CONVERSAZIONE
1° parte
Ho un amico, Maurizio, che dal punto di vista religioso si
professa "indifferente"; non mette piede in chiesa da quando era
bambino e ci ritornerà solo dopo morto…ma si tiene informato
su tutto ciò che riguarda politica e religione.
Di tanto in tanto mi viene a trovare per scambiare due
parole.
Quando parla, si capisce subito che non fa il diplomatico di
professione; non gli manca la parola, di solito molto precisa e
franca; a volte addirittura tagliente.
Qualche giorno fa gli chiesi:
- Ma questa tua avversione alla Chiesa e a quanto la circonda, da dove viene?
Hai subito qualche torto dai preti ? Sei stato educato ad una fede bigotta ?
Non ricordo le sue testuali parole, ma ciò che mi colpiva
quando entravamo in questi argomenti, era "il modo", "il tono"
con cui parlava: esprimeva i suoi pensieri e lo stato d'animo con
forte animosità; come se io, prete, fossi un suo avversario, su cui
finalmente poter scaricare la rabbia accumulata dentro.
"Se essere cristiani - rispose - significa:
andare a Messa ogni domenica, partecipare alle funzioni,
frequentare la parrocchia, andare agli incontri, fare quello
che dite voi preti…
Se essere cristiani vuol dire: andare da un prete a
confessare i propri peccati, a un uomo che spesso è solo
curioso e che quando ho bisogno di una mano non me la
dà…
Se essere cristiani significa dover accettare una
verità solo perché la dice il Papa….Se ascoltassi il Papa,
dovrei mettere al mondo un figlio all'anno..…
Se essere cristiani significa mettere in mano a un
estraneo la mia coscienza, perché me la condizioni; e mi
dica: questo non lo puoi fare, è peccato, quell'altro è
proibito…
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- Troppi impegni, - don Franco - troppe proibizioni, troppi
divieti, troppe luci rosse alle gioie della vita, troppi
obblighi… me ne sto fuori.
Ho già abbastanza grattacapi senza assumerne altri
e ho già abbastanza gente in famiglia e nel lavoro, che
mi dà degli ordini.
Non fa per me una religione come questa.
Non è una religione di libertà, di largo respiro, di spirito;
sa di vecchio e invecchia chi la pratica.
Se poi la vita cristiana è quella che vedo in giro, che
mettono in pratica la maggioranza dei preti e coloro che
vanno in chiesa; proprio non mi interessa.
Il Vangelo non lo vedo praticato molto, neppure tra le
persone di Chiesa.
Dopo una breve pausa, continuò, chiarendo il suo pensiero:
- Gesù Cristo non può aver pensato ad una "Chiesa
Istituzione" che fosse strutturata in maniera verticistica e
gerarchica, in mano solo a uomini e ai preti. Avrebbe fatto
un'ingiustizia a quanti preti non sono e a tutte le donne del
mondo.
Oltretutto, non mi sembra che Gesù abbia speso
tante parole sulla sessualità, come fa il Papa.
A me fin da piccolo hanno fatto una testa così: con il
sesto comandamento, le minigonne, le discoteche
luoghi di perdizione, come se fosse proibito
divertirsi…Fai peccato se non vai a Messa, vai
all'inferno se guardi una bella donna.
Non avete ancora capito perché i giovani tagliano la
corda appena possono?
Questa è la religione del "proibito" e della "paura".
Voi (preti) non vi mettete mai in discussione, non
avete mai dubbi; dite di essere in ascolto, ma in realtà
non ascoltate nessuno e i problemi della gente non vi
sfiorano neppure… non vi rendete conto che la gente
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vive su un piano umano diverso da quello che predicate
voi? "
- Questo è vero Maurizio era partito…
intervenni, cercando di interromperlo. Ma ormai
- "Se la Chiesa ha lo Spirito di Dio, come dite, avrebbe
dovuto capire i problemi del mondo operaio, prima che
prendessero piede le ideologie socialiste e comuniste
che hanno fatto tanta breccia sulle masse operaie.
Perché la Chiesa non è mai stata con il mondo degli
operai o dei poveri, al di là delle parole.
- Qualcche tentativo…- provai ad intervenire -
- Vorrei una Chiesa che sapesse attrarre ed
entusiasmare i giovani, almeno quanto un cantante o un
bullo in mutande che corre dietro a una palla.
Se il Giubileo è stato un grande momento di
maturazione per i giovani, dove erano questi giovani
quando i loro coetanei distruggevano Genova in
occasione del
G 8. Probabilmente la stragrande
maggioranza dei giovani non si sono neppure accorti del
Giubileo e comunque non stanno ad ascoltare voi.
Come voi non ascoltate mai loro.
Quest'ultima frase, poi, mi sembrò una frecciata precisa e
tremenda
- Anche i grandi avvenimenti della Chiesa: - continuò
imperterrito Maurizio - il Concilio, il Giubileo, i vari
Convegni nazionali, le Assemblee dei Vescovi, i viaggi
del Papa, tutti i suoi discorsi… incidono ben poco nella
vita della Chiesa e ancor meno in quella della gente
comune.
E non hanno neppure cambiato in profondità la Chiesa
Istituzione; non l'ha resa più umile, più dialogante con
l'uomo della strada.
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Vorrei una Chiesa esplosiva, continuamente
propositiva e originale, che mi sorprendesse con le sue
trovate; che fosse aperta al progresso e alle novità; che
mi aiutasse a giudicare con spirito critico la realtà
sociale e politica che stiamo vivendo; come fanno alcuni
bravi giornalisti.
Vorrei che qualche volta dubitasse della sua
sicurezza, che fosse più problematica nelle sue
affermazioni. La Chiesa e il Papa non sono Gesù
Cristo.
Anche quest'ultima frase mi sembrò forte:
meriterebbe un approfondimento,
- pensavo tra me e me - Al Papa tutti
battono le mani, a Cristo invece tante
legnate. Qualche fischio potrebbe essere più
salutare di un applauso.
- continuava a dire come
in un torrente in piena il mio amico - che la Chiesa,
come Istituzione, è così bene strutturata, organizzata,
programmata, forte, sicura.…
che lo Spirito difficilmente può trovare spazio e ascolto
all'interno della sua stessa Chiesa…
Speravo che il Concilio e poi il Giubileo portassero
una rivoluzione nella Chiesa:
- il riconoscimento, per esempio, del sacerdozio dei
battezzati,
- che mettesse in maggior risalto il ruolo della Parola di
Dio all'interno della Chiesa e non continuasse a celebrare
Sacramenti tipo "self-service",
- che insistesse sulla necessità di unire la Messa alla
lavanda dei piedi. La Messa non può essere disgiunta dal
momento della carità,
-
Io ho una convinzione
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- - che rivedesse il suo modo di presentarsi al Mondo,
come avesse ricevuto un "potere": autoritario, burocratico,
maschilista, trionfalistico, in difesa ad oltranza dei propri
privilegi, ancorata alla conservazione dell'esistente.
- - che non sentisse il bisogno di pronunciarsi sempre
su tutto; di fare discorsi, encicliche, prediche, lettere
pastorali, che nessuno legge.
- E' proprio vero - intervenni - forse dovremmo parlare un po’ meno noi
preti, Vescovi e Papa compreso.
Come pure i politici, i giudici, gli amministratori sociali dovrebbero
presentarsi meno nei programmi televisivi e agire di più, in silenzio.
Anche quando tentavo di inserirmi nella
conversazione, per dare un taglio diverso al dialogo,
Maurizio non avvertiva neppure l'interruzione, lui
continuava imperterrito.
-- La Chiesa, con certi suoi atteggiamenti e certe prese
di posizione rigide, sta perdendo credibilità.
Non so se hai notato,
- disse rivolgendosi
direttamente a me, come se anche altri stessero
ascoltando - il generale appiattimento delle comunità
parrocchiali, sempre più assimilabili a centrali per la
distribuzione di Sacramenti. Ormai la gente viene dal prete
quando ha bisogno del Battesimo, della Messa di Prima
Comunione per il loro bambino, di confessarsi…come se la
Chiesa fosse un "distributore di Sacramenti"
Io ascoltavo, mi rendevo conto che quanto diceva, era in
parte vero, perciò quella volta ritenni più opportuno ascoltare e
tacere.
Mentre parlava, pensavo: "Non sta mettendo in discussione
"Gesù Cristo" e neppure il Vangelo.
Sul resto ha pieno diritto di critica.
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D'altra parte, avrei dovuto buttarmi in una discussione
infinita ? E quando mai le discussioni sulla fede hanno portato
qualcuno alla fede?
Tuttavia mi rendo conto che i dubbi e le provocazioni
sollevate da Maurizio meritano una risposta.
Perciò ritengo, in questo periodo di Quaresima, che sia
necessario fare Pasqua (= passaggio).
La comunità cristiana deve fare Pasqua: compiere cioè
alcuni PASSAGGI.
- meno Sacramenti
e più Parola di Dio
Significa che prima di chiedere un Sacramento, è
necessario percorrere un cammino di formazione, che è dato dalla
Parola di Dio, letta, commentata, pregata in comunità.
Il Sacramento non è obbligatorio, la preparazione, alla luce
della Parola di Dio, sì
- da una Chiesa "società"
- a una Chiesa "Comunità"
In una famiglia non c'è spazio per il trionfalismo o il
protagonismo di qualcuno, né per l'integrismo, il paternalismo o
il maschilismo del capofamiglia o del fratello maggiore.
In una famiglia il clima è quello del dialogo, dell'ascolto,
del perdono, dell'affetto, della comprensione…
- da più Messe. Celebriamo troppe Messe; come se volessimo
correre dietro ai desideri dei fedeli offrendo loro, in una nuova
forma di super-market, la Messa a tutte le ore e in maniera
sbrigativa.
a una Messa che sia più Messa: celebriamo meno Messe,
magari una sola alla domenica, ma più preparata, partecipata da
una Comunità abbastanza numerosa per poter fare festa; celebrata
con più libertà e originalità.
- da una Chiesa istituzione e di potere
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a una Chiesa evangelica, povera, essenziale.
- da una Chiesa troppo clericale e maschilista
a una Chiesa in cui i laici vivano il loro sacerdozio
battesimale
- da una Chiesa che parla di se stessa,
a una Chiesa che parla di Gesù Cristo.
- da una Chiesa che parla fin troppo
ad una chiesa che ascolta
- da una morale in cui tutto sembra peccato
alla formazione di una coscienza personale.
- da una Chiesa che impone ( es. la conversione dei pagani,
il battesimo a tutti i costi,
l'ora di religione nelle scuole)
a una Chiesa che propone,
- da una Chiesa conservatrice,
a una Chiesa con la capacità di cambiare, di rinnovarsi, di
essere originali e sempre nuovi,
- da una religiosità (preghiere, riti, feste, tradizioni )
tradizionale e povera di contenuti biblici e teologici,
a una religiosità più biblica, più cristologia, più
comunitaria, più missionaria, più umana,
- da una catechesi incentrata sui bambini (battesimo,
Confessione in 3° elementare, Messa di Prima Comunione,)
alla formazione, degli adulti, delle famiglie,
- dal prete tutto-fare
al prete che fa il prete.
- da una pastorale del "fare tutto" (preghiere, liturgie,
sacramenti, canti, benedizioni, catechesi, patronato, Azione
Cattolica, attività sportive, gite, pellegrinaggi, calcio, sagra,
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ammalati, anziani, bambini, famiglie in difficoltà, immigrati,
gruppo missionario, stampa cattolica, offerte, lavori, ufficio….)
a una pastorale dell'essere, della carità.
Conclusione:
Venendo a Mandriola avevo questo programma, in mente.
E a meno che qualcuno non mi convinca che è solo utopia e
ideale irrealizzabile…su questa linea io continuerò a muovermi;
nella speranza di trovare qualcuno in questa comunità cristiana
disposto a condividerlo e a darmi una mano.
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