Genere, educazione e processi formativi Report 3° modulo formativo Identità di Genere e ruoli sociali nella società complessa Relatrice Paola Maria Torrioni lunedì 10 – martedì 11 ottobre 2011 La docente ha affrontato dal punto di vista sociologico la questione del genere intrecciandola con le identità e i ruoli di genere. L’affermazione di partenza è stata il considerare il genere come un costrutto fluido che si modifica rispetto a quattro dimensioni: cultura (in termini di rappresentazioni che variano da una cultura ad un’altra), tempo (il significato attribuito all’appartenenza di genere varia nelle diverse epoche storiche), dimensione individuale (il significato attribuito all’essere donna o uomo cambia nel corso della vita dell’individuo) e sociale (gruppi sociali di appartenenza distinti in base all’istruzione, all’età, all’appartenenza etnica, all’orientamento sessuale). Il genere allora non è il frutto di un’essenza universale immodificabile nel tempo? Sembrerebbe proprio di no, secondo la nostra docente. Il maschile e il femminile si costruiscono reciprocamente, intrecciandosi in un ordine, in un sistema di relazioni, conflitti e accomodamenti reciproci. Il Sex-gender system definito nel 1975 dalla studiosa Gayle Rubin definisce proprio l’insieme dei processi, adattamenti, modalità di comportamento e di rapporti, con i quali ogni società trasforma la sessualità biologica in prodotti dell’attività umana e organizza la divisione dei compiti tra gli uomini e le donne, differenziandoli l’uno dall’altro, creando, appunto, il genere. Il genere è anche il primo terreno nel quale si esercita il potere, ci ricorda la prof.ssa Torrioni ricordando gli scritti di studiose femministe come Joan Scott, il potere cioè di definire che cosa sia una donna, un uomo, lo standard di normalità femminile e maschile, quali i rapporti di potere e spesso il frutto di un’identità sociale strutturante. I modelli di femminilità e di maschilità sono differenti. Il genere quindi come processo che si costruisce nelle relazioni. Ma se il genere è un processo relazionale chi ha il potere di costruire il genere (doing gender)? La docente offre al dibattito alcune possibili risposte: gli Stati, le diverse situazioni (famiglia, scuola, chiesa, esercito…), il welfare (pensiamo alle catene di cura prevalentemente al femminile), gli attori economici, gli individui con i loro contesti di vita… La seconda parte del percorso formativo si rivolge all’analisi della socializzazione al genere nel contesto familiare, approfondendo le trasformazioni dei corsi di vita con confronti anche intergenerazionali. Partendo dall’analisi delle riforme degli anni ’70 ci viene raccontato come questi cambiamenti siano fortemente intrecciati con il processo di emancipazione femminile e abbiamo favorito l’investimento in formazione, l’ingresso nel mercato del lavoro, e la posticipazione delle scelte di vita. Città di Torino - ITER - Settembre Pedagogico De-costruire modelli, porre attenzione ai corsi di vita, alle carriere biografiche della vita dell’individuo che intrecciano cambiamenti istituzionali (legge sul divorzio per esempio) e del mercato del lavoro. Dal modello del male breadwinner, (in cui l’uomo è l’unico procacciatore del reddito), diffuso negli anni ’60, si passa al modello del “dual earner” (modello in cui entrambi i membri della coppia sono nel mercato del lavoro remunerato, e che mette in luce le forti interdipendenze tra famiglia e lavoro) per approdare ai giorni nostri ad interrogarsi sull’uso del tempo e sulla distribuzione tra i generi degli adempimenti quotidiani. Scelte come il matrimonio o l’avere figli diventano oggetto di cambiamenti e posticipi temporali mentre situazioni drammatiche come la violenza di genere sembrano diffondersi sempre più. Ci si interroga infine sul ruolo delle istituzioni educative e della scuola in generale: l’obiettivo sembra essere quello di smantellare stereotipi e pregiudizi. Dopo avere esaminato alcune ricerche sugli stereotipi di genere ed aver esemplificato, con alcune storie di vita, i concetti presentati la docente ci introduce a conclusione alcuni segnali di cambiamento che sembrano indicare trasformazioni profonde sulla reificazione del femminile e del maschile e che ovviamente non chiudono ma aprono nuove prospettive tutte da monitorare con attenzione. << torna al documento iniziale Città di Torino - ITER - Settembre Pedagogico