Scienza&Ricerca / Fondazione Si è chiuso il primo studio finanziato da FC L’importanza dell’espressione genetica nella celiachia. Obiettivo futuro: progettare un dispositivo diagnostico per prevedere il rischio di sviluppare la malattia nei soggetti a rischio Di Luisa Novellino Responsabile Ufficio Scientifico AIC [email protected] A partire dal 2013 la Fondazione Celiachia (FC) ha adottato il sistema dei Bandi aperti per il finanziamento della Ricerca Medico-Scientifica sulla celiachia e altre patologie glutine-correlate, allo scopo di garantire trasparenza ed equità al processo di selezione, che si avvale dell’expertise e dell’autorevolezza dei revisori internazionali, e di offrire pari opportunità a tutti i progetti di ricerca concorrenti (si veda CN 1/2016). La progettazione, lo sviluppo e l’implementazione dell’intero processo di selezione dei progetti di ricerca mediante Bandi sono stati il frutto del lavoro inten- In sintesi La scheda dello studio Numero del Finanziamento (Grant): FC 014/2014 Titolo: Studio dell’espressione genica degli alleli HLA-DQ associati alla malattia celiaca nell’induzione di una risposta immunitaria anti-glutine da parte dei linfociti T CD4 Area scientifica: Genetica e Immunologia della malattia celiaca Durata: 15 mesi 74 Ricercatore titolare: Dott.ssa Giovanna Del Pozzo, Primo Ricercatore CNR, Istituto di Genetica e Biofisica del CNR di Napoli (IGB-CNR) Collaborazioni: Dott.ssa Carmen Gianfrani, Istituto di Biochimica delle Proteine del CNR (IBP-CNR) Pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali: J. of Autoimmunity 2016 Jun;70:63-72 so di FC e del confronto con altre grandi associazioni e fondazioni che finanziano la ricerca scientifica da decenni mediante Bandi, tra cui Telethon, AIRC e AISM, cui va il ringraziamento e il riconoscimento di FC e di tutta AIC. Si tratta di un lavoro di continuo perfezionamento che si avvale anche dell’esperienza maturata ad ogni singolo ciclo di Bando e che è ormai stato assimilato e compreso anche dalla comunità scientifica italiana verso la quale il Bando FC è rivolto. I progetti finanziati da FC possono essere annuali, biennali o triennali, e coprono tutti i tipi di studi: • singolo gruppo di ricerca • partnership tra il ricercatore finanziato e altri ricercatori, sia nello stesso Istituto che in altri Istituti multicentrici, in cui cioè uno stesso • studio è condotto simultaneamente da più Istituti coordinati dall’Istituto del ricercatore finanziato con il Grant. Le aree di ricerca coperte dal Bando sono tutte quelle medico-scientifiche, dalla biologia alla biochimica, dalla metabolomica alla genetica e la proteomica, la clinica, gli studi clinici e preclinici, lo sviluppo di nuovi farmaci. Dal 2013 al 2015 sono stati lanciati 3 Bandi FC per la Ricerca Medico-Scientifica, rivolti a ricercatori senior (Bandi Investigator Grants), per un totale stanziato di € 1.465.000, e 10 progetti finanziati in tutta Italia (per l’elenco dei progetti finanziati 3.2016 74_77_Sci_Fondazione1_ok.indd 74 03/11/16 14:04 figura 1 Secondo l’attuale teoria genica, il rischio di sviluppare la celiachia e la gravità della malattia dipendono soprattutto dalla configurazione genetica dell’individuo (omozigote o eterozigote) per i geni predisponenti: questo non spiega alcune incongruenze trovate nella classificazione dei pazienti nelle diverse classi di rischio. Partendo da questo scenario, lo studio ha glu Geni HLA predisponenti DQA1*05 e DQB1*02 nell’individuo OMOZIGOTE quantitativamente il processo di formazione degli RNA messaggeri che portano alla proteina, in quanto si tratta di un passaggio chiave nella regolazione del fenomeno immunitario. T CD4 tine Cellula presentante inteso verificare la teoria del rischio genetico in funzione della configurazione dei geni di rischio, mediante misurazioni non solo della proteina HLA-DQ2.5, ma anche valutando HLA-DQ2.5 FORTE RISPOSTA INFIAMMATORIA Riconoscimento da parte dei linfociti T CD4 dei peptidi del glutine presentati dalle molecole HLA-DQ2.5: innesco della risposta infiammatoria SECONDO L’ATTUALE TEORIA GENICA, IL RISCHIO DI SVILUPPARE LA CELIACHIA E LA GRAVITÀ DELLA MALATTIA DIPENDONO SOPRATTUTTO DALLA CONFIGURAZIONE GENETICA DELL’INDIVIDUO (OMOZIGOTE O ETEROZIGOTE) PER I GENI PREDISPONENTI glu tine Cellula presentante HLA-DQ2.5 Geni HLA predisponenti DQA1*05 e DQB1*02 nell’individuo ETEROZIGOTE T CD4 MINORE RISPOSTA INFIAMMATORIA Riconoscimento da parte dei linfociti T CD4 dei peptidi del glutine presentati dalle molecole HLA-DQ2.5: innesco della risposta infiammatoria si veda il numero CN 1/2016). Quest’anno si è concluso uno degli studi Investigator Grant finanziati con il Bando FC 2014. In anteprima ne pubblichiamo qui di seguito i risultati e soprattutto le prospettive e le conseguenze future per il paziente celiaco e/o per la ricerca sulla celiachia, allo scopo non solo di informare ma anche di garantire, in linea con le altre grandi istituzioni che finanziano la ricerca scientifica, la rendicontazione sociale (accountability) dei fondi 5x1000 destinati dai donatori a FC proprio con la volontà di finanziare la ricerca scientifica sulla celiachia e la dermatite erpetiforme. Lo studio - Cosa si è voluto studiare e perché? La maggior parte dei pazienti celiaci presenta nel proprio corredo cromosomico i geni DQA1*05 e DQB1*02, definiti “predisponenti o di rischio”. I geni di rischio possono essere in duplice copia (omozigosi, ossia presenti su entrambi i cromosomi) o in singola copia (eterozigosi, ossia presenti su uno solo dei due cromosomi). È noto che la presenza di questi geni predisponenti in un individuo sano che ha parenti di I grado affetti da celiachia costituisce un fattore di rischio, ossia di predisposizione allo sviluppo della malattia. I geni DQA1*05 e DQB1*02 portano, attra- 3.2016 74_77_Sci_Fondazione1_ok.indd 75 75 03/11/16 14:04 Scienza&Ricerca / Fondazione Legenda esemplificativa • HLA (Human Leukocytes Antigens) sono le molecole espresse sulla superficie delle cellule “presentanti l’antigene” (dette brevemente cellule presentanti), le quali legano i peptidi del glutine e li presentano ai linfociti T CD4 • Omozigosi è la condizione in cui le due copie di un gene (alleli, nel nostro caso i geni HLA predisponenti) presenti su entrambi i cromosomi sono identiche e producono lo stesso prodotto (proteina) • Eterozigosi è la condizione in cui le due copie di un gene (alleli) presenti su entrambi i cromosomi sono differenti e producono un prodotto proteico diverso; quindi, nel nostro caso, solo uno dei cromosomi produce l’HLA predisponente • B-LCL (B-Lymphoblastoid Cell Lines): linfociti B estratti da sangue periferico di pazienti celiaci; si tratta di cellule presentanti. Portano le molecole HLA sulla loro superficie • Cellule dendritiche: cellule immunitarie estratte da sangue periferico di pazienti celiaci; si tratta di cellule presentanti. Portano le molecole HLA sulla loro superficie • Linfociti T CD4 glutine-specifici: cellule che riconoscono i peptidi del glutine quando questi si legano alle molecole HLA delle cellule presentanti, e in seguito al riconoscimento si attivano, proliferano e innescano una risposta infiammatoria mediata da molecole dette citochine, come la molecola IFNg • Espressione: rappresenta la quantità di molecole di RNA messaggero generate a partire da un gene e quindi la quantità di molecole di proteine prodotte a partire dall’RNA messaggero • Real-time qRT-PCR (Quantitative Reverse transcription polymerase chain reaction): metodo per la quantificazione degli RNA nella cellula • Citofluorimetria: è una tecnica che attraverso l’utilizzo di un laser consente il conteggio, la separazione e il rilevamento delle cellule verso un passaggio intermedio che comporta la formazione di molecole dette RNA messaggeri, alla produzione della molecola HLA-DQ2.5 che è espressa sulla superficie di alcune cellule dette “presentanti”. L’HLA-DQ2.5 ha un ruolo fondamentale nella celiachia perché è una molecola che lega alcune parti del glutine e stimola la reazione immunitaria ad opera dei linfociti T CD4. Questi linfociti, una volta attivati, cominciano a proliferare e infiltrano la mucosa dell’intestino tenue determinando il danno dell’organo (atrofia dei villi). Secondo le attuali teorie (Figura 1), la configurazione genetica dei geni di rischio 76 (omozigosi oppure eterozigosi) influenzerebbe l’efficacia con cui viene stimolato il sistema immunitario (quindi la risposta infiammatoria), e dunque l’individuo omozigote e quello eterozigote dovrebbero presentare un diverso rischio di sviluppare la malattia, dando luogo così a classi diverse di soggetti a rischio. Partendo da questo scenario, lo studio ha inteso verificare la teoria del rischio genetico in funzione della configurazione dei geni di rischio, mediante misurazioni non solo della proteina HLA-DQ2.5, ma anche valutando quantitativamente il processo di formazione degli RNA messaggeri che portano alla proteina, in quanto si tratta di un passaggio chiave nella regolazione del fenomeno immunitario. La metodologia Nello studio, cellule T CD4 glutine-specifiche sono state stimolate con cellule prelevate da pazienti celiaci sia omozigoti che eterozigoti per i geni di rischio (cellule presentanti), misurando poi la risposta immunitaria delle cellule T CD4 in funzione sia della quantità di proteina HLADQ2.5 sia dell’RNA messaggero espressi dalle cellule presentanti. Quali risultati? I risultati hanno dimostrato che la configurazione genetica dei geni di rischio HLA DQA1*05 e DQB1*02 (omozigote o eterozigote) nelle cellule presentanti dei pazienti celiaci da sola non basta a spiegare l’attivazione infiammatoria delle cellule T CD4. La quantità di proteina HLA-DQ2.5 che lega il glutine e attiva la risposta immunitaria sembra invece dipendere soprattutto dai processi di formazione e regolazione dell’RNA messaggero negli omozigoti e negli eterozigoti: quando i geni predisponenti sono su un solo cromosoma (eterozigosi), essi tendono a produrre molto più RNA rispetto ai corrispettivi geni sull’altro cromosoma e quindi compensano l’effetto rispetto a quando sono presenti su entrambi i cromosomi (omozigosi). Si veda Figura 2. Si tratta di un risultato che potrebbe spie- 3.2016 74_77_Sci_Fondazione1_ok.indd 76 03/11/16 14:04 figurA 2 Lo studio ha dimostrato che la quantità di proteina HLADQ2.5 che lega il glutine e attiva la risposta immunitaria non dipende solo dal fatto che un individuo sia omozigote o eterozigote per i geni HLA predisponenti, Geni HLA predisponenti DQA1*05 e DQB1*02 nell’individuo OMOZIGOTE ma sembra dipendere soprattutto dai processi di formazione e regolazione dell’RNA messaggero negli omozigoti e negli eterozigoti: quando i geni predisponenti sono su un solo cromosoma (eterozigosi), essi tendono potrebbe spiegare perché l’attuale teoria del dosaggio genetico (omozigote verso eterozigote) da sola non chiarisce alcune incongruenze trovate quando si vuole classificare il grado di rischio nei pazienti celiaci. Formazione dell’RNA messaggero per la produzione delle proteine HLA-DQ2.5 Formazione dell’RNA messaggero per la produzione delle proteine HLA-DQ2.5 gare a livello molecolare perché l’attuale teoria del dosaggio genetico (omozigote verso eterozigote) da sola non chiarisca alcune incongruenze trovate quando si vuole classificare il grado di rischio nei pazienti celiaci. Lo studio aggiunge un ulteriore livello di valutazione della predisposizione alla celiachia in un soggetto a rischio: non solo la configurazione genetica dei geni di rischio ma anche i processi regolatori di formazione della proteina HLA-DQ2.5 (gli RNA messaggeri). Prospettive e benefici per i pazienti celiaci In futuro, partendo da queste nuove ac- Cellula presentante glutine I PROCESSI REGOLATORI DELLA FORMAZIONE DELL’RNA MESSAGGERO PORTANO A QUANTITÀ PARAGONABILI DI PROTEINA HLA-DQ2.5 NELLE CELLULE PRESENTANTI OTTENUTE DA CELIACI OMOZIGOTI E ETEROZIGOTI Geni HLA predisponenti DQA1*05 e DQB1*02 nell’individuo ETEROZIGOTE a produrre molto più RNA rispetto ai corrispettivi geni sull’altro cromosoma e quindi compensano l’effetto rispetto a quando sono presenti su entrambi i cromosomi (omozigosi). Questo HLA-DQ2.5 T CD4 RISPOSTA INFIAMMATORIA NECESSITÀ DI COMPRENDERE I MECCANISMI MOLECOLARI DI REGOLAZIONE DELL’RNA MESSAGGERO NEI CELIACI OMOZIGOTI E ETEROZIGOTI PER SVILUPPARE UN POSSIBILE MODELLO DI PREVISIONE DELLA PREDISPOSIZIONE E DELLA GRAVITÀ DELLA MALATTIA quisizioni molecolari sul processo di attivazione della risposta infiammatoria nel paziente celiaco, si potrà arrivare a progettare un dispositivo diagnostico che consenta di determinare non solo il genotipo ma anche la quantità di RNA dei geni predisponenti, e quindi prevedere il rischio di sviluppare la celiachia nei soggetti a rischio, e la gravità della malattia in ogni singolo paziente. Ulteriori studi saranno necessari per capire quale sia il meccanismo molecolare che genera una elevata produzione di molecole di RNA da parte dei geni HLA DQA1*05 e DQB1*02 nei soggetti eterozigoti. u www Per ulteriori approfondimenti consultare la pagina web: www.celiachia>FC e Ricerca>FC Calls for Proposals>FC Calls for Proposals 2014>Bando FC 2014 - Progetti Conclusi 3.2016 74_77_Sci_Fondazione1_ok.indd 77 77 03/11/16 14:04