A cura di M.B.Perucci e Giovanna Perucci
“IL TACCUINO DELLE COMPETENZE DI GENERE”
UNA PROPOSTA FORMATIVA
PER RICONOSCERE E VALORIZZARE LE COMPETENZE DELLE DONNE
QUARTA EDIZIONE- 2015
Il quadro di riferimento della proposta formativa
“Nutrire il pianeta” è la parola d’ordine dell’Expo 2015, che si pone così questioni e
obiettivi di accudimento delle persone e dell’ambiente a livello internazionale. Il
dato documenta ulteriormente quel processo di femminilizzazione della cultura e
della società in atto già da qualche tempo nel mondo del lavoro (Piazza, 2013) e che
sta portando ad un riconoscimento dell’importanza dei valori della cura, di cui
sarebbero portatrici soprattutto le donne (Gilligan 1982). Nel mercato del lavoro si
può osservare che questo tipo di tendenza può avere effetti potenzialmente positivi
sull’offerta di lavoro femminile.
Tenendo presente questo contesto, si rafforza quindi l’utilità di proporre una
proposta formativa - che intende caratterizzarsi come azione positiva - a favore di
una maggiore valorizzazione delle competenze ‘femminili’ delle donne, e dunque di
una maggiore parità tra uomini e donne, sul versante dell’attività professionale.
Un’attività di orientamento formativo che voglia favorire l’ingresso, il rientro o
un’adeguata permanenza delle donne nel mercato del lavoro deve tener conto dei
molti e svariati cambiamenti sociali, economici e culturali che in questi ultimi
decenni si sono verificati nella nostra società e che vanno ad incidere anche sulla
presenza femminile nel mondo lavorativo. Inoltre, deve focalizzare il momento
specifico costituito da Expo 2015.
Il mercato del lavoro nelle società contemporanee si presenta difatti attraversato da
radicali trasformazioni, e in particolare da un processo di flessibilizzazione che fa
sì che l’orizzonte di un lavoro stabile, garantito e sempre uguale nell’arco di tutta la
vita non sia più l’unico orizzonte possibile. In una società come quella attuale,
dunque, sempre più è richiesto agli individui che vogliono rimanere/entrare nel
mercato del lavoro di saper gestire in prima persona in maniera autonoma e
proattiva il proprio patrimonio di conoscenze, capacità, competenze, di essere cioè
protagonisti nella definizione di un proprio progetto professionale nell’ambito della
propria vita.
Anche l’organizzazione del lavoro ha subito grandi cambiamenti, con una tendenza
al passaggio da un impianto tayloristico ad uno post-tayloristico e cioè con
modificazioni che vanno nella direzione del caratterizzare il lavoro oggi come in
trasformazione continua, sempre più orientato al cliente, autocontrollore di se
stesso, interdipendente e partecipativo. Ciò richiede anche alle lavoratrici e alle
potenziali lavoratrici un comportamento sempre meno ‘esecutivo’ e sempre più
‘competente’ cioè capace di gestire le proprie conoscenze e abilità in maniera
autonoma e congruente con le esigenze del contesto lavorativo in cui
operano/dovrebbero operare.
L’approccio per’competenze’ alla gestione del lavoro (sapere, saper fare, saper
essere/divenire) pone in particolare risalto l’importanza per il mercato delle
competenze trasversali (saper essere/saper divenire) che sono competenze che
hanno a che vedere con l’identità personale degli individui. Esso risulta pertanto
particolarmente adatto all’introduzione di uno sguardo di genere nell’analisi,
valutazione e implementazione, del patrimonio professionale di un soggetto, poiché
l’identità di ogni persona è inevitabilmente sessuata, e cioè maschile o femminile.
In particolare, da più parti si sottolinea come le competenze trasversali
maggiormente strategiche oggi per l’organizzazione del lavoro (capacità di
relazione con i clienti e i colleghi, disponibilità al cambiamento, ecc. ) risultano in
larga misura sintoniche con quelli che è stato definito ‘il modo di produzione
femminile’ (Prokop, 1978; Piazza, 2000) – sviluppato a partire dal lavoro di cura
familiare - rendendo le donne portatrici di un patrimonio prezioso per le aziende e
per i servizi. Si ha quindi un possibile sinergia tra competenze del lavoro di cura
familiare (talvolta riconosciute dalle donne a se stesse ma anche dalle aziende alle
donne) e competenze trasversali centrali per la nuova organizzazione del lavoro.
Tuttavia non sempre queste competenze sono abbastanza visibili e valorizzate sia
dai soggetti femminili che le posseggono che dal mercato del lavoro. Expo 2015 va
nella direzione di una maggiore valorizzazione di tali competenze femminili ma le
donne devono essere orientate a farsi parte attiva di questo processo di
riconoscimento del patrimonio che esse stesse hanno maturato soprattutto nel
lavoro di cura familiare.
Infine, la tradizionale divisione sociale dei compiti tra uomini e donne – con gli
uomini unicamente centrati sul lavoro per il mercato e le donne in una ‘doppia
presenza’ tra attività professionale e lavoro di cura familiare – è stata ridisegnata in
parte dall’emanazione della Legge 53/2000, che prevede un sempre maggiore
coinvolgimento del sesso maschile negli impegni di accudimento dei figli. Si pone
quindi anche per gli uomini l’esigenza e la possibilità di conciliare gli impegni
professionali e quelli familiari, anche se nei fatti questo aspetto continua ancora a
restare appannaggio soprattutto delle donne.
Due sono pertanto le parole-chiave utili per caratterizzare gli attuali scenari del
mondo del lavoro e dunque anche il progetto professionale di unadonna:
’competenze’ e ‘conciliazione’ e su questo terreno la formazione orientativa
qui proposta intende intervenire.
Obiettivi della proposta
Il percorso formativo si propone di valorizzare e offrire elementi di rafforzamento
dell’identità lavorativa femminile, alla luce di quanto sopra richiamato.
In particolare tale percorso è finalizzato a:
• rendere le partecipanti consapevoli dell’attuale scenario sociale, economico
e culturale e delle sue trasformazioni, situando la persona all’interno dei
mutamenti del mercato, con particolare riferimento agli eventi dell’Expo
2015;
• fornire loro un quadro delle modificazioni in atto nell’organizzazione del
lavoro aziendale e dei servizi e delle competenze, di conseguenza,
maggiormente richieste;
• sviluppare nelle partecipanti la capacità di capire come le organizzazioni
‘fanno genere’ cioè costruiscono e trasformano le relazioni tra uomini e
donne e tra maschile e femminile al loro interno, con particolare attenzione
alla presenza di stereotipi;
• far acquisire una conoscenza delle analisi che individuano l’esistenza di un
modo di produzione femminile’, attraverso un excursus sulla letteratura e le
ricerche di riferimento;
sostenere la loro capacità di leggersi e di individuare le proprie competenze –
con particolare riguardo a quelle di ‘genere’ – a partire da una riflessione sui
propri percorsi di vita e professionali e sulle proprie attitudini/atteggiamenti/valori;
• supportarle nella ricostruzione del loro patrimonio di risorse per arrivare a
renderlo visibile, valorizzarlo ed eventualmente implementarlo;
• arrivare a strutturare insieme uno strumento (‘taccuino delle competenze di
genere’) di capitalizzazione delle competenze – in particolare quelle di
‘genere’ - da utilizzare per costruire un CV europeo in cui queste competenze
siano adeguatamente proposte;
• favorire una consapevolezza sul tema della conciliazione ‘lavoro-famiglia’
per quanto riguarda le donne, ma anche gli uomini, alla luce della normativa
vigente.
L’identità lavorativa si situa difatti tra identità personale di genere (attitudini,
atteggiamenti comportamenti, motivazioni, ecc.) , il contesto organizzativo (i suoi
stili di conoscenza e di gestione) e la cultura del contesto sociale più allargato.
Sviluppare la consapevolezza delle competenze possedute, la loro valorizzazione e
crescita, la capacità di integrarle nella propria identità professionale permette alla
persona di rigiocarsi in nuove prospettive, di immaginare scenari diversi, scoprire
inusuali strade percorribili, definire nuove possibilità.
La donna protagonista del proprio percorso di orientamento formativo riconosce a
se stessa un potere personale sugli eventi trasformando i bisogni emersi in obiettivi
da raggiungere e in un eventuale progetto professionale da realizzare nel corso del
tempo.