LAVORO ETICA DIRITTO Direttore Edoardo Ghera Sapienza Università di Roma Comitato scientifico Giuseppe Bronzini Lorenzo Zoppoli Corte Suprema di cassazione Università degli Studi di Napoli Federico II Fabio Massimo Gallo Marina Brollo Corte d’Appello di Roma Università degli Studi di Udine Luigi Iavarone Stefano Bellomo Consiglio Nazionale delle Ricerche Università degli Studi di Perugia Antonio Pileggi Roberto Pessi Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” LUISS “Guido Carli” Domenico Garofalo Università degli Studi di Bari Aldo Moro Carlo Coco Tribunale di Bologna Giampiero Proia Alan Neal University of Warwick Giuseppe Casale Organizzazione Internazionale del Lavoro Pietro Ichino Università degli Studi Roma Tre Università degli Studi di Milano Senato della Repubblica Fabrizio Miani Canevari Giovanni Mammone Corte Suprema di Cassazione Corte Suprema di Cassazione LAVORO ETICA DIRITTO La collana dedica particolare attenzione ai rapporti tra il diritto del lavoro e società nel sistema italiano ma tenendo conto della collocazione europea e globale del nostro Paese e della nostra economia con sconfinamenti anche di carattere interdisciplinare. Luigi Iavarone / Fabio Massimo Gallo Stefano Ferracuti /Paolo Arbarello Etica del lavoro e mobbing Copyright © MMXII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, /A–B Roma () ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: dicembre Indice Introduzione Luigi Iavarone Mobbing e diritto Fabio Massimo Gallo Analisi e gestione dei rischi lavorativi Luigi Iavarone I rischi di natura psicosociali Luigi Iavarone Il d.lgs. / e la valutazione del rischio mobbing Luigi Iavarone Mobbing, metodologia della valutazione psichiatrica Stefano Ferracuti Il ruolo del medico legale nei casi di mobbing Paolo Arbarello Etica del lavoro e mobbing ISBN 978-88-548-5133-7 DOI 10.4399/97888548513371 pag. 9–11 (dicembre 2012) Introduzione L I Indubbiamente cattivo è colui che, abusando del proprio ruolo di potere e prestigio, commette ingiustizie e violenza a danno dei suoi simili; infinitamente più cattivo è colui che, pur sapendo dell’ingiustizia subita da un suo simile, tacendo, acconsente a che l’ingiustizia venga commessa. E, in A. Einstein, S. Freud, Perché la guerra? L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Con questo incipit straordinario i Padri costituenti pongono un’importante pietra miliare: l’Italia non può fondarsi sul privilegio e sullo sfruttamento del lavoro altrui. La Costituzione attribuisce quindi al lavoro un ruolo centrale ma, ad oltre sessant’anni dalla sua approvazione, la società italiana è profondamente mutata. È cambiata la cultura e l’organizzazione del lavoro e di riflesso il rapporto tra le persone e il lavoro. Le aziende, per “reggere” la dinamicità dei mercati sono costrette ad affrontare notevoli costi in risorse umane e strumenti tecnologici che coinvolgono l’intera filiera lavorativa. Inoltre, il ricorso a sistemi gestionali flessibili è un fenomeno sempre più in crescita, con conseguenze non trascurabili sia per le imprese, costrette a trovare nuovi e più efficaci modelli di “strategia organizzativa”, sia per i dipendenti stessi che, chiamati a vivere in un ambiente lavorativo in continua evoluzione, devono rivedere i “fattori” di gravitazione su Introduzione cui riporre attenzione per la propria sicurezza. Nonostante la rilevanza di questi cambiamenti, il lavoro costituisce per tutti un elemento d’identità e di definizione di sé. In sostanza, si è anche in relazione a ciò che si fa. L’incertezza sul futuro e la difficoltà ad accettare sradicamenti socio–culturali costituiscono elementi di significativa influenza sulla qualità della vita e sul benessere psicologico. D’altronde, l’attuale quadro lavorativo contempla una flessibilità esasperata che ha come logica conseguenza l’affacciarsi prepotente di patologie di natura psico–sociale. Ansia, instabilità emotiva, depressione, rabbia, stress, mancanza di autostima e senso di fallimento personale sono sensazioni molto comuni e sempre più frequenti tra i lavoratori. Lo stress derivante dalla difficoltà ad adattarsi a un mercato del lavoro sempre più competitivo e precario e la contemporanea presenza di apparecchiature complesse e innovative generano una strana combinazione di affaticamento cognitivo e disagio, provocando tensione e aumento di conflitti relazionali che, se mal gestiti, facilitano la comparsa di malesseri fisici e psichici. È il cosiddetto rischio da “lavoro umano” che coinvolge la sfera psico–sociale, creando disagi psicologici fino allo sviluppo di vere e proprie malattie riconducibili a quello che oggi viene più comunemente denominato “fenomeno mobbing”. Il presente lavoro si propone di individuare i percorsi utili per contrastare un fenomeno poliedrico e “intangibile”, qual è appunto il mobbing, le cui dinamiche comportamentali non sono facilmente classificabili. In particolare, è stata data molta importanza all’analisi della “valutazione del rischio” nei luoghi di lavoro, spesso disconosciuta ai più, identificando gli elementi che caratterizzano il mobbing e che ci permettono di riconoscerlo, per poi proporre griglie di analisi dei fattori che concorrono a determinare le condizioni favorenti il mobbing stesso. In tale ottica la trattazione è stata suddivisa in più parti, di cui la prima affronta gli aspetti giuridici del problema, esaminandone l’evoluzione sotto il profilo storico e giurisprudenziale. La seconda è dedicata all’analisi dei rischi lavorativi, alla valutazione e quantificazione del rischio mobbing, ai soggetti titolari della prevenzione e protezione dei luoghi di lavoro e alle situazioni che favoriscono tale fenomeno, con particolare riguardo all’uso di modelli per la sua quantificazione. Introduzione La terza espone una dettagliata disamina delle patologie psichiatriche derivanti dal fenomeno in questione. La quarta, e ultima parte, tratta il delicato e complesso compito che attiene la figura del medico legale nella valutazione del danno da mobbing. L’intento degli Autori è di contribuire, seppure in minima parte, a far emergere il preoccupante fenomeno, riportando in primo piano i valori fondamentali della cultura sociale–solidale, in cui l’uomo rappresenta l’elemento centrale e fondante di una vera politica etica del lavoro.