APPROCCIO EDUCATIVO INTEGRATO ABA-VB …”se non imparo come tu mi insegni, insegnami come io imparo …” Edizione 2016 ASSOCIAZIONE ONLUS LA FENICE • Dott. Adriano Demofonti - Intervento clinico per la persona, il gruppo e le istituzioni • Dott. Fabio Brandi – Esperto in processi psico educativi e relazionali • Dott.ssa Francesca Gangi Climenti – Psicoterapeuta cognitivo comportamentale • EMAIL: [email protected] Pagina Facebook: https://www.facebook.com/AssociazioneOnlusLaFenice Riferimenti: 3201972327 - 3389765582 INDICE 2 Che cos’è il disturbo dello spettro autistico? Pag. 4 Procedure di base nell’insegnamento Pag. 63 (prompting, chaining, shaping, ecc.) Come scegliere l’intervento giusto Pag. 5 Teorie del linguaggio Pag. 77 Selezione naturale – selezione operante Pag. 8 Comportamento Verbale Pag. 78 Basi biologiche dell’apprendimento Pag. 11 Gli Operanti Verbali Pag. 81 Che cos’è l’ABA Pag. 13 Repertorio dell’ascoltatore Pag. 88 Condizionamento classico/operante Pag. 17 Mix and vary Pag. 89 Comportamento Pag. 19 Topography Based and Selection Based VB Pag. 91 Unità osservabili del comportamento Pag. 21 Il ruolo del rinforzo automatico nello sviluppo del linguaggio Pag. 96 Controllo dello stimolo Pag. 22 Le altre aree dell’intervento educativo Pag. 102 Conseguenze dei comportamenti Pag. 25 La generalizzazione Pag. 103 La motivazione nell’apprendimento Pag. 36 Analisi funzionale Pag. 105 Comportamenti problema Pag. 46 DTT/NET Pag. 57 Glossario Pag. 108 Cominciare bene Pag. 59 Riferimenti bibliografici Pag. 111 Pairing Pag. 61 (Rinforzi, punizione, estinzione) 3 COS’ E' IL DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO? L'autismo, nelle sue tante espressioni, è un disturbo dello sviluppo che caratterizza il bambino fin dai primi mesi di vita per una serie di difficoltà: Comunicazione Interazione sociale Immaginazione 4 COME SCEGLIERE L’INTERVENTO GIUSTO? PREMESSA DI INTERVENTO Ogni intervento deve avere come obiettivo quello di favorire il massimo sviluppo possibile delle diverse competenze compromesse nel disturbo. Tempestività e specificità d'intervento sono elementi determinanti. Considerata la complessità dei disturbi dello spettro autistico è auspicabile che interventi specifici, competenze cliniche e interventi abi-litativi e di supporto per il paziente e per la sua famiglia siano costruiti su buone prassi e in linea con i principi della prova scientifica. 5 APPROCCI CONSIGLIATI DAL MINISTERO DELLA SALUTE: COSA DICONO LE LINEE GUIDA Interventi non farmacologici • Teacch • Aba • Auditory integration training • Musicoterapia • Comunicazione facilitata • Interventi nutrizionali ad eliminazione di caseina e/o glutine 6 ANALISI COMPORTAMENTALE APPLICATA Le linee guida indicano: “Gli studi indicano una sua efficacia nel migliorare le abilità intellettive (QI), il linguaggio e i comportamenti adattivi nei bambini con disturbo dello spettro autistico”. Le Linee Guida Lg21 dell’Istituto Superiore di Sanità (in aggiornamento) indicano, quindi, l’ABA quale intervento elettivo per il Disturbo dello Spettro Autistico e disabilità correlate. 7 SELEZIONE NATURALE E SELEZIONE OPERANTE SKINNER: • Variabili filogenetiche: tratti genetici che si tramandano attraverso la riproduzione Questi tratti genetici vengono selezionati attraverso la SELEZIONE NATURALE: I tratti che sono necessari alla sopravvivenza saranno tramandati attraverso la riproduzione. Gli individui i cui tratti si adattano meglio all’ambiente circostante sopravviveranno. Quindi riappariranno anche nelle successive generazioni. La selezione naturale è un processo graduale. Solo dopo molte generazioni un individuo risulterà differente dai suoi precedenti. 8 • Variabili ontogenetiche: i cambiamenti si verificano nel corso della vita di un individuo (spesso anche da momento a momento), invece che nel corso di generazioni. Se un individuo emette una risposta, che riceve una conseguenza dal contesto (rinforzo), la probabilità di ripetere quella determinata risposta aumenta. Il comportamento, quindi, viene selezionato e modellato dall’ambiente, in quanto le risposte che hanno prodotto conseguenze positive saranno ripetute nel corso del tempo. Se invece un individuo emette una risposta che determina una conseguenza negativa (punizione), la probabilità di riemettere quella risposta diminuirà. 9 Con la SELEZIONE NATURALE, l’ambiente seleziona quei tratti che sono importanti per la sopravvivenza. Con la SELEZIONE OPERANTE, l’ambiente seleziona le risposte che sono correlate con conseguenze favorevoli. 10 BASI BIOLOGICHE DELL'APPRENDIMENTO PLASTICITA' NEURONALE (come il nostro cervello può cambiare). Secondo una delle leggi principali della neuroplasticità, i neuroni che si attivano insieme si legano fra loro: UN'ESPERIENZA RIPETUTA PROVOCA CAMBIAMENTI STRUTTURALI NEI NEURONI CHE ELABORANO QUELL'ESPERIENZA, CONSOLIDANDO LE CONNESSIONI SINAPTICHE FRA I NEURONI. In termini pratici, quando impariamo qualcosa di nuovo, gruppi differenti di neuroni si collegano fra loro. Quando un bambino impara l'alfabeto, la forma visiva della lettera A viene connessa al suono "a". Ogni volta che il bambino vede la lettera e ripete il suono, i neuroni interessati "si attivano insieme" e, quindi, "si cablano insieme" e le connessioni sinaptiche si consolidano. Ogni volta che ripetuta un'attività che collega fra loro i neuroni, questi inviano insieme segnali più rapidi, più intensi e il circuito diventa più efficiente nell'esecuzione del compito. 11 LA COMPETIZIONE NEUROPLASTICA Il Dott. Moskowitz cercò di capire quali sono le leggi del cambiamento neuroplastico per metterle in pratica Moskowitz scoprì che nel cervello (secondo il principio "use it or lose it") è in corso una competizione per il "possesso" della corteccia, poichè le aree cerebrali che compiono attività più regolari conquistano spazi sempre più ampi, "rubando" risorse ad altre aree. Queste scoperte hanno un'influenza fondamentale su tutto ciò che è l'APPRENDIMENTO!!! Quindi, quando due azioni vengono ripetute simultaneamente con eccessiva frequenza, le relative mappe mentali si mescolano. 12 COS’E’ L’ABA-VB? Cos’è l’ANALISI DEL COMPORTAMENTO (BA)? E’ la scienza di base all’interno della quale si sviluppano i principi da cui derivano le procedure dell’Analisi del Comportamento Applicata. E’ l’area di ricerca finalizzata a comprendere le relazioni che intercorrono tra le conseguenze di un comportamento e gli eventi che lo precedono. L’ABA è l’applicazione dell’Analisi del Comportamento (BA) A B A PPLIED EHAVIOR V B ERBAL EHAVIOR NALYSIS 13 LOVAAS o ABA-VERBAL BEHAVIOR? L’analisi applicata del comportamento (ABA) negli ultimi quindici anni è stata erroneamente definita come programmazione Lovaas quando usata con bimbi autistici. Il METODO LOVAAS o ABA CLASSICO (Applied Behavior Analysis) Si basa sugli studi dei principi comportamentali compiuti da B.F. Skinner (The Behavior of Organism, 1938) In modo incorretto si assume che ABA è sinonimo del metodo sviluppato dal dott. Ivar Lovaas presso la California University di Los Angeles ("UCLA Model of Service Delivery"; Lovaas, Maurice et al.,1996). Lovaas descrive solo una forma di ABA. 14 Nel Metodo Lovaas la generalizzazione viene proposta dopo che una varietà di abilità è stata insegnata sotto forma di programmi specifici con un intervento 1:1(educatore/bambino) in un ambiente strutturato. La forma più conosciuta di insegnamento ABA è il DTT (Dicrete Trial Teaching=insegnamento della prova discreta). L'abilità viene suddivisa in piccoli compiti da insegnare, incrementando gradatamente la difficoltà cognitiva Le funzioni del linguaggio vengono ridotte alle modalità ricettive ed espressive (psicolinguistica) L'ABA classico risulta essere più strutturato e rigido rispetto all'approccio dell'ABA moderno. 15 L' ABA MODERNO o ABA/VB (Applied Behavior Analysis/Verbal Behavior) Si basa sugli studi di B.F. Skinner (1957) sul comportamento verbale. L’approccio Verbal Behavior si concentra sull’insegnamento in NET delle richieste, ovvero si insegna ad un bambino a richiedere gli oggetti, le attività e le informazioni che lui desidera. Pertanto insegna al bambino che le parole hanno un valore e che esse servono ad ottenere ciò che lui vuole e di cui ha bisogno. Suddivisione delle attività in: NET (Natural teaching environment): insegnamento in ambiente naturale. È la base dell’intero intervento ABA/VB L’obiettivo è insegnare al bambino a farci fare delle richieste, quindi a comunicare. DTT (Discrete Trial Teaching): Insegnamento in contesto strutturato. 16 CONDIZIONAMENTO CLASSICO (o rispondente) Stimolo risposta Generalmente risposte fisiologiche CONDIZIONAMENTO CLASSICO: Il processo per cui uno stimolo neutro se continuamente associato allo stimolo incondizionale ne elicita la stessa risposta. Chiamato anche condizionamento rispondente o Pavloviano. Formula 1. naturalmente: SI (cibo) –> RI (salivazione) 2. condizionamento: SN (campanello) –> SI –> RI 3. comportamento appreso: SC (campanello) –> RC Legenda: (SI = stimolo incondizionato; RI = risposta incondizionata che poi diventerà RC = risposta condizionata; SN = stimolo neutro che poi diventa SC = stimolo condizionato). 17 CONDIZIONAMENTO OPERANTE STIMOLO RISPOSTA Skinner, uno studioso dell'Univerità di CONSEGUENZA (RINFORZO) Harvard nel Massachusetts, ha fatto degli esperimenti sul condizionamento operante : ha preso una speciale gabbia, dentro la gabbia c'era un dischetto illuminato. Un piccione che veniva messo dentro, da principio beccava qua e là, fino ad urtare per caso il dischetto : ciò provocava l'uscita di un chicco di grano. Questa ricompensa, o rinforzo positivo, spingeva l'animale a beccare il disco più spesso : il suo comportamento, cioè, era cambiato per effetto del cibo avuto. Se, invece del rinforzo positivo, si usa una punizione, (ad esempio, beccando il dischetto si riceve una piccola scarica elettrica) il piccione impara ad abbandonare quel comportamento; anche una semplice mancanza del rinforzo positivo porta, piano piano, allo stesso risultato. IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE: si chiama così perché consiste nell’ operare sull’ ambiente per ottenere, o evitare, un certo risultato. 18 COMPORTAMENTO • L’interazione dei muscoli e ghiandole di un organismo e l’ambiente. • Tutto ciò che facciamo o diciamo e che può essere osservabile e quantificabile Definizione generica Definizione esatta Marina è pigra Marina impiega 40 minuti per prepararsi Paolo è aggressivo Paolo dà calci, schiaffi, ecc.. Francesco è allegro Francesco ride • OVERT: tutto ciò che è manifesto e quindi osservabile da una persona esterna • COVERT: interno e quindi non osservabile immediatamente (esempio: provare un’emozione) Entrambi i tipi di comportamenti sono modificabili!!! 19 QUANDO POSSIAMO DETERMINARNE LE VARIABILI DI CONTROLLO, ALLORA POSSIAMO PREVEDERE IL COMPORTAMENTO STESSO. SE POSSIAMO CONTROLLARE LE VARIABILI, ALLORA POSSIAMO PLASMARE IL COMPORTAMENTO STIMOLO o EVENTO Un cambiamento osservabile nell’ambiente che può influenzare il comportamento AMBIENTE L’insieme degli stimoli che possono influenzare il comportamento 20 LE UNITÀ OSSERVABILI IN UN COMPORTAMENTO ABC: contingenza a 3 termini • Antecedente • Comportamento • Conseguenza L’ABA, nell’insegnamento, prende in considerazione 4 elementi: • La motivazione • Gli antecedenti • Il comportamento • Le conseguenze Tutto ciò si traduce in un’analisi a 4 elementi MO – Sd – R – R+ Motivazione – Stimolo Discriminativo – Risposta – Conseguenza (rinforzo-punizione-estinzione) 21 CONTROLLO DELLO STIMOLO (stimulus control) La forza che esercita uno stimolo nell’evocare un determinato comportamento Se è efficace; allora, forte correlazione tra stimolo e comportamento. ESEMPIO: Macchinetta della merendina. Sceglieremo il pulsante associato alla merendina. Lo stimolo, la scritta, esercita un controllo sulla nostra risposta. Alcuni stimoli segnalano che il comportamento sarà rinforzato - Sd Altri stimoli segnalano che il comportamento non sarà rinforzato- Sdelta Es. cartello “fuori servizio” sulla macchinetta. 22 Le persone imparano ad emettere delle risposte in presenza dell’Sd e a non emetterle in presenze dell’Sdelta Uno stimolo può essere contemporaneamente uno Sd e un Sdelta ESEMPIO: a tavola qualcuno chiede “passami il sale”. La richiesta sarà uno Sd per la risposta di passare il sale e, contemporaneamente, un Sdelta per la risposta di passare il pepe. 23 STIMOLO DISCRIMINATIVO Condizione stimolo in cui 1) data la momentanea efficacia di un particolare tipo di rinforzo 2) aumenta la frequenza di un particolare tipo di risposta 3) poiché quella condizione stimolo è stata correlata con un aumento nella frequenza di quel rinforzo Stimoli neutri diventano discriminativi solo nel momento in cui la risposta che li consegue viene associata alla consegna di rinforzo. SD S DELTA 24 QUESTIONE DI CONSEGUENZE!! Le conseguenze • INCREMENTANO • MANTENGONO • DIMINUISCONO • Mettono in ESTINZIONE un comportamento 25 CONSEGUENZE CHE INCREMENTANO I COMPORTAMENTI RINFORZO Tutto ciò che mantiene e/o incrementa il comportamento. Rende l’antecedente stimolo discriminativo (SD). L’SD é correlato con la disponibilitá di un rinforzatore nel caso venga emessa la risposta • RINFORZO POSITIVO (aggiungere qualcosa) (primario, secondario, continuo, intermittente, differenziato, dilazionato, etc…) Aggiungere qualcosa incrementa il comportamento • RINFORZO NEGATIVO (togliere qualcosa) Eliminare qualcosa incrementa il comportamento Il principio fondamentale che sta alla base dell’insegnamento è creare la MOTIVAZIONE necessaria affinché il bambino ci presti attenzione. NON vogliamo forzare l’apprendimento, bensì renderlo attraente; imparare può essere bello!!! 26 CONCETTI CHIAVE PER COMPRENDERE IL RINFORZO 1. Rinforzamento È un processo in cui c’è: • Un cambiamento nell’ambiente • A cui segue un certo comportamento • Aumento della probabilità di uno specifico comportamento Il cambiamento ambientale successivo al comportamento è detto RINFORZO. Affermazione errata: “il rinforzamento non funziona” Affermazione corretta: “certe conseguenze non hanno un effetto rinforzante su un certo comportamento”. Ogni conseguenza dell’ambiente può avere un effetto rinforzante . Si rinforzano i comportamenti!!!! Non rinforziamo il bambino!!!! 27 TIPI DI RINFORZO Due classi di rinforzo: 1. Rinforzi incondizionati (o rinforzi primari): non richiedono una esperienza di apprendimento. 2. Rinforzi condizionati (rinforzi secondari): acquisiscono un effetto rinforzante solo attraverso un processo di apprendimento. RINFORZI INCONDIZIONATI (o rinforzi primari) Esempi: cibo, liquidi per sopravvivere. Sono quindi rinforzi molto potenti. RINFORZI CONDIZIONATI (o rinforzi secondari) Ottengono un valore rinforzante dopo un’associazione con un altro rinforzo (primario o altri rinforzi condizionati). Esempi: sorrisi, frasi di elogio, attività divertenti Se non sono associati con altri rinforzi, allora perdono il loro potere rinforzante (tornano neutrali). Dobbiamo, quindi, associare SEMPRE un rinforzo sociale PRIMA del rinforzo tangibile. 28 PER RINFORZARE IN MANIERA EFFICACE BISOGNA … • Definite il comportamento da incrementare • Individuare rinforzatori efficaci • Consegnate il rinforzatore IMMEDIATAMENTE e solo se contingente al comportamento target • Variare il rinforzo • Individuate rinforzatori naturali che possano mantenere il comportamento • Manipolare la motivazione (MO) • Monitorate la situazione 29 RINFORZO NEGATIVO FUGA La risposta dell’organismo termina lo stimolo avversivo. Il rinforzo negativo è presente prima che la risposta venga emessa ed è rimosso solo dopo la risposta. EVITAMENTO: prevenire uno stimolo avversivo attraverso la risposta. Lo stimolo avversivo non è presente quando la risposta si verifica. 30 CONSEGUENZE CHE DIMINUISCONO I COMPORTAMENTI: PUNIZIONI: • PUNIZIONI POSITIVE (aggiungere qualcosa elimina o fa diminuire un comportamento) • PUNIZIONI NEGATIVE (togliere qualcosa elimina o fa diminuire il comportamento) RICORDIAMO PERO’ CHE LE PUNIZIONI NON INSEGNANO NULLA!!! Il loro unico scopo e’ quello di far diminuire un comportamento. E’ fondamentale, quindi, INSEGNARE COMPORTAMENTI SOSTITUTIVI!! 31 CONSEGUENZE DELLA PUNIZIONE • L’uso della punizione puo’ elicitare aggressività • Persone e stimoli associati alla punizione possono anch’essi diventare stimoli punitivi condizionali che evocheranno in seguito risposte di fuga o evitamento • L’uso della punizione NON INSEGNA nessun comportamento nuovo o alternativo a quello punito, semplicemente sopprime un comportamento giá esistente. • L’individuo il cui comportamento viene punito potrebbe copiare il comportamento punitivo • Il rinforzo per chi punisce é talmente alto che potrebbe portare ad un uso eccessivo della punizione 32 ESTINZIONE Estinguere un comportamento vuol dire non rispondere ad esso (quindi non riforzare). Il processo per cui la non consegna del rinforzatore che fino ad allora aveva mantenuto il comportamento porta il comportamento ad estinguersi. L’estinzione ha però un effetto collaterale, chiamato: SCOPPIO D’ESTINZIONE (O BURST) 33 Inizialmente il comportamento del bambino peggiorerà …. La letteratura scientifica ci aiuta a capire meglio come mai si verifica un peggioramento, e lo fa con termine tecnico “Picco di Estinzione” 34 EXTINCTION BURST 6 5 4 3 comportamento 2 1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 picco di estinzione 10 11 12 13 14 15 6 5 4 3 comportamento sotto estinzione 2 1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 35 MOTIVAZIONE NELL’APPRENDIMENTO (OM – J. Michael) Operazione Motivativa (OM) è un termine generico che comprende: • ESTABLISHING OPERATION: aumentano il valore rinforzante di una conseguenza • ABOLISHING OPERATION: diminuiscono il valore di una conseguenza Evento ambientale o condizione di deprivazione che altera l’ effetto rinforzante di altri eventi. Evoca comportamenti che hanno portato all’ ottenimento di quel rinforzo. 36 Le operazioni motivative producono due effetti: • EFFETTO DI ALTERAZIONE DEL VALORE: aumentano (EO) o diminuiscono (AO) l’efficacia di rinforzi e punizioni • EFFETTO DI ALTERAZIONE DEL COMPORTAMENTO: alterano la frequenza di determinate risposte 37 Le OPERAZIONI MOTIVATIVE Si suddividono in: Le Operazione Motivative Incondizionate (UMO): Tutti gli eventi, operazioni, condizioni di stimolazione che alterano il valore di effetti motivativi e che non sono appresi. Deprivazione (cibo, acqua, ossigeno, attività, sonno) Deprivazione sessuale Cambi di temperatura Stimolazioni dolorose Le Operazioni Motivative Condizionate (CMO): Sono variabili motivative che alterano l’ efficacia di altri stimoli, eventi, oggetti ma solo come risultato di una storia di apprendimento dell’ individuo (CMO) 38 L’MO può essere incondizionata (UMO’s) e condizionata (CMO). Le MO incondizionate non sono insegnate; per esempio, gli uomini nascono con la propensione ad essere rinforzati dal cibo quando sono affamati, piuttosto che quando sono sazi. In altre parole, la deprivazione di cibo aumenta l’efficacia del cibo come rinforzo, senza insegnarla. Altre MO incondizionate includono: • Il troppo caldo aumenta il valore rinforzante del fresco • Il freddo aumenta il valore rinforzante del caldo • La deprivazione di acqua aumenta il valore rinforzante dell’acqua • La deprivazione di ossigeno aumenta il valore rinforzante dell’ossigeno • La deprivazione di sonno aumenta il valore rinforzante del dormire. Le MO incondizionate possono anche abolire l’efficacia di un rinforzo, in quanto l’individuo ne è sazio: • Il troppo calore abolisce il valore del caldo come rinforzo • Il troppo freddo abolisce il valore del freddo come rinforzo • Bere acqua abolisce il valore del bere come rinforzo 39 Le MO condizionate sono invece apprese. Per esempio, ad un bambino presentiamo un numero di puzzle mancanti tutti del numero 4. Questo aumenta il valore rinforzante dell’ottenere il numero 4. Il bambino risponde chiedendo il numero 4 all’insegnante (R). L’insegnante presenta al bambino il puzzle numero 4 (SR). Ricevere il puzzle abolisce il valore del puzzle numero 4 come rinforzo. Nella contingenza a 4 termini: puzzle (Sd) – mancanza del numero 4 (MO: aumenta il valore del puzzle numero 4) – il bambino chiede il numero 4 (R) – l’insegnate presenta il pezzo numero 4 al bambino (SR). Un altro esempio: premere play sul lettore cd portatile e questo non funziona (CMO). Questo aumenta il valore rinforzante dell’avere le batterie. Cerchi le batterie e le metti nel lettore cd. (R). il lettore funziona di nuovo (SR). Mettere le batterie nel lettore cd abolisce il valore delle batterie come rinforzo. Nella contingenza a 4 termini: lettore cd (Sd) – non funziona quando premi play (MO: aumenta il valore delle batterie) – trovare le batterie e metterle nel lettore cd (R) – il lettore funziona di nuovo (SR). 40 1° ESEMPIO: Procedura di shock-fuga: Una cavia in una gabbia con una rete metallica ed una leva. Arriva la scossa, la cavia preme la leva e la scossa si interrompe. Consideriamo la scossa una EO, che altera il valore della leva come rinforzo ed evoca un comportamento di pressione della stessa. In questo caso non c’è Sd!!! La scossa non può essere uno Sd, perché, per definizione, lo Sd è associato alla disponibilità di rinforzo. 41 2° ESEMPIO Procedura di shock-fuga: Una cavia in una gabbia con una rete metallica ed una leva. La cavia riceve la scossa, preme la leva e la scossa non si interrompe. Successivamente, e per un numero sufficiente di ripetizioni, arriva la scossa e, dopo qualche secondo, si aggiunge il suono di un campanello. La cavia preme la leva e la scossa si interrompe. Possiamo considerare la scossa una EO: altera il valore rinforzante della leva ed evoca il comportamento che in passato ha prodotto la fine della scossa…….. Ma il suono diventa uno Sd per la leva, perché indica che ora è possibile premerla per terminare la scossa!!! 42 LE OM CONDIZIONATE COMPRENDONO • Operazione Motivativa Transitiva (CMO-T): É una variabile ambientale che stabilisce (o abolisce) un efficace rinforzo di un altro stimolo ed evoca (o riduce) il comportamento che è stato rinforzato da quello stimolo. Importanza delle CMO-T nell’apprendimento del linguaggio Per insegnare i Mand É la via per far volere qualche cosa che può avere un altro fine e poi di rinforzare un mand appropriato con l’oggetto voluto Ogni stimolo, oggetto o evento può essere una base per un mand semplicemente adattando l’ambiente nel quale quello stimolo può funzionare come rinforzo condizionato Se “un tratto con matita su un pezzo di carta” è necessario per avere l’opportunità di giocare con un gioco preferito, può essere insegnato il mand per una matita e per il pezzo di carta. 43 DIAGRAMMA CMO-T Quando un oggetto, o un’attività o un’azione potrebbero agire come rinforzatori E Qualche altro oggetto, attività o azione sono richiesti per ottenere il rinforzo Ma L’accesso all’attività o all’azione è bloccato o è stato interrotto Quindi L’attività o le azioni sono condizionate come rinforzi E Saranno evocati tutti i comportamenti che sono stati precedentemente rinforzati con l’attuale rinforzo 44 Le Operazioni Motivative Transitive (OMT) consentono ad uno stimolo neutro di diventare un rinforzatore condizionato Esempio: OM: acqua • OMT: la bottiglia però è chiusa - PRIMO MAND: apri • OMT: l’acqua deve essere versata nel bicchiere - SECONDO MAND: versa • OMT: avere l’acqua - TERZO MAND: dammi acqua Insegniamo partendo dall’ultimo mand 45 COMPORTAMENTI PROBLEMA I comportamenti pericolosi per se stessi e/o per gli altri, di ostacolo per l'apprendimento e di ostacolo per l'integrazione sociale, sono da considerarsi comportamenti problematici o “problema”. Come esempi pratici possono essere riportati comportamenti quali l'autolesionismo, l'etero-aggressività, il non rispetto delle regole che governano un determinato contesto, come ad esempio la scuola, le crisi, i capricci esasperati, il lanciare oggetti. Spesso sembra che tali comportamenti scoppino senza una particolare causa, ma non è così. Dobbiamo infatti abituarci a considerare i comportamenti problematici come comportamenti comunicativi. Che vuol dire questo? Vuol dire che il bambino, o la persona, per comunicare una determinata cosa utilizza il proprio corpo, che diventa lo strumento principale di espressione. E' come si il bambino non sapesse che esistono altri modi per comunicare cosa vuole. Infatti i bambini, con una competenza comunicativa-linguistica bassa o poco funzionale, emettono molto più spesso di altri le crisi comportamentali. 46 Una delle tecniche comportamentali che si utilizzano per la gestione dei comportamenti problema è l'analisi funzionale. L'analisi funzionale serve per osservare, registrare, analizzare, valutare, ipotizzare le motivazioni e le sequenze degli avvenimenti che accadono intorno al comportamento problematico. In questo modo, si può decidere di agire o sui precursori della crisi (gli antecedenti) o sulle conseguenze per iniziare il trattamento che permetterà di diminuire o eliminare il comportamento problema. Contemporaneamente all’uso dell'analisi funzionale o di altro strumento è importante improntare un programma che insegni al bambino, o alla persona, a comunicare in una modalità più adeguata. Infatti, quando il comportamento viene eliminato, crea un “vuoto” che può essere colmato in qualsiasi modo. Ed è proprio per questo che devono venir insegnate al bambino nuove abilità e comportamenti adeguati. Pena il rischio che si instauri un altro comportamento non adeguato. Non va mai dimenticata la 'potenza' della comunicazione. E' infatti assodato che molti comportamenti aggressivi diminuiscono in seguito alla possibilità per il bambino di poter comunicare. 47 COMPORTAMENTI MANTENUTI DA RINFORZO NEGATIVO • Fuga durante un compito • Evitamento di un compito • Facendo in questa maniera riesco ad eliminare questa cosa, quindi ogni volta che mi si presenterà una situazione simile mi comporterò in questa maniera per evitare o fuggire la situazione stessa 48 CMO-R Operazione motivativa condizionata riflessiva E’ UN EVENTO AMBIENTALE CHE AUMENTA IL VALORE DEL RINFORZO NEGATIVO E QUINDI EVOCA OGNI COMPORTAMENTO CHE HA PORTATO ALLA RIDUZIONE DELLE CONDIZIONI AVVERSIVE. Nel caso specifico della CMO-R, lo stimolo avversivo condizionato è l’insorgere di ogni stimolo la cui rimozione può funzionare come una forma di rinforzo. Nel caso della situazione di insegnamento con i nostri bambini, anche una singola richiesta può “segnalare” che la situazione peggiorerà ed evocherà tutte le risposte che rimuovono il segnale di allarme. ALLA BASE DEI COMPORTAMENTI DI FUGA ED EVITAMENTO CI SONO LE OPERAZIONI MOTIVATIVE CONDIZIONATE RIFLESSIVE!!!! 49 3° ESEMPIO: Una cavia in una gabbia con una rete metallica ed una leva. Suono di un campanello arrivo della scossa pressione della leva (per far cessare la scossa) Dopo un certo numero di ripetizioni, la cavia imparerà ad evitare la scossa, premendo la leva al suono del campanello. Il suono del campanello segnala alla cavia il peggioramento della situazione ed evocherà un comportamento che gli consentirà di evitare la scossa (rinforzo negativo) 50 INTERVENTI PRINCIPALI PER COMPORTAMENTI MANTENUTI DA FUGA O EVITAMENTO Interventi proattivi: • Pairing • Incrementare lo schema di rinforzo • Assessment preferenze • Riduzione sforzo • Riduzione tempi morti • Richiesta pausa Interventi reattivi: • Rimozione privilegio • Mantenimento istruzione • Ritorno al pairing dopo aver ripreso il controllo 51 COMPORTAMENTI MANTENUTI DA RINFORZO POSITIVO • Ottenimento di attività o oggetti • Richiesta di attenzione • Più faccio così e prima ottengo quello che voglio, la prossima volta che voglio quella cosa o attenzione mi comporterò nello stesso modo • La funzione in questo caso è definita di attenzione o accesso a rinforza tori tangibili 52 INTERVENTI PRINCIPALI PER COMPORTAMENTI MANTENUTI DA TANGIBILE Interventi proattivi: • Insegnamento richiesta specifica • Riconsegna del rinforzatore • Training ad aspettare • Accettazione dell’alternativa • Accettare transizioni • Accettare il NO Interventi reattivi: • Basate sul principio di estinzione • Correzione richiesta (conta e chiedi) • Non consegna (estinzione) 53 INTERVENTI PRINCIPALI PER COMPORTAMENTI MANTENUTI DA ATTENZIONE Interventi proattivi: • Insegnamento richiesta di attenzione • Insegnamento di abilità di autointrattenimento • Attenzione non contingente Interventi reattivi: • Basate sul principio di estinzione • Non consegna • Ridirezionamento ad attività Interventi reattivi: 54 COMPORTAMENTI MANTENUTI DA RINFORZO AUTOMATICO Si definisce automatico perché il comportamento stesso produce il proprio rinforzo Comportamenti manifestati per mantenere una situazione fisiologica che produce rinforzo intrinseco Faccio questo perché mi piace, non perché provoco, una reazione negli altri. Mi auto-rinforzo. 55 INTERVENTI PRINCIPALI PER COMPORTAMENTI MANTENUTI DA RINFORZO AUTOMATICO Interventi proattivi: • Risposta alternativa con stesso valore sensoriale • Accesso contingente ad altre risposte • Rinforzo differenziato di altro comportamento • Incremento di abilità ludiche ed indipendenti Interventi reattivi: • Ridirezionamento ad altra risposta • Blocco risposta • Punizione positiva 56 Insegnamento strutturato (DTT) Il lavoro strutturato (DTT) è la suddivisione di abilità in minime unità e favorisce un apprendimento veloce sotto la guida dell’adulto Caratteristiche: Diretto dall’adulto; L’ambiente generalmente è uno solo; Si possono insegnare tutti I comportamenti verbali e non, ma non le richieste (mand), la comunicazione e la spontaneità 57 Insegnamento in contesto naturale (NET) L’insegnamento incidentale (NET) sfrutta situazioni naturali per incoraggiare la comunicazione e nuovi stili comportamentali sotto la guida del bambino Si basa sull’uso della motivazione del bambino per insegnare il linguaggio spontaneo Caratteristiche: segue l‟iniziativa del bambino può avvenire in qualunque ambiente basato sulle richieste (mand) Per poter iniziare con l‟insegnamento incidentale c è bisogno che il bambino abbia un sistema di comunicazione di base (vocale, segni, figure) e che si sia ottenuto il controllo dell’istruzione 58 COMINCIARE BENE: • Pairing • Collaborazione ed efficacia del rinforzo: • Assessment dei rinforzi • Varietà dei rinforzi • Attendere senza toccare gli stimoli • Sa aspettare in modo adeguato se viene ritardata la consegna del rinforzo • Guardare l’insegnante per ricevere il rinforzo • Avvicinarsi e rispondere ad una richiesta per ottenere il rinforzo 59 COSA IMPEDISCE AD UN BAMBINO DI APPRENDERE • Comportamenti negativi • Assenza di motivazione • Scarso controllo educativo • Mand assente, debole o deficitario • Repertorio dell’ascoltatore assente • Dipendenza dal prompt • Comportamento di scrolling • Fallimento nella generalizzazione • Auto stimolazioni • Abilità sociali assenti 60 PAIRING Costruire il rapporto con il bambino Il bimbo deve provare piacere a stare con le persone Deve capire che imparare può essere una cosa buona e anche divertente Quindi quando arriva l’insegnante (terapista) devono succedere delle belle cose per il bimbo Osservare con attenzione il bimbo Interagire con lui in modo che vi trovi divertente Osservare come gli piace essere toccato, quale timbro di voce preferisce, quanto è sensibile alle diverse espressioni del viso e soprattutto con quale giochi preferisce giocare 61 Avvicinatevi quando vi sembra annoiato offrendogli qualcosa che gli piace Giocate con lui senza richiedere risposte Selezionare un rinforzo “speciale” che diventa disponibile solo quando arriva l’insegnante Non allontanate il bimbo da un attività piacevole quando l’insegnante arriva Interagite in modo animato, enfatico e allegro con il bimbo Usate il rinforzo come “ una promessa” NON come un “Ricatto” Inizialmente l'unico requisito per l'accesso al rinforzo (oltre che la mancanza di un comportamento indesiderato) è che gli studenti prendano i rinforzi dal docente. Dopo che tutto ciò inizia ad aver luogo in maniera consistente, il docente deve gradualmente introdurre delle richieste, aumentando lentamente la richiesta di risposte prima che il rinforzo venga consegnato. 62 PROCEDURE BASE DI INSEGNAMENTO PROMPTING DEFINIZIONI: • Stimoli “artificiali” presentati prima o dopo gli stimoli che segnalano allo studente di mostrare il comportamento target. • Mcclannahan- Krantz (1999): istruzioni, gesti, tocchi, o altre cose che organizziamo o che facciamo per aumentare la probabilità che il bambino emetta la risposta corretta, fino a che risponde agli stimoli che controllano il comportamento dei bambini tipici. 63 TIPOLOGIE PROMPT VERBALI • Sono i più usati secondo centinaia di articoli sull’ABA. • Parole, istruzioni, domande, rivolte ad una persona per fargli emettere una determinata risposta. • Vengono spesso usati insieme ad altri prompt. Esempio: la mamma dà un biscotto al bambino e poi dice :”dì grazie”. Istruzione verbale “dì” Modello verbale “grazie” 64 PROMPT MANUALI • Contatto fisico tra insegnante e studente • Guidare fisicamente la mano di un bambino per suonare i tasti del pianoforte o per lavare le mani. • Usati per insegnare (modellare) i segni dei bambini che non erano in grado di imitare. • Usati insieme ad altre tipologie di prompt. PROMPT GESTUALI • Pointing, movimenti verso gli studenti, materiali o attività per indicare un’azione da fare. • Usati insieme ad altri prompt. È quindi difficile determinarne l’efficacia in isolamento a causa della scarsa ricerca. 65 FOTOGRAFIE E DISEGNI • Usati per insegnare compiti a più step, come preparare da mangiare, lavarsi, routine quotidiane, autonomie personali, gestione del tempo, uso del computer. • Usati insieme a istruzioni verbali o videomodeling. • Difficli da sfumare. Possibilità di errori senza il prompt. • Usate per completare catene di risposta. Per esempio la preparazione dello zaino, preparazione per il pranzo a scuola. Poi sfumati per renderli indipendenti, in risposta ad una istruzione generale “prepara il pranzo”, o sotto il controllo dell’ora del giorno, ecc…. 66 PROMPT TESTUALI • Stimoli scritti, come per esempio le checklist, frasi, istruzioni scritte • Task analysis scritte (insieme a frasi, feedback, gesti) per lavare i piatti, le mani, ecc… • Usati per insegnare ad iniziare e mantenere una conversazione con un’insegnante. • Usati per insegnare interazione sociale in un setting di classe. lista di frasi da poter usare in un dato contesto, che lo studente spuntava con una matita, dopo averla pronunciata. Fading con un chaining retrogrado (esempio: svolgere i problemi con paola e gabriel). 67 STRATEGIE DI FADING AUMENTARE L’ASSISTENZA (LEAST TO MOST) DIMINUIRE L’ASSISTENZA (MOST TO LEAST) DELAYED PROMPT GRADUATED GUIDANCE STIMULUS FADING • La caratteristica esagerata è il prompt, che poi viene sfumata o ridotta per consentire il trasferimento dello stimulus control (che poi controllerà il comportamento). STIMULUS SHAPING • Le caratteristiche fisiche vengono cambiate in modo graduale • Richiede tempo nella preparazione degli stimoli e può essere difficile da implementare. 68 DIPENDENZA DAL PROMPT • Vuol dire che lo studente risponde al prompt, invece che agli stimoli che dovrebbero evocare il comportamento • Correlata ad un altro fenomeno: stimulus overselectivity. Stimulus overselectivity: quando presentato uno stimolo che ha più di un componente (aspetti rilevanti e un prompt), l persone con autismo rispondono solo ad alcuni componenti • L’overselectivity può essere risolto insegnando risposte a stimoli multipli. 69 MODELING Ovvero apprendimento imitativo • Il modellamento (modeling) consiste nella promozione di esperienze di apprendimento attraverso l'osservazione del comportamento di un soggetto che funge da modello. • Nel caso di soggetti autistici o con gravi deficit, il processo di modellamento non è semplice e scontato come a prima vista potrebbe apparire. • Riprendendo alcune indicazioni di Bandura (1969), si può affermare che la strutturazione di un intervento di modeling, deve riferirsi ai seguenti principi: 1. facilitazione dei processi attentivi 2. aiuto al processo di riproduzione motoria 3. incremento della componente motivazionale attraverso il rinforzo 70 CHAINING Ovvero concatenazione • Uso la concatenazione per insegnare abilità che possono essere suddivise in steps (micro-obiettivi) • Rinforzo uno degli steps per cominciare e rendo indipendenti e rinforzabili gli altri uno per volta Tre modi di insegnamento: 1. Retrogrado 2. Anterogrado 3. Total task Si fanno tutti i passi dall’inizio alla fine fino a raggiungere la padronanza in ogni passo 71 SHAPING Ovvero “plasmare” - Uso lo shaping per modellare il comportamento da insegnare, per il quale non è possibile fare una suddivisione in micro obiettivi - Insegno con lo shaping a nuotare, a pronunciare correttamente una parola, a pedalare.. - Si tratta dunque di una serie di approssimazioni successive fino al raggiungimento dell’obiettivo finale - Il rinforzo in questo caso sarà differenziato e andrà utilizzato per la migliore approssimazione che il bambino riesce a dare, fino al raggiungimento dell’obiettivo finale 72 CHAINING, FADING E SHAPING • Chaining: rinforzare le connessioni stimolo-risposta della catena • Fading: rinforzare la risposta desiderata, sfumando l’aiuto dato • Shaping: rinforzare approssimazioni sempre più vicine alla risposta target 73 CHAINING ANTEROGRADO Descrizione Gli step sono insegnati nel loro ordine naturale. Il rinforzo è consegnato quando viene raggiunto il criterio di acquisizione per il primo comportamento della catena. Successivamente, il rinforzo è consegnato dopo gli step 1 e 2. E così via, fino alla fine ella catena. Step 1 è il primo obiettivo. Lo studente riceve il prompt e viene rinforzato. Quando il criterio di acquisizione è raggiunto, lo step 1 si considera completato e si passa allo step successivo con le stesse modalità. E così via, fino all’acquisizione dell’intera catena. 74 CHAINING RETROGRADO Descrizione: tutti i comportamenti della catena sono inizialmente promptati dall’insegnante, eccetto il comportamento , eccetto l’ultimo step. Il rinforzo è consegnato alla fine della catena. Successivamente, il rinforzo è consegnato dopo che il penultimo e l’ultimo step sono completati. Poi dopo gli ultimi 3. E così via, fino al completamento della catena. Esempio: in una catena di 10 step, lo studente sarà aiutato (fisicamente) per i primi 9 step. Lo stp 10 è promptato e poi viene consegnato il rinforzo. Quando il criterio di acquisizione è stato raggiunto per lo step10 , lo studente viene aiutato per i primi 8 step, il 9 è promptato, il 10 viene svolto in modo indipendente, il rinforzo viene consegnato. 75 TOTAL TASK Descrizione: lo studente riceve un training per ogni step della catena, in ogni sessione. L’insegnante fornisce assistenza per ogni step che lo studente non svolge in modo indipendente. Fino a che tutti gli step della catena non sono svolti in modo indipendente e nella sequenza corretta. Esempio: in una sequenza (per esempio “lavare le mani”), allo studente viene dato un tempo di 3 secondi per completare lo step 1. Se lo studente non lo completa o ingaggia un altro tipo di comportamento, viene fornito un prompt. Quando completato lo step 1, allo studente viene dato un tempo di 3 secondi per completare lo step due, con le stesse modalità dello step 1. E così via, fino al completamento della catena. 76 TEORIE DEL LINGUAGGIO 1. BIOLOGICA (Chomsky): il linguaggio è funzione di processi psicologici ed è innato. 2. COGNITIVA (Piaget): il linguaggio è controllato da processi interni che accettano, codificano le informazioni. 3. COMPORTAMENTALE (Skinner): linguaggio come comportamento e frutto dell'apprendimento 77 COMPORTAMENTO VERBALE (Verbal Behavior) Skinner definisce il comportamento verbale come “un comportamento rinforzato dalla mediazione di un altro comportamento” Il Comportamento Verbale è l’analisi della funzione del linguaggio introdotta da F. Skinner, secondo cui il linguaggio può essere analizzato come qualsiasi altro comportamento, essendo esso stesso un comportamento, definito, appunto, verbale. In contrasto con i linguisti, secondo Skinner, il linguaggio si sviluppa in base alle risposte che il bambino riceve dall’ambiente e può essere suddiviso in due repertori: • Repertorio di ascoltatore • Repertorio di parlante Secondo Skinner le definizioni di “linguaggio recettivo” e di “linguaggio espressivo”, proposte dai linguisti, erano troppo restrittive per un’analisi accurata dello sviluppo del linguaggio stesso. Egli ha così individuato gli elementi distintivi e le modalità con cui il linguaggio si sviluppa, rivoluzionando tutte le teorie precedenti. 78 Verbale non è sinonimo di vocale Vocale Verbale Parlare: Non vocale - scrivere, fare gesti, indicare, fare segni, usare foto emettere suoni attraverso l’ apparato - la probabilità di ricomparsa è dettata da come gli vocale; la probabilità di ricomparsa è altri rispondono e interagiscono dettata da come gli altri rispondono e interagiscono Non Verbale Tossire, sbadigliare, suoni con Camminare, andare al lavoro, bere etc l’ apparato vocale (masticare) 79 Comportamento non verbale Voglio l’acqua ----------- vado al frigorifero ------------ prendo l’acqua Comportamento verbale Voglio l’acqua ------- segno “acqua” Dico “acqua” Indica l’”acqua” Scambio un’immagine Do un calcio Urlo Scrivo “acqua” -------- qualcuno consegna l’acqua Dire “acqua” è un comportamento: movimento dei muscoli dell’apparato vocale che produce stimoli acustici 80 Il comportamento prevede, infatti, diversi “Operanti ” Gli Operanti Verbali (OV) Il repertorio verbale è un set di operanti verbali emesso da una persona singola. Mand Tact Echoic Intraverbal Textual e Transcription 81 MAND (richieste) Mand è una richiesta, domanda, comando … É un OV nel quale la forma della risposta è controllata dalle condizioni motivazionali o avversive che determinano il comportamento (chiedere il cibo quando si ha fame è un mand) Il mand si verifica quando le OM sono forti (quando sei affamato, assetato o vuoi evitare una situazione avversiva) Soggetti con autismo hanno di solito un buon repertorio recettivo e molti tacts. Invece hanno pochi Mands e intraverbali É imperativo iniziare ad insegnare al bambino a richiedere per il rinforzo più forte per lui 82 TACT (denominazione) Termine che deriva “contact”, cioè “entrare in contatto” Il Tact si definisce come un comportamento verbale sotto il controllo di uno stimolo non verbale Denominare o etichettare gli oggetti, azioni, eventi, relazioni e proprietà. Commentare, etichettare e denominare un evento, un oggetto, un azione presente Rinforzo sociale, condizionato e generalizzato (approvazione dell’ascoltatore) L’ obiettivo è di portare la risposta verbale sotto il controllo di uno stimolo non verbale 83 ECHOIC (ecoico) É un comportamento verbale sotto il controllo di uno stimolo verbale con una corrispondenza 1:1 Obiettivo primario: insegnare al bambino a ripetere i suoni (si inizia dalle vocali) Ripetere un fonema, una parola, una frase, un comportamento vocale emesso da un altra persona Obiettivo secondario: è quello di trasferire il controllo ecoico a quello di altri operanti Stimolo vocale viene presentato e successive approssimazioni sono rinforzate in maniera differenziale alla risposta target (prompting, fading, shaping) Il repertorio ecoico è il primo passo essenziale, per strutturare e modellare le articolazioni e per insegnare OV più complessi 84 INTRAVERBALE E’ un comportamento verbale sotto il controllo dello stimolo verbale senza una corrispondenza 1:1 Permette alle persone di parlare di oggetti o eventi che non sono presenti ed implica la turnazione tra parlanti multipli Una conversazione è l’esempio classico di c. intraverbale dove non c’è corrispondenza punto a punto con lo stimolo verbale Un repertorio di Intraverbali permette al parlante di rispondere a domande e di parlare di oggetti o eventi che non sono presenti fisicamente in quel momento Molti bambini riescono a dire letto quando sentono letto (ecoico), a dire letto quando vedono un letto (tact) o chiedere per un letto quando sono stanchi (mand) ma è difficile che dicano letto quando qualcuno chiede, dove dormi? Oppure tu dormi nel …. 85 TEXTUAL (testuale) • Si definisce come una risposta vocale sotto il controllo di uno stimolo verbale non vocale. L’ operante testuale ha una corrispondenza testuale punto a punto ma non ha una similarità formale tra lo stimolo e la risposta Es. Lo stimolo è visivo e/o tattile e la risposta è uditiva ma la risposta ha una corrispondenza con lo stimolo 86 TRANSCRIPTION (trascrizione) Si definisce come comportamento non vocale controllato da uno stimolo verbale vocale, come ad esempio fare il dettato L’ operante verbale di trascrizione ha una corrispondenza punto a punto ma non la similarità formale tra lo stimolo e la risposta 87 IL REPERTORIO DELL’ASCOLTATORE (O RECETTIVO) Sebbene Skinner abbia riconosciuto che questa teoria del comportamento verbale si occupa quasi esclusivamente di fornire un’analisi del ruolo del parlante, egli ha non di meno definito il comportamento verbale come il risultato di un azione dell’ascoltatore, entrambi come fornitori di rinforzo del parlante e come uno stimolo discriminativo per il comportamento verbale del parlante. Come suggerisce Skinner, il comportamento dell’ascoltatore dovrebbe essere considerato come non verbale. Così, uno dei principali assunti dell’analisi del comportamento di Skinner è che, almeno inizialmente, i repertori di parlante ed ascoltatore sono indipendenti da ogni altro. Una simile categorizzazione è stata proposta dagli approcci psicololinguistici dell’acquisizione del linguaggio, che asseriscono che il linguaggio può essere classificato in espressivo o recettivo. Comunque, un bambino capace di rispondere come ascoltatore ad un’esclamazione dell’adulto, “guarda il gatto”, orientandosi verso o indicando il gatto, potrebbe non necessariamente essere capace di dire “gatto” senza che questo comportamento sia stato direttamente insegnato. Questo punto di vista quindi comporta che ogni parola che un bambino impara richiederà un rinforzo diretto sia nella forma del parlante che dell’ascoltatore – qualcosa che può sembrare essere in contrasto con il comportamento di una bambino a sviluppo tipico. 88 ORA METTIAMO TUTTO INSIEME!!! MIX AND VARY! Mescolare tutte le classi operanti del comportamento verbale e le altre aree dell’intervento. Caratteristiche importanti: • Velocità (di presentazione, correzione dell’errore, ecc..) • Varietà (variare tutte le aree curriculari dell’intervento) • Rinforzo dilazionato e senza uno schema preciso • Tutte le abilità già acquisite!! 89 COME SEMPLIFICARE IL MIX AND VARY? Utilizziamo dei cartoncini colorati, ed assegniamo ad ogni colore un'area di insegnamento. ESEMPIO: • BLU: recettivo • ROSA: intraverbale • BIANCO: ecoico • VERDE: imitazione motoria (quindi anche i segni) Su tutte le altre aree ci possiamo lavorare con le immagini che abbiamo messo sul tavolo 90 TOPOGRAPHY BASED AND SELECTION BASED VB Michael ha distinto tra due tipi di comportamento verbale: VB basato sulla selezione dello stimolo e Vb basato sulla topografia. La ricerca attuale è stata progettata per esaminare empiricamente questi due tipi di VB. Ci sono alcune differenze concettuali tra questi due sistemi che sono raramente considerate dagli specialisti che, tuttavia, possono essere più importanti rispetto ai problemi pratici considerati solitamente. Michael, sottolinea che il linguaggio dei segni può essere classificato come Vb basato sulla topografia, mentre i sistemi di indicazione come Vb basati sulla selezione dello stimolo. Nel Vb basato sulla topografia la forma della risposta distingue una sola risposta verbale rispetto ad un’altra. Segnare il “cane” chiaramente comporta differenti movimenti e posizioni delle mani rispetto al segno “gatto”. Chiare differenze topografiche appaiono anche nel parlare e nello scrivere. Nel VB basato sulla selezione dello stimolo la forma della risposta consiste nell’indicare, toccare, guardare un particolare stimolo. La forma della risposta (indicare) è la stessa per ogni risposta verbale. Ciò che cambia è lo stimolo che viene indicato, da qui il termine “selezione dello stimolo”. 91 Michael, indica sottolinea che il VB basato sulla selezione coinvolge una discriminazione condizionale (due principali variabili di controllo). Per esempio, nel tact training, uno stimolo come un libro, altera la forza di controllo di altri stimoli (il simbolo o l’immagine del “libro”) al di sopra di una risposta non distintiva come indicare o toccare. Il comportamento verbale basato sulla topografia coinvolge solo une delle principali variabili di controllo, come si osserva quando lo stimolo del libro controlla direttamente la risposta “libro”, piuttosto che alterare la forza di un altro stimolo. In aggiunta a variabili di controllo più complicate, il VB basato sulla selezione coinvolge una forma di risposta a due componenti in opposizione alla risposta ad una singola componente propria del VB basato sulla topografia. Questa forma di risposta a due componenti consiste di uno scanning delle opzioni visive, e poi indicare un particolare stimolo 92 Lo sviluppo degli operanti verbali dal punto di vista evolutivo Eta’ Repertorio parlante Repertorio ascoltatore 0-6 Emette suoni della comunità verbale Si orienta verso i suoni e li discrimina Scambi e alternanza turni vocalizzazioni con adulto di riferimento 6-9 Prime imitazioni: emerge ecoico Cucù e prime anticipazioni sociali Sillabe ripetute Attenzione congiunta (si orienta verso stimoli Intonazione nei vocalizzi salienti e alterna sguardo con adulto di Si protende verso oggetti desiderati: emerge riferimento) la richiesta 9-12 Indica per chiedere e per mostrare in istruzioni semplici in contesto contesto Prime parole per chiedere oggetti e attenzione (scarsamente comprensibili per adulti non familiari) 93 18 mesi A 18 mesi utilizza circa 50 parole di cui sono perfettamente comprensibili un po’ più della metà naming explosion. Denomina e identifica oggetti e figure nei libri. 18-24 Impara velocemente molte nuove parole Prime combinazioni di 2 parole Vocabolario di 150/200 richieste ed etichette arrivando a 3 anni a un vocabolario di 24-36 Primissime richieste per informazione ascoltatore di 1500 parole che comprendono Nessuna conversazione genere, numero, pronomi, aggettivi e colori 500 parole comprensibili nell’80% dei casi. colori Frasi di 2 o 3 parole primissime conversazioni: intraverbali *materiale formativo dal W.S. del Dott. Vincent Carbone 94 Ecoico Esempio Lallazione Emette suoni spontaneamente Mand e approssimazione vocale Approssima vocalmente la richiesta con segno Ecoico fonemi Vocali e consonanti subito dopo il modello Ecoico sillabe Ripete le sillabe dopo il modello Ecoico dittonghi AI; OI; EI, ecc.. Ecoico parole unisillabiche (uva, ago, amo, ecc…) Ecoico bisillabiche ripetute (dada, cucù, pipì, mamma) Ecoico bisillabiche cambio vocale (mimo, tuta, pipa, ecc) Ecoico bisillabiche cambio consonante (casa, foto) Ecoico bisillabiche piane (mano, cane, sale) Ecoico parole con gruppi consonantici (treno, spazio, costa, arpa, spugna) Ecoico trisillabiche (patata, zucchero, tavolo) Ecoico generalizzato ripetizione di qualunque parola in forma adulta Ecoico due parole cornici autoclitiche: il cane, la mamma, il papà) 95 IL RUOLO DEL RINFORZO AUTOMATICO NELLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO Brown e Hanlon (1970): Ci sono tanti esempi di costruzioni grammaticali che non possono essere spiegate in basse ad una storia di rinforzo esplicito. In realtà gli adulti non sono consapevoli di tali rinforzi . Chomsky : Molte abilita sono acquisite senza una diretta istruzione. Quindi come vengono selezionate le costruzioni grammaticali? Da quali contingenze vengono selezionate? Secondo Skinner non c’è una mancanza di rinforzo, ma il rinforzo è AUTOMATICO, prodotto dalla conformazione ad un modello. 96 E’ la risposta stessa, conformandosi al modello, che è un rinforzo automatico in base a quanto ci si avvicina al modello. Due componenti: • imitazione + comportamento verbale • + estinzione del comportamento deviante dal modello. Il rinforzo automatico può quindi modellare il comportamento del parlante, rinforzando automaticamente il modello corretto e mettendo in estinzione il comportamento deviante dal modello stesso. 97 PALMER (1996): concetto di PARITY Un parlante può capire se devia dalla comunità verbale e regola il proprio comportamento verbale di conseguenza. I bambini sono prima ascoltatori e poi parlanti. Sanno quindi distinguere le differenze nelle produzioni verbali. In questo modo i bambini capiscono se le proprie affermazioni si conformano o deviano dal modello. Il raggiungimento della “parità” rappresenta un forte rinforzo generalizzato perché è adattiva. Invece, non conformarsi, spesso è punito dalla comunità verbale. Due tipi di rinforzo: 1) Dalla comunità verbale 2) Rinforzo automatico. Il parlante ascolta se stesso in accordo con le convenzioni verbali 98 La maggior parte dei bambini acquisisce il linguaggio dei propri genitori senza una diretta istruzione. Tale acquisizione si verifica solo nelle prime fasi dello sviluppo del bambino (acquisizione del linguaggio nativo). La stessa cosa vale anche per l'acquisizione di una seconda lingua. Centrale, in questa analisi, è il fatto che i bambini iniziano a ripetere i fonemi del linguaggio dei propri genitori (tra i 4 e i 6 mesi di età). 99 RINFORZO AUTOMATICO Rafforza gli effetti che si verificano senza la mediazione di un'altra persona. Si verifica con un'associazione di uno stimolo neutrale con una precedente stabilita forma di rinforzo. In questo modo, lo stimolo neutrale acquisisce le proprietà del rinforzo precedente. Ogni risposta che produce un "prodotto della risposta" che comprende il precedente stimolo neutrale, sarà automaticamente rinforzata. ESEMPIO: una persona che continua a cantare o ad intonare una canzone mentre torna a casa dopo il cinema, senza un diretto rinforzo per il cantare. 100 2 fasi di condizionamento: 1) qualche stimolo (canzone) associato ad una precedente forma di rinforzo condizionato o incondizionato (un film piacevole, divertente, o il popcorn, ecc...). Lo stimolo nuovo diventa una forma di rinforzo condizionato (la canzone). 2) l'emissione di una risposta (per qualunque ragione) produce un "prodotto della risposta" (lo stimolo uditivo prodotto dal cantare la canzone) che ha una topografia simile al precedente stimolo neutrale (la canzone) e può avere proprietà auto-rinforzanti Il rinforzo automatico spiega l'acquisizione della lallazione nei bambini senza un rinforzamento diretto. 101 LE ALTRE AREE DELL’INTERVENTO EDUCATIVO le altre aree curriculari oltre alle classi operanti in un programma di intervento educativo IMITAZIONE MORORIA AREA VISUOSPAZIALE AREA ACCADEMICA AUTONOMIA PERSONALE GIOCO SOCIALE 102 GENERALIZZAZIONE La programmazione della generalizzazione: Una delle maggiori critiche contro l’insegnamento strutturato é la scarsa abilità da parte dell’individuo di generalizzare le abilita apprese durante le sessioni d’intervento. Purtroppo, esistono tutt’oggi programmi apparentemente ABA nei quali la programmazione alla generalizzazione é assente o che si selezionino abilità poco funzionali alle necessità dell’individuo e quindi con poche opportunità di manifestazione nell’ambiente naturale. La maniera migliore affinché la generalizzazione di un'abilità avvenga é di: 1) insegnare abilità che abbiano un valore funzionale e che quindi il curriculum sia individualizzato alle necessità di ogni bambino 2) insegnare quanto più possibile nell'ambiente in cui queste abilità verranno usate Ogni comportamento acquisito all’interno della terapia deve essere generalizzato in altre situazioni e con altre persone. Se il bambino emette dei comportamenti solo in determinati ambienti (stanza 1 a 1) e non in altri ambienti, il comportamento non si può dire acquisito Generalizzazione di materiale, di ambienti, di persone 103 ELEMENTI DA GENERALIZZARE: • STIMOLO: il bambino deve essere in grado di emettere il medesimo comportamento in presenza di materiali diversi da quelli con cui ha appreso l’abilità. • LUOGO: il bambino deve essere in grado di emettere il medesimo comportamento in ambienti diversi: in altre stanze della casa, a scuola, a casa dei nonni, al parco, ecc. • PERSONA: il bambino deve avere lo stesso livello di collaborazione e di prestazione anche con persone diverse. • LINGUAGGIO: durante i training viene inizialmente usato un linguaggio molto semplice, lontano dal comune modo di parlare; generalizzare significa arricchire e rendere più complicato il modo in cui ci rivolgiamo al bambino. • DISTANZA: tra il bambino e lo stimolo, il bambino deve imparare a rivolgere l’attenzione anche a oggetti che non sono direttamente davanti a lui; tra il bambino e un’altra persona, quando comunichiamo o ascoltiamo le persone, queste non sono sedute esattamente di fronte a noi • RISPOSTA: il bambino deve essere in grado di cambiare topografia della risposta mantenendo la stessa funzione. 104 ANALISI FUNZIONALE minore ___________________________ data ____________ educatore __________________________ Antecedente Comportamento Conseguenza Il bimbo sta guardando la tv. Il bimbo lancia oggetti per terra, urla, La mamma gli accende la tv e intervento La madre gli chiede di spengere la corre per la stanza, si getta a terra e raccoglie gli oggetti da terra. tv e andare a fare i compiti. piange. Il bimbo smette di piangere e torna a Spenge la tv guardare la tv Cameretta Cameretta Cameretta 14.00 14.30 14.45 Stava da solo e poi è arrivata la Con la madre Con la madre 10 min 3 min Dove Ora Con chi? mamma Durata 30min 105 106 …Buon Lavoro… 107 GLOSSARIO: ABA: applied behavior analysis VB: verbal behavior DTT: discrete trial teaching NET: natural environment teaching ABC: antecedente – comportamento – conseguenza STIMULUS CONTROL: controllo dello stimolo STIMOLO DISCRIMINATICO: stimolo legato alla disponibilità di rinforzo RINFORZO: tutto ciò che mantiene e/o incrementa il comportamento RINFORZO AUTOMATICO: Si definisce automatico perché il comportamento stesso produce il proprio rinforzo PUNIZIONE: stimolo e/o evento che fa diminuire il comportamento ESTINZIONE: Il processo per cui la non consegna del rinforzatore che fino ad allora aveva mantenuto il comportamento porta il comportamento ad estinguersi. MAND: É un OV nel quale la forma della risposta è controllata dalle condizioni motivazionali o avversive che determinano il comportamento (chiedere il cibo quando si ha fame è un mand) 108 TACT: si definisce come un comportamento verbale sotto il controllo di uno stimolo non verbale ECOICO: É un comportamento verbale sotto il controllo di uno stimolo verbale con una corrispondenza 1:1 INTRAVERBALE. E’ un comportamento verbale sotto il controllo dello stimolo verbale senza una corrispondenza 1:1 TEXTUAL: Si definisce come una risposta vocale sotto il controllo di uno stimolo verbale non vocale TRANSCRIPTION: Si definisce come comportamento non vocale controllato da uno stimolo verbale vocale, come ad esempio fare il dettato MIX and VARY: mescolare tutte le classi operanti del comportamento verbale e le altre aree dell’intervento REPERTORIO DELL’ASCOLTATORE: comprensione del linguaggio (comp. non verbale) MO: operazioni motivative; evento ambientale o condizione di deprivazione che altera l’ effetto rinforzante di altri eventi ESTABLISHING OPERATION: aumentano il valore rinforzante di una conseguenza ABOLISHING OPERATION: diminuiscono il valore di una conseguenza UMO: operazioni motivative incondizionate OMT: operazioni motivative transitive 109 CMO-T: operazioni motivative condizionate transitive CMO-R: operazioni motivative condizionate riflessive PAIRING: associazione stimolo stimolo PROMPT: aiuto SHAPING: plasmare CHAINING: concatenazione FADING: sfumatura 110 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: • Abolishing and establishing operation. Analyses of social attention as positive reinforcemente for problem behavior – Molly McGinnis, Nealetta Houchins-Juarez, Craig Kennedy – Vanderbilt University and Vanderbilt Kennedy Center • Achieving parity: the role of automatic reinforcement – David Palmer – Smith College • Advanced workshop verbal behavior training – Vincent Carbone • Advanced aba programming for children with autism; Vincent Carbone – New York • An introduction to joint control – Barry Lowenkron – California State University • An analysis of the reinforcing properties of hand mouthing – Han-Leong Goh, Brian Iwata, Bridget Shore, Iser DeLeon – The University of Florida • Behavioral treatment of children with phonological disorder: the efficacy of vocal imitation and sufficient response exemplar training – Svein Eikeseth, Rannveig Nesset – Akershus University College • Children who struggle to speak: the Kaufman speech to language protocol Nancy Kaufman – King Of Prussia, PA • Degli Espinosa, 2011. The Early Behavioral Curriculum (EBIC). Verbal Behavior Development for Children with autism. Unpublished Ph. D Thesis. University of Southampton, UK. 111 • Distinguish between discriminative and motivational functions of stimuli – Michael – Western Michigan University • Establishing naming in typically developing two year old children as a function of multiple exemplar speaker and listener experiences – Lina Gilic, Douglas Greer – School of art and sciences Columbia University • Errorless learning: reinforcement contingencies and stimulus control transfer in delayed prompting – aul Touchette, Jane Howard – California State College • Evaluation of enhanced stimulus-stimulus pairing procedure to increase early vocalization of children with autism – Barbara Esch, James Carr, Laura Grow – Western Michigan University • Grammatical Construction in typical developing children: effects of explicit reinforcement, automatic reinforcement and parity – Leni Ostvik, Svein Eikeseth – Oslo and Akershus University College • Increasing vocalization in children with autism – Jenna Watson – Pennsylvania State University • Listening is behaving verbally – Henry Schlinger • L’analisi comportamentale applicata; metodi e procedure – Paolo Moderate – Università IULM IESCUM • Motivating autistic children through stimulus variation – Glenn Dunlap, Robert Koegel – University of California 112 • Motivating operazione and terms to describe them: some further refinements - Michael, Poling – Western Michigan University • Topography-based and selection-based verbal behavior. A further evaluation – Carl Sundberg and Jack Michael – Western Michigan University • Teaching verbal behavior to children with autism and related disabilities; Presented by: Vincent J. Carbone, Ed. D. - Board Certified Behavior Analyst- Doctoral • The role of reflexive-conditioned motivating operation (CMO-R) during discrete trial instruction of children with autism – Vincent Carbone, Barry Morgenstern, Gina Zecchin-Tirri – Carbone Clinic New York • The role of joint control in teaching listener responding to children with autism and other developmental disabilities – Vincent Carbone, Kristin Albert, Emily Sweeney-Kerwin – Carbone Clinic, New York • Verbal behavior development for children with autism – Francesca Degli Espinosa – University of Southampton • Vocal shaping of retarded and autistic individuals using speech synthesis and recognition – Pear, Kisner, Roy – University of Manitoba 113