Conoscere... •l’atomo e le particelle subatomiche • i principali modelli atomici •il significato di notazione atomica • il significato di configurazione elettronica completa ed esterna •l’importanza della tavola periodica degli elementi • le principali proprietà periodiche degli elementi Essere in grado di... •definire l’atomo e le particelle atomiche • descrivere l’evoluzione del modello atomico •riconoscere l’atomo dato il suo numero atomico • scrivere la notazione atomica di un elemento • determinare il numero di particelle subatomiche dalla notazione atomica • ricavare dalla tavola periodica le configurazioni elettroniche complete ed esterne • dedurre dalla tavola periodica le variazioni delle proprietà periodiche unità 1 2 3 4 costanti calcolatrice c2 La struttura atomica moderna La luce: onde di energia radiante La luce: quanti di energia Il modello atomico di Bohr Il modello atomico a strati La configurazione elettronica La natura ondulatoria degli elettroni Il modello quantomeccanico La sequenza di riempimento degli orbitali unità 1 2 3 4 c1 All’interno dell’atomo Le particelle subatomiche I primi modelli atomici Il nucleo atomico La radioattività unità 1 2 3 4 5 6 7 8 glossario La struttura della materia tavola periodica Obiettivi del modulo c x÷ –+ indice modulo i g t c c3 La tavola periodica La tavola di Mendeleev e la scoperta della periodicità La tavola periodica moderna L’energia di ionizzazione e i livelli energetici Le proprietà periodiche NEL LIBRO DIGITALE Approfondimenti • Gli esperimenti di Thomson • Gli esperimenti di Goldstein • Gli esperimenti di Chadwick •Q uando la radioattività incontra la medicina • L’energia nucleare • L’effetto fotoelettrico • Il riempimento degli orbitali Videoesperienze filmate • E ffetti della fiamma ossidante Esperimenti virtuali • Modelli atomici ed esperienza di Rutherford Sintesi, test e verifiche interattive Password to chemistry …e in più sul web Esperienze guidate • Saggi alla fiamma • Determinazione della lunghezza del legame C–C modulo c La struttura della materia i g t c x÷ –+ Prima di affrontare lo studio di questo modulo, verifica di... Conoscere e saper utilizzare i multipli e sottomultipli delle unità di misura 1. Associa ciascuno dei seguenti multipli e sottomultipli al corrispondente prefisso: a. micro- b. milli- c. nano- d. deci- 2. Completa le seguenti equivalenze: 1. 10-1 2. 10-3 3. 10-6 4. 10-9 a. 2163 Å = ……................……….. m b. 327,11 cm = ……................………. m c. 9,83 · 10-12 m = ……................……….. nm d. 0,154 cm = ……................……….. Å e. 15 mm = ……................……….. nm f. 60 µm = ……................……….. Å Conoscere l’energia e le sue unità di misura 3. 4. 5. 6. Qual è l’unita di misura dell’energia nel SI? ....................................................................................................................... Quali sono le due principali forme di energia? ................................................................................................................ A quanti J corrispondono 500 cal? ........................................................................................................................................... Calcola le calorie fornite da 50 g di biscotti il cui valore energetico è 2049 kJ/100g ........................... .......................................................................................................................................................................................................................... Sapere che cos’è la massa atomica relativa 7. 8. Qual è il campione di riferimento usato per le masse atomiche? ......................................................................... a. Br2O ....................................................................................... c. Br2O5 ............................................................................................. b. Br2O3 ....................................................................................... d. Br2O7 ............................................................................................. 9. Calcola la massa molecolare di: a. CaCl2 b. Al(OH)3 . .................................................................................................................................................................................................... Sapendo che la massa atomica del bromo, Br, è 80 u e quella dell’ossigeno,O, è 16 u, calcola la massa molecolare dei seguenti composti: ......................................................................................................................................................................................................... Saper esprimere i numeri in notazione esponenziale 10. Esprimi in notazione esponenziale i seguenti numeri: a. 0,000045 b. 6020000000 ........................................................................................................................................................................................ a. 5,04 · 107 . ...................................................................................................................................................................................... b. 1,6 · 10-8 . ...................................................................................................................................................................................... . a. 32 000 000 : 0,00042 = b. 3 · 10-4 + 2 · 10-5 = c. 7,2 · 10-8 – 1,5 · 10-9 = ........................................................................................................................................................................................... 11. Esprimi le seguenti notazioni esponenziali nei corrispondenti numeri: 12. Esegui i seguenti calcoli utilizzando la notazione esponenziale: ............................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................ .............................................................................................................................................................. i g t c unità c1 obiettivo Scoprire che l’atomo non è indivisibile, ma è un’entità costituita da tre particelle subatomiche x÷ –+ All’interno dell’atomo 1 Le particelle subatomiche Già dal VI secolo a.C. i Greci avevano scoperto che gli oggetti di ambra, se strofinati con un panno di lana, si elettrizzano e acquistano la capacità di attrarre corpi molto leggeri, come pagliuzze o pezzetti di carta. Ancora oggi, per descrivere questi fenomeni, utilizziamo il temine elettricità, dal greco elektron che significa ambra. Non tutti i materiali però si elettrizzano allo stesso modo: l’ambra e il vetro, per esempio, una volta elettrizzati, si comportano in maniera differente in quanto uno attira i materiali respinti dall’altra. Ciò lascia supporre che esistono due differenti tipi di elettricità. Per convenzione, viene chiamata elettricità negativa, indicata con il segno meno (–), quella che può essere assunta dall’ambra e da altri materiali resinosi; chiamiamo invece elettricità positiva, indicata col segno più (+), quella assunta dal vetro e da altri materiali di natura vetrosa. Questi fenomeni possono essere spiegati solo ammettendo che la materia possiede delle unità elementari, le cariche elettriche, in grado di essere trasferite da un oggetto a un altro. Dal momento che sono stati evidenziati due tipi di elettricità (positiva e negativa), bisogna dedurre che anche le cariche elettriche devono essere di due tipi: cariche positive e cariche negative. Studiando più a fondo i fenomeni elettrostatici, si è potuto stabilire inoltre che due corpi carichi di elettricità di segno opposto si attraggono, mentre due corpi carichi di elettricità di segno uguale si respingono. Da ciò possiamo dedurre che: Fig. 1 Una bacchetta di vetro, elettrizzata positivamente, attrae a sé piccoli pezzi di carta. cariche elettriche dello stesso segno si respingono; cariche elettriche di segno opposto si attraggono. Questi fenomeni e altri ancora, come per esempio la conducibilità elettrica dei metalli, indussero gli scienziati ad avere seri dubbi sul fatto che l’atomo fosse realmente la particella più elementare della materia, e cominciarono a chiedersi se al suo interno non esistessero particelle ancora più piccole. Attraverso gli esperimenti condotti nel 1897 da J. Thomson, che per primo scoprì i raggi catodici e quelli di Goldstein, che per primo scoprì i raggi anodici, è stato possibile dimostrare l’esistenza di due tipi di particelle elementari di natura elettrica, l’elettrone e il protone, che sono contenute all’interno dell’atomo e vengono pertanto chiamate particelle subatomiche. 72 modulo c La struttura della materia i g t c x÷ –+ Più tardi, nel 1932, Chadwick, con un geniale esperimento, scoprì l’esistenza di un altro tipo di particelle subatomiche che, essendo prive di carica, vennero chiamate neutroni. Gli esperimenti di Thomson, di Goldstein e di Chadwick portarono non solo alla scoperta dell’esistenza delle tre particelle subatomiche, ma permisero anche di conoscerne le proprietà. Pertanto si può dire che l’atomo non è più la particella ultima di cui è costituita la materia, in quanto, a sua volta, è formato da tre particelle elementari: l’elettrone, il protone e il neutrone. L’elettrone Clicca qui per accedere alla scheda sugli esperimenti di Thomson L’elettrone ha una massa di 9,1 · 10–31 kg e una carica elettrica di –1,6 · 10–19 C, come determinato da Millikan con un ingegnoso esperimento. Tale particella, alla quale per convenzione è stato attribuito il valore di carica elettrica -1, viene identificata con il simbolo e-. Gli elettroni, e-, sono le più piccole particelle con carica elettrica negativa presenti negli atomi. Scoperti da Thomson, gli elettroni sono le particelle più importanti in quanto da essi dipendono tutte le proprietà chimiche degli elementi. Il protone Clicca qui per accedere alla scheda sugli esperimenti di Goldstein Il protone ha una massa di 1,67 · 10–27 kg che, come ricorderai, corrisponde alla massa di 1 u e risulta 1836 volte più grande di quella dell’elettrone. La sua carica elettrica, determinata da Wien, corrisponde a quella dell’elettrone, ma è di segno opposto. A questa particella quindi, identificata con il simbolo p+, per convenzione viene attribuito il valore di carica elettrica +1. I protoni, p+, sono le più piccole particelle con carica elettrica positiva presenti negli atomi. I protoni, come gli elettroni, sono tra loro identici, indipendentemente dall’atomo di appartenenza, e sono numericamente uguali agli elettroni; pertanto l’atomo, e di conseguenza la materia tutta, risulta elettricamente neutro. Il neutrone Clicca qui per accedere alla scheda sugli esperimenti di Chadwick Il neutrone, scoperto da Chadwick, è la terza particella elementare presente nell’atomo; in accordo con il suo nome, è privo di carica elettrica, ma ha una massa di 1,67 · 10–27 kg, uguale a quella del protone e quindi corrispondente a 1 u. Esso è identificato con il simbolo n0. I neutroni, n0, sono particelle con massa uguale a quella dei protoni, ma privi di carica, presenti negli atomi. Anche i neutroni, come le altre particelle subatomiche, sono tutti uguali tra loro qualunque sia l’atomo di appartenenza. Nella tabella che segue sono raccolte le caratteristiche fondamentali delle tre particelle subatomiche. Tab. 1 Particelle subatomiche Particella Simbolo subatomica elettrone protone neutrone e– p+ n0 Carica relativa Massa relativa Posizione relativa –1 +1 0 1/1836 1 1 intorno al nucleo nel nucleo nel nucleo i g t c unità c1 All’interno dell’atomo x÷ –+ I costituenti dell’atomo Dal momento che gli atomi di tutti gli elementi sono costituiti dalle stesse particelle elementari (elettroni, protoni e neutroni), l’atomo di un elemento si distingue da quello di un altro non per la natura delle sue particelle, ma soltanto per il loro numero. Pertanto, riepilogando, possiamo affermare che: l’atomo può essere considerato come la più piccola entità di un elemento di cui conserva le caratteristiche chimiche, che dipendono soltanto dal numero di elettroni e protoni in esso contenuti. Clicca qui per eseguire il test interattivo STOP test di controllo Completa le frasi inserendo le parole mancanti. Scegli il completamento corretto tra quelli proposti. 1. I protoni sono le più 3. L’atomo è elettricamente neutro in quanto il numero di particelle con …….......................….. carica elettrica …….......................….. presenti negli atomi. 2. Il neutrone ha massa uguale a quella del ....................….., che corrisponde alla massa relativa di ……...................…... obiettivo Mettere a confronto i primi modelli atomici cogliendone la loro evoluzione storica protoni in esso presenti è uguale... a al numero dei neutroni b al numero degli elettroni c alla somma degli elettroni e dei neutroni 2 I primi modelli atomici L’indivisibilità dell’atomo daltoniano non poté più essere accettata dopo la scoperta delle particelle subatomiche. Si pose quindi il problema di trovare un nuovo modello atomico che tenesse conto dell’esistenza di tali particelle. + + – – + – – + + + – + + – Fig. 2 Il modello atomico di Thomson. – elettroni Nel 1903 J. Thomson propose un modello che dava dell’atomo l’immagine di una sfera omogenea carica positivamente, all’interno della quale si trovano gli elettroni, come “l’uvetta all’interno del panettone”, senza una disposizione spaziale definita. Il modello di Thomson comunque non resse a lungo, ma fu messo in crisi dagli esperimenti che un suo allievo, E. Rutherford, condusse a Cambridge, dove il neozelandese Thomson lavorò tra il 1909 e il 1911. Gli esperimenti di Rutherford riguardavano in particolare lo studio della radioattività e per questo suo lavoro, nel 1908, ricevette il premio Nobel. Egli riuscì a dimostrare che le radiazioni emesse dal polonio (un elemento radioattivo), chiamate raggi α, contenevano particelle positive identiche a quelle dell’atomo di elio privato dei suoi elettroni. In seguito a tali scoperte Rutherford mise a punto un famoso esperimento col quale sconfessò l’atomo di Thomson. particelle α + + – + Fig. 3 Ecco che cosa si aspettava Rutherford in accordo con il modello atomico di Thomson. – – + – – + + + – + – L’esperimento consisteva nel bombardare con raggi α un sottile foglio d’oro, osservando su uno schermo fluorescente gli effetti che tali radiazioni producevano dopo averlo attraversato. Così come si aspettava, Rutherford osservò che le particelle α, per la maggior parte, passavano indisturbate attraverso la lamina d’oro e ciò era in accordo con il modello proposto da Thomson. 73 modulo 74 Clicca qui per eseguire l’esperimento virtuale Modelli atomici ed esperienza di Rutherford c + + – rivelatore in movimento – + + + + – + Fig. 4 L’esperimento ideato da Rutherford. + – – + + particelle leggermente deviate raggio di particelle α particelle α + – + – – x÷ –+ Alcuni anni più tardi però Geiger, un brillante allievo di Rutherford, ripeté questo esperimento con una metodica più raffinata, che gli permise di osservare che alcune particelle α venivano deviate, altre addirittura rimbalzate indietro. sorgente di particelle α particelle α i g t c La struttura della materia – – + gran parte + – delle particelle α non viene deviata + – particelle non deviate + particelle fortemente –deviate + + – + + alcune particelle α vengono leggermente deviate + + alcune particelle α vengono fortemente deviate Questo risultato stupì notevolmente il suo maestro Rutherford, che considerò tale fenomeno il più sorprendente della sua vita, commentandolo con queste parole: “È stato l’evento più incredibile che mi sia mai capitato. È come se sparaste un proiettile da quindici pollici contro un foglio di carta e questo rimbalzasse indietro nucleoa colpirvi”. In seguito a questi esperimenti il modello di Thomson non era più soddisfacente, pertanto Rutherford ne propose un altro che fosse in accordo con i nuovi fenoatomo nucleare meni osservati. Egli immaginò l’atomo come uno spazio vuoto con gli elettroni che si muovono Fig. 5 Ecco che cosa avviene in accordo con il modello atomico al suo interno. Solo così, infatti, si poteva giustificare il fatto che la maggior parte (nucleare) di Rutherford. delle particelle α attraversavano indisturbate la lamina d’oro. nucleo Al centro, invece, immaginò che vi fosse una porzione di spazio infinitamente piccoprotoni la rispetto allediametro dimensioni dell’atomo, il nucleo atomico, che conteneva i protoni. neutroni atomo atomo nucleare -8 cm 10 elettroni In tal modo si giustificava il motivo per cui solo le particelle positive α che passavano in prossimità del nucleo positivo venivano deviate per effetto della repulsione, mennucleo tre quelle chediametro lo10centravano venivano addirittura rimbalzate indietro. -13 cm elettroniSecondo il modello atomico di Rutherford (Fig. 6), si può affermare che: nucleo atomo nucleare nucleo protoni neutroni elettroni Fig. 6 Il modello atomico di Rutherford. elettroni diametro atomo 10-8 cm diametro nucleo 10-13 cm atomo nucleare l’atomo è costituito da un nucleo centrale dove si concentrano tutta la carica positiva e la massa; gli elettroni, molto più leggeri dei protoni, occupano lo spazio vuoto attorno al nucleo, ruotando attorno ad esso come i pianeti attorno al Sole; il diametro dell’atomo calcolato da Rutherford è 1 · 10–8 cm, mentre quello del nucleo, centomila volte più piccolo, è 1 · 10–13 cm. i g t c unità c1 All’interno dell’atomo x÷ –+ Inoltre Rutherford, per giustificare l’eccessiva densità nel nucleo, ipotizzò che, assieme ai protoni, esso dovesse contenere anche delle particelle neutre. Venti anni dopo infatti, nel 1932, J. Chadwick, un suo studente, scoprì tali particelle, i neutroni, e, per questo motivo, anch’egli fu insignito del premio Nobel. STOP test di controllo Clicca qui per eseguire il test interattivo Stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere(V) o false(F). 1. Il modello atomico nucleare è stato introdotto V F da Rutherford. 2. Protoni ed elettroni sono uniformemente V F distribuiti nell’atomo di Thomson. obiettivo Saper rappresentare con la notazione atomica i vari isotopi di un elemento 3. Nel nucleo atomico si concentrano tutta la carica negativa e la massa. 4. Nel modello dell’atomo di Rutherford gli elettroni ruotano attorno al nucleo. V F V F 3 Il nucleo atomico Dal momento che gli elettroni, i protoni e i neutroni sono tutti uguali indipendentemente dall’atomo di appartenenza, che cosa distingue l’atomo di un elemento da quello di un altro? L’identità di ogni atomo va proprio ricercata nel nucleo e dipende dal numero di particelle in esso contenute. Ogni elemento, infatti, possiede nel suo nucleo un caratteristico numero di protoni. Questo numero è chiamato numero atomico, indicato con il simbolo Z, e costituisce il “numero di identificazione” di un atomo. Ciascuna specie atomica è caratterizzata da un numero di identificazione, chiamato numero atomico dell’elemento e indicato con la lettera Z, che esprime il numero di protoni contenuti nel suo nucleo. Dal momento che l’atomo è neutro, Z corrisponde anche al numero di elettroni in esso presenti. Oltre ai protoni, nel nucleo sono presenti anche i neutroni che, come si è detto, hanno massa uguale a quella dei protoni; il numero totale di protoni e neutroni costituisce il numero di massa, indicato con la lettera A. Il numero di massa A è il numero totale di protoni e neutroni presenti nel nucleo di un atomo. Per rappresentare in maniera immediata l’atomo di un qualsiasi elemento E si utilizza la notazione atomica che riporta alla sinistra del simbolo dell’elemento il numero di massa A e il numero atomico Z, rispettivamente posti ad apice e a pedice. numero di massa (p+ e n0) A Z numero atomico (p+) E simbolo dell'elemento Segui l’esempio Calcola il numero di protoni, elettroni e neutroni presenti nell’atomo di cloro rappresentato dalla notazione 37 17 Cl. – Il numero in alto indica il numero di massa: A = 37 – Il numero a pedice indica il numero atomico: Z = 17. Tale numero corrisponde al numero di protoni e quindi di elettroni. – Dalla differenza A – Z possiamo allora calcolare il numero di neutroni: numero Numero neutroni = A – Z = 37 – 17 = 20 dimassa Pertanto l’atomo possiede 17 protoni, E A 17 elettroni e 20 neutroni. Z numero atomico Applica Calcola simbolo il numero di neutroni contenuti nei sedell'elemento 14 C 26 Si 15 O guenti atomi: 32 15 P 6 14 8 75 c modulo 76 i g t c La struttura della materia Gli isotopi x÷ –+ o o In natura soltanto venti elementi presentano 1 H atomi 1 Dcon un numero fisso 1 H di neu1T troni nel nucleo; tutti gli altri, invece, presentano atomi con un numero di neutroni variabile. Pertanto è possibile avere atomi dello stesso elemento con lo stesso numero atomico Z, ma con differente numero di massa A. Tali elementi vengono chiamati isotopi. 2 2 3 3 Gli isotopi di uno stesso elemento sono atomi che hanno lo stesso numero di protoni e di elettroni, ma diverso numero di neutroni. L’idrogeno, per esempio, per il 99,9% è costituito da atomi contenenti un protone e nessun neutrone. Esso pertanto avrà Z = 1 e A = 1. Il restante 0,1% dell’idrogeno presente in natura è costituito da due suoi isotopi, il deuterio e il tritio. Il deuterio è costituito da atomi che hanno un nucleo contenente un protone e un neutrone (Z = 1; A = 2), mentre il tritio, nel nucleo dei suoi atomi, contiene un protone e due neutroni (Z = 1; A = 3). neutrone protone 1 1H 2 1H idrogeno Fig. 7 Rappresentazione degli isotopi dell’idrogeno. oppure 2 1D 3 1H deuterio oppure 3 1T tritio Gli isotopi di uno stesso elemento posseggono lo stesso numero atomico e quindi lo stesso numero di protoni ed elettroni. Le loro proprietà chimiche sono quindi identiche, e per questo motivo sono rappresentati dallo stesso simbolo. Possono però differire per le loro proprietà fisiche. L’esistenza degli isotopi giustifica il motivo per cui gran parte degli elementi hanno massa atomica espressa da numeri decimali, mentre il numero di massa di un isotopo è espresso da numeri interi. Poiché gli elementi contengono una miscela di vari isotopi in percentuali ben determinate e costanti, la massa atomica viene determinata come media ponderale dei numeri di massa degli isotopi presenti. In natura, per esempio, qualunque campione di cloro contiene il 75% dell’isotopo 35 e il 25% dell’isotopo 37. 35 17 Cl 37 17 Cl La massa atomica relativa è pertanto 35,5 così come risulta dal calcolo della media ponderale: massa atomica relativa = 35u · 0,75 + 37u · 0,25 = 35,5u Clicca qui per eseguire il test interattivo STOP test di controllo Completa le frasi inserendo le parole mancanti. Scegli il completamento corretto tra quelli proposti. 1. Il numero atomico indica il numero di 3. Gli isotopi di uno stesso elemento hanno diverso numero... ……..................….. a di massa b di protoni c di elettroni presenti nell’atomo di un elemento e si indica con la lettera …….......................…... 4. Il deuterio rispetto all’idrogeno possiede in più... 2. Il numero di massa è il numero totale di ……...............….. e di …….......................….. presenti nel nucleo e si indica con la lettera …….......................…... a un elettrone b un protone c un neutrone 5. Gli isotopi hanno proprietà chimiche... a uguali b simili c diverse unità c1 All’interno dell’atomo i g t c x÷ –+ obiettivo 4 La radioattività Conoscere le proprietà del nucleo e il fenomeno della radioattività La stabilità di un atomo è legata alla stabilità del suo nucleo. In un nucleo, infatti, debbono coesistere a distanza molto ravvicinata particelle cariche positivamente, i protoni, che tenderebbero a respingersi. Spetta alle particelle neutre, i neutroni, il compito di assicurare la stabilità del nucleo atomico inserendosi tra i protoni, in maniera da “annullare” le forze repulsive tra cariche elettriche dello stesso segno. Da ciò consegue che quanto maggiore è il numero dei protoni, tanto maggiore dovrebbe essere il numero dei neutroni necessari alla stabilità del nucleo. Esiste infatti un rapporto ottimale neutroni/protoni che conferisce al nucleo la massima stabilità. Quando tale rapporto è molto elevato, il nucleo diventa instabile e tende a stabilizzarsi mediante l’espulsione di alcuni suoi frammenti sotto forma di radiazioni. Clicca qui per accedere alla scheda Quando la radioattività incontra la medicina Emettendo radiazioni, però, il nucleo dell’elemento instabile si trasforma in quello di un altro elemento più stabile; se il nucleo formatosi risulta a sua volta instabile, esso emetterà altre radiazioni e così via fino ad arrivare alla formazione di un nucleo stabile. Tale fenomeno viene denominato decadimento radioattivo. Le trasformazioni nucleari Studiando il comportamento degli elementi radioattivi in presenza di un campo elettrico sono stati messi in evidenza tre tipi di emissioni: le radiazioni a: hanno carica positiva. Sono costituite da nuclei di elio (He++): sono quindi formate da due protoni e due neutroni e hanno massa pari a 4u. A causa della loro massa, le particelle α non sono penetranti e quindi sono poco pericolose; le radiazioni b: hanno carica negativa. Si tratta di elettroni emessi da neutroni che si trasformano in protoni. Poiché la loro massa è molto piccola, riescono a penetrare attraverso la pelle, ma possono essere fermate da sottili strati metallici; le radiazioni g: sono prive di carica e di massa. Sono radiazioni elettromagnetiche con elevata energia e molto penetranti, che possono essere bloccate solo da pareti di spessore elevato. alluminio piombo calcestruzzo β + Fig. 8 a) Ecco come vengono deviate le radiazioni α e β in vicinanza di un campo elettrico. b) Potere penetrante delle radiazioni su diversi tipi di materiali. sorgente radioattiva - γ α radiazioni alfa radiazioni beta radiazioni gamma neutroni a) Il tempo di decadimento b) Il tempo che impiega un nucleo instabile a trasformarsi in un nucleo stabile viene detto tempo di decadimento, ma ciò non può essere considerato una grandezza caratteristica di ciascuna sostanza radioattiva. 77 78 modulo c i g t c La struttura della materia x÷ –+ Invece, il tempo impiegato dalla metà di una quantità qualsiasi di nuclei radioattivi per trasformarsi in nuclei più stabili è sempre costante qualunque siano la massa iniziale e la temperatura, come si vede nel grafico in Figura 9. Tale grandezza, denominata tempo di dimezzamento o periodo di semitrasformazione, è una proprietà caratteristica di ogni specie radioattiva. No Numero di nuclei radioattivi No /2 No /4 No /8 Fig. 9 Con t1/2 è indicato il tempo impiegato per dimezzare progressivamente una quantità di nuclei radioattivi. Clicca qui per accedere alla scheda sull’energia nucleare 2t 1 t1 /2 /2 3t 1 4t 1 /2 tempo /2 Esistono isotopi radioattivi che hanno un tempo di dimezzamento dell’ordine di miliardi di anni e che esistono, quindi, fin dall’origine dell’universo. Ve ne sono altri, invece, che hanno un tempo di dimezzamento molto più breve, dell’ordine di anni, giorni o addirittura secondi. Si può ammettere che questi ultimi “discendano” dal decadimento dei primi, i quali possono essere considerati i loro “capostipiti”. Gli elementi capostipiti e quelli da essi generati costituiscono le cosiddette famiglie radioattive. Tra le famiglie radioattive più importanti ricordiamo quelle i cui capostipiti sono: 238 92 U, 235 92 U, 232 90 Th Tutte e tre le famiglie, per decadimento, producono isotopi del piombo stabili. Tab. 2 Tempo di dimezzamento di alcuni isotopi Isotopi 14 C 6 32 P 15 129 Cs 55 131 53 I 194 84 Po 222 86 Rd 226 88 Ra 230 90 Th 238 92 U Tipo di emissione Tempo di dimezzamento β – 5730 anni 14,3 giorni 32 ore 8,07 giorni 0,5 secondi 3,82 giorni 1590 anni 8 · 10 4 anni 4,5 · 10 9 anni β – β – e γ β– α α α e γ α e γ α e γ STOP test di controllo Completa le frasi inserendo le parole mancanti. 1. Le radiazioni alfa sono le radiazioni beta sono …….............................….. ……...........................….., di elio, 2. Il tempo impiegato dalla ……............................….. di una mentre le qualsiasi quantità di nuclei per trasformarsi in nuclei …….........................….. più …….............................….. è sempre ……...........................….. prive di …….........................….. e di ……..............................…... e viene detto tempo di ……................................................…... radiazioni gamma sono radiazioni Clicca qui per aprire la sintesi dei concetti principali i g t c Verifica unità c1 1 2 All’interno dell’atomo I primi modelli atomici qualche fenomeno che renda conto della natura elettrica della materia. 2. Attraverso quali esempi puoi evidenziare l’esistenza di due tipi di elettricità? 3. Che tipo di forza si instaura tra due corpi, entrambi carichi di elettricità positiva? 4. La materia è costituita da particelle cariche. Come puoi spiegare che la materia, nel suo insieme, risulta elettricamente neutra? 5. Quante 6. In quali particelle risiede la carica negativa? 7. Quale 8. Descrivi il modello atomico di Thomson e spiega in La radioattività 15. Inserisci in ciascun quadratino la lettera della parola chiave corrispondente alla definizione. 1. la regione al centro dell’atomo che contiene protoni e neutroni 2. a tomo di uno stesso elemento che ha un differente numero di neutroni 3. u n modo simbolico per esprimere la composizione di un nucleo atomico 4. il valore che indica il numero di protoni e neutroni presenti nel nucleo di un atomo 5. p roprietà di emettere spontaneamente radiazioni manifestata da parte di elementi costituiti da atomi con nuclei instabili 6. il valore che indica il numero di protoni presenti nel nucleo di un atomo 7. la più piccola entità di un elemento che ne conserva le caratteristiche chimiche che dipendono soltanto dal numero di elettroni e protoni in esso contenuti 8. il tempo impiegato dalla metà di una quantità qualsiasi di nuclei per trasformarsi in nuclei più stabili a.notazione atomica b.nucleo atomico c. numero atomico d.isotopo e.numero di massa f. atomo g.radioattività h.tempo di dimezzamento e quali sono le particelle elementari che costituiscono l’atomo? delle tre particelle subatomiche possiede massa minore? che cosa si differenzia da quello di Rutherford. Il nucleo atomico . 1 Descrivi 3 4 Le particelle subatomiche . x÷ –+ 79 9. In quale parte dell’atomo risiedono la carica positiva e la massa? 10. Quale fenomeno indusse Rutherford a proporre un modello di atomo nucleare? 11. Conoscendo il numero di protoni di un atomo, come puoi determinare il numero di elettroni in esso contenuti? . 12. Stabilisci la collocazione di elettroni, protoni e neutroni nel modello atomico di Rutherford. 13. Indica approssimativamente le dimensioni in cm di un atomo e del suo nucleo. 14. Schematizza graficamente il percorso delle particelle che attraversano il sottile foglio d’oro dell’esperienza di Rutherford, spiegandone il comportamento. 16. Come puoi calcolare il numero di neutroni presenti nel nucleo di un atomo? 17. Come puoi spiegare che le masse atomiche relative degli elementi spesso sono espresse da numeri decimali? 18. Che cosa esprime il numero di massa di un elemento? 19. Come puoi rappresentare in maniera immediata l’atomo di un elemento? Verifica i g t c 80 unità c1 All’interno dell’atomo x÷ –+ 20. In che cosa differiscono gli atomi di due isotopi di un elemento? 29. Determina il numero atomico Z e il numero di massa A di un atomo che possiede 50 protoni e 69 neutroni. 21. Ritieni che un atomo con un elevato rapporto neutroni/protoni sia stabile? 30. Per ciascuno dei seguenti isotopi determina il numero dei protoni e dei neutroni presenti nel nucleo: 22. Che cos’è il tempo di dimezzamento di un elemento radioattivo? 23. Descrivi le caratteristiche dei tre tipi di radiazioni emesse dagli elementi radioattivi. a. 238 92 U b.234 91 Pa ................. c. 227 89 Ac ................. ................. 31. Un elemento E ha un numero atomico Z = 9 e un numero di massa A = 19. Stabilisci quanti protoni, neutroni ed elettroni sono presenti nei suoi atomi. . 24. Calcola il numero di neutroni contenuti in ciascuno dei seguenti isotopi: a. 42 He . . . . . . . .......... c. 105 B ................. b.32 16 S . . . . . . . . ......... d.44 20 Ca ................. 25. Calcola il numero di neutroni contenuti in ciascuno dei seguenti isotopi: a. 157 N . . . . . . . . ......... c. 26 12 Mg b.52 24 Cr . . . . . . . . ......... d.58 28 Ni ................. ................. 26. Scrivi la notazione atomica di un elemento E che possiede 17 protoni e 18 neutroni. 32. Un atomo ha numero atomico Z = 15 e numero di massa A = 31. Stabilisci: a.di quale elemento si tratta; b.quanti protoni, neutroni ed elettroni possiede. 33. Un atomo ha numero atomico Z = 6 e numero di massa A = 12. Stabilisci: a.di quale elemento si tratta; b.quanti protoni, neutroni ed elettroni possiede. 34. Un atomo ha numero di massa A = 28 e possiede 14 elettroni. Stabilisci: a.di quale elemento si tratta; b.quanti neutroni possiede. 27. Scrivi la notazione atomica di un elemento E che possiede 27 protoni e 32 neutroni. 35. Per quanti neutroni differiscono i due isotopi 37Cl e 35Cl? 28. Determina il numero atomico Z e il numero di massa A di un atomo che possiede 39 protoni e 19 neutroni. 36. Indica la massa atomica in u dell’alluminio, che in natura è presente con un solo isotopo stabile 27 13 Al. Verifica le competenze 37. Completa gli spazi vuoti della tabella e, fra tutti gli elementi riportati, indica quali sono gli isotopi di uno stesso elemento. Simbolo Numero di protoni Numero di neutroni Numero di elettroni Na 0 1 1 1 1H 2 1H 3 1H C 6 Mg Numero atomico Numero di massa 11 1 1 23 6 12 12 38. Calcola la massa atomica in u del magnesio, Mg, che in natura è presente per il 78,6% come isotopo 26Mg, per l’11,3% come isotopo 27Mg e al 10,1% come isotopo 25Mg. 39. Un elemento radioattivo ha un tempo di dimezzamento di 12 giorni. Quanti giorni occorrono affin- 12 ché un campione di questo elemento si riduca di 1 4 della quantità iniziale? 40. Un elemento radioattivo ha un tempo di dimezzamento di 10 giorni. Calcola quanti grammi di un campione di 5 g di questo elemento rimangono dopo 20 giorni. i g t c x÷ –+ i g t c unità c2 obiettivo La struttura atomica moderna 1 La luce: onde di energia radiante Sapere che la luce è costituita da onde la cui energia dipende dalla frequenza Fig. 1 La lunghezza d’onda è un parametro caratteristico delle onde. lunghezza d’onda lunghezza d’onda lunghezza d’onda lunga = bassa frequenza = bassa energia lunghezza d’onda corta = alta frequenza = alta energia x÷ –+ Un importante contributo alle conoscenze della struttura atomica è stato dato dalla spettroscopia, che studia in che modo la luce interagisce con la materia. Ma che cos’è la luce? La luce, o radiazione luminosa, è costituita da onde di energia che si irraggiano attraverso lo spazio. Per capire come è fatta la luce possiamo paragonare un raggio luminoso che viaggia nello spazio alle onde che si muovono nell’oceano. Fin dal XVII secolo i fisici sostenevano che la luce avesse un comportamento ondulatorio e che le sue onde, come quelle del mare, fossero fatte di creste separate da avvallamenti, caratterizzate da due parametri: la lunghezza d’onda, la distanza che intercorre tra due massimi (creste) o due minimi (avvallamenti). Si indica con l (si legge “lambda”) e si misura in nanometri (nm), un sottomultiplo del metro che equivale a 10–9 m; la frequenza, che esprime il numero di cicli d’onda (successione di massimi e di minimi) che passano per un dato punto nell’unità di tempo. Si indica con n (si legge “ni”) e la sua unità di misura è l’hertz (Hz), che equivale a 1 ciclo al secondo. La luce si propaga nel vuoto con velocità sempre costante. Tale velocità di propagazione rappresenta la velocità con cui si sposta un punto di massimo o di minimo dell’onda. Essa dipende dal tipo di onda e dalle caratteristiche del mezzo in cui si propaga. Per le onde luminose nel vuoto la velocità c è uguale a 3 · 108 m/s ed è sempre costante. I parametri λ, ν e c sono legati dalla relazione: c λ= — ν Ciò significa che la lunghezza d’onda λ e la frequenza ν sono tra loro inversamente proporzionali (Fig. 1). L’energia di un’onda varia al variare della frequenza: per percorrere la stessa distanza, infatti, le onde a più alta frequenza devono compiere un maggior numero di cicli e quindi possiedono più energia. modulo 82 Fig. 2 La luce, attraversando il prisma, si scompone nei vari colori dello spettro. c x÷ –+ i g t c La struttura della materia Le radiazioni luminose, come sappiamo, possono assumere diversi colori. Ma da che cosa dipende il colore che percepiamo? La grandezza da cui dipende il colore di una radiazione luminosa è la lunghezza d’onda. Pertanto, a ogni colore corrisponde una ben determinata λ. Così, per esempio, al violetto corrisponde una bassa lunghezza d’onda (400 nm), mentre al rosso è associata una lunghezza d’onda alta (700 nm). La luce che l’occhio umano riesce a percepire ricopre soltanto un limitato intervallo continuo di lunghezze d’onda, il campo del visibile, compreso tra 400 e 700 nm. Esso corrisponde alle radiazioni luminose che vanno dal violetto al rosso (Fig. 3). Si chiamano invece radiazioni ultraviolette quelle che hanno valori di lunghezza d’onda inferiori a 400 nm e radiazioni infrarosse quelle con lunghezze d’onda superiori a 700 nm. La luce bianca, come la luce del Sole, è l’insieme continuo di tutte le frequenze e quindi di tutti i colori che vanno dal violetto al rosso. Infatti, se un fascio di luce bianca passa attraverso un prisma di vetro, osserviamo che esso si separa in tutti i colori di cui è costituita, quelli che ci mostra l’arcobaleno (Fig. 2). Pertanto: si chiama spettro continuo la striscia luminosa in cui si susseguono ininterrottamente i colori della luce visibile, dal violetto al rosso. L’insieme delle radiazioni visibili è solo una banda ristretta nell’ampio campo di lunghezze d’onda delle onde elettromagnetiche, che comprendono le radiazioni non visibili come gli infrarossi e gli ultravioletti, i raggi γ, i raggi X, le microonde e le onde radio e TV. Fig. 3 Lo spettro della luce solare, la cui caratteristica è una variazione continua di colore, dal violetto (λ = 400 nm) al rosso (λ = 700 nm). 5 · 10–7 raggi gamma raggi X ultravioletti 10–12 10–10 10–8 spettro visibile 4 · 10–7 6 · 10–7 7 · 10–7 onde radio infrarossi 4 · 10–7 7 · 10–7 10–4 microonde 10–2 onde corte 1 onde medie 102 onde lunghe 104 lunghezze dʼonda in metri STOP test di controllo Completa le frasi inserendo le parole mancanti. 1. La che intercorre tra due massimi o 3. Se la velocità di propagazione di un’onda è costan- due minimi corrisponde alla …….......................….. d’onda. te, la lunghezza d’onda e la frequenza dell’onda sono …….......................….. 2. La frequenza di un’onda esprime il numero di ……............. ........................................….. che passano per un dato punto nell’…….......................….. di tempo. ….............................................….. proporzionali. 4. Dalla luce solare si ottiene uno spettro ……..................….. di colori che vanno dal ……................….. al ……...............…... unità c2 La struttura atomica moderna i g t c x÷ –+ obiettivo 2 La luce: quanti di energia Sapere che l’energia non è continua, ma è costituita da unità discrete tinua ia con energ a) La fisica classica, fino alla fine del XIX secolo, considerava la luce e gli altri tipi di radiazioni come “treni d’onda continui” e ciò era in accordo con numerosi fenomeni ottici. Lo spettro della luce bianca, per esempio, dà origine a un insieme continuo di colori, che dal rosso sfuma al violetto. Se però facciamo passare attraverso un prisma la luce emessa da una lampada che contiene un’atmosfera rarefatta di idrogeno, lo spettro che si ottiene non è più lo spettro continuo, come quello della luce bianca, ma è uno spettro “discreto” formato da un certo numero di “righe”, e per questo chiamato spettro a righe. Tale spettro non può essere interpretato con la sola teoria ondulatoria della fisica classica. a ontinu c ia dis I numerosi tentativi energ da parte dei fisici dell’epoca per spiegare questo tipo di fenomeno non diedero risultati soddisfacenti, finché nel 1900 Max Planck, un fisico tedesco, avanzò un’idea rivoluzionaria riguardante l’energia. Egli ipotizzò che: l’energia non viene emessa o assorbita in maniera continua, ma sotto forma di piccole quantità discrete, dette quanti. Per l’energia, infatti, si può dare un’interpretazione analoga a quella che Dalton aveva dato per la materia. L’energia, come la materia, non può essere suddivisa all’infinito, ma fino a una quantità minima, il quanto, al di sotto della quale, analogamente all’atomo, l’energia perde le sue qualità. ia energ ntinua disco b) Fig. 4 Un modo schematico per rappresentare uno spettro continuo (a) e uno spettro a righe (b). Clicca qui per accedere alla scheda sull’effetto fotoelettrico Nel 1905 Einstein provò ad applicare l’ipotesi di Planck per spiegare un altro importante fenomeno della luce: l’effetto fotoelettrico. I dati sperimentali emersi da tale effetto non sono spiegabili se alla luce viene associata soltanto una natura ondulatoria. Einstein, infatti, fu indotto a confermare l’ipotesi che la luce potesse manifestare anche una natura corpuscolare. Solo così, infatti, si poteva spiegare il fatto che particelle dotate di sufficiente energia potevano essere in grado di spostare altre particelle, piccole come gli elettroni. A tali particelle di energia venne dato il nome di fotoni, che si identificano con i quanti di energia ipotizzati da Planck. In altre parole, la luce può essere considerata come un insieme di radiazioni composte da particelle elementari, i fotoni, a ognuno dei quali è associata una ben precisa quantità di energia. Tale quantità dipende dalla frequenza della luce e si può calcolare con l’equazione espressa da Planck: E=hν La costante di proporzionalità h assegnata da Planck (h = 6,626 · 10–34 J · s) mette in relazione l’energia E emessa da una radiazione luminosa con la sua frequenza ν. Clicca qui per eseguire il test interattivo STOP test di controllo Stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere(V) o false(F). 1. Lo spettro della luce bianca è un insieme continuo di colori. 2. La luce emessa da una lampada a idrogeno dà luogo a uno spettro continuo. 3. I fotoni corrispondono ai quanti di energia ipotizzati da Planck. V F V F V F Completa inserendo le parole mancanti. 4. L’energia non può essere suddivisa all’……....................….., ma fino a una quantità minima, il …….......................….., al di sotto della quale perde le sue …….......................…... 5. L’energia di una radiazione luminosa è pari al prodotto della costante di …….................….. per la ……..................…... 83 modulo obiettivo Sapere che il modello atomico di Bohr è basato sulla quantizzazione dell’energia c x÷ –+ i g t c La struttura della materia 3 Il modello atomico di Bohr Fig. 5 Il modello atomico “planetario” di Rutherford. Il modello “planetario” di Rutherford, anche se geniale, non teneva in considerazione un importante principio fondamentale della fisica classica, peraltro confermato sperimentalmente, secondo cui una particella carica in movimento perde continuamente energia. In accordo con tale principio, anche gli elettroni, in quanto cariche elettriche in movimento, ruotando attorno al nucleo, dovrebbero gradualmente perdere energia per muoversi lungo orbite sempre più piccole, fino a cadere sul nucleo atomico. Ciò comporterebbe “l’annientamento dell’atomo” e quindi la distruzione della materia, cosa ovviamente inammissibile. Questo problema fu affrontato da N. Bohr, fisico danese, che nel 1911 si trasferì in Inghilterra per lavorare come ricercatore, dapprima a Cambridge sotto la guida di J. Thomson, successivamente a Manchester con Rutherford, proprio quando quest’ultimo aveva dimostrato l’esistenza del nucleo. Per superare l’inadeguatezza del modello atomico di Rutherford, nel 1913 Bohr suggerì che gli elettroni ruotano attorno al nucleo, ma le orbite che essi descrivono non possono stare a qualsiasi distanza dal nucleo, ma solo a distanze ben definite, corrispondenti a quantità definite di energia, chiamate livelli energetici. Secondo tale modello, infatti, l’energia associata agli elettroni doveva essere “quantizzata”, potendo assumere soltanto determinati valori. Tale teoria era in perfetto accordo con la teoria dei quanti espressa da Planck soltanto tredici anni prima. In tal modo a ogni elettrone veniva associata una ben determinata energia, tale da consentirgli di percorrere traiettorie circolari, ben precise, chiamate orbite stazionarie. Il modello atomico di Bohr era certamente un modello geniale che dava un’affascinante immagine degli elettroni negli atomi, ma non era supportato da prove sperimentali. Tuttavia, dopo avere esaminato lo spettro a righe dell’idrogeno, Bohr realizzò che tale fenomeno era in perfetto accordo con il suo modello atomico e quindi ne costituiva una eccellente evidenza sperimentale. n=6 n ` 6 0 n=5 5 n=4 4 n=3 serie visibile n=2 n=1 + serie infrarossa serie ultravioletta Fig. 6 Spettro di emissione dell’idrogeno. energia x 1020 (J/atomi) 84 3 infrarossa 100 200 218 visibile ultravioletta 2 1 Come possiamo infatti spiegare che il gas idrogeno, se opportunamente eccitato, dà luogo allo spettro di emissione a righe e non a uno spettro continuo? Secondo il modello di Bohr, un elettrone che ruota nella sua orbita non acquista né perde energia. Quando però, per effetto di una scarica elettrica o per riscaldamento, gli elettroni di un atomo assumono quanti di energia, passano dallo stato fondamentale a uno stato eccitato: ciò si traduce in un salto dalle normali orbite loro permesse ad altre orbite superiori che hanno un contenuto di energia più alto. i g t c Clicca qui per vedere il filmato Saggi alla fiamma unità c2 La struttura atomica moderna x÷ –+ Quando gli elettroni, dallo stato eccitato ritornano allo stato fondamentale, restituiscono l’energia assunta sotto forma di radiazione luminosa, la cui energia corrisponde proprio alla differenza di energia tra due livelli. Per questo motivo l’atomo di idrogeno può dar luogo a radiazioni luminose ben precise, le righe, le cui energie corrispondono proprio a quelle che l’elettrone restituisce per ritornare nel suo stato fondamentale. idrogeno Ecco perché, nello spettro dell’idrogeno, si possono osservare tre righe ben distinte: la rossa, la blu-verde e la violetta che, come puoi osservare in Figura 6, corriidrogeno spondono ai tre salti energetici che sono permessi ai suoi elettroni. Ulteriori studi sugli spettri di emissione degli altri elementi hanno rivelato che ciascun elemento possiede un caratteristico spettro a righe. Tale osservazione indica come ciascun elemento possieda livelli energetici ben determinati che lo contraddistinguono da tutti gli altri. Pertanto, lo mercurio spettro di emissione di un elemento può essere considerato la sua “impronta digitale” e quindi utilizzato per la sua identificazione. mercurio neon neon Fig. 7 Spettri di emissione del mercurio e del neon. Riepilogando, secondo il modello atomico di Bohr si può affermare che: l’atomo è costituito da un nucleo dove si trovano i protoni e i neutroni; gli elettroni ruotano attorno al nucleo descrivendo orbite circolari ben determinate, chiamate orbite stazionarie; finchè un elettrone ruota nella sua orbita, non acquista né cede energia; le orbite sono quantizzate, cioè sono nettamente separate, e la loro distanza dal nucleo è in funzione dell’energia a esse associata; se opportunamente eccitato, l’elettrone può saltare da un orbita a un’altra di livello energetico superiore, assumendo quantità di energia discrete, uguale alla differenza di energia tra le due orbite; l’elettrone, ritornando allo stato fondamentale, emette una luce di frequenza caratteristica che nello spettro appare come una riga colorata. Clicca qui per eseguire il test interattivo STOP test di controllo Completa le frasi inserendo le parole mancanti. Completa le frasi in modo corretto. 1. Secondo il modello di Bohr, l’energia associata agli elettroni è ……......................................….. potendo assumere soltanto valori …….......................…... 2. Le orbite …….....................................….. che l’elettrone percorre senza sono le traiettorie …….....................................….. né …….....................................….. energia. 3. Un elettrone eccitato... a si sposta in un’orbita superiore b si sposta in un’orbita inferiore c rimane nella stessa orbita 4. Un elettrone emette luce... a quando ruota nella propria orbita b quando è eccitato c quando torna allo stato fondamentale 85 modulo 86 c La struttura della materia i g t c x÷ –+ 4 Il modello atomico a strati obiettivo Sapere che all’interno di ogni livello principale di energia esistono i sottolivelli Il modello atomico proposto da Bohr ben si adattava all’atomo di idrogeno che, avendo un solo elettrone, presentava soltanto tre righe nel suo spettro di emissione. Gli altri elementi, invece, avendo un numero più elevato di elettroni, presentavano spettri molto più complessi con numerose righe, quindi, più difficili da interpretare. Sebbene Bohr non fosse in grado di interpretarli, egli intuì che i livelli energetici dovevano essere “strati” o “gusci” elettronici, all’interno dei quali c’erano dei sottolivelli in cui erano collocati gli elettroni. I livelli principali di energia venivano numerati dal più basso, n = 1, al più alto, n = 7, in quanto sette livelli erano sufficienti a descrivere le strutture elettroniche di tutti gli elementi presenti nella tavola periodica. I sottolivelli, invece, venivano contraddistinti con le lettere s sharp (netto), p principal (principale), d diffused (diffusa) e f, fundamental (fondamentale), che caratterizzano i vari tipi di righe presenti negli spettri di emissione degli elementi. Il numero di sottolivelli di ciascun livello principale è uguale al numero del rispettivo livello principale di energia. Per i primi quattro livelli si rileva che: il 1° livello (n = 1) presenta un solo sottolivello chiamato s; il 2° livello (n = 2) presenta due sottolivelli, chiamati rispettivamente s e p; il 3° livello (n = 3) presenta tre sottolivelli che vengono chiamati s, p e d; il 4° livello (n = 4) presenta quattro sottolivelli chiamati s, p, d e f. Tab. 1 Distribuzione elettronica in livelli e sottolivelli Livello Numero max Sottolivello energetico elettroni per livello (2n2) Numero max elettroni per sottolivello 1 2 s 2 2 8 s 2 p 6 3 s 2 p 6 d 10 4 s 2 p 6 d 10 f 14 18 32 Per identificare un sottolivello, si scrive la lettera che lo contraddistingue preceduta dal numero n del livello a cui appartiene. Per esempio, per n = 1 esiste solo il sottolivello 1s, mentre per n = 2 esistono i due sottolivelli 2s e 2p, e così via. Il numero massimo di elettroni in ciascun sottolivello dipende dal tipo di sottolivello che li contiene. In particolare: il sottolivello s contiene al massimo 2 elettroni; il sottolivello p contiene al massimo 6 elettroni; il sottolivello d contiene al massimo 10 elettroni; il sottolivello f contiene al massimo 14 elettroni. Per trovare il numero massimo di elettroni contenuti in un livello principale di energia, basta sommare gli elettroni contenuti nei suoi sottolivelli. Tale numero corrisponde alla formula: Numero max di elettroni = 2 n2 i g t c 4f 4d 4p 3d 4s 3p 3s n=4 n=3 energia crescente unità c2 La struttura atomica moderna x÷ –+ 2p n=2 2s n=1 Per stabilire l’ordine di distribuzione degli elettroni di un atomo nei vari livelli e sottolivelli, bisogna tenere conto che le energie associate ai livelli crescono all’aumentare di n, mentre quelle associate ai sottolivelli crescono nell’ordine: s<p<d<f Inoltre, per i livelli più bassi (n = 1, n = 2) le differenze di energia sono relativamente grandi, mentre per i livelli superiori (n = 3, n = 4 ecc.) le differenze di energia diminuiscono provocando delle sovrapposizioni tra i sottolivelli. Pertanto l’ordine di riempimento dei sottolivelli non segue regolarmente l’andamento di n, ma procede, dal primo all’ultimo sottolivello, secondo questa serie: 1s 1s → 2s → 2p → 3s → 3p → 4s → 3d → → 4p → 5s → 4d → 5p → 6s → 4f → → 5d → 6p → 7s → 5f → 6d Volendo rappresentare la distribuzione elettronica di un qualsiasi elemento, occorre sistemare gli elettroni in vari livelli, seguendo l’ordine dei sottolivelli. Bisogna però tenere conto che gli elettroni non iniziano a occupare un nuovo sottolivello se prima non sono stati completati i sottolivelli precedenti, cioè quelli a più bassa energia. Clicca qui per eseguire il test interattivo STOP test di controllo Stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere(V) o false(F). obiettivo 1. Il secondo livello principale di energia presenta tre sottolivelli. V F 2. Il sottolivello p può contenere al massimo otto elettroni. V F 3. Nel terzo livello al massimo vi possono essere diciotto elettroni. V F 4. Dopo il livello 3p, il livello energetico immediatamente superiore è 3d. V F 5 La configurazione elettronica Saper scrivere la configurazione elettronica di ciascun elemento La configurazione elettronica di un atomo descrive la collocazione degli elettroni nei vari sottolivelli. Essa viene rappresentata da: un numero (1, 2, 3, …, 7), che rappresenta il livello principale di appartenenza; una lettera (s, p, d, f ), che indica il sottolivello; un numero ad apice della lettera, che indica quanti sono gli elettroni presenti. Per esempio, la simbologia 2p3 significa che tre elettroni occupano il sottolivello 2p. numero di elettroni 2p3 livello energetico sottolivello energetico 87 88 modulo c La struttura della materia i g t c x÷ –+ Per scrivere la configurazione completa di un atomo occorre seguire la seguente procedura: individuare il numero atomico Z dell’elemento nella tavola periodica, che corrisponde al numero di elettroni presente nell’atomo; mettere in ordine di energia crescente i vari sottolivelli energetici; collocare gli elettroni in sequenza nei vari sottolivelli indicandoli con un numero all’apice della lettera corrispondente al sottolivello; il numero totale degli elettroni sistemati dovrà corrispondere al numero atomico dell’elemento preso in esame; si può occupare un nuovo sottolivello solo dopo aver completato il precedente, per cui soltanto l’ultimo sottolivello può non essere completo. Segui l’esempio Scriviamo la configurazione elettronica dello zolfo, S, che ha Z = 16. – Lo zolfo contiene 16 elettroni che si distribuiranno nei suoi vari livelli e sottolivelli di energia secondo la regola di riempimento che è la seguente: 1s 2s 2p 3s 3p 4s 3d... ecc. – Ricordando che il numero massimo di elettroni consentito in ciascun sottolivello è: – 2 per il sottolivello s – 6 per il sottolivello p – 10 per il sottolivello d distribuiamo i 16 elettroni ottenendo la configurazione richiesta: 1s2 2s2 2p6 3s2 3p4 – Sommando tutti gli esponenti si dovrà ottenere il numero atomico Z dell’elemento: 2 + 2 + 6 + 2 + 4 = 16 Applica Scrivi le configurazioni elettroniche dei seguenti elementi: Al, che ha Z = 13; Ar, che ha Z = 18; P, che ha Z = 15. Scriviamo la configurazione elettronica del bromo, Br, che ha Z = 35. – Seguendo il criterio di riempimento, i 35 elettroni dell’atomo di bromo saranno così distribuiti: 1s2 2s2 2p6 3s2 3p6 4s2 3d10 4p5 – Osserviamo come in questo caso, a causa della sovrapposizione dei sottolivelli, il sottolivello s appartenente al 4° livello è stato riempito prima del sottolivello d appartenente al 3° livello. Applica Assegna la configurazione elettronica agli atomi dei seguenti elementi: Fe, Z = 26; As, Z = 33; Zn, Z = 30 Stabiliamo qual è l’elemento che possiede la seguente configurazione elettronica: 1s2 2s2 2p6 3s2 3p2 – Sommando gli esponenti si ottiene il numero totale di elettroni contenuti nell’atomo: 2 + 2 + 6 + 2 + 2 = 14 – Poiché il numero di elettroni corrisponde al numero di protoni, e questo a sua volta al numero atomico, si ha Z = 14. – Consultando la tavola periodica potremo stabilire che l’elemento con Z = 14 è il silicio (Si). Applica Stabilisci a quali elementi corrispondono le seguenti configurazioni elettroniche: – 1s2 2s2 2p6 3s2 3p4 – 1s2 2s2 2p6 3s 2 3p6 4s 2 3d 5 Clicca qui per eseguire il test interattivo STOP test di controllo Stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere(V) o false(F). Nella simbologia 3p4: 1. 3 indica il numero quantico secondario 2. p indica il sottolivello 3. 4 indica il numero di elettroni contenuto nel terzo livello V F V F V F Nella simbologia 3d5: 4. 3 indica il numero quantico principale 5. d indica il livello principale 6. 5 indica il numero degli elettroni contenuti nel terzo livello V F V F V F unità c2 La struttura atomica moderna i g t c x÷ –+ obiettivo 6 La natura ondulatoria degli elettroni Sapere che anche gli elettroni hanno natura ondulatoria e particellare Il modello atomico di Bohr ha certamente apportato un notevole contributo alla teoria atomica ma, pur nella sua originale genialità, risultò per alcuni versi inadeguato. Esso infatti, non era in grado di interpretare alcuni fenomeni, considerati come apparenti anomalie. D’altra parte, nel 1923, L.V. De Broglie, affascinato dal fatto che la luce mostrava sia natura corpuscolare che ondulatoria, per primo avanzò l’ipotesi che tale duplice natura fosse una proprietà universale della materia e quindi potesse appartenere anche ad altre particelle molto piccole come gli elettroni. In altre parole, all’elettrone, come a qualunque altro corpo in movimento, possono essere associate onde, chiamate appunto onde di materia. A differenza della radiazioni elettromagnetiche (come quelle luminose), le onde di materia si propagano con velocità diverse. Nella sua tesi di dottorato, nel 1925, De Broglie formulò un’equazione che metteva in relazione la lunghezza d’onda con la quantità di moto mv (prodotto della massa m per la velocità v) di un corpo in movimento: h λ = —— mv Tale equazione tiene conto della duplice natura dell’elettrone e di qualunque altra particella di massa m e dotata di velocità v. La costante h è la stessa che Planck aveva utilizzato nella sua equazione E = h ν, il che è in accordo con l’unicità di comportamento della materia. Fig. 8 La luce mostra una duplice natura: ondulatoria e corpuscolare. L’ipotesi di De Broglie due anni più tardi fu confermata sperimentalmente da C. Davisson, il quale scoprì che anche gli elettroni, come la luce, presentano il fenomeno della diffrazione, proprio del moto ondulatorio. Quindi, agli elettroni, particelle estremamente piccole e dotate di moto ondulatorio, non si possono più applicare i principi della meccanica classica, ma si devono trovare nuovi metodi che prendano in considerazione questa duplice natura: ondulatoria e corpuscolare. La meccanica quantistica, che si basa sulle proprietà ondulatorie della materia, è adatta a descrivere il comportamento di particelle piccolissime, e tiene conto della quantizzazione dell’energia ipotizzata da Planck. Uno dei principi fondamentali della meccanica quantistica è l’impossibilità di determinare con precisione le traiettorie degli elettroni attorno al nucleo. Il fisico tedesco W. Heisenberg, infatti, fu molto critico nei confronti della teoria di Bohr, sollevando delle perplessità sull’esistenza delle orbite stazionarie che egli aveva ipotizzato nel suo modello. Parlare di orbite, infatti, presuppone di conoscere contemporaneamente la posizione e la velocità degli elettroni nei vari istanti del loro moto. In qualsiasi misura, però, esiste un’incertezza che è tanto più grande quanto più piccole sono le dimensioni della grandezza da misurare. Nel 1927, sulla base di queste considerazioni, Heisenberg formulò il suo famoso principio di indeterminazione, secondo cui: non è possibile conoscere contemporaneamente la posizione e la velocità di un elettrone. Nonostante il principio di indeterminazione di Heisenberg sia stato inizialmente molto contrastato, esso diede un importante contributo al nuovo modo di descrivere l’atomo. 89 90 modulo c i g t c La struttura della materia x÷ –+ All’ipotesi sull’esistenza di livelli quantizzati di energia fu associato il nuovo concetto di indeterminazione. Dalla combinazione di questi due importanti principi, emerse un nuovo modello atomico, chiamato modello quantomeccanico. Clicca qui per eseguire il test interattivo STOP test di controllo Stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere(V) o false(F). 1. Secondo il principio di indeterminazione di Heisenberg non è possibile conoscere contemporaneamente la posizione e la velocità di un elettrone. obiettivo V F Nell’equazione λ = h/mv: 2. λ indica la lunghezza d’onda 3. h indica la costante di Planck 4. v indica la frequenza V F V F V F 7 Il modello quantomeccanico Conoscere il concetto di orbitale e i numeri quantici che lo descrivono Partendo dall’ipotesi di De Broglie sulla natura ondulatoria degli elettroni, E. Schrödinger nel 1926 formulò un’equazione per descrivere il loro moto ondulatorio. Tale equazione, detta appunto “equazione di Schrödinger”, a differenza delle normali equazioni algebriche non ha una soluzione esatta che descriva in maniera precisa la traiettoria dell’elettrone attorno al nucleo, ma, al massi 0mo, può fornire delle informazioni di tipo probabilistico. Fig. 9 Immagine computerizzata di un orbitale della molecola del benzene. In altre parole, non è possibile determinare le orbite esatte degli elettroni corrispondenti a ogni livello di energia, ma dobbiamo accontentarci di conoscere la probabilità che un elettrone ha di occupare una certa porzione di spazio attorno al nucleo. a) a) b) b) Fig. 10 Rappresentazione dell’atomo di idrogeno: a) secondo il modello di Bohr; b) secondo il modello quantomeccanico. Tale spazio è definito orbitale atomico. Esso può essere approssimato, per favorirne la visualizzazione, come quella regione di spazio attorno al nucleo atomico in cui la probabilità di trovare un elettrone è massima. L’orbitale è la regione dello spazio intorno al nucleo dove un elettrone ha la massima probabilità di trovarsi. Pertanto, se l’atomo di idrogeno, secondo il modello di Bohr, può essere rappresentato da un nucleo positivo attorno al quale ruota l’elettrone su un’orbita circolare di raggio 0,53 Å, secondo la meccanica ondulatoria l’atomo di idrogeno i g t c unità c2 La struttura atomica moderna x÷ –+ deve essere rappresentato da un nucleo positivo posto al centro dell’orbitale, cioè al centro di una sfera di raggio 0,53 Å che delimita la porzione di spazio entro la quale si ha la massima probabilità di trovare l’elettrone. Tale elettrone può comunque esistere anche nelle zone esterne a tale sfera, ma con una probabilità nettamente inferiore. I numeri quantici A ogni orbitale, come per le orbite di Bohr, corrispondono una determinata energia, una forma, ma anche una direzione, descritti matematicamente da tre parametri: il numero quantico principale, il numero quantico secondario e il numero quantico magnetico. Tali parametri scaturiscono dalle soluzioni dell’equazione d’onda di Schrödinger. Il numero quantico principale livello n sottolivelli l 1 2 3 4 0 0,1 0, 1, 2 0, 1, 2, 3 Il numero quantico principale, n, rappresenta sostanzialmente il livello di energia dell’elettrone che corrisponde all’incirca a quello individuato da Bohr. Da questo numero dipendono la dimensione dell’orbitale, che cresce all’aumentare di n, e il numero massimo di elettroni che può contenere, determinato dalla formula 2n2. Il numero quantico principale assume i valori interi e positivi: 1, 2, 3, 4, ... n. Il numero quantico secondario sottolivello l 0 1 2 3 simbolo s p d f Fig. 11 Come varia la dimensione degli orbitali s di uno stesso atomo al variare di n. Il numero quantico secondario, l, indica quanti tipi di orbitale possono esistere all’interno di un livello energetico principale. Esso può assumere i valori compresi tra 0 e n – 1, a ognuno dei quali corrisponde un sottolivello di energia, e descrive la forma degli orbitali. Dal numero dei valori che l può assumere, si deduce che ciascun livello ha un numero di sottolivelli pari al valore del numero quantico principale, n. Ciò vale per i primi quattro livelli. I simboli usati per i primi quattro sottolivelli sono quelli del modello di Bohr: s, p, d, f, ordinati secondo l’energia crescente all’interno del sottolivello. Le forme e le dimensioni dei diversi tipi di orbitali sono molto differenti tra loro. Gli orbitali s, per esempio, hanno forma sferica con il nucleo al centro. Il loro volume, all’interno di uno stesso atomo, aumenta all’aumentare di n (Fig. 11). 1s 2s 3s 4s orbitali s (l = 0) z z y y x x dxy orbitale p l=1 orbitale d l=2 Gli orbitali p hanno forma bilobata che origina dal nucleo. Gli orbitali d hanno per lo più forma tetralobata (cioè con quattro lobi). Gli orbitali f hanno forme troppo complesse per essere descritte. 91 c modulo 92 i g t c La struttura della materia z z y Il numero quantico magnetico x÷ –+ z y z y Il numero quantico magnetico, m, indica quanti orbitali esistono in ciascun sottolivello corrispondente a ciascun numero quantico x secondario l.x x A eccezione degli orbitali s, che avendo forma sferica non hanno direzione nello spazio, gli altri orbitali (p, d, f ) sono diversamente orientati nello spazio e la loro 2pX 2py 2pz direzione dipende appunto dal numero magnetico m. 3dz2 Per un valore assegnato di l, il numero quantico magnetico m può assumere tutti i valori compresi tra – l e + l, incluso lo zero, per un totale quindi di 2l +1 valori. In particolare: z z y z y x z y y x x 2pX y z er l = 0 m assume soltanto il valore 0, che corrisponde all’unico orbitale s di p forma sferica e quindi senza alcuna direzione nello spazio; per l = 1 m può assumere tre valori: –1, 0, +1, che indicano i tre orbitali p z orientati lungo i tre z assi cartesiani z x, y e z (Fig. z 12); z z 2py 2pX z z yx x x 2pz 2py 3dz2 2pz y yx y z yx x y z y x 3dxz x 3dz2 Fig. 12 Orientamento degli orbitali p. y z 3dyz x 3dyz 3dxz y z z yx yx x y x 3dxy y z 3dx2– y2 x 3dx2– y2 3dxy pX py pz l = 1 m = -1 l = 1 m = +1 l=1 m=0 yx x dxy er l = 2 m può assumere cinque valori: –2, –1, 0, +1, +2 , che indicano i cinp que orbitali d, variamente orientati nello spazio (Fig. 13); z z y z y py y x x pz l = 1 m = +1 py l = 1 m = +1 l=1 m=0 pz l=1 m=0 z y z z y z x y x dxy z y z y x x dyz dxy y x x dx2 z y y dx Fig. 13 Orientamento degli orbitali d. –y dx2– y2 x z z 2 x dx2 dyz 2 y z x y z y x dz 2 z x x dz2 per l = 3 m può assumere sette valori: –3, –2, –1, 0, +1, +2, +3, che indicano i sette orbitali f con diverso orientamento nello spazio. i g t c unità c2 La struttura atomica moderna x÷ –+ n= s p d f l= 0 1 2 3 m= 0 -1 0 +1 -2 -1 0 +1 +2 -3 -2 -1 0 +1 +2 +3 1 2 3 4 5 6 7 Fig. 14 Rappresentazione schemantica degli orbitali e dei numeri quantici che li contraddistinguono. È importante notare, però, che gli orbitali con lo stesso numero quantico magnetico, appartenenti quindi a uno stesso sottolivello, hanno la stessa energia e per questo motivo vengono detti orbitali degeneri. Nello schema qui sopra (Fig. 14) puoi trovare una rappresentazione riepilogativa dei vari tipi di orbitali in funzione della combinazione dei numeri quantici. Il numero quantico di spin Fig. 15 Rappresentazione del numero quantico di spin. Oltre ai tre numeri quantici che descrivono un orbitale, ne esiste un quarto che riguarda la natura intrinseca dell’elettrone, indipendentemente dalla sua posizione. Si ammette infatti che l’elettrone, oltre a ruotare attorno al nucleo, ruoti attorno al proprio asse. Tale numero quantico viene chiamato numero quantico di spin ms. Ad esso arbitrariamente sono stati assegnati i valori + 1 e – 1 . 2 2 Spin, infatti, in inglese significa ruotare. A ciascun valore corrisponde una rotazione dell’elettrone attorno al proprio asse che può essere in senso orario per ms = + 1 e in senso antiorario per ms = – 1 . 2 2 Il quarto numero quantico serve a esprimere un altro importante principio che per la prima volta è stato enunciato da Pauli, cioè il principio di esclusione, secondo il quale: due elettroni possono coesistere in uno stesso orbitale solo se dotati di spin opposti. ms = + 1 2 ms = + 1 2 ms = - 1 2 ms = - In altre parole se due elettroni si trovano in uno stesso 1orbitale avranno gli stessi valori per i numeri quantici n, 2l, m, ma differiranno per il numero quantico di spin. Clicca qui per eseguire il test interattivo STOP test di controllo Stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere(V) o false(F). 1. Il numero quantico principale corrisponde al livello di energia dell’atomo di Bohr. 2. Il numero quantico secondario può assumere valori compresi tra 0 ed n. V F V F 3. Il numero quantico magnetico indica la forma dell’orbitale. 4. Il numero quantico di spin può assumere soltanto due valori. V F V F 93 modulo obiettivo c i g t c La struttura della materia x÷ –+ 8 La sequenza di riempimento degli orbitali Conoscere la sequenza di riempimento degli orbitali in funzione dei numeri quantici Per semplificare la complessa architettura degli orbitali, si usa rappresentarli con dei quadratini indipendentemente dalla loro forma e direzione; all’interno di essi gli elettroni vengono rappresentati da freccette la cui diversa orientazione serve a rappresentare i due spin possibili. Pertanto: indica un orbitale vuoto; indica un orbitale con un elettrone spaiato; indica un orbitale con due elettroni di spin opposto. Di conseguenza ogni sottolivello può essere rappresentato da un insieme di quadratini pari al numero di orbitali in esso contenuti: rappresenta il sottolivello s, che al massimo può contenere 2 elettroni; rappresenta il sottolivello p, che al massimo può contenere 6 elettroni; rappresenta il sottolivello d, che al massimo può contenere 10 elettroni; rappresenta il sottolivello f, che al massimo può contenere 14 elettroni. Per ciò che riguarda l’ordine di riempimento dei vari orbitali, rimane valido il criterio adottato per il modello atomico a strati. Di conseguenza gli elettroni, che tendono a occupare orbitali di energia via via crescente, devono tenere conto della sovrapposizione dei sottolivelli per quei livelli che presentano bassa differenza di energia. 6d 5f 7s 6p 5d 4f 6s 5p 4d 5s energia crescente 94 4p 3d 4s 3p 3s 2p Fig. 16 Diagramma della sequenza di riempimento degli orbitali che mostra la sovrapposizione dei vari sottolivelli. 2s 1s i g t c unità c2 La struttura atomica moderna x÷ –+ Per esempio, l’energia del sottolivello 3d è maggiore di quella del sottolivello 4s, che di conseguenza verrà riempito subito dopo il sottolivello 3p. Analogamente, l’energia del sottolivello 4d è maggiore di quella del sottolivello 5s, quella del 5d è maggiore di quella del 4f e così via. In uno stesso sottolivello, però, gli orbitali hanno la stessa energia, per cui l’ordine di riempimento non segue una sequenza preferenziale, ma segue il principio della massima molteplicità, o principio di Hund, secondo il quale: gli elettroni in uno stesso sottolivello tendono a occupare il numero massimo di orbitali disponibili ottenendo così il massimo della stabilità. Per cui: è più stabile di è più stabile di In sintesi, per stabilire l’ordine di riempimento degli orbitali bisogna ricordare che: Clicca qui per accedere alla scheda Il riempimento degli orbitali n elettrone si dispone sempre nell’orbitale a minore energia; u un orbitale non può essere occupato da più di due elettroni; due elettroni nello stesso orbitale devono avere spin opposto (principio di esclusione di Pauli); gli elettroni tendono a occupare il numero massimo degli orbitali disponibili in uno stesso sottolivello (principio di Hund). Clicca qui per eseguire il test interattivo STOP test di controllo Stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere(V) o false(F). 1. Gli elettroni occupano livelli di energia via via decrescente. 2. Per il principio di Hund, gli elettroni occupano il massimo numero di orbitali. V F V F 3. Un orbitale può essere occupato da un solo elettrone. 4. Due elettroni in uno stesso orbitale devono avere lo stesso spin. V F V F Clicca qui per aprire la sintesi dei concetti principali 95 i g t c Verifica 96 unità c2 1 2 La struttura atomica moderna La luce: onde di energia radiante La luce: quanti di energia . 1. Quali sono i parametri che caratterizzano un’onda? . .............................................................................................................. 2. Qual è la relazione che lega la lunghezza d’onda alla una frequenza maggiore. b. 10. Indica in quale regione dello spettro elettromagnetico (infrarosso, visibile, ultravioletto), si trovano le radiazioni che hanno le seguenti lunghezze d’onda: frequenza? . .............................................................................................................. 3. Quale intervallo di lunghezza d’onda delle radiazioni elettromagnetiche corrisponde al campo del visibile? . .............................................................................................................. 4. Descrivi cosa avviene quando un fascio di luce bianca attraversa un prisma di vetro. . .............................................................................................................. 5. Da che cosa dipende il colore della luce che percepiamo? . .............................................................................................................. 6. Stabilisci se possiede più energia un raggio di luce rossa oppure un raggio di luce violetta. . 9. Osserva le figure e indica in quale l’onda presenta a. . x÷ –+ .............................................................................................................. 7. Da quale parametro dipende l’energia di un’onda? . .............................................................................................................. 8. Inserisci in ciascun quadratino la lettera della parola chiave corrispondente alla definizione. a.200 nm ..................................................................................... b.500 nm ..................................................................................... c.1200 nm .................................................................................. 11. Delle radiazioni aventi lunghezza d’onda 650 nm, 550 nm e 450 nm individua quella che possiede maggiore energia. . .............................................................................................................. 12. Calcola l’energia associata a un fotone di una radiazione che ha una frequenza di 5,1 · 107 Hz. . 3 4 5 .............................................................................................................. Il modello atomico di Bohr Il modello atomico a strati La configurazione elettronica . 1. particella elementare di energia radiante 2. intervallo di radiazioni luminose apprezzabili dall’occhio umano che va da 400 a 700 nm 13. Spiega per quale motivo il modello atomico proposto da Rutherford non era del tutto adeguato a spiegare il comportamento degli elettroni che ruotano attorno al nucleo. 3. d istanza che intercorre tra due massimi o due minimi di un’onda 14. Su quali principi fondamentali si basa il modello atomico di Bohr? 4. il numero di cicli d’onda che passano per un dato punto nell’unità di tempo 15. Indica il numero di sottolivelli che può contenere un dato livello principale di energia. 5. la più piccola quantità ottenibile di energia al di sotto della quale essa perde le sue qualità a. frequenza b. fotone c. spettro visibile d. lunghezza d’onda e. quanto 16. Quanti elettroni può al massimo contenere il sottolivello d? 17. Qual è il numero massimo di elettroni che può contenere il terzo livello principale di energia? 18. Spiega il motivo per cui il sottolivello 4s precede il sottolivello 3d. x÷ –+ i g t c . 19. Un atomo possiede 16 elettroni. In quanti livelli si distribuiscono? . .............................................................................................................. . .............................................................................................................. 20. Stabilisci in quanti livelli si distribuiscono gli elettroni dell’atomo del fosforo, 15P. . .............................................................................................................. . .............................................................................................................. 21. Stabilisci qual è il livello più esterno dell’atomo di zolfo, 16S. . .............................................................................................................. . .............................................................................................................. 22. Qual è il numero massimo di elettroni che possono essere collocati in ognuno dei seguenti sottolivelli? a.2s ............................ b.4p ............................ c.3d ............................ d.5f ............................ unità c2 La struttura atomica moderna 6 7 8 La natura ondulatoria degli elettroni Il modello quantomeccanico La sequenza di riempimento degli obitali . 27. In che cosa consiste l’ipotesi di De Broglie? 28. Che cosa stabilisce il principio di indeterminazione di Heisenberg? 29. Spiega qual è la differenza tra orbita e orbitale. 30. Che cosa indica il numero quantico magnetico? 31. Quali sono i possibili valori del numero quantico secondario di un elettrone per un determinato valore di n? 32. Indica quanti valori può assumere il numero quantico magnetico m per un valore di numero quantico secondario l = 2. 33. Per quale numero quantico debbono differire due elettroni che occupano lo stesso orbitale? 23. Qual è il numero massimo di elettroni che possono essere collocati in ciascuno dei seguenti livelli principali di energia? a.n = 2 ............................ b.n = 3 ............................ c.n = 4 ............................ . 34. Scrivi la configurazione elettronica per ciascuno dei seguenti elementi e rappresenta l’ordine di riempimento degli orbitali, utilizzando come simboli i “quadratini” () per gli orbitali e le “freccette” (↑↓) per gli elettroni: 24. Scrivi la configurazione elettronica degli elementi: a.He ........................... a.ossigeno, O (Z = 8): ............................................................. b.Be ............................ b.zolfo, S (Z = 16): .................................................................. c. Co ............................ d.Cd ............................ e.B f. Ar g.Mn h.Ni 25. Scrivi la configurazione elettronica degli elementi: a.elio, He (Z = 2): b.sodio, Na (Z = 11): c. cloro, Cl (Z = 17): .................................................................... . ............................................................. ................................................................. 26. Consultando la tavola periodica, stabilisci a quale elemento corrisponde ciascuna delle seguenti configurazioni elettroniche: a.1s2 2s1 ............................ b.1s2 2s2 2p6 3s2 3p2 ............................ c.1s2 2s2 2p6 3s2 3p6 4s2 3d2 ............................ d.1s2 2s2 2p6 3s2 3p6 4s2 3d10 4p6 ............................ ............................ ............................ ............................ ............................ 35. Stabilisci quale orbitale, in ciascuna delle seguenti coppie, possiede energia più elevata: a.2s oppure 3s b.2px oppure 2py ............ d. 4py oppure 4pz ............ ............ c. 2px oppure 3px ............ 36. Dopo avere scritto la configurazione elettronica degli elementi 7N, 15P e 33As, metti in evidenza ciò che tali configurazioni hanno in comune. 97 Verifica i g t c 98 x÷ –+ unità c2 La struttura atomica moderna Verifica le competenze Esempio guidato Esempio guidato • La luce, nella regione ultravioletta, ha una frequen- • Calcola l’energia in joule dei fotoni di una radiazione za pari a 2,73 · 1016 s–1, mentre la luce gialla ha una frequenza di 5,26 · 1014 s–1. Calcola le lunghezze d’onda corrispondenti a queste due radiazioni. Soluzione a.La lunghezza d’onda e la frequenza sono inversamente proporzionali secondo la relazione: c λ=— ν b.Per la luce ultravioletta sostituendo i valori si ha: 3 · 108 m/s λ = —————— = 1,10 · 10–8 m 2,73 · 1016 s-1 c. Per la luce gialla sostituendo i valori si ha: 3 · 108 m/s —— = 5,70 · 10–7 m λ = ————— 5,26 · 1014 s-1 37 Calcola la lunghezza d’onda della radiazione che ha una frequenza ν = 1010 s–1. [3 cm] 38 Calcola la frequenza della radiazione che ha una lunghezza d’onda λ = 400 nm. [7,50 · 1014 Hz] 39. La lunghezza d’onda della radiazione rossa è circa 7·10–7 m. Calcola la corrispondente frequenza. 40. Calcola la lunghezza d’onda espressa in metri delle radiazioni che hanno le seguenti frequenze: a.4,80 · 1015 s–1 b.1,18 · 1014 s–1 41. Calcola la frequenza delle radiazioni che hanno le seguenti lunghezze d’onda: a.9774 Å ............................ b.442 nm ............................ c. 4,92 cm ............................ la cui frequenza è ν = 2,73 · 1016 s–1. Soluzione a. Applichiamo l’equazione di Planck E = h · ν dove h = 6,626 · 10-34 Js b.Sostituendo i valori otteniamo: E = 6,626 · 10-34 J s · 2,73 · 1016 s–1 = 1,81 · 10–17 J 42 Calcola l’energia in joule dei fotoni di una radiazione di luce gialla, la cui frequenza è ν = 5,26 · 1014. [3,48 · 10-19 J] 43. Qual è l’energia di un fotone di ciascuna delle radiazioni dell’esercizio 40? 44. Calcola l’energia in J della radiazione rossa che ha una lunghezza d’onda di 6573 Å. Esempio guidato elettrone • Calcola la lunghezza d’onda in metri7 di un –1 che si muove con velocità 1,24 · 10 ms . La massa dell’elettrone è 9,11 · 10–31 kg. Soluzione h a.Applichiamo l’equazione di De Broglie λ = —— mv b.Sostituendo i valori si ha: 6,626 · 10-34 J · s ——————————————— λ= = 5,87 · 10–11m 9,11 · 10-31 kg · 1,24 · 107 m/s 45 Calcola la lunghezza d’onda di un protone che si muove alla velocità di 2,5 · 107 m/s sapendo che la sua massa è 1,67 · 10–24 g. [1,59 · 10–14 m] 46 Qual è la velocità di una particella di massa 3,34 · 10–27 kg alla quale è associata una radiazione, la cui lunghezza d’onda è pari a 0,529 Å? [3,74 · 103 m/s] i g t c unità c3 obiettivo Scoprire che la periodicità degli elementi dipende dal numero atomico e non dalla massa x÷ –+ La tavola periodica degli elementi 1 La tavola di Mendeleev e la scoperta della periodicità Dopo alcuni tentativi di classificazione degli elementi fino ad allora noti, sulla base delle scarse conoscenze delle loro proprietà chimiche e fisiche, Mendeleev in Russia e, indipendentemente, L. Meyer in Germania, scoprirono che le proprietà degli elementi sono “periodiche”, cioè si ripetono a intervalli regolari quando gli elementi vengono ordinati in funzione delle loro masse atomiche crescenti. Sulla base di questa scoperta nel 1869 Mendeleev mise a punto la sua tavola periodica dove collocò tutti gli elementi allora noti, ordinandoli in funzione della massa atomica crescente. Ottenne così otto colonne, in ognuna delle quali venivano a trovarsi elementi che presentavano spiccate analogie nelle loro proprietà. Quando l’ordine sembrava interrotto, dovette lasciare spazi vuoti nell’attesa che altri elementi venissero scoperti per riempirli. Mendeleev riuscì addirittura a predire la massa atomica di elementi ancora ignoti e anche le loro proprietà in base alla posizione che avrebbero dovuto occupare nella tavola. Egli chiamò ekaboro, ekalluminio ed ekasilicio tre elementi, le cui proprietà coincidevano perfettamente con quelle dello scandio, del gallio e del germanio, scoperti sei anni più tardi. La sorprendente corrispondenza tra le previsioni fatte e le caratteristiche trovate per gli elementi mancanti costituì una formidabile conferma della periodicità delle proprietà chimiche degli elementi. Tab. 1 Elementi previsti da Mendeleev massa atomica = 44 densità *ossido = 3,50 ekalluminio massa atomica = 68 densità = 6 ekasilicio massa atomica = 72 densità = 5,50 ekaboro Fig. 1 La tavola periodica di Mendeleev. Elementi scoperti in seguito massa atomica = 44,96 densità ossido = 3,86 gallio massa atomica = 69,72 densità = 5,96 germanio massa atomica = 72,60 densità = 5,47 scandio * la densità è espressa in g/cm3 La scoperta di Mendeleev non riusciva però a spiegare alcune apparenti anomalie. Il cobalto, per esempio, pur avendo massa atomica maggiore di quella del nichel, possiede delle proprietà che nella tavola periodica porterebbero a collocarlo prima di questo elemento. 100 c modulo i g t c La struttura della materia x÷ –+ Quasi mezzo secolo più tardi Moseley, con i suoi esperimenti sull’emissione di raggi X da parte degli elementi sottoposti a radiazioni ad alta energia, scoprì che la carica nucleare degli atomi cresce di un’unità passando da un elemento al successivo nella tavola periodica. Per spiegare il ripetersi periodico delle proprietà degli elementi, Moseley suggerì che questi andassero sistemati in funzione della carica nucleare crescente anziché della massa atomica, come aveva ipotizzato Mendeleev. In tal modo la posizione corretta del cobalto (Z = 27) è proprio quella che precede il nichel (Z = 28), dal quale, appunto, differisce per una unità di numero atomico. Pertanto, la legge periodica stabilisce che: le proprietà degli elementi ricorrono periodicamente quando gli elementi vengono ordinati secondo il loro numero atomico crescente. Clicca qui per eseguire il test interattivo STOP test di controllo Stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere(V) o false(F). 1. Secondo Mendeleev, le proprietà degli elementi ricorrono periodicamente quando vengono ordinati in funzione delle loro masse atomiche crescenti. obiettivo Conoscere la periodicità delle proprietà degli elementi correlata alla loro configurazione elettronica esterna 2. Moseley suggerì che gli elementi V F nella tavola periodica andassero sistemati in funzione del numero atomico crescente. V F 2 La tavola periodica moderna Esaminando la configurazione elettronica dei primi 20 elementi, secondo il modello di Bohr, scopriamo una caratteristica assai importante: la periodica distribuzione degli elettroni nel livello più esterno. Infatti, se confrontiamo le configurazioni elettroniche dell’idrogeno (H), del litio (Li), del sodio (Na) e del potassio (K) riportate nello schema qui sotto, possiamo notare che tutti e quattro gli elementi hanno in comune il fatto di avere un solo elettrone nel livello più esterno. H 3 Li 11 Na 19 K 1 1s1 1s2 1s2 1s2 2s1 2s22p6 3s1 2s22p6 3s23p6 4s1 Analogamente, se confrontiamo le configurazioni elettroniche del berillio (Be), del magnesio (Mg) e del calcio (Ca), scopriamo che questi elementi possiedono due elettroni nel loro ultimo livello energetico, mentre, se confrontiamo la configurazione elettronica del boro (B) con quella dell’alluminio (Al), notiamo che entrambe presentano tre elettroni nel livello esterno. Be 4 Mg 12 20 5 13 Ca B Al 1s2 1s2 1s2 2s2 2s22p6 3s2 2s22p6 3s23p6 4s2 1s2 1s2 2s22p1 2s22p6 3s23p1 Questa caratteristica è valida anche per gli elementi che presentano configurazioni elettroniche esterne con quattro, cinque, sei, sette e otto elettroni e per tutti gli altri elementi oltre il ventesimo. i g t c unità c3 La tavola periodica degli elementi x÷ –+ Da quanto osservato scaturisce che: le strutture elettroniche esterne degli elementi si ripetono periodicamente ogni qualvolta si conclude il riempimento di un livello per iniziarne un altro. Di conseguenza possiamo dedurre che la causa della periodicità degli elementi va attribuita proprio alle strutture elettroniche più esterne dei loro atomi che, come abbiamo visto, si ripetono periodicamente. Pertanto: viene chiamato guscio di valenza il livello più esterno di energia e, analogamente, elettroni di valenza gli elettroni in esso contenuti. I gruppo 1 Periodo 1° strato 1 VIII gruppo 2 H II gruppo 3 Li 4 III gruppo IV gruppo Be 5 B 6 Mg 13 Al 14 C V gruppo 7 VI gruppo He VII gruppo N 8 O 9 P 16 S 17 F 10 Ne Cl 18 Ar 2 Periodo 2° strato 3 Periodo 3° strato 11 Na 12 1 elettrone di valenza 2 elettroni di valenza 3 elettroni di valenza Si 15 4 elettroni di valenza 5 elettroni di valenza 6 elettroni di valenza 7 elettroni di valenza 8 elettroni di valenza (eccetto He) I periodi Sulla base del nuovo criterio di classificazione gli elementi vengono collocati in ordine di numero atomico crescente, incasellati in file orizzontali dette periodi, il cui numero progressivo corrisponde al livello di riempimento. Ogni nuovo periodo inizia con un elemento che ha un solo elettrone in un nuovo livello principale di energia. Pertanto l’idrogeno H inizia il primo periodo, il litio Li inizia il secondo periodo, il sodio Na inizia il terzo periodo e così via fino al settimo periodo, essendo sette i livelli energetici disponibili. Tenendo conto del numero massimo di elettroni che ogni livello può ospitare, possiamo così costruire la tavola periodica: il primo periodo conterrà soltanto due elementi, l’idrogeno, H, e l’elio, He, perché due al massimo sono gli elettroni appartenenti al primo livello; il secondo periodo conterrà otto elementi, dal litio, Li, al neon, Ne, perché otto sono al massimo gli elettroni permessi nel secondo livello; il terzo periodo dovrebbe contenere diciotto elementi, essendo diciotto gli elettroni che al massimo possono disporsi nel terzo livello. Come si è visto, però, il sottolivello 3d segue il 4s nel diagramma energetico per cui nel terzo periodo avremo soltanto otto elementi, corrispondenti al riempimento dei sottolivelli 3s e 3p. I dieci elementi, dallo scandio, Sc, allo zinco, Zn, corrispondenti al riempimento del sottolivello 3d, si trovano invece nel quarto periodo. Gli elementi che riempiono il sottolivello 3d, ma anche quelli che riempiono il 4d e il 5d, sono detti elementi o metalli di transizione e si distinguono, rispettivamente, in elementi della prima serie di transizione (3d ), della seconda serie (4d ) e della terza serie (5d ). 101 102 modulo c x÷ –+ i g t c La struttura della materia Analogamente, gli elementi che utilizzano i sottolivelli 4f e 5f costituiscono due serie di 14 elementi ciascuna, che vengono denominate rispettivamente serie dei lantanidi e degli attinidi. Queste due file, per comodità, nella tavola vengono rappresentate in basso. I gruppi Dopo aver disposto gli elementi lungo i periodi e aver collocato i periodi uno sotto l’altro, si ottengono otto colonne verticali dette gruppi, al cui interno troviamo elementi che possiedono uguale numero di elettroni nel livello più esterno. Questi elementi presentano analoghe proprietà chimiche e pertanto si dice che appartengono alla stessa “famiglia chimica” e fanno parte dello stesso gruppo. Così, per esempio, al primo gruppo appartengono gli elementi che hanno un solo elettrone nel livello esterno. Essi costituiscono la famiglia dei metalli alcalini, ad eccezione dell’idrogeno che presenta proprietà chimiche nettamente diverse, dal momento che nel primo livello, a differenza degli altri, possono stare al massimo due elettroni. Al secondo gruppo troviamo gli elementi con 2 elettroni esterni che fanno parte della famiglia dei metalli alcalino-terrosi. Analogamente, nel terzo gruppo troviamo gli elementi con 3 elettroni nel livello di valenza e così fino ad arrivare al settimo gruppo, dove troviamo gli elementi appartenenti alla famiglia degli alogeni che hanno 7 elettroni nell’ultimo livello. Nell’ottavo gruppo, infine, troviamo i gas nobili, gli elementi cioè che hanno la configurazione esterna completa. Fig. 2 Cloro, bromo e iodio appartengono al gruppo degli alogeni. Le notazioni di Lewis Per evidenziare gli elettroni appartenenti al livello di valenza, G.N. Lewis ha proposto una semplice e comoda rappresentazione che utilizza il simbolo chimico dell’elemento circondato da “puntini” corrispondenti agli elettroni di valenza. Utilizzando le notazioni di Lewis per atomi che hanno soltanto elettroni negli orbitali s e p dell’ultimo livello, possiamo notare che il numero di “puntini” corrisponde proprio al gruppo di appartenenza della tavola periodica, con la sola eccezione dell’elio che, pur avendo soltanto due elettroni nell’ultimo livello, viene collocato nell’ottavo gruppo in quanto, come il neon e l’argon, ha completato il suo livello esterno con la sua configurazione elettronica 1s2. Tab. 2 Notazioni di Lewis dei primi 18 elementi Gruppo I primo periodo H II III IV V VI VII VIII He secondo periodo Li Be B C N O F Ne terzo periodo Na Mg Al Si P S Cl Ar Na Ca 4 5 Sc Ti V 21 44,9559 22 47,90* 23 50,9414* 24 3 Idrogeno 0,30 313 2,1 H 1,0079 elettronegatività (secondo Pauling) simbolo Cr 51,996 6 8 9 Mn Fe Co 25 54,9380 26 55,847* 27 58,9332 28 7 Cu Ga Al Boro 0,88 B 10,81 6 Ge Si C 12,011 IV 14 7 As P N 14,0067 V 15 Se S O Br Cl F VII 17 567 Kr Ar Ne Elio 0,93 8 15,9994* 9 18,99840 10 20,179* VI 16 He 4,00260 VIII Carbonio Azoto Ossigeno Fluoro Neon 0,77 0,70 0,71 0,66 0,64 191 2,0 260 2,5 335 3,0 314 3,5 402 4,0 497 13 26,98154 14 28,086* 15 30,97376 16 32,06 17 35,453 18 39,948* 5 III 13 2 Alluminio Silicio Fosforo Zolfo Cloro Argon 0,98 1,10 1,04 0,99 1,43 1,17 138 1,5 188 1,8 254 2,1 239 2,5 300 3,0 363 65,38 31 69,72 32 72,59* 33 74,9216 34 78,96* 35 79,904 36 83,80 Zn 12 29 63,546* 30 11 non metalli semimetalli metalli 58,70 Ni 10 ELEMENTI DI TRANSIZIONE energia di ionizzazione in kcal/mole raggio atomico in Å 1 massa atomica 18 Sr 90 0,7 Ra Radio 2,20 Fr Francio 2,70 87 Hf Zr Ta Nb W Mo Re Tc Os Ru Ir Rh Pt Pd Au Ag Hg Cd Tl In Pb Sn Bi Sb Classificazione dei gruppi comunemente usata. 0,9 1,1 * ATTINIDI ** LANTANIDI Attinio 2,00 **Ac 140,12 Pr 1,3 1,5 Pa Protoattinio Th Uranio 1,42 U Nd 59 140,9077 60 144,24* 61 Torio 1,65 Cerio 1,65 Ce [145] 1,7 1,3 Nettunio Np Pm 62 150,4 1,3 Plutonio Pu Sm 63 151,96 1,3 Americio Am Eu Curio Cm Gd Berkelio Bk Tb Californio Cf Dy Es 1,2 [254] Einsteinio 99 Olmio 1,58 Ho Tm 1,2 2,0 At I Yb Astato 1,40 2,2 248 Fermio Md Mendelevio No Nobelio Laurenzio Lr Lu 174,97 Radon Rn Xe Lutezio 1,56 1,1 115 1,2 [259] 103 [260] Itterbio 1,2 143 [258] 102 Tulio 1,56 100 [257] 101 Fm Erbio 1,57 Er Polonio 1,40 Po Te 64 157,25* 65 158,9254 66 162,50* 67 164,9304 68 167,26* 69 168,9342 70 173,04* 71 Praseodimio Neodimio Promezio Samario Europio Gadolinio Terbio Disprosio 1,65 1,64 1,62 1,85 1,61 1,59 1,59 159 129 142 1,1 133 1,1 145 1,2 133 1,2 131 1,1 155 1,2 157 [251] 90 232,0381 91 231,0359 92 238,029 93 237,0482 94 [244] 95 [243] 96 [247] 97 [247] 98 58 Tungsteno Afnio Tantalio Renio Osmio Iridio Platino Oro Mercurio Tallio Piombo Bismuto Lantanio (Wolframio) 1,57 1,43 1,37 1,37 1,34 1,35 1,38 1,44 1,50 1,71 1,75 1,46 1,88 0,7 120 0,9 129 1,3 138 1,5 184 1,7 182 1,9 201 2,2 212 2,2 207 2,2 213 2,4 241 1,9 141 1,8 171 1,8 185 1,9 1,1 127 [227] [223] 88 226,0254 89 Ba Bario 2,17 Cs Cesio 2,62 *La Y Stronzio Ittrio Zirconio Niobio Molibdeno Tecnezio Rutenio Rodio Palladio Argento Cadmio Indio Stagno Antimonio Tellurio Iodio Xenon 1,31 1,41 1,37 1,33 2,15 1,80 1,57 1,41 1,36 1,32 1,33 1,34 1,38 1,44 1,49 1,62 1,40 96 0,8 131 1,0 152 1,2 160 1,4 156 1,6 166 1,8 167 1,9 173 2,2 178 2,2 192 2,2 175 1,9 207 1,7 133 1,7 169 1,8 199 1,9 208 2,1 241 2,5 280 [209] 85 [210] 86 [222] 55 132,9054 56 137,34* 57 138,9055* 72 178,49* 73 180,9479* 74 183,85* 75 186,207 76 190,2 77 192,22* 78 195,09* 79 196,9665 80 200,59* 81 204,37* 82 207,2 83 208,9804 84 Rubidio 2,44 Rb Manganese Potassio Calcio Scandio Titanio Vanadio Cromo Ferro Cobalto Nichel Rame Zinco Gallio Germanio Arsenico Selenio Bromo Kripton 1,12 1,21 1,17 1,14 2,31 1,97 1,60 1,46 1,31 1,25 1,26 1,25 1,24 1,28 1,33 1,22 1,22 1,29 100 0,8 141 1,0 151 1,3 158 1,5 156 1,6 156 1,6 171 1,5 182 1,8 181 1,8 176 1,8 178 1,9 216 1,6 138 1,6 187 1,8 231 2,0 225 2,4 273 2,8 323 [99] 44 101,07* 45 102,9055 46 106,4 47 107,868 48 112,40 49 114,82 50 118,69* 51 121,75* 52 127,60* 53 126,9045 54 131,30 37 85,4678* 38 87,62 39 88,9059 40 91,22 41 92,9064 42 95,94* 43 K Sodio Magnesio 1,86 1,60 117 0,9 177 1,2 19 39,098* 20 40,08 Mg Be 9,01218 II 2 Berillio 1,11 124 1,0 215 1,5 11 22,98977 12 24,305 Litio 1,52 Li 4 Classificazione dei gruppi secondo la IUPAC (1986) che suggerisce la numerazione progressiva da 1 a 18. 7 6 H numero atomico TAVOLA PERIODICA DEGLI ELEMENTI x÷ –+ 5 4 3 2 I 1,0079 •• Idrogeno 0,30 313 2,1 3 6,941* gruppi periodi 1 1• i g t c unità c3 La tavola periodica degli elementi 103 104 modulo c i g t c La struttura della materia x÷ –+ La tavola in blocchi Come è facile osservare, la tavola periodica è una sorta di mappa che permette di ricavare la configurazione elettronica degli elementi. Essa può essere anche suddivisa in blocchi, ognuno dei quali fa riferimento al riempimento di un particolare sottolivello. Così al blocco s corrispondono i primi due gruppi, al blocco p i gruppi che vanno dal III all’VIII, mentre al blocco d e al blocco f corrispondono rispettivamente gli elementi di transizione (1a, 2a e 3a serie) e i lantanidi e gli attinidi. Per una più immediata lettura, tali blocchi vengono rappresentati con colori diversi. I s II p 1 H He III IV V 2 Li Be B C N O F Ne Al Si P S Cl Ar 3 Na Mg d VI VII VIII K Ca Sc Ti V Cr Mn Fe Co Ni Cu Zn Ga Ge As Se Br Kr 5 Rb Sr Y Zr Nb Mo Tc Ru Rh Pd Ag Cd In Sn Sb Te I Xe 6 Cs Ba La Hf Ta W Re Os Ir Pt Au Hg Tl Pb Bi Po At Rn 7 Fr Ra Ac Ku Ha 4 f Fig. 3 La tavola periodica suddivisa in blocchi. Ce Pr Nd Pm Sm Eu Gd Tb Dy Ho Er Tm Yb Lu Th Pa U Np Am Cm Bk Cf Es Fm Md No Lr Pu Clicca qui per eseguire il test interattivo STOP test di controllo Stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere(V) o false(F). 1. Gli elementi appartenenti allo stesso periodo hanno lo stesso numero di elettroni esterni. 2. Gli elementi dei metalli alcalini posseggono un elettrone nel livello più esterno. 3. Il neon è un gas nobile che possiede 8 elettroni nel livello più esterno. 4. Il terzo periodo della tavola periodica va dal potassio allo zinco. obiettivo V F V F V F V F Completa le frasi inserendo le parole mancanti. 5. La tavola periodica moderna è organizzata in ……........….. verticali chiamate …….......................….. e righe orizzontali chiamate …….......................…... 6 La periodicità degli elementi è dovuta alle strutture elettroniche ……...............................….. …….......................….. degli atomi che si periodicamente. 3 L’energia di ionizzazione Conoscere l’esistenza dei livelli energetici attraverso l’andamento dei valori dell’energia di ionizzazione e i livelli energetici In condizioni normali, come si è detto, l’atomo di ogni elemento è elettricamente neutro in quanto il numero dei protoni contenuti nel nucleo è uguale a quello degli elettroni. È possibile tuttavia, fornendo una certa quantità di energia, vincere l’attrazione elettrostatica del nucleo e allontanare uno o più elettroni. In tal modo nel nucleo rimarranno uno o più protoni in eccesso che conferiranno all’atomo una o più cariche positive. Un atomo elettricamente carico viene definito ione; in questo caso, ione positivo o catione. Indicando con A un generico atomo e con A+ il suo corrispondente ione positivo, il processo può essere così schematizzato: A + energia –––––> A+ + e– i g t c unità c3 La tavola periodica degli elementi x÷ –+ Nel caso del litio (Z = 3), lo schema può essere così rappresentato: O Li(g) + Li+(g) + energia e- Quando l’elettrone viene estratto dall’atomo neutro si parla di energia di prima ionizzazione: Si si definisce energia di prima ionizzazione di un atomo l’energia richiesta per estrarre l’elettrone più esterno da quell’atomo allo stato gassoso. Se proviamo però a estrarre un secondo elettrone dallo ione prima ottenuto, l’energia richiesta viene denominata energia di seconda ionizzazione: Al A+Fe+ energia –––––> A2+ + e– Ca Analogamente chiameremo energia di terza quarta Na altri ionizzazione e K ionizzazione, Mg H Ti elementi così via l’energia richiesta per rimuovere il terzo e il quarto elettrone rispettivamente. Se rappresentiamo un istogramma i valori di prima in % ionizzazione, 49,2 25,7 7,5 in4,7 3,4 2,6 2,4 1,9 dell’energia 0,9 0,6 valore relativa ai primi 20 elementi, cioè dall’idrogeno (Z = 1) al calcio (Z = 20) (Fig. 3), possiamo trarre importanti considerazioni: energia di ionizzazione t ra i primi due elementi, H (Z = 1) e He (Z = 2), si ha un notevole salto dei valori di energia di ionizzazione; dal terzo elemento, Li (Z = 3), l’energia di ionizzazione cresce gradualmente fino a raggiungere un valor massimo per il Ne (Z = 10); per il sodio, Na (Z = 11), si osserva un valore di energia paragonabile a quello del litio; dal sodio in poi si ha ancora un graduale aumento dell’energia di ionizzazione, fino a raggiungere un valore massimo per l’Ar (Z = 18), paragonabile a quello del Ne (Z = 10); per il K (Z = 19) e il Ca (Z = 20), i valori dell’energia di ionizzazione sono paragonabili a quelli di Na (Z = 11) e di Mg (Z = 12). He Ne H Be Li 1 2 3 4 C N F O B 5 Na 6 7 8 9 10 11 Si Mg P S Cl Ar Ca Al 12 13 K 14 15 16 17 18 19 20 numero atomico Fig. 4 Istogramma delle energie di prima ionizzazione dei primi 20 elementi. L’andamento dei valori dell’energia, o potenziale, di prima ionizzazione, ci permette di ordinare i 20 elementi in tre blocchi ben distinti: 1 ° blocco che va dall’H all’He; 2° blocco che va dal Li al Ne; 3° blocco che va dal Na all’Ar. 105 modulo 106 c i g t c La struttura della materia x÷ –+ È importante osservare come ciascun blocco inizia con un elemento a bassa energia di ionizzazione e si conclude con un gas nobile che presenta sempre un valore massimo di energia di ionizzazione. Si osservi inoltre che ciascun blocco è costituito da otto elementi, a eccezione del primo che, invece, è costituito soltanto da due elementi. Non è difficile scoprire allora che gli elementi di ciascun blocco sono proprio quelli che nella tavola periodica appartengono a un periodo: il primo con due elementi, il secondo e il terzo con otto elementi. L’analogia dei valori tra elementi che si trovano nelle stesse posizioni nei vari blocchi (Li, Na, K; Be, Mg, Ca ecc.) ci porta a scoprire i gruppi dove sono collocati gli elementi che hanno proprietà chimiche analoghe. Se estendiamo le misure delle energie di ionizzazione relative al 2°, al 3°, al 4° e così via fino ad arrivare all’ultimo elettrone di uno stesso elemento, si possono ottenere altre importanti informazioni. Esaminiamo, per esempio, le energie di ionizzazione di tutti gli elettroni del sodio, così come riportato nella Tabella 3. Tab. 3 Energie di ionizzazione del sodio (kJ/mol) 1ª 2ª 3ª 4ª 5ª 6ª 500 4600 6900 9500 13300 16 600 Fig. 5 Diagramma delle energie di ionizzazione del sodio. livello più esterno 158 800 Energia di ionizzazione (kJ/mol) 141 300 28 900 4600 500 1a 2a 3a 4a 7ª 8ª 20 100 25 500 9ª 10ª 11ª 28 900 141 300 158 800 Come si vede, tali energie presentano un andamento crescente in accordo con il fatto che togliere successivamente elettroni da uno stesso atomo è sempre più difficile, in quanto lo ione si va caricando sempre più positivamente. Ciò che sorprende, però, è il notevole salto che si ha quando si passa dalla 1a alla 2a ionizzazione, e anche dalla 9a alla 10a, e questo è una conferma della disposizione a strati degli elettroni all’interno dell’atomo. Scopriamo così che l’atomo di sodio organizza i suoi elettroni in tre livelli (Fig. 5): quello più esterno contenente un solo elettrone (a cui compete una energia di ionizzazione E.I. = 500 kJ/mol), quello intermedio che ne contiene 8 (con E.I. comprese tra 4600 e 28900 kJ/mol) e infine quello più prossimo al nucleo, che ne contiene 2 (con E.I. dell’ordine di 150000 kJ/mol). Il modello atomico a livelli appena descritto livello livello più intermedio interno per il sodio può assumere validità generale se misuriamo le E.I. di tutti gli elettroni appartenenti a tutti gli elementi. In tal modo è possibile “contare” direttamente quanti elettroni si trovano attorno al nucleo e in che modo sono distribuiti nei vari livelli. Da tutte queste considerazioni possiamo concludere che il modello atomico che Bohr aveva ipotizzato è in perfetto accordo con i dati dell’analisi delle energie di ionizzazione, che ne costituiscono una valida conferma sperimentale. 5a 6a 7a 8a 9a 10a 11a Numero di ionizzazione Clicca qui per eseguire il test interattivo STOP test di controllo Stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere(V) o false(F). 1. Il valore dell’energia di prima ionizzazione è superiore a quello di seconda ionizzazione. 2. L’energia di prima ionizzazione si riferisce a un atomo neutro. 3. Il sodio possiede un valore di energia V F V F di prima ionizzazione paragonabile a quella dell’alluminio. 4. L’argon possiede un basso valore di energia di ionizzazione. V F V F unità c3 La tavola periodica degli elementi i g t c x÷ –+ obiettivo 4 Le proprietà periodiche Conoscere le proprietà periodiche degli elementi e prevederne l’andamento sulla base della loro posizione nella tavola periodica Conosciamo ora alcune proprietà caratteristiche degli atomi, correlate direttamente alle loro configurazioni elettroniche esterne che, come abbiamo visto, si ripetono periodicamente. Raggio atomico e volume atomico Con una certa approssimazione, come si è visto, gli atomi possono essere assimilati a delle minuscole sfere le cui dimensioni possono essere espresse in termini di raggio atomico e, di conseguenza, di volume atomico. Il raggio atomico esprime la distanza tra il nucleo e l’elettrone più esterno ed è misurato in nanometri o in ångström (Å). Nella tavola periodica le dimensioni di un atomo variano lungo un gruppo e lungo un periodo. Scendendo lungo un gruppo, aumenta il numero quantico principale e di conseguenza il numero di livelli occupati dagli elettroni. In tal modo, gli elettroni del livello più esterno si trovano sempre più distanti dal nucleo e sempre più schermati per la presenza dei livelli intermedi, e di conseguenza saranno meno attratti dal nucleo. Pertanto: il raggio atomico, e di conseguenza il volume, aumentano lungo un gruppo procedendo dall’alto verso il basso. Lungo un periodo, invece, si ha un aumento del numero atomico, cioè del numero di protoni, e quindi un aumento della carica positiva del nucleo. Gli elettroni che via via si aggiungono hanno però lo stesso numero quantico principale e pertanto si collocano nello stesso livello di energia. L’effetto che ne deriva è un aumento dell’attrazione degli elettroni da parte del nucleo con conseguente riduzione del raggio e contrazione del volume: il raggio atomico, e di conseguenza il volume, diminuiscono lungo un periodo procedendo da sinistra verso destra. Decrescente I Crescente H Fig. 6 Andamento della variazione del raggio atomico in Å all’interno dei gruppi e all’interno dei periodi. 0,3 II III IV V VI VII Li Be B C N O F 1,52 1,11 0,88 0,77 0,70 0,66 0,64 Na Mg Al Si P S Cl 1,86 1,60 1,43 1,17 1,10 1,04 0,99 K Ca Sc Ti V Cr Mn Fe Co Ni Cu Zn Ga Ge As Se Br 2,31 1,97 1,60 1,46 1,31 1,25 1,29 1,26 1,25 1,24 1,28 1,33 1,22 1,22 1,21 1,17 1,14 Rb Sr Y Zr Nb Mo Tc Ru Rh Pd Ag Cd In Sn Sb Te I 2,44 2,15 1,80 1,57 1,41 1,36 1,32 1,33 1,34 1,38 1,44 1,49 1,62 1,40 1,41 1,37 1,33 Cs Ba La Hf Ta W Re Os Ir Pt Au Hg Tl Pb Bi Po At 2,62 2,17 1,88 1,57 1,43 1,37 1,37 1,34 1,35 1,38 1,44 1,50 1,71 1,75 1,46 1,4 1,4 Fr Ra Ac 2,7 2,20 2,0 Elementi di transizione 107 modulo c i g t c La struttura della materia x÷ –+ Andamento dell’energia di ionizzazione L’energia di ionizzazione è una proprietà periodica particolarmente importante in quanto, come si è detto, è strettamente legata alla configurazione elettronica. Vediamo qual è il suo andamento nella tavola periodica. Scendendo lungo un gruppo, l’elettrone da rimuovere si trova su livelli di energia sempre più esterni e quindi sarà sempre meno attratto dal nucleo. Pertanto: l’energia di ionizzazione diminuisce lungo un gruppo procedendo dall’alto verso il basso. All’interno di un periodo, invece, procedendo da sinistra verso destra, l’elettrone da rimuovere sarà sempre più attratto dal nucleo perché, con l’aumentare del numero atomico, aumenta la carica nucleare. Pertanto: l’energia di ionizzazione aumenta lungo un periodo procedendo da sinistra verso destra. crescente H decrescente 108 Fig. 7 Andamento dell’energia di ionizzazione. He Li Be B C N O F Ne Na Mg Al Si P S Cl Ar K Ca Sc Ti V Cr Mn Fe Co Ni Cu Zn Ga Ge As Se Br Kr Rb Sr Y Zr Nb Mo Tc Ru Rh Pd Ag Cd In Sn Sb Te I Xe Cs Ba La Hf Ta W Re Os Ir Pt Au Hg Tl Pb Bi Po At Rn Fr Ra Ac Th Pa U Np-Lr Affinità elettronica e suo andamento Abbiamo visto che per allontanare uno o più elettroni da un atomo neutro è necessario fornire energia. Si avrà invece cessione di energia quando un atomo acquista uno o più elettroni. Tale processo può essere così schematizzato: A + e– –––––> A– + energia dove con A– è indicato lo ione negativo o anione. Pertanto: si definisce affinità elettronica la quantità di energia ceduta quando un atomo neutro allo stato gassoso acquista un elettrone. Analogamente al catione, l’anione è un atomo elettricamente carico, ma di carica negativa. Il nuovo elettrone, infatti, non potendo essere neutralizzato da un corrispondente protone del nucleo, conferisce all’intero atomo una carica unitaria negativa. Anche per l’affinità elettronica valgono le stesse considerazioni fatte per il potenziale di ionizzazione. L’elettrone acquistato, infatti, va a collocarsi sempre nel livello più esterno e quindi lungo un gruppo, allontanandosi dal nucleo, sarà sempre meno attratto, mentre lungo un periodo, con l’aumento della carica nucleare, sarà sempre più attratto. i g t c unità c3 La tavola periodica degli elementi x÷ –+ Pertanto: l’affinità elettronica diminuisce lungo un gruppo procedendo dall’alto verso il basso, mentre aumenta lungo un periodo, procedendo da sinistra verso destra. crescente decrescente H Fig. 8 Andamento dell’affinità elettronica. He Li Be B C N O F Ne Na Mg Al Si P S Cl Ar K Ca Sc Ti V Cr Mn Fe Co Ni Cu Zn Ga Ge As Se Br Kr Rb Sr Y Zr Nb Mo Tc Ru Rh Pd Ag Cd In Sn Sb Te I Xe Cs Ba La Hf Ta W Re Os Ir Pt Au Hg Tl Pb Bi Po At Rn Fr Ra Ac Th Pa U Np-Lr Andamento dell’elettronegatività L’energia di ionizzazione e l’affinità elettronica sono, come si è visto, grandezze che indicano la tendenza che ha ogni atomo a perdere o acquistare elettroni e da esse si può prevedere il comportamento chimico degli elementi che, come si è detto più volte, dipende dagli elettroni esterni. Tali proprietà, per una più immediata lettura della tavola periodica, sono state correlate insieme in un’unica proprietà molto usata in chimica: l’elettronegatività. Per la sua misura L. Pauling ha proposto una scala arbitraria che assegna il valore più elevato (4) al fluoro, e quello più basso (0,7) al francio e valori intermedi a tutti gli altri elementi. Tali valori indicano la capacità che ha l’atomo di un elemento di attrarre gli elettroni che condivide con l’atomo di un altro elemento quando si trovano legati. Una più completa comprensione di tale proprietà si avrà dopo aver studiato il legame chimico, nel prossimo modulo. Anche l’elettronegatività è ovviamente una proprietà periodica che, come il potenziale di ionizzazione e l’affinità elettronica, diminuisce lungo un gruppo e cresce lungo un periodo. crescente H 2,1 Li Be Na Mg K Ca Rb Sr decrescente 1,0 0,9 0,8 0,8 1,2 1,0 1,0 Ba Fr Ra 0,7 B 1,5 Cs 0,7 Fig. 9 Andamento dell’elettronegatività. He 0,9 0,9 2,0 Al Sc Cr Mn Nb Mo Ta W Ti V Zr 1,3 1,5 1,2 1,4 1,6 1,1-1,2 1,3 1,5 1,7 1,1 1,3 1,5 1,7 Y La Ac Hf Th 1,6 Pa 1,6 1,8 U Fe Co Tc Ru Re Os 1,5 1,8 1,9 2,2 1,9 2,2 Np-Lr 1,3 2,4 2,8 2,1 2,5 2,0 2,2 Sb Au Hg Tl Pb Bi Pt 2,2 2,0 Sn Ir 2,2 3,0 In 1,9 2,4 1,6 1,7 1,7 1,9 1,8 1,8 1,8 1,8 Ar 2,5 Cd 1,6 Cl 2,1 Ag 1,9 Ne 4,0 1,9 1,9 S Se Te Po - F 3,5 P As Pd 2,2 1,8 O 3,0 Ge Rh 2,2 Si Ga Cu 1,8 2,5 N Zn Ni 1,8 1,5 C - Br Kr I Xe At Rn - 109 c modulo i g t c La struttura della materia x÷ –+ Metalli e non metalli Un primo tentativo di classificazione degli elementi è stato già descritto precedentemente. Esso si basava fondamentalmente sulle caratteristiche fisiche. Dopo aver studiato la struttura elettronica possiamo notare che gli elementi denominati metalli sono quelli che posseggono basse energie di ionizzazione, basse affinità elettroniche e di conseguenza basse elettronegatività, e che quindi presentano spiccata tendenza a cedere elettroni. Essi sono normalmente localizzati nella parte sinistra o in basso della tavola periodica. I non metalli, viceversa, sono quelli che presentano spiccata tendenza ad acquistare elettroni, cioè quelli che hanno alta affinità elettronica e alto potenziale di ionizzazione, e di conseguenza alto valore di elettronegatività; essi sono collocati a destra della tavola periodica. I semimetalli, infine, sono ovviamente gli elementi che presentano valori intermedi di tali grandezze e, di conseguenza, caratteristiche intermedie. Fig. 10 Cristallo di zolfo nativo, un non metallo. crescente proprietà metalliche H He Be B C N O F Ne Na Mg Al Si P S Cl Ar K Ca Sc Ti V Cr Mn Fe Co Ni Cu Zn Ga Ge As Se Br Kr Rb Sr Y Zr Nb Mo Tc Ru Rh Pd Ag Cd In Sn Sb Te I Xe Cs Ba La Hf Ta W Re Os Ir Pt Au Hg Tl Pb Bi Po At Rn Fr Ra Ac Th Pa U Fig. 11 Andamento delle proprietà metalliche e non metalliche. crescente Li proprietà non metalliche crescente proprietà metalliche 110 Np-Lr crescente proprietà non metalliche STOP test di controllo Completa le frasi inserendo le parole mancanti. 1. Procedendo lungo un periodo il raggio atomico, e di 3. L’energia di ionizzazione …….............................….. lungo conseguenza il ……................. atomico, ……......................... un gruppo procedendo dall’ …….............................….. verso a causa della …….......…....................….. attrazione degli il ……....................…... elettroni da parte del nucleo. 2. L’elettronegatività ……....................….. lungo un gruppo e ……....................….. lungo un periodo. 4. L’affinità elettronica è la quantità di energia ……............... quando un atomo neutro gassoso …….............................….. un elettrone. Clicca qui per aprire la sintesi dei concetti principali i g t c Verifica unità c3 La tavola periodica degli elementi 1 La tavola di Mendeleev e la scoperta della periodicità 2 La tavola periodica moderna . 1. Inserisci in ciascun quadratino la lettera della parola chiave corrispondente alla definizione. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. e lementi del secondo gruppo colonna verticale di elementi della tavola periodica elementi che prevedono il riempimento del sottolivello d elementi del primo gruppo, escluso l’idrogeno rappresentazione simbolica che riporta gli elettroni di valenza attorno al simbolo di un elemento sotto forma di punti e lementi dell’ottavo gruppo riga orizzontale di elementi della tavola periodica proprietà degli elementi che si ripetono quando si organizzano secondo il numero atomico crescente elettroni che occupano i sottolivelli più esterni s e p di un atomo elementi del settimo gruppo a.metalli alcalini b.metalli alcalini terrosi c. notazioni di Lewis d.gruppo e.alogeni f. gas nobili g.periodo h.legge periodica i. elementi di transizione j. elettroni di valenza 10. Come puoi giustificare l’appartenenza dell’elio all’ottavo gruppo, anche se possiede soltanto due elettroni? 11. Perché l’idrogeno, pur essendo al primo gruppo, non appartiene alla famiglia dei metalli alcalini? 12. Che cos’hanno in comune gli elementi di uno stesso periodo? . 13. Stabilisci a quale gruppo appartengono: a.gli elementi che hanno 3 elettroni nel livello di valenza ....................... b.i gas nobili ....................... c. gli alogeni ....................... 14. Scrivi la configurazione elettronica esterna degli elementi del quinto gruppo. 15. Scrivi la configurazione elettronica esterna di tutti gli elementi appartenenti al terzo periodo. 16. Scrivi la configurazione elettronica esterna dei gas nobili. 17. Indica, tra le seguenti, le coppie di configurazioni elettroniche che si riferiscono a elementi appartenenti allo stesso gruppo: b 1s2 2s2 2p6 3s2 3p2 c 1 s2 2s2 2p6 3s2 3p6 3. Come vengono chiamate le righe orizzontali e le co- d 1s2 2s2 2p2 e 1 s2 2s2 2p6 3s2 4. Quali sono gli elementi che appartengono al primo f 1 s2 2s2 2p6 3s2 3p6 4s2 3d10 4p6 5. Spiega perché nel terzo periodo troviamo soltanto 8 18. Stabilisci quanti elettroni di valenza possiede ciascuno dei seguenti elementi: 6. Per quale serie di elementi avviene il riempimento del sottolivello 4f? simbolo dell’elemento chimico nella notazione di Lewis? e non 18 elementi. 9. Che cosa rappresentano i puntini che circondano il 2. In che cosa differisce la tavola periodica moderna periodo? tavo gruppo. a 1 s2 2s2 2p6 3s2 3p6 4s2 lonne verticali nella tavola periodica? 8. Indica che cos’hanno in comune gli elementi dell’ot- da quella proposta da Mendeleev? x÷ –+ 111 7. Per quale serie di elementi avviene il riempimento del sottolivello 3d? a.N ....................... b.Ca ....................... c. Ar ....................... d.Si ....................... 6 7 Cesio 87 112 Bario 88 Fr Francio Ra Lantanio 89 Afnio Tantalio Tungsteno (Wolframio) Renio Osmio Iridio Platino Oro Mercurio Tallio Piombo Bismuto Polonio Astato i g t c Ac Verifica Radio Attinio 58 • Classificazione dei gruppi secondo la IUPAC (1986) che suggerisce la numerazione progressiva da 1 a 18 Ce 59 60 Pr Radon Nd 61 Pm 62 Sm 63 64 Eu Gd 65 Tb 66 Dy 67 Ho 68 Er 69 Tm 70 Yb 71 x÷ –+ Lu LANTANIDI 19. Scrivi la configurazione elettronica esterna dei se- 27. Spiega perché l’energia di seconda ionizzazione è 91 90 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 guenti elementi: di primaLwionizzazione. Th Pa U Np Pu Am Cm Bk Cfmaggiore Es Fm quella Md diNo •• Classificazione dei gruppi comunemente usata ATTINIDI Cerio Praseodimio Neodimio Promezio Samario Europio Gadolinio Terbio Disprosio Olmio Erbio Tulio Itterbio Lutezio Torio Protoattinio Uranio Nettunio Plutonio Americio Curio Berkelio Californio Einsteinio Fermio Mendelevio Nobelio Laurenzio a.He ....................... b.O ....................... c. I ....................... d.Fe ....................... 28. Schematizza il processo di formazione di un generico anione e definisci l’affinità elettronica. 20. Scrivi la configurazione elettronica completa del Co e stabilisci: 29. Descrivi l’andamento del potenziale di ionizzazione lungo un gruppo e lungo un periodo. 30. Gli elementi di quale gruppo posseggono i valori più elevati di potenziale di ionizzazione? a.a quale famiglia di elementi appartiene; b.quanti elettroni possiede nel guscio di valenza; c.quanti sono i livelli principali impegnati; d.quanti elettroni si trovano nel sottolivello d. 21. Usa la simbologia di Lewis per rappresentare i seguenti elementi: a.P ....................... b.F ....................... c. Ne ....................... d.Mg ....................... 22. Usa la simbologia di Lewis per rappresentare gli elementi del quinto gruppo. 23. Usa la simbologia di Lewis per rappresentare gli elementi del secondo periodo. 24. Tra gli elementi indicati con le lettere maiuscole dell’alfabeto, riconosci: a.quello che ha configurazione elettronica esterna 4s1; b.quello che appartiene alla famiglia degli alogeni; c. quello che appartiene alla famiglia dei gas nobili; d.quello che ha configurazione elettronica esterna 4s2 3d7. B C D A 25 .Colloca nella tavola periodica dell’esercizio precedente i seguenti elementi per ciascuno dei quali disponi delle seguenti informazioni: • elemento X: ha configurazione elettronica esterna 2s2 • elemento Y: ha configurazione elettronica esterna 5s2 4d5 • elemento W: ha numero atomico Z = 7 • elemento Z: ha numero atomico Z = 2 3 L’energia di ionizzazione e i livelli energetici 4 Le proprietà periodiche ... le conoscenze. 31. Gli elementi di quale gruppo posseggono i valori più elevati di affinità elettronica? 32. Descrivi l’andamento dell’elettronegatività lungo un gruppo e lungo un periodo. 33. Qual è il valore di elettronegatività dell’elemento più elettronegativo? 34. In quale intervallo sono compresi i valori della scala di elettronegatività di Pauling? 35. Quali parametri sono indicativi per stabilire le proprietà metalliche di un elemento? . 36. Osservando la tavola periodica, stabilisci quale elemento di ciascuna delle seguenti coppie richiede una maggiore energia di prima ionizzazione: a.Mg / Ca b.S / Se c. Al / S d.Mg / Cl 37. Osservando la tavola periodica, stabilisci quale elemento di ciascuna delle seguenti coppie ha una affinità elettronica più elevata: a.F / Br b.Al / S c. O / Se d.Mg / P 38. Indica quale dei seguenti elementi ha il raggio atomico minore: B Al Ga In Tl 39. Indica quale dei seguenti elementi ha il raggio atomico maggiore: Li Be C O Ne 40. Metti in ordine di volume atomico crescente i seguenti elementi: I Cl Br F ... le conoscenze 26. Definisci che cosa s’intende per energia di prima ionizzazione. 41. Metti in ordine di affinità elettronica crescente i seguenti elementi: F C Li N i g t c unità c3 La tavola periodica degli elementi x÷ –+ 42. Delle seguenti coppie di elementi scegli quello che presenta un più spiccato carattere metallico a.B / Al b.Na / K c. Mg / Al d.Sn / Te 43. Sulla base degli indizi che ti vengono forniti scopri di quale elemento si tratta: • è un elemento che ha spiccato carattere non metallico; • il suo anione presenta una sola carica negativa; • lo trovi nel terzo periodo della tavola; • la configurazione elettronica del suo anione corrisponde a quella dell’Ar. Verifica le competenze Esempio guidato Esempio guidato • Scrivi la configurazione elettronica del catione Na+ e stabilisci a quale gas nobile corrisponde. • Scrivi la configurazione elettronica dell’anione F– e stabilisci a quale gas nobile corrisponde. Soluzione Soluzione a. Facendo riferimento alla tavola periodica trovi che il numero atomico del sodio è 11. Pertanto, nella sua configurazione elettronica devi collocare 11 elettroni: 1s2 2s2 2p6 3s1 b.Schematizza il relativo processo di ionizzazione: a.Facendo riferimento alla tavola periodica trovi che il numero atomico del fluoro è 9, pertanto nella sua configurazione elettronica devi collocare 9 elettroni: 1s2 2s2 2p5 b.Schematizza il relativo processo di ionizzazione: F + e– ––––– > F– Na ––––– > Na+ + e– c. Ricordando che l’elettrone che per primo viene strappato è quello più esterno, nella configurazione elettronica dello ione Na+ non dovrà più comparire l’elettrone 3s1; pertanto la sua configurazione elettronica sarà: Na+: 1s2 2s2 2p6 d.Se osservi quest’ultima configurazione ti accorgi che presenta l’ultimo livello completo, come accade per i gas nobili. La configurazione dello ione Na+, pertanto, corrisponderà al gas nobile che lo precede, il neon, la cui configurazione elettronica sarà: Ne: 1s2 2s2 2p6 c. Ricordando che l’elettrone acquisito deve essere collocato nel livello più esterno, nella configurazione elettronica dello ione F– dovrà comparire un elettrone in più nel sottolivello 2p; pertanto la sua configurazione elettronica conterrà ora 10 elettroni e sarà: F–: 1s2 2s2 2p6 d.Se osservi quest’ultima configurazione ti accorgi che presenta l’ultimo livello completo, come accade per i gas nobili. La configurazione dello ione F– pertanto corrisponderà al gas nobile che in questo caso lo segue, il neon, la cui configurazione elettronica sarà: Ne: 1s2 2s2 2p6 44 Facendo riferimento alla tavola periodica, scrivi le configurazioni elettroniche dei seguenti cationi: a.K+ b.Li+ ................................... ................................... 45 Facendo riferimento alla tavola periodica, scrivi le configurazioni elettroniche dei seguenti cationi: ................................... a.Ca2+ b.Mg2+ ................................... 46 Facendo riferimento alla tavola periodica, scrivi le configurazioni elettroniche dei seguenti cationi e stabilisci per ciascuno a quale gas nobile corrisponde: ................................... a.Rb+ b.Be2+ ................................... 47 Facendo riferimento alla tavola periodica, scrivi le configurazioni elettroniche dei seguenti anioni: a.H– ................................... b.Cl– ................................... 48 Facendo riferimento alla tavola periodica, scrivi le configurazioni elettroniche dei seguenti anioni: a.S2– ................................... b.O2– ................................... 49 Facendo riferimento alla tavola periodica, scrivi le configurazioni elettroniche dei seguenti anioni e, per ciascuno, stabilisci a quale gas nobile corrisponde: a.Br– b.I– ................................... ................................... 113 114 Verifica i g t c x÷ –+ 50 Stabilisci quale dei seguenti ioni presenta la stessa configurazione elettronica del Kr: b Cl– c Sr2+ d Se2– ................................... Mg2+ ................................... S2– ................................... H– Esempio guidato • Schematizza, secondo il modello di Bohr, la strut- Soluzione 51 Indica a quale gas nobile corrisponde la configurazione elettronica dei seguenti ioni: Br– La tavola periodica degli elementi tura elettronica del sodio, Na, e del suo catione, Na+, rappresentando le orbite con dei cerchi concentrici e gli elettroni con dei pallini. a K+ c3 ................................... a.Dalla tavola periodica individua il numero atomico del sodio che è Z = 11. b.Dal numero atomico deduci che il sodio possiede 11 elettroni e quindi puoi individuare in quanti livelli vanno distribuiti. c. Ricordati che il primo livello può al massimo ospitare 2 elettroni e il secondo 8, pertanto l’undicesimo elettrone andrà collocato nel terzo livello. d.Disegna tre cerchi concentrici ponendo al centro il nucleo. Esempio guidato • Descrivi con il simbolismo di Lewis i seguenti ioni: Na+, Cl–. Soluzione a.Il sodio è un metallo alcalino e appartiene al primo gruppo; pertanto, perdendo un elettrone per formare lo ione Na+, assumerà la configurazione elettronica del gas nobile che lo precede. b.Il cloro è un alogeno e appartiene al settimo gruppo. Acquistando un elettrone, formerà lo ione Cl– la cui configurazione elettronica corrisponde a quelle del gas nobile che lo segue. c. Entrambi gli ioni, avendo configurazione elettronica esterna corrispondente a quella di un gas nobile, avranno nell’ultimo livello 8 elettroni. Con il simbolismo di Lewis sono così rappresentati: Na + Cl – 52 Descrivi con il simbolismo di Lewis i seguenti ioni: Br–, S2–, N3–. 53 Descrivi con il simbolismo di Lewis i seguenti ioni: K+, Mg2+, Al3+. e.Disegna 2 pallini nel primo cerchio, 8 nel secondo e 1 nel terzo che è il livello più esterno. f. Per ottenere lo ione Na+ occorre rimuovere l’elettrone dal livello più esterno: pertanto il catione sarà rappresentato soltanto da 2 cerchi: il primo con 2 pallini e il secondo con 8. g.Nota che quest’ultima rappresentazione corrisponde a quella del neon, il gas nobile che precede il sodio nella tavola periodica. 54 Disegna, secondo il modello di Bohr, le strutture elettroniche dei seguenti atomi, rappresentando con cerchi concentrici le orbite e con pallini gli elettroni: Al, Mg, O, Al3+, Mg2+, O2–. Clicca qui per eseguire il test di verifica di fine modulo Clicca qui per eseguire il test in inglese Password to chemistry