Cicero, Pro Marcello +Somnium 6,11 (4E versioni)

La oratio Pro Marcello: omaggio ossequioso al vincitore o azzardo politico?
Nel panorama delle orazioni ciceroniane la Pro Marcello riveste un ruolo particolarmente ambiguo e si espone a una duplice
interpretazione. Il discorso fu tenuto da Cicerone in senato nel 46 a.C., quando ormai il potere era saldamente nelle mani di Cesare
(in precedenza sempre osteggiato dal nostro oratore), ed è un ringraziamento allo stesso C. per aver concesso la grazia al
pompeiano Marco Claudio Marcello, suo acerrimo nemico, e quindi la possibilità di rientrare a Roma dall’esilio volontario che
Marcello si era imposto dopo la sconfitta di Pompeo a Farsalo nel 48 a.C. Apparentemente l’orazione si presenta come un accumulo
lezioso e smaccato di lodi e riconoscimenti di Cicerone nei confronti di C.; una lettura più critica, tuttavia, coglie in questo
atteggiamento ossequioso il tentativo estremo di ottenere dal vincitore un programma di riforme che potessero salvaguardare la res
publica dopo il suo avvento al potere. Si riconosce nel testo anche un inquietante riferimento profetico a un possibile attentato a C.:
sospetto che la storia avrebbe poi dimostrato fondato. Qualunque sia l’interpretazione del testo, del resto, tra le righe si coglie anche
l’ammirazione dell’oratore nei confronti dell’abilità e dell’intelligenza strategica di Cesare.