“Epidemia da virus Ebola” Il rischio che possa verificarsi una epidemia da virus Ebola nella regione Veneto è molto basso, ma potrebbero verificarsi casi sporadici e per questo è necessaria un’organizzazione efficiente e coordinata che non sottovaluta nessun aspetto nella gestione di un eventuale caso di malattia. La Regione del Veneto si è attivata con tempestività per fronteggiare questa emergenza di sanità pubblica, questo è stato possibile perché esiste già un percorso strutturato all’interno delle Aziende Ulss, deliberato dalla Giunta regionale nel 2012, che vede la presenza di un Comitato per la Gestione delle Emergenze di Sanità Pubblica (CESP) che ha il compito di definire la strategia di intervento, coordinato dal Direttore Sanitario e come componenti principali vi sono il Direttore del Dipartimento di Prevenzione e del Servizio di Sanità Pubblica e gli altri direttori di struttura coinvolti nel problema a seconda della tipologia dell’emergenza. All’interno dei Dipartimenti di Prevenzione è stato istituito un Gruppo Operativo a Risposta Rapida (GORR) che ha invece il compito di attuare quanto stabilito dal CESP. Tale Gruppo Operativo è presente anche a livello regionale ed ha il compito di coordinare l’attività sul territorio regionale. L’esperienza maturata negli anni ha consentito di giungere alla stesura di una procedura regionale seguita da una circolare nazionale. La giornata formativa di oggi è stata organizzata con l’obiettivo di dare a tutti gli operatori a diverso titolo coinvolti nella gestione del problema una informazione chiara e completa. È stato predisposto ed a breve verrà inviato, da parte del Direttore dell’Area Sanità e Sociale, una Procedura Operativa Regionale a destinazione di tutti gli operatori sanitari che considera tutti gli aspetti che ruotano attorno alla gestione di un eventuale caso. In questo documento oltre a dare informazioni di tipo generale sulla malattia e sull’epidemiologia, viene esaminata la gestione iniziale di un caso che si presenta al Medico di Medicina Generale o al Pronto soccorso fino alla presa in carico da parte delle U.O. di Malattie Infettive, le indicazioni operative per l’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e la gestione dei contatti sul territorio da parte del personale dei Dipartimenti di Prevenzione. Vengono presentate le procedure di trasporto dei campioni al Laboratorio regionale di riferimento e i percorsi ospedalieri incluso il trasporto del caso confermato alle strutture di riferimento identificate dal Ministero per il ricovero. Nel documento sono state predisposte le domande più frequenti e le informazioni da fornire alla popolazione. Contiene inoltre: i piani di gestione delle emergenze degli aeroporti di Venezia e Verona. Le disposizioni del Centro regionale trapianti, organi e tessuti per la sospensione delle donazioni nei soggetti residenti o che hanno soggiornato nei paesi colpiti da meno di due mesi e le disposizioni per gli Istituti Penitenziari. Poiché il tema della comunicazione interna ed esterna nella gestione delle emergenze è sempre un problema, molta attenzione viene prestata dalla Regione che dà indicazione alle aziende Ulss di informare e formare tutti gli operatori sanitari e di organizzare delle esercitazioni ad hoc per fronteggiare un eventuale caso. È stato inoltre: • approvato un decreto per l’attivazione di un numero verde che potrà essere utile per avere informazioni da parte della popolazione generale. • dato l’avvio all’acquisto di dispositivi per il trasporto del paziente in condizioni di isolamento • allertate tutte le Prefetture e gli Organismi istituzionali connessi per l’eventuale trasporto del caso confermato in Strutture nazionali di riferimento • individuato e comunicato al Ministero della salute il Laboratorio di riferimento regionale, che è quello dell’azienda ospedaliera di Padova che è classificato con livello di sicurezza BSl3. • In via di stesura una richiesta al Ministero della salute di avere tramite il Ministero degli Esteri l’elenco delle persone della regione Veneto che si trovano nei Paesi colpiti dall’epidemia e la data di rientro prevista, al fine di attivare una sorveglianza sanitaria ad hoc • istituito un flusso di monitoraggio attraverso le aziende Ulss per l’afflusso in entrata ed uscita degli immigrati ed un protocollo di profilassi delle malattie infettive basato su azioni di sorveglianza e di immunoprofilassi. Caratteristiche epidemiologiche e cliniche della malattia: L’8 agosto 2014 l’OMS ha dichiarato che l’epidemia da virus Ebola costituisce una emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. I primi casi segnalati di Evd si sono verificati nella Guinea sud-orientale vicino al confine con la Liberia e la Sierra Leone. l’epidemia si è poi estesa anche alla Liberia. Altri Paesi, quali Nigeria, Senegal, Stati Uniti e Spagna hanno segnalato all’Oms casi di Evd autoctoni o importati dai Paesi con diffusa e intensa trasmissione di Evd. In Italia, dal mese di aprile 2014, il ministero della Salute ha emanato circolari per rafforzare la sorveglianza ai punti di ingresso internazionali, la segnalazione e la gestione di eventuali casi sospetti di Evd. Sono state inoltre emanate raccomandazioni per viaggiatori internazionali. Clinicamente, si tratta di una malattia acuta grave, caratterizzata da comparsa improvvisa di febbre elevata, astenia intensa, dolori articolari e muscolari, seguiti da vomito, diarrea, esantema cutaneo diffuso. L’infezione da malattia da virus Ebola può essere confermata solo attraverso test virologici. La letalità è compresa tra il 50 e il 90%, nell’epidemia in corso è di poco superiore al 50%. Il periodo di incubazione è mediamente di 8-10 giorni con un range di 2-21 giorni. Durante il periodo di incubazione le persone non sono considerate a rischio di trasmettere l’infezione. Il paziente diventa contagioso tramite secrezioni quando comincia a manifestare sintomi, e si mantiene contagioso fino a quando il virus è rilevabile nel sangue L’eliminazione del virus tramite allattamento e per via sessuale può proseguire anche dopo la guarigione clinica. Le informazioni scientifiche disponibili, desunte dalle pregresse epidemie di Ebola, evidenziano come il virus Ebola si trasmetta attraverso: • il contatto diretto (per via percutanea o mucosale con sangue o altri liquidi/materiali biologici (saliva, feci, vomito, sperma); • il contatto indiretto (per via percutanea o mucosale) con oggetti contaminati con sangue o altri liquidi biologici (ad esempio aghi). Sebbene non vi sia alcuna evidenza di trasmissione del virus per via aerea, è raccomandata l’adozione di mascherina chirurgica e protezione oculare per contatti entro 1 metro di distanza per la possibile presenza di virus nella saliva.