Università degli Studi di Trieste Istituto di Clinica Urologica INFEZIONI DELLE VIE URINARIE E DELLE VIE SEMINALI DEFINIZIONE Infezioni delle vie urinarie: urinarie risposta infiammatoria dell’urotelio all’invasione batterica. MECCANISMI DI DIFESA DELLE VIE URINARIE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. AZIONE LAVANTE DELL’URINA SFALDAMENTO DELLE CELLULE EPITELIALI BASSO pH URINA L’UREA (ostile agli anaerobi) ATTIVITA’ ANTIBATTERICA DELA SECREZIONE PROSTATICA PROTEINA DI TAMM-HORSFALL (contiene mannosio che, legandosi ai pili tipo 1 degli E.Coli ne favorisce l’eliminazione) EPITELIO DI TRANSIZIONE (barriera fisica) PERISTALSI URETERALE VALVOLA VESCICOURETRALE RESISTENZA DELLA MUCOSA ALL’ADESIONE BATTERICA (la mucina maschera i recettori, ostacolando l’infezione) LA “FLORA” BATTERICA NORMALE LA MUCOSA, BARRIERA BIOLOGICA (risposta infiammatoria e produzione di Ig A, Ig G) EPIDEMIOLOGIA Le infezioni delle vie urinarie (UTI) sono responsabili del 20% delle visite urologiche ambulatoriali. L’incidenza delle UTI varia in rapporto al sesso e nelle diverse fasce età: • infezioni isolate si manifestano dal 25- 40% delle donne fra 30 e 40 aa • poco frequenti ( 3%) in uomini con anatomia e funzione delle vie urinarie normale In pazienti >68 aa ospedalizzati, istituzionalizzati o con malattie intercorrenti la prevalenza della batteriuria è di circa il 25% rispetto al 12% dei soggetti sani appartenenti alla medesima fascia d’età. EPIDEMIOLOGIA Indagini di screening per batteriuria asintomatica hanno evidenziato: 1-3% delle bambine in età scolare(5-14aa) 4% delle donne in età adulta con incremento 1-2% ogni 10 aa 20% delle donne e il 10% degli uomini >60aa Dal 4 al 10 % delle donne in gravidanza presenta batteriuria asintomatica, il 50 % di queste, se non trattate, manifesterà un’UTI e circa 1/3 svilupperà pielonefrite La batteriuria non è significativamente più frequente nelle gestanti ma è significativamente maggiore la predisposizione allo sviluppo di UTI. EPIDEMIOLOGIA EZIOLOGIA E.Coli provoca l’80-85% % delle UTI non complicate e il 50% di quelle nosocomiali. Proteus Mirabilis, E.Faecalis, Staphilococcus Saprofiticus, Klebsiella pneumoniae sono responsabili nel 15% delle UTI non complicate. Enterococcus, Klebsiella, ceppi di Pseudomonas e di Provencia sono responsabili delle UTI ospedaliere. S.Saprofiticus è responsabile del 10% delle UTI in giovani donne sessualmente attive, raramente nei maschi e negli anziani. Candida glabrata e Candida albicans causano infezioni nell’immunodepresso, nei diabetici. EZIOLOGIA U.T.I. NON COMPLICATE Proteus Klebsiella E.faecalis S.Saprofiticus 15% E.Coli 85% CLASSIFICAZIONE Infezioni urinarie non complicate Infezione in un soggetto con vie urinarie strutturalmente e funzionalmente integre. Infezioni urinarie complicate Infezione delle vie urinarie in un paziente con anomalie strutturali o funzionali delle vie urinarie. CALCOLOSI RENALE REFLUSSO VESCICO-RENALE SINDROME DEL GIUNTO PIELOURETERALE CLASSIFICAZIONE Infezione isolata Primo episodio o episodio che si manifesta a distanza di almeno 6 mesi dal precedente. Reinfezione Recidiva infettiva sostenuta da un altro batterio. Persistenza batterica Recidiva infettiva causata dagli stessi batteri provenienti da focolaio persistente delle vie urinarie. PATOGENESI • Via canalicolare ascendente per risalita di batteri di derivazione fecale lungo l’uretra, i tessuti periuretrali e nella donna, dal vestibolo vaginale e dal perineo sino alla vescica. • Via ematogena: per batteriemia da Staphylococcus Aureus da focolai orali, funginemia da Candida in affezioni croniche renali (nefroangiosclerosi, rene policistico, amiloidosi renale, idronefrosi). • Via linfatica in gravi infezioni intestinali( ascesso appendicolare, diverticolite del colon, ileite terminale). FATTORI FAVORENTI L’ADERENZA E LA COLONIZZAZIONE BATTERICA 9 ADESINE BATTERICHE La capacità degli E.Coli di aderire selettivamente ai recettori delle cellule epiteliali dipende dalla presenza di adesine poste all’estremità dei pili o delle fimbrie. FATTORI FAVORENTI L’ADERENZA E LA COLONIZZAZIONE BATTERICA • Le diverse caratteristiche biochimiche dei pili si è rivelata in grado di determinare il grado di patogenicità dell’E.Coli. • La presenza di pili tipo P (adesione a globoserine di glicolipidi presenti sull’urotelio ) è associata alla genesi della pielonefrite acuta in maniera significativamente maggiore pur in assenza di anomalie anatomofunzionali come il reflusso vescicoureterale. I pili tipo1 (mannoso sensibili) mediano l’adesione ai mucopolisaccaridi della cellula epiteliale tuttavia la loro espressione aumenta la fagocitosi batterica. Sembrano essere importanti nella patogenesi della cistite batterica. FATTORI FAVORENTI L’ADERENZA E LA COLONIZZAZIONE BATTERICA 9 RECETTIVITA’ DELLE CELLULE EPITELIALI L’aumentata recettività delle cellule uroteliali all’adesione batterica è geneticamente determinata. Questa caratteristica genotipica rappresenta un fattore importante che determina una maggiore suscettibilità alle infezioni urinarie . L’HLA A3 è associato a maggior rischio di infezioni recidivanti. FATTORI FAVORENTI L’ADERENZA E LA COLONIZZAZIONE BATTERICA 9 RUOLO DEGLI ESTROGENI Gli estrogeni favoriscono la colonizzazione vaginale e dell’uretra distale da parte di Lattobacilli che concorrono a mantenere un pH acido inibendo la crescita dei patogeni. La maggior incidenza di UTI si verifica nella fase iniziale del ciclo mestruale durante la quale l’adesività batterica è maggiore rispetto alla fase postovulatoria. Le donne in postmenopausa sono maggiormente suscettibili alle UTI in quanto, in carenza di estrogeni, gli uropatogeni aderiscono alle cellule epiteliali in maggior numero. CAUSE PREDISPONENTI 1. 2. 3. 4. 5. ANATOMICHE ( brevità dell’uretra, vicinanza dell’orifizio anale litiasi urinaria, reflusso vescicoureterale, cistocele) FUNZIONALI (vescica neurologica, dissinergia vescicosfinterica) MANOVRE STRUMENTALI (cateterismo, uretrocistoscopia) GRAVIDANZA( riduzione del tono della mucosa ureterale da ipeprogesteronemia, compressione meccanica su uretere e vescica) MALATTIE DISMETABOLICHE ( diabete, gotta) DIAGNOSI 1. Anamnesi infezioni delle alte/basse vie urinarie 2. Esame obiettivo 3. Indagini strumentali - esami di laboratorio esami ematochimici esame delle urine urinocoltura emocoltura - esami strumentali Ecografia TC Urografia Cistoscopia DIAGNOSI DIFFERENZIALE Criteri clinici Dolore lombare, febbre, leucocitosi Sintomatologia Urinaria irritativa Infezione basse vie urinarie Più rari presente Infezione alte vie urinarie Più frequenti assente ESAMI EMATOCHIMICI 1. 2. 3. 4. 5. 6. leucociti PCR VES creatinina azotemia elettroliti DIAGNOSI DIFFERENZIALE Indici di laboratorio Infezione delle BASSE vie urinarie Infezione delle ALTE vie urinarie Proteina C reattiva Assente Presente Escrezione urinaria di β2- microglobulina Assente Presente Capacità di concentrare le urine Normale Diminuita Livelli sierici di anticorpi contro l’agente infettante Bassi Elevati Scintigrafia con 67Ga Negativa Positiva ESAME URINE 1. Corretta raccolta e conservazione del campione 2. Quantificazione della batteriuria 3. Esame del sedimento urinario (presenza di GB, GR) BATTERIURIA SIGNIFICATIVA Presenza di batteri nelle urine > 105 microrganismi/ml di urine PIURIA Presenza di almeno 10 leucociti nelle urine per campo di ingrandimento 400x INDAGINI STRUMENTALI L’ indagine radiologica delle vie urinarie è necessaria per la valutazione dei pazienti con infezioni urinarie complicate, recidivanti o con persistenza batterica. Nei pazienti affetti da diabete mellito (pielonefrite enfisematosa, necrosi papillare), o da rene policistico (ascessi perirenali) questi esami possono essere effettuati anche subito. INFEZIONI ASPECIFICHE DEL RENE Malattie infiammatorie ad eziologia infettiva che interessano il rene mono o bilateralmente che si manifestano in forma acuta o cronica. Le infezioni renali acute sono rappresentate dalla pielonefrite acuta; quelle croniche comprendono la pielonefrite cronica e la pionefrosi . PIELONEFRITE ACUTA Malattia infiammatoria ad eziologia infettiva a localizzazione dapprima pielica e quasi contemporaneamente parenchimale mono o bilateralmente. SINTOMATOLOGIA E PRESENTAZIONE CLINICA Febbre elevata preceduta da brivido, malessere generale, algie diffuse e dolore gravativo alla regione lombare per lo più associato a sintomatologia urinaria di tipo irritativo (disuria, pollacchiuria e minzione impellente). Sono spesso presenti sintomi di tipo gastroenterico quali dolore addominale, nausea, vomito e diarrea (stimolazione del ganglio celiaco). DIAGNOSI All’anamnesi la presenza di febbre urosettica, dolore lombare ed eventuale sintomatologia urinaria irritativa fanno porre il sospetto di infezione delle alte vie urinarie. Il sospetto va confermato con gli esami ematochimici(leucocitosi), l’esame delle urine (piuria) e soprattutto l’urinocoltura con antibiogramma per poter iniziare una terapia antibiotica mirata. Nelle forme acute non complicate l’ecografia permette di determinare la forma, le dimensioni dei reni e l’eventuale idroureteronefrosi TRATTAMENTO INFEZIONI DEL RENE • Terapia antibiotica mirata per 14-21 giorni • Riposo TRATTAMENTO INFEZIONI DEL RENE Pz ambulatoriale senza sepsi, nausea,vomito Ciprofloxacina 500 mg x 2/die per 10-14 giorni Norfloxacina 400 mg x 2/die per 10-14 giorni Pz.ospedalizzato Ampicillina 1.5 g e Gentamicina 1.5 mg/kg x3/die per 14 gg Ciprofloxacina 200-400 mgx 2/die per 14 giorni Ceftriaxone 1-2 g 1 volta /die per 14 giorni Gravidanza Ceftriaxone 400mg ogni 6 ore per 14 giorni COMPLICANZE 9 9 9 9 9 ascesso renale pionefrosi pielonefrite xantogranulomatosa pielonefrite enfisematosa sepsi e shock settico COMPLICANZE Ascesso renale Raccolta purulenta che si localizza in zona circoscritta del parenchima renale. Dolore al fianco e/o addominali, febbre elevata preceduta da brivido, calo ponderale, malessere generale ECO e TC per localizzare la lesione, determinare l’estensione e la densità 9Drenaggio percutaneo sotto guida Eco o TC se <3cm 9Drenaggio chirurgico se >3cm ASCESSO RENALE COMPLICANZE Pionefrosi Raccolta purulenta nelle cavità calico-pieliche del rene Dolore lombare, febbre, piuria, nelle forme più gravi sono presenti i segni della sepsi Eco e TC per valutare l’entità della dilatazione della via escretrice e l’eventuale presenza di calcoli. 9 Antibioticoterapia mirata 9 Applicazione di stent ureterale COMPLICANZE Pielonefrite xantogranulomatosa Malattia infiammatoria cronica, focale o diffusa a tutto il rene, costituita prevalentemente da granulomi che sostituiscono il parenchima renale. Tipica la presenza nei granulomi di cellule “xantomatose”, macrofagi infarciti di lipidi. Febbre, calo ponderale, astenia, talora ematuria. TC indispensabile per l’accuratezza diagnostica e la diagnosi differenziale con il carcimoma renale Terapia chirurgica PIELONEFRITE CRONICA Processo infiammatorio renale ad andamento cronico che si manifesta clinicamente con insufficienza renale cronica, talora il paziente lamenta vago dolore lombare e/o addominale, febbricola capricciosa, infezioni urinarie recidivanti. PIONEFROSI Processo infiammatorio cronico a prevalente carattere essudativo con importante componente necrobiotica che conduce alla distruzione dell’architettura renale. Rappresenta l’evoluzione patogena finale della pielonefrite acuta. INFEZIONI ASPECIFICHE DELLE VIE URINARIE INFERIORI Le malattie infiammatorie delle vie urinarie inferiori sono rappresentate dalla cistite acuta e dall’uretrite acuta. CISTITE ACUTA Flogosi acuta della mucosa vescicale e uretrale. Frequentemente ad eziologia batterica, talora virale (Adenovirus, virus del morbillo, della varicella, della parotite, CMV). SINTOMATOLOGIA E PRESENTAZIONE CLINICA Disuria, tenesmo vescicale, pollacchiuria diurna e notturna, minzione imperiosa talora fino alla urge incontinence. Ematuria, piuria, spesso urine con odore ammoniacale. DIAGNOSI La diagnosi si fonda sull’anamnesi e sull’esame obiettivo ( stato di tensione della regione sovrapubica) talora nei maschi secrezione uretrale e disuria (sindrone uretrale). La diagnosi laboratoristica si basa sull’esame urine (batteriuria, piuria, ematuria) e sull’urinocoltura. TRATTAMENTO CISITITE ACUTA 1° episodio Fluorochinolonico per 3/4 giorni recidiva Antibioticoterapia mirata su urinocoltura Ricerca fattori predisponenti (ulteriori accertamenti) URETRITE ACUTA Flogosi acuta della mucosa uretrale. Sono infezioni a prevalente trasmissione sessuale ad eziologia specifica, l’infezione gonococcica, o aspecifica, uretriti non gonococciche. INFEZIONE GONOCOCCICA Infezione a trasmissione sessuale causata da Neisseria gonorrhoeae, elettivamente localizzata nell’uomo eterosessuale all’epitelio uretrale, nel maschio omosessuale alla mucosa ano-rettale. URETRITI NON GONOCOCCICHE Infezioni uretrali per le quali sia stata esclusa l’eziologia gonococcica (assenza di diplococchi intracellulari all’esame microscopico del tampone uretrale) EZIOLOGIA Chlamydia tracomatis Ureaplasma urealyticum Mycoplasma genitalium Tricomonas vaginalis 20-25% 15-40% 15-25% 5% SINTOMI E MANIFESTAZIONE CLINICA Caratterizzate clinicamente da disuria, secrezione e bruciore uretrale, eritema del meato ed ematuria all’inizio della minzionen in assenza di febbre. DIAGNOSI Uretrite gonococcica: esame microscopico del secreto uretrale dopo colorazione di Gram ( diplococchi intra ed extracellulari) e coltura. La diagnosi eziologica di uretrite non gonococcica a differenza di quella gonococcica, è relativamente complessa in quanto le indagini colturali, i test immunoenzinmatici e i metodi di amplificazione genica sono alla portata di pochi laboratori. TRATTAMENTO Infezione gonococcica: -Ceftriaxone 125-250mg in una dose Uretriti non gonococciche: -Doxiciclina 100mgx2/die per os per 7 gg -Eritromicina 500mgx4/die per 7 giorni INFEZIONI ASPECIFICHE DELLE VIE SEMINALI • PROSTATITE ACUTA • EPIDIDIMITE ACUTA EZIOLOGIA I microrganismi responsabili delle infezioni delle vie seminali sono analoghi come tipo ed incidenza a quelli responsabili delle infezioni delle vie urinarie: E.Coli è il più comune. Con minor frequenza Proteus, Klebsiella, Enterobacter ed altri Gram negativi. Raramente gli anaerobi. PATOGENESI Le infezioni delle vie seminali più frequentemente sono la conseguenza di un’infezione uretrale ascendente o di reflusso di urine infette nei dotti prostatici. Più raramente da diffusione di batteri dal retto o per via ematogena DIAGNOSI 1. Anamnesi 2. Esame obiettivo 3. Indagini strumentali - esami di laboratorio esame delle urine urinocoltura test di Stamey spermiocoltura - esami strumentali Ecografia transrettale e scrotale PROSTATITE ACUTA Infezione ed infiammazione della ghiandola prostatica CLASSIFICAZIONE Prostatite batterica Prostatite non batterica acuta cronica SINTOMATOLOGIA E PRESENTAZIONE CLINICA Febbre elevata preceduta da brivido, senso di tensione o dolore perineale, sintomatologia urinaria irritativa. E.O. All’esplorazione rettale estrema dolorabilità, aumento di volume, di consistenza “pastosa” o fluttuante (ascesso); secrezione uretrale purulenta. DIAGNOSI La diagnosi viene fatta in base ai dati clinici e all’esame obiettivo. Gli accertamenti di laboratorio comprendono la ricerca dei segni di infezione(leucocitosi, VES, PCR), l’esame urine e l’urinocoltura con antibiogramma. TRATTAMENTO PROSTATITE ACUTA Ciprofloxacina 500mgx2/die per 3 settimane Antinfiammatori, antidolorifici Riposo Idratazione Se trattata in modo incongruo (terapia antibiotica non mirata, periodo di trattamento < 3 settimane) Cronicizzazione, recidiva precoce COMPICANZE Prostatite cronica batterica Quadro clinico caratterizzato dalla presentazione ciclica di sintomi urinari irritativi( infezione urinaria ricorrente), disuria, nicturia, dolore in sede perineale , talora emospermia. Prostatite cronica abatterica Condizione infiammatoria ad eziologia sconosciuta che si manifesta con prostatodinia, dolore perineale in presenza di secreto prostatico e/o liquido seminale normali. DIAGNOSI Sintomatologia tipica in presenza di “negatività obiettiva”. L’esame delle urine, l’urinocoltura, il test di Stamey e la spermiocoltura consentono un’agevole diagnosi differenziale tra le varie forme cliniche. EPIDIDIDIMITE Processo infiammatorio acuto a carico dell’epididimo. 18-40 anni: infezioni sessualmente trasmesse >40 anni: secondaria a infezioni urinarie, prostatiti, uretriti, stenosi uretrali, cateterismo uretrale. SINTOMATOLOGIA Esordio improvviso con comparsa di dolore acuto all’emiscroto talora irradiato alla regione inguinale, tumefazione scrotale ( idrocele reattivo), febbre, disturbi minzionali irritativi. PRESENTAZIONE CLINICA E.O. Aumento di volume dell’emiscroto che appare arrossato, edematoso. Dolorabilità spiccata nei casi più gravi, lieve nei casi meno gravi. Epididimo aumentato di volume, di consistenza tesoelastica a margini sfumati. Nei casi più gravi si osserva l’interessamento del testicolo(orchiepididimite) e del funicolo spermatico. DIAGNOSI Per completezza d’indagine oltre ai reperti obiettivi vanno eseguiti l’esame urine, l’urinocoltura e la spermiocoltura. L’ecografia consente di evidenziare l’eventuale presenza di patologie del tratto urogenitale. Vanno escluse la causa tubercolare, le neoplasie, la torsione del funicolo. In caso di dubbio diagnostico si può ricorrere ad intervento chirurgico esplorativo. TRATTAMENTO ORCHIEPIDIDIMITE ACUTA • • • • • Fluorochinolonici Ampicillina e Gentamicina Supporto scrotale Analgesici, antinfiammatori Riposo