Diapositiva 1 - Tessere di mosaico

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SIMBOLI
SIGNIFICATO
ASSENZA di
vegetazione, acqua,
lavoro umano
Prima che Dio
creasse non c’era
NULLA
POLVERE del SUOLO
(in ebraico adamah)
FRAGILITÀ,
POVERTÀ della
condizione umana
ALITO di VITA di DIO DIGNITÀ e
GRANDEZZA della
condizione umana
SIMBOLI
GIARDINO
SIGNIFICATO
PROSPERITÀ,
ABBONDANZA
ALBERO della VITA POSSIBILITÀ di
GIOIRE della vita
ALBERO della
CONOSCENZA del
BENE e del MALE
POSSIBILITÀ di
DECIDERE cosa è BENE
e cosa è male
Imporre NOMI
Esercitare un
DOMINIO
L’azione di Dio è un
MISTERO
TORPORE (sonno)
COSTOLA
NUDITÀ
CENTRO VITALE dell’uomo
TRASPARENZA,
SINCERITÀ nei rapporti
SIMBOLI
SIGNIFICATO
SERPENTE
Peccato di
IDOLATRIA
NUDITÀ
ROTTURA del
rapporto di
ARMONIA
TUNICHE di PELLI
GESTO di CURA e
BENEVOLENZA da
parte di Dio
Il secondo racconto di creazione,
non vuole descrivere COME sia avvenuta l’origine del mondo,
ma PERCHÉ esiste la realtà anziché il nulla.
La risposta è che esiste un PROGETTO POSITIVO di Dio
sull’universo, in particolare sull’uomo e la donna.
Dio ha creato l’uomo LIBERO, cioè capace di scegliere se
riconoscere o meno questo progetto.
La vita presenta REALTÀ AMBIVALENTI:
sta all’uomo decidere se FIDARSI che,
oltre la sofferenza e la morte,
esista una POSSIBILITÀ DI SALVEZZA,
secondo il piano originario di Dio.
Schema del primo racconto di creazione
Prologo
“In principio Dio creò il cielo e la terra”
giorno
1
2
3
Creazione
degli spazi
Luce/tenebra
Firmamento
Terra, erba, alberi
Collocazione
delle cose
Sole-luna-stelle
Uccelli-pesci
Animali terrestri,
uomo
giorno
4
5
6
“Queste le origini del cielo e della terra quando vennero creati”
Epilogo
I numeri:
6:
imperfezione (mondo dell’uomo)
l’uomo e la donna sono creati il sesto giorno
7:
compimento, completezza (mondo di Dio)
“shabbat”= cessare, portare a termine
l’opera di Dio è armoniosa, ordinata e completa
10:
perfezione
“Dio disse”: la creazione attraverso la parola,
indica la potenza di Dio
Azioni ordinate di Dio:
3 azioni di SEPARAZIONE
(luce/tenebre; acque/acque; terra/acque)
2 azioni di RIVESTIMENTO
(germogli sulla terra; astri nel cielo)
2 azioni di ANIMAZIONE
(animali nell’acqua; animali sulla terra e uomo)
1 azione di ORDINAMENTO
(l’uomo incaricato di dominare il mondo)
I due racconti di creazione
che si leggono nelle prime pagine della Bibbia,
utilizzano un genere letterario di tipo mitico
che richiede precisi criteri di interpretazione.
Essi non presentano la cronaca di fatti storici,
bensì utilizzano dei simboli
per esprimere una verità di senso,
un messaggio di tipo sapienziale.
Non rispondono, infatti, ad interrogativi scientifici,
bensì alle domande esistenziali
che l’uomo si pone da sempre:
Perché esiste la realtà anziché il nulla?
C’è una speranza possibile,
al di là della sofferenza e della morte?
Il primo racconto
mostra la creazione
come un’opera grandiosa, solenne e ordinata di Dio,
dove nulla è lasciato al caso
e dove prevale l’idea di un progetto positivo e armonico.
L’uomo e la donna sono il capolavoro di Dio,
creati a sua immagine
e chiamati ad amministrare la terra
Il secondo racconto
ruota attorno al problema
della libertà
e della felicità di vita.
L’uomo e la donna sono posti
di fronte a realtà ambigue:
•l’amore
•la maternità/paternità
•il lavoro
Si tratta di esperienze
che sono fonte di sofferenza e
fatica, ma sono anche occasione
di gioia e felicità.
Si può sempre credere che, al di là
delle sofferenze e della morte, ci
sia un progetto di vita e felicità
George Smith
Archeologo
Nel 1872 tradusse
le tavolette contenenti
il poema di Gilgamesh
Tavoletta XI del Poema di Gilgamesh
(VII secolo a.C. – Londra – British Museum)
proveniente dalla biblioteca
del re Assurbanipal di Ninive
capitale dell’Impero Assiro
(20.000 tavolette di argilla ritrovate verso il 1850 in Mesopotamia)
L’epopea di Gilgamesh è uno dei più antichi poemi conosciuti,
scritto in caratteri cuneiformi su tavolette d'argilla
e narra le gesta di un antichissimo e leggendario re sumerico,
Gilgamesh,
alle prese con il problema che da sempre ha assillato l'umanità:
la morte e il suo impossibile superamento.
Le prime redazioni sumeriche del poema
sono fatte risalire ad oltre il 2000 a.C.
Rilievo monumentale
raffigurante Gilgamesh
mentre doma un leone
VIII sec. a.C.
Parigi, Louvre.
La narrazione prende nome dal protagonista,
Gilgamesh, il re sumero di Uruk,
l'eroe che con il compagno Enkidu
affronta avventure di ogni genere,
alla ricerca del segreto dell'immortalità.
Per conoscere tale segreto,
Gilgamesh si rivolge al saggio Utnapishtim,
scampato al diluvio universale;
questi gli narra la storia del diluvio e infine gli rivela
che in fondo al mare esiste la pianta della vita.
Gilgamesh riesce a raggiungerla,
ma la perde per colpa di un serpente;
torna allora a Uruk dove terminerà i suoi giorni,
avendo ormai compreso che l'immortalità
appartiene solo agli dei e non spetta agli uomini.
Allora gli dèi si rivolsero ad Aruru,
la signora della creazione, e le dissero:
Fosti tu, Aruru, a plasmare Gilgameš.
Adesso crea un eroe che gli stia alla pari,
simile a lui quanto il suo riflesso,
un altro lui,
cuore tempestoso per cuore tempestoso.
Che essi lottino tra loro
e lascino Uruk in pace!
Così la dea immerse le mani nell'acqua
e con l'argilla plasmò il nobile Enkidu
Gilgamesh e Enkidu
VII sec. a.C.
Louvre - Parigi
Per sei giorni e sei notti
il paese di Sumer venne travolto dalla furia delle acque.
Quando venne l'alba del settimo giorno, la tempesta diminuì,
divenne calmo il mare, la piena si acquietò.
Utanapištim si affacciò dall'arca e guardò la faccia del mondo.
Silenzio. Dovunque si stendeva il mare.
E tutta l'umanità era stata trasformata in argilla.
Allora Utanapištim s'inchinò e pianse.
A lungo l'arca cercò la terra, finché comparve una montagna,
e lì l'arca s'incagliò e non si mosse.
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