 
                                Dialoghi in Farmacologia Medica Tempesta Nimesulide e non solo… …cosa sta succedendo ai FANS ? Brescia 10 luglio 2007 Istituto Clinico Città di Brescia ASPIRINA Intolleranza gastrica  Disturbi sul sistema nervoso centrale “salicilismo”  Epatite leggera o in genere asintomatica  Diminuzione reversibile della filtrazione glomerulare   Reazioni di ipersensibilità in pazienti con asma e polipi nasali   Controindicata in pazienti emofilici Controindicata nelle donne in gravidanza L’uso dell’aspirina nei bambini durante o immediatamente dopo un’infezione virale si associa ad un’aumentata incidenza di “sindrome di Reye”  INTERAZIONI FRA FARMACI DELL’ASPIRINA Farmaci che esaltano la tossicità del salicilato: acetazolammide e il cloruro di ammonio  L’alcool aumenta il sanguinamento gastrointestinale prodotto dai salicilati  L’aspirina spiazza numerosi farmaci legati alle proteine del sangue: tolbutamide, clorpropamide, altri fans, metotrexato, fenitoina ed il probenecid.     I glucocorticoidi possono diminuire le concentrazioni di salicilato L’aspirina riduce l’attività farmacologica dello spirolattone Inibisce l’effetto uricosurico del sulfinpirazzone e del probenecid IBUPROFENE Ha dosi di circa 2,4 g al giorno è equivalente a 4 g di aspirina per l’effetto antinfiammatorio; viene somministrato a dosi inferiori come analgesico  è legato alle proteine plasmatiche per oltre il 99%  È metabolizzato a livello epatico ed è escreto inalterato  La sua emivita è di circa 1-2 ore  Irritazione gastrointestinale e sanguinamento, ma con frequenza inferiore all’aspirina.  Può causare eritema, prurito, vertigini, mal di testa, ansietà e ritenzione idrica.  È controindicato in soggetti con poliposi nasale, angioedema e reattività broncospastica all’aspirina  Effetti ematologici come agranulocitosi ed anemia aplastica  Rari effetti a livello renale  INTERAZIONI DELL’IBUPROFENE  L’uso dell’ibuprofene contemporaneamente all’aspirina può far diminuire l’effetto antinfiammatorio totale  L’interazione con gli anticoagulanti non è comune NAPROXENE È molto legato alle proteine plasmatiche  Ha una lunga emivita 12-15 ore  Gli antiacidi ne rallentano l’assorbimento  È escreto nelle urine come metabolita glucuronato inattivo  Compete con l’aspirina per i siti di legame sulle proteine plasmatiche  Gli effetti collaterali e le interazioni sono simili a quelle dell’ibuprofene  Determina dispepsia nel 20-40% dei casi  KETOPROFENE Inibisce sia la ciclossigenasi che, in una certa misura , anche la lipossigenasi  È rapidamente assorbito, presenta una emivita di 1-3 ore  È metabolizzato a livello epatico  È legato per il 99% alle proteine plasmatiche  Non modifica l’attività del Warfarin e della Digossina   È efficace nel trattamento dell’artrite reumatoide e della osteoartrite come gli altri fans.  Gli effetti collaterali maggiori sono a livello del sistema nervoso centrale e del tratto gastrointestinale PARACETAMOLO È un’efficace alternativa all’aspirina come analgesico-antipiretico, ma non antinfiammatorio  Facile ossidazione del farmaco nei tessuti infiammati  Maggiore affinità per le COX cerebrali, a livello ipotalamico  È privo di effetti gastrolesivi  È dotato di epatotossicità (e nefrotossicità)  Criticamente dipendente dal dosaggio e dalla durata del trattamento.  L’azione tossica è attribuita ad un suo metabolita che normalmente non è presente in concentrazioni tossiche  In caso di iperdosaggio c’è una lesione a carico degli epatociti perché viene prodotto troppo metabolita, che non riesce più a coniugarsi con il glutatione (per esaurimento di sue scorte) e allora si combina con le componenti nucleofile delle proteine del fegato e dei tubuli renali  DICLOFENAC Ha proprietà antinfiammatorie, analgesiche e antipiretiche  Viene rapidamente assorbito dopo somministrazione orale ed ha un’emivita di 1-2 ore  Tende ad accumularsi nel liquido sinoviale  La sua potenza è superiore a quella del Naproxene  È indicato nelle condizioni infiammatorie croniche, come l’artrite reumatoide, l’osteoartrite e nel trattamento dei dolori acuti muscolo-scheletrici.   Si osservano effetti collaterali in circa il 20% dei pazienti e comprendono dolori a carico dell’apparato gastrointestinale, presenza di sangue occulto nelle feci e insorgenza di ulcera gastrica (più che la forma orale è consigliabile in supposte o pomata) PIROXICAM Ha una lunga emivita (42-76 ore) che ce permette una singola somministrazione giornaliera, favorendo l’aderenza del paziente a trattamento  È rapidamente assorbito a livello gastrico raggiunge l’ 80% del picco plasmatico in un’ora Viene escreto sottoforma di glucuro-coniugato e in piccola parte non modificato.  È utilizzato nell’artrite reumatoide, nella spondilite anchilosante e nell’osteoartrite   In circa il 20% dei pazienti si osservano disturbi a livello gastrointestinale  Altre azioni sfavorevoli comprendono vertigini, acufeni, cefalea ed eruzioni cutanee  Quando il piroxicam viene usato a dosi superiori ai 20 mg/die si osserva un aumento dell’incidenza dell’ulcera peptica ed altre reazioni avverse  INDOMETACINA È più tossica ma talvolta più efficace dell’aspirina  Consigliata nel trattamento dell’apertura del dotto di Botallo: la sua chiusura può essere accelerata dall’infusione per via e.v. di indometacina  Consigliata in caso di Gotta acuta  Azione tocolitica nel parto a pretermine: l’inibizione di prostaglandine riduce la frequenza e l’ampiezza delle contrazioni uterine  Ad alte dosi 1/3 dei pazienti devono interrompere la cura per gastro-lesività, pesante cefalea, vertigini e problemi ematologici  Può dare vasocostrizione coronarica  È controindicata in gravidanza e dovrebbe essere usata con cautela nelle persone con disturbi psichiatrici o ulcera peptica  COX-2 INIBITORI Tutti i COXIB sono controindicati nei pazienti con cardiopatia ischemica o ictus  L’etoricoxib non deve essere prescritto a pazienti con ipertensione non controllata  I COXIB dovrebbero essere impiegati con cautela nei pazienti con fattori di rischio noti per malattia cardiovascolare (ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, fumo di sigaretta) e nei pazienti con arteriopatia periferica.   Per quanto riguarda i pazienti già in trattamento con i COXIB, l’eventuale sostituzione con un altro analgesico/antinfiammatorio si dovrà basare sulla storia clinica individuale e dovrà, in ogni caso, essere presa in considerazione nei pazienti che sono andati incontro ad un primo evento cardiovascolare (es. pazienti con pregresso ictus o TIA o infarto del miocardio)  I COXIB devono essere impiegati al minimo dosaggio efficace per il minor tempo possibile.