ARISCHIA
FRAZIONE DELL’AQUILA
BENI CULTURALI
E TERREMOTO
Emergenze culturali
Chiesa della Madonna della Cona
Chiesetta cimiteriale del XVI secolo poco fuori del paese di Arischia.
Danni subiti
Temporaneamente inagibile. Danni alle strutture.
Chiesa di S. Benedetto Abate
La chiesa di San Benedetto Abate venne edificata nel XII secolo e menzionata
per la prima volta nel Catalogus Baronum. La fonte ricorda che già nel 1157
intorno all’Abbaziale di San Benedetto si iniziarono ad aggregare i primi abitanti
della frazione aquilana. Edificata su una preesistente struttura, ne riutilizzò i
sotterranei trasformandoli in cripta sepolcrale.
L’edificio a croce latina si presenta a tre navate divise da arcate con abside
rettangolare poco profondo e altari simmetrici sulle navatelle. La facciata, con
paramenti di conci in pietra legati con malta, riflette all’esterno la ripartizione
interna; la parte centrale, con coronamento a spiovente, è più alta delle laterali
con coronamento piano. Tale tipologia architettonica la troviamo anche nella
chiesa di Santa Maria Assunta a Bominaco. In corrispondenza con l’asse delle
navate sulla facciata principale si aprono tre portali sovrastati da altrettanti rosoni
finemente scolpiti di cui, quello centrale di maggiori dimensioni è collocato nella
parte più alta.
Il portale centrale, datato al XV secolo, è riccamente lavorato con lesene
scanalate, semicolonne e capitelli con monogramma cristologico tra due rosette.
I portali laterali, quasi uguali tra loro, presentano stipiti a pietra scolpita a gole e
listelli ed hanno sulla sommità lo stemma e la testa di cavallo e nastro con
iscrizione. Il portale di destra riporta l’iscrizione del 1786.
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La chiesa a causa di numerosi danni sismici e bellici subì, nel corso dei secoli,
numerosi rimaneggiamenti che ne modificarono l’aspetto originale.
Danni subiti
Inagibile. Gravi lesioni alle strutture portanti.
Convento di S. Nicola
II convento francescano di S. Nicola in Arischia esisteva già nel 1248 e
dipendeva dal monastero di S. Spirito d’Ocre. Nel 1303 il Priore di S. Spirito, in
qualità di procuratore di Casanova, dopo aver esibito la Bolla di papa Alessandro
IV accordata al Monastero e agli altri da questo dipendenti, ricorre al vescovo
dell’Aquila, Nicola Castrocelli (1294-1303), e chiede di non essere molestato nei
suoi diritti. Il vescovo dichiara conseguentemente i suddetti monasteri esenti
delle tasse e proibisce, pena la scomunica, di importunare i monaci.
Distrutto quasi completamente dal terremoto che colpì la zona nel 1349 e
ricostruito l’anno successivo da Iacobuccio Gaglioffi, il convento di S. Nicola si
presenta al visitatore come un vero paradiso di bellezze naturali e di incanto
spirituale. Dalle anguste finestre delle caratteristiche celle, si gode e si ammira il
meraviglioso scenario della valle amiternina e dei molti paesi che lo circondano.
Il convento apparteneva ai Padri Clareni, francescani dissidenti ai quali papa
Celestino V aveva concesso l’autonomia del suo Ordine e l’abitato dei suoi
eremiti in seguito alla richiesta avanzata da due francescani Spirituali, Angelo
Clareno e Fra’ Liberato (rispettivamente Pietro da Fossombrone e Pietro da
Macerata), che appunto chiesero e ottennero dal neoeletto Celestino
l’autorizzazione a staccarsi dall’Ordine.
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Nel 1460, per volontà di Anton Battista Gaglioffi con Breve di papa Pio II, in
data 13 gennaio il convento passò ai frati Minori della Provincia Osservante
Abruzzese.
II muro di cinta del convento venne ricostruito nel 1639, come attestato sul
portale del lato est, dal popolo di Arischia, che ne conserva la proprietà dal 1250
al 1944, anno in cui fu venduto dal comune dell’Aquila per 44.000 lire.
Nel 1750, in data 14 maggio, il Ministro Generale, padre Raffaele da Lugagnano,
lo dichiarò Ritiro e come tale fu riconosciuto e confermato anche da Papa
Benedetto XIV nel 1772, dietro petizione del Servo di Dio P. Giorgio Clamici di
Bosnia, che vi mori il 21 agosto 1784.
Nel 1824 e nel 1836 furono riattivate le mura che cingevano il convento e il
chiostro e, dal 3 gennaio 1872 fino al 31 dicembre del 1880, il convento di S.
Nicola fu anche cimitero della popolazione arischiese, poiché nella chiesa
parrocchiale non vi era più posto per le sepolture.
Nel corso dei secoli S. Nicola ha sempre costituito un centro di attrazione per i
religiosi e i fedeli che, ancora oggi, vi accorrono numerosi.
Danni subiti
Inagibile. Danni alle strutture.
Fontana
La fontana si compone di una vasca circolare con parapetto ritmato da
semicolonnine coronate da un bordo modanato. Al centro è posto un semplice
stelo circolare a sostegno di un bacino con quattro cannule; in corrispondenza di
queste ultime, sono posti sulla vasca principale, quattro sostegni di ferro per
conche.
Danni subiti
Non si segnalano danni
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Fonte degli Archi
L'antica Fonte, denominata volgarmente "j'àrchi", si trova nei pressi del campo
sportivo di Arischia. Essa è costituita da una massiccia e parallelepideda
costruzione, realizzata in pietra ad incerto, sul cui prospetto principale si aprono
tre archi a tutto sesto delimitati da una cornice a conci squadrati.
Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura
Danni subiti
Non si segnalano danni
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