COMUNICATO STAMPA Paziente salvo grazie a delicato intervento al cuore: operazione su tre valvole e impianto di una membrana bovina Una membrana di origine animale permette di salvare il cuore di un paziente con un delicatissimo intervento. È accaduto al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena dove un uomo di 43 anni, residente a Cortona e non idoneo al trapianto di cuore a causa di una grave condizione polmonare, è stato sottoposto ad un intervento di ricostruzione della parte centrale del cuore con una membrana di pericardio bovino. “Il paziente – spiega il professor Mario Chiavarelli, direttore della Cardiochirurgia – era già stato sottoposto a Parigi, da bambino, a sostituzione della valvola aortica e riparazione della valvola mitralica e rioperato a Firenze nel 2002 per sostituzione della mitrale ma aveva due valvole troppo piccole per sopravvivere a lungo termine. Inoltre i polmoni erano continuamente a rischio di edema e si era danneggiata anche la valvola tricuspide”. Unica soluzione era il trapianto di cuore per cui il paziente era stato inviato al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena. “Purtroppo – continua Chiavarelli - il danno ai polmoni era così avanzato da precludere il trapianto. È stato quindi operato per la terza volta con successo allargando ambedue gli anelli valvolari che risultavano troppo piccoli per accogliere una protesi di misura adeguata. Si è dovuto inoltre rimuovere in parte l’anello calcificato della valvola mitrale, sostituire le protesi valvolari precedentemente impiantate e riparare la valvola tricuspide”. Al mondo sono stati effettuati pochissimi casi di riparazione con ‘doppio allargamento’ per problemi cardiaci di solito legati ad endocarditi, infezioni che danneggiano le valvole cardiache e in alcuni casi il corpo fibroso tra la valvola aortica e la mitrale. L’intervento è stato eseguito lo scorso 15 febbraio dal professor Chiavarelli, coadiuvato dai dottori Gianni Capannini e Gianluca Lucchese e da tre cardioanestesisti, i dottori Felicetta Simeone, Irene Rossi e Marco Garosi. “La delicata operazione – conclude Chiavarelli - ha creato un nuovo equilibrio del sistema cardiovascolare che ha richiesto il supporto, per molti giorni, di un team multidisciplinare di medici, infermieri, fisioterapisti, tecnici e specializzandi, fino alla dimissione a casa avvenuta il 19 aprile, dopo 2 mesi e mezzo in ospedale”.