GIUGNO 2010 NEWSLETTER CARE PER GLI ASSICURATI DI SANITAS CORPORATE PRIVATE CARE EDITORIALE care/ i /06.10 A chi non capita di sedersi sul bordo della sedia con i piedi appoggiati sulle rotelle, tenendo magari la cornetta tra la testa e la spalla, scrivendo intanto qualcosa al computer e guardando lo schermo di traverso? Ovviamente la maggior parte di noi sa più o meno qual è la posizione corretta alla scrivania e come regolare la sedia, ma non sempre ci prestiamo attenzione. Di solito durante il lavoro quotidiano abbiamo cose più importanti a cui pensare. Eppure a volte i nostri colleghi si lamentano per dolori alla schiena, e allora sentiamo anche noi la tensione alla nuca. E allora ci chiediamo com’era il giusto mix tra stare seduti, in piedi e muoversi? Non vogliamo affrontare l’argomento dell’ergonomia e della schiena in modo pedagogico, come quando si ricorda ai bambini di stare dritti con la schiena! Nei seguenti articoli, nell’intervista e nella pagina supplementare staccabile trovate consigli divertenti per più movimento. Forse riusciremo a motivarvi a fare una pausa di tanto in tanto al lavoro e fare qualche esercizio per il bene della vostra schiena. ECCO COME RAFFORZARE LA SCHIENA La schiena è il pilastro portante del nostro corpo e ci permette di assumere la posizione eretta. Tuttavia quasi la metà della popolazione ha dolori alla schiena continui o ricorrenti. Il riposo non è la soluzione migliore, piuttosto piccoli cambiamenti di comportamento possono aiutare molto. Vi illustreremo come. È raro che i dolori di schiena siano dovuti a malattie gravi quali ernia al disco o tumori maligni. Nella maggior parte dei casi la causa è da ricondurre a tensioni muscolari dovute alla mancanza di movimento, ad uno sforzo unilaterale o ad una postura scorretta. Di conseguenza alcuni muscoli si indeboliscono mentre altri vengono strapazzati. Così si crea uno squilibrio che porta a tensioni dolorose e una postura sbagliata. Dolori acuti che persistono a lungo possono diventare cronici. Cellule nervose conduttrici di impulsi di dolore agiscono indipendentemente e inviano costantemente segnali di dolori al cervello senza stimoli esterni. Chi lavora in ufficio è particolarmente colpito da questi disturbi essendo seduto per diverse ore e spesso in una postura sbagliata. In realtà con pochi cambiamenti si può fare molto per la schiena. Nella presente edizione trovate al riguardo un’intervista con uno specialista della colonna vertebrale e una doppia pagina con consigli e esercizi. Staccatela, attaccatela in ufficio ed esercitatevi ogni giorno. INTERVISTA «IN LINEA DI PRINCIPIO STARE SEDUTI NON FA MALE» LE TRAPPOLE PIÙ IMPORTANTI PER LA SCHIENA … Cosa sovraccarica la nostra schiena? Quali discipline sportive fanno bene al dorso e quali meno? Lo specialista della colonna vertebrale PD dott. med. Markus Kröber risponde alle nostre domande sull’argomento schiena. ... AL POSTO DI LAVORO posizione errata alla scrivania poco movimento sul posto di lavoro stessa posizione per ore Quanto grava lo stare seduti? In linea di principio stare seduti non fa male, tuttavia la postura del corpo esercita uno sforzo meccanico sulla struttura della regione sacrale. Fa parte dell’anatomia: lo sforzo quando siamo seduti è molto più elevato di quando camminiamo o siamo in piedi. ... NELLE FACCENDE DOMESTICHE portare borse pesanti sempre da un lato sollevare casse con la schiena curvata fare l’aspirapolvere con tubo troppo corto e la schiena curvata ... NELLE ATTIVITÀ SPORTIVE muscolatura della schiena troppo debole attività sportive che prevedono sforzi unilaterali o posizioni scorrette impostazioni non adeguate (p.es in bici o per attrezzi fitness) materiale scadente o inadeguato (p.es. scarpe da corsa, zaino, ecc.) Secondo l’Inchiesta svizzera sulla salute 2002 il 42,1 percento della popolazione soffre di dolori alla schiena di media fino a forte entità. Nel 2003 sono state ricoverate quasi 19 000 persone per dolori alla schiena e per 12 000 di esse è stato necessario un intervento per l’irrigidimento della vertebra (spondilodesi), asportazione dei dischi intervertebrali o la stabilizzazione dorsale. Quali conseguenze a lungo termine possono insorgere a causa di una postura sbagliata alla scrivania per anni? La colonna vertebrale subisce uno sforzo unilaterale che può portare ad un’usura dei dischi intervertebrali e delle vertebre. Tuttavia, prima che insorgano disturbi alla colonna vertebrale trascorre un lasso di tempo piuttosto lungo. Come si sviluppano i dolori alla schiena persistenti? Di solito all’inizio si avvertono tensioni. La colonna vertebrale è come un busto ricoperto di muscoli e se questi sono abbastanza forti sostengono la colonna vertebrale in modo corretto. Se però per molto tempo si assume una postura errata stando seduti, la muscolatura del tronco si irrigidisce, inizia a far male e non dà più il sostegno dovuto. Una schiena curva può causare un accorciamento dei muscoli della nuca e del torso. Se la postura sbagliata diventa un’abitudine con il passare del tempo insorge il dolore alla spina dorsale con casi di ernia al disco e nervi accavallati. Quali discipline sportive fanno bene al dorso e quali invece lo sovraccaricano? Le discipline consigliabili sono: nuoto, walking, corsa con scarpe adatte e su suolo morbido e allenamento muscolare secondo il metodo di pilates. Lo sforzo esercitato sulla colonna vertebrale con queste discipline è omogeneo e si rafforza la muscolatura del tronco. Poco indicate sono invece le discipline sportive che inducono colpi alla schiena come salto in alto, basket e pallavolo. Poco ideali sono anche quelle in cui la schiena è sottoposta ad una postura unilaterale, quali pattinaggio o hockey su ghiaccio, nelle quali la schiena è curvata in avanti. Anche con il tennis e il golf la schiena è piegata su un lato e in questi casi dovrebbe essere rinforzata con allenamenti supplementari. Come ci si accorge che c’è qualcosa che non va con la schiena e non è sufficiente solo fare più movimento? Se il dolore sotto sforzo si avverte sempre più spesso anche in attività abituali e l’intensità cresce. Anche una postura sempre più curvata indica che qualcosa non va. Spesso si accorge della schiena curvata chi ci sta vicino. Esempi tipici delle cause sono fratture dei corpi vertebrali da osteoporosi, usura unilaterale dei dischi intervertebrali, infiammazioni alla spina dorsale o ai dischi intervertebrali, frattura delle vertebre dovuta a infortunio e non curata in modo adeguato. Che ruolo hanno i fattori psichici in caso di dolori alla schiena persistenti? Capita di tanto in tanto che il dolore o le pressioni psicologiche vengano proiettati sulla schiena. Così anche dolori di lieve entità possono diventare cronici. In questo caso è necessario l’aiuto di uno psichiatra piuttosto che di un ortopedico. A volte succede anche il contrario: se qualcuno soffre per anni di dolori persistenti e non si sottopone ad una terapia, possono insorgere problemi psichici. In entrambi i casi oltre alla diagnosi e la cura delle cause a livello fisico è molto importante anche una cura a livello psicologico. Il PD dott. med. Markus Kröber ha studiato medicina e conseguito l’abilitazione a Heidelberg. Dopo diverse tappe a Berlino, San Francisco e San Gallo, da marzo lavora presso la clinica St. Anna a Lucerna quale specialista di ortopedia con specializzazione in chirurgia vertebrale. Le sue competenze principali consistono nel controllo e nella cura di malformazioni della colonna vertebrale di bambini e adulti. Inoltre il PD dott. med. Markus Kröber è specializzato nella terapia di patologie dovute all’usura della colonna vertebrale, a fratture o tumori. ASSICURAZIONI COMPLEMENTARI IL DIVARIO CRESCE Del dott. med. Beat Meister, Clinica Beau-Site, Berna Le assicurazioni complementari sono solo un lusso costoso e inutile? Molti giovani in buona salute non pensano all’importanza dell‘assicurazione complementare. Con l’introduzione di forfait ad hoc negli ospedali a partire dal 2012 il divario tra assicurazione base e assicurazioni complementari è destinato a crescere. «L’assicurazione complementare è costosa e l’assicurazione nel reparto comune in realtà è sufficiente per coprire le esigenze mediche in Svizzera. Inoltre sono sana e se qualcosa non va condividerò la stanza in ospedale con altre persone, non è un problema. L’assicurazione complementare serve solo a chi vuole una camera ad un letto», questo è ciò che poco tempo fa mi ha detto una giovane donna sull’argomento. LIBERTÀ DI SCELTA A questa argomentazione in realtà c’è molto da obiettare. Partiamo dalla cosa più ovvia: se fra qualche anno questa giovane donna dovesse aspettare un bambino, si accorgerà ben presto che il suo ginecologo non potrà assisterla durante il parto in quanto la paziente non ha libertà di scelta in ospedale. Un’assicurazione complementare significa innanzi tutto maggiore libertà di scelta. Il paziente decide quando, da chi e in che misura può richiedere prestazioni mediche. E se dopo l’intervento è necessaria una riabilitazione, il paziente può scegliere l’istituto adatto con i rispettivi medici specializzati. TEMPI DI ATTESA BREVI In caso di interventi pianificati, quali un’operazione del menisco o di protesi dell’anca, può succedere che la lista d’attesa sia molto lunga e che passino diverse settimane prima dell’operazione. Il paziente che dispone di un’assicurazione semiprivata o privata ha un trattamento di preferenza per quanto riguarda il tempo di attesa: può scegliere il periodo della degenza ospedaliera e quindi organizzarsi meglio per quanto riguarda il lavoro e la sfera privata. dal punto di vista qualitativo. Solo in questo modo il trattamento è coperto dal forfait. Per una protesi ottimale il paziente deve avere un’assicurazione complementare. Oggi questo non è il caso. Operazioni combinate, per esempio dell’ernia inguinale e dell’alluce, non saranno più possibili per chi è assicurato nel reparto comune, questi pazienti dovranno essere ricoverati due volte, altrimenti i costi non saranno coperti. Solo per chi dispone di un’assicurazione complementare saranno possibili interventi combinati. Medicinali molto costosi non sono coperti dai forfait, per questo essi verranno assegnati solo se è proprio indispensabile. La medicina ottimizzata per il paziente verrà sostituita da una medicina ottimizzata per i costi. Non da ultimo nuovi metodi di cura saranno accessibili agli assicurati base solo dopo alcuni anni. È un processo lungo e complesso affinché tali metodi vengano introdotti nel nuovo sistema di forfait per caso. All’inizio i nuovi metodi potranno essere utilizzati solo per assicurati nelle complementari. RISPARMIO A CARICO DELL’ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA Se con il sistema DRG è possibile risparmiare senza che tali risparmi svaniscano tramite il gigante sistema amministrativo, a pagarne le conseguenze saranno gli assicurati base. Dal punto di vista dei pazienti occorre precisare che i forfait ad hoc in ospedale faranno aumentare il divario già esistente tra gli assicurati nel reparto comune, quelli semiprivati e privati. Purtroppo non tutti possono permettersi un’assicurazione complementare. Sui problemi etici di una distribuzione delle risorse poco equa con l’introduzione del sistema a forfait secondo DRG ha riflettuto anche la commissione etica nazionale. Non sono state presentate ancora proposte di soluzione. È chiaro che il nuovo sistema farà aumentare le differenze nella cura di assicurati base e complementari. FORFAIT AD HOC E CONSEGUENZE Al più tardi entro il 2012 in tutta la Svizzera sarà introdotto il sistema di forfait ad hoc secondo DRG (Diagnosis Related Groups). Esso prevede che le prestazioni ospedaliere vengano rimborsate con una somma fissa in base al caso. Lo scopo è di creare un sistema di incentivazione per curare ogni paziente in modo efficiente dal punto di vista finanziario. In realtà ciò significherà ridurre le prestazioni per i pazienti assicurati nel reparto comune, in quanto è possibile risparmiare solo riducendo le prestazioni. Dott. med. Beat Meister, specialista di anestesiologia e medicina intensiva. A questo proposito ecco alcuni esempi dalla vita ospedaliera. La durata ottimale della cura e della degenza, per esempio per un’appendicite, è definita in modo preciso nel sistema di forfait per caso. E l’ospedale farà attenzione che il paziente non rimanga in ospedale oltre il periodo previsto, altrimenti subirà una perdita. Per una cura individuale il paziente deve avere un’assicurazione complementare. In caso di protesi (p.es. all’anca o valvole cardiache) verrà scelta la variante più economica, appena sufficiente 3 L’autentico bernese ha studiato nella sua città e dal 1995 lavora presso la clinica Hirslanden Beau-Site. Oltre all’attività medica è molto impegnato nel suo ambito specialistico. Dal 1998 al 2000 è stato presidente della società anestesia e rianimazione e nel 2002 ha creato la fondazione per la sicurezza dei pazienti durante l‘anestesia, della quale è diventato presidente lo scorso anno. In qualità di membro dell‘associazione di medici accreditati di Berna, il dr. Beat Meister si impegna per un sistema sanitario sicuro e di qualità disponibile per tutti. VINCERE E GODERSI IL PREMIO MANGIARE E DORMIRE COME UN RE Preferite un pernottamento presso Alpenrose nell’Oberland bernese, un pranzo o una cena in Engadina al ristorante Jöhri’s Talvo o un weekend al mare? I vincitori del concorso sole 2009 di Sanitas Corporate Private Care hanno l’imbarazzo della scelta. Possono scegliere infatti tra 480 hotel e ristoranti di «Relais & Châteaux» in tutto il mondo. Corporate Private Care, i vincitori Jasmin Walliser, Andreas Salvisberg, Jeannine Ameri, Ines Bahlo e Sanjay Singh, responsabile Sanitas Corporate Private Care. Sanitas Corporate Private Care si congratula con le vincitrici e i vincitori e augura loro dei giorni all’insegna del relax! COME PROTEGGERE I PIEDI DALLE VESCICHE? La prevenzione delle vesciche inizia all‘acquisto delle scarpe. Già nel negozio occorre badare che le scarpe da montagna non esercitino pressione e siano comode. Occorre evitare gli sfregamenti della pelle. Essi comportano arrossamenti che in seguito creano bolle dolorose. Conviene inoltre abituarsi a portare le scarpe da montagna prima di pianificare un tour lungo. Durante l’escursione è molto importante avere i piedi asciutti, altrimenti lo strato di pelle dei duroni si ammorbidisce e favorisce la formazione di vesciche. Ricordate di impregnare bene le scarpe da montagna e di portare un paio di calzini di ricambio. Se i vostri piedi tendono a sudare, si può prevenire il problema con un deodorante per piedi o del talco. Portate un paio di calzini di ricambio, in modo da avere sempre i piedi asciutti. Buona escursione! 4 Anche dei buoni calzini sono molto importanti. Vi sono dei calzini speciali per le escursioni rinforzati nei punti delicati che attutiscono la pressione. Può essere utile anche prendere in farmacia dei cerotti per evitare gli sfregamenti ai piedi. Se dovesse crearsi ugualmente una bolla è utile applicare un cerotto per vesciche che allevia il dolore e favorisce la guarigione. Concetto e design: denise schmid communications / sonja studer grafik AG, Zurigo. Produzione: Mediafabrik AG, foto: Caroline Minjolle, gettyimages. Stampa: KROMER PRINT, Lenzburg Sorridenti vincitori alla consegna dei premi (da sinistra): Barbara Eggimann, responsabile del Service Center Sanitas Anche nel 2009 Sanitas Corporate Private Care ha proposto il «concorso sole» secondo il motto «benessere e relax». Chi ha richiesto un’offerta per sé o per un membro della famiglia ha partecipato direttamente al concorso. Questa volta sono stati estratti dei buoni del valore di EUR 1000 fino a EUR 2500 della rinomata associazione di hotel e ristoranti «Relais & Châteaux». I fortunati vincitori sono: Jeannine Ameri (Credit Suisse), Ines Bahlo (clinica St. Anna), Andreas Salvisberg (Siemens) e Jasmin Walliser (Swissport). Il buono di EUR 2500 e quindi il premio principale è stato vinto da Andreas Salvisberg. Diventato padre da poco, prevede che non farà un viaggio lontano: «Penso che sfrutteremo il buono per diverse buone cene», ci spiega «oppure per un weekend in un hotel non molto lontano da casa.» POSTURA Distanza dallo schermo 50 – 80 cm Bordo superiore dello schermo altezza occhi Braccio e avambraccio ad angolo retto Avambraccio comodo sulla scrivania Bacino, cosce e gambe ad angolo retto Piedi rilassati, poggiare tutta la suola sul pavimento Nessun punto di pressione dietro la coscia PIÙ ME MOVI UL NTO S ATTIVITÀ VARIATE Impostare lo schienale in modo «dinamico» Muoversi sufficientemente durante il lavoro; ecco la giusta ripartizione: 60% sedersi in modo «dinamico» 30% lavorare in piedi (anche per poco tempo, per telefonare, leggere ecc.) 10% sgranchirsi di tanto in tanto le gambe (p.es. mettere stampante/fotocopiatrice a distanza) ORO I LAV D O T POS UNA SPINTA ALLA VITA, UNA SPINTA ALLA SALUTE ! Trovate i consigli per più movimento nell’arco della giornata, durante il tempo libero e per l‘intera famiglia sulla rivista online www.sanitas.com/move NUCA MUOVERE IL TRONCO RILASSARE LE SPALLE Piegare la testa a destra e fare stretching Spingere l’orecchio sinistro verso il soffitto (seduti o in piedi) Spingere delicatamente la mano sinistra verso il basso Cambiare lato, mantenere la posizione per 10 secondi Tenere il corpo dritto, girarsi di lato e abbracciare lo schienale dall’alto Mantenere la posizione per 10 secondi Cambiare lato, ripetere 2 – 3 volte per lato Ruotare le spalle all’indietro (contemporaneamente o alternare spalla destra e sinistra) In piedi o seduti (posizione diritta) 10 volte MUOVERE LA PARTE BASSA DELLA COLONNA VERTEBRALE RILASSARE LA MUSCOLATURA DEL PETTO RAFFORZARE LA MUSCOLATURA DELLA SCHIENA Sedersi dritti sul bordo della sedia Ruotare il bacino (in entrambe le direzioni) In entrambe le direzioni 5 volte Appoggiare le mani dietro la testa Spingere all’indietro i gomiti e le scapole Mantenere la posizione per 10 secondi RAFFORZARE IL TRONCO Poggiare le mani sui braccioli e sollevarsi, alzando i glutei e le cosce; tenere i piedi appoggiati a terra e la nuca dritta Mantenere la posizione per 10 secondi Importante: evitare di abbassare le spalle RAFFORZARE LE COSCE Stendere una gamba e mantenere la posizione per 8 secondi Ruotare più volte il piede Ripetere con l’altra gamba 3 – 4 volte per gamba Sedersi con le gambe divaricate Lasciare cadere la testa e le braccia verso avanti Piegarsi verso avanti vertebra per vertebra fino a quando il busto appoggia sulle cosce Inspirare ed espirare alcune volte Rialzarsi vertebra dopo vertebra RILASSARE GLI OCCHI Chiudere gli occhi Coprire delicatamente gli occhi con entrambe le mani Dopo tre minuti togliere le mani e aprire lentamente gli occhi Illustrazioni: Sonja Studer DISTENDERE LA SCHIENA