Il chip si scopre enologo

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n PRIMO PIANO n
n n Tecnologia Ideato a Firenze un sistema di sensori per monitorare le vigne
Il chip si scopre enologo
Attraverso una rete di nodi informatici si possono verificare
anche a distanza le condizioni ambientali del terreno
di Cristina Cimato
U
n tempo i produttori di vino piantavano una rosa
nella vigna perché attraverso questo fiore molto delicato
e sensibile alle condizioni ambientali erano in grado di monitorare il vigneto. La rosa ora viene sostituita da piccoli sensori che
comunicano fra loro attraverso
una rete di nodi informatici e che
controllano in modo costante le
condizioni del vigneto, dall’umidità alla temperatura fino a eventuali anomalie che possono compromettere il prodotto finale. Di
questo si discuterà a Firenze domani in occasione di un convegno
legato al progetto europeo di tecnologie applicate alla produzione
alimentare denominato Good
food. «Il modello che stiamo mettendo a punto», afferma il professor Giancarlo Manes, ordinario di
elettronica dell’Università degli
Studi di Firenze e coordinatore del
progetto Ambient intelligence di
Good food, «si basa su una serie
di sensori posizionati lungo i filari della vigna che controllano diversi parametri, come per esempio la temperatura del terreno e
il colore delle foglie. Inoltre stiamo sviluppando, con Intel e Motorola, una tecnologia chiamata
Wireless sensor network che si
basa sulla costituzione di nodi che
funzionano secondo il protocollo
di internet e quindi che comunicano tra loro i dati per poi trasmettere un messaggio unitario
che sia la somma di tutte le singole rilevazioni dei sensori». Parte del modello si sta già testando
nell’azienda agricola di Montepaldi, di proprietà dell’Università
di Firenze. Qui si è già sviluppata la rete di trasmissione composta da 20 nodi e presto si procederà alla realizzazione dei sensori
che devono comunicare con il
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network. «La prospettiva», continua Manes, «è quella di realizzare un sistema in grado elaborare
i dati, interpretarli così da fornire
al viticoltore i risultati del monitoraggio in modo semplice attraverso un computer e dare consigli pratici su come risolvere il problema all’interno del vigneto: cosa è necessario fare e quale anomalia si è verificata». Tra un anno sarà pronto il primo sito-pilota che deve dimostrare l’efficacia
del modello, questo poi verrà adattato a esigenze legate ai diversi
settori produttivi. «Come primo caso applicativo infatti», conclude
Manes, «abbiamo scelto il vino
perché rappresenta al meglio un
prodotto per cui l’impatto di queste nanotecnologie può avere molta importanza, vista l’influenza
che le diverse condizioni ambientali esercitano sul valore finale del prodotto». (riproduzione
riservata)
Mercoledì 14 Luglio 2004
Teatro
di Elena Correggia
A Milano la satira
va a nozze con Brecht
È
un banchetto in salsa
agrodolce quello raccontato da Bertolt Brecht ne
Le nozze dei piccolo borghesi, una pièce messa in
scena con frizzante umorismo dalla Compagnia Teatri
Possibili del Teatro Libero di
Milano. Lo spettacolo, diretto da Corrado d’Elia, smaschera con garbo e pungente
ironia le meschinità di un mondo che vive solo di apparenze e convenzioni sociali. Sul palco, gli sposi e gli invitati dimenticano ben
presto i sorrisi stereotipati e le frasi di circostanza per lanciarsi velenose frecciate, svelando verità scomode e imbarazzanti. Il gioco
della farsa è sostenuto da un ritmo crescente di battute esilaranti,
che portano alla luce in modo sempre più palese le miserie e le fatue preoccupazioni della realtà piccolo-borghese. Fra cibi, bevande
e balli che surriscaldano l’atmosfera, si procede a un’impietosa condanna delle ipocrisie su cui sono costruite le relazioni familiari. Alla demolizione del decoro di facciata contribuisce materialmente
anche l’arredamento, che cade a pezzi fino allo sfacelo finale. La leggerezza dei toni non impedisce però una riflessione più profonda
sull’ottuso comportamento dei personaggi, che agiscono meccanicamente come burattini e, schiavi del loro ruolo, diventano facili prede dell’altrui volontà. Le nozze dei piccolo borghesi, di Bertolt
Brecht. Milano, Teatro Libero. Fino al 17/7. Martedì riposo. Orario:
21. Biglietti: intero 15 euro, ridotto 11. (riproduzione riservata)
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