La geopolitica della crisi. Passate esperienze e attuali scenari Appunti del seminario tenuto presso l'Università di Trieste - Scienze Internazionali e Diplomatiche di Gorizia - insegnamento di Geografia Economica Milano, dicembre 2012 Dr Marco FERFOGLIA Le opinioni espresse non impegnano la responsabilità della società di appartenenza Libro di testo: "Geografia Politica Economia" Aracne Editrice Capitolo di riferimento n.XX "Capitalismo di massa e un nuovo ruolo regolatore dello Stato" 1. Situazione Geopolitica all’inizio del Secolo XX USA diventa la nuova potenza economica e politica a seguito della Prima Guerra Mondiale. Il mercato americano interno è molto esteso sia a livello industriale che agrario. Produzioni di massa con economie di scala (fordismo) nei settori automobilistico, edile ed alimentare. Tra il 1922 ed il 1928 la produzione cresce del 64%. La classe media “spinge” i consumi nei comparti dell’auto, degli elettrodomestici e del “tempo libero”. “Anni ruggenti” con fiducia nei mercati e ottimismo diffuso. 2. Le cause della crisi USA del 1929 1. Sovradimensionamento nel settore agrario Analisi n.13 - Dicembre 2012 Pagina 1 Spinta della meccanizzazione. La produzione agricola non è completamente assorbita dopo la I Guerra Mondiale. 2. Sovradimensionamento nel settore industriale L’alta produttività permette di contenere i salari e favorisce gli investimenti in capitale fisso. 3. Le azioni quotate in borsa non valgono quanto le aziende Le banche ed i privati comprano azioni con l’intento di rivenderle velocemente. Premessa al Giovedì nero nell’ottobre 1929. 4. Sistema bancario carente di controlli 5. Carenze delle scienze economiche. 3. Esplosione della crisi USA del 1929 L’offerta produttiva non viene assorbita totalmente, i lavoratori non percepiscono più gli stipendi, crolla la borsa. I risparmiatori si rivolgono inutilmente agli sportelli bancari per ritornare in possesso dei propri risparmi. L’effetto scatenante della crisi sono i mancati pagamenti delle banche ad imprese e cittadini, carenza di liquidità. Negli Stati Uniti il settore agricolo subisce un calo dei prezzi di circa il 55%, la produzione industriale diminuisce del 50%. La crisi scarica i suoi effetti sui lavoratori con una disoccupazione nel 1932 di 15 milioni di persone. 4. USA: Roosvelt e il New Deal del 1936-39 L’economia mondiale è allo sbando, ogni Stato difende “l’orticello nazionale” mediante dazi e la svalutazione delle valute. In USA l’allora presidente americano Roosvelt, con il New Deal (nuovo corso), decide di far intervenire lo Stato a supporto dell’economia, varando un piano di interventi pubblici per contrastare la disoccupazione, come: Opere pubbliche come la diga presso la Tennessee Valley. Analisi n.13 - Dicembre 2012 Pagina 2 Agricoltura, controllo sulla produzione e riduzione delle superfici coltivate per innalzare i prezzi delle derrate. Banche, strumenti di controllo da parte del Dipartimento del Tesoro, nuovo meccanismo di garanzia a favore dei depositanti. Campo Sociale, avvio di un sistema pensionistico ed assegnazione di contributi alla disoccupazione. Roosvelt fu spesso criticato perché non riuscì sempre a raggiungere i suoi obiettivi, ma lasciò in eredità importanti strutture politiche e sociali, senza per questo aver imboccato la facile scorciatoia dell’autoritarismo o ancor peggio della dittatura. Situazione di crisi momentaneamente contrastata dallo Stato, che agisce come nuovo soggetto economico, mediante società private e si attiva per realizzare opere pubbliche. F.D.Roosvelt 5. Europa: visione geopolitica alla fine della Prima Guerra Mondiale 1. Dissoluzione in Europa degli Imperi Centrali e nascita di nuovi Stati europei, africani e asiatici . 2. Le richieste del risarcimenti di guerra mettono in difficoltà gli "Stati sconfitti". Analisi n.13 - Dicembre 2012 Pagina 3 3. Declino della Gran Bretagna, la sterlina non svolge più una funzione dominante. 6. Europa: in Germania avvento della repubblica di Weimar Nel giugno 1919 Il governo provvisorio firma il trattato di Versails accettando condizioni durissime ed umilianti, che comportano per la Germania consistenti perdite territoriali ed il pagamento di ingenti riparazioni di guerra (1 miliardo di sterline). Viene approvata la "costituzione di Weimar" basata sui principi della moderna democrazia parlamentare. I primi anni della Repubblica di Weimar sono caratterizzati da difficoltà economiche, in quanto per pagare le riparazioni di guerra lo Stato è costretto ad emettere una quantità di banconote tale da generare una iperinflazione, un litro di latte viene a costare 360 miliardi di marchi. A seguito della crisi del 1929, gli USA richiedono la restituzione dei loro finanziamenti alla Germania, il tasso di disoccupazione raggiunge quindi, come in America, il 25%. In questo clima di crisi i diversi governi si trovarono a fronteggiare un'opposizione sempre più energica delle forze rivoluzionarie di sinistra e soprattutto di destra. Il 30 gennaio 1933 inizia una "nuova era" con il vecchio maresciallo Hindenburg che assegna ad Adolf Hitler l'incarico di formare il governo. Negli anni successivi con gli "investimenti per il riarmo" si ristabilisce il ritorno alla piena occupazione. 7. Il pensiero economico di Keynes 1 L'Opera di riferimento di Keynes, edita nel 1936, è la Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta 1 Analisi n.13 - Dicembre 2012 Pagina 4 Gli studiosi di economia in quei frangenti non disponevano di strumenti conoscitivi adeguati per affrontare l’entità e la rapidità degli eventi. all’adeguamento I “teorici neoclassici” dei prezzi, sia da ritenevano parte della che grazie domanda che dell’offerta, si riusciva comunque a condurre l’economia verso l’equilibrio di pieno impiego. Keynes suggerì allora che lo Stato poteva intervenire direttamente nel settore economico mediante: 1. Politiche fiscali e di bilancio, modulando le capacità di spesa. 2. Politiche di spesa dello Stato che attivano "il moltiplicatore". 8. Costruzione della grande bomba (dal 1950 al 2000) La necessità di mantenere un buon livello di benessere e pace sociale ha determinato una forte abitudine ad utilizzare ed eccedere con gli “strumenti di spesa statale”, sia negli stati socialisti che quelli ad "economia di mercato". Molti Stati debbono oramai fronteggiare livelli di indebitamento considerati non più sostenibili (Giappone, Stati Uniti, Grecia, Italia). Tali debiti non possono essere ulteriormente ampliati per supportare l’economia, salvo aumentare il rischio che gli stessi Stati non siano più in grado di far fronte ai loro impegni di rimborso. Oramai la grande bomba del debito pubblico è stata costruita, si veda a riguardo l'indicatore Debito/Pil. In presenza di un'economia stagnante, si riuscirà a disinnescarla in tempo utile ? Analisi n.13 - Dicembre 2012 Pagina 5 Dati tendenziali nel 2012 (fonti: enti di statistica e banche nazionali) Debito/Pil Grecia Spagna Italia Francia Germania USA Giappone 165,5% 72,4% 121,0% 86,7% 82,6% 70,0% 229,0% Deficit/PIL Crescita PIL -9,5% -8,5% -3,0% -4,6% -1,0% -9,0% -7,5% -6, % -1,7% -0,7% +0,3% +0,9% +2,2% -3,2% 9. Quadro geopolitico, concause dell'attuale crisi in Europa Crescente concorrenza internazionale da parte dei BRIC, che dispongono di materie prime e lavoro meno costosi. Facilità di duplicare (copiare) attività ad alto contenuto tecnologico, grazie all'utilizzo dei PC. La curva demografica in Europa è in forte calo, molti anziani. Aumento degli oneri previdenziali e pensionistici. Il sistema finanziario ha "incentivato" la crisi, finanziando soggetti e progetti non sempre meritori. L' "abitudine" ad un benessere diffuso non sollecita la ricerca e l'innovazione. Limitate "spinte culturali" non stimolano la creatività. Analisi n.13 - Dicembre 2012 Pagina 6 10. Sommario "caratteristiche delle crisi" Crisi dal 1929 al 1932. La crisi del 1929 è stata caratterizzata da un eccesso di offerta e di capacità produttiva. Con particolare enfasi per quanto riguarda la disoccupazione negli USA e l'inflazione in Germania. La crisi è "terminata" grazie alla "spese statali" e l'avvento della seconda guerra mondiale. Crisi attuale dal 2007. La crisi in atto - in presenza di notevoli debiti statali - è stata innescata da una componente strutturale di eccesso di domanda "fittizia", stimolata dalla "leva finanziaria" resa disponibile dalle banche e dal settore finanziario. A differenza di quella del 1929, è stata momentaneamente scongiurata dalle banche centrali che hanno inondato il sistema di Analisi n.13 - Dicembre 2012 Pagina 7 liquidità e grazie ai governi nazionali che hanno salvato diverse banche sull’orlo del fallimento. Prossimi interventi in fase di definizione: fondo salva stati ESM, supporto coordinato delle banche centrali. 11. Qual'è lo scenario futuro? Come si uscirà da questa crisi? Alternative: 1. Una crisi brusca e fortemente devastante. 2. Crisi strisciante con un forte calo del livello di benessere. Accompagnata da "default chirurgici" di qualche Stato e banca. Gli appunti del presente seminario si trovano su presso analisi Titolo 13. La geopolitica della crisi Si ringrazia per l’ospitalità ricevuta dal chiarissimo prof. Igor Jelen e per l’attenzione manifestata dagli studenti. Analisi n.13 - Dicembre 2012 Pagina 8