Fabry@Home: un modello assistenziale centrato sul paziente! Francesca Brambillasca, Letterio Dizione, Fabio Perrone Caregiving Italia – società specializzata nell’assistenza domiciliare a malattie rare e complesse Contesto! Il Progetto Fabry@Home! La Malattia di Fabry (MF) è una malattia genetica, con interessamento sistemico, causata dal deficit di un enzima lisosomiale, per la quale oggi è disponibile una terapia basata sulla somministrazione endovenosa dell’enzima carente (Terapia Enzimatica Sostitutiva – TES). L’obiettivo principale del progetto Fabry@Home, avviato nel 2008 grazie al sostegno finanziario di Shire HGT, è di offrire un modello assistenziale che porti la TES al domicilio del paziente, migliorando in questo modo la sua Qualità di Vita, e garantendo al tempo stesso gli standard di sicurezza ospedalieri. Tale terapia prevede un’infusione della durata di circa un’ora da effettuarsi ogni 14 giorni per tutta la vita, in unità specializzate (spesso distanti decine di chilometri dalla residenza dei pazienti) che obbligano il paziente e i suoi familiari a continui accessi ospedalieri. In questo studio riportiamo i dati relativi all’impatto sulla qualità di vita dei pazienti di un nuovo modello assistenziale centrato sul paziente chiamato “Fabry@Home” Fabry@Home offre al paziente e ai suoi familiari: Pazienti e Metodi! Le condizioni di eleggibilità dei pazienti alla terapia domiciliare prevedono: 1. Condizioni cliniche stabili 2. Almeno 10 infusioni in regime ospedaliero 3. Nessuna reazione avversa alla TES nelle ultime 4 infusioni Ai fini del presente studio abbiamo osservato la percezione della Qualità di Vita dei pazienti con il questionario EQ5 a tempo 0 e a 6-12 mesi dall’avvio della terapia domiciliare, sono stati inoltre considerati come indicatori dell’efficacia del modello assistenziale: la continuità assistenziale infermieristica, il numero di richieste d’interruzioni della terapia domiciliare, il minor numero di giorni di lavoro persi per la somministrazione, il risparmio di chilometri anno per accessi ospedalieri legati alla somministrazione, il numero di richieste di cambio infermiere, l’aderenza terapeutica e l’aderenza al follow-up di malattia. • Un infermiere, sempre lo stesso, specificatamente formato sulla patologia e sulla terapia, che effettuerà le infusioni domiciliari • Un medico, specializzato nelle malattie d’accumulo lisosomiali, a supporto dell’infermiere per tutta la durata della terapia domiciliare a garanzia della sicurezza della somministrazione • Un coordinatore infermieristico, esperto nella progettazione di modelli assistenziali, a garanzia del rispetto dei protocolli assistenziali e della qualità assistenziale • Un servizio di consegna domiciliare del farmaco che garantirà l’arrivo del farmaco nel giorno dell’infusione Contatti ! • www.caregiving.it • [email protected] Risultati! Dal gennaio 2009 al ottobre 2011, periodo di osservazione, 56 pazienti hanno beneficiato del Servizio (30 femmine e 26 maschi; età media 42 anni e un range da 14 a 72 anni; 8 studenti, 25 impiegati e 23 non occupati), afferenti a 20 Centri Clinici diversi. Sono state effettuate oltre 1.100 infusioni domiciliari (2-71 infusioni per paziente) Tutti i pazienti hanno avuto un miglioramento della Qualità di Vita (questionario EQ5) con il maggior incremento osservato a 6 mesi dall’inserimento nel Servizio rimanendo stabile nei mesi successivi • Il 98% delle infusioni sono state effettuate dallo stesso infermiere • Nessun paziente ha richiesto il cambio dell’infermiere La frequenza di somministrazione (ogni 14 giorni) è stata garantita nel 97,6% dei casi sensibilmente superiore alla media del trattamento in regime ospedaliero • Nessun paziente ha richiesto l’interruzione del Servizio • Tu t t i i p a z i e n t i h a n n o rispettato il follow up di malattia • M i n o r i t r a s f e r i m e n t i a l Centro Clinico (-1.200 km/ anno) grazie all’azzeramento degli accessi ospedalieri per effettuare la terapia (distanza media 50 km) • Mediamente 18 giorni/anno recuperati per mancati accessi ospedalieri Conclusioni La nostra esperienza ci ha dimostrato che l’offerta di un modello assistenziale costruito intorno al paziente, progettato al fine di offrire un trattamento domiciliare in termini di sicurezza analogo a quello ospedaliero ma che risponda al contempo alle sue necessità e che si caratterizzi per un approccio umanizzato e personalizzato, in pazienti affetti da una patologia cronica come la Malattia di Fabry, consenta di essere un’alternativa sicura ed efficace alle cure ospedaliere incidendo in modo determinante sul miglioramento della percezione del proprio stato di malattia e conseguentemente sulla Qualità di Vita.