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Il decalogo
no all’Ebola
Domande e risposte
per sapere e prevenire
far fronte al terribile contagio
da evitare? Fondamentale è che tutto il
personale curante sia coperto per
scongiurare ogni e qualsiasi possibile
contagio attraverso fluidi corporali,
sangue, saliva e altro, del malato. Come ha, purtroppo, insegnato il caso del-
Alcuni nosocomi svizzeri si
sono equipaggiati con delle
tenute termiche al 100%
l’infermiera di Madrid che ha contratto
l’infezione, molto probabilmente, in seguito a un’errata manipolazione di un
paziente. Importante è anche fare le
domande giuste a un potenziale infetto
da Ebola febbricitante. Due sono essenziali: se è stato in uno dei tre Paesi a rischio nelle ultime tre settimane? E se,
là, ha avuto contatti con un malato? Nel
caso il “test” confermi i sospetti il paziente deve essere subito messo in isolamento.
L’Ufficio federale della salute pubblica ha creato una piattaforma composta
da medici cantonali e specialisti di diversi ospedali per condividere competenze e informazioni. In tutti i nosocomi
si sono aumentati gli stock di materiale
protettivo per far fronte a un’emergenza di 72 ore. Il Chuv, l’ospedale universitario vodese, ha pure predisposto numerosi corsi per i collaboratori. Altri
ospedali si sono pure attrezzati con tenute completamente termiche per intervenire tempestivamente in caso di
emergenza.
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Q@PatriziaGuenzi
Sintomi,incubazione...quel che c’è da conoscere
L
o scorso agosto l’Organizzazione
mondiale della sanità (Oms) ha
classificato l’epidemia di Ebola tra
le “emergenze sanitarie di portata internazionale”. Giustificata la preoccupazione di governi e popolazione. Particolarmente colpite la Guinea, dove si è verificato il primo focolaio, la Liberia e la
Sierra Leone. Migliaia le persone conta-
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Ti-Press
diffusione di fastidiose e talvolta gravi gastroenteriti.
Ci sono poi malattie più serie, che richiedono qualche
precauzione in più. Al di fuori
di relazioni esclusive stabili e
consolidate, per esempio, non
si dovrebbero mai avere rapporti non protetti. Il rischio di
tante malattie sessualmente
trasmissibili, tra cui anche
l’epatite C e l’Hiv, sono sempre
in agguato. Contro i più importanti tipi di papillomavirus che
possono provocare i fastidiosi
condilomi e, in rari casi, indurre nel corso di anni lo sviluppo
di tumori, soprattutto del collo
dell’utero, esiste un vaccino,
che deve essere somministrato
però prima dell’inizio dell’attività sessuale e che viene quindi consigliato alle bambine alla
fine della scuola elementare.
Un altro vaccino anticancro,
che ha permesso di ridurre in
maniera drastica l’incidenza di
tumore del fegato, è quello
contro l’epatite B. Il vaccino
contro l’influenza, che tuttavia
non è efficace al cento per cento, data la diffusione a tappeto
della malattia, permette comunque di ridurne il carico in
termini di vittime e complicazioni economiche, oltre che di
costi sociali ogni anno sempre
piuttosto alti.
I vaccini dell’infanzia, infine, hanno permesso di eliminare dalla faccia dell’Europa le
tragedie legate alla morte di
tanti bambini per difterite, tetano o pertosse, alle frequenti
paralisi da poliomielite, con il
loro carico di disabilità da portare avanti tutta la vita, alle
complicazioni gravi, potenzialmente mortali, che in un caso
su mille seguono al morbillo.
L’introduzione e la diffusione di
quelli contro i diversi tipi di
meningite sta piano piano pro-
La medicina ha una vasta
disponibilità di antibiotici e mezzi
anche per combattere l’Aids...
ducendo lo stesso effetto. È bene non dimenticarlo, quando
su un piatto della bilancia si
mettono minimi, remoti o addirittura infondati effetti collaterali: i loro benefici sono enormi, certi e dimostrati.
Per il resto valgono le regole che si dicevano prima, e cioè
vale la prevenzione. Pochi, essenziali accorgimenti che tuttavia possono essere nevralgici
per la nostra salute e per chi ci
circonda, parenti e amici, ai
quali si possono trasmettere le
malattie. Così come succede
per il banale raffreddore.
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giate. Per molte di loro i soccorsi sono
arrivati troppo tardi. Ma cos’è esattamente Ebola, come ci si infetta, quali i
sintomi, le eventuali cure, quali i Paesi e
i comportamenti evitare... E, soprattutto,
in Svizzera esistono reali pericoli? Ecco
un decalogo in dieci punti che risponde
in modo chiaro e semplice alle domande
che oggi tutti noi ci facciamo.
Che cos’è Ebola?
Ebola è una malattia provocata da un virus che si ritrova
normalmente in alcuni animali
selvatici dell’Africa subsahariana, in particolare i pipistrelli della frutta e gli scimpanzé, da cui
si è trasmessa all’uomo. È stato
isolato per la prima volta nel
1976, quando provocò il primo
focolaio epidemico di cui si abbia
notizia, in una valle fluviale della Repubblica democratica del
Congo (allora Zaire) da cui prende il nome.
Come si manifesta?
I sintomi di Ebola sono nei
primi giorni indistinguibili da
quelli di altre malattie infettive,
come la malaria. Inizialmente
infatti si manifesta con febbre,
mal di testa e mal di gola, cui si
aggiungono i segni della compromissione di diversi organi,
soprattutto fegato e reni, e infine una grave sindrome emorragica che può essere letale.
porto per sostenere il paziente.
L’Organizzazione mondiale della
sanità (Oms) ha autorizzato
l’uso di alcuni farmaci sperimentali di cui non è ancora stata
dimostrata l’efficacia, ma le poche dosi disponibili sono attualmente esaurite e ci vorranno
mesi per produrne altre.
Esiste un vaccino?
Sebbene il virus sia stato
isolato da quasi 40 anni, non esiste sul mercato un vaccino, su
cui non sembrava conveniente
investire. Esiste però un prodotto, di cui in queste settimane si
sta iniziando la sperimentazione, creato da un laboratorio italiano finanziato dal governo
americano per paura che Ebola
fosse usato per un attacco bioterroristico.
Qual è il rischio che la malattia si diffonda in Europa
e, quindi, in Svizzera?
Al punto in cui siamo è anche possibile che qualcuno con-
Come si trasmette?
A parte i casi iniziali africani
che hanno contratto direttamente la malattia dagli animali,
il virus si trasmette solo per contatto diretto con i fluidi corporei
od organi e tessuti di persone infette o con i loro cadaveri. Anche
le persone guarite possono ancora trasmettere il virus per tre
mesi attraverso i rapporti sessuali.
Quanto dura il tempo
di incubazione?
Da quando si contrae il virus
possono passare da alcuni giorni
fino a tre settimane prima che la
malattia si manifesti. Il paziente
comincia a diventare contagioso
dal momento in cui compaiono i
primi sintomi della malattia.
Ebola è sempre letale?
No, la percentuale di persone che perde la vita oscilla dal
30 all’80% di quelle che si ammalano Il valore dipende dalle
condizioni di salute precedenti,
dallo stato nutrizionale, dal tipo
di assistenza ricevuta. In Africa
è difficile stabilirlo anche perché
non è certo il numero di persone
che si ammalano e muoiono
senza rivolgersi agli ospedali.
Come si cura?
Attualmente non esiste una
cura efficace contro il virus, per
cui si usano solo antipiretici, antidolorifici e altre terapie di sup-
tragga il virus pure in Europa,
come del resto è accaduto nel
caso dell’infermiera spagnola,
creando piccoli focolai di contagio. Ma un’epidemia estesa come quella africana è altamente
improbabile, sia per l’incapacità
del virus di diffondersi nell’aria,
sia per la migliore capacità di risposta che ci si può aspettare in
Europa.
Quando sospettare di Ebola
e come comportarsi?
La comparsa dei sintomi descritti deve far sospettare la malattia solo se si è tornati da meno
di 21 giorni dall’Africa occidentale o si è venuti a stretto contatto con persone ammalate o
potenzialmente tali. In questo
caso è bene evitare contatti con
altre persone e telefonare in
ospedale perché siano predisposte tutte le misure per accogliere il malato in sicurezza.
È sconsigliato oggi partire
per l’Africa?
L’epidemia colpisce solo alcuni Paesi dell’Africa occidentale ed è stata contenuta in Senegal e Nigeria. Al momento l’Oms
non ha imposto limitazioni ai
viaggi né al trasporto di merci,
che non possono trasmettere la
malattia. Alcune compagnie aeree hanno tuttavia sospeso momentaneamente i voli.
r.v.
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