Filosofe sul confine scuola Dante

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Il pensare senza ringhiera
• Hannah Arendt:
• “Ho una metafora che non ho mai pubblicato,
ma conservato
• per me stessa, la chiamo pensare senza ringhiera
….. si va su e
• giù per le scale si è sempre trattenuti dalla
ringhiera, così non si può cadere.
• Ma noi abbiamo perduto la ringhiera.
• Questo mi sono detta. Ed è quello che cerco di
fare” ( Political Thinking without a Bannister)
Filosofe sul confine
•
•
•
Francesca
Brezzi
Liceo Dante
Alighieri
25 – ottobre 2016
Filosofe sul confine
• Un modo di filosofare che definiamo“al
confine”: se da un lato queste filosofe a vario
titolo appartengono a quel genere che
Hannah Arendt qualificava felicemente come
pensiero senza ringhiera o anche
appassionato, in cui pensare e vivere si
mostrano un tutt’uno, nello sforzo di
raggiungere una sintesi tra ragione e cuore,
filosofia e storia, filosofia e politica,
Filosofe sul confine
dall’altro sono anche pensatrici di confine,
purché questo giudizio non le costringa su una
soglia che impedisce loro di appartenere a
pieno titolo all’una o all’altra forma espressiva,
confinandole in una sorta di zona neutra dove
rimangono insoddisfatte le esigenze di ricerca
complessa e alta.
Filosofe sul confine
• Tutte esercitano senz’altro la filosofia, ma in
cerca di una modalità espressiva che concili in
sé
• il rigore e la passione,
• adesione più profonda del pensiero alla vita.
• Quindi non semplice riflessione teorica come
puro esercizio speculativo,
• ma esigenza profonda dell’essere alla ricerca
di risposte vitali.
Filosofe sul confine
• Una filosofia, dunque, attenta alla vita e alla storia
umana, in un’epoca come quella della prima metà del
Novecento, in cui l’Europa viveva una drammatica
crisi.
• Il tramonto del razionalismo di fine Ottocento
minacciava, infatti, di trasformarsi in vera e propria
eclissi della ragione, mentre la fiducia nell’uomo
lasciava il passo alla scomparsa del soggetto e lo Stato,
• in alcuni Paesi, lo Stato somigliava in modo sempre più
inquietante al Leviatano immaginato da Hobbes
Europa
• E’ interessante notare che, in un momento
storico che vede la donna affacciarsi con
decisione sempre maggiore sulla scena
culturale e politica, siano proprio alcune
donne a divenire interpreti della necessità di
una rinascita dell’Europa, attraverso un
pensiero forte orientato, più o meno
esplicitamente, ad alimentare le radici
dell’umanesimo europeo
Europa
• Edith Stein
• Hannah Arendt
• Marìa Zambrano
• Simone Weil
donne che hanno avvertito l’urgenza della
questione, vivendo sulla loro pelle il disastro
dell’Europa e la necessità di una rinascita.
Nodi teoretici o mappe
• metodo cronologico per cogliere
diacronicamente il viaggio storico segnato da
tappe significative e dalle autrici più rilevanti.
• Oppure
disegnare le mappe dei temi più significativi di
talune filosofe, con lo scopo di mostrare che se i
problemi sono quelli eterni, le soluzioni possono
essere altre (femminili ?).
Mappe filosofiche
• Il percorso del pensiero femminile si inserisce
autorevolmente nel dibattito relativo
• alla crisi della ragione intrecciata
• alla caduta del soggetto quale identità
monadica
• Problema etico-politico
• Diritti umani
Crisi della ragione
• Situazione filosofica del 900 : tempo di crisi o di privazione
• maestri del sospetto(Nietzsche,Freud Marx)
• Critica alla ragione una, alla ratio come cammino verso la verità
• contro i saperi sistematici e universali ,dei quali si constata il crollo,
• caduta delle "visioni del mondo« e della stessa ragione che di quelli
era lo strumento.
• Identità e differenza: Heidegger, Lévinas, Ricoeur, Derrida, Deleuze,
Foucault e molti altri)
• con uguale autorevolezza, il pensiero femminista della differenza
sessuale che ha portato in primo piano la dualità di genere come
fattore imprescindibile di interpretazione del sé, del mondo, della
storia.
Luce
LuceIrigaray
Irigaray
• Filosofa e psicoanalista belga vive a Parigi
• Come dire l'altro (il femminile) senza
sottomettersi all'uno?
• e perché il femminile non si è ancora dato un
linguaggio pur essendo «riserva di senso e
follia del discorso»
Luce Irigaray
• Dalla critica alla scienza, apparentemente
neutra e universale, dal logocentrismo al
pensiero concreto cioè sessuato, individuale
• Al pensiero della differenza
• La differenza sessuale è il da pensare della
nostra epoca, problema occultato e
sottostante.
Luce Irigaray
• occorrerà una rivoluzione di pensiero, e
Irigaray sottolinea la forza alternativa del
pensiero femminista: una creatività nuova e
una nuova poetica(Lévinas)
• Si tratta di scuotere dalle fondamenta il
pensare per tentare di costruire una nuova
architettura di pensiero,
Luce Irigaray
• rifiutare con radicalità un patrimonio di
millenni, la tradizione filosofica che ci
costituisce (a partire da Platone);
• è impresa indilazionabile e insieme compito
filosofico, al di là dei vari tentativi di
esclusione teoretica, che il pensiero
sistematico pone in essere.
Luce Irigaray
• Necessaria una rivoluzione copernicana, e
ancora kantianamente il soggetto la deve
compiere,
• rifiutare la logica binaria, le opposizioni
complementari di materia e forma, uomo e
donna
•
Rifiutare l’uno e la logica dell’identità
•
Luce Irigaray
• logica in cui il femminile è sempre apparso
come carenza, non uomo, polo di una
mancanza che deve continuamente tendere a
un modello unico valido, Dio o uomo.
• Rivoluzione che lascerà spazio non solo ad un
dire nuovo, o linguaggio delle donne, ma un
pensare diverso.
Luce irigaray
• questa è la proposta che con difficoltà, non
senza equivoci od oscurità Irigaray propone,
• terreno difficile, in quanto non può utilizzare il
già dato e conosciuto.
•
Assunzione di parola e soprattutto di una
parola singolare ed insostituibile, che a
differenza del logos astratto nasce dal vissuto
Luce Irigaray
• Pensare radicato nell'esistenza carnale,
concreta e corporale in questo mondo e come
tale è uscita dalla solitudine della ragione una
• Da qui deriva per Irigaray la tematica del
linguaggio delle passioni.
• Ne deriverà anche un’ etica innovativa, etica
della differenza sessuale
Maria Zambrano e il pensiero
poetante
• Maria Zambrano(1904-1991) spagnola, allieva
di Ortega y Gasset, vissuta in gran parte in
esilio(Italia,Parigi, Cuba, Messico),dopo la
caduta di Franco torna in Spagna.
• coglie con acutezza la crisi del cartesianismo e
dell'idealismo tedesco, crisi divenute sempre
più gravi nel nostro tempo e da qui inizia il suo
percorso originale .
Maria Zambrano
• Oltrepassa il razionalismo senza cadere in
forme di irrazionalismo o misticismo, grazie
alla mediazione dell' esperienza storica .
•
L'Autrice ritiene urgente una riforma
dell'intelletto, necessaria per l'effettivo
superamento dell' astrattismo razionalistico
Maria Zambrano
• Modalità espressiva di Zambrano: il pensiero
poetante: Note di un metodo
• pensiero innovativo e originale: non cercare
nuove parole, nuove identità, nuovi soggetti,
ma riscrivere, in altri termini rivivere parole,
identità, soggetti con una tonalità inusuale
per il discorso filosofico, eppure ascrivibile in
pieno a quell’ambito
Maria Zambrano
• un tipo di scrittura, metaforica, allusiva, come afferma più volte la filosofa, che
pascalianamente, ha il compito di “ definire
una realtà che la ragione non può
comprendere ma che può essere captata in
altro modo”
• Contro il pericolo di una dicotomia tra vita e
pensiero, tra verità e vita,
Maria Zambrano
• cerca di una forma espressiva che concili in sé
il rigore e la passione”.
• Note di un metodo, in cui il titolo stesso
allude al carattere frammentario, musicale del
pensiero piuttosto che a quello logicorazionale e il metodo è da intendersi come ciò
che apre il cammino all’esperienza umana e
non semplicemente come ciò che struttura un
ordine, una “forma mentis”.
Maria Zambrano
• La conoscenza per María Zambrano deve
avere le sue radici nella viva esperienza, ma
allo stesso tempo deve sapersi innalzare a
quelle sfere in cui i desideri e i sogni fanno da
materia alla nostra vita.
• La tomba di Antigone
”.
Hannah Arendt: Una donna che
viene da lontano
• Hannah Arendt (1906-1975)
• Necessario, urgente, diverso rapporto tra
pensiero e azione, o tra vita della mente e vita
activa, secondo i titoli delle sue opere, diverso
rapporto che nasce e si fonda proprio sul
piano della pluralità
• temi politici presenti nei suoi inquieti tempi:
«un pensare senza ringhiera»
Hannah Arendt
• critica della pensatrice alle fallacie
metafisiche, ovvero alla filosofia astratta e ai
filosofi di professione.
• auspica (ed attua) una riflessione rigorosa,
antiretorica, non riconducibile alla razionalità
minimalista o debole di certa filosofia
contemporanea.
Hannah Arendt
• Arendt si volge allo spessore pratico e politico
dell'attività razionale, proprio in nome di quei
rinnovati rapporti di teoria e prassi,
• considera il filosofo, essere umano tra gli
esseri umani, il cui pensiero esce dal suo
regno separato e partecipa allo spettacolo,
cioè entra in relazione e co-agisce con gli altri
Hannah Arendt
• Complessità di una pensatrice, che nella sua
determinata volontà di comprendere, ha
attraversato territori teoretici e pratici e
volendo passare continuamente i confini
mette in atto una declinazione positiva dei
limiti.
• «...è opportuno lasciar sussistere le
contraddizioni..., renderle comprensibili... e
cogliere ciò che sta dietro di esse»
Hannah Arendt
• poliedricità del pensiero di Arendt, ma anche
antinomie e sovrapposizioni di chiavi
ermeneutiche
• la sua è un ‘opera di filosofia in cui storia e
teoresi si collegano, chiamando in causa
anche la morale, dal momento che risuonano
in molti passi le motivazioni etiche delle scelte
che diventano prassi concreta.
Hannah Arendt
• Ricordiamo due opere lontane tra loro nel
tempo e molto diverse, Il concetto di amore in
S.Agostino (1929) e L’umanità in tempi bui
(1960),
• due concetti , amore e amicizia, e
• due autori, Agostino e Lessing.
• Amicizia virtù politica
L’ identità femminile :
dall’uguaglianza alla differenza
• Critica al Cogito cartesiano
• Ricerca del soggetto dimenticato nel labirinto
dell’identità
• Dall’Io penso al Chi sono io?
L’identità femminile
• su questo tema nella riflessione femminista si
è verificata una frattura, o quantomeno si
propone un' alternativa (natura o cultura);
• Riguardo alla soggettività femminile si è
verificata una ontologizzazione di
manifestazioni storiche o si deve ammettere
che esiste una differenza naturale tra maschio
e femmina.
Femminismo dell’uguaglianza, femminismo della differenza
• Simone de Beauvoir : «On ne naît pas femme,
on le devient». La differenza deriva dalla
cultura
• Luce Irigaray e, in Italia, la comunità di
Diotima : la differenza sessuale e, quindi
l’identità femminile di genere come valore
ontologico primordiale fondante la
soggettività.
Le frontiere attraversate
•
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•
Prima frontiera : dalla rivendicazione dell‘ uguaglianza alla
raggiunta consapevolezza della parità.
uguaglianza dei diritti, movimento di emancipazione delle
donne nato negli anni ’50, culminato nel 1968
Dalla percezione che si era attribuito alla natura ciò che è
prodotto della storia (dipendenza, sottomissione,
debolezza)
si tende traguardo dell'emancipazione (occupazione,
scolarizzazione, rifiuto dei rapporti gerarchici nella
famiglia, abbandono della morale tradizionale, etc.).
Ne è seguito l'ingresso della donna in campi che prima
erano esclusivo appannaggio maschile, e ciò in qualche
modo alla pari nel mondo del lavoro, delle professioni,
della politica .
Femminismo della differenza
•
Seconda frontiera : riconoscimento della
differenza negli anni 70
• Secondo femminismo, ‹‹il pensiero della
differenza sessuale denuncia e rifiuta la logica
di assimilazione ed omologazione insita
nell'universalizzarsi del soggetto maschile, e
postula la necessità per le donne di produrre
some soggetti attivi propri ambiti teorici di
autocomprensione.›› Adriana Cavarero
Femminismi di oggi
• Interrogazione sul soggetto: chi sono io? Chi
sei tu? Chi è l’altro?
• Le autrici più significative al riguardo sono
Donna Haraway, Teresa de Lauretis, Judith
Butler e Rosi Braidotti, studiose che si possono
accomunare intorno alla domanda: cos’è una
donna? alla quale rispondono delineando un
io plurimo, io nomade:
• decostruzione dell’identità .
Io plurimo
• Donna Haraway : identità femminile come
cyborg
• Teresa de Lauretis: identità femminile come
gioco teatrale
• Rosi Braidotti :l’io nomade
• Judith Butler : il sesso è una costruzione
culturale
Antropologia uniduale
• Edith Stein, disegna una antropologia duale
in cui la differenza tra femminile e maschile è
sostenuta accanto all'insistenza sull'unità
specifica dell'essere umano: “la specie uomo
(Mensch, essere umano) si articola in due
specie virile e femminile...e l’essenza
dell’uomo, alla quale nell’un caso e nell’altro
nessun tratto può mancare, giunge in due
modi diversi ad esprimere se stessa ...”
idem e ipse
• Paul Ricoeur : idem e ipse
• identità idem rappresenta la continuità del
soggetto, l’uguaglianza;
• identità ipse rappresenta i diversi
cambiamenti nel soggetto lungo tutta una
esistenza
Antropologia uniduale
• Da quanto detto emerge una riconcettualizzazione di identità e di soggetto
che sia in grado di sfuggire alle secche
dell’essenzialismo e del costruttivismo, per
valorizzare le potenzialità espressive e
trasformative di ogni vita umana.
Antropologia uniduale
• “antropologia uniduale”, cioè l'antropologia
che riconosce le differenze come momento di
grande ricchezza e di grande fecondità:
«maschio e femmina li creò».
La differenza e le differenze
Pluralità di modi di essere al mondo in una
profonda comunanza di natura, da cui segue :
• la relazionalità, per cui l'altro è un tu
necessario,
• relazionalità intrecciata con mutualità
• la reciprocità,
• La sostanziale intersoggettività dell'umanità
Etica
• Carol Gilligan, Con voce di donna(1982)
• un'etica della responsabilità, etica della cura,
in contrapposizione a un'etica
giusnaturalistica, «grammatica dei diritti».
• A livello di formazione del giudizio etico il
pensiero dell'uomo e della donna differiscono.
• Un’etica della responsabilità, molto più
concreta e meno trionfalistica, fondata sulla
polisemanticità dell'essere e sul pluralismo .
Il Femminismo tra etica e politica
• GENERE DI FRONTIERA
Declinare positivamente il termine frontiera,
non come muro, o chiusura, ma come
affermava già Kant: una differenza tra
barriera(schranze) o confine(grenze): l’una
chiude, l’altro apre .
• Quindi frontiera come scambio di saperi e
comunicazione di esperienze,
• collocarsi all’incrocio tra Oriente e Occidente,
interrogando questi concetti da tanti punti di
vista: geografico, storico, sociale e culturale.
Universalismo in situatione
• riconoscimento dell’altro,
• difficile equilibrio fra il riconoscimento delle
differenze e l’universalismo liberale (in senso
politico), erede dei Lumi: a partire dalla critica
all’universalismo astratto, accusato di cecità
di fronte alle differenze, si elaborano i
concetti nuovi come universalismo in
situatione o contestuale, o ancora
universalismo contingente.
Il bene della diversità
• Arricchimento del concetto di differenza: non
solo attenzione alla differenza di genere, ma
anche di cultura , di etnia, religione etc.
• sono emerse all’attenzione nuove
costellazioni concettuali e inedite
problematiche, che vanno affrontate da varie
angolature, con l’impegno di competenze
diverse.
• “ bene della diversità”: ormai indispensabile in
una società come la nostra sempre più
multiculturale e multirazziale
Martha Nussbaum
• Martha Nussbaum, ha parlato del compito di
Coltivare l’umanità cioè formare "cittadini del
mondo", uomini e donne che oltre e al di là di
competenze specialistiche, oltre le barriere di
nazionalità, di genere, di classe, oltre ogni
identità presupposta siano in grado di
ricercare appieno e vivere le differenze senza
perdere la pienezza di una comune radice.
Martha Nussbaum
• In Diventare persone approfondisce ancora
questi concetti, sottolineando come la prassi
femminista della filosofia sia improntata ad un
universalismo che rispetta norme
multiculturali, contemplanti al loro interno
non solo possibilità di scelta, ma anche
convinzioni e preferenze,
• “Le donne non vogliono solo una fetta della
torta, ma vogliono sceglierne il sapore e
saperla preparare esse stesse”
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