RIS_06_GASTRO_1e_OKe.qxp_IT_00_MASTRO_DEF2 10/10/11 12.32 Pagina 46 gastromarketing OK, il prezzo è giusto! Davide Pini, gestisce da oltre vent’anni progetti innovativi di marketing nell’ambito dei consumi alimentari fuori casa a livello locale e internazionale. www.gastromarketing.it Quando le parole “valore” e “prezzo” non sono sinonimi “Ogni cosa vale il prezzo che l’acquirente è disposto a pagare per averla” Publilio Siro, scrittore e drammaturgo dell’antica Roma È una piovosa serata che preannuncia l’imminente arrivo dell’autunno e Marcello, proprietario di un ristorante di un’amena cittadina del centro Italia, sta preparando il menu della nuova stagione, correggendo a penna una copia di quello dell’anno precedente. Ad osservarlo incuriosita c’è la nipote Rossana, che si diletta a disegnare vestiti alla moda e sogna di aprire un proprio atelier. È proprio lei a notare di come Marcello morda nervosamente la penna, prima di decidersi ad apportare una correzione sul foglio steso sul tavolo; osservando meglio, Rossana si accorge che lo zio ha effettuato pochissime modifiche alla lista delle portate, ma ha aumentato quasi tutti i prezzi. L’indole curiosa della giovane, a questo punto, non ha più freni: “Come mai tutti questi aumenti?” chiede allo zio, il quale, senza neppure sollevare la testa, risponde: “Tutto aumenta nella nuova stagione; l’autunno è tempo di Finanziaria, del nuovo anno scolastico, dell’avvicinarsi del Natale; è il momento più indicato per aumentare i propri listini, non credi?”. “E non hai paura di diventare troppo caro per i tuoi clienti?” replica prontamente Rossana. A que- 46 punto iT sto punto Marcello decide di dare ascolto alla nipote e, dopo avere posato la penna, le chiede quale metodo, secondo lei, sarebbe corretto applicare. Rossana appare perplessa ma, proprio mentre lo zio sta per riprendere la penna, arriva la sorprendente replica: “Sai zio, con l’avvento delle food court nei centri commerciali e iniziative quali i cosidetti aperi-cena, oggi si può cenare fuori casa anche con una cifra di otto o dieci euro. Certo non è come mangiare qui, ma soddisfa il bisogno di stare con gli amici e spizzicare qualcosa. Secondo me dovresti pensare a tutto ciò che tu offri in più e considerare che ogni euro aggiuntivo di spesa deve essere giustificato da una valida motivazione che ti differenzia rispetto a quel tipo di offerta. Qui si spendono mediamente trenta euro, quindi devi avere almeno venti diverse motivazioni che giustifichino la differenza. Fatto questo esercizio, aggiustare ogni singolo prezzo diventa una facile conseguenza”. Marcello rimane perplesso ma, mentre Rossana si allontana, comincia a far scorrere nella sua mente venti evidenti motivazioni che sostengano quella differenza. RIS_06_GASTRO_1e_OKe.qxp_IT_00_MASTRO_DEF2 10/10/11 12.32 Pagina 47 gastromarketing Prezzo e valore. Due parole che, nel libro dei sinonimi vengono vicendevolmente legate, ma il cui significato è in realtà ben diverso. “Conosco il prezzo di ogni cosa e il valore di nessuna”, scriveva Oscar Wilde, dimostrando quanto le due parole possano essere diverse e anche Friedrich Wilhelm Nietzsche, uno dei maggiori filosofi occidentali di ogni tempo, sembra dello stesso avviso quando afferma che “Di tutto conosciamo il prezzo, di niente il valore”. Semplificando le leggi economiche, possiamo affermare che ogni bene commercializzato deve avere un prezzo di vendita in grado di coprire i costi necessari alla sua realizzazione oltre a un ragionevole margine di utile per chi lo ha creato; una norma valida anche per tutte le attività di ristorazione. Per poter soddisfare questa regola è dunque fondamentale avere un controllo corretto dei propri costi che, in ristorazione, significa conoscere il food cost dei piatti offerti. Informazioni corrette sull’effettiva resa dei prodotti acquistati, l’utilizzo di grammature costanti nelle diverse ricette, il controllo degli scarti sono alcuni degli aspetti che oggi possono cambiare il rendimento di qualsiasi cucina; non è più tempo di nutrire sensazioni sulla propria redditività, oggi servono conti economici di stampo professionale. Nel racconto d’apertura, la protagonista Rossana prova addirittura a quantificare il valore percepito, creando una profonda distinzione rispetto al prezzo reale. Un esercizio provocatorio, ma che pone l’accento su come il consumatore moderno sia alla ricerca di un’offerta che potremmo definire all-inclusive, in cui tutti i fattori giocano un ruolo importante: dalla qualità del cibo all’atmosfera del locale; dai tempi di attesa alla cordialità dei camerieri; dalla facilità di parcheggio al prezzo pagato. Se abbiamo un dubbio, dobbiamo ricordare che quando da propositori ci si trasforma in clienti, la distinzione tra prezzo e valore, diventa improvvisamente chiara. Se pensate che per spendere poco si debba andare al fast food, potreste incorrere in clamorose sorprese. Nel 2006 al bancone dei grandi magazzini Selfridges di Londra è comparso un panino creato da Scott McDonald, denominato ironicamente McDonald’s, ma che nulla aveva da spartire con la catena di fast food: farcito con pregiatissima carne di manzo Kobe, foie gras, tartufo nero, formaggio brie de Meaux, peperoni rossi, senape, pomodori di prima scelta, prugne e pane a lievitazione naturale. Il panino è stato messo in vendita al prezzo di 85 sterline (non meno di 100 euro), riscuotendo comunque un discreto interesse da parte del pubblico. Costruire il giusto menu è tecnica, non arte. II menu non è un listino, è la vostra promessa al cliente. In essa il prezzo è uno degli elementi che tocca inevitabilmente un’area sensibile di ogni visitatore. Sfogliando il dizionario, possiamo vedere come il termine prezzo venga abbinato a definizioni quale “Controvalore in moneta di un oggetto o di un servizio”, anche se la definizione che preferisco è “Ciò che si deve pagare moralmente in cambio di qualcosa”. Nella promessa che fate a ogni vostro cliente, il prezzo rappresenta il patto morale di un giusto equilibrio della vostra proposta rispetto alle aspettative, ma anche nei confronti delle alternative che il mercato può offrire. Il consumatore sa che una camera “vista mare” può costare di più rispetto a un’identica camera che dà sul cortile interno, quindi è disposto a riconoscere il valore di una proposta, fino al paradossale “a qualsiasi costo”. Il prezzo è un tema più morale che economico dunque, non bisogna mai dimenticarlo. punto iT 47