istituto agrario di san michele all`adige

UFFICIO STAMPA
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COMUNICATO STAMPA
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San Michele all’Adige, giovedì 26 gennaio 2012
Pubblicazione della Fondazione Mach sulla prestigiosa rivista internazionale PLoS ONE
NUOVA IPOTESI SULL’ORIGINE DEL GENOMA DELLA VITE
(s.c.) La Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige getta luce sull’origine evolutiva del
genoma della vite e lancia una nuova, brillante, ipotesi scientifica: il codice genetico di questa
pianta da frutto sarebbe derivato dall'unione di due subgenomi che si sono evoluti in maniera
indipendente a partire da un progenitore comune. L’ipotesi scaturisce da tre anni di studi e
ricerche condotti dal Centro ricerca e innovazione, ed è stata pubblicata in questi giorni sulla
prestigiosa rivista scientifica PLoS ONE.
La ricerca propone un vero e proprio modello evolutivo del genoma della vite e rappresenta il punto di
partenza per correlare l’evoluzione indipendente dei due subgenomi con tratti fenotipici di interesse
ovvero per perfezionare le attività di miglioramento genetico in corso presso i laboratori di San Michele.
Intitolata “Ricostruzione del genoma (paleo)poliploide di vite sulla base dell'analisi di eventi di
trasposizione dei geni di resistenza", è stata realizzata da Giulia Malacarne e Michele Perazzolli con
Alessandro Cestaro, Lieven Sterck, Paolo Fontana, Yves Van de Peer, Roberto Viola, Riccardo
Velasco, Francesco Salamini.
I risultati di questo lavoro hanno permesso alla Fondazione Mach di aggiudicarsi uno dei 18 premi
conferiti nell’ambito del convegno promosso dalle Società italiane di Genetica, Biologia Vegetale e
Genetica Agraria.
Lo studio ha sfruttato le conoscenze derivate dal sequenziamento del genoma del Pinot Nero effettuato
nel 2007; è stato realizzato in silico, cioè riprodotto al computer grazie ai recenti sviluppi della
informatizzazione della ricerca, ed ha analizzato i meccanismi alla base della formazione di regioni
genomiche altamente dense di geni di resistenza (geni NBS) e di come tali geni si siano evoluti nel
contesto del genoma di Vitis vinifera. E’ stato condotto presso il Centro Ricerca ed Innovazione della
Fondazione Mach in collaborazione con il gruppo belga coordinato dal professore Yves van de Peer
presso l'università di Ghent.
“L’utilità di questa ricerca –spiegano gli autori- consiste nell'aver contribuito a delucidare il processo
che ha portato alla formazione dello stato esaploide del genoma di vite, stimando gli eventi di
ricombinazione avvenute nei milioni di anni di evoluzione della vite”.
http://goo.gl/B7QrO