catalogo agathos

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Nella splendida Val d’Orcia, cuore della Toscana tra Montalcino e Montepulciano, la
luce avvolge il paesaggio e crea lo scenario perfetto per vivere la passione del vino. Ed
è proprio qui che risiede la famosa cantina Icario, che prende il nome da Icario di Atene
che, seconda la mitologia greca, fu il primo uomo sulla terra a produrre il nettare degli
dei: il vino. La bellissima Icario concilia la modernità dell’architettura e la funzionalità
del processo di vinificazione con la tradizione della preparazione del vino e della migliore accoglienza italiana. Il clima mediterraneo, i pendii soleggiati e i terreni, ricchi di tufo
e argilla, costituiscono l’ambiente ideale per la produzione del vino, ma soprattutto per
la produzione del Sangiovese, denominato anche Prugnolo Gentile, impiegato specialmente per la produzione del Vino Nobile di Montepulciano, un vino elegante e allo
stesso tempo maschile. I processi di preparazione e di fermentazione del vino sono il
frutto equilibrato di soluzioni innovative e di metodi tradizionali, in una cantina moderna
in cui si utilizzano le classiche botti in legno di rovere francese e di Slavonia. Si aggiunge
la cura dettagliata per le vigne, la selezione a mano e un processo di produzione
sempre orientato all’eccellenza: tutti fattori di successo che rendono il vino ICARIO
molto amato anche all’estero.
Carlo Franzoso, in arte Agathos, figura di spicco del panorama artistico contemporaneo, da artista e matematico ‘eretico’, concepisce un lessico che mira ad oggettivare la
relatività del pensiero. Fondatore della “Transgeometria” o “Geometria rifratta”, membro
dell'Unione Matematica Italiana, si dedica per anni alla “Congettura di Goldbach” sui
numeri primi pubblicandone una dimostrazione vettoriale, rimasta ad oggi inconfutata.
Il lavoro di Agathos, strettamente legato al percorso tracciato dagli spazialisti, si concretizza nella ricerca di un altrove, definito nel suo ciclo continuo come “Universo Adimensionale”, capace di rappresentare lo spazio nei suoi elementi essenziali. Agathos si
spinge sino alla costruzione di nuove coordinate tese a codificare un paradigma interpretativo, quello transgeometrico, che schiaccia tutte le certezze e tutte le verità. Da
queste premesse nasce quello che Vincenzo Sardiello ha definito lo “Spazialismo Transgeometrico”. Le sue intuizioni scientifiche riportate su tela sono raccolte in collezioni
pubbliche e private. Il ciclo continuo “Universo Adimensionale” dopo le affermazioni
internazionali a Parigi (Palazzo del Louvre), New York, Cannes (proclamato terzo artista
al mondo), Praga, Barcellona, Quito (Ecuador), Montecarlo, ha percorso importanti
tappe anche in Italia come il Museo della Scienza a Milano, il Palazzo pubblico di
Siena, il Castello Imperiali di Francavilla Fontana. Sue opere sono esposte in permanenza al Museo del Calcolo “Mateureka” di Pennabilli (RN), al Museo della Matematica “Il Giardino di Archimede” di Firenze, al “Castello Imperiali” in Francavilla Fontana
(BR), nei musei delle Contrade di Siena, nella sede della contrada del Poggiolo di Montepulciano, nel Duomo di Chiusdino. Sue monografie sono presenti e oggetto di studio
presso l'Università di Harvard, la Columbia University, l'Università di Dresda, il Moma
e il Metropolitan Museum di New York, il Getty Museum di Los Angeles, il Museo Reina
Sofia di Madrid, lo Staatliche Museen di Berlino, il Museo Pecci di Prato. Il pensiero
Transgeometrico e gli studi di Agathos sono divulgati in convegni e incontri con istituzioni
culturali grazie al Centro Studi 'Agathos' diretto da Vincenzo Sardiello.
Curatore della Mostra: Vincenzo Sardiello
CONVERGENZA TRANSGEOMETRICA (2016)
100 cm x 100 cm
FRONTIERA TRANSGEOMETRICA (2016)
70 cm x 70 cm
ARITMETICA DELLE STAGIONI (2016)
TECNICA MISTA 40 cm x 50 cm
CONTRAPPUNTO FUZZY (2016)
OLIO SU TELA 80 cm x 80 cm
CONTRAPPUNTO FUZZY (2016)
OLIO SU TELA 80 cm x 80 cm
EQUILIBRI TERMICI (2016)
OLIO SU TELA 70 cm x 70 cm
INCERTEZZA DIMENSIONALE (2013)
OLIO SU TELA 80 cm x 100 cm
VERSO L'ENTROPIA (2016)
OLIO SU TELA 80 cm x 80 cm
LO SPAZIALISMO TRANSGEOMETRICO DI AGATHOS
di Vincenzo Sardiello
Quali sono le radici che s’afferrano, quali i rami che crescono
Da queste macerie di pietra? Figlio dell’uomo,
Tu non puoi dire, né immaginare, perché conosci soltanto
Un cumulo d’immagini infrante, dove batte il sole
(T.S. Eliot La terra desolata)
Il secolo della liquidità, gli anni Duemila, sta sottolineando la crisi del sistema valoriale, economico e
sociale costruito faticosamente al costo di milioni di vite umane durante il Novecento. Gli artisti, gli
scrittori, i filosofi, gli uomini di cultura e persino gli economisti sono stati travolti dalla perdita di ogni
certezza e verità e stanno cercando faticosamente di costruire delle narrazioni credibili che siano in
grado di raccontare il nostro tempo.
Tra gli artisti che vivono questa complessità e fragilità come sfida e non come condanna, spicca Carlo
Franzoso, in arte Agathos, che, grazie alla sua duplice veste di matematico e artista, ha costruito un
lessico originale, con una narrazione innovativa incentrata sul metodo e capace di tracciare dalle
fondamenta la realtà. L’artista e scienziato Carlo Franzoso, da pensatore eretico, con la sua produzione
artistica vuole costruire un ponte che ha lo scopo di oggettivare la relatività del pensiero ponendo al
centro della sua azione artistica lo spettatore che diviene elemento essenziale dell’opera d’arte. Il cuore
dell’arte di Agathos è la transgeometria che è frutto di un lavoro scientifico che parte da complessi
modelli matematici che incontrano la pittura nelle componenti essenziali delle linee e del colore.
Il primo presupposto di questo affascinante percorso artistico si trova nell’accettazione, tutt’altro che
scontata per uno scienziato, dei limiti del sistema matematico che, reggendosi su principi indimostrabili,
necessitano di una fede cieca che, nel corso del secolo scorso, si è dimostrata a volte malriposta generando contraddizioni e cortocircuiti logici.
Per superare queste difficoltà Agathos guarda a un sistema logico che ammette la compresenza di
elementi tra loro di significato opposto senza cadere in contraddizione. La soluzione a cui approda è la
logica fuzzy che sostituisce il principio di verità con quello di adeguatezza e permette di attribuire a
ciascuna proposizione un grado di verità compreso tra 0 e 1 cancellando, di fatto, dal lessico dello
scienziato e dell’artista il concetto di verità.
La matematica rappresenta solo una componente della transgeometria che, come si può facilmente
dedurre dal nome, si spinge anche oltre la geometria classica e lo fa guardando alla scienza del XX
secolo che ha rivoluzionato i concetti di spazio e tempo.
Con l’avvento delle teorie einsteniane sulla relatività lo spazio si trasforma in qualcosa di molle che
viene deformato dalla presenza di una massa e si scopre, all’improvviso, l’inadeguatezza della geometria euclidea per descrivere l’universo. Si rivela molto utile una geometria differente che riesce a descrivere le superfici di spazi curvi di tre dimensioni o più. È la geometria ellittica che nasce dalla negazione
del quinto postulato di Euclide che recita: data una retta e un punto esterno a essa, esiste una e una
sola retta passante per tale punto e parallela alla retta data.
Altre certezze vengono demolite dai fisici pionieri della meccanica quantistica che giungono a costruire
una rappresentazione del mondo basata sul comportamento degli elementi fisici su scala atomica e
subatomica. Dai loro studi si giunge all’elaborazione di tre principi che sono concettualmente assolutamente rivoluzionari:
1) le informazioni contenute in qualsiasi sistema sono sempre finite e limitate;
2) la situazione di un sistema non è data esclusivamente dalla storia che l’ha prodotto;
3) la conoscibilità di un sistema è data nella misura delle sue relazioni. La portata di queste
tre intuizioni ha un impatto formidabile non solo sulla scienza ma anche sul nostro approccio
al mondo conoscitivo. Si ha la consapevolezza che la realtà può essere conosciuta solo su
base probabilistica.
La straordinaria considerazione che possiamo trarre da tutto questo è che, in fondo, noi non viviamo
l’universo per come ci viene descritto dalla fisica e dalla matematica, ma compiamo le nostre esistenze
trasportati dai sensi e dalle relazioni umane. Quello che non viviamo direttamente, tuttavia, è la realtà
nelle sue componenti costitutive.
Di fronte a quest’apparente contraddizione, che tuttavia tiene in equilibrio le nostre vite, che altrimenti
sarebbero assolutamente prive di senso, si inserisce la transgeometria che rappresenta lo sforzo estremo
di umanizzazione di principi e concetti altrimenti assolutamente fuori portata.
La transgeometria si sviluppa in uno spazio a cinque dimensioni che, oltre a lunghezza, larghezza,
profondità e spazio-tempo, ha una quinta coordinata, di tipo qualitativo, legata alle proprietà cromatiche. Tale coordinata si muove nel range [0,1] e assume valore 0 se il punto ha il colore bianco assoluto,
valore 1 se ha il colore nero assoluto. Il valore della quinta coordinata, in altre parole, rappresenta la
colorazione di un punto e rappresenta la sua ‘individuazione’, la sua unicità.
A questo punto gioca un ruolo chiave lo spettatore perché il colore è legato ad una percezione che,
essendo mediata dai sensi, non è identica per ogni individuo che, con il suo punto di vista contribuirà
alla rielaborazione dell’opera.
Agathos ha un bagaglio artistico consolidato nelle esperienze dei grandi maestri del Novecento ed in
particolare Mondrian, Kandinskij e Fontana. Il suo sforzo di andare oltre lo conduce a rappresentare la
realtà negli elementi essenziali, frazionando il mondo in campi di forza che rappresentano le leggi base
della natura dove domina il principio dell’equilibrio.
La creazione del linguaggio transgeometrico di Agathos, in particolare, prosegue il viaggio inaugurato
dallo spazialismo, e va oltre, perché non ha bisogno di lacerare la tela per trovare altro rispetto alla
bidimensionalità, così come ha fatto Lucio Fontana, ma è costruttore di nuove dimensioni. Lo sforzo è
notevole ed è teso a costruire un nuovo paradigma interpretativo che schiaccia tutte le certezze e tutte
le verità.
Lo spazialismo transgeometrico si basa su una semiologia complessa, che mescola astrattismo e arte
concreta, e designa un universo in cui le leggi fisiche e matematiche vengono applicate in una descrizione puntuale ed irriverente del mondo di cui lo spettatore scopre all’improvviso di non conoscere nulla e
che disvela la realtà nella sua complessità rendendo lo spettatore componente creativo dell’universo
che lo circonda trasformandolo in scienziato o, forse, in artista.
BUCO BIANCO (2016)
OLIO SU TELA 100 cm x 100 cm
NOSTALGIA (2016)
OLIO SU TELA 80 cm x 80 cm
"L'opera in sintesi è una rappresentazione semifigurativa in una dimensione
transgeometrica delle due realtà Icario, quella precedente che arretra di fronte a
quella presente che invece si proietta verso una dimensione più integrata
con l'universo circostante. Una nuova nascita ma più concreta
perché vuole appropriarsi dello spazio e del tempo."
Carlo Franzoso
La straordinaria capacità compositivo-cromatica
delle opere del Maestro Agathos - caposcuola
italiano dell’Espressionismo matematico - ci ha
affascinato sin dal primo incontro dal quale è nata
l’idea di organizzare una mostra esclusiva a Icario.
Il progetto “ICARIO ARTE” è legato proprio a
incontri speciali con persone e luoghi che hanno
saputo stimolare la continua ricerca e la passione
della nostra famiglia per la vita, la tradizione e
l’arte. Siamo onorati che il Maestro Agathos
abbia scelto Icario e abbia voluto intitolare alla
Cantina un’opera bellissima che verrà esposta
permanentemente. Icario si propone come luogo
dove convergono passione, serietà, costruzione del
gusto e con “ICARIO ARTE” ambisce a essere un
luogo in grado di avvicinare le persone all’arte. Il
nostro sogno è vedere accolto il richiamo di uno
spazio che, oltre all’arte contemporanea e alla
musica, celebra la creatività degli artisti e si prende
cura del visitatore che, un po’ come noi, insegue le
proprie passioni e i propri sogni.
Michele Cicchetti
L’arte ed il vino nascono dalla terra, il tempo
aiuta a maturare, la cura e la qualità con cui si
produce fa la differenza tra l’ordinario e il capolavoro. Entrambe le creazioni sono forme differenti del Genius Loci e la capacità di aprirsi al
Mondo riesce a trasferire e a portare l’eccellenza ovunque.
La mostra di Agathos che aprirà i battenti il
prossimo 2 dicembre presso le Cantine Icario di
Montepulciano, propone un intrigante incontro
tra le opere dell’artista che con il suo spazialismo transgeometrico sta scrivendo pagine
importanti di storia dell’arte, e l’azienda che con
un management internazionale sta facendo
riscoprire la bellezza ed il gusto delle tradizioni
contadine.
Un incontro di prospettive accomunate dalla
qualità e da una visione che contempla già da
oggi il domani.
Un appuntamento imperdibile.
Vincenzo Sardiello
RITORNO AL PRESENTE
Via delle Pietrose, 2
ICARIO
53045 Montepulciano (SI) Tel.: +39 0578 75 88 45
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