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SESSIONE SUPPLETIVA – 2015 - QUESTIONARIO
QUESITO 1
π‘₯
Data la funzione integrale ∫1 ln(𝑑) 𝑑𝑑, determinare per quali valori di π‘₯ il suo grafico
incontra la retta di equazione 𝑦 = 2π‘₯ + 1 .
Calcoliamo la funzione integrale determinando, per parti, una primitiva di 𝑙𝑛(𝑑):
∫ ln(𝑑) 𝑑𝑑 = ∫ 1 βˆ™ ln(𝑑) 𝑑𝑑 = ∫(𝑑)′ βˆ™ ln(𝑑) 𝑑𝑑 = 𝑑 ln(𝑑) − ∫ 𝑑 βˆ™
Quindi:
1
𝑑𝑑 = 𝑑 ln(𝑑) − 𝑑
𝑑
π‘₯
𝑦 = 𝑓(π‘₯) = ∫ ln(𝑑) 𝑑𝑑 = [𝑑 ln(𝑑) − 𝑑]1π‘₯ = π‘₯ ln(π‘₯) − π‘₯ − (0 − 1) = π‘₯ ln(π‘₯) − π‘₯ + 1
1
Intersechiamo le due curve (notiamo che deve essere x>0):
{
𝑦 = π‘₯ ln(π‘₯) − π‘₯ + 1
⟹ π‘₯ ln(π‘₯) − π‘₯ + 1 = 2π‘₯ + 1
𝑦 = 2π‘₯ + 1
⟹
π‘₯ ln(π‘₯) = 3π‘₯ ⟹ ln(π‘₯) = 3
da cui π‘₯ = 𝑒 3 .
QUESITO 2
Data la famiglia di funzioni 𝑦 = −π‘₯ 3 + 6π‘˜π‘₯ + 33 trovare la funzione tangente nel punto
di ascissa 3 ad una retta parallela alla bisettrice del primo quadrante. Determinare
l'equazione di detta tangente.
Deve essere 𝑦 ′ (3) = 1, quindi:
𝑦 ′ = −3π‘₯ 2 + 6π‘˜ ,
𝑦 ′ (3) = −27 + 6π‘˜ = 1
⟹ 6π‘˜ = 28
La funzione richiesta ha quindi equazione:
⟹ π‘˜=
14
3
𝑦 = −π‘₯ 3 + 28π‘₯ + 33
L’ordinata del punto di tangenza è: 𝑦(3) = −27 + 84 + 33 = 90 . La tangente è quindi:
𝑦 − 90 = 1 βˆ™ (π‘₯ − 3) ,
Suppletiva 2015 - Questionario
𝑦 = π‘₯ + 87
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QUESITO 3
Vengono lanciati due dadi. Dei due punteggi, viene considerato il maggiore; se sono
uguali, viene considerato il punteggio comune dei due dadi. Detto X il punteggio
registrato, riportare in una tabella la distribuzione di probabilità di X e mostrare che
5
𝑝(𝑋 = 3) = 36 . Calcolare inoltre la media e la varianza di X.
La variabile aleatoria X può assumere i valori 1, 2, 3, 4, 5, 6.
Calcoliamo le probabilità di X, tenendo presente che nel lancio di due dadi i casi possibili
sono 36 (6 possibilità per il primo dado e sei possibilità per il secondo).
Indichiamo con (a,b) la coppia di un risultato con a relativo al primo dado e b al secondo.
X=1 se si ha la coppia (1,1): p(X=1)=1/36.
X=2 se si hanno le coppie (1,2), (2,1), (2,2): p(X=2)=3/36.
X=3 se si hanno le coppie (1,3), (3,1), (2,3), (3,2), (3,3): p(X=3)=5/36.
X=4 se si hanno le coppie (1,4), (4,1), (2,4), (4,2), (3,4), (4,3), (4,4): p(X=4)=7/36
X=5 se si hanno le coppie (1,5), (5,1), (2,5), (5,2), (3,5), (5,3), (4,5), (5,4), (5,5):
p(X=5)=9/36
X=6 se si hanno le coppie (1,6), (6,1), (2,6), (6,2), (3,6), (6,3), (4,6), (6,4), (5,6), (6,5),
(6,6): p(X=6)=11/36
Abbiamo quindi la seguente tabella di distribuzione delle probabilità di X:
x
p(X=x)
1
1/36
2
3/36
3
5/36
4
7/36
5
9/36
6
11/36
5
Notiamo che, in particolare, si ha 𝑝(𝑋 = 3) = 36 .
La media di X è data da:
π‘š(𝑋) = π‘₯1 𝑝1 + π‘₯2 𝑝2 + π‘₯3 𝑝3 + π‘₯4 𝑝4 + π‘₯5 𝑝5 + π‘₯6 𝑝6
π‘š(𝑋) = 1 βˆ™
1
3
5
7
9
11 161
+2βˆ™
+3βˆ™
+4βˆ™
+5βˆ™
+6βˆ™
=
≅ 4.472
36
36
36
36
36
36
36
La varianza di X è data da:
π‘‰π‘Žπ‘Ÿ(𝑋) = 𝜎 2 = (π‘₯1 − π‘š)2 βˆ™ 𝑝1 + (π‘₯2 − π‘š)2 βˆ™ 𝑝2 + (π‘₯3 − π‘š)2 βˆ™ 𝑝3 + (π‘₯4 − π‘š)2 βˆ™ 𝑝4 +
+(π‘₯5 − π‘š)2 βˆ™ 𝑝5 + (π‘₯6 − π‘š)2 βˆ™ 𝑝6
161 2 1
161 2 3
161 2 5
161 2 7
) βˆ™
+ (2 −
) βˆ™
+ (3 −
) βˆ™
+ (4 −
) βˆ™
+
36
36
36
36
36
36
36
36
161 2 9
161 2 11 2555
+ (5 −
) βˆ™
+ (6 −
) βˆ™
=
≅ 1.971
36
36
36
36 1296
𝜎 2 = (1 −
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QUESITO 4
In un sistema di riferimento cartesiano nello spazio Oxyz sono dati i punti 𝐴 (−3, 4, 0) e
𝐢 (−2, 1, 2). I tre punti O, A e C giacciono su un piano E. Determinare l’equazione che
descrive il piano E.
Il generico piano ha equazione: π‘Žπ‘₯ + 𝑏𝑦 + 𝑐𝑧 + 𝑑 = 0 . Im ponendo il passaggio per i tre
punti O, A e C abbiamo:
𝑑=0
{ −3π‘Ž + 4𝑏 + 𝑑 = 0
;
−2π‘Ž + 𝑏 + 2𝑐 + 𝑑 = 0
𝑑=0
𝑑=0
3
3
𝑑=0
𝑏= π‘Ž
𝑏= π‘Ž
{ −3π‘Ž + 4𝑏 = 0 ;
;
4 ;
4
3
5
−2π‘Ž + 𝑏 + 2𝑐 = 0
−2π‘Ž + π‘Ž + 2𝑐 = 0
𝑐= π‘Ž
{
{
4
8
Quindi il piano E ha equazione:
3
5
π‘Žπ‘₯ + π‘Žπ‘¦ + π‘Žπ‘§ = 0
4
8
⟹ 8π‘₯ + 6𝑦 + 5𝑧 = 0
QUESITO 5
Determinare il volume del solido generato dalla rotazione attorno alla retta di equazione
π‘₯ = 2 della parte di piano delimitata dalla parabola di equazione 𝑦 2 = 8π‘₯ e dalla retta
stessa.
Trasliamo la retta e la parabola secondo il vettore 𝑣⃗ = (−2; 0); le equazioni di questa
traslazione sono:
{
𝑋 =π‘₯−2
π‘Œ=𝑦
⟹ {
π‘₯ =𝑋+2
𝑦=π‘Œ
L’equazione della retta 𝑋 = 0 (π‘Žπ‘ π‘ π‘’ 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 π‘œπ‘Ÿπ‘‘π‘–π‘›π‘Žπ‘‘π‘’)
La nuova parabola ha equazione: π‘Œ 2 = 8(𝑋 + 2) , π‘Œ 2 = 8𝑋 + 16
⟹ 𝑋=
π‘Œ 2 −16
8
La parte di piano compresa fra la retta e la parabola (segmento parabolico) deve ora
ruotare intorno all’esse delle y, come indicato in figura.
Il volume richiesto si può quindi ottenere mediante il calcolo del seguente integrale:
4
4
2
π‘Œ 2 − 16
πœ‹ 4 4
𝑉 = πœ‹ ∫ 𝑋 π‘‘π‘Œ = πœ‹ ∫ (
) π‘‘π‘Œ =
∫ (π‘Œ − 32π‘Œ 2 + 256) π‘‘π‘Œ =
8
64
−4
−4
−4
2
4
πœ‹ 4 4
πœ‹ π‘Œ 5 16 3
πœ‹ 45 32 3
=
∫ (π‘Œ − 32π‘Œ 2 + 256) π‘‘π‘Œ =
[ −
π‘Œ + 256π‘Œ] =
( −
βˆ™ 4 + 256 βˆ™ 4) =
32 0
32 5
3
32
5
3
0
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=
πœ‹ 8192 256𝝅 3
βˆ™
=
𝑒 ≅ 53.617 𝑒3 = 𝑉(π‘Ÿπ‘œπ‘‘π‘Žπ‘§π‘–π‘œπ‘›π‘’)
32 15
15
QUESITO 6
Preso un punto C su una semicirconferenza di diametro AB=2r, sia M il punto medio
dell’arco BC. Determinare il valore massimo che può assumere l’area del quadrilatero
ABMC.
πœ‹
Posto 𝐡𝐴̂𝐢 = π‘₯ risulta: 0 ≤ π‘₯ ≤ 2
Μ‚ 𝐢 = πœ‹ − π‘₯, essendo A ed M angoli opposti di un quadrilatero inscritto in una
Inoltre 𝐡𝑀
circonferenza. Essendo uguali gli archi CM e BM sono anche uguali le corde CM e BM;
perciò il triangolo BCM è isoscele sulla base BC. Inoltre:
𝐢𝐡̂ 𝑀 =
πœ‹ − (πœ‹ − π‘₯) π‘₯
=
2
2
Calcoliamo la misura del lato AC: 𝐴𝐢 = 2π‘Ÿ βˆ™ cos(π‘₯); quindi l’area del triangolo ABC è:
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π΄π‘Ÿπ‘’π‘Ž(𝐴𝐡𝐢) = 𝐴𝐢 βˆ™ 𝐴𝐡 βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ™
1
𝑠𝑒𝑛(π‘₯)
= 2π‘Ÿ βˆ™ cos(π‘₯) βˆ™ 2π‘Ÿ βˆ™
= 2π‘Ÿ 2 βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯)cos(π‘₯)
2
2
Calcoliamo la misura dei segmenti BM e CM (uguali). Per il teorema della corda risulta:
π‘₯
𝐢𝑀 = 2π‘Ÿ βˆ™ 𝑠𝑒𝑛 (2). L’area del triangolo BCM è quindi:
2
1
1
1
π‘₯
π΄π‘Ÿπ‘’π‘Ž(𝐡𝐢𝑀) = βˆ™ 𝐡𝑀 βˆ™ 𝐢𝑀 βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(πœ‹ − π‘₯) = βˆ™ 𝐢𝑀2 βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) = βˆ™ (2π‘Ÿ βˆ™ 𝑠𝑒𝑛 ( )) βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) =
2
2
2
2
π‘₯
1 − cos(π‘₯)
= 2π‘Ÿ 2 βˆ™ 𝑠𝑒𝑛2 ( ) βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) = 2π‘Ÿ 2 βˆ™
βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) = π‘Ÿ 2 βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ™ (1 − cos(π‘₯))
2
2
L’area del quadrilatero ABMC è quindi:
π΄π‘Ÿπ‘’π‘Ž(𝐴𝐡𝑀𝐢) = π΄π‘Ÿπ‘’π‘Ž(𝐴𝐡𝐢) + π΄π‘Ÿπ‘’π‘Ž(𝐡𝐢𝑀) =
= 2π‘Ÿ 2 βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) cos(π‘₯) + π‘Ÿ 2 βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ™ (1 − cos(π‘₯)) = π‘Ÿ 2 βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯)π‘π‘œπ‘ (π‘₯) + π‘Ÿ 2 βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) =
= π‘Ÿ 2 𝑠𝑒𝑛(π‘₯)(1 + cos(π‘₯))
Tale area è massima, per 0 ≤ π‘₯ ≤
𝑦 = 𝑓(π‘₯) = 𝑠𝑒𝑛(π‘₯)(1 + cos(π‘₯))
πœ‹
2
, se lo è la funzione:
Si tratta di una funzione continua (e derivabile) in un intervallo chiuso e limitato, quindi,
per il teorema di Weierstrass, ammette massimo e minimo assoluti, che sono da
ricercarsi fra i valori assunti agli estremi dell’intervallo e fra i valori nei punti che annullano
la derivata prima.
Calcoliamo i valori agli estremi dell’intervallo:
πœ‹
𝑓(0) = 0 , 𝑓 ( ) = 1
2
𝑓 ′ (π‘₯) = cos(π‘₯) (1 + cos(π‘₯)) + 𝑠𝑒𝑛(π‘₯)(−𝑠𝑒𝑛(π‘₯)) = cos(π‘₯) + cos 2 (π‘₯) − 𝑠𝑒𝑛2 (π‘₯) = 0 𝑠𝑒:
cos(π‘₯) + cos2 (π‘₯) − 1 + cos 2 (π‘₯) = 2 cos 2 (π‘₯) + cos(π‘₯) − 1 = 0;
cos(π‘₯) =
−1 ± 3
1
π‘‘π‘Ž 𝑐𝑒𝑖 cos(π‘₯) = −1 𝑒 cos(π‘₯) =
4
2
Se cos(π‘₯) = −1 , π‘₯ = πœ‹: π‘›π‘œπ‘› π‘Žπ‘π‘π‘’π‘‘π‘‘π‘Žπ‘π‘–π‘™π‘’
1
πœ‹
πœ‹
Se cos(π‘₯) = 2 , π‘₯ = 3 . Per tale valore di x risulta: 𝑓 ( 3 ) =
πœ‹
√3
2
1
3
βˆ™ (1 + 2) = 4 βˆ™ √3 ≅ 1.3
Il massimo valore si ha quindi per π‘₯ = 3 : per tale valore il quadrilatero ha area massima,
che vale:
3
3
π΄π‘Ÿπ‘’π‘Ž(𝐴𝐡𝑀𝐢) = π‘Ÿ 2 βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ™ (1 − cos(π‘₯)) = π‘Ÿ 2 βˆ™ βˆ™ √3 = √3π‘Ÿ 2 = π΄π‘Ÿπ‘’π‘Ž π‘šπ‘Žπ‘ π‘ π‘–π‘šπ‘Ž
4
4
Osserviamo che il quadrilatero di area massima è il semi-esagono regolare inscritto nella
circonferenza.
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QUESITO 7
Una fabbrica produce mediamente il 3% di prodotti difettosi. Determinare la probabilità
che in un campione di 100 prodotti ve ne siano 2 difettosi, usando:
ο‚· la distribuzione binomiale;
ο‚· la distribuzione di Poisson.
La probabilità che un pezzo sia difettoso è pari a 0.03 = 𝑝; la probabilità che un pezzo
non sia difettoso è quindi π‘ž = 1 − 𝑝 = 0.97.
Calcoliamo, nei due casi richiesti, la probabilità che su 100 prodotti ve ne siano 2
difettosi.
Distribuzione binomiale.
Ricordiamo che, secondo la distribuzione binomiale, la probabilità che su n prove si
abbiamo x successi è data da:
𝑛
100
𝑝(𝑛, π‘₯) = ( ) 𝑝 π‘₯ βˆ™ π‘ž 𝑛−π‘₯ = 𝑝(100,2) = (
) 0.032 βˆ™ 0.9798 ≅ 0.225 ≅ 22.5 %
π‘₯
2
Distribuzione di Poisson.
Ricordiamo che, secondo la distribuzione di Poisson, la probabilità che su n prove si
abbiamo x successi è data da:
πœ†π‘₯ βˆ™ 𝑒 −πœ†
𝑝=
π‘₯!
Dove πœ†, valor medio, è dato da: πœ† = 𝑛𝑝 = 100 βˆ™ 0.03 = 3; quindi:
πœ†π‘₯ βˆ™ 𝑒 −πœ† 32 βˆ™ 𝑒 −3
9
𝑝=
=
= 3 ≅ 0.224 ≅ 22.4 %
π‘₯!
2!
2𝑒
Come si vede le due probabilità sono praticamente uguali.
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QUESITO 8
Provare che la funzione 𝑦 = 𝑒 π‘₯ − 𝑑𝑔π‘₯ ha infiniti zeri, mentre la funzione 𝑦 = 𝑒 π‘₯ − π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘”π‘₯
non ne ha alcuno.
Rappresentiamo nello stesso piano cartesiano le funzioni di equazioni:
𝑓(π‘₯) = 𝑒 π‘₯
𝑒
𝑔(π‘₯) = 𝑑𝑔(π‘₯)
Data la periodicità della funzione tangente,
che assume in ogni periodo ogni valore reale
e dato il fatto che la funzione esponenziale è
definita e continua su tutto l’asse reale
(assumendo valori sempre positivi), i due
grafici si intersecano infinite volte: ciò
equivale a dire chela funzione 𝑦 = 𝑒 π‘₯ − 𝑑𝑔π‘₯
ha infiniti zeri.
Procediamo in modo analogo per la funzione 𝑦 = 𝑒 π‘₯ − π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘”π‘₯.
Rappresentiamo nello stesso piano cartesiano le funzioni di equazioni:
𝑓(π‘₯) = 𝑒 π‘₯
𝑒
β„Ž(π‘₯) = π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘”(π‘₯) .
Osservando che la funzione h è
πœ‹
πœ‹
compresa tra − 2 𝑒 2 e che per x
positivi è al di sotto della bisettrice del
primo e terzo quadrante, da grafico delle
due funzioni si deduce che non ci sono
punti di intersezione: ciò equivale a dire
chela funzione 𝑦 = 𝑒 π‘₯ − π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘”π‘₯
non ammette zeri.
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QUESITO 9
Calcolare la derivata della funzione 𝑓(π‘₯) = π‘₯ βˆ™ 𝑒 π‘₯ , adoperando la definizione di derivata.
In base alla definizione di derivata si ha:
𝑓(π‘₯ + β„Ž) − 𝑓(π‘₯)
β„Ž→0
β„Ž
𝑓 ′ (π‘₯) = lim
𝑓
′ (π‘₯)
𝑓(π‘₯ + β„Ž) − 𝑓(π‘₯)
(π‘₯ + β„Ž) βˆ™ 𝑒 π‘₯+β„Ž − π‘₯ βˆ™ 𝑒 π‘₯
(π‘₯ + β„Ž) βˆ™ 𝑒 π‘₯+β„Ž − π‘₯ βˆ™ 𝑒 π‘₯
= lim
= lim
= lim
=
β„Ž→0
β„Ž→0
β„Ž→0
β„Ž
β„Ž
β„Ž
π‘₯ βˆ™ 𝑒 π‘₯+β„Ž + β„Ž βˆ™ 𝑒 π‘₯+β„Ž − π‘₯ βˆ™ 𝑒 π‘₯
π‘₯ βˆ™ 𝑒 π‘₯+β„Ž − π‘₯ βˆ™ 𝑒 π‘₯ + β„Ž βˆ™ 𝑒 π‘₯+β„Ž
= lim
= lim
=
β„Ž→0
β„Ž→0
β„Ž
β„Ž
π‘₯ βˆ™ 𝑒 π‘₯ (𝑒 β„Ž − 1) + β„Ž βˆ™ 𝑒 π‘₯+β„Ž
π‘₯ βˆ™ 𝑒 π‘₯ (𝑒 β„Ž − 1)
β„Ž βˆ™ 𝑒 π‘₯+β„Ž
= lim
+ lim
= π‘₯ βˆ™ 𝑒 π‘₯ + 𝑒 π‘₯ = 𝑓 ′ (π‘₯)
β„Ž→0
β„Ž→0
β„Ž→0
β„Ž
β„Ž
β„Ž
= lim
N.B.
Abbiamo usato il limite notevole:
π‘’β„Ž − 1
lim
=1
β„Ž→0
β„Ž
QUESITO 10
Sia la derivata seconda di una funzione reale 𝑓(π‘₯) data da 𝑓 ′′ (π‘₯) = 3π‘₯ − 6 . Determinare
l’espressione di 𝑓(π‘₯), sapendo che il grafico della funzione passa per il punto 𝑃 (2, −7) e
che l’angolo formato dalla tangente al grafico di 𝑓(π‘₯) con l’asse 𝑦 nel punto di ascissa
π‘₯ = 0 vale 45°.
Da 𝑓 ′′ (π‘₯) = 3π‘₯ − 6 ricaviamo:
3
𝑓 ′ (π‘₯) = ∫(3π‘₯ − 6 ) 𝑑π‘₯ = π‘₯ 2 − 6π‘₯ + π‘Ž , π‘π‘œπ‘› π‘Ž π‘π‘Žπ‘Ÿπ‘Žπ‘šπ‘’π‘‘π‘Ÿπ‘œ π‘Ÿπ‘’π‘Žπ‘™π‘’
2
3 2
1
𝑓(π‘₯) = ∫ ( π‘₯ − 6π‘₯ + π‘Ž ) 𝑑π‘₯ = π‘₯ 3 − 3π‘₯ 2 + π‘Žπ‘₯ + 𝑏 , π‘π‘œπ‘› 𝑏 π‘π‘Žπ‘Ÿπ‘Žπ‘šπ‘’π‘‘π‘Ÿπ‘œ π‘Ÿπ‘’π‘Žπ‘™π‘’
2
2
Siccome il grafico della funzione passa per 𝑃 (2, −7), risulta:
−7 = 4 − 12 + 2π‘Ž + 𝑏 ⟹
𝑏 = 1 − 2π‘Ž
Il coefficiente angolare della tangente al grafico di 𝑓(π‘₯) nel punto di ascissa π‘₯ = 0 è dato
da:
π‘š = 𝑓 ′ (0) = π‘Ž
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La tangente al grafico della funzione nel punto ascissa π‘₯ = 0 forma con l’asse y un
angolo di 45°, quindi formerà con l’asse x un angolo 𝛼 di 135° oppure 45° (si veda la
figura seguente), perciò:
𝑑𝑔(𝛼) = π‘š = ±1 = π‘Ž
La tangente al grafico della funzione nel punto di ascissa nulla, dovendo formare un
angolo di 45° con l’asse y, può avere una delle due possibili rappresentazioni:
Si hanno quindi due soluzioni:
Se π‘Ž = 1 (tangente la retta r) risulta 𝑏 = 1 − 2π‘Ž = −1; in tal caso la funzione ha
equazione:
1
1
𝑓(π‘₯) = π‘₯ 3 − 3π‘₯ 2 + π‘Žπ‘₯ + 𝑏 = π‘₯ 3 − 3π‘₯ 2 + π‘₯ − 1 = 𝑓(π‘₯)
2
2
Se π‘Ž = −1 (tangente la retta s) risulta 𝑏 = 1 − 2π‘Ž = 3; in tal caso la funzione ha
equazione:
1
1
𝑓(π‘₯) = π‘₯ 3 − 3π‘₯ 2 + π‘Žπ‘₯ + 𝑏 = π‘₯ 3 − 3π‘₯ 2 − π‘₯ + 3 = 𝑓(π‘₯)
2
2
N.B.
Se l’angolo fra la tangente e l’asse y è considerato orientato, con la convenzione
secondo cui gli angoli positivi sono quelli orientati in senso antiorario, abbiamo solo la
prima soluzione (l’angolo che ha come primo lato la tangente e secondo lato l’asse y è
+45° nel primo caso appunto, indicato nel grafico con la retta r in verde continuo).
Con la collaborazione di Angela Santamaria
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