26/02/2008 La Sicilia: Dall`evoluzionismo di Darwin al dogma della

LA SICILIA
18.
MARTEDÌ 26 FEBBRAIO 2008
Cultura spettacoli
L’immagine di copertina del
libro che analizza i rapporti di
Caravaggio con gli altri artisti
e la sua fortuna al cinema
ARTE
SCAFFALE
Caravaggio al cinema già dal 1941
Il principe e la più brutta del reame
Caravaggio questo sconosciuto. Non dagli storici dell’arte, è ovvio. Ma dai tanti che credono
che basti qualche fotogramma sul grande
schermo o un paio di puntate televisive per capire un artista che portò un grumo di mistero
in ogni sua opera. Per afferrarne l’essenza il
quadro è, allora, necessario. Anche se può non
bastare. Il resto, letteratura e cinema, sono illusioni che ci portano intorno all’artista ma mai
dentro. Ne è certo Mario Dal Bello e ce lo dice
nel suo volume "Caravaggio" (appena pubblicato da Effetà Editrice in "Percorsi di arte & cinema"), ordinato in una prima parte dedicata ai
percorsi artistici del Merisi, ai suoi temi ricorrenti e al rapporto con Rembrandt ed una seconda tutta gravitante sul Caravaggio protagonista di film e fiction, cominciando da molto
lontano. Dal film del ’41 interpretato da Amedeo Nazzari e sino al Caravaggio con la faccia di
Alessio Boni, passando attraverso l’estremismo visivo di Derek Jarman e la secchezza del
Martone che si esercita nel docufilm ma anche
attraverso il Caravaggio che nel cinema sta sotto mentite spoglie. Trovarne, poi, almeno un
fazzoletto di animo è tutta un’altra faccenda.
Ma l’importante è cercare. SILVIA DI PAOLA
L’immagine di copertina di
«Splendente come una
padella» con illustrazioni di
Kikie Crêvecoeur
Pin Yin, conteso principe cinese, il quale,
indispettito dall’eccessivo splendore che lo
intrappola al proprio magnifico "Castello
delle Nuvole", decide di coniugarsi con la
fanciulla più brutta del reame. Il docente
universitario che, lungo la tratta ferroviaria
Bruxelles - Parigi, si imbatte in un uomo
con un dono speciale: conosce tutte le
lingue del creato, incluso il codice animale.
Ernest Blouch, serial killer che uccide per
svago e, altrettanto, varia tipologia di
vittima ogni qual volta degusta un
pregevole vino. E, ancora, il referendum di
Richter, cui fanno seguito cruenti scontri fra
inverse fazioni, concepito per appurare
l’esistenza di Dio.
Quattro piccoli accattivanti racconti per un
unico libro, "Splendente come una padella"
di Amélie Nothomb, arricchito dalle illustrazioni di Kikie Crêvecoeur, edizioni Einaudi.
Nel gioco frizzante e imprevedibile di un’esposizione mordace, l’autrice belga, celebre
per la sua vena ironica e dissacrante, conduce il lettore alla scoperta di un mondo i cui
classici canoni, furbescamente, sono stati
ribaltati.
GRAZIA CALANNA
De gustibus
I Ciclopi
e gli amici
di Zeus
GIORGIO MONTAUDO
I
l 12 Febbraio cadeva il
"Darwin Day", una celebrazione che copre in realtà tutto il mese con iniziative e
convegni in molte parti d’Italia (www.pikaia.eu, "il portale dell’evoluzione").
La fortuna di Darwin e gli sviluppi della teoria della selezione naturale, confluiti poi nella "nuova sintesi" del neo darwinismo, meritano
davvero una celebrazione, come pure gli eventi ed i personaggi che ne
furono all’origine.
La storia cominciò nella Parigi illuminista e continuò nell’Inghilterra
vittoriana.
Nel 1747 Buffon pubblicò la rivoluzionaria "Teorie de la Terre", che
assegnava alla Terra un’età di
200.000 anni, aprendo così la strada
alle concezioni evoluzioniste. Nonostante le polemiche suscitate ed i
molti oppositori, le vedute di Buffon
trovarono sostanziale consenso, anche ad opera di due geologi britannici (Hutton prima e Lyell poi) che vi
apportano sostanziali contributi.
La "scoperta" dell’età della Terra,
in aperto contrasto con la tradizione
biblica che le assegnava 4000-6000
anni, creò grande clamore, e stimolò
i ricercatori a chiedersi cosa fosse
successo in tutto quel tempo. Ebbero così inizio le speculazioni teoriche sull’evoluzione biologica.
Sulle rive della Senna, poco discosto dagli edifici della vecchia Sorbona, sorge il Jardin des Plantes con
l’annesso museo di storia naturale. Il
giardino del re, come si chiamava
prima della rivoluzione, è in realtà
una copia del giardino fondato da
Linneo a Uppsala verso la metà del
XVIII secolo per attuare al suo pionieristico programma di ricerca sulla storia naturale e sulla classificazione delle piante.
Parigi non poteva essere da meno,
e così il Jardin du Roy fu dotato di un
Museo con prestigiosi professori
(Hauy per la mineralogia, Lamarck
per la botanica e gli animali invertebrati, Cuvier per i vertebrati).
I nomi di Cuvier e Lamarck rimasero legati alle teorie evoluzionistiche. Cuvier era l’alfiere dei fissisti e
dei catastrofisti, mentre Lamarck era
un trasformista.
Le teorie di Cuvier e Lamarck videro la luce nei primi anni del 1800,
ma furono superate da quella di
Darwin, che risale al 1859.
Tuttavia, nessuna delle tre teorie
ottocentesche ha retto interamente
agli sviluppi scientifici registrati degli ultimi duecento anni ma, in misura differente, ognuna conteneva
un’intuizione che è stata poi incorporata nelle correnti vedute scientifiche sull’evoluzione.
Benché il fissismo di Cuvier (le
specie non cambiano), sia stato del
tutto abbandonato, le catastrofi di
varia natura da lui postulate come
meccanismo evolutivo, sono realmente avvenute nella storia della
Terra.
Anche una parte della teoria di
Darwin, la pangenesi, fu abbandonata quando furono scoperte le mutazioni genetiche, benché la selezione naturale da lui postulata costituisca la base della moderna teoria
evoluzionistica.
Ben altra difficoltà ha incontrato
la teoria evoluzionistica di Lamarck,
l’inventore del nome biologia, che
postulava l’influenza dell’ambiente
sulle specie e la trasmissibilità dei
CARMELO STRANO
l castello non dialoga con i faraglioni. Tu ti incammini felice e rilassato
lasciandoti alle spalle l’arroccatissimo maniero di Acicastello, segui il
lungomare e allunghi lo sguardo di poco
per abbracciare le isole dei ciclopi che da
lì a 15 minuti, con passo comodo, potrai
raggiungere. Ma proprio in prossimità
del traguardo, grande sorpresa. Il percorso improvvisamente inaspettatamente
incomprensibilmente si interrompe. E
le isole dei ciclopi d’un tratto risultano
lontane. Indispettito e brontolante, devi
piegare a sinistra e guadagnare la strada
statale. Dal felice cammino passi all’infelicità per lo smog e i rumori e il rischio di
essere investito. Dopo uno scomodo percorso, recuperi il lungomare e finalmente sei ben vicino ai faraglioni, anzi appartieni alla loro area.
Per curiosità ti volti indietro e ti rendi
conto che Catania, dopo anni di caduta
degli steccati internazionali, ha il suo
muro di Berlino. Quello che, appunto,
divide inesorabilmente Acicastello da
Acitrezza e che si chiama, in armonia
con la cultura locale, lido dei Ciclopi. Sito estivo accoglientissimo, dotato di un
bellissimo parco di cui possono godere
solo gli "abitués" amici di Zeus. E i doni
del padre degli dei non si toccano. Anche
se il complesso è già stato sotto sequestro per mafia ed è sotto amministrazione controllata e forse dovrebbe passare
all’amministrazione degli enti locali. Ma
queste sono cose per politici o per magistrati. Mentre è cosa per gli umani l’impoverimento della situazione ambientale. Quel cammino sul lungomare, se non
interrotto, costituirebbe un contesto urbanistico ecologico di molto interesse
estetico e sociale. Ovviamente senza
consentire accesso a macchine e motorini. Ma al suo posto "sciara", degrado, abbandono ambientale, mentre i gitanti
potrebbero godere non solo di una delle
più belle passeggiate della Sicilia orientale, ma anche del magnifico parco del
famigerato lido dei Ciclopi.
E così il gaudente peripatetico arriverebbe, in un cammino senza soluzione di
continuità, in un angolo felicissimo per
bellezza naturalistica e per valore simbolico, cioè nella "piazza dei bambini del
mondo". Lo slargo è proprio lì, appena
varcato il muro dell’insipienza e insensibilità civica. Pensate, la Trezza di verghiana memoria che, in tempi di diffusa
pedofilia spesso non adeguatamente
perseguita, dedica attenzione ai bambini. Non solo. Realizza, con un simposium di sculture in pietra lavica, nel 1997,
quattro opere plastiche di discreta qualità, anche se qualcuna vicina al banale
per lo smaccato mimetismo. Esse sono
collocate nell’intorno. Ne sono autori i siciliani Antonio Portale e Silvio Marchese,
il giapponese Toshiko Minamoto col suo
bossolo, simbolo di passioni aggrovigliate, e lo slavo Goran Cpayak.
La scultura di quest’ultimo, "I faraglioni", è il lavoro più interessante con la
sua massa informale verticalmente sviluppata e fusa con parallelepipedi che da
essa appena fuoriescono quasi a mo’ di
lesene. Non a caso, lì accanto, la gara
con la natura: un gruppo lavico fortemente modellato dai venti e dall’acqua,
o forse dal pollice di Polifemo, in questo
caso antenato di Medardo Rosso.
I
UN DISEGNO DI CHARLES DARWIN RAFFIGURANTE L’ISOLA DI BORA BORA. NEL RIQUADRO UNA CARICATURA DEL PADRE DELL’EVOLUZIONISMO
Dall’evoluzionismo di Darwin
al dogma della biologia di Crick
caratteri acquisiti.
A seguito del successo del darwinismo, il trasformismo di Lamarck
fu totalmente screditato (famoso l’esempio della giraffa, il cui collo si era
allungato per riuscire a mangiare le
foglie degli alberi).
Esso appariva contrario anche al
"dogma della biologia" di Crick (lo
scopritore della doppia elica del
DNA), secondo cui la freccia dell’informazione genetica procede dal
DNA fino alla proteina. Ciò implica
che, poiché il DNA di un individuo
non muta, egli lo trasmetterà inalterato al discendente. Lamarck ha torto ma, come si vedrà, non completamente.
La teoria di Darwin rappresenta la
chiave per elaborare modelli concreti nel campo dell’evoluzione biologica. Questo strumento scientifico
così potente è stato fin dal suo primo apparire aspramente confutato,
ma è sempre rimasto al centro dell’attenzione.
La prima edizione dell’Origine
delle Specie (1859) fu esaurita in un
solo giorno.
Darwin ebbe ragione nel proporre la selezione naturale e l’ereditarietà dei caratteri alla base dell’evoluzione delle specie. Ebbe invece
clamorosamente torto nel proporre
la teoria della "Pangenesi" per spiegare la variazione dei caratteri nelle
specie. La pangenesi, secondo
Darwin, sarebbe un processo biologico tramite il quale tutte le parti del
corpo rilasciano delle "gemmule"
che si accumulano nelle cellule germinali.
Poco dopo, Mendel scoprì l’esistenza di "caratteri ereditari" dominanti e recessivi (geni). Le sue leggi
sulla regolata alternanza dei caratteri ereditari falsificarono la supposta
mescolanza dei caratteri ereditari e
la pangenesi proposta da Darwin.
Fu De Vries nel 1900 a proporre le
mutazioni come meccanismo di
cambiamento, e Morgan nel 1910
scoprì che i cromosomi sono la sede
Nell’epoca del Dna resta valido il modello teorico
della selezione naturale e dell’ereditarietà ma
non regge più la teoria della Pangenesi
dei geni, e propose la teoria cromosomica dell’ereditarietà.
Abbiamo detto in precedenza che,
poiché il DNA di un individuo non
muta, egli lo trasmetterà inalterato
al discendente. Ciò falsifica la teoria
trasformista di Lamarck che postulava l’influenza dell’ambiente sulle
specie e la trasmissibilità dei caratteri acquisiti.
Tuttavia, talvolta l’influenza dell’ambiente si fa sentire, e la variazione dei caratteri a seguito di stimoli
ambientali è stata dimostrata più
volte negli scorsi decenni. Il fenomeno, chiamato "epigenesi", somiglia
al meccanismo evolutivo proposto
da Lamarck e costituisce una classica anomalia rispetto alla originale
teoria di Darwin.
In un recente esempio, si è notato
che analizzando un campione di popolazione irlandese, in un’area che
durante la seconda guerra mondiale aveva sofferto serie ristrettezze
alimentari per un periodo prolungato, gli abitanti (in realtà i nipoti di
quelli allora viventi) risultavano
ANDREA CAMILLERI
Un nuovo giallo
senza Montalbano
È in arrivo il nuovo libro giallo di
Andrea Camilleri, 83 anni, ma questa
volta senza il poliziotto Salvo
Montalbano come protagonista.
Martedì 26 febbraio la casa editrice
Mondadori manderà in libreria infatti
il romanzo «Il tailleur grigio» (pagine
146, euro 16,50), che narra la storia di
un ex funzionario di banca che indaga
sulla presunta infedeltà della
bellissima moglie. Nel corso della sua
lunga, sfolgorante carriera di alto
funzionario di banca Febo Germasino
ha ricevuto tre lettere anonime.
Adesso, nel primo giorno della sua
nuova vita da pensionato, le ha
allineate davanti a sé: le prime due
sono vecchie di decenni, l’ultima è
recente e insinua dubbi sulla fedeltà
della sua giovane e bellissima seconda
moglie, Adele. È Adele la protagonista
di questo romanzo, che Camilleri ha
scritto sempre con il solito impasto
linguistico che lo ha reso famoso: una
splendida ’femme fatale’ che ama
indossare un apparentemente
castigato tailleur grigio, un vestito
che per lei ha un profondo significato
simbolico. Un significato che sarebbe
stato molto meglio non conoscere
mai. Si intitola invece «La danza del
gabbiano», il prossimo romanzo di
Camilleri che avrà come protagonista
il commissario Salvo Montalbano, che
l’editore Sellerio pubblicherà nel
corso del 2008. Lo scrittore siciliano
ha già consegnato da tempo il
manoscritto all’editore palermitano.
possedere tassi elevati di immunità
ai tumori, resistenza alle malattie
cardiocircolatorie, longevità spiccata.
Nessun dubbio che si tratti di caratteri acquisiti a seguito di stimoli
ambientali (la fame) e che questi
caratteri siano stati trasmessi ai discendenti. Epigenesi dunque, e
trionfo di Lamarck.
Neppure Darwin aveva completamente ragione, l’ambiente può modificare in modo pressoché permanente i caratteri nelle specie. La
spiegazione dell’inquietante fenomeno è venuta quando alcuni ricercatori hanno dimostrato che l’epigenesi non viola il dogma della biologia, e che la sequenza delle basi nucleiche nel DNA rimane inalterata.
Avviene però una lieve modifica
chimica di alcune basi nucleiche,
che subiscono un processo di metilazione pur rimanendo al loro posto.
A seguito di questa modifica, le basi
metilate non sono riconosciute dagli
enzimi preposti alla lettura della sequenza del DNA, e di conseguenza
alcune proteine portatrici di caratteri non vengono più sintetizzate.
Non è quindi necessario invocare
per l’epigenesi dei cambiamenti nella sequenza del DNA, come sembrava in un primo momento. Invece,
entra in gioco un meccanismo di
soppressione della sintesi di alcune
proteine.
Nel caso citato, l’organismo affamato ha risolto il problema della sopravvivenza ad una dieta troppo povera, sopprimendo la sintesi di proteine portatrici di caratteri negativi.
Tuttavia, la metilazione delle basi
nucleiche è un processo reversibile,
ed è pertanto plausibile attendersi
che nel giro di qualche generazione
la demetilazione delle basi nucleiche ripristini la situazione precedente.
Quegli irlandesi, se riprenderanno
le usuali abitudini alimentari, sono
condannati a perdere le immunità
guadagnate.