una proposizione subordinata esplicita
che, a seconda del contesto, potrà essere
temporale, causale, concessiva, ipotetica,
avversativa.
ESEMPIO: Gladiator, strenue dimicans, a fera
tamen dilaniatus est.
Il gladiatore, combattendo (= sebbene
combattesse) con tenacia, fu tuttavia sbranato
dalla fiera selvaggia.
La funzione predicativa
■ Definizione: il participio latino svolge funzione di
complemento predicativo del soggetto o
dell’oggetto, per lo più retto da verbi
 di percezione (come video, audio, conspicio),
 causativi (come facio, do, reddo, curo, trado), o
dai
 verbi habeo e teneo (accompagnati dal participio
perfetto).
■ Traduzione in italiano: con
- un infinito o
- una proposizione subordinata dichiarativa