lucidi 3 - Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale

ESISTE LA VITA OLTRE I 500 METRI DI PROFONDITA’?
1843 - Azoic Hypothesis
Non esiste vita oltre i 500
metri di profondità
Edward Forbes
Sistemi costieri di Estuario
ESISTONO OLTRE 40 DEFINIZIONI DI ESTUARIO BASATI SU DILUIZIONE
DELL’ACQUA, REGIME DI MAREA, E GEOMORFOLOGIA
LA SALINITA’ E’ LA COMPONENTE PRINCIPALE CONSIDERATA PER LA
CARATTERIZZAZIONE MA NON SEMPRE E’ IL METODO PIU’ ADATTO
ES. ESTUARIO RIO DELLE AMAZZONI
le maree hanno un’influenza sino a
700km all’interno
l’acqua salata penetra invece solo
marginalmente
…Dove inizia e termina un estuario?
LIMITE ESTERNO: dove non è possibile
misurare una differenza nella
concentrazione salina
(a volte viene fissato per legge es. a 3
miglia nautiche)
LIMITE INTERNO: dove è possibile
misurare l’influenza giornaliera delle
maree.
(In caso di sbarramento artificiale quello
diventa il limite superiore)
Circa 6000 anni fa il livello del
mare era simili al livello
attuale
Molti estuari delle regioni
temperate erano
completamente coperti da
ghiaccio 17.000 anni fa
…Ma come si classificano gli estuari?
Utilizzando la topografia
Delta del NILO
Delta del PO
Baia di San Francisco
… classificazione con il range di marea
Le escursioni di marea variano da meno di un metro nei mari
tropicali (es. Vellar Estuario in India) a 16 metri (Baia di Fundy,
Nova Scotia)
Baia di Fundy, Nova Scotia
Nella Baia di Fundy si stima un prisma tidale di 100 miliardi di tonnellate
(prisma tidale: differenza di volume tra alta e bassa marea)
Range di marea
Microtidale
< 2 metri
Mesotidale
2-4 metri
Macrotidale
4-6 metri
Ipertidale
> 6 metri
sedimenti
I sedimenti argillosi limitano la crescita degli organismi
Origine degli organismi che vivono negli estuari
Tre scenari
1) Ricolonizzazione a partire da aree rifugio di acqua salmastra
2) Organismi potevano essere presenti in zone vicine
all’equatore da dove sono ripartite per ricolonizzare le aree di
nuovo disponibili
3) Le specie attualmente presenti si sono tutte evolute (dopo
l’ultima glaciazione) da organismi marini
Zona superiore dell’estuario
NAO (North Atlantic Oscillation)
Indica la differenza fra l’anomalia di pressione
registrata in Portogallo e quella registrata in Islanda.
La sua fase positiva è data dalla presenza di una forte
depressione semipermanente d’Islanda contrapposta
ad un forte anticiclone delle Azzorre disteso sui
paralleli. La fase negativa vede una situazione barica
invertita, con anticicloni tra Groenlandia e Islanda e
depressioni sulle Azzorre.
Ma esistono veramente le specie estuariali?
Diagramma di Remane
Ma il diagramma di Remane è messo in discussione da molti ricercatori
Attrill e Rundle (2002) esaminando diversi sistemi estuarini
concludono che
LE SPECIE PRESENTI NEL MEDIO TRATTO DI UN ESTUARIO
SONO O MARINE O D’ACQUA DOLCE AL CONFINE DEL
LORO AREALE
SI DEVE PARLARE DI
ECOCLINO
FORESTE DI MANGROVIE
•  Tipiche delle aree di costa delle aree
tropicali e subtropicali
•  Principalmente in acque salmastre
•  Ricoprono una superficie complessiva
di circa 22 milioni di ettari
Rizophora
Nypa
•  Sono un importante buffer tra mare e terra
–  Attutiscono l’impatto degli uragani
–  Riducono erosione e aumentano la
sedimentazione
–  Sono specie pioniere in grado di modificare
l’area in cui si insediano
–  Sono utilizzate da altre biocenosi, favoriscono
l’aumento della biodiversità
Mangrovie
•  Non sono un gruppo monofiletico
•  Convergenza tra diversi gruppi
•  Sono stati stimati 16 possibili eventi di convergenza
–  Il raggruppamento si basa su attributi fisiologici
–  Numero totale di specie: 54
•  16 Famiglie
–  Avicenniaceae e Rhizophoraceae
–  (contano 25 spp.)
•  20 Generi
AREALE
•  SI TROVANO ESCLUSIVAMENTE IN AREE
TROPICALI O SUBTROPICALI
–  All’interno di isocline di 20°C
Terminologia
•  Mangrovieto
–  Comunità formata da piante di mangrovia
•  Mangrovie
–  Alberi che crescono nel mangrovieto
•  Pneumatofore
–  Radici verticali adatte agli scambi gassosi
–  Lenticelle – pori sottili che permettono gli scambi
gassosi
–  Aerenchima – tessuto per lo stoccaggio dell’aria
Caratteristiche del Mangrovieto
•  Inondazione con le maree
•  Aumento di salinita’ andando verso il largo
•  Suolo argilloso
–  Povero di nutrienti
•  Azoto e fosforo sono limitanti
Nutrienti organici arrivano con i sedimenti
–  Sia dai fiumi (piu’ importanti) sia portati dalle correnti
marine
In sintesi: il Mangrovieto e’ un posto difficile dove vivere!
Mangrovie Adattamenti
•  Tolleranza al sale
–  Il sale viene sequestrato nei tessuti (corteccia,
fusto e radici)
–  Eliminato attraverso la perdita delle foglie
•  Tolleranza alle frequenti inondazioni
–  Aerenchima e radici aeree
•  Tolleranza alle basse concentrazioni di
ossigeno nel terreno
Mangrovie: conseguenze al loro
adattamento:
•  Grande massa dell’apparato radicale
–  Relativamente al resto del corpo e alle specie della
stessa famiglia che non si sono adattate a questa vita
–  Sia per gli scambi gassosi sia per gli scambi d’acqua
•  Basso tasso di crescita
–  Molta energia viene spesa per eliminare sale e per
acquisire aria
•  Alternanza tra la tolleranza al sale e le frequenti
inondazioni
–  Una specie puo’ essere adattata a solo una delle
due , mai entrambe
Impollinazione delle Mangrovie
•  Varia da specie a specie
–  Vento (Rhizophora)
–  Pipistrelli (Sonneratia)
–  Uccelli o farfalle (Bruguiera)
–  Api (Acanthus, Aegiceras, Avicennia,
Excoecaria, Xylocarpus)
–  “frutti volanti” (Nypa)
–  Altri insetti (Ceriops, Kandelia)
Riproduzione
–  Si riproducono e crescono mentre sono ancora
attaccati alla pianta
Giovani propaguli
Propaguli
maturi
Dispersione
•  Maturità -> cadono dalla pianta madre
•  Fluttuazione orizzontale in acqua
(aumento della dispersione)
•  Fluttuazione verticale: ancoraggio al
substrato e crescita
Mangrove Species Zonation
Bruguiera
gymnorrhiza
Ceriops
australis
Rhizophora
stylosa
Avicennia
marina
All increase toward shore
Salinity
Inundation
Decreasing Soil Stability
Sedimentation Rate
Specie comuni
•  Mangrovie rosse
(Rhizophora mangle)
•  Mangrovie nere
(Avicennia germinans)
•  Mangrovie bianche
(Laguncularia racemosa)
Tree Characters
Pneumatophores
Epiphytes
IMPATTO AMBIENTALE DEGLI ALLEVAMENTI DI GAMBERI NEL
MANGROVIETO
ASIA
AMERICA
Penaeus monodon
Fenneropenaeus indicus
Fenneropenaeus
merguiensis
Fenneropenaeus indicus
Fenneropenaeus
chinensis
Marsupenaeus
japonicus
Litopenaeus vannamei
Litopenaeus stylirostris
E’ STATO CALCOLATO CHE L’AMBIENTE
NATURALE PUO’ SOSTENETRE UNA
PRESSIONE DI CATTURA DEI GAMBERI DI
CIRCA 2.2 MILIONI DI TONNELLATE
OGNI 10 ANNI LA PRODUZIONE DI GAMBERI DI
ALLEVAMENTO CRESCE DI CIRCA IL 200%
E’ STATO STIMATO CHE LA QUANTITA’ DI
GAMBERI ALLEVATI NEL 2005 RAGGIUNGERA’
LO STESSO VALORE DEI GAMBERI PRELEVATI
IN NATURA
GLI ALLEVAMENTI DI GAMBERI PROVOCANO
DANNI:
DURANTE LA COSTRUZIONE DELL’ALLEVAMENTO
DURANTE LA GESTIONE DELL’ALLEVAMENTO
IN PROPORZIONE ALLE SUPERFICIE UTILIZZATA
NELL’ALLEVAMENTO
ALLE DINAMICHE IDRICHE DEL LUOGO
LE AREE UMIDE CHE SONO CONVERTITE IN
ALLEVAMENTI DI GAMBERI SONO
GENERALMENTE
PALUDI
MONGROVIETI, AREE AGRICOLE
TERRENI SALATI
DISTRUZIONE AREE UMIDE E INTRUSIONE DI ACQUE SALATE
FENOMENO GRAVE IN ASIA E CENTROAMERICA
CIRCA IL 30% DEGLI ALLEVAMENTI DI GAMBERI SONO
REALIZZATI SU AREE OCCUPATE DA MANGROVIETI
NEI MANGROVIETI VENGONO ALLEVATE DEVIRSE SPECIE DI
PESCI QUALI I MILKFISH
à PERDITA DI AEREE DESTINATE ALLA RIPRODUZIONE E ALLA
CRESCITA DI NUMEROSI ORGANISMI A VITA LIBERA
à  PERCOLAMENTO DI ACQUA SALMASTRA NELLE FALDE DEL
SOTTOSUOLO E CONSEGUENTE INQUINAMENTO DELLE AREE
ADIACENTI COLTIVATE AD ESMEPIO A RISO
ACQUE DI SCARICO DELL’ALLEVAMENTO DI GAMBERI
CIRCA IL 50% DEGLI ALLEVAMENTI SONO DI TIPO INTENSIVO
-> ELEVATI CARICHI ORGANICI, FOSFORO, AZOTO, BOD
MITIGAZIONE:
POLICOLTURA CON MOLLUSCHI BIVALVI, PESCI E GAMBERI
-> L’ACQUA DI SCARTO UTILIZZATA PER FAR CRESCERE I GAMBERI VIENI
RIUTILIZZATA PER FAR CRESCERE MOLLUSCHI E ALGHE
-> L,ACQUA DEGLI EFFLUENTI VIENE UTILIZZATA PER IRRIGARE CAMPI
COLTIVATI CON PIANTE IN GRADO DI RESISITERE AD ELEVATE
CONCENTRAZIONI SALINE (ESEMPIO ALCUNI TIPI DI GRANOTURCO)
-> NUTRIRE I GAMBERI CON CIBO NATURALE: STUDI DI LABORATORIO HANNO
DIMOSTRATO CHE I GAMBERI ALLEVATI CON CIBO NATURALE RILASCIANO
MENO AZOTO NELL’ACQUA
-> USARE IL MANGROVIETO COME FILTRO PER ASSORBIMENTO DEI NUTRIENTI:
1 ETTARO DI MANGROVIE RIDUCE IL CARICO DI P E N DI UN ALLEVAMENTO
SEMINTENSIVO DI GAMBERI DI 100 ETTARI
RILASCIO E DIFFUSIONE MALATTIE
LE ACQUE DI SCARTO DEGLI ALLEVAMENTI CHE FINISCONO IN
MARE POSSONO CONTENERE DIVERSI AGENTI PATOGENI
(BATERI, PROTOZOI , FUNGHI ECC..)
IL MARE CHE RICEVE LE ACQUE DI SCARTO PUO’ VEICOLARE I
PATOGENI AGLI ALLEVAMENTI VICINI
PRODOTTI CHIMICI E BIOLOGICI USATI IN ALLEVAMENTO
1)  DISINFETTANTI E MEDICINALI: FORMALINA, VERDE DI
MALACHITE, CLORANFENICOLO
2)  CONDIZIONATORI DELL’ACQUA E DEI SEDIMENTI: ZEOLITE
3)  DECOMPOSITORI DI SOSTANZA ORGANICA: BATTERI E
COMPOSTI A BASE DI ENZIMI
4)  ALGHICIDI E PISCICIDI: COMPOSTI CONTENENTI RAME
5)  PROMOTORI LA CRESCITA DEL FITOPLANCTON: ORGANICI ED
INORGANICI FERTILIZZANTI
6)  ADDITIVI DEL CIBO: VITAMINE, ORMONI ECC
PRODUZIONE DI SEDIMENTI AD OGNI CICLO PRODUTTIVO
DURANTE L’ALLEVAMENTO DEI GAMBERI SI PRODUCONO
GROSSE QUANTITA’ DI SEDIMENTI CHE DEVONO ESSERE
RIMOSSE PRIMA DELL’INIZIO DEL NUOVO CICLO
CATTURA DELLE LARVE DI GAMBERI IN NATURA
BENCHE’ SIA POSSIBILE OTTENERE LE LARVE DI GAMBERI
IN ALLEVAMENTO LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEGLI
ALLEVATORI PREFERISCO UTILIZZARE LE LARVE
RACCOLTE IN NATURA (MINOR COSTO)
DURANTE LA RACCOLTA DELLE LARVE VENGONO
CATTURATE ANCHE LE LARVE DI ALTRE SPECIE
IN STUDI CONDOTTI IN HONDURAS E’ STATO DIMOSTRATO
CHE LA RACCOLTA DI 3,3 MILIARDI DI LARVE DI Litopenaeus
vannamei HA COMPORTATO LA RACCOLTA DI CIRCA
20 MILIARDI DI ALTRE LARVE.
ABBANDONO DEGLI ALLEVAMENTI DI GAMBERI
LA VITA MEDIA DI UN ALLEVAMENTO DI GAMBERI VARIA DA
7 A 15 ANNI
I COSTI DI RIPRISTINO AMBIENTALE SONO TROPPO
ELEVATI PER POTER ESSERE REALIZZATI à DEGRADO
PROGRESSIVO DI MOLTE AREE
Datteri di mare Lithophaga lithophaga (Linneo, 1758)
-  Massima densità di popolazione entro i primi 5 m di profondità
-  Specie pioniera
-  Lenta velocità di crescita
1 cm dopo 3 anni dall’insediamento
5 cm dopo 15-20 anni dall’insediamento
-  Distribuzione : tutto il bacino del Mediterraneo
in corrispondenza con falesie di roccia
calcarea
La pesca •  Effettuata in immersione
•  Tecniche invasive e distruttive: piccozze, scalpelli, martelli
pneumatici
Morte di tutti gli organismi sessili associati
Desertificazione dell’habitat
Uno scoglio prima dell'intervento dei datterari e dopo il loro passaggio !!!!!!! (Giovanni Fanelli)
Gli organismi bentonici sessili costituiscono uno spazio importante
per pesci , crostacei e molluschi i quali trovano:
- Fonti trofiche
- Rifugio da predatori
- Zona di deposizione uova
- Zona di nursery
Balanus
Serpula
Myriapora b
Petrosia s
Cliona
Cavità vuote
di Lithophaga
Eudendrium
Lithophaga
i
Aglaophenia i
Eunicella
Ircina
Halocynthia
Microcosmus
g
Nessun Impatto
Mosaicatura
Desertificazione
- Mutamento dei popolamenti bionomici e
delle
strutture geomorfologiche
- Riduzione di diversità specifica
- Perdita del valore paesaggistico e turistico della fascia costiera
- Perdita di fonte di cibo e riparo per pesci, crostacei, molluschi
LUNGHISSIMI TEMPI DI RECUPERO DELLE COMUNITA’
ROCCIOSE NEL LORO COMPLESSO
Decreto n. 401, 20 agosto 1988, Ministero della
Marina Mercantile
CONVENZIONE DI BERNA 16 ottobre 1998 Allegato II
della Convenzione di Berna relativa alla conservazione
della vita selvatica dell'ambiente naturale in Europa
"Specie di fauna rigorosamente protette".
Pena prevista:
da 516 euro a 3100 euro
+
sequestro imbarcazione ed attrezzatura
e possibile arresto
PER DISTRUGGERE UNA SCOGLIERA CORALLINA
POSSIAMO:
1) MODIFICARE LA CATENA TROFICA MEDIANTE
SOVRASFRUTTAMENTO DELLE RISORSE (TOP DOWN)
e/o
2) AGGIUNGERE NUTRIENTI (BOTTOM UP)
2005
2010