Mobbing: conseguenze sull’individuo e sul nucleo familiare, ricadute sociali e individuali. Raffaele Castiglioni P R E M E S S A (ascoltare l’utente) I parte. LAVORO E MALI PSICHICI II parte. REQUISITI DEL “VERO” MOBBING III parte. EPILOGO GIUDIZIARIO PREMESSA (ascoltare l’utente) E’, in senso estensivo, un “primo colloquio”; nel senso che A e R hanno il loro primo colloquio; ma è episodio contingente, che non lascia tracce durevoli né in A né in R Newton. Lo spettacolo della scienza, n. 5, maggio 1996, RCS Periodici spa RIML, XXIV, 2002, p.679 Strumenti della psicopatologia descrittiva sono l'osservazione accurata e la valutazione empatica dell'esperienza soggettiva. Empatia e comprensione non sono collusione. "Empatia come termine psichiatrico significa letteralmente 'sentirsi nei panni di un altro'. …Nella psicopatologia descrittiva il concetto di empatia è uno strumento che deve essere usato con abilità per misurare lo stato soggettivo di un'altra persona, impiegando come criterio le capacità dell'osservatore di avere esperienze emotive e cognitive" A. Sims, Introduzione alla psicopatologia descrittiva, Cortina, 2000, p. 30 Comprendere è un modello che "mette in secondo piano le classificazioni e le categorizzazioni e privilegia l'ascolto per cogliere dal di dentro la conflittualità e la sofferenza umana. …Il periziando è qui collocato in una dimensione di intersoggettività attraverso la quale ci si sforza di mettere su di un piano di parità la comunicazione e la comprensione. Il paziente non è visto come un oggetto da sezionare e ricondurre a classi psicopatologiche che sacrificano ogni altro aspetto al di là di quello puramente valutativo" U. Fornari, Trattato di Psichiatria Forense, UTET, 1997, p. 126 I parte LAVORO E MALI PSICHICI "Le cause patogene sono precise. Ripetitività dei gesti e parcellizzazione operativa conducono a una riduttività della persona; l'uomo e la donna diventano subalterni al ciclo produttivo anziché dominarlo. Da questa dipendenza si passa alla perdita del significato di lavoro, sino alla progressiva dequalificazione – più o meno inconscia – e la difetto di identità: l'atomizzazione della persona all'interno del ciclo produttivo porta all'anonimato di se stessi sino alla depersonalizzazione"; inoltre "Ritmi e tempi di lavoro, orari prolungati, pendolarità, insufficienza delle pause di recupero, e di ristoro per i pasti, non provocano soltanto un'astenia muscolare: sono già un fatto patologico sia in senso psicofisico che economico” M. Gaglio, Essere o malessere. Le neurosi viscerali, Feltrinelli, 1977, pp. 159-60 “Oggi il fatto che molti operai facciano delle assenze ‘ingiustificate’ e imporovvise dal luogo di lavoro viene designato come assenteismo: …Un medico del lavoro ha identificato qualche anno fa molto acutamente il problema, affermando che non si tratta tanto di chiedersi i perché dell’assenteismo, quanto piuttosto i perché di un enigma psicologico opposto: il presentismo” G. Jervis, Manuale critico di psichiatria, Feltrinelli, 1975, p. 185 Fra i ‘Problemi Psicosociali e Ambientali’ il DSM elenca i ‘Problemi Lavorativi’, ossia “disoccupazione; minaccia di perdere il lavoro; orario di lavoro stressante; condizioni di lavoro difficili; insoddisfazione lavorativa; cambiamento di lavoro; disaccordo con il principale o con i compagni di lavoro” La letteratura medico-legale ha descritto, come quadri tipici (anche se non esclusivi, né patognomonici) del demansionamento e del mobbing il ‘Disturbo dell’Adattamento’ e il ‘Disturbo Post-traumatico da stress’ (R. Gilioli e Coll., Un nuovo rischio all'attenzione della medicina del lavoro: le molestie morali (mobbing) ‘Consensus Document’, in Tagete, 3, 2001, p. 66; anche in La medicina del Lavoro, vol.92, 1, 2001) “La caratteristica fondamentale di un Disturbo dell'Adattamento è lo sviluppo di sintomi emotivi o comportamentali clinicamente significativi in risposta a uno o più fattori psicosociali stressanti identificabili. I sintomi devono svlupparsi entro 3 mesi dall'esordio del fattore o dei fattori stressanti (Criterio A). La rilevanza clinica della reazione è indicata dal notevole disagio, che va al di là di quello prevedibile in base alla natura del fattore stressante, o da una significativa compromissione del funzionamento sociale o lavorativo (scolastico) (Criterio B). ...Comunque i sintomi possono persistere per un periodo prolungato (cioè, più di 6 mesi) se si manifestano in risposta ad un fattore stressante cronico (per es., una condizione medica generale cronica e invalidante) o ad un fattore stressante che ha conseguenze durature (per es., difficoltà finanziarie ed emotive che derivano da un divorzio)” Nella sezione del DSM IV dedicata ai Disturbi d'Ansia si descrivono le categorie diagnostiche del Disturbo-Post- traumatico da Stress. I sintomi tipici “seguono l'esposizione ad un fattore traumatico estremo che implica l'esperienza personale diretta di un evento che causa o può comportare morte o lesioni gravi, o altre minacce all'integrità fisica; o la presenza ad un evento che comporta morte, lesioni o altre minacce all'integrità fisica di un'altra persona; o il venire a conoscenza della morte violenta o inaspettata, di grave danno o minaccia di morte o lesioni sopportate da un membro della famiglia o da altra persona con cui è in stretta relazione (Criterio A1). La risposta della persona all'evento deve comprendere paura intensa, il sentirsi inerme o il provare orrore (oppure, nei bambini, la risposta deve comprendere comportamento disorganizzato o agitazione) (Criterio A2). (1-segue) I sintomi caratteristici che risultano dall'esposizione ad un trauma estremo includono il continuo rivivere l'evento traumatico (Criterio B), l'evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma, l'ottundimento della reattività generale (Criterio C), e sintomi costanti di aumento dell'arousal (Criterio D). Il quadro sintomatologico completo deve essere presente per più di 1 mese (Criterio E), e il disturbo deve causare disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti (Criterio F)”. (2-fine) “…subisco continui soprusi da parte dei colleghi …alcuni mi sono penetrati in casa e hanno portato via dei documenti …il medico competente è d'accordo il medico di base …tutta una mafia …ho contattato degli avvocati, ma nessuno è motivato a fare qualcosa …sono stata da uno specialista per l'ipertensione …anche lui è stato contattato dall'ufficio …sono implicate le organizzazioni sindacali …il Ministero del Lavoro …mi sono accorta che tutto ciò che dicevo era spiato …c'era collegamento con le battute dei miei colleghi …una volta ho trovato la macchina senza i copricerchi …non so quanto sia attribuibile al lavoro” (A.B. 1951) "...in agosto sono cominciate grosse crisi d'ansia ...problemi di insonnia micidiale ...vagavo per ore di notte ...avevo scoppi di aggressività nei confronti dei figli ...avvertivo spasmi al torace ...alterazioni del ritmo cardiaco ...che controllavo con del Lexotan ...poi sono entrato in malattia ...allora mi hanno massacrato ...mi hanno perfino svuotato i cassetti della scrivania ...adesso ...sto discutendo questi problemi con una psicologa ...forse ...va appena un po' meglio ...ma disturbi ne ho ancora ...dormire ...dormo ancora poco ...prendo del Minias ...però, anche se dormo, è un problema ...perché aumenta l'ansia ...dopo tre o quattro ore mi sveglio di soprassalto con tachicardie micidiali ...perché non controllo la situazione ...a volte sento il cuore nella stanza come in stereofonia ...come se il cuore fosse fuori, nelle casse dello stereo ...per fortuna queste sensazioni capitano una o due volte al mese ...vivo in una mansarda al quarto piano ...con un sottotetto e un terrazzino ...mi sento vulnerabile ...devo controllare tutte le vie d'accesso ...ho perso interesse ...voglia di fare ...ero sempre attivo ...cucinavo, anche discretamente ...adesso non ho più voglia ...non faccio sport da parecchio ...non m'interessa più niente" (M.D., 1956) “...tutto questo sta pervadendo anche la vita privata ...sto perdendo fiducia e stima da parte della mia famiglia ...prima a casa ci andavo ogni fine settimana ...adesso ci vado poco ...ho due figli ...dicono che non credono assolutamente che si possa essere penalizzati come io riferisco, senza esserci da parte mia un qualcosa che io nascondo e che si configura, secondo loro, in una sorta di reato ...il mio stato psicologico influisce negativamente nei rapporti con la famiglia ...come padre di famiglia la mia credibilità è sotto la pianta delle scarpe ...anch'io ho perso fiducia in me stesso ...e di rado ...dico di rado ...mi viene qualche tragico pensiero ...nei momenti di maggior flessione psicologica ...mia moglie lavora pesante ...dice 'lasciatemi un po' in pace, se devo sopportare anche te'“ (M.S., 1951) “...non sono laureato e tutto quello che ho fatto è stato frutto di sforzi personali ...prima era una vita tranquilla e felice anche se il lavoro mi prendeva molto tempo ...ultimamente [nel periodo di mobbing] già cominciavo a non dormire ...ma tiravo avanti lo stesso ...alla fine mi hanno licenziato...da aprile ...ho fatto il primo mese stupido a piangere ...perché non capivo ...poi ho cominciato a far girare curricoli ...niente ...sono ingrassato di cinque chili ...mi sento stanco fisicamente ...mangio di tutto ...non so ...questo mi crea anche disturbi fisici non essendo abituato a queste quantità di cibi ...avverto stanchezza ...emicranie ...viaggio con la Cibalgina dappertutto ...a casa ...in macchina ...alla sera faccio fatica a prendere sonno ...vado a letto molto tardi ...adesso mi è anche esplosa una rabbia dentro ...passo due ore tutte le sere a pensarci prima di addormentarmi ...non ho mai reagito perché ci tenevo a rimanere nel gruppo ...non sono mai stato aggressivo ...qualcosa in me è cambiato” (M.G., 1962) Pesanti le ripercussioni sulla vita familiare: “...è una situazione difficilissima ...sono a casa da aprile ma ho problema a parlarne con le figlie ...una di sedici e l’altra di undici anni ...non voglio appesantirle anche di un problema di questo tipo ...finora non sanno niente ...esco al mattino e rientro alla sera ...o sto da qualche amico ...o sono in ufficio da qualche interlocutore per vedere se salta fuori qualcosa ...oppure vado a casa di mia mamma ...mia moglie ha cercato di spronarmi a cercare ...magari anche lavori meno soddisfacenti rispetto alla posizione di prima ...magari anche per conto mio ...ma è difficile avere mandati ...così adesso dice che ho perso iniziativa e penso solo a estraniarmi da tutto ...io rispondo che la dimostrazione di aver fatto qualcosa di importante l’ho data ...è che non vedo sbocchi ...il mercato è quello che è” (M.G., 1962) “...è stata una cosa del tutto inaspettata ...adesso mi trovo in uno stato di avvilimento ...sono nella situazione che devo cambiare casa ma non ho occupazione ...mia moglie lavora ...ma essendo sempre stato io il capofamiglia ...‘capofamiglia’ è un termine un po’ vecchio ...forse dipende dalla mia famiglia ...mi trovo in uno stato di inferiorità ...da una parte c’è poca disponibilità dell’azienda nel rivedere le condizioni ...dall’altra c’è qualche pressione in famiglia per risolvere velocemente il problema ...mia moglie preferirebbe che lasciassi perdere e trovassi qualcosa anche di livello inferiore ...ma questo è in conflitto con il mio modo di essere ...così nascono attriti familiari ...forse accettando ruoli inferiori non avrei più quel ruolo di capofamiglia che sentivo di avere ...trovo difficoltà a fare le cose che quotidianamente facevo in precedenza ...adesso tendo a non farle ...per esempio ...attività sportiva ...piuttosto che uscire con amici ...o altro ...uscire in compagnia mai più ...perché inevitabilmente si finisce sul discorso e in non ne volgio parlare ...mi sto isolando” (M.G., 1968) II parte REQUISITI DEL “VERO” MOBBING Non tutte le avversità lavorative, né tutti i comportamenti vessatori – di capi e colleghi – sono “mobbing” Ege detta sette parametri per il riconoscimento del mobbing: 1) ambiente lavorativo 2) frequenza 3) durata 4) tipo di azioni 5) dislivello fra antagonisti 6) andamento a fasi successive 7) intento persecutorio 1) Il conflitto si deve svolgere in ambiente lavorativo 2) Frequenza. Le azioni ostili devono verificarsi almeno alcune volte al mese (salvo il caso cosiddetto ‘sasso nello stagno’) 3) Durata: il conflitto deve perdurare da almeno sei mesi (tre mesi nel cosiddetto ‘quick mobbing’) 4) Almeno due dei seguenti tipi di azioni (salvo il caso cosiddetto ‘sasso nello stagno’) a) attacchi ai contatti umani b) isolamento sistematico c) cambiamento di mansioni d) attacchi contro la reputazione e) violenza o minacce f) altre azioni 5) Il mobbizzato è in posizione di inferiorità rispetto al mobber. Non necessariamente nel senso di dislivello gerarchico, ma piuttosto perché il mobbizzato è psicologicamente debole, non ha capacità di difendersi ed è destinato alla sconfitta 6) Andamento secondo fasi successive significa che “la vicenda ha raggiunto almeno la II fase (= l‘inizio del mobbing’) del modello italiano secondo Ege 7) Intento persecutorio. Le azioni vessatorie hanno intento ostile e negativo nei confronti della vittima ‘Sasso nello stagno’ = concorso di: a) singola azione ostile fondamentale, i cui effetti permangono anche quando si è esaurita b) almeno due altre azioni ostili, di tipo diverso da quella principale c) le azioni secondarie sono attuate da mobber diversi ‘Quick mobbing’ = il conflitto esplode immediatamente in tutta la sua forza, saltando la fase preliminare; ci sono anche azioni ostili quasi quotidiane, di almeno tre tipi diversi III parte EPILOGO GIUDIZIARIO "Alla lotteria della Cassazione. Finalmente conosciamo i numeri da giocare al lotto senza il timore che siano denari scommessi avventatamente. E' necessario istituire subito una grande lotteria giudiziaria per fare Bingo sull'esito delle sentenze". I numeri tratti dalla sentenza in questione sono 3-22-7-25-50, "tutti da giocare sulla ruota di Roma, nella lotteria della Cassazione, anzi del Palazzaccio" (Il Sole 24 ore del 26 gennaio 1997, p. 25, dopo la settima sentenza conclusiva di un clamoroso caso giudiziario) "Specialmente dall'epoca barocca l'ambiente italiano coltiva una retorica del diritto, dove i fatti contano meno delle parole e il gusto tende al gesto declamatorio: nasce da questa cultura parolaia l'iperbole secondo cui iudex est peritus peritorum" (F. Cordero, Procedura penale, 1996, p. 672) Troppo grande è il numero dei medici e dei chirurgi, che con somma audacia profanano li misteri della forense medicina, di cui non conobbero le elementari istituzioni. …Quindi nascono i lamenti dei medici dotti ed onorati; l'obrobrio di una nobilissima parte della medicina; gli inganni dei tribunali; la violazione dei diritti dell'uomo, e la mala amministrazione della giustizia. (Tortosa, 1836) "Esistono tre tipi di bugiardi: il comune bugiardo, il dannato bugiardo, e l'expert witness" (Foster, Expert testimony. Prevalent complaints and proposed remediesi, in Harvard L.R., 1897, v. 11, p. 169) "Il disprezzo di giudici e avvocati (per gli esperti) è noto. Essi regolarmente descrivono gi expert witness come prostitute" (Gross, Expert evidence, in Wisconsin L.R., 1991, p. 1113) La "scienza spazzatura" è "il catalogo di ogni tipo di errore possibile ed immaginabile: dragaggio dei dati, illusione, feroce dogmatismo, e, talvolta, frodi integrali" (Huber, Galileo,s revenge, Junk science in courtroom, New York, 1993) DANNO BIOLOGICO = lesione dell’integrità psicofisica della persona, suscettibile di accertamento medico-legale d.lgs. 23.2.00, n. 38, art. 13 l. 5.3.01, n. 57, art. 5 danno morale = patema d'animo o stato di angoscia transeunte Corte Cost. sent. 347/94 "…DANNO ESISTENZIALE e DANNO MORALE riguardano due aree di pregiudizio ben distinte: nel primo caso ci troviamo di fronte ad una modificazione della realtà esterna, nell'altro a rilevare è una sofferenza di carattere emotivo" (P. Ziviz, Chi ha paura del danno esistenziale?, in Resp. Civ. Prev., 2002, 3, 807-817)