SAMUEL BECKETT
IL TEATRO DEL FALLIMENTO
Rossana Sebellin – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” – 2016
INTRODUZIONE
!  Il “teatro dell’Assurdo” non esiste;
!  La definizione è stata coniata da Martin
Esslin nel 1961.
!  Non è quindi un movimento letterario
codificato;
!  Gli autori di cui parla Esslin (Beckett,
Ionesco, Adamov, Genet, Pinter, e così
via), procedono poi per percorsi
indipendenti.
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Background
!  Il presupposto letterario e culturale del
teatro
beckettiano
si
trova
nel
Modernismo.
!  Inadeguatezza delle forme letterarie
vittoriane per parlare dell’uomo del
Novecento.
!  Qualche nome:
" 
" 
" 
" 
Freud,
Nietzsche,
Bergson,
(Einstein).
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Modernismo
!  Modernismo pre-bellico (Prima Guerra
Mondiale):
sperimentalismo,
furia
iconoclasta, distruzione delle forme
‘vecchie’;
!  Modernismo post-bellico: maggiore
introspezione, approfondimento dei
temi, più attenzione al dolore.
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Caratteristiche del Modernismo
!  distorsione intenzionale della forma;
!  le percezioni sono incerte, temporanee,
soggette a cambiamenti;
!  necessità di riflettere la complessità del mondo
moderno, urbano e industriale;
!  momenti isolati che rivelano il reale (epifanie e
moments of being);
!  contaminazione delle arti;
!  si attinge più liberamente al passato e alle altre
culture (cfr. cubismo, influssi tribali), citazioni,
uso dei miti;
!  la vita a livello inconscio è importante quanto
quella a livello cosciente;
!  impossibilità di definire il reale in modo univoco
e assoluto;
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!  rifiuto della linearità
del racconto.
Il perché dell’Assurdo (Adorno)
“Dopo la seconda guerra mondiale tutto è
distrutto senza saperlo, anche la cultura
risorta; l’umanità continua a vegetare
strisciando dopo che sono accadute cose a
cui in verità non possono sopravvivere
nemmeno i sopravvissuti, e su un mucchio
di macerie cui è negata anche la
meditazione
cosciente
della
propria
frantumazione.”
T.W. Adorno, “Tentativo di capire Finale di partita”, 1961.
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Seconda definizione (Ionesco)
“Assurdo è ciò che è privo di scopo.
[…] recise le sue radici religiose,
metafisiche e trascendentali, l’uomo
è perduto; tutte le sue azioni
divengono insensate, ridicole, inutili.”
E. Ionesco, “Dans les armes de la ville”, 1957.
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Terza definizione (Camus)
“Un mondo che possa essere spiegato sia
pure con cattive ragioni, è un mondo
familiare; ma viceversa, in un mondo
subitamente spogliato di illusioni e di luci,
l’uomo si sente un estraneo, e tale esilio
è senza rimedio, perché privato dei ricordi
di una patria perduta o della speranza di
una terra promessa. Questo divorzio tra
l’uomo e la sua vita […] è propriamente il
senso dell’assurdo.”
A. Camus, Le Mythe de Sisyphe, 1942.
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LINGUAGGIO
!  Demarcazione
tra
il
teatro
beckettiano e il teatro esistenzialista
(Sartre), o quello delle avanguardie
secondo Esslin:
"  Il
teatro
di
Beckett
non
parla
dell’assurdo, lo mostra.
"  Il teatro di Beckett parla all’uomo di ogni
luogo e di ogni tempo.
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Samuel Beckett
!  Nasce in Irlanda (1906) e muore a Parigi
(1989).
!  Studia italiano e francese.
!  Si trasferisce a Parigi già dagli anni ’20.
!  Conosce e frequenta Joyce.
!  La sua produzione artistica comprende
saggi, poesie, racconti, romanzi, teatro,
plays per la televisione, per la radio e un
film.
!  Nel 1969 vince il Nobel per la Letteratura.
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Il bilinguismo di Beckett
!  Dal 1945 al 1958 scrive in francese;
!  Necessità di distanziarsi dalla lingua
madre per evitare gli automatismi o
la caduta nella retorica.
!  Ricerca di maggiore disciplina e
controllo linguistico.
!  È uno dei pochissimi autori ad avere
un corpus quasi interamente bilingue
e autotradotto.
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Waiting for Godot
A tragi-comedy in two acts
Roger Blin, messa in scena del 1953 a Parigi al Théâtre de Babylone.
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Perché tragicommedia:
!  “The life of every individual, viewed as a whole
and in general, and when only its most
significant features are emphasised, is really a
tragedy; but gone through in details it has the
character of a comedy”. (Arthur Schopenhauer, The
World as Will and Representation, 1819)
!  “Nothing is funnier than unhappiness”.
Beckett, Endgame, 1956)
(from S.
!  “Il senso dell’opera, posto che esista, è che
nulla è più grottesco del tragico. Bisogna
esprimere questo fino alla fine, e soprattutto
alla fine.” S. Beckett, lettera a Roger Blin, citata in
Bertinetti (a cura di), Samuel Beckett. Il
1994.
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teatro completo,
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Un paio di citazioni
!  “Nothing happens, twice”.
!  “It is the shape that matters” and
“Do not despair, one of the thieves
was saved; do not presume, one of
the thieves was damned”, cit. in
Esslin.
!  Struttura: circolarità (Waiting for
Godot, cronicità vs. cronologia) o
parabola discendente (Endgame).
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Beckett per punti:
(Esslin)
!  storia ben costruita vs. niente trama;
!  personaggi ben caratterizzati vs.
marionette;
!  tema ben esposta e risoluzione finale
vs. né inizio né fine;
!  ritrarre la realtà del secolo vs.
rappresentazione dell’incubo;
!  dialogo
brillante
vs.
balbettio
incoerente.
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Beckett per punti 2:
(Bertinetti)
!  mette in scena il fatto teatrale, rivelandone
la natura di rappresentazione teatrale;
!  usa forme di spettacolo basso, popolare,
all’interno di un genere alto;
!  riduce la conversazione ad un dialogo fine a
se stesso, privandola della funzione
significante che ha nel teatro tradizionale;
!  anche questo è un dramma di parola, ma
svuotato dall’interno.
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La distruzione del linguaggio
!  Parola e azione si contraddicono;
!  uso delle ripetizioni;
!  uso delle contraddizione;
!  sfaldamento della struttura sintattica e
della punteggiatura (24% domande,
12% risposte in WfG);
!  uso dei diversi registri linguistici in
senso musicale e non psicologico;
!  uso di frasi fatte, proverbi, cliché;
!  uso di omofoni o parole con più
significati per creare fraintendimenti.
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Endgame
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Play
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Altri titoli
!  All That Fall
!  Happy Days
!  Come and Go
!  Footfalls
!  Rockaby
!  Film
!  Not I
!  Quad
!  Breath
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“His writing is not about
something, it is that
something itself.”
Samuel Beckett, Dante…Bruno.Vico..Joyce, 1929.
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“Ever tried. Ever failed. No matter.
Try again. Fail again. Fail better.”
Samuel Beckett, Worstward Ho, 1983, in Nohow On, New York,
Grove Press, 1996, pp. 87-116, p. 89.
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Bibiografia
!  Martin
Esslin,
The
Theatre
of
the
Absurd,
Harmonsworth, Penguin, 1961.
!  Paolo Bertinetti, Invito alla lettura di Beckett, Milano,
Mursia, 1984.
!  Ruby Cohn, Back to Beckett, Princeton UP, 1973.
!  James
Knowlson,
Damned
to
Fame,
London,
Bloomsbury, 1996.
!  John Pilling (editor), The Cambridge Companion to
Beckett, Cambridge, CUP, 1994.
!  http://samuel-beckett.net/
!  David Bradby, Waiting fot Godot, Cambrigde, CUP,
2001.
!  Rossana Sebellin, Leggendo Godot, Roma, Aracne,
2012.
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