Un nuovo schema dell’Universo La teoria eliocentrica Il sistema tolemaico si adattava perfettamente alla dottrina della Chiesa che quindi fece propri molti dei suoi concetti. Per circa quattordici secoli la visione della Terra immobile al centro dell'universo e circondata dalle sfere celesti non era mai stata messa in discussione. Con il perfezionarsi dei mezzi d'osservazione, la discrepanza tra le posizioni dei pianeti predette e quelle osservate appariva sempre più evidente. Il primo a mettere in dubbio il sistema geocentrico di Tolomeo fu Niccolò Copernico che rivoluzionò la visione antica del mondo enunciando l’ipotesi di un Universo con il Sole al centro e i pianeti in rotazione intorno al Sole. Nel 1543 Copernico pubblicò De revolutionibus orbium coelestium in cui esponeva la teoria eliocentrica che spiegava con maggior semplicità di quella di Tolomeo i risultati delle osservazioni del cielo. Nel sistema copernicano la Terra e gli altri pianeti ruotano intorno al Sole. La terra ruota anche su se stessa Come Tolomeo, Copernico interpreta i moti dei pianeti come composizione di moti circolari uniformi, conservando la struttura a epicicli (pur semplificata rispetto a quella tolemaica). Il movimento annuo di rivoluzione della Terra intorno al Sole ipotizzato da Copernico, rendeva ragione dell'apparente movimento dell'astro lungo l'eclittica; Il moto complessivo di tutte le stelle era spiegato con l’ipotesi della rotazione della Terra intorno al proprio asse. Nel sistema copernicano i pianeti hanno una nuova collocazione in relazione al tempo impiegato da ciascuno a percorrere la propria orbita, tanto maggiore quanto più il pianeta dista dal Sole. Il moto retrogrado dei pianeti esterni viene spiegato con la loro minore velocità di rotazione rispetto a quella della Terra. Il moto retrogrado di Marte visto in prospettiva sullo sfondo della volta del cielo. Durantela sua rivoluzione Marte può trovarsi prima della Terra, ma questa, più veloce, lo supererà. Il sistema copernicano rappresentava l’opposto della teoria geocentrica, e capovolgeva tutto il sistema di pensiero allora prevalente in filosofia e religione, con l’uomo al centro dell’Universo:la teoria eliocentrica fu condannata dalla Chiesa e dichiarata eretica. La pubblicazione de De rivolutionibus spinse gli astronomi a compiere osservazioni accurate sui moti dei corpi celesti. Tycho Brahe era uno straordinario osservatore: le sue osservazioni delle posizioni stellari e planetarie furono alla sua morte ereditate da Keplero, convinto assertore dell’eliocentrismo. Keplero cercava la forma della curva che poteva spiegare i dati di osservazione relativi al moto della Terra intorno al Sole; utilizzando i dati delle osservazioni raccolti da TYcho Brahe, poté risolvere il problema della forma delle orbite planetarie. La prima legge di Keplero afferma che “ L'orbita descritta da un pianeta è un'ellisse, di cui il Sole occupa uno dei due fuochi”. Ne deriva che la distanza di un pianeta dal Sole non è costante, ma varia durante la sua rivoluzione; il punto dell’orbita più vicino al Sole si chiama afelio, quello più lontano perielio. La seconda legge riguarda la velocità di percorrenza dell’orbita, ed è nota come “legge delle aree”: stabilisce che “il segmento che congiunge il pianeta con il Sole (il raggio vettore) spazza aree uguali in tempi uguali”. La velocità con cui il pineta percorre la sua orbita è massima al perielio e minima all’afelio Ciò significa che la velocità lineare di percorrenza dell’orbita non è costante, ma varia con la distanza dal Sole; in altre parole, ogni pianeta percorre più rapidamente i tratti di orbita che si trovano più vicini al Sole e più lentamente quelli più lontani. La terza legge mette in relazione le distanze dei pianeti dal Sole con le rispettive durate di un’orbita completa completa. Se indichiamo con a il semiasse maggiore e con T il periodo, questa legge è espressa dalla formula T2=a3/K: Il rapporto tra il cubo della distanza media di un pianeta dal Sole e il quadrato del suo periodo di rivoluzione è costante. Ne consegue che il tempo necessario a percorrere un’orbita completa è maggiore per i pianeti più lontani che per quelli più vicini. Anche le osservazioni astronomiche compiute da Galileo Galilei col cannocchiale convalidarono il sistema copernicano. La scoperta di quattro satelliti di Giove, annunciata nell’opera Siderus nuncius, confutava la teoria di Tolomeo secondo cui nell’Universo vi era un unico centro di moto (la Terra). Nell’anno successivo Galileo dimostrò che Venere ha le fasi, come la Luna: quindi è in orbita intorno al Sole. Determinò poi il moto delle macchie solari e arriva alla conclusione che il Sole non è un corpo celeste perfetto, ma trasporta con sé le macchie. In tal modo crollava tutta la cosmologia del tempo: Galileo venne accusato presso il tribunale dell’inquisizione di preferire Copernico che è in conflitto con i testi sacri. Il 23 giugno 1633, sospettato di eresia e accusato di voler sovvertire la filosofia aristotelica e le sacre scritture, Galileo fu processato e condannato dal Sant’Uffizio, nonché costretto all’abiura delle sue concezioni astronomiche e condannato al confino.