Titolo rubrica: Parliamone...
L’occupazione femminile cresce ancora
però le professioni sono sempre quelle
Occupazione e lavoro al femminile: qual è la situazione in Italia? Quali sono i fabbisogni
professionali e le previsioni di assunzione delle imprese italiane?
A queste domande ha dato precise risposte l’indagine annuale del centro studi di
Unioncamere e del ministero del Lavoro.
Indagine dalla quale emerge un dato indiscutibile: l’occupazione femminile è in aumento,
ma non cambiano le professioni delle donne. Le quali si confermano leader in ambiti
specifici come la scuola, la cultura, la sanità, l’organizzazione aziendale, la moda e la
bellezza. Però, nonostante ciò, le donne vengono ancora considerate meno adatte degli
uomini a ricoprire compiti direttivi e dirigenziali.
Per entrare più nello specifico, quando un’azienda decide di assumere una figura
professionale manageriale (nel 2004 sono previste 2.721 assunzioni di dirigenti e
direttori), la scelta cade sugli uomini per una percentuale del 38,8%. Solo il 5% si orienta
per un’assunzione femminile. Il 56,2%, invece, non mostra preferenze.
Delle 673.763 assunzioni previste entro la fine dell’anno, un numero compreso tra un
minimo del 18,5% e un massimo del 52,6% interesserà le donne.
Le regioni dove queste vengono assunte di più sono l’Emilia Romagna, la Toscana e il
Lazio.
In particolare la figura femminile viene apprezzata dalle aziende per svolgere compiti che
contemplano la capacità di relazionarsi con il pubblico.
I campi d’applicazione sono tanti: si va dal marketing alla pubblicità e alle pubbliche
relazioni. Tra le professioni tecniche legate al settore finanziario, la componente femminile
viene richiesta nello specifico degli agenti assicurativi e dei tecnici dei servizi bancari e
finanziari.
Inoltre, la scuola, la formazione, la cultura e lo spettacolo si confermano ulteriormente
ambiti privilegiati per il lavoro femminile.
Tra le professioni ad alta specializzazione e con titolo di studio universitario, infatti, le
donne sono preferite agli uomini come insegnanti della scuola elementare, media e
superiore.
Come dire, la maestra è una cosa, il maestro, un’altra...
Alessandro Boso