Seconda Università di Napoli III° Anno I° Semestre A.A. 2011/2012 Sbobinatura Fisiopatologia Altucci Gruppo di studio “La Sbobba” A cura di Ely24e 1) Alterazioni Genetiche Tumorali Pag. 2 2) Leucemie Pag. 14 3) Emostasi Pag. 24 4) Classificazione Piastrinopenie Pag. 33 5) Omeostasi e Apoptosi Pag. 41 1 1.1 (Mercoledì 2 Novembre 2011) Alterazioni Genetiche Tumorali Se vi ricordate nel primo semestre abbiamo fatto alcune lezioni sulle basi molecolari dei tumori e oggi tratteremo un argomento inerente che riguarda ultime o non ultime, vecchie e nuove nozioni sulle basi molecolari dei tumori. In particolare le nuove vedute delle alterazioni che si possono creare nelle cellule tumorali e vedremo l'esempio di altre patologie. Mettiamo questa slide. Nella slide siamo tutti uguali e tutti diversi perchè? Perchè diciamo che ognuno di noi geneticamente, fisiologicamente è diverso? Tutti con lo stesso tipo di genoma ma non identico, quali sono i casi in cui c'è l'identicità? I gemelli omozigoti. Geneticamente identici e allora perchè se io analizzo il genoma di due gemelli omozigoti cioè analizzo l'espressione genica no la sequenza, facendo tecniche oramai scontate, trascrittoma, power range, quindi tutto non un gene. Alla nascita trovo due pattern assolutamente identici se però io li analizzo a 20 anni io non trovo più due pattern identici se io analizzo a 60-70 anni gli stessi mi devo aspettare peggio. Io soltanto se so che sono gemelli, lo so, altrimenti sono geneticamente dall'espressione genica due individui assolutamente diversi geneticamente, frequenza identici anche se il polimorfismo sono gli stessi. Ricordiamoci quindi che la sequenza è una cosa e l'espressione nella regolazione che porterà tutti i geni è un'altra. Che cosa è cambiato? Che cosa è che alla nascita è identico e dopo no? L'ambiente. L'ambiente inteso come qualunque tipo di influenza esterna, se vi ricordate noi abbiamo già detto dipende dall'obiettivo con cui viviamo, l'influenza esterna alla cellula, l'influenza esterna al nucleo della cellula, l'influenza esterna al tessuto, l'influenza esterna alla persona, quindi l'ambiente inteso in senso lato. Alcuni di voi sa che c'è una persona chiamata Lamarck che aveva stabilito una teoria secondo la quale l'ipotesi era che l'ambiente influenzasse quello che noi siamo, e questa ipotesi è stata all'epoca contraddetta dagli esperti nuovi della genetica ma Lamarck era solo troppo precoce. Se voi immaginate di vedere un pochino di espressione genica alias trascrittoma e così via cioè di andare a vedere quei cioè chip chip, 2 cioè sono chip di fluorescenza con una macchina, ma è una cosa vecchia e non si fa più, ma se voi immaginate questo voi vedete ogni pallino, ce ne sono sul chip tanti da mappare l'intero genoma per l'espressione genica, voi potreste vedere che cellule di un tessuto o cellule tumorali anche se hanno apparentemente origine identica possono avere trascrittoma diverso e questo dipende da una cosa che si chiama Regolazione Epigenetica e quindi Epigenoma. Vi suggerisco per il futuro di non immaginare il DNA in sequenza lineare ma cercate di immaginarlo in tridimensionale in quanto non è lineare, se lo immaginate lineare voi ve lo immaginate a struttura a doppia elica, poi cromosoma. Unità dei cromosomi? Nucleosomi. Tanti nucleosomi formano? La cromatina, tutta impaccata non casualmente ma questo impaccamento della cromatica si avvolge sugli istoni che sono proteine adattatrici della struttura del DNA questo e' giusto? E' sbagliato! Sono proteine adattatrici in genere se io vi dico che una proteina è adattatore o una proteina di supporto per una struttura del DNA voi pensate che è una cosa che sta la che non si muove e serve per il DNA a creargli una struttura questa idea è sbagliato, non pensate alle regolazione del DNA, questi sono argomenti vecchi, ma pensate che durante l'evoluzione tutto quello che non serve si perde per cui quello che sta la ci sta per permettere la plasticità delle regolazioni, alla fine è viva si muove i nucleosomi shiftano non sono sempre nella stessa posizione non solo nucleosoma verso un nucleosoma ma anche nell'ambito dello stesso nucleosoma. Quindi se voi immaginate il DNA immaginatelo molto aleatorio così come vi piace ma immaginatelo in 3D e se lo immaginate in 3D potete capire tutto quello che può regolare la spaziatura tra nucleosomi e nucleosomi, la spaziatura fra eliche nell'ambito dello stesso cromosoma e quanto altro può influenzare tutta l'espressione genica, naturalmente questo può essere influenzato da un polimorfismo cioè che ci sia un tipo di sequenza che un altro, dalla mutazione, mancanza di tratti di DNA, la genetica può essere influenzata da altro dal fatto che vi siano permanentemente degli stimoli quindi quello che noi chiamiamo ambiente, ma può essere influenzato da una serie molto vasta di fattori che anche in individui identici geneticamente l'espressione genica e quindi tutto 3 quello che ne deriva. Quindi siamo tutti uguali, siamo tutti diversi e quindi siamo sempre più diversi. Se voi vedete il DNA ce lo possiamo immaginare così molto aleatoriamente e quindi termine vecchio di epigenetica che poi andiamo a definire anche l'epigenoma: branca che studia tutte le regolazioni dell'espressione genica che sono indipendenti da differenze nella sequenza del DNA e dalla sequenza di se per se del DNA quindi tutte quelle regolazioni della cromatina che influenzano l'espressione genica e che sono indipendenti dalla sequenza del DNA. Ad esempio, se noi ammettiamo che l'epigenetica comprende tutte le regolazioni enormi delle espressioni geniche che non dipendono dalla sequenza del DNA, quali sono le regolazioni che avviene sul DNA ma che non dipende? Cioè che non cambia la sequenza del DNA vecchia, la mutilazione del DNA! Che avviene sulle citosine in particolare su regioni del DNA che si chiamano isole ricche di C e G, la sequenza non cambia ma la metilazione cambia anche perchè la metilazione si acquisisce e si perde. Essendo un evento plastico che varia nel tempo è un modo di dosare l'espressione genica, cioè questa metilazione può essere presente in varie aree se presente nelle aree produttrici di uno, di cento, milioni di geni influenza le espressioni genobaule, in genere ma non sempre riducendo o annullando l'espressione genebaule, che significa che per il gene A se nelle cellule epatiche il promotore cioè la regione a monte della trascrizione del gene A è metilata il gene A non si esprime ma c'è come DNA non si esprime l'RNA e se non è metilata si esprime. Questo ci fa notare una cosa diversa, se noi immaginiamo che tutte le regolazioni dell'espressione genica influenzate da questo tipo di regolazioni possono essere chiamate epigenoma, cioè che sta sopra al genoma cioè regolano, c'è una profonda differenza tra la genetica ed l'epigenetica. La genetica è fissa alla nascita e se devo intervenire con un operazione di taglia e cuci, devo togliere un pezzo mettere un pezzo nuovo o cellule staminali comunque devo invadere vediamo che queste regolazioni interne sono regolabili, cioè se sono regolabili fisiologicamente cioè io posso dare una sostanza a un farmaco e modificarlo, modificando l'effetto o il readout che voglio vedere. Oggi ci sono tecniche per la metilazione del DNA che fanno il metiloma del DNA e cioè vado a vedere in un determinato tessuto tutte le 4 metilazioni con la precisione anche di una singola metilata. Ci sono delle patologie presenti sul testo es. una di questa è il GENOMA IMPRITING cioè le patologie del dosaggio genico, noi stiamo guardando la cromatina e non più il DNA quindi se guardiamo la cromatina non guardiamo un gene ma un discreto numero di geni quindi non pensate a un singolo gene perchè, salvo le patologie di origine genetica a singola mutazione, l'ottica adesso è nel riorganizzare l'assetto di una zona della cromatina, vi chiedo: noi abbiamo detto che la metilazione del DNA è plastica, io vi chiedo: ma si eredita?? Vi richiedo: il bimbetto che nasce ce l'ha questa metilazione e se ce l'ha da dove nasce?? Si eredità! Anche come ereditarietà di tipo gametico, quindi io non eredito dai i miei genitori solo il DNA ma se quel DNA è metilato io lo eredito. Questo lo dovreste sapere esiste un enzima DNA MET-1 che è in grado di copiare sull'altra elica un tipo di metilazione e quindi il bimbo che nasce erediterà a secondo da chi ha preso il tratto erediterà da uno dei genitori quel tipo di metilazione che potrà essere modificata nel tempo ma nasce con quel assetto che è un mix dei genitori. Quindi sul discorso dell'ereditarietà dell'epigenoma, se parliamo della metilazione del DNA si eredita sia a livello di ereditarietà da padre in figlio o da madre in figlio sia a livello da cellula a cellula, per il resto il discorso è più complicato. Allora dove sta questa plasticità? Abbiamo detto che si eredita però può essere modificato cioè c'è qualcosa che ad un certo punto che forse questo metile lo toglie, ci può essere nuova metilazione del DNA? SI!! Lo fa lo stesso enzima? No ci sono specializzazioni come la MET 3A e MET 3B sono due enzimi molto simili tra loro che hanno un'attività metiltransferasica accertata abbastanza forte, perchè alcuni DNA metiltransferasi come la 2 sembra che non abbia attività catalitica quindi non funzioni come enzima e non si sa cosa faccia. Esistono patologie anche genetiche come il GENOMA IMPRITING. Domande di una studente: se un genitore possiede un DNA metilato vuol dire che forse qualcosa deve essere alterato o ci deve essere un problema? No e si! No perchè tutto questo avviene fisiologicamente, si perchè se il genitore ha un alterazione a quel livello la trasmette, fisiologicamente funziona così se un genitore ha un'alterazione a quel livello per una serie di motivi, 5 tipo l'esposizione delle cellule progenitrici a qualcosa la trasmette, però fisiologicamente funziona così quindi tu erediti un assetto che nel tempo può cambiare, un assetto già di regolazione del dosaggio genico. Esistono dei geni la cui espressione deve essere regolata ma di cui gli alleli devono essere regolati diversamente casomai sono uguali ma devono essere regolati diversamente. Ci sono patologie genetiche come la sindrome di Angelman in cui a seconda del genitore da cui si eredita un tratto c'è un tipo di sintomatologia o un altro tipo di sintomatologia ad es. in due bambini in cui manca lo stesso pezzo avremo due bambini che come sintomatologia e fenotipicamente sono diversi, l'aspetto genetico è identico è l'aspetto epigenetico che è malato. Abbiamo detto quindi un es. che l'epigenoma è plastico perchè si trattano tutte di regolazioni che avvengono nell'ambito della vita e sono influenzate e si modificano, questo si modificano significa che sono reversibili, quindi se io devo fare una terapia genetica, un taglia e cuci, se io potessi ipoteticamente fare una terapia epigenetica io potrei modificare un assetto di una cellula tumorale semplicemente farmacologicamente, dovrei essere molto bravo perchè io vado a modificare l'assetto della cromatica in generale. Ora ci occupiamo di un argomento più complicato cioè le modificazioni della cromatina, se noi guardiamo il DNA ci sono una serie di modificazioni, fosforilazione, acetilazione, metiazione e proteine, ubichinazione, abp glicosilazione etc ma di che?? Cromatica? DNA? La fosforilazione dove evviene?? Sulle proteine! Quali sono le proteine del DNA? Gli istoni. Sugli istoni una cosa del genere influenza l'apertura dell'elica nella spaziatura ma anche in sede non molto locale, infatti guardando l'istone voi vedete queste treccine? L'istone immaginatelo tridimensionale e non è un tubo ma è una proteina, hanno una serie di code istoniche che escono fuori e che non stanno dentro e influenzano la zona di contatto con il DNA, contatto ben stretto e che sono reversibili. Se voi vedete ci sono monometilazione in arginina, fosforilazione, acetilazione, monotrimetilazione in lisina, ubiquitinazione e altre e ci sono alcune che non conosciamo, queste che guardiamo sono le code istoniche di H3 H4 a questo punto parliamo di cromatina perchè sono le nostre molecole adattatrici, se vedete la coda che esce fuori, voi dite che 6 alcuni amminoacidi non hanno la regolazione può essere di si e può essere di no visto fino a pochi anni fa si riteneva che queste fossero molecole adattatrici o proteine di strutture che stavano la senza fare niente quindi è possibile che ogni aminoacido delle code possa essere modificato, questo è importante perchè regola la espressione genica in maniera reversibile. Se ricordate la lisina può subire una serie di modificazioni, facciamo un es. guardiamo la lisina sull'isotne H3 può essere metilata, acetilata, ubiquitinata... visto l'ubiquitazione e la sumoilazione (è una modificazione post-traduzionale che media vari processi come la localizzazione nucleare, l’interazione proteinaproteina e la repressione trascrizionale. Consiste nel legame covalente, a varie proteine nucleari e di membrana, di macromolecole polipeptidiche dette small ubiquitin-related modifier (SUMO, da cui “sumoilazione”) e distinte in SUMO 1, SUMO 2 e SUMO 3. Non è ancora possibile definire un ruolo generale per questo processo, tuttavia si ritiene svolga una funzione regolatrice, ed è stato ipotizzato che intervenga nel traffico dei KAR.) avviene sulle lisine, quando si parla di sumo o di ubi parliamo di piccoli tratti proteici che possono essere aggiunti sulle lisine di alcune proteine come istoni o proteine P53 e che servono per regolare alcune funzioni della proteina o per regolarne la degradazione cioè per portare la proteina, marchiare, flaggare cioè farla portare a livello proteosomale quindi per essere degradata. Nel caso specifico vediamo che se volessimo considerare la metilazione o acetilazione noi sapremmo che, se quella lisina in quella posizione è metilata non può essere acetilata e viceversa, quindi reversibile quindi a seconda della cellula? Noi abbiamo visto un tratto a seconda della zona perchè nell'ambito della stessa cromatina i vari istoni, H3, H4 segue diverse aree della cromatina quindi varia da zona a zona. Il Dna si sequenza questo invece come si studia? Come vado a capire le posizioni? Un altro es. (slide) questo è acetilazione, metilazione, ubiquitinazione, fosforilazione, per un tratto nucleosomale e non è completo perchè sull'istone H3 manca la K56 che è stata dimostrata nel 2009, guardare il DNA come sequenza o lineare è una cosa stupida uno deve guardare la tridimensionalità e deve pensare che queste regolazioni nello stesso tratto sono presenti allo stesso tempo e regolano la nostra mola e la nostra mola siamo noi perchè 7 regolano noi, nella slide vedete strani nomi e questi sono gli enzimi che sono indicati ad agire nel fare tutto ciò sono gli scrittori della vostra cromatina cioè sono in grado di porre il gruppo acetile o di togliere il gruppo acetile oppure il gruppo metile quindi scrivono sulla vostra cromatina quindi si parla di primers, dopo di che esistono altri meccanismi che sono i Riders cioè una volta che legge il segnale lo trasforma in espressione in pacchetto di geni della cromatina. Fino al 2005-06 si riteneva che una volta metilata la cromatina non poteva essere demetilata, dopo di che uno scienziato greco scoprì un meccanismo che si chiama, in realtà dipende da un enzima che si chiama Pav 4, di deinazione per cui una monometilarginina diventa citrullina e quindi c'è la citrullizzazione e poi la perdita in metile da quel momento in poi nel 2007 è stato scoperto Lsd-1 che è in grado di togliere il dimetile dalla lisina 4 del istone H-3, quindi reversibilità. Diapositiva, questo ci dice come questi enzimi possono agire in concerto ma ci dice qualcosa in più, ci dice già che esistono delle molecole, chiamiamoli farmaci, che quando si è capito che tutto è reversibile, dove è che tutto questo è alterato?? Qualche anno fa un primo lavoro reale su una rivista buona, chiaramente tutto questo alterato è tumore, quindi si va a vedere o si a va posizionare l'epigenoma di una cellula tumorale e si vede non solo che ci sono rispetto alle cellule normali delle alterazioni enormi ma che ci sono delle zone che sono sempre alterate e che per qualche motivo richiamano e che possono non tornare dietro, parliamo di una regolazione che sta sopra il Dna quindi reversibile ma soprattutto si è visto posizioni delle alterazioni importanti ma anche io non devo solo guardare le aberazioni cromosomica la differenza di sequenza di DNA, che le cellule tumorali sono instabili che hanno cromosoma in più o meno ma io devo guardare se c'è un alterazione epigenetica devo vedere dove stanno, quindi non parliamo più delle alterazioni genetiche dei tumori ma parliamo del concetto dell’alterazione epigenetiche e genetiche e parliamo di marcatori epigenetici. È stato dimostrato che la lisina 16 e la sua acetilazione in determinate zone, quindi la posizione è importante perchè sto parlando di istoni cioè di varie zone che sembrano lontane ma che in realtà sono vicine della cromatina, è un marcatone di progressione tumorale nel campo della 8 prostata perchè è disregolato e si posiziona in alcune zone che sono sbagliate, io questo lo posso cambiare!! Questo lo posso cambiare perchè io posso cambiare una regolazione, la posso far tornare indietro, come? Esistono una serie di farmaci che possono agire sui riders cioè sugli scrittori in particolare su alcuni enzimi e posso dare questo farmaco e posso riassettare questo punto, la cosa interessante è che le cellule normali sono meno sensibili rispetto a quelle tumorali che sono instabili e immaginiamoci che un nostro paziente che sia una persona, questa terapia come tutte le terapie fanno male ma fanno molto meno male della chemioterapia quindi sono meno tossiche, quindi noi immaginiamo in questo caso che quando c'è una mutazione, si duplicano di più, agisco sul DNA rompo tutto e sono più sensibili delle cellule normali, ma ricordiamo che le cellule tumorali non hanno questa super replicazione e io vado a rompere a casaccio e in questo caso il discorso cambia molto. Abbiamo visto le modificazioni dell'epigenetica e della cromatina sono diverse e possono essere esclusive sullo stesso residuo ma nella zona, in un altro punto può essere diverso, ma si influenzano!! Il CH3 sono i gruppi metili del DNA, ci sono gruppi metili che vengono portati la e in questo caso sono indicate le più conosciuti di DNA metiltrasferasiche che attività metiltrasferasica sul DNA e mettono gruppi metili, quando mettono gruppi metili esistono famiglie diverse di proteine che si legano a gruppi metili, che fanno? Niente stanno la cioè rappresentano una bandierina per altri complessi proteici, per altri scrittori e per altri enzimi che possono modificare la cromatica e nel caso specifico richiamare le metiltrasferasi istoniche e nel caso specifico la matiltrasferasi istonica che può metilare la lisina 9 dell'isotne H3 in quanto posizionando si è visto che metilazione del DNA per lo più silenzia metilazione H3k9 per lo più silenzia questo è un marcatore ora cioè è stato marcato. in seguito vederemo quello che è importante per i tumori, vedere quali sono i farmaci, come dovrebbero funzionare, quali vantaggi hanno. Bisognerebbe andare a guardare che cosa succede nei pazienti che hanno un alterazione MECP2 (La proteina, viene generalmente descritta come un repressore trascrizionale, ovvero come una proteina che impedisce ad alcuni geni specifici di essere espressi o, in altre parole, di portare a 9 loro volta alla sintesi della proteina da essi codificata. Come tutti i repressori trascrizionali, anche MeCP2 possiede una porzione (dominio) capace di legare il DNA ed un altro capace di spegnere l’attività dei geni bersaglio (geni target), è una sindrome neurodegenerativa (sindrome di Rett) che dipende da quello. Quindi abbiamo capito una cosa che se noi guardiamo tutto secondo due nuovi concetti, uno di guardare la forma di DNA, che esiste in natura solo come cromatina e si eredita con una serie di regolazioni. Queste regolazioni di cui abbiamo parlato sono ereditabili? Non si sa ancora, ad es la k56 è stata scoperta la fine del 2009 e c'è un personaggio austriaco che ha dato il via a tutto ciò, noi conosciamo il codice genetico, codice istonico che però è legato alla posizione che però cambia, il DNA no, mutato o non mutato, questo ha aperto un dibattito ancora in atto, una fazione dice che esiste un codice istonico che regolerà aree della nostra cromatina una serie di gene anche patters, alcuni patters possono avere in comune alcune di zone di posizione del gene rispetto all'istone quindi la regolazione istonica impatta sul quel gene e altri pensano che in realtà che questa sia una molto complessa via di trasduzione del segnale. Parleremo dei tumori e i farmaci approvati e quindi sono farmaci, altri farmaci sono in sperimentazione clinica ma non sono approvati per alcune patologie, diabete, obesità, alzheimer, huntington, parkinson etc… oltre che per le patologie della senescenza. Quindi noi possiamo avere una branca emergente di farmaci che fanno meno male e che potrebbero funzionare così: genetica se c'è un alterazione, io devo fare un taglio e cuci e risolvo senza terapia farmacologica, epigenetica io posso semplicemente andare a modificare lo stato di regolazione. Ad es: un concetto generale della terapia epigenitica dei tumori potrebbe essere che dove io ho un alterazione, aberrazione, un blocco epigenetico in diverse sedi dovuta a un alterazione dei riders, dovute a un'alterazione che mi darà un silenziamento o una modifica di una serie di geni, posso utilizzare un regolatore chiamato HDAC inibitore, inibitore delle deacetilasi degli istoni, possono riacetilare la cromatina e posso ottenere come effetto il fatto che i geni che erano stati silenziati o suppressor o dell'apoptosi possono essere riattivati. Domanda: come fa un farmaco a togliere soltanto dei gruppi acetilici 10 nello specifico?? Un farmaco inibisce nel caso specifico per le deacetilasi degli istoni è stata dimostrata una coespressione in moltitudine e quindi hanno aree che sono gruppi di acetilati, esistono farmaci e ne sono solo 2 che sono approvati, questi si vanno a legare allo zinco che è importante per l'attività catalitica dell'enzima, nella tasca enzimatica dell'enzima, bloccando le deacetilasi e se questa funziona in maniera alterata o è più espressa io ottengo un'ottima risposta ma non ottengo solo nelle cellule tumorali e non solo in una zona. Il motivo per cui nelle cellule normali tutto questo succede con minore sensibilità, quello che al momento si pensa è che i meccanismi di una cellula normale per ristabilire un assetto normale fisiologici siano più veloci però non è provato scientificamente. Le deacetilasi esistono per 4 classi, di cui tre si somigliano tra loro e sono le HDAC e una non somiglia cioè fa la stessa cosa ma in maniera diversa ed è una classe a parte. Questi enzimi deacetilano ma non lo fanno allo stesso modo o negli stessi punti, alcuni sono ubiquitari e altri sono specifici, un'altra patologia per cui si è proposto una terapia di questo genere è che uno di questi enzimi è espresso nel cuore e quindi si è proposto di utilizzarlo in alcune patologie, ad es. nel topo già si fa nell'uomo no. I due farmaci approvati sono PARP inibitori, per il cancro viene sempre approvato tutto prima perchè basta che la terapia funzioni almeno come una chemio e che faccia meno male o male come la chemio e non bisogno di limitare il danno molecolare perchè il paziente ha una aspettativa di vita diversa da quella degli altri e purtroppo questo è vero e non solo cinico perchè se io devo approvare un farmaco per i tumori ho più facilità rispetto ad altre patologie. L' FDA, l'ente americana che fa l'approvazione dei farmaci valuta a chi deve dare un farmaco, se un paziente sta morendo tu puoi dare, più o meno qualsiasi cosa se un paziente è diabetico ha una serie di patologie, però sta attento al peso e fa la terapia e ha una aspettativa di vita più lunga e quindi non posso dargli un farmaco che fa danni. Al momento questi sono alcuni dei farmaci approvati, cioè Zolinza è il farmaco che è stato per prima approvato. Molti non sono stati approvati uno di questi è mio ed è stato brevettato dalla Sun, questa è l'altra classe. Questi enzimi che scrivono o leggono queste moltiplicazioni sugli istoni vediamo che tutto ciò non avviene solo sugli 11 istoni ma anche su altre proteine che conosciamo e altre no, una delle proteine sulle quali avviene tutto ciò è P53. Noi siamo molto vicini a quando la struttura del DNA è stata identificata se pensiamo all'evoluzione dell'uomo, tenete presente che per quanto il genoma e la medicina personalizzata, se io ho una paziente con un cancro alla mammella e in America già si fa io posso valutare in giorni 3 il genoma di questo tumore con un kit di valutazione di espressione genica, trascrittoma, che è entrato per la caratterizzazione personalizzata per il cancro alla mammella, significa entra come kit diagnostico prognostico, perchè io potrò valutare 200.000 geni caratterizzati su 5000 tumori, quindi io prendo la mia paziente uso questo kit e vedo in base ai 5000 profili di espressione genico di cancro alla mammella di referenza, quindi posso dire questa paziente come andrà e quale via è migliore è per lei. Per l'epigenoma tutto questo non c'è ma è molto probabile che ci sarà. Ciò detto, come si valuta? Abbiamo detto che io non guardo un gene ma la cromatina, devo andare a fare un discorso di mappatura cioè devo sapere la posizione di queste regolazioni che sono pure transitorie, pure questo lo faccio in 3 giorni tramite un apparecchiatura, prendo le cellule e si opera un cross link cioè di attaccare il DNA in modo fisso alla cromatina, sugli istoni, dopo di che sonico cioè spezzo il DNA dopo di che uso un anticorpo per una di queste di modificazione ad es abbiamo detto l'acetilazione della lisina9 sull'istone H3 uso quello, quindi quel anticorpo dove l'acetilazione c'è e tutto l'epigenoma si dovrebbe legare, tolgo il cross linkaggio elimino la modificazione del pezzettino di proteina con il DNA, purifico il DNA, lo spezzo e quel DNA corrisponderà a dove era l'acetilazione collegata sull'istone. Questo è uno degli apparecchi che si può usare e dura un paio di giorni ma l'analisi molto di più. Io allineo un programma di bio informatica sul genoma e vado a vedere dove ci sono più sequenze e dove stava questa acetilazione, ci sono macchie, che valutano diverse cose come ad es viene valutata l'acetilazione della lisin9 sull'istone H3 dopo un trattamento di 4 ore con un farmaco epigenetico in una leucemia, cosa mi sta dicendo qui? Qui il trattamento è di 24 ore e mi sta dicendo che in questa zona per es io mappo questa area c'è una maggiore acetilazione della lisina 9 nell'istone H3 che ormai è 12 accettato essere un marcatore epigenetico di espressione genica, quindi i geni che corrisponde in quella zona è espresso e poi riespresso rispetto a un tempo 0 che posso immaginare essere il primo, c'è una scala e vedrete sempre la stessa scala per quel gene che regola l'apoptosi, è un gene della famiglia dell'apoptosi estrinseca che si chiama Trail Tnfs10. 13 1.2 (Lunedì 21 Novembre 2011) Leucemie Le Leucemie sono patologie del sistema emopoietico, sono dei tumori maligni, perchè?? Perchè sono invasivi e in circolo e danno metastasi e dove nascono? Nel midollo osseo e il fatto che siano in circolo, se ci sono, può essere considerata già un'invasività e una metastizzazione e quindi ci sono leucemie benigne? No. Nascono nel midollo osseo e perchè già non sono in circolo? Le cellule che diventano tumorali a seconda di dove vengano colpite ha un livello variabile di differenziamento ma in genere non sono completamente differenziate motivo per cui nascono nel midollo osseo, questo ha reso le leucemie e i modelli leucemici abbastanza diversi per molto tempo dai tumori solidi adesso un pò meno perchè dobbiamo immaginare che la cellula che diventa tumorale, leucemica, che si chiama Blasto. I blasti sono sempre tumorali e per definizione sono immaturi, nel caso di una leucemia è una cellula tumorale, i blasti sono immaturi perchè a seconda del tipo non hanno differenziamento terminale, inizialmente questo aspetto sembrava essere tipico dei tumori emopoietici rispetto a quelli solidi perchè quelli solidi si deve ipotizzare che la cellula tumorale sia una qualunque cellula di un organo e quindi una cellula matura che perde differenziamento. Questa è una teoria ancora valida che però si affianca a un'altra ipotesi che è quella cancer stem cell, cioè delle cellule staminali tumorali che ipotizza che in tutti i tumori la cellula che mantiene il processo di tumorigenesi sia in realtà una cellula staminale tumorale e che ha la capacità di rinnovare se stessa e anche la capacità di generare delle cellule lievemente più mature fino al differenziamento. Questo naturalmente rappresenta un problema, però nei tumori del sistema emopoietico non è solo un ipotesi ma già è una situazione perchè a secondo del livello le cellule che danno luogo a una leucemia acuta o cronica sono cellule che hanno mantenuto una certa pluripotenza o multipotenza a seconda di quale è la cellula colpita, se è una cellula ancora in fasi molto premature nel differenziamento o più alto, nel caso di tumore emopioetico l'ipotesi delle cancer stem cell è già stata confermata a 14 livello molecolare e genomico e così via. Possiamo classificare le leucemie in diversi modi, malattie del sangue deriva dal greco, quindi malattie delle cellule bianche, si chiamano leucemia perchè un tempo si arrivava in un punto tale di invasività periferica che il sangue era chiaro, bianco. Raramente succede, però ci possiamo trovare davanti a un prelievo ematico in cui il sangue è chiaro e in cui nella provetta se agitate vedete dei cumuli bianchi che si attaccano da per tutto, non serve il microscopio ma è visibile ad occhio nudo. Possiamo dividere le leucemie in Acute e Croniche, una leucemia Acuta ha un esordio molto veloce e se non trattata immediatamente ha un esito in pochi giorni o poche settimane, una leucemia Cronica ha una durata molto più lunga, di anni, anche se non trattata. Nel caso delle leucemie acute possono derivare dal sistema linfatico o mieloide quindi linfoidi o mieloidi sono caratterizzati dall'invasione midollare di blasti, cellule ematopoietiche immature tumorali che a un certo punto arrivano a un livello periferico e sono anche caratterizzate da un clone neoplastico in circolo, clone perchè ci ricordiamo l'origine monoclonale e il fatto che quando c'è l'invasione periferica anche con un emocromo banale si può ipotizzare la presenza di una malattia di questo genere in quanto si può osservare un aumento di una certa frazione di cellule immature in una certa quantità però non è discriminante per la diagnosi. Il problema della leucemia è che le cellule cominciano a proliferare a livello del midollo osseo e hanno questa proliferazione incontrollata però ad un certo punto, visto che la capacità di produzione cellulare del midollo osseo non è infinita il midollo osseo per produrre il clone blastico, quindi leucemico finirà per non produrre i cloni normali quindi l'aspetto sintomatologico tipico è quello dovuto alla mancanza di cellule normali, troveremo anemia, grossa facilità di fare infezioni per la mancanza di cellule bianche normali e possiamo trovare anche alterazioni del sistema emostatico dovuto alla deficienza delle piastrine. Quindi i sintomi tipici di una leucemia sono quelli dovuti prevalentemente all'effetto indiretto nella fase iniziale cioè alla mancanze delle cellule normali a livello midollare quindi infezioni emorragie e anemia, naturalmente tutto questo in un emocromo si vede ed è uno dei primi esami che deve essere fatto. A parte la 15 classificazione delle leucemie in acute e croniche soprattutto per le acute, ma anche per le croniche noi abbiamo altri criteri, questi criteri sono fondamentali, abbiamo dei criteri morfologici semplicemente dovute a una colorazione base che danno idea della forma delle cellule, un buon ematologo vedendo un vetrino saprà dire in ottima approssimazione che tipo di leucemia è, non serve per fare la diagnosi perchè non basta ma è una prima classificazione morfologica. Una delle classificazione più storiche, che ora è sorpassata ma che ancora sempre citata in una cartella clinca di un paziente leucemico è una classificazione che si chiama FAB che sta per French American British che caratterizza sia le leucemia acute mieloidi che acute linfoidi in base a un classificazione morfologica. Oltre ai caratteri morfologici ci sono i caratteri immunofenotipici cioè l'aspetto di espressione di alcune proteine di membrana che possono essere CD34 CD40 e così via, dipende se stiamo parlando di linfoidi o mielodi ma per entrambe vale l'immunofenotipo che ad oggi viene sempre eseguito per la diagnosi e caratterizzazione di una leucemia, non eseguirlo è una colpa medica perchè è obbligatorio. Abbiamo la caratterizzazione cromosomica cioè il fatto che quando si debba fare una classificazione quindi una diagnosi oltre a fare la caratterizzazione morfologica e immunofenotipica va vista il cariotopo di queste cellule e si deve andare a cercare specificamente se ci sono possibili alterazioni non solo nel numero dei cromosomi ma anche delle alterazioni di tipo genetico come possono essere la presenza di traslocazioni cromosomiche, questo perchè è nelle leucemie che sono state scoperte le prime alterazioni cromosomiche e sono state anche studiate, quindi rappresentano un modello tumorale in cui le alterazioni cromosomiche, in particolare la presenza di traslocazioni cromosomiche sono più frequenti che nei tumori solidi. In base all'aggiornamento dei testi, che si usano, possiamo trovare che nei tumori solidi non sono state evidenziate proteine di fusione derivanti da traslocazioni, questo era vero fino a qualche anno fa, in realtà la identificazione di queste alterazioni genetiche nei tumori solidi è più difficili per l'eterogeneità del tumore quando sta in un organo che ha un impalcatura connettivale una capsula se ce l'ha etc, però circa 3 o 4 anni fa è stata identificata la prima proteina di fusione nel cancro 16 della prostata quindi questo concetto non è vero ma è vero che nelle leucemie siano più frequenti. Teniamo presente che studiare le leucemie è molto più semplice perchè anche se volete usare materiale primitivo derivante da una persona che è ricoverata o dal prelievo midollare o se ha una grossa invasione periferica noi possiamo isolare al 99.9% il clone blastico puro. Questo è un tumore solido ora come ora è estremamente più difficile e non sarà mai puro come quello che deriva da un tumore del sangue ma per un fatto tecnico. Quando avete studiate l'aspetto della genetica avrete fatto le alterazioni cromosomiche e quando io vi parlo del cromosoma Philadelphia (risultato di una traslocazione reciproca tra cromosomi umani 9 e 22, generando due cromosomi ibridi, ma in alcuni casi può andare perduto durante il processo di divisione cellulare) voi sapete di cosa sto parlando, quindi cromosoma 9 e 22 e sta nella Leucemia Mieloide Cronica (CML) che ora si cura. Un es. di alterazione che si possono cercare, se vi trovate a leggere una cartella clinica di un paziente a cui è stata fatta diagnosi di leucemia potreste trovare cariotipo complex, questo nel gergo medico indica che è in corso una caratterizzazione molto più ampia perchè si tratta di un cariotipo estremamente complesso quindi dove si prevedono non solo traslocazioni cromosomiche ma anche cromosomi in più o in meno ma si prevede anche una progressione tumorale, quindi alcune cellule hanno 47 cromosomi altre cellule 45 altre 49 e quindi quello che si deve fare è di andare a dare una proporzione di questo clone in che quantità ci sono e in che percentuale cioè quale è il clone che prevale. Esiste una profonda differenza tra le leucemie acute mieloidi e leucemie acute linfoidi, questa profonda differenza deriva da un aspetto fisiologico delle cellule da cui derivano queste leucemie in quanto le cellule di tipo linfocitario sono diverse da quelle mieloidi. Una leucemia acuta linfoide viene indicata come ALL se si usa termine inglese o LAL in italiano viceversa una leucemia acuta mieloide AML in inglese o LAM in italiano, ma sono fisiologicamente le diverse contrazioni delle cellule ematopoietiche vedete anche che di origine mieloide sono eritrociti, trombociti allora vi chiedo: una leucemia mieloide può essere eritrocitaria? Può essere eritroide chiamiamola così o può essere derivante da cellule direzionate verso i 17 trombociti, sono molto più rare però ci sono, tenete presente l'immunofenotipo quindi non vi aspettate di vedete l'eritrocita o il trombocita vi dovete aspettare di poter caratterizzare dal punto di vista immunofenotipico l'iniziale differenziamento verso l'eritroide o un trombocita, le più frequenti sono quelle che derivano da cellule immature ma esistono in classificazione delle leucemie in cui le cellule sono immature ma sono già direzionate. Sembra un non senso che qualcuno parla di leucemia ed è bianco perchè non sono ancora differenziate, questa è la normale maturazione mieloide fino al neutrofilo. Per inquadrare una leucemia acuta arriva un paziente che ha un x di sintomi, quali possono essere questi sintomi? Anemico, quindi pallido, in più cosa potrebbe avere? Visitandolo si possono trovare dei reperti ad es delle petecchie, degli aspetti di facili emorragie oppure può lamentare che negli ultimi tempi si fa sempre male, nel senso che gli sono comparse delle macchie. In genere è un paziente ambiguo cioè una persona che viene con le sue gambe che descrive un disagio molto generico, che è debole, verosimilmente anemico, che può avere macchie o petecchie o che si fa male e non si riparano le ferite e che ha infezioni frequenti. Ci sta anche il paziente atipico che è andato un pò oltre e che di base arriva che ha delle emorragie franche o che ha un anemia tale che non è soltanto un fatto di debolezza, in ogni caso ad un paziente, in questa situazione mai negare un emocromo perchè voi sospettate di un'anemia, vedete queste macchie, comunque ha infezione allora gli fate fare l'analisi del sangue. Ricordatevi che il paziente che arriva con questo quadro ambiguo, per primo non dite mai senza aver accertato tutto il resto: siete molto stressato perchè magari è vero ma escludiamo, quindi questa persona fa l'emocromo, cosa vi aspettate di vedere? Se non ha un invasione blastica periferica non la vedete perchè se ha molti blasti però i bianchi normali sono di meno può avere una leucopenia però la formula leucocitaria è alterata, quindi vi aspettate di vedere l'anemia, una riduzione dell'emoglobina e un ridotto numero di eritrociti e diminuzione delle piastrine. Non è detto che sia tutto alterato, può essere anche che in un quadro iniziale per sfortuna del paziente che vi è tutto ma tutto poco e quindi inizialmente uno non si preoccupa. Il 18 fenotipo immunologico si fa quando già si sospetta la leucemia e il genotipo si fa quando già si sospetta una leucemia e si fa con il prelievo midollare, quindi la diagnosi di una leucemia e quindi di certezza si fa sul prelievo midollare. Qui un pò di statistica, voi avete già sentito che le leucemie acute linfoidi sono più frequenti in età pediatrica ma in genere rispondono bene alla terapia, le altre che vedete: mielocitica, mieloblastica etc sono le mieloidi già differenziate secondo le potenzialità, naturalmente la mieloblastica, mielomonocitica sono le più frequenti e le più mature altre meno frequenti. La divisione delle leucemie linfatiche acute secondo i criteri morfologici di contenuto L1 L2 L3 la si trovano su tutti i testi. La caratterizzazione morfologica delle mieloidi va da M0 in cui si vede l'indirizzamento mioloide e non l'altro a M1 fino a M7, tenete presente che questa da sola non basta quindi avreste FAB, l'immunotipo, cariotipo, anche la percentuale di invasione cellulare e periferica. Vediamo ora viene arriva il nostro paziente, cosa potete trovare? Delle petecchie emorragiche. Fate attenzione alla presenza di macchie bianche, tutti noi abbiamo avuto delle afte ma non è la stessa cosa perchè le afte hanno una rientranza, invece in questo caso è una candidosi quindi dovuta all'aspetto di deficienza immunitaria e queste macchie non sono sotto rilevate, se il vostro paziente ha una cosa del genere dovete immediatamente pensare. Come accennato, nelle leucemie sono state identificate le traslocazioni cromosomiche più conosciute e quindi le proteine di fusione, intendendo per proteine di fusione la proteina che deriva dal prodotto dalla zona dislocata, la più conosciuta alterazione cromosomica è la traslocazione 9 22 che dà luogo al cromosoma Philadelphia, che abbiamo detto unisce una chinasi abl con gene bcr in una zona di unione abbastanza conservata. Visto che abl è una chinasi dei ricercatori hanno provato a utilizzare dei modelli di screening virtuali in 3D e dei modelli di screening non virtuali 3D in cristallo per trovare dei piccole molecole che potessero interagire e quindi bloccare l'attività chinasica di abl nella proteina di fusione e non di abl chinasi normale, questa è una storia di successo nella terapia bersaglio Target Therapy che è il futuro delle terapie oncologiche in quanto alcuni ricercatori sono usciti fuori con un farmaco che si 19 chiama Glivec e che è in grado di legasi al dominio catalitico di abl nella proteina di fusione in quanto la proteina di fusione ha lo stesso dominio catalitico però assume in 3D delle posizioni diverse in quanto c'è bcl vicino e quindi in realtà esiste un farmaco che discrimina, questo farmaco è attualmente la terapia per le leucemie mieloidi croniche che hanno il cromosoma Philadelphia e le poche leucemie linfatiche acute che hanno il cromosoma Philadelphia quindi trovare il cromosoma Philadelphia significa fare diagnosi di leucemia cronica se si sta parlando di una mieloide e iniziare la terapia con il Glivec, il paziente guarisce sta bene. Le poche leucemie acute linfoidi che hanno il cromosoma Philadelphia fanno anche il Glivec ma non solo. Va detto che le leucemie mieloidi croniche con il cromosoma Philadelphia naturalmente hanno un vantaggio perchè rispondono bene al trattamento quindi avere il cromosoma Philadelphia nelle leucemie mieloidi croniche al 99% è un vantaggio, diverso è nelle leucemie linfatiche acute dove la presenza del cromosoma Philadelphia è rara e dove rappresenta un segno prognostico negativo. Un altro esempio è la leucemia mieloide che si chiama Leucemia Promielocitica che noi possiamo classificare come Fab M3 in quanto il blasto leucemico è caratterizzato da un aspetto morfologico promielocitico e la caratteristica di questa leucemia è una fusione cioè una traslocazione cromosomica presente nel 99% tra il cromosoma 15 e 17 che dà luogo alla proteina di fusione PML/RAR Alpha, questa è una proteina di fusione che lega un gene tumor suppressor PML con un gene che è un recettore nucleare della famiglia dell'acido retinoico, lo stesso che si usa anche in alcune creme antinvecchiamento e ha due famiglie di recettori i recettori RAR alpha, beta, gamma e RXR alpha, beta, gamma. Il PML è un gene tumor suppressor (promyelocytic leukemia) è un gene tumor suppressor perchè si è trovata questa traslocazione e si è studiato questo gene ancora sconosciuto e si chiamò PML perchè sta nella leucemia promielocita, il topo knock out del PML dimostrò che era un gene tumor suppressor, il PML murino fu fatto da Pierpaolo Pandolfi negli Usa. L'LVD di questo recettore nucleare è presente, LVD cioè il dominio piccolo peptide che viene riconosciuto dal ligando che in questo caso è l'ormone sul recettore, quindi in questo PML Rar 20 alpha l'Lvd c'è. Fatto buono o cattivo? Se io do un quintale di acido retinoico a questi pazienti che gli succede? Gli succede che a dosi farmacologiche quindi do un trattamento. L'acido retinoico si lega a RAR alpha destabilizza la proteina di fusione che è PML RAR alpha, taglia PML e RAR alpha, la porzione di PML torna nei nuclear bodies dove normalmente si trova e torna a svolgere le sue funzioni, RAR alpha con l'acido retinoico a dosi farmacologiche comincia ad attivare la propria funzione, l'acido retinoico e i retinoidi hanno dei ruoli di differenziamento senza dei quali noi non saremmo qui perchè sono importantissimi nello sviluppo embroniale di differenziamento, la cellula differenzia a granulocita maturo e muore; tutto questo l'ha scoperto un francese. Questo ha cambiato la terapia delle leucemie promielocitiche con grande gioia di chi ce l'ha e di cura positiva per milioni di pazienti in quanto da una sopravvivenza del 2% a 5 anni si è passata al 75 % a 5 anni. Questa persona è andata avanti e ha pensato uno dei problemi di questo tipo di trattamento, come in tutte le terapie bersaglio, è il fatto che se c'è una cellula tumorale che ha mutazione nel dominio di risposta al ligando di RAR quella cellula verrà selezionata andrà avanti e darà la recidiva, infatti questi pazienti se fanno solo l'acido retinoico guariscono subito ma fanno la recidiva e quindi fanno terapia con acido retinoico più chemioterapia o antracicline, le antracicline servono per sparare sulle cellule che possono essere resistenti. Questo ricercatore ha pensato di studiare perchè l'acido retinoico a dosi farmacologiche riesce a destabilizzare questa proteina, cioè che la altera la degrada, quindi se io riesco a trovare qualcosa che lo faccia, non dipendentemente dal dominio di legame dell'acido retinoico io troverò una terapia a cui difficilmente si possa essere resistenti e si è andato a studiare tutta una serie di caratteristiche proteomica e di farmaci che possono degradare con una finestra terapeutica quindi con una selettività la proteina di fusione PML RAR alpha, quindi lui ha trovato, insieme ad un gruppo cinese, che il triossido di arsenico in dosi farmacologiche degrada in punti specifici questa proteina di fusione indipendentemente alla risposta all'acido retinoico, in Cina già è così non ancora in Europa e America ma sta per essere approvata dalla food & drug administration americana in prima linea quindi sovverte la terapia attuale con il 21 triossido di arsenico e si sta capendo se va fatta la chemio e se il paziente può farne a meno. Hanno visto la combinazione e le dosi del triossido di arsenio ed hanno visto che è meno tossico della chemio. Il motivo perchè c'è stata questa velocità è che le leggi, la burocrazia in Cina sono più veloci, l'hanno fatto lì perchè questo ricercatore ha un laboratorio li e anche perchè in Cina la leucemia promielocitica è più frequente. In passato nei testi la leucemia promielocitica era considerata incurabile nei futuri testi troverete la terapia del triossido di arsenico sul PML RARA alpha. Fisiologicamente RAR alpha è uno degli acidi retinoico più conosciuto e come recettore è in grado si andarsi a legare sulla cromatina delle sequenze chiamate RARE, normalmente quando l'acido retinoico si va a legare a RAR in questo dominio di risposta al ligando che è una cosa tipica di tutti i recettori nucleari, cioè tutti i recettori nucleari hanno la stessa struttura ma non sono uguali e hanno dei domini uno di questo è quello esposto all'ormone in cui questa proteina, se c'è l'ormone, l'ormone lega questa proteina in un punto che è l'LVD nel caso di RAR l'ormone è l'acido retinoico, fisiologicamente in processi di regolazione di differenziamento l'acido retinoico che a dosi fisiologiche quindi quello presente nel nostro organismo si lega ai propri recettori in particolare a RARA alpha, quando l'acido retinoico si lega al proprio recettore ne cambia la conformazione strutturale il proprio recettore di base è già legato a delle proteine che lo bloccano che si chiamano corepressori, queste cambiando conformazione vengono shiftate, eliminate e si possono aggiungere delle proteine attivanti che si chiamano coattivatori che fungono da facilitatori dell'azione dell'ormone e del recettore. Quando c'è questo PML RAR, RAR alpha può legare ancora l'acido retinoico, fisilogicamente quello che noi abbiamo come nostro ormone non è sufficiente ad attivare tutte le vie di trasduzione del segnale che divengono da RAR legata PML e questo perchè la presenza di PML aggiunge dei corepressori, se si da l'acido retinoico come farmaco questa situazione cambia perchè riesce a sbloccare la conformazione di PML RAR alpha in modo tale che possa partire il segnale di attivazione e questo perchè cambiando conformazione il punto si fusione si taglia quindi c'è la degradazione. 22 La leucemia promielocitica è oramai curabile, la guarigione è al 70 % la sopravvivenza non raggiunge il 100% soprattutto perchè spesso può succedere che questi pazienti siano anziani e arrivano alla visione medica con un aspetto emostatico compromesso, cioè arrivano già con emorragie importanti o con un aspetto già estremamente patologico e finisco li a poco. Tenete presente che da quando il medico vede il paziente e cerca di farsi un'idea a quando il paziente comincia a fare la terapia, nelle leucemie acute deve passare un giorno, un giorno e mezzo, se l'acuta è sintomatica con febbricola e con una sintomatologia franca, se passano più giorni c'è la colpa medica perchè ci sono dei tempi tecnici da rispettare quindi il prelievo midollare si fa in emergenza e si fa immediatamente la caratterizzazione e se è stato fatto in mattinata già la sera si ottiene la prima diagnosi e si comincia la terapia. Un accenno sulle leucemie croniche, anche qui si dividono in linfoidi e mieloidi, qui c'è un discorso un pò diverso nel caso delle leucemie linfoidi croniche l'immaturità linfocitaria va ricercata nell'aspetto funzionale cioè le cellule morfologicamente sembrano mature ma l'aspetto funzionale non è così, per funzionale si intende la caratterizzazione fenotipica, a queste appartengono più direzionate verso la linea B ma ci sono pure verso la linea T, anche qui il prelievo midollare è essenziale, si può presentare una linfoadenopatia multipla, splenomegalia, epatomegalia e così via. L'andamento tipico di una leucemia mieloide cronica senza trattamento è che questa persona abbia questa leucemia per anni e poi si ha una fase intermedia in cui la leucemia ha un ulteriore progressione tumorale quindi ci sono più alterazioni aggiunte e si ha una fase poi chiamata blastica in cui la leucemia mieloide cronica diventa acuta; con la terapie attuali è rara che si arrivi a una crisi blastica se questo succede in genere è un'acuta seria molto aggressiva perchè deriva da anni di leucemia cronica. Alcuni termini come la policitemia e poliglobulia stanno a indicare delle condizioni patologiche caratterizzate dall'aumento degli eritrociti, dell'emoglobina, dell'ematocrito e accompagnato anche dall'aumento da altre linee ematopoietiche. In genere policitemia è utilizzato quando quest'alterazione è data da un alterazione midollare mentre 23 poliglobulia è un termine utilizzato quando questo aumento non è da un abnorme produzione midollare, l'es. di una policitemia vera come nel morbo di Vaquez abbiamo l'eritrocitosi, leucocitosi, piastrocitosi, i segni sono gli stessi quindi astenia, cefalea, colorito rosso porpora per la piastrinosi, questo tipo di patologia indicata come genesi idiopatica oggi è considerata una patologia tumorale e si pensa che la cellula colpita midollare sia una cellula staminale multipotente e abbia una particolarità cioè che in qualche modo si creino dei sottocloni dal clone originale staminale che differenziano nei vari aspetti eritrocitari, leucocitari, trombocitici. Possiamo definire poliglobulia una patologia da montagna, da altitudine in questo caso non c'è un abnorme produzione midollare ma c'è una compensazione dovuta alle grandi altezze quindi se la persona se ne va dalle grandi altezze la situazione si normalizza. Possiamo avere altri aspetti di poliglobulia ad es in una situazione in cui c'è una perdita di liquidi vi può portare a una poliglobulia naturalmente non è reale ma dovuta a un fatto di concentrazione in cui vi è più soluto e meno solvente; ci sono alcune situazioni indicate nello shock, nelle ustioni o nelle diarree ma deve essere molto profuse. 24 1.3 (Giovedì 24 Novembre 2011) Emostasi L'emostasi è un meccanismo di difesa che fa si che il sangue rimanga liquido nei vasi e che allo stesso tempo quando ci sia una lesione si possa attivare una cascata coagulativa onde evitare l'emorragia quindi è il sistema di equilibrio che fa si che noi sopravviviamo senza emorragie e senza trombosi quindi evitando la perdita di sangue e un ipercoagulazione che possa portare alla formazione di elementi solidi a livello dei vasi. L'emostasi, per essere precisi, è un sistema di regolazione che comprende il sistema della coagulazione del sangue ma non è la coagulazione del sangue, nel senso che il sistema che coinvolge i fattori della coagulazione vera e propria è un sistema specifico che fa parte dell'emostasi, quindi l'emostasi è l'intero sistema che comprende anche la serie di altri elementi quindi non sono sinonimi. Se vogliamo indicare quali sono i componenti principali dell'emostasi dobbiamo fare sede quindi stiamo parlando del sistema vascolare, sangue, coagulazione e quindi i vasi sanguigni in particolare la porzione dei vasi in contatto con il sangue, come elementi cellulari abbiamo le piastrine, i fattori della coagulazione, il sistema fibrinolitico e il sistema di controllo che in vari punti regola sia in senso procoagulativo che anticoagulativo l'intero equilibrio. Ogni sistema ha un ruolo, il ruolo dei vasi che è il primo componente e anche il primo ad essere coinvolto è principalmente quello di operare una vasocostrizione iniziale per cercare di ridurre il problema di un vaso danneggiato. I vasi partecipano in maniera attiva anche in un altro modo contribuendo all'attivazione di altri componenti del sistema come le piastrine per la formazione di un primo tappo piastrinico per la perdita di sangue, poi la fase coagulativa vera e propria con la formazione di un coagulo più solido di quello piastrinico che coinvolge la formazione di una rete di fibrina e poi il sistema fibrinolitico che serve a eliminare il coagulo e a tagliare la rete di fibrina quando non è più necessario. Quando vi sono dei danni vascolari causati o preesistenti come le alterazioni delle piastrine o alterazioni a livello dei fattori della coagulazione del sangue e anche del sistema fibrinolitico, 25 l'intero sistema si ferma in un senso emorragico e trombotico a seconda di come è il danno. Nella fase vascolare abbiamo: una vasocostrizione per ridurre il lume del vaso, la fase piastrinica è una fase complessa perchè prevede prima di tutto che le piastrine aderiscano alla zona danneggiata successivamente questa adesione porta ad un attivazione delle vie di trasduzione del segnale all'interno delle piastrine che portano sia al cambiamento di forma delle piastrine che emettono dei pseudopodi in modo che possa aderire meglio e che possa operare la degranulazione dei granuli contenuti all'interno delle piastrine dove faciliteranno sia l'aggregazione delle piastrine a formare il tappo, sia faciliteranno il sistema emostatico e coagulativo perché nei granuli sono contenuti sostanze di attivazione della coagulazione e anche di inibizione perchè il sistema è fondamentalmente un equilibrio quindi il segnale che prevale è il segnale che risulta in effetto reale. Poi c'è la fase coagulativa che è un processo di attivazione dei fattori della coagulazione del sangue che ricorda molto il sistema di attivazione del complemento, dove delle proteasi plasmatiche sono in grado di agire su dei proenzimi che si attivano per clivaggio e così via, quindi un sistema a cascata, questo porta la formazione del coagulo vero e proprio che verrà eliminato dal sistema fibrinolitico. Ma come fanno le piastrine a riconoscere dove aderire? Le piastrine hanno un riconoscimento specifico, che poi vedremo. Quando andremo a vedere le alterazioni piastriniche dell'emostasi, cioè quando un danno coagulativo emorragico è dovuto a un alterazione delle piastrine, vedremo che se c'è un alterazione di proteine di membrana delle piastrine, anche genetica o indotta in qualche modo, noi potremmo avere un danno perchè non riconoscono o riconoscono troppo la sede del danno. É capitato a tutti di farsi un piccola lesione e sanguinare per qualche istante e poi si ferma, se qualche cosa si inceppa a questo livello il sanguinamento non si ferma o non si ferma nello stesso tempo, quindi il primo evento che può attivare un processo di attivazione del sistema emostatico è un danno vascolare che può essere provocato da un insulto meccanico o anche c'è un attivazione del sistema della coagulazione e del sistema fibrinolitico molto complessa oppure la preesitenza di patologie che possono dare danno vascolare ipertensione e aterosclerosi perchè da 26 un punto fisico tenere i vasi con un pressione molto diversa da quella normale, più alta, provoca un attrito molto maggiore o l'aterosclerosi causata che da luogo alla presenza di componenti anche alterate a livello vascolare. Come sappiamo che nel sangue ci sono gli zuccheri, se il metabolismo del glucosio è alterato noi avremo le complicanze del diabete, il diabete di tipi I e II considerando l'alimentazione negli ultimi decenni che si ha come nel tipo II associato all'obesità è molto più frequente, il diabetico tra le diverse problematiche vive una vita normale ma ha una predisposizione al danno vascolare enorme; quindi il diabetico, molto più facilmente degli altri, potrà avere un attivazione emostante del sistema emostatico, potrà avere un non buon riparo delle ferite e tutti quelli che sono i disturbi che riguardano un attivazione patologica del sistema emostatico. Il diabete è un patologia cronica e bisogna vedere anche l'incidenza economica ma anche quante volte il paziente si rivolge al proprio diabetologo. Altri danni come l'aneurisma che ha una zona di dilatazione del vaso senza nessuna sintomatologia inizialmente tranne mal di testa in alcuni casi; ci sono altre patologie ad es. se avessimo una componente genetica nella variazione nell'elasticità dei vasi, oppure la somministrazione di farmaci come l'aspirina perchè inibisce la ciclossigenasi che agisce sui trombossani e sulle piastrine e altera tutti gli eventi coagulativi, però dobbiamo tenere presente che la coagulazione vera e propria è la fase tre; l'aspirina inibisce gli eventi procoagulativi del sistema coagulativo che i pazienti per età o per ipertensioni possono essere esposti quindi è un farmaco di prevenzione. L'aspirina è stata scoperta come antinfiamatorio e l'azione come antinfiammatoria si ottiene a dosi più alte quindi si cerca di ridurre i danni dovuti all'azione antinfiammatoria dell'aspirina, cercando di darne di meno per un tempo più prolungato con protezione dello stomaco. Quando c'è danno vascolare abbiamo detto c'è attivazione piastrinica con adesione, l'adesione piastrinica con attivazione delle piastrine, l'attivazione del sistema coagulativo con la formazione della trombina, la formazione di fibrina e formazione del trombo vero e proprio, successivamente quasi in contemporanea l'attivazione del sistema fibrinolitico per l'eliminazione del coagulo, in contemporanea del 27 danno vascolare c'è l'attivazione del sistema di controllo che farà in modo che sia l'attivazione che la coagulazione non sia eccessiva e che farà anche in modo di tenere in equilibrio il sistema coagulativo con il sistema fibrinolitico, fin quando i segnali di attivazione che possono essere l'adesione piastrinica o il rilascio dei legami piastrinici o l'attivazione del sistema coagulativo prevarrà sull'attivazione sistema fibrinolitico sta in piedi il sistema coagulativo altrimenti tutto questo verrà eliminato fisiologicamente. Patologie dell'emostasi dovute ad alterazione vascolari, tutte quelle patologie che portano ad alterazioni della parete vascolare come le porpore con formazioni di ecchimosi e petecchie sono delle patologie dell'emostasi da danno originale vascolare, abbiamo anche una patologia genetica a carattere autosomico dominante in cui noi abbiamo una disorganizzazione dei vasi, diciamo una formazioni di varici in varie sedi dovute alle riduzione della componente elastica presente nei vasi e questa patologia si chiama Telangectasia emorragica ereditaria e se avete presente le varici agli arti inferiori che sono visibili in alcune donne immaginate questa situazione anche a livello di organi, oppure a livello vascolare possiamo avere la fragilità vascolare acquisita in una serie di alterazioni acquisite, anche alterazioni delle piastrine perchè la dove avessimo delle piastrinopatie, dovute ad alterazioni piastriniche la iperadesione e iperaggregazione delle piastrine può ledere il vaso ma anche farmaci di vario genere infezioni allergie e così via.... Ricordiamo che le piastrine derivano dal megacarioblasti e megacariociti e sono un prodotto di degradazione e che contengono una serie di granuli, alfa granuli e granuli densi. Ad es. negli alfa granuli è presente il fibrinogeno, il fattore 5, il fattore 13 della coagulazione quindi della coagulazione della fase III quindi dell'attivazione plasmatica dei fattori coagulativi, ciò vuol dire che le piastrine partecipano principalmente e il loro ruolo nell'emostasi è quello del riconoscimento del danno vascolare, di adesione, di attivazione e aggregazione piastrinica successivamente alla quale avviene la degranulazione, ma un altro ruolo fondamentale delle piastrine è quello di facilitare, contribuire, rinforzare quella che è l'attivazione contemporanea dei fattori della coagulazione del sangue della fase plasmatica. Nei granuli densi è presente il calcio e questo 28 non è un fattore della coagulazione, nel senso, intendendo per fattore una proteina, però il calcio è un cofattore che prende parte alla cascata coagulativa in maniera fondamentale perchè tutte le reazioni di attivazioni della cascata coagulativa è legata al calcio quindi l'assenza di calcio o alterazioni del calcio è motivo di alterazione del sistema emostatico. Vediamo anche che ci sono una serie di recettori di membrana e presenti i granuli, vediamo anche cosa possono legare, alcuni recettori presenti sulle piastrine come per GP1A e 2A possono legare ad esempio il collagene e anche GP2B e 3A possono legare il fibrinogeno, questo significa che nel momento in cui c'è un danno vascolare il vaso immediatamente avrà una vasocostrizione, le piastrine riconoscono il danno ma, non è solo con la formazione del tappo, c'è anche la produzione di fattori della coagulazione e la loro iniziale attivazione del mantenimento del processo, oltre al fatto che il fibrinogeno e altri fattori possono mediare l'aggregazione piastrinica. Adesione al sotto endotelio, attivazione piastrinica che significa attivazione di innesco delle vie di trasduzione del segnale, chair change, secrezione quindi la programmazione, aggregazione e formazione del tappo piastrinico. Noi abbiamo dei recettori su questa piastrina GP1B 2B e 3A e anche alcuni fattori della coagulazione che sono di produzione fagocitaria e una serie di fattori che possono essere tissutali che vengono esposti dal sottoendotelio, nel momento in cui c'è il riconoscimento diretto di un fattore tissutale del danno c'è la fase di aggregazione grazie al fibrinogeno e al VVF tramite glicoproteine diverse che sono presenti sulla membrana piastrinica. Il VVF può essere prodotto a livello epatocitario e può essere esposto dal sotto endotelio ma c'è anche come recettore a livello piastrinico ed è presente negli alfa granuli. Questo è per far capire l'auto mantenimento del processo e se c'è un danno, anche minimo e le piastrine riconoscono quel danno, sono in grado di capitanarne altre e di attivare e automantenere il processo coagulativo già iniziato, intendendo il processo coagulativo quello di fase 3 che non è consecutivo ma contemporaneo e già iniziato a livello vascolare, inoltre serve un fattore 5 di controllo altrimenti questa cosa va avanti, oltre il sistema fibrinolitico quindi serve un modo di controllo per fare in modo che questo non ecceda perchè lo automantiene cioè secerne 29 sostanze a cui le piastrine si legano, secerne sostanze che sono fattori della coagulazione, alcune di queste sostanze sono anche di produzione epatica quindi di base sono presenti e sono di produzione sottoendoteliale e sono capaci di facilitare il riconoscimento della piastrina e la sede del danno. Alcune delle glicoproteine che partecipano al riconoscimento, all'aggregazione, allo chair change, alla degranulazione possiamo immaginare che un danno congenito o genetico alle glicoproteine di membrana delle piastrine possono rappresentare un danno emostatico importante, ora quali sono le alterazioni che possono riguardare le alterazioni delle piastrine? Noi possiamo avere delle alterazioni quantitative cioè ne possono essere di più o di meno questo fenomeno si chiama piastrinopenia o piastrinosi, trombocitopenia o trombocitosi, ci può essere anche un danno qualitativo cioè dovuto a un aspetto funzionale quindi ci si potrebbe trovare in situazioni in cui in un emocromo il numero delle piastrine sia normale ma ci sia un danno in cui la piastrina non sia in grado di riconoscere una serie di danni o non sia in grado di attivarsi o degranulare, semplicemente per un alterazione a livello della formazione dei granuli o di eliminazione dei granuli in cui la piccola vescicola si fonde e elimina i granuli o viceversa il numero dei granuli non sia normale, questa raccoglie una serie di patologie che prende il nome di piastrinopatia le quali si associano al danno quantitativo, con una situazione mista. Considerando che l'aspetto patologico più frequente è quello acquisito da danno farmacologico, da aspirina, ci sono però una serie molto vaste di alterazioni acquisite e non. Cerchiamo di capire di cosa è la piastrinopenia: per es. di queste patologie ci sono vari gradi, gradi lieve, medio, severo o grado tale da richiedere terapia trasfusionale; in precedenza si è fatto l'esempio della coagulazione intravascolare disseminata e il numero delle piastrine come è? Facciamo l'es di un paziente che abbia avuto un infezione e abbia una forma parainfluenzale e che abbia sviluppata una febbre molto elevata che fa pensare o ad un infezione batterica o che in realtà questa forma non fosse una forma parainfluenzale e che ce l'abbia almeno da un giorno e mezzo, chiama il suo medico di fiducia che gli da una terapia antibiotica e dopo due giorni di febbre 30 alta che non scende si rivolge a uno specialista e dopo una serie di esami si osserva che le piastrine sono di numero ridottissime però, se tutte queste piastrine fossero già tutte consumate dovrebbe avere degli aventi che gli impediscano di considerare solo un fatto influenzale. Quindi è un paziente che esige subito di cure. Il paziente può avere una riduzione che può essere lieve, medio grave. L’attivazione contemporanea del sistema emostatico, nel senso trombotico e nel senso emorragico, è un pasticcio enorme perché sono opposti e bisogna curare nella stessa persona distretti diversi e quindi devo dare una terapia anticoagulante forte ma devo reintegrare e trovare un equilibrio che non esiste, in questo caso o si sopravvive o si muore è una questione di tempo. Un paziente è arrivato in ospedale con le proprie gambe con sintomi influenzali aveva preso qualcosa e l'emocromo indicava una situazione strana ma gli esami del sangue di routine indicava per esempio una forte reattività da danno o epatico o non si è potuto capire, inusuale, in ogni caso questi esami l'hanno fatto trattenere questo avveniva nella sera del giorno X, inizialmente l'ematologo l'ha stabilizzato. La mattina dopo il quadro cambia, ha una trombosi, poi un emorragia cerebrale, questo paziente è morto, ricordiamo che è andato con le sue gambe e con una febbre alta, quindi da un lato stai riparando ma anche danneggiando. Ci sono diversi livelli e se vi capita di vedere un emocroma, in cui il valore delle piastrine molto basso non attendete che il paziente venga a ritirare l'esame ma se c'è una pistropenia molto grave chiamate il reparto e avvisare della situazione, se è un privato chiamate il paziente avvisate e consigliate di andare da uno specialista. Ci sono farmaci che possono dare diminuzione delle piastrine, come classifichiamo le piastrinopenie, il primo gruppo è una riduzione di megacariociti o si producono di meno o non ce ne sono questa ridotta produzione può essere dovuta da aplasie midollari, neoplasie midollari o da infiltrazione neoplasica nel midollo da tumori che non siano le leucemie; aplasie midollari abbiamo diversi es che possono essere congenite o acquisite uno degli es, è la sindrome di piastrinopenia con assenza del radio, dove il radio è un osso, è una sindrome rara ed è caratterizzata da questa forma di trombocitopenia con l'aplasia bilaterale del radio ed è stata descritta quasi cento anni fa, fra le 31 acquisite cerchiamo di ricordarci che ci sono tutte una serie di agenti chimici, fisici e biologici che possono portare queste patologie anche associate ad altre sintomatologie, avremo che i megacariociti e sono ridotti e se andiamo a misurare la sopravvivenza delle piastrine questa è normale e se andiamo a vedere il turnover delle piastrine questo il numero è ridotto, quindi il primo gruppo può essere questo; un secondo gruppo può essere un ridotta produzione numero di piastrine, in questo caso possiamo avere come es deficit di vitamina B12 e acido folico e sindrome mielodisplastiche e sindrome di Wiskott-Aldrich il quadro di questa piastrinopenia è molto complessa, abbiamo una ridotta produzione di piastrine quindi con emorragie serie, abbiamo anche la presenza infezioni di vario genere di tipo meningitico, o delle sepsi o delle setticemie e tutto questo avviene perchè c'è un difetto a carico linfocitario questa sindromi è classificata nelle immunodeficienze primitive combinate. Nel terzo gruppo che è quella da aumentata distruzione delle piastrine, Sindrome di BernardSoulier 32 1.4 (Lunedì 28 Novembre 2011) Classificazione Piastrinopenie Ritornando alle pianistrinopenie con ridotta produzione di megacariociti e di piastrine ed eravamo arrivati a quelle con da aumentata distruzione di piastrine l'aumentata distruzione di piastrine può essere dovuta a cause intrapiastriniche quindi a cause che dipendono dalla cellula dalle alterazioni che sono presenti all'interno della cellula, oppure da cause esterne, il primo es è la sindrome di Bernard-Soulier chiamata anche Distrofia Trombotica Emorragica, ha la particolarità di essere una piastrinopenia associata a piastrinopatia, quindi c'è una diminuzione del numero ma anche una alterazione della funzione piastrinica. Infatti in questa patologia sono presenti delle piastrine giganti, più grandi del normale e quindi sono facilmente identificabili quando si va a fare l'emocromo, il tutto può dipendere da una serie di alterazioni genetiche che riguarda il complesso della glicoproteina 1B questa è importante perchè si lega a fattori della coagulazione innescando e facilitando sia l'aggregazione piastrinica che la coagulazione vera e propria; le alterazioni sono diverse perchè i geni che codificano per il recettore della glicoproteina 1B hanno diverse subunità quindi le alterazioni base possono dipendere da alterazioni di diverse subunità, quindi avremo l'allungamento del tempo di sanguinamento, piastrine giganti, alterazioni dell'aggregamento piastrinico, alterazioni della coagulazione. Un alterazione di proteine di membrana porta a un danno emostatico tra l'altro abbastanza seria perchè porta un danno che non riguarda solo una componente piastrinica ma, per via del fattore del rapporto di Von Willebrand con altri fattori della coagulazione, porta un danno coagulativo vero e proprio. Viceversa nelle cause extrapiastriniche possiamo avere diversi tipi di patologie tra queste il morbo di Werlhof o porpora trombocitopenica idiopatica che ha come patogenesi un alterazione verosimilmente autoimmune e cosa causi questa alterazione, non è chiaro, in alcuni, casi ad es. nei bambini è preceduta da infezione virale ma non sempre, in questa patologia abbiamo una aumentata distruzione di piastrine in quanto sono 33 presenti autoanticorpi circolanti diretti contro le piastrine quindi avremo una ridotta presenza di piastrine in circolo, ridotta sopravvivenza, possibilità di sequestro splenico avremo reattività midollare e quindi avremo un midollo che all'analisi presenta un espansa porzione che produce megacariociti e megacarioblasti e i bersagli di questi anticorpi possono essere sia le piastrine che i megacariociti quindi di base è una patologia immunitaria ma la genesi non è chiara; questa può venire in età pediatrica, in questo caso segue infezione virale ma non sempre e può guarire spontaneamente o può essere trattata con Ig o corticosteroidi quindi con il tipico trattamento dell'immunosoppressione. Quarto gruppo: abbiamo aumentato consumo di piastrine, es. classico è la coagulazione intravascolare disseminata, ce ne sono altri che si manifestano tutti con piastrinopenia severa e alterazioni complesse dell'emostasi, insufficienza renale, anemie etc... Ultimo gruppo è quello che riguarda l'emarginazione delle piastrine cioè i casi un cui si può verificare una piastrinopenia di sede dovuta a splenomegalia o alla presenza di emoangiomi diffusi o singoli ma grandi. Come abbiamo già detto piastrinopenie si associano a piastrinopatie alcuni esempi li abbiamo fatti, abbiamo parlato della sindrome di Wiskott-Aldrich, abbiamo visto la sindrome di Bernard-Soulier e ce ne sono altre. Come caratterizzare e avere gli indizi di una piastrinopatia perchè se voi avete l'associazione solo della riduzione delle piastrine uno si può attivare molto velocemente ma il dato è ovvio se invece il numero delle piastrine è normale ma c'è una sproporzione tra la presenza delle piastrine e l'entità del danno emorragico magari anche avendo verificato gli aspetti coagulativi e indicando che c'è un alterazione a livello delle piastrine, abbiamo visto che spesso queste patologie hanno una familiarità quindi se sono presente un anamnesi familiare positiva. La presenza di una piastrinopenia stabile, la presenza di altre patologie che possono essere associate ad alterazioni di piastrine che possono dare indicazione di un alterazione specifica a livello delle piastrine. Alcuni es. la tromboastenia di Glanzmann dove l'alterazione è diversa, c'è un alterazione di membrana del complesso glicoproteico 34 3B 2A è il complesso più importante dell'aggregazione piastrinica quindi in questo caso avremo una serie di manifestazioni in cui avremo un difetto di aggregazione piastrinica ma con un numero di piastrine normale. Poi abbiamo i difetti dei granuli piastrinici cioè l'incapacita di immagazzinare alcuni dei componenti dei granuli piastrinici, deficit dei granuli, incapacità di degranulare, deficit di alcune sostanze contenute nei granuli ma con un numero di piastrine normali; noi possiamo avere una serie di piastrinopatie acquisite cioè difetto di funzione dovuto ad altro, es. classico è quello dell'assunzione di farmaci cioè dell'aspirina. Cominciamo il discorso vero e proprio sulla coagulazione del sangue cioè il sistema che comprende tutti gli eventi plasmatici che porta all'attivazione di fattori plasmatici, fattori della coagulazione, per la formazione del coagulo; sappiamo che abbiamo una serie di fattori plasmatici che fanno parte del sistema della coagulazione, hanno peso molecolare e concentrazione a livello del plasma e la % normalmente richiesta come concentrazione per l'emostasi; sappiamo che il sistema estrinseco e intrinseco porta l'azione della trombina e il coagulo di fibrina. È presente anche il fattore tredicesimo che serve per facilitare l'eliminazione del coagulo. I fattori che sono riconosciuti a livello endoteliale o quali sono i fattori che facilitano le varie reazioni aggiunge qualcosa di più perchè questo divide il sistema da contatto, la componente tissutale (bisogna sapere cosa riconoscono i fattori per essere attivati). L'importanza dell'aggiunta di vari fattori nella formazione della trombina, la cosa importante è che nella cascata coagulativa l'attivazione anche di solo alcuni fattori porta la formazione di trombina ma il problema fondamentale è il tempo, se osserviamo, la formazione della trombina prenderebbe 35 giorni là dove avessimo soltanto il Calcio il fattore decimo attivato e la proteina, ma questi giorni sono troppi, se abbiamo la presenza delle piastrine riduce questo aspetto da 35 giorni a 17 ore, anche se 17 ore sono troppe, pero quello che mi piace è quando si passa da 35 giorni a 10 secondi soltanto con altri componenti, quindi questo ci dice l'attivazione che avviene in 35 giorni o in tante ore quando vi è un evento emorragico in atto è un evento che porta a morte il paziente, questo avveniva in passato ma ora non 35 avviene più perchè oggi vi sono componenti purificati, questi componenti si purificano dal plasma o tramite una serie di tecniche che permettono la produzione (tecnica DNA ricombinato) di fattori sintetici del fattore umano, un tempo poteva dare un rischio per la produzione ma oggi da un beneficio enorme perchè il sangue viene donato. Quale sarebbe il vantaggio di un fattore umano prodotto sinteticamente rispetto a un fattore isolato dal plasma? La sicurezza, perchè il plasma potrebbe essere di qualsiasi persona e abbiamo sentito in passato persone contaminate per es. dall'epatite C per trasfusione etc… questo per errore, quindi tutte le patologie associate a eventi di trasfusione, per lo più da contaminazioni di patologie esistenti nel paziente possono essere evitate. Quindi abbiamo detto che cascata degli eventi avviene lo stesso ma ci vuole molto più tempo se mancano dei fattori; alcuni dei test che si fanno per la coagulazione del sangue sono il tempo di protrombina e il tempo di tromboplastina parziale. Quando abbiamo cominciato questo discorso abbiamo detto che ci sono dei meccanismi di controllo, quindi: un sistema attivato in vario modo, un sistema contemporaneo in cui il danno vascolare in cui l'alterazione vascolare già agisce per attivare le piastrine ma anche il sistema della coagulazione, ma deve esistere in contemporaneo l'attivazione del sistema fibrinolitico sia un sistema di controllo che controlli alcune di queste mappe in modo che l'attivazione di alcuni di questi fattori, ad es. il fattore 5 non sia in realtà eccessiva. Questi meccanismi di controllo riguardano le cellule endoteliali con recettori di membrana, inibitori della fibrinolisi, inibitori circolanti, proteina C e S e sistema fibrinoltico vero e proprio; vi sono dei domini e gli inibitori, la sede di sintesi e il bersaglio. Es. possiamo immaginare di vedere la cascata coagulativa in questo modo: abbiamo il sistema estrinseco che intrinseco, altri fattori e anche come intervengono i partecipanti al sistema di controllo, tra essi abbiamo la proteina C che controlla l'attivazione del fattore 5, in che modo controlla? Riduce la possibile iperattivazione del fattore 5, l'es. lo faccio perchè esiste un gruppo di patologie che sono accorpate sotto il nome di Leiden che riguardano i portatori di alterazioni del fattore 5, quindi esistono un gruppo di persone che hanno geneticamente il fattore 5 modificato quindi hanno 36 un polimorfismo del fattore 5, in queste persone può avvenire che il punto che viene riconosciuto per eliminare il fattore 5 dalla proteina C può essere mutato il che significa che la proteina C non funziona più, questi pazienti fondamentalmente non sono pazienti ma sono portatori di questa modifica che non è patologica perchè il sistema funziona lo stesso perchè ci sono altri sistemi di controllo e alcuni di questi pazienti sviluppano una sindrome da trombosi, o trombosi o più trombosi. Nel momento in cui c'è un attivazione prolungata o una coesistenza di altre patologie c'è questa iperattivazione del fattore 5 che non è più controllata e ci può essere sviluppo di trombosi, noi non sappiamo perché una bassa percentuale di questi portatori sviluppano questa patologia e altri no, quindi si sa ancora molto poco, però se c'è ipertensione ipercolesterolemia, è un forte fumatore e tutta una serie di patologie che possono facilitare una sindrome trombotica, potrebbe sviluppare questa patologia. Però va detto che di base che se ci sono pazienti che in famiglia hanno la sindrome di Leiden lo sanno e si controllano perchè nell'ambito della famiglia prima o poi c'è sempre il soggetto che sviluppa l'evento trombotico e si va a fare questa caratterizzazione; un es. che si può fare è in una famiglia che questa malattia di Leiden ad es. il nonno a 55 anni ha avuto una trombosi agli arti inferiori anche uno dei figli a 50 anni ha avuto una trombosi sempre agli arti inferiori e i figli dei figli per un fatto di sicurezza vengono caratterizzati e tutti hanno questa possibile patologia ma essendo giovani non hanno la patologia, a questo punto una giovane figlia, quindi nonno e padre hanno la patologia di Leiden, lei caratterizzata, ha dei disturbi mestruali va dal medico per la prescrizione della pillola anticoncezionali, quindi portatrice di questa patologia, il medico di base tranquillo prescrive, dopo circa un anno e mezzo la stessa persona ritorna dal medico di base perchè da circa un mese e mezzo ha disturbi agli arti inferiori il medico che conosce le caratteristiche della persona non visita questa persona, la paziente ha un accentuazione dei sintomi e ritorna dal medico di base e riferisce che anche il colore della gamba sta cambiando, il medico non da importanza a questa cosa, questa persona parla con il padre e questo chiama il suo medico che gli dice di portarla in ospedale le fa fare un ecodoppler dei vasi, poi al ricovero si vede che aveva un embolia 37 polmonare ha fatto una terapia per molto tempo e deve portare a vita una calza elastica; il medico di base ha sbagliato nel prescrivere la pillola anticoncezionale perchè fa aumentare il rischio in una persona che ha questa familiarità. In tutto questo gli altri figli stanno benissimo e non hanno niente e in più il nonno e il padre non hanno ipertensione, ipercolesterolemia, perchè abbiamo sviluppato tutto ciò non si capisce . Facciamo degli esempi di difetti della coagulazione intesa come coagulazione plasmatica possiamo dividere in queste enormi categorie: alterazione da ridotta sintesi dei fattori, da alterata sintesi dei fattori, alterazione che riguardano la sintesi di controllo dei fattori inibenti o aumentato consumo dei fattori, teniamo presente che l'aumentato numero del consumo dei fattori già l'abbiamo fatta quando abbiamo accennato alla coagulazione vascolare disseminata esempi classici sono gli esempi che riguardano l'emofilia. L'emofilia è un gruppo di patologie caratterizzata dalla mancanza o forte riduzione di alcuni fattori, due di essi la A e la B sono patologie legate la cromosoma X quindi si deduce che è rarissimo che queste patologie avvengono nelle donne ma sono patologie che avvengono prevalemtemente nell'uomo. Tenete presente che vi è l'emofilia C che è autosomica quindi dire che l'emofilia non è presente nelle donne è sbagliato; tra le acquisite ci sono delle terapie farmacologiche che possono alterare gli eventi coagulativi, per es. gli anticoagulanti, possiamo avere dei deficit della proteina K, molti dei fattori della coagulazione hanno bisogno della vitamina K quindi una vitaminosi K può portare alla riduzione o assenza di alcuni fattori della coagulazione fino alle manifestazioni cliniche, naturalmente il reintegro della vitamina K azzera il problema; parliamo ora degli eventi che riguardano questo sistema vedendoli nella concezione opposta cioè, abbiamo accennato più il senso emorragico quelli che sono i deficit che portano a eventi di sanguinamento ed emorragie, ora vediamo quali sono gli eventi che portano a processi patologici con la formazioni di trombi, quindi processo patologico che da luogo a formazioni di vasi sinusoidi con dei trombi formata da costituenti del sangue all'interno del sistema vascolare, aderisce alla parete vascolare in un punto e si accumula quando l'individuo è ancora in 38 vita, però una volta che si è formato l'individuo può anche morire, quindi rappresenta l'estensione patologica verso l'eccesso del processo coagulativo. Possiamo avere nella patogenesi dei trombi, fattori meccanici legate alle alterazioni del flusso sanguigno, alterazioni della parete vascolare e alterazioni dei componenti dell'emostasi, i trombi possono essere venosi e arteriosi. Andiamo alle alterazioni, le alterazioni del flusso sanguigno, per es. un eccessiva turbolenza nei punti di biforcazioni o se sono presenti delle stenosi quindi è l'attrito fondamentalmente anche qui comunque siano causate queste stenosi o queste alterazioni, il rallentamento del flusso sanguigno può avere cause generali ci possono essere alterazioni che riguardano principalmente la fisiopatologia del cuore, tenete presente che le alterazioni primarie cardiache spesso si accoppiano a alterazioni di funzione respiratoria, le due funzioni sono collegate perchè se io smetto di respirare il cuore si ferma e viceversa se il cuore si ferma io smetto di respirare quindi di base sia un insufficienza cardiaca che alterazioni della funzioni respiratorie possono essere tra le cause generali perchè se si ha un'insufficienza cardiaca comunque responsabile di stasi e quindi di trombosi venosa; ci possono essere cause più banali o più comuni cioè le varici, a tutti noi sarà capitato di vedere le varici soprattutto nelle donne, perchè soprattutto nelle donne? perchè ha un punto peggiorativo che è la gravidanza, ci possono essere altre cause che possono riguardare i grandi vasi o il cuore come gli aneurismi ma fortunatamente sono meno frequenti. Cause da alterazioni dell'endotelio: qualunque causa che possa alterare l'endotelio può dare luogo a un iperattività in senso trombotico, altre cause: iperlipidemia, ipercolesterolemia, diabete, focolai infiammatori vari, fumo neoplasie e così via. Alterazioni dei costituenti del sangue, quindi gli stadi di ipercoagubilità, un primo punto è una diminuita attività o concentrazione degli inibitori della coagulazione, varianti molecolari dei fattori della coagulazione come la malattia di Leiner o resistenza alla proteina c attiva, ridotta attività del sistema fibrinolitico. Altre alterazioni dei componenti del sangue che possono portare a ipercoagulabilità: i tumori, alterazioni ormonali che riguardano gli estrogeni, il diabete mellito che è una patologia molto comune che da 39 una serie di problemi cronici e che a livello vascolare da eventi che sono importanti, così come se c'è un danno tipo una ferita e un alterazione del tempo di sanguinamento il paziente con diabete mellito ha il rischio trombotico, l'iperlipidemia è frequentissima e non solo da cibo anche se è ovvio che per una serie di motivazioni e comportamento c'è una tendenza a alimentarsi male e anche nei soggetti che si alimentano molto bene è frequente, cosa può fare rischio trombotico? Superfici di protesi vascolari. Per un infarinatura che avete sapete che l'embolo o embolia è il trasporto di materiale non sciolto nel sangue e se volete fare un esempio è quello del trombo e può dare embolia o l’es dell'embolia gassosa. 40 1.5 (Giovedì 1 Dicembre 2011) Omeostasi e Apoptosi La programmazione della morte cellulare programmata può portare importanti patologie come un cancro o un tumore se in difetto o vari tipi di degenerazione se in eccesso, di base sappiamo che la morte cellulare programmata è un meccanismo fisiologico che si chiama apoptosi, è giusto che si chiami così? È giusto che si chiama apoptosi ma è l'unica morte cellulare programmata che esiste? Siamo sicuri che la necrosi non è programmata? Abbiamo visto in queste lezioni che alcune trasduzioni del segnale si attivano in secondi e possibile pensare che durante la necrosi non si attivi niente? Però cominciamo a considerare che questa differenziazione, morte passiva causata da danno acuto presente forte infiammazione, ma nell'apoptosi l'infiammazione c'è? Quindi abbiamo la distinzione di base di morte cellulare di necrosi e apoptosi, dove l’apoptosi si conosce da 40 anni e la necrosi da prima e la cui differenza risiede nel fatto che l'apoptosi è un processo attivo quindi che la cellula innesca per una decisione cellulare e che la necrosi non è un processo attivo e che non è una decisione che può essere innescato nella singola cellula che avviene da danno acuto e infiammazione però non è vero che nella necrosi non c'è nessun programma. La definizione di apoptosi è stata fatta nel 1972 per descrivere specifici cambiamenti morfologici di morte cellulare accompagnate da una serie di caratteristiche morfologiche e dal programma o programmi genici specifici, per es. se io chiedessi l'autofagia cosa è? È autodigestione dei componenti lisosomiali, è un processo di morte e meccanismo attivo quindi l'autofagia è apoptosi? Può essere considerata un tipo di morte cellulare programmata, ma è apoptosi? E se non lo è qual è la differenza? E un tipo di morte programmata ma se vogliamo classificare sotto il cappello della apoptosi tutti i tipi di morte cellulare programmata allora si potrebbe dire di si, ma se per apoptosi noi intendiamo una morte cellulare programmata caspasi dipendente allora no, quindi si può dire che l'autofagia può essere considerata, se porta a morte la cellula, un processo attivo perchè è una decisione cellulare con programma 41 genico che si basa sull'autodigestione delle componenti lisosomiali che arrivata a un livello di avanzamento porta a morte cellulare è una decisione quindi c'è un signalling che sottostà a questo evento quindi si può considerare un tipo di morte cellulare programmata; attenzione, ci sono patologie che si basano su un difetto o un eccesso di autofagia che è un processo fisiologico di eliminazione e visto che c'è questa digestione del contenuto lisosomiale in alcune occasioni può portare a infiammazione, quindi cominciamo a vedere che la distinzione di necrosi e apoptosi è una distinzione generica nel senso che, di base è vero che la necrosi è accompagnato da un processo infiammatorio che può essere molto ampio se il danno acuto è esteso e che l'apoptosi in genere non porta a questo evento ma che esistono tipi particolari di morte cellulare programmata che possono essere accompagnati da aventi infiammatori. La definizione di necrosi è una morte cellulare con una morfologia inizialmente accompagnata da un aumento del volume cellulare che per lungo tempo è stata considerata banalmente un forma di morte cellulare accidentale ma migliaia di evidenze si sono accumulate e indicano che l'esecuzione della morte cellulare necrotica può essere finemente regolata da un set di segnali di trasduzione, di meccanismi catabolici quindi la necrosi o per reattività cellulare quindi la cellula subisce attiva qualcosa più che può, se la cellula non ha energia non può attivare, può essere programmata. Esiste un termine che si chiama necroapoptosi secondo voi che cosa è? Già il termine necroapoptosi di base indica che è qualcosa di programmato che ha a che fare con la morte cellulare e che non rientra nei canoni dell'apoptosi e non rientra nei canoni classici della necrosi, quindi potremmo definire che sia mista in maniera molto generica. Se noi immaginiamo che l'apoptosi è una morte programmata caspasi dipendente, esiste una morte cellulare programmata caspasi indipendente? Si e quale è? La necroapoptosi può essere attivata senza attivazione delle caspasi o può essere attiva e portare a morte la cellula in presenza di un blocco completo da inibitori per es. da farmaci per le caspasi, quindi le caspasi posso essere presenti o possono partecipare ma il blocco delle caspasi non è sufficiente per bloccare la necroapoptosi; sulla necroapoptosi quello che abbiamo detto è vero ma non sempre, innanzitutto esistono 42 centinaia di morti cellulari programmate questi tipi possono essere locali nel senso che possono dipendere un danno tissutale cioè se in un tessuto sono presenti vari tipi di proteine o non sono presenti perchè la loro espressione non è ubiquitaria che noi possiamo individuare per introdurre l'argomento nel discorso di necrosi e apotoposi che però evidenze recenti indicano che sia sotto le norme idea della necrosi ci sia di tutto e di più e sia che l'apoptosi non è un meccanismo ma un insieme di diversi meccanismi che portano a morte cellulare programmata intendendo per programmata sia che in sia in grado di portare ad attivazione genica, sia intendendo il consumo di energia, la necrosi non è sempre passiva ma il consumo di energia è minore, è chiaro se arriva un evento traumatico istantaneo in cui c'è un danno cerebrale istantaneo si può immaginare una morte cellulare per necrosi passiva però questo è un evento raro però esistono anche meccanismi di necrosi che hanno il tempo di istaurare all'impatto un programma attivo punto primo, punto secondo esistono una serie di programmi che coinvolgono morte cellulare programmata con reattività quindi con infiammazione che possono essere fisiologici e che sono alla base di meccanismi patologici, che noi possiamo immaginare che sia così come un misto tra i due eventi che possono andare sotto il nome di necroapoptosi, sono processi attivi, sono processi che consumano energia e sono sempre processi di meccanismi controllati di morte cellulare cioè genici, possono essere caspasi dipendenti e caspasi indipendenti e in genere sono accompagnati da un meccanismo di reattività cioè può essere presente infiammazione. Questo ci fa capire l'importanza della regolazioni di questo aspetto e noi siamo vivi in quanto siamo in salute perchè questi centinaia di meccanismi esistono. Un gene apoptotico per eccellenza quale è? BCL2. Ma siamo sicuri? Il testo ha ragione, ma ci sono due lavori che si chiedono, come mai BCL2 possegga in quanto proteina un dominio BH3 che è un dominio di morte che è presente prevalentemente nei limiti della famiglia BCL2 che regola solo l'apoptosi quindi proapoptotici e in genere non è presente in quelli fisiologicamente della famiglia BCL2 che regolano i meccanismi di sopravvivenza? Hanno fatto degli esperimenti e hanno visto che BCL2 tridimensionalmente è un groviglio e se esponesse 43 quel dominio cambierebbe la situazione quindi è un gene apoptotico per eccellenza ma dubitate. La corneificazione: è una forma di morte cellulare programmata molto specifica che avviene nell'epidermide in maniera morfologicamente e chimicamente distinta dall'apoptosi porta alla formazione di corneociti che sono dei cheratinociti morti che contengono una quantità particolare di proteine e di lipidi, portando a una specie di strato di pelle corneificata, dunque la corneificazione dovrebbe essere considerata in buona fede un meccanismo di morte cellulare distinta dall'apoptosi però è un esempio di un evento tissutale e può avvenire solo nell'epidermide a livello dei cheratinociti e non può avvenire altrove perchè i cheratinociti non ci sono. Si deve immaginare che ci sono dei meccanismi di difesa dell'epidermide che non possono essere definiti apoptosi, esprime una serie di proteine tipiche che possono regolare per difesa questo tipo di morte cellulare che non può essere definito apoptosi, il testo dice anche tentativi di definizione di modalità di morte cellulare atipica, atipica perchè diversa, dice catastrofe mitotica: meccanismo di morte cellulare che avviene o durante o dopo una mitosi alterata o il fallimento di una mitosi accompagnata da alterazioni morfologiche che includono la multinucleazione etc… tipiche in alcuni casi la morfologia somiglia o alla necrosi o all'apoptosi quindi esiste un meccanismo di morte cellulare programmata che avviene durante il fallimento mitotico o poco dopo e che somiglia all'apoptosi o alla necrosi programmato e che secondo alcuni indipendente che si chiama catastrofe mitotica, teniamo presente che molti dei farmaci che possono indurre morte nelle cellule tumorali perchè agiscono bloccando per esempio agendo sulla formazione delle aree mitotiche o bloccando la proliferazione. L’anoikis: apoptosi indotta dalla perdita dell'attaccamento al substrato o dal collegamento di altre cellule si chiama anoikis a parte come si induce che non si attacca al substrato o nel rapporto cellula cellula i meccanismi sono molto simili all'apoptosi, potremmo tradurre questo termine come tossicità da eccitazione: forma di morte cellulare che avviene nei neuroni sotto eccitazione come aminoacido il glutammato che porta a un meccanismo calcio dipendente e all'attivazione di pathway di trasduzioni del segnale letali, può essere associabile a 44 meccanismi programmati di apoptosi o di necrosi che hanno la dissituazione del potenziale mitocondriale come evento critico quindi se fosse apoptosi caspasi 2, dobbiamo immaginare nella necrosi che non è programmata a degli eventi che possono portare a una dissituazione potenziale mitocondriale . Degenerazione walleriana, in senso stretto questo termine non descrive un tipo di morte cellulare perchè i neuroni possono ancora rimanere vivi in determinati casi ma dice anche che è un difetto del catabolismo cellulare del sistema nervoso che porta alla degenerazione dell'assone senza alterare il corpo centrale del neurone. Paraptosis questo termine inizialmente è stato descritto come un meccanismo di morte cellulare programmata distinto morfologicamente e biochimicamente dall'apoptosi, non è chiaro se è distinto dall'apoptosi però è necessariamente collegato all'apoptosi all'insulin like growth factor 1 e estesa vaporizzazione citoplasmatica e mitocondriale ma senza i tipici cambiamenti morfologici che accompagnano l'apoptosi, quindi non si capisce se è una apoptosi particolare o è distinta dalla apoptosi ma comunque è una forma di morte cellulare programmata che dipende da questa espressione dell'insulin like growth factor 1. Piroptosi è stata descritta la prima volta nei macrofagi e coinvolge un attivazione atipica della caspasi 1 e no della 3, è un meccanismo di morte cellulare programmata nei macrofagi che non esibisce soltanto le tipiche caratteristiche morfologiche della apoptosi ma mostra anche dei tratti particolari della necrosi essendo assolutamente programmata e avviene nei macrofagi perchè coinvolge alcune interleuchine che sono maggiormente espresse. Io dubiterei fortemente che l'attivazione della caspasi sia un meccanismo esclusivo della apoptosi. Pironecrosi sempre nei macrofagi è una morte cellulare programmata necrotica che coinvolge due geni che si chiamano NALP3 e ASC ed è stata individuata nei macrofagi perchè si associa all'attivazione della caspasi 1. Entosis: originariamente descritta come una forma di cannibalismo cellulare nella malattia di Huntington, è stata riportata come una nuova modalità di morte cellulare che ha delle caratteristiche miste tra 45 l'apoptosi e l'autofagia, dovete sapere che al momento una delle proteine che si va a verificare quando si vuole vedere se c'è un attivazione autofagica è la proteina bechina 1 fa riferimento al fatto che non c'è l'attivazione della caspasi 3 dell'apoptosi e dalla bechina 1 dell'autofagia ma è molto simile, comunque è molto difficile capire se questo tipo di morte cellulare programmata rappresenta una nuova modalità o un meccanismo associabile all'autofagia o all'apoptosi. Abbiamo visto che vi sono delle forme di necrosi programmata per attivazione atipica o tipica della caspasi 1, quindi possiamo dire che nella apoptosi esiste un programma regolato dalle caspasi e che il programma classico va in certo senso e che alcune caspasi possono essere coinvolte nella necrosi ma la cascata non c'è. Accezione classica: intrinseca estrinseca, intrinseca morte mitocondriale, lui ha detto che dipende dal citocromo c che ad un certo punto è in grado di uscire dal mitocondrio, di andarsi a legarsi a legarsi ad apaf 1 e attivare la caspasi 9 che è una delle tre caspasi iniziatrici cioè quelle che fanno partire la cascata, il tutto si chiama Apoptosoma (vacuolo dell’apoptosi). Dopo di che si procede e si porta all'attivazione di diverse caspasi che terminano con l'attivazione della caspasi 3 o anche 7, il tutto dipende dalla fuoriuscita del citocromo c, ma come esce? Nei mitocondri ci sono i cori, le proteine che stanno sulla parete di questi cori o che regolano l'ampiezza chiusura di questi cori, quali sono? Quelle della famiglia bcl2. Quindi accezione classica complessi che coinvolgono proteina della famiglia di bcl2, in particolare bcl2 bax l'eterodimero a seconda dell'aumento dell'uno o dell'altro o delle modificazioni post traduzionali dell'uno o dell'altro non solo quantità ma anche qualità regolano questo. Estrinseca che succede? Ricordiamo che ci sono dei recettori di membrana che sono in grado di legarsi ad un ligando che può essere portato nel rapporto cellula cellula da un'altra cellula quindi intermebrana o può essere un ligando solubile che sono in grado di attivare questi recettori di membrana che hanno un dominio di morte e che possono innescare l'attivazione della caspasi 8 o 10 o la 9. La differenza che ci sta tra la 8 e la 10 sta nell'aspetto tissutale perchè la 10 non ha un espressione ubiquitaria. L'accezione classica distingue tra caspasi 8 dipendente e caspasi 9 dipendente, come nella morte mitocondriale intrinseca c'è 46 l'aptosoma, nella morte recettoriale estrinseca c'è il DISC cioè un codominio di morte che comprende la caspasi 8 attivata dai domini di morti recettoriali e da domini di morte di potenziali proteine adattatrici la cui assenza o presenza dipende dal tipo di cellula di cui stiamo parlando. Questi due sono separati? No. Come non sono separati? L'entrinseca può attivare l'intrinseca tramite il fatto che la caspasi 8 o 10 può clivare Quid e Quid troncato può attivare a suo volta un processo di morte mitocondriale, questo di base è stato dimostrato. Al momento ci sono pochi lavori per dire che la morte cellulare intrinsesa possa influenzare quella estrinseca. Esiste una proteina che si chiama Rip chinasi 1 che si può legare in maniera diretta al complesso che include caspasi 8, per la 10 non ci sono evidenze ma la 10 ha il problema che ha solo alcuni tipi cellulari, questa proteina Rip chinasi 1 è una chinasi ma non si conosce ancora il substrato ossia cosa va a fosforilare, soprattutto si è visto che c'è un'altra proteina la Rip chinasi 3 che fa una cosa simile ma non uguale, entrambe possono legarsi al complesso di attivazione di morte la caspasi 8 cioè il Disc a mediare la necroptosi, di base questo si è visto perchè un farmaco che si chiama NEC 1 che è in grado di inibire Rip 1 e di bloccare tutti i meccanismi che riguardano questa proteina. L'accezione classica per la necroptosi era che la necroptosi fosse un meccanismo di morte cellulare programmata che somiglia all'apoptosi perchè c'è un iniziale attivazione di un complesso che riguarda la caspasi 8 cioè a monte e della via estrinseca ma che poi procede per attivazione della Rip chinasi 1, Rip chiansi 1 è capace di regolare con una cascata la produzione della specie reattive dell'ossigeno quindi un processo reattivo che porta a morte la cellula, fino a qualche mese fa si indicava con una certa certezza che una volta attivato Rip chiansi 1 questo tipo di morte cellulare fosse caspasi indipendente, in quanto in molti casi che prendendo un inibitore di tutte le caspasi, che è un substratino che le blocca tutte quante, questo tipo di morte va avanti, indicherebbe quindi un meccanismo di difesa la dove ci fosse un danno estremo alla morte cellulare programmata, cioè io ho bloccato tutta la cascata delle caspasi ma la morte può procedere, questo è vero ma attenzione non è sempre così in quanto ci sono dei casi in cui la morte cellulare programmata non si può definire apoptosi non si 47 può definire necrosi va nella via caspasi 8 Rip chiansi 1 e nulla più, ma è caspasi 8 dipendente cioè se io blocco la caspasi 8 o se la caspasi 8 non c'è questa via non può essere attivata o viene bloccata quindi in genere la necroptosi è caspasi indipendente e dipende da Rip chinasi 1 molto probabilmente dalla fosforilazione del substrato che non si conosce a oggi, ma esistono dei casi più complessi dove la commistione con l'apoptosi è più seria in quanto se noi abbiamo dato un accezione più veritiera per il fatto che si attivi tutta la cascata delle caspasi durante l'apoptosi potrebbe essere che ci sia apoptosi atipica mediata da Rip chinasi 1. Se i meccanismi della morte cellulare includono la reattività cioè l'aspetto infiammatorio a livello cerebrale vediamo come patologie tipo neurovegetative queste conoscenze sono utili. Facciamo un esempio provocatorio! quando negli anni 90 sono stati scoperti alcuni dei mediatori della morte cellulare programmata estrinseca quindi TNFR dipendenti, si è visto che sono i classici mediatori della morte fisiologica che viene attivata durante l'attivazione del sistema immunitario, si è visto che uno dei primi che è stato scoperto come FAS CD95, perforine etc... si è pensato, se lo do, posso bloccare l'azione della cellula tumorale? Che succede? Non si può fare perchè è altamente tossico. Ne esiste un altro che si chiama con diversi nomi, il nome da nomenclatura che nessuno conosce è TRN SF10 inizialmente era APO2L, mentre nella vecchia nomenclatura APO1L era il CD95, il nome che tutti lo conoscono è TRAIL questa è stata scoperta nel 1996 da un tedesco. La cosa particolare di TRAIL è che funziona in maniera simile al Fas, è presente come proteina di membrana a una parte esterna può attivare su altre cellule dei recettori che trivellizzano e si avvicinano ai domini di morte che sono intracitoplasmatici, attivazione proteina adattatrice caspasi 8 Disc caspasi 3 etc… quindi attivazione della via estrinseca classica, cosa c'è di particolare in questo?Si è visto che quando si va ad attivare la via dipendente da trail è sempre la stessa ma quando si va ad attivare il recettore di trail o trail stesso il tipo di morte cellulare che avviene è maggiore nelle cellule tumorali, questa evidenza si è scoperta intorno al 2000, dal 2000 ad oggi cosa è avvenuto? 1) si è cercato di capire dal punto di vista del meccanismo il perchè. Ci sono una serie di ipotesi, si è scoperto che invece di avere un solo 48 recettore trail ha 5 recettori e uno ha a che fare con un metabolismo osseo, altri 2 sono recettori di morte altri 2 sono simili e non hanno domini di morte e sono chiamati Decoy. Quindi le cellule tumorali evidentemente sono più responsive perchè in qualche per la loro disregolazione c'è una differenza di espressione dei recettori rispetto a quelle normali, cioè le cellule normali possono, sotto stimolo, attivare l'espressione del decoy che non hanno il dominio di morte non passa il segnale mentre nelle cellule tumorali no, questo è stato anche dimostrato in alcune linee cellulari ma solo in quelle, per il resto non c'è reale differenza per cui se può essere una delle ipotesi rimane una delle ipotesi e non è la spiegazione; un'altra cosa che è stata ipotizzata, è che in realtà esiste una proteina che inibisce l'attivazione della caspasi 8 che si chiama Flip che è in grado di inibire la caspasi 8 quindi si è pensato che questo meccanismo coinvolga questa proteina che fa parte delle proteine dell'apoptosi della famiglia delle AKT protein alteratissime dei tumori, a tutto oggi non si capisce perchè si possa parlare di tumore selettività cioè una risposta molto maggiore di alcune cellule tumorali, non tutte, a questa molecola. Chiaramente lo stesso ricercatore ha pensato di provare sul tumore di topo il trail e questo guarisce e pensa di trovare la terapia dei tumori, ma non è cosi perchè Fase 1 una piccola disattenzione la instabilità della proteina trail a livello sierico umano è di 36 minuti e quindi se lo do all'uomo o metto a infusione continua, in dosone, l'uomo la degrada e il topo no, comunque l'instabilità di trail è stata risolta perchè hanno modificato una cosa della proteina e oramai questa terapia è in fase 2 e 3, però un giapponese ha pensato che se tutto passa attraverso i recettori di morte e se utilizzo o creo un anticorpo in grado di riconoscere i recettori di morte e di attivarli l'anticorpo avrà la stabilità sierica degli anticorpi, questi anticorpi in particolare ce ne sono ormai diversi e ormai sono in fase 2 o 3 perchè naturalmente funzionano in determinati settaggi, la tossicità di tutto questo è minima non è epatotossica, ne gli anticorpi ne la terapia utilizzata con trail, noi potremmo immaginare questo tipo di terapia. 49