Ebola, ci sono farmaci in grado di curare l'infezione? http://www.pharmastar.it/index.html?cat=7&id=15725 08 agosto 2014 Finora nell’Africa occidentale l’epidemia di Ebola ha causato quasi mille morti e la sua forza di contagio è talmente elevata che oggi l’Oms ha dichiarato che l'epidemia di Ebola è una "emergenza di salute pubblica di livello internazionale". Questa classificazione di massima gravità prevede misure aggiuntive di contenimento. L'epidemia, ha spiegato ha spiegato Margaret Chan, segretario generale dell'Oms, è ''la peggiore che si sia avuta in almeno 40 anni''. Ha poi aggiunto che “ uno sforzo coordinato a livello internazionale è indispensabile per fermare la diffusione del virus''. Ebola è uno dei virus più spaventosi presenti sulla Terra. Appartiene alla famiglia delle Filoviridae, un gruppo di virus che causano febbre emorragica. Come la maggior parte delle malattie virali, i pazienti con febbre emorragica in primo luogo presentano sintomi simil-influenzali. Col progredire della malattia, i pazienti spesso sanguinano dagli orifizi del loro corpo, come gli occhi e le orecchie. La morte, tuttavia, non risulta dalla perdita di sangue, ma da shock o insufficienza d’organo. In questi casi i temi caldi sono l’isolamento dell’epidemia e la cura dei malati. Sul fronte della cura siamo molto indietro e non esiste a tutt’oggi nessuna cura approvata per il virus. Anche quelle sperimentali sono ancora in una fase molto precoce di sviluppo. Ma come possono i farmaci essere testati contro il virus Ebola se la pandemia più diffusa di Ebola risale dal 1976? L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha programmato un incontro di studiosi di etica medica per la prossima settimana per valutare se e come farmaci mai precedentemente testati negli esseri umani potrebbero essere eticamente utilizzati nel corso di una tale crisi. Dall’ annuncio OMS si legge: "Siamo in una situazione insolita in questa epidemia. Abbiamo una malattia con un alto tasso di mortalità, senza alcun trattamento provato o vaccino ", dice il dottor Marie-Paule Kieny, Vice Direttore Generale presso l'Organizzazione Mondiale della Sanità. "Abbiamo bisogno di chiedere agli esperti di etica medica per darci indicazioni su ciò che è responsabile fare." Ma quali sono i farmaci in sperimentazione contro il terribile virus? ZMapp Innanzitutto abbiamo il ZMapp, un farmaco sviluppato da Mapp Pharmaceuticals, piccola biotech di San Diego, in California. Si tratta di una combinazione di tre anticorpi umanizzati diretti contro diverse parti della glicoproteina esterna dell’Ebolavirus. In pratica, al paziente si fornisce una risposta immunitaria preconfezionata (ottenuta da animali infettati col virus) contro il patogeno. Ma non è detto che funzioni. Viene prodotto partendo da cellule vegetali, in particolare dalla pianta del tabacco. Definito un "siero segreto" ma la cui composizione è ben nota, il farmaco è stato per ora somministrato solo ai due missionari, il dottori Kent Brantly e l’infermiera Nancy Writebol. La decisione di utilizzare un farmaco sperimentale per la cura di due americani bianchi contagiati dal virus dell’ebola, mentre quasi un migliaio di africani sono già morti per l’epidemia, ha inoltre scatenato un vespaio di polemiche, anche a sfondo etico. TKM-Ebola A parte gli anticorpi monoclonali, altri farmaci sono già testati in fase 1 quello più pubblicizzato è il TKMEbola, a base di nanoparticelle lipidiche, sfrutta la tecnologia della RNA-interference ed è sviluppato congiuntamente da parte di una società di Vancouver, Tekmira Pharmaceuticals, insieme ad una divisione del Dipartimento della difesa americano. L’approccio basato sull'RNA interference permette di bloccare la replicazione del virus. Somministrata alle scimmie 30 minuti dopo averle infettate con l'Ebola questa terapia riesce a proteggerle, ma gli studi nell'uomo sono stati interrotti in attesa di maggiori informazioni sulla risposta del sistema immunitario a dosi elevate del farmaco. Il farmaco di Tekmira si rivolge contro tre dei sette geni del virus Ebola. L’Ebolavirus è costituito da solo sette proteine. Noi umani ne abbiamo poco meno di 20.000. Tekmira ha appena annunciato che l’Fda ha confermato verbalmente la modifica dello status regolatorio consentendo in tal modo il farmaco possa essere somministrato a persone infettate da Ebola. AVI-7537 Il terzo farmaco studiato contro il virus Ebola prende il nome di AVI-7537. Sviluppato anch’esso da una società americana, Sarepta Therapeutics, il farmaco funziona impedendo la produzione di una proteina di Ebola, che facilita la replicazione del virus nel suo ospite. Ciò consentirebbe al sistema immunitario della persona ammalata di combattere e sconfiggere il virus. AVI-7537 è diretto contro uno dei tre geni Ebolavirus (VP24) bersaglio del farmaco di Tekmira. Ma la sua piattaforma di sintesi chimica, chiamata PMOplus, è nettamente diversa da quella di Tekmira. AVI-7537 funziona anche con un diverso meccanismo per bloccare la proteina virale. Sarepta Therapeutics afferma di avere un numero sufficiente di dosi del suo farmaco per il trattamento di circa due dozzine di pazienti e potrebbe approntare una fornitura per altri 100 pazienti nel giro di pochi mesi. Il trattamento Sarepta è stato testato nelle scimmie rhesus infettate in laboratorio, con un tasso di guarigione del 60 al 80 per cento, ha dichiarato la società. Il trattamento è stato anche testato per la sicurezza in volontari sani, ma finora, non è mai stato provato in un essere umano infettato con Ebola. BCX4430 Il quarto farmaco invece, BCX4430 è un inibitore della Rna polimerasi, un enzima fondamentale per la sopravvivenza del virus, ma si trova in una fase di studio preclinico, ancora più indietro. La molecola del farmaco assomiglia all’adenosina che è uno dei quattro componenti del nostro Dna, Poichè BCX4430 assomiglia all’adenosina, può essere utilizzato accidentalmente dal virus quando sta cercando di crescere all’interno delle nostre cellule. Per il virus, questo è un errore fatale. BCX4430 blocca l’ ulteriore crescita e la riproduzione del virus. Per qualche ragione, BCX4430 sembra ferire solo il virus. Le cellule umane sembrano non essere ingannate da BCX4430. L’esperimento con il farmaco ha coinvolto per ora solo macachi con l’infezione da cynomolgus e con il virus Marburg mortale. I macachi sono stati trattati con dosi di BCX4430 due volte al giorno per 14 giorni a partire da 1 ora, 24 ore o 48 ore dopo l’infezione. Tutte le scimmie che non hanno ricevuto BCX4430 sono decedute. Tuttavia, ogni scimmia (tranne una) che ha ricevuto una dose di BCX4430 è sopravvissuta, anche se la dose iniziale è stata data 48 ore dopo l’ infezione. In totale, 17 su 18 scimmie trattate, sono sopravvissute. Vaccini Il vaccino più promettente è quello basato sul virus della stomatite vescicolare (Vsv), in cui una delle proteine sulla sua superficie è stata modificata per somigliare a una del virus Ebola, e istruire così il sistema immunitario a produrre anticorpi funzionali una volta che si venga esposti a Ebola. Nel 2009 il vaccino venne somministrato a una tecnica di laboratorio dopo che si era punta accidentalmente le dita con un ago contenente il virus. La tecnica sopravvisse, anche se non è chiaro se venne effettivamente infettata dal virus. Ora la ricerca sul vaccino è ferma, in cerca di finanziamenti per procedere con gli studi clinici.