14 Personal n PRIMO PIANO n n n Tecnologia Ideato a Firenze un sistema di sensori per monitorare le vigne Il chip si scopre enologo Attraverso una rete di nodi informatici si possono verificare anche a distanza le condizioni ambientali del terreno di Cristina Cimato U n tempo i produttori di vino piantavano una rosa nella vigna perché attraverso questo fiore molto delicato e sensibile alle condizioni ambientali erano in grado di monitorare il vigneto. La rosa ora viene sostituita da piccoli sensori che comunicano fra loro attraverso una rete di nodi informatici e che controllano in modo costante le condizioni del vigneto, dall’umidità alla temperatura fino a eventuali anomalie che possono compromettere il prodotto finale. Di questo si discuterà a Firenze domani in occasione di un convegno legato al progetto europeo di tecnologie applicate alla produzione alimentare denominato Good food. «Il modello che stiamo mettendo a punto», afferma il professor Giancarlo Manes, ordinario di elettronica dell’Università degli Studi di Firenze e coordinatore del progetto Ambient intelligence di Good food, «si basa su una serie di sensori posizionati lungo i filari della vigna che controllano diversi parametri, come per esempio la temperatura del terreno e il colore delle foglie. Inoltre stiamo sviluppando, con Intel e Motorola, una tecnologia chiamata Wireless sensor network che si basa sulla costituzione di nodi che funzionano secondo il protocollo di internet e quindi che comunicano tra loro i dati per poi trasmettere un messaggio unitario che sia la somma di tutte le singole rilevazioni dei sensori». Parte del modello si sta già testando nell’azienda agricola di Montepaldi, di proprietà dell’Università di Firenze. Qui si è già sviluppata la rete di trasmissione composta da 20 nodi e presto si procederà alla realizzazione dei sensori che devono comunicare con il IL QUOTIDIANO DEI MERCATI FINANZIARI Telefono: 02-58.21.91 e-mail: [email protected] Direttore ed editore: Paolo Panerai (02-58219209) Direttore ed editore associato: Gabriele Capolino (02-58219227); Direttore: Enrico Romagna-Manoja (02-58219215); Vicedirettore: Rosario Dimito (Banche e intermediari creditizi, 02-58219316) Caporedattore centrale: Alessandro Wagner (02-58219798). Capiredattori: Antonio Satta (Roma 06-69760847), Roberto Sommella (Inchieste 06-69760866). Vicecapiredattori: Carla Ferron (02-58219388), Lucio Sironi (02-58219228). Capiservizio: Manuela Brambati (02-58219205), Teresa Campo (02-58219471), Ester Corvi (ufficio studi 02-58219317), Stefania Peveraro (02-58219401), Francescopaolo Tarallo (02-58219349), Angela Zoppo (Roma 06-69760831). 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Tra un anno sarà pronto il primo sito-pilota che deve dimostrare l’efficacia del modello, questo poi verrà adattato a esigenze legate ai diversi settori produttivi. «Come primo caso applicativo infatti», conclude Manes, «abbiamo scelto il vino perché rappresenta al meglio un prodotto per cui l’impatto di queste nanotecnologie può avere molta importanza, vista l’influenza che le diverse condizioni ambientali esercitano sul valore finale del prodotto». (riproduzione riservata) Mercoledì 14 Luglio 2004 Teatro di Elena Correggia A Milano la satira va a nozze con Brecht È un banchetto in salsa agrodolce quello raccontato da Bertolt Brecht ne Le nozze dei piccolo borghesi, una pièce messa in scena con frizzante umorismo dalla Compagnia Teatri Possibili del Teatro Libero di Milano. Lo spettacolo, diretto da Corrado d’Elia, smaschera con garbo e pungente ironia le meschinità di un mondo che vive solo di apparenze e convenzioni sociali. Sul palco, gli sposi e gli invitati dimenticano ben presto i sorrisi stereotipati e le frasi di circostanza per lanciarsi velenose frecciate, svelando verità scomode e imbarazzanti. Il gioco della farsa è sostenuto da un ritmo crescente di battute esilaranti, che portano alla luce in modo sempre più palese le miserie e le fatue preoccupazioni della realtà piccolo-borghese. Fra cibi, bevande e balli che surriscaldano l’atmosfera, si procede a un’impietosa condanna delle ipocrisie su cui sono costruite le relazioni familiari. Alla demolizione del decoro di facciata contribuisce materialmente anche l’arredamento, che cade a pezzi fino allo sfacelo finale. La leggerezza dei toni non impedisce però una riflessione più profonda sull’ottuso comportamento dei personaggi, che agiscono meccanicamente come burattini e, schiavi del loro ruolo, diventano facili prede dell’altrui volontà. Le nozze dei piccolo borghesi, di Bertolt Brecht. Milano, Teatro Libero. Fino al 17/7. Martedì riposo. Orario: 21. Biglietti: intero 15 euro, ridotto 11. (riproduzione riservata)