«jv >'^K^:^<ty>-A.; ^w^,>^^v>;^<>,Jv;^K^<^<3(>^^^^ o ^N ' REGIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA SANTINO CARAMELLA A E FILOSOFIA IL DI PLOTINO NEOPLATONISMO A cura di ARTURO CARUSO f GRUPPO DEI FASCISTI UNIVERSITARI CATANIA = 1940 XVIII LA FILOSOFIA DI PLOTINO E IL NEOPLATONISMO GIÀ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA SANTINO CARAMELLA FILOSOFIA PI \ E IL PLOTINO NEOPLATONISMO. A cura di ARTURO CARUSO f GRUPPO DEI — FASCISTI UNIVERSITARI CATANIA = 1940 XVIII RIPRODUZIONE aA VIETATA < % « PREFAZIONE AI FASCISTI UNIVERSITARI ETNEI Fi offro, elaborate e distinte nella forma di sintesi storica che loro è propria, queste lezioni di Storia da me tenute nella R. Università di Catania nell'anno XVH e da voi seguite con tanto della Filosofia interesse e passione W argomento per dell' lo studio. opera è queW alta consegnando e romana la forma più matura profonda e scuola della filosofia antica che ne concluse le fortune della filosofia greca alla storia dell' impero e della civiltà. Voi ne avete inteso e realizzato la coscienza. Il camerata Arturo Caruso mi ha raccogliere le lezioni e nel assistito nel curare questa pubblica- zione. Catania, R. Università, 15 gennaio 1940-XVIII. Santino Caramella 7iyrt A. Le Neoplatonismo. orìgini del I. La scuola Alessandrina sorse rispondendo con voce sincrona al primo determinarsi dell' esigenza di un salutare rinnovamento nel pensiero e nella civiltà romana. A che,, che avevano legato differenza delle precedenti scuole ellenistila loro fortuna con la conser- vazione della grandezza greca e con la civiltà che vi si presentava congiunta, questa scuola, pur sorgendo ad Alessandria, fu strettamente connessa con e con la fortuna dell' Impero Romano negli la vita ultimi secoli della sua storia. il II secolo con un imperatore Marco Aurelio. Le sue sentenze erano quanto più maturo avesse conseguito la saggezza consoli- Esso aveva chiuso filosofo, di data nella fusione del mondo antico. Ma questa unità era frammentaria, vale a dire che poggiava così nella realtà come nello spirito degli uomini su un' enciclo- pedismo non bene sintetizzato. — I. Il Ammonio Sacca vero romano era ancora Cesare come una per- sona sola ; ma cercava sempre sua la autocoscienza che non riusciva a raccogliersi in una fisonomia unica. Quindi un pessimismo aleggiava nel pen- sottile siero antico, e l'origine del Cristianesimo aveva avuto carattere di sojfferenza e di evidenza umane più delle virtù. fondo di cercare dal per orientarli Cristo dell' la ; ma i infelicità valori spirituali, alta tradizione ordine e dello spirito e alla voce filosofia. ma con tanto onore, all' all' aveva tenuto sosti- compilo tale era sempre mancato di unità impero neoplatonismo quindi Il che tuisce lo stoicismo, dessero civile, era filosofi modo che corrispondendo in sua nuova per anima quei dell' più alla compito Il delle coinci- di dere colla propria volontà. L'impero appariva astratto, critico, non E costruttivo. Queste idee occorreva ricostruirlo. agitavano, secondo si i suoi biografi, anche nel maestro di Alessandria, cristiano ma romano Ammonio pensiero. di 175 Costui visse dal rimasero incerte come il al 242 di fede, Sacca. d. C. Le sue suo cominciamento, origini ma tutto converge nel far ritenere che uscisse da quella stessa scuola Saitica, della quale divenne preferito. La scuola era in origine maestro e autore un logico che aveva elaborato a partire dal tico (secolo VII mente pratica C.) a. tra il dizioni religiose del una conciliazione collegio teo- Re Psammeprevalente- nuovo spirito religioso, e le tra- mondo orientale, e la civiltà el- lenica o ellenistica. Anche lo svolgimento della filosofia greca vi ave- Le movendo per un ordine più va corrisposto, delle categorie con essa origini del Neoplatonismo : ma si ora era arrestato nell' esigenza di una riunione razionale confluiva e delle dottrine analoga a quella delle religioni, e nella elaborazione esplicita del misticismo. Tale conciliazione divenne sempre più vivace, e prossima alle questioni che abbiamo r epoca di cui ci occupiamo : nome e prese campo tismo, esteso poi dagli storici dal a tutte le scuole teosofiche impostate, dell' èra cretismo della scuola di Sais era nel- di sincre- della filosofia volgare. Il fino ad sin- Ammonio Sacca costituito dalla tendenza a sistemare in ordine razionale le varie correnti religiose che riconoscevano una nuova èra spirituale, di cui teva ora avere il certamente Cristo avuto o ammet- primo posto o il direzione messianica. Quindi tutte si tradizioni la la reli- mondo ellenico vennero rielamodo che o concorressero col Cri- giose dell' Egitto e del borate dai Saiti in stianesimo o finissero coli' incontrarlo. che la Novalis siderata il Questo fa sì dottrina dei pensatori di Sais (che inspirò al romanzo « I come la forma il Cristianesimo che 1' discepoli di Sais di maggiore »), fosse con- importanza antichità pagana ci per avesse la- sciato. La scuola Saitica infatti era pervenuta a ricavare dal pensiero antico, greco ed egiziano, nel suo rizzo, uno squisito soggettivismo, che vi si indi- trovava simboleggiato sotto la forma che in tutte le cose, dietro ai successivi legami dei misteri, nella ricerca di qualunque soluzione, una sola verità emerge sempre : 10 I. noi stessi oggetti : ; il un Ammonio Sacca solo sguardo nostro. rai te stesso. — si trova dietro Qualunque cosa tu tutti gli cerchi, ritrove- La sostanza del mondo finiva per così essere di carattere soggettivo e ciò rispondeva ai pro- blemi morali o postulati suscitati Stoicismo dallo e dal Cristianesimo. Ammonio Sacca fSakkàsJ, come colleghi, aperse molti sotto Settimio Severo, che aveva ripreso forma costante suoi dei una scuola personale in Alessandria, dopo imperiale, lo scettro a tenere in prima la fase turbinosa degli imperatori militari. L'imperatrice Julia Domna assumendosi il com- pito di restaurare la vita spirituale dell'impero, aveva raccolta una corte in cui sofici erano largamente modo chiaro, ma con necessità di risolvere i problemi agitati, religiosi e da essi il problema della del Cristo sostituendolo con i vedeva in vita avvalorò doversi intendere e dirigere a proprio gere filo- spirito di carattere realistico, la del Cristianesimo. Ella pertanto nici, la si e altri religiosa la modo tesi il personaggi di culto messia- cui personificazione avrebbe potuto sia respincristiani nell'isolamento da cui uscivano, e intonare lo spirito dei suoi tempi con i sia problemi che aveva amato. Spetta a lei di aver promosso la legittimazione della rinnovata figura di Pitagora, e accettato l'impo- sizione di Apollonio Tyaneo, indovini (Cfr. il più Filostrato, Apuleio, eminente Nemesio), degli ma in realtà personaggio di carattere letterario, ed anche di occupavano predica- una religione oratoria di cui si Le Con tori cinici. origini del Neoplatonismo non man- queste convinzioni, a cui cavano di concorrere le varie religioni neoteriche, la apertamente cominciò a interessarsi imperiale corte 11 del Cristianesimo sotto forma polemica. D'altra parte scuole cristiane di Alessandria le nizzate fino al suo come avevano tempo, si erano orga- avuto carattere oratorio, evangelico, missionario. Ora questo non pareva ad Ammonio popolo non per- e perchè ciò che occorreva al basso suadeva superiori i cristiani o i nuovi offrire Bisognava Stato. ma non tradizionalisti, gli ellenisti, i nivano per giosa. perchè in fatto di retorica erano dirigenti, e i filosofi. egli certo Quindi queste scuole un debole fortificarle Per quanto sufficiente, aspetto nella lotta accettando fi- reli- problemi dello i venisse accusato di abiura, cioè di apostasia dal Cristianesimo, questa infondata, perchè altri suoi discepoli accusa risulta confermano la sua personale idea cristiana. Il me suo indirizzo consisteva nel riprendere in esa- la filosofia dei grandi pensatori autenticità, e cioè di risalire alla loro Gli ed si nella greci loro forma originaria. presentavano come maestri Platone e Aristotile; egli si propose non tanto di mettere in rilievo loro distacco, ma il di cercare la loro conciliazione col dimostrare che quello era stato acuito dalle scuole di Atene, Platonica e dalla logica. gnasse un Da peripatetica, questo si questa egli sincretismo filosofico analogo ammetteva l'eclettismo che era imposta che Sacca propu- ritenne Cicerone e di Antioco di Ascalona era : a quello vale a dire di che stato negato dalle 12 — I. Ammonio Sacca scuole filosofiche. In realtà come e£;li tutti i suoi se- guaci, raccolse la questione dell' eclettismo per supe- una propria filosofia. Per giungere ad un eclettismo corretto occorreva infatti avere una idea dominante nella conciliazione delle varie forme cioè esso si doveva presentare sotto forma di sincretismo, e svolgerne la crisi in una dotrarla nel sintetismo di : trina tesi ; Ammonio e preoccupò di elaborare si da lui cercata del Platonismo e dell'Aristotelismo sotto la forma spiritualistica e soggettivistica suggerita dalla sua educazione e dalla Quindi per lui primo problema fu il nità di connessione tra Dio, il corpo umano, e di definirla in spettasse di fronte a Le si Dio il che sua gli religione. mondo, 1' anima, e modo che senta a un casi. primo posto. aristoteliche storia dell' mas- anima, che essa pre- dipresso in forma analoga o identica Ma per 1' cessione dialettica ; il anima all' unificano prima di tutto in quanto danno la alla era di ricercare l'u- platoniche e dottrine filosofiche sima importanza due sin- la nei uno, Platone, nel senso della sucper 1' altro, in Aristotile, quello delle relazioni logiche. II. La dottrina dello spirito sostenuta nel suo insegnamento era principio di una sintesi tra bile, che gli (tò ODvdetóv). fondata l' sulla da ricerca intelligibile e antichi intendevano in Ammonio senso il del sensi- oggettivo Questa sintesi non perchè l' 13 origini del Neoplatonismo Le può attuare che nell'anima, si purezza è intelligibile nella sua a mescolarsi con la varietà molteplice del non sibile e viceversa questa senza svanire. Il mondo può ridurre si appunto intorno alla crasi o fusione possibile (mixis) dei due termini posti. Ora l'anima con e connessa la tempo è nello stesso sensibilità. sìntesi degli opposti. l' sen- unità a problema sino allora sollevato dalla degli Aristotelici era fisica impossibile anima è fuori dello Per il Quindi op- così intelligibile essa è la vera suo carattere intelligibile spazio, è fuori del tempo. Essa può essere presente in ogni luogo e in ogni ora. Quindi non soltanto si sottrae a ogni vincolo della materialità, ma la domina comparendo a sua posta in ogni punto di essa che interessi dominio spiega viceversa come sensibilità nel significato 1' l' intelligenza. anima Questo dotata sia di di possesso e illuminazione da parte sua delle cose paragone tra 1' sensibili. anima ed il sole, Si potrebbe fare un poiché anche questo estende la sua luce in ogni luogo del cosmo e nulla può resistere ai suoi raggi, chiuso in ma esso non rimane mai un luogo o spento per un Quindi anche istante. la dialettica psicologica di una vi- ricostruito da e di Aristotile poteva essere sintetizzata sione unitaria. Platone e stotile si i Il dramma dell'anima in gradi delle sue forme analizzati corrispondono tano rispettivamente il infatti, in quanto superamento Platone da Ari- rappresen- dell' esperienza temporale e quello dell'esperienza spaziale nella stessa forma. 14 II. — Ammonio Sacca Così la tradizione Ammonio con del sintesi gli uno l' noumeno Ma aposteriori. dell' sua della tal modo filosofia da l'opposizione come problema Alessandrina, Ammonio fosse di Platone. Egli tuttavia procedette ste è spiritualità e dei fenomeni, dell' apriori e de- dato che in testo preferito il anima nella e dei molti rimaneva appunto fondamentale che che veniva a concludere ellenica ritiene si Parmenide il anche a più va- considerazioni di carattere cosmologico e antropo- logico. Dio gli come un presentava si assoluto superiore a ogni sintesi e a ogni legge namente sceva il Essere assoluto di cui definita. potere imperioso regnante 1' assolutezza e l' Gli uomini municare con il sull' Dio di evidenza i : quindi : tre l' il attri- infinità, onnipotenza. hanno per la universo erano uma- ricono- egli carattere trinitario e metteva in buti fondamentali e essere infinito fine nella loro vita di co- divinità e di pervenire ad adeguare loro spirito intelligente con l'assolutezza della ve- rità divina, che noi diremmo con riteneva per altro e indicata fino a lui « Logos ». Egli che questa via potesse venire aperta un certo punto anche dalle vie tra- dizionali della religione antica o sincretistica. Esse a suo avviso propongono 1) goètia, i seguenti gradi di elevazione o divinazione. Essa care di comprendere l' consiste nel : cer- intenzione e lo sviluppo della potenza divina attraverso 1' uso delle pratiche asceti- che e liturgiche. Quindi Ammonio, come probabilmente tutta la Le origini del Neoplatonismo divinazione scuola di Sais, criticava la proposta dagli stoici e da 15 razionalistica Cicerone. Egli e i suoi cer- cavano invece di riformare e purificare spiritualmente magia e la il come sortilegio 2) theurgia, o azióne mistica l' anima conforme mile a un alle esigenze devozione. di atti rendere a rivolta divinità della Dio o altrimenti quello che noi e si- diremmo processo di santificazione. Questo poteva riassorbire i misteri delle religioni classiche sopratutto nel loro valore finalistico o virtuistico rappresentato ed espiazioni ficazioni uomini possono diventare puri- Superate queste due ( xaiSapf-ioL ). prove e forme di sviluppo dalle coscienza loro della gli : 3) zelanti (0jtoD8aToi) del divino, quindi e colti- vare le virtù razionali. 4) ispirati o demoniaci, e come come ritenevano sul suo si era Socrate stato modello maestri i di filosofia. 5) consapevoli del me erano luogo e in 6) tores » stati o « potere divino (i&eojtdtopeg) co- concepiti i dominatori della pantokratores », considerata corrispondente romano. Come sapienti della si cioè vita, aliena spontanee dal dell' all' vede questa ideale dell' mo : theokra- comprendere e essere imperatore prospettava una filosofia pensare doveri, le ma esigenze umanità. Ciò viene messo in rilievo dai sciplinati « qualità che poteva visione aristocratica della vita e dei suoi non Stoa. Infine discepoli di Ammonio, tra primi e più i di- quali ricordia- Origene platonico, personalità per noi distinta da — IL 16 quella di Origene non meno per altro frequentò patristico (che Longino e Cassio la stessa scuola) (1), nalità Ammonio Sacca perso- retore, distìnta da quella del Dionisio gino autore del trattato: « Del sublime (negì vijjoi^g) Origene platonico trattò del demone, e in altro suo che tato sostenne Questo paradosso stoica che Re il Re Re il poeta è si oppone evidentemente e solo il Lon». trat- è poeta. alla tesi è filosofo e viceversa. Egli intendeva dimostrare appunto che nel dominio degli uomini co- me in quello delle cose meno l' importanti i poteri irrazionali quelli di uni attività perfezionatrice riunisce gli in modo che regnare sulla tale coloro che esercitano suo avviso e gli altri è poesia, e così vita poteri sovrani i A razionali. non sono si valgono an- che palesamente di essa come propria sapienza. riprendeva insomma ti », tema omerico dei Egli « re e poe- che era rimasto alquanto attenuato nella storia. il una nuova rispetto alla Platonica e alla Aristotelica, e questa venne particolarmente elaborata da Cassio Longino (213-273), con Si delineava così l' intento sofica finalmente creare di che era stata estetica il sofia, per la (1) un ma aveva Per raggiungere dominio della una leggenda polemica. il alla rapfilo- cultura tale intento, egli cercò Li vuole riuniti invece in un solo ancora nesse d' Origene (Paris, 1935), sempre certo antagonismo permanenza nel della sofistica. retorica filo- sogno dei maestri della Grecia fino dai discepoli di Socrate, presentato in pratica quella quale considera René Cadiou, La jeu Origene pagano come 1' Le di stabilire in modo preciso un suo VOX) vcpéax^yie xà votìtcc) ». Come come esistenza separata delle idee tivamente rispetto alla mente sia libro intitolato (oti s|(o intuisce, egli aprì si così la serie degli interpreti di Platone l' filosofici mente Dell' esistenza delle idee fuori della xov 17 fondamenti i e della retorica in dell' estetica « origini del Neoplatonismo che sostennero ogget- sussistenti divina che umana. Questa interpretazione e teoria era da lui considerata come principio di una riforma della retorica non più Quindi egli era in senso oggettivo e sofistico. incline con Aristotile a ridurre l'uso e l'importanza delle metafore come simbolo che esse erano mo- di vimento e deviazione del pensiero, e a ritornare l' uso degli scrittori arcaici, non erano quali i ma dai pepli della pauurgia o pansofia, idee nella loro schiettezza. le 1' avvolti presentavano questo Sotto al- rispetto autore, che a suo giudizio era riuscito a trasportare anche nella prosa ma egli la semplicità di Omero, era Platone, avea tuttavia dovuto servirsi per far questo della dialettica e quindi dà luogo nel discorso ancora a elementi di opposizione o limitazione, fine ultimo rità. Gli elementi irrazionali dell' arte stituiti dall' dell' arte mentre il è quello stesso della schietta ve- non sono co- da figure retoriche o da obiezioni volute, ma uso della fantasia. Per quanto que dai passi del suo trattato sull' si raccoglie dun- argomento, Cassio Longino voleva fondare una retorica tutta oggettiva e conforme a una filosofia tutta pensiero e pensoso ; della sua novità pare che tale filosofia CARAMELLA — La egli non più platonismo Filosofia di Plotino. da primo ma chiamasse neoplatonismo. 2. 18 — III. Precedenti stoici ITI. La preparazione del neoplatonismo è stata con- siderata dagli storici della filosofia generalmente sotto un punto di vista geografico, vale a dire esaminando come elementi che concorrono alla sua formazione le scuole e gli indirizzi sorti in Alessan- prossimità di neo - Alessandrina. dria e neli' epoca Questo porta gli storici stessi a considerare come precedenti e fondamenti originari del sistema neoplatonico le dottrine di Posidonio di Apamea nato avanti Cristo e di Filone di Alessandria, nel 135 massimo il rappresentante del sincretismo prima di Plotino. Tale il metodo seguito tonismo, abate l' dai tre storici francesi del Prat tismo Alessandrino » nella (1843); sua J. Storia « dell' eclet- Simon, nella della scuola di Alessandria » (1843-1846); neopla- « Storia Vacherot il nella sua celebre « Storia critica della scuola di Ales- sandria (1846-1851), che integra » due precedenti. le Gli storici della filosofia dell' indirizzo Ritter del e dello Zeller estesero questo punto di vista includendovi r insieme nell' e della filosofia coltivata dai ambiente siriaco, pensatori egiziano e africano nel primo secondo secolo dopo Cristo, cioè ridussero stione a un diligente esame di tutte le greci la qui- informazioni che conducevano sulla via seguita poi da Plotino. Ma filosofia neo - essi finiscono con 1' elidersi da sé, perchè la Alessandrina di quei secoli era stata piuttosto Pitagorica che Platonica. Quindi quell' indirizzo Le origini del Neoplatonismo 19 per condurre alla conseguenza che finisce pensiero il greco preferì rinnovare le dottrine Pitagoriche ìrvanti uno ma che quelle Platoniche, e costituire così non due sistemi neoterici della vedremo in seguito divergenza. la argomento, più recente studioso di questo Il dei quali classica, filosofia Platonismo 1930) riduce », i che risultati il Neo Theiler (nella sua opera sulla « Preparazione del possono si raccogliere in questo senso, dal punto di vista erudito, a tre soltanto : V influsso di Seneca, Apamea, stoica di Dobbiamo gnosticismo. e lo neo scuola la - dire alcunché del nostro giudizio in proposito, e della maggiore estensione che riteniamo l' al- argomento. La variazione senechiana, 1) zione della coscienza logica e all'accademia delle scuole nelle opere filosofiche soltanto formale, la dare qui doversi ma sostanza (ovaia) di reale. Atene che non egli altro (esse). L' essere, invece, della concezione (tò ov) egli intende come si rispetto verifica non ha carattere Per esempio, essere e 1' trasforma- la terminologica Seneca, di come cioè intende che essere Parmenidea atto di essere fid quod est). Questa variazione senechiana, dato l'influsso che poteva portare negli scrittori filosofici anche dal di vista diversa concezione degli sistema platonico, a una platonica, e Essa si dussero punto oratorio, doveva naturalmente condurre a quindi a elementi divergenza una riforma fondamentali del dalla del tradizione platonismo. trova infatti seguita dagli scrittori che il una ripro- tipo di mentalità e concezione proprio di 20 III. Seneca, come — Precedenti stoici Massimo Plutarco, Tiro, di Epitteto, Libanio. Ma essa conduce a una condizione che può solo rappresentare un primo grado nei risultati rispetto alle altezze della speculazione plotiniana, cioè quella di una sistemazione di Platonismo, del in rilievo quale nella psicologico carattere metteva si sopratutto relazione dei termini e cioè la dei rapporti tra le varie insieme l' dello spirito della categorie filosofìa. Seneca inoltre nei riguardi della divisione delle mentre scuole, stavano fissando in si diede sètte dei filosofi, sintetico, e tuttavia 1' non porti tra lo stoicismo e che analogia con nismo il La maturazione Apamea (135-51 classificato rap- ai epicureismo, che offre qualsintesi tra plato- delle idee mistiche di carat- appunto iniziata da Posidonio C). Questo filosofo, a. di solito ebbe una mentalità univer- tra gli Stoici, geniale e relativamente forme riguardo problema della tere neoterico era stata sale, 1' un atteggiamento di eclettico, le e aristotelismo. 2) di esempio uniformi tipi rispetto a ribelle che di dottrinarismo e di lassitudine segnato anche nel mondo dipendenza greca. Ma certe avevano del pensiero la fine dell'in- nella sua ej^oca i contempora- nei raccolsero delle sue sentenze e delle sue indagini quanto invece rappresentava smo, e cioè costituisce la — substrato del dottrina ojfficils più teologica insieme con De il di l' opera eletto della di conformi- morale, Panezio che — il Cicerone. Egli infatti aveva proposto di considerare ex novo Le origini del Neoplatonismo concezione dei doveri e del la grande novità dello stoicismo, cosamente con ellenica) : la ma era (che conciliava si la fati- morale estetizzante della tradizione mediante una estensione timi rapporti che legano telletto dovere, 21 divino, e che l' dovere degli al umano con intelletto secondo Posidonio in- l'in- devono si considerare colleganti anche la volontà etica dell' uo- mo con la volontà etica di Dio. Con questa sola dif- comunione intellettuale è univoca, invece la comunione etica è gerarchica, cioè essa ci presenta i fini della volontà di Dio come superiori ferenza, che la per gradi a quelli che sono proposti nella stessa successione come dovere della questa concezione Posidonio nostra Ma volontà. saliva a quella da una di gerarchia delle forme divine esse stesse e dei princìpi ideali della nuovo Pantheon romanità. In luogo del sistema armonico b loche concorrevano a costituire il gico di presentare gli dèi, che corrispondeva alla talità antica fino ad Aristotile, o all' men- interpretazione naturalistica o umanistica di essi sostenuta dallo stoi- cismo e dall' epicureismo, egli proponeva di come rare le divinità concepirle il come una solo intelletto ma conside- princìpi etico-intellettuali e gerarchia molteplice, con cui tutta la nostra di non anima comunica nello ascendere verso l'intelligenza totale del divino. In questo modo egli riteneva anche di potere accogliere le più recenti voci del divino oriente senza né ricor- infelice e insujfi&ciente privilegio degli ebrei. violare per questo lo spirito della grecità, rere Ma all' siffatta visione del divino conduceva Posidonio a 22 III. — Precedenti stoici porre per la prima volta nella storia della dilemma del monismo o dualismo, quello del monismo o pluralismo filosofia il e più esattamente : mondo di princìpi teologici mondo dell' intelligenza e delle se questo molteplice e morali, se questo idee multifarie fosse in un Dio come lo moltiplicarsi di un solo spirito (monismo) : realtà solo, fenomenizzarsi, il di una verità sola e di aveva stoicismo prospettato, ovvero se esso conducesse necessariamente ad ammettere due o più princìpi come era stato generalmente stenuto il dalla greca filosofìa so- dell' età classica (pluralismo). Dei due priocìpi 1' oiìaia o sostanza, e classici l' vii] o della cosmologia greca, materia, Posidonio steneva che essi sono entrambi indeterminati, le forme nascono dalla loro unione, ove terminano sempre e soltanto essi schema per e so- e che si de- qualità. La sostanza considerata per sé quindi non differisce non per un principio di riflessione. dalla materia se E il divenire si svolge così solo dagli enti agli enti, per quattro forme di morte e di generazione che cor- rispondono all' evolvendosi tra ducono (!) più, Cfr. antica 1' dottrina dei essere e né per la il non quattro elementi, essere, stessa via, al Dox. Gbaeci, Areiou Didyniou, un. ma non monismo 20, 37. con- (1). Le origini del Neoplatonismo 23 IV. In tal filosofia modo Posidonio tendeva ricondurre a la greca verso la forma del pluralismo che essa ma aveva già più volte incontrato nel suo cammino, monismo o del dualismo dialettico. Egli peraltro non negava che la posizione di più forme indipendenti e di più princìpi non richiedesse r impostazione di una sintesi tipica, che egli chiamò auvSeaixóg questa, come dice il nome, non poteva superare il carattere di un collegamento o nesso formale, che non toccava la forma distinta dei prinscartato a beneficio del : cìpi collegati. mente la al Tale dominio concetto delle e come sovrabbondante particolar- quale cultura, nel scientifico della molteplicità delle cognizioni presentava applicò egli e idee già pluralistica si essa stessa. Quindi oltre la gerarchia "ideale le fiche richiedevano anche una gerarchia gerarchia morale e pratica per idee scienti- estetica e mantenersi una collegate, e questa ulteriore sistemazione è rappresentata per lui dalle arti e dalla tecnica. In maniera Posidonio tal riassumeva anche nel dominio della metafisica le genze dello stoicismo, e della sofistica prima esi- di esso, per la valutazione della tecnica. Queste dottrine di Posidonio continuarono ad essere sviluppate e sostenute nella Siria e certamente esse ebbero una funzione zione del sincretismo. E preminente infatti nel nella secondo costitu- secolo 24 IV. dopo Cristo un (135-200 — altro Lo gnosticismo circa), rielaborò idealistico, con l'intento la Numenio Apamea, di filosofo in senso dottrina stessa di risolvere il problema della visione dell' unità e della trinità che era proposta dal cristianesimo. È chiaro infatti che una filosofia così modo dava alla filosofia ufficiale dell' impostata impero di acco- gliere e concordare legalmente le varie religioni, pre- cisamente come concordava le moralmente Numenio infatti interpreta non solo sincre- il tismo alessandrino. Per la pluralità delle idee esprime e la pluralità dei valori morali, nivano fatti le relazioni ma anche degli dèi che ad essi ve- corrispondere. Egli indagò in questo senso dell' antica e media e nuova Accademia con r aristotelismo. Quindi, come vediamo che Cicerone condo la dottrina espose se- un sistema di doveri Numenio un sistema di idee, di Posidonio di diverso carattere, così in cui riuniva Platone con Pitagora, e quindi dava la massima importanza alla cosmogonica dottrina del Timeo. L' essere è per lui assolutamente incorporeo, sempiterno, immobile, immutabile, sostanziale : mondo il è fenomenico. Il Ma la divinità in se stessa è una o molteplice? dilemma del monismo o pluralismo si estende così anche al principio blema presentando plice : e cioè egli divino. la Numenio risolveva pro- il teoria che la divinità fosse poneva un Dio pensiero puro e sostanza eterna, primo, il che tri- fosse bene assoluto di Le Platone orìgini del Neoplatonismo un Dio secondo, che ; precedente e che è invece il primo e il delle idee fra : rapporto che il Figlio ; il ma il si presenta accanto al demiurgo o esecutore secondo passa lo stesso cristianesimo poneva terzo Dio per il 25 tra Padre e il Numenio invece era r anima del mondo, il avvòea\i6g di Posidonio, il cosmo come organismo che si integra e procede anche quindi egli sarebbe come un secondo da sé stesso : figlio o secondo e uno piccolo figlio » della divinità. Tuttavia « il il terzo Dio, il fattore e la il sono fattura, solo nel concetto, e diversi soltanto dalla realtà mondo apparente, corporea, del autore. Sopra di questo dre, sintesi dell' si stesso rispetto al suo risale al Unum honum - Dio puro e pa- di Platone e dell' In- telletto assoluto di Aristotele. In l' tal unità del forma pur rispondendo manteneva divino, egli perchè concezione pluralistica, per quesito al coerente lui posta a tutti gli Queste altri. la sua unità era ma non im- mentali del l' rappresentata dal principio più eminente reazioni del- pensiero greco ai problemi proposti dal cristianesimo derivavano dal platonismo, ma non sua dalla accademica o tradizionale bensì da una forma recente ela- borazione di esso che tendeva a trasformarla. 3) Di questo sforzo sono documento, dopo di le elaborazione dottrinale opere di Plutarco (45-125) tese tra Grecia e Oriente a ridur questo sotto le dello spirito ellenico, quelle dei primi secondo secolo : Theone platonici di Smirne, autore di troduzione matematica alle opere di Platone, ali del una in- in cui 26 — IV. mette in rilievo Lo gnosticismo valore catartico delie scienze e il il loro fine teurgico, che è l'assimilazione dell'uomo a Dio per quanto Gaio, possibile; è di uno libri (e, pare autore Schizzo della filosofia platonica in nove oggi, lo stesso autore delle celebri Instituliones di diritto romano), che fonde platonismo e stoicismo sulla base della dottrina della come okeLcocrig principio generale dei (proprietà soggettiva) rapporti Albino, autore di un noto Prologo tone del Didascalico (e Platone), che accoglie gli schemi aristotelici filosofi greci con specialmente nel sentenze delle ampiamente lo stoicismo ; e que dogmate. De magia, V Apologia, lonio di Tyana. Essi ranei ci come i Apuleio Socratis altri tradizione e di Madaura, del si eius- Apol- contempo- pensatori il di maggiori la vita di dirizzo studiato dal Theiler, quello che la ; due De Platone introducono anche nel campo risolvere secondo peculiari terminologia la per coilegare De deo etico-giuridici dialoghi di Pla- ai terzo in- propose di problema filosofico del cristianesimo, e cioè lo gnosticismo. Questo carat- prima terizzò Cristo ; di tutto gli scrittori in quanto l' urgenza del contemporanei del problema che egli aveva presentato non permetteva ancora di presentare una conciliazione e una sistemazione religiosa, ma domandava in primo luogo l' imposizione di un sistema nuovo. Il primo tentativo importante di questo genere venne fatto in quell' epoca da Filone da Alessandria, ma egli, per quanto sia ampio e diffuso scrittore, in sostanza riunisce semplicemente la filosofia con la tradizione biblica ; allo stesso platonica modo dopo di Le lui origini del Neoplatonismo Plutarco nei suoi dare platonismo con il cerca filosofici scritti le religioni 27 dell' accor- di minore Asia che avevano fatto e facevano parte ancora dello stesso ambiente ellenistico. Tale il De « Iside e Osiride » anche più importante sotto questo aspetto è il ma ^ dei suoi Simposi. Mentre ; serie la cristianesimo cominciava appena a ve- nire conosciuto in forma concreta discusso e dalla cultura filosofica, sorgeva in Alessandria la setta degli Ofiti, il quali assunsero i nome sembrano essere ma essi nome il stati ebbero nel secondo secolo ricorre si scenza di questa dottrina rappresentanti contemporanei di già tere personale, ai quali e diedero di gnostici I loro primi a questa scuola. : S. Paolo, scrittori di carat- ora per cono- la Valentino, Basilide, Bar- desanes, Sanchoniatone e l'autore della Pi stis sophia, un trattato riassuntivo che è stato conservato dalla ci chiesa d'Abissinia. I gnostici prendono perchè essi pensano che la soluzione della filosofia e della religione stia questo materialismo, conoscenza nella senza senza scetticismo o criticismo. sofistica, problemi dei posta e svolta sotto forma assoluta, che è pirismo o nome senza né Una conoscenza assoluta, priva di dubbi, di incertezze, di scepsi, legava tutto ciò che vi era di siero greco nel non campo drammatico em- eristica, nel così re- pen- della coscienza morale. Quella era scienza per gli gnostici, ma vita vissuta, de- bolezza e infelicità umana. La stretta elaborazione dei come verità pura ma non in un significato intellettua- concetti è evidente ad essi trasformabile, cioè fissata 28 IV. — Lo gnosticismo anche nei riguardi dei problemi lìstico forma della speculazione Si suole designare tale rali. come teosofia, (e trattati di posti) : e la gnosi è mo- religiosi e com- essa furono da loro una forma in cui di teosofia conoscenza assoluta del divino adegua 1' umano la alla ragione eterna e lo stacca dalla considerazione e dalla servitù dell' esperienza naturale. Quindi per stici il Ma come Cristo era la ragione. una ragione così assoluta successione degli il divenire avvenimenti, gli gno- spiegare con mondi, dei molteplicità la la degli dèi ? Gli è che alla molteplicità presiedono altre per- sone divine non meno ideali del Cristo rappresenta la figura più eminente punto che vede assolutamente persone ideali o prendono il nome ragioni il divine ; cui di egli è la ragione ap- loro ordine. analoghe al Queste Cristo di « aiones », perchè ciascuna di esse rappresenta un tempo altrettanto assoluto e un' epoca della realtà : ma tutte discendono e si collegano se- non meno drammatica e poetica di quella che era stata spezzata da un Dio supremo, che rimane ignoto e superiore così al Cristo come alla conoscenza e non nominabile empiricamente. Così rimane riaffermato nella sua oscurità il problema di condo una storia Dio, oscurità che era già stata nella filosofia stos greca (come illustrò Theos). Questa oscurità il si coscienza della Norden nel suo Agnoapprestava ora ad es- sere illuminata dal neo-platonismo. 4) sto, Un quarto aspetto della preparazione di que- non considerato dal Theiler, è ancora la riforma dell'aristotelismo operatasi nella seconda metà del se-^ Le origini del Neoplatonismo %9 condo secolo per opera sia dei maestri di Atene de^li scienziati. Tra i primi si ricordano Adrasto Afrodisia (dal 120 d. Cr.), sia di Alessan- Hermiiios (160), dro di Damasco, commentatori di Aristotele di indi- rizzo filologico e scientifico (170), Aristocle Mes- di sina insigne storico della filosofia (170), e infine Ales- sandro di Afrodisia, che presiedette 196 al 211, sotto posterità i l' al Peripato impero dei Severi, e dal alla lasciò suoi grandiosi commentari della metafisica e della logica di Aristotile, e le sue proprie dottrine de anima, de fato, de inixtione, lettiche sui temi classici le sue questioni dia- della fisica e dell' etica, la sua celebre negazione dell' immortalità dell' anima individuale in favore dell' universalità della ragione. Tra emergono Claudio Tolomeo (fl. 160) e Claudio Galeno (129-199) che ridussero 1' aristotelismo scientifico, l' uno nelle discipline fisico - matematiche e astronomiche, 1' altro nelle discipline mediche gli scienziati : e naturalistiche e meteorologiche, alla forma più gorosa e più aggiornata tecnicamente che fosse ri- con- sentita dai progressi dell' indagine e della riflessione Tolomeo riformando la meccanica razionale la distinzione dell' assoluto fezionando medicina secondo la e del relativo, i : secondo Galeno per- princìpi dell' espe- rienza e della logica. Senonchè tale duplice evolversi, in senso metafisico e in senso scientifico, dell'aristotelismo puro, non bastava rigidità sistematica, tesi a contestarsi 1' il a reggere, pur con la sua esigenza dei due dogmatismi in- mondo classico, pero e quello del cristianesimo. Il quello dell'im- dogma dell'impero 30 — IV. Lo gnosticismo aveva assunto forma giuridica con Adriano, forma con Marco Aurelio sofica allo stoicismo platonizzante ; del quale conviene ancora accostare 1' suoi contemporanei 160-170), : Nicostrato sario degli aristotelici dell' aristotelismo come pubblicò nel 179 il stiani, dell' eclettismo suo divina e negato l' romano la del Timeo ; come sintesi « sé » suprema tutto, commen- il ripropone mondo del (e sua il stessa dua- del e soprasensibile ed è vero il categoria, e del principio divisibile e sensibile dell' alterità, che è la realtà estesa Ma Cri- i creazione che principio che è e indivisìbile deli' unità che nome di Platone, del Celso, ; infine Severo, dottrina dello spirito universale del tempo) così ogni di antropocentrismo in lismo e della trascendenza critico da Origene, dove essi carattere immortale il altri avver- Àóyog contro 'AXT]{)T)g combattuto per parte di è sostenuto tatore (fi. opera di Attico (ca. 176), ; filo- dogma dell'impero trascendenza e (1). era già sconsolato dalla dal suo inat- ritrovarsi tuale nella stessa divinità, quindi obbligato continua- mente che. a riformarsi come le stesse scuole neo-platoni- Mentre era ancora inteso della Chiesa cristiana : a definirsi dogma il ed esso domandava non meno insistentemente altra sistemazione delle dottrine classiche, riconciliabile apologeti del IH con secolo il pensiero cercano evangelico. concordemente stinzione del logos divino e del lògos Ueberweg una e salutare (Giustino), fondata sulla di- filosofia sicura (1) Gli - Pkachter, 12a ediz. 1926, §§ umano 70-71. e sulla Le origini del Neoplatonismo loro unione mediatrice Cristo nel dalla ragione di Dio (Atenagora) una ; che chiara e certa neli' illuminazione lo ; 31 conoscenza così ci è data sviluppo della dottrina della creazione assoluta, e quindi anche della pura materia, e della conoscenza di un Dio invisibile dalle sue opere visibili (Taziano) la critica dello ; sticismo con Ireneo (140-202) e Ippolito che lo respingono nell' ellenismo e e ne traggono motivo di provare (m. 235|7), nell' orientalismo limiti della cono- i scenza umana. Tertulliano (160-220 integrale della sapienza greca, gno- ca.) nega propugna il il valore realismo teoretico della conoscenza, sostiene la precedenza della fede all' intelletto ma ; la maggior corrente dei padri una dottrina della Chiesa inclina a trovare per fondare la nel platonismo e nello filosofia, cismo. Tale sopratutto il sandria (150-216 ca.) preferibile, caso capo il Clemente di della scuola di stoi- Ales- cristiana Alessandrina, autore del Paedagogus e degli Stromateis, il quale considera la filosofia giustizia naturale e civile, e come educazione della come sostegno necessario della fede per spianarle la via alla conoscenza di Dio. Egli contrappone allo gnosticismo l'ideale del gnostico cristiano, che riesce porea del divino e, del tempo, a intuire specie eterna (1) Ueberweg a realizzare superando 1' i F immanenza limiti dello spazio e essenza di Dio stesso nella sua (1). - cor- Baumgartner, lOa ediz. 1915, §§ 8-11 e 13. B. La vita e l'opera di Plotino, V. Le basi dunque poste e l' all' inizio del terzo secolo sia dai grandi Alessandrine maestri delle scuole zione del platonismo che tale rinnovamento altre notizie I I I ma si perchè ; il neoplatonismo appare che 1' prendesse opera di un genio questo fu Plotino. biografi assegnano poli o altrimenti elabora- dalla e della quale raccoglieremo via via costruttore e creatore I sia era maturata in vista di forma, realtà, sostanza occorreva I I ; erano neoplatonismo del esigenza come sua Licon in Egitto egli vivesse in I molto probabilmente dove taluna si : città natale ma Lico- dalla biografìa delle oasi vicine, la guardia manteneva legionaria. Fino ai diciotto anni Plotino visse come I 1 un giovanetto di rustica famiglia e d'indole ancora I non molto f %? A m tardi robusta. Era 205-206 nato nel 203-204 o al sotto Settimio Severo. L' più erompere della • gioventù, sui diciott' anni, gli fece sentire CARAMELLA — La Filosofia di Plotino. il vivo de3. 34 V. siderio di che egli una — Biografia di Plotino ma noi sappiamo Ammonio in Ales- vita forte e saggia, comparì alla scuola di sandria soltanto dieci anni dopo. Nel frattempo egli raccontava d'aver seguito come attraverso un itinerario spirituale l'insegnamento dei gimnosofisti. L'Egitto pieno era appunto maestri che di campagna o addirittura in ritiravano in si deserti a curare tazione religiosa. Essi prendevano nome il medi- la di monaci, se erano cristiani, è di gimnosofisti se erano tradizionalisti. Quest'ultimi imitavano già indiani, la conoscenza delle cui il problema più dagli storici con difficile ; quello ed dottrine essi monaci tipo dei il erano era allora chiamati stati nome, per designare stesso quella forma di ascesi, da essi predicata, che noi oggi chiamiamo fachirismo, e che data sopra una ascesi ginnastica secondo che quelle fibre dell'organismo i Greci era fona diretta giovano coltivare all'esercizio della scienza. Tali maestri professavano delle dottrine di carattere stoico o cinico, ma è certo che l' rimandò cienza di esse dal punto di vista dottrinale Plotino dall'uno all' altro fino alla scuola Aristotelica del Serapeo in Alessandria, e da mento personale di Ammonio, Platone. Plotino rimase allora questa che alla lo sua dieci anni, fino al 241-242, che erano timi dell' insegnamento di scelto insuffi- Ammonio come proprio continuatore : e insegna- all' innamorò scuola anche altri gli venne da filosofico, di mentre ul- lui là scolarchìa o direzione della scuola di Alessandria do- veva restare ad Olimpio. Nella tradizione delle scuole filosofiche i disce- La non poli vita e V opera 35 soltanto studiavano le dottrine ma ne assumevano antichi di Plotino carattere. Plotino scelse il quello dello stesso Platone ma quando ebbe ; bito e meditato tutto ciò che in Alessandria, pensò cora giovanile nel egli poteva non mondo insegnare Persiano, perchè questo pro- cominciato a minacciare messq contro tica ma Sassari- mondo greco-romano, ri- lunga e penosa così alla Parti, il dai immediatamente avevano solo assor- estendere la sua ricerca an- di prio in quegli anni era stato ringiovanito nidi e questi maestri dei storia guerre delle avevano anche rinfrescato la cri- e le pretese degli orientali verso la filosofia an- i tica (1). una spedizione Nel 242 a primavera partì per contro di essi si l' un nuovo Senofonte, trasformò in La campagna ebbe pio di Arriano. nato ; l' Gordiano Imperatore esercito si forse per l'esem- poco fortu- esito suddividere dovette e Plotino III, in colonne troppo piccole, e queste dovettero ripiegare di fronte a un nemico che poteva mantenere unità delle sue 1' forze. Quella di cui faceva parte Plotino egli attraverso una ritirata Ma egli intanto Antiochia. filosofo presso l'ambiente invitato a trasferirsi a penosissima si del Roma era fatto pretorio (243), si si sciolse ed ritirò in notare e dove come quindi fu facendosi prima conoscere come conferenziere, venne introdotto (1) Aristocle denuncia la tesi che Socrate e Platone fossero proceduti nelle loro ricerche filosofiche interrogando un Indiano (Mullach, Fr. Ph. Gr. Ili, 206-7). 36 — V. Biografia di Plotino dall'Imperatore Gallieno università nella Roma, di mentre Olimpio succedeva ad Ammonio in quella di Alessandria. Egli Plotino una non celebrità inferiore a quella del suo maestro, durò ininterrotta 26 anni, quanto e che gnamento. L'università di fico che la Roma circondava era stata per altro aveva un istituita organicamente da Alessandria o di Atene, vale a dire che primo posto da un secondo toria la tradizione architettura e lente, e romana, afiini. avevano vi 1' ora- dall'altro le scienze Quindi preva- filosofia la i suoi « Cameade Accademici mente all'empirismo e di Cicerone perchè questa concesso larga- », forma della dottrina platonica aveva e al probabilismo, todi suggeriti dalla tradizione oratoria denza Anzi l' di anche insegnata, era quella della nuova Ac- secondo scientifica degli antichi. intorno quella medicina, scienze natu- la cademia, cioè di Arcesilao e stesso Essa lato la giurisprudenza e empiriche e tecniche come rali, filoso- Adriano. da diverso carattere suo inse- il con l'ambiente da Vespasiano e sistematicamente il tempo acquistò in breve si a ambiente questo cioè era si primi nei dalla e empirici antichi, i i ten- formata secoli impero addirittura una scuola empiristica, me- ai del- cosidetti quali studiavano accuratamente la logica dell'osservazione o semiotica, la logica dell'in- tuizione o canonica, ma erano di rispetto alla logica metafisica. Tale medicina romana Aulo Tiberio), tali i trattati Cornelio tendenza il Celso scettica maestro della (fiorito sotto scolastici del II secolo che ci sono pervenuti attraverso una varia tradizione profes- La vita e sono sionale e che V opera di Plotino recentemente stati Deichgràber nella sua raccolta scuola empirica greca tale ; Sesto Empirico (150-200 37 dal studiati frammenti della dei opera storico-critica 1' ca.), 1' di autore delle note espo- sizioni dottrinali dello scetticismo classico (Schizzi Pir- romani, Contro i dogmatici. Contro del suo discepolo Saturnino. fiorito in Roma come per opera di matematici), e Lo stoicismo filosofia Marco Aurelio i di corte, era invece specialmente e dei suoi maestri Giunio Rustico, Apollonio, Sesto di Cheronea. L'aristotelismo era stato riconosciuto nella personalità dì Claudio Galeno, come medico aveva dovuto quale il seguire Marco Aurelio nelle sue campagne. Plotino dedicò al compito metodico di trasfor- si mare r indirizzo degli studi in modo che corrispondesse alla grandezza dell' impero ed ai suoi problemi attuali. E per questo ricominciò da Platone e terpretazione di Platone teria di studio e di propose ; discussione invece Aristotile dall' in- come mae suo il metodo. Quando Gallieno, che come Cesare lo aveva riconosciuto, salì al potere supremo, egli ebbe anche 1' autorità e sofia dell' il carattere di maestro ufficiale della filo- impero. L' imperatrice Salonina, emula non incerta di Julia Domna, si assunse il compito di pro- muovere questa filosofia conforme allo spirito dell' impero anche nella società. Plotino d' altra parte diede al suo un processo insegnamento il carattere giuridico di Platone, delle sue idee, del valore della sua opera e anche della forma dei suoi sto processo di scritti. Que- di corte egli portò tanto avanti che riuscì 38 V. — Biografia di Plotino ad eccitare un certo movimento per tentare mento 1' scopo un progetto di una istituzione di una due motivi l' ; uno, per la insegnamenti filosofici ; F delle per Roma appunto lasciato a noi larghi documenti punto stato in- e che ha di sé nei papiri erco- lanensi. Esso era stato la causa rico-scettico Campania dalla città sostituire anche sul luogo quell' epicureismo che era trodotto in vera famose sedi state altro, città questo per ricostruzione Vesuvio e che erano distrutte dal E Campania. e propria, Platonopoli, nella degli esperi- della città ideale platonica e presentò a questo empi- dell' indirizzo che Plotino voleva eliminare, perchè ap- la logica di Epicuro, con derivazione da mocrito, era fondata sulla teoria o canonica De- dell' in- tuizione, cioè suU' empirismo. Plotino ehbe incoraggiamenti autorevoli e anche a riunire in Campania, in terreni certi erano stati offerti dal suo discepolo Zethos, giatura filosofica di suoi seguaci. Ma riuscì una che villeg- la grandiosità del non permise nemmeno a lui, come neppure a Platone, di scendere a una maggiore attuazione praun grande tica. Nel 262 egli però aveva acquistato progetto discepolo : Porfirio, e questi con Amelio ed Eustochio aveva potuto raccogliere e pubblicare maestro come risaltato delle sue gli lezioni. scritti Nel del 267 gli succer imperatore Gallieno venne a mancare deva Claudio II. Nel primo anno di impero di Clau: dio II, Plotino mandò Porfirio in Sicilia, a studiare la storia dei tentativi di Piatone presso Dionisio racusa. Ma la di Si- sua salute andava declinando, perchè da La V opera di Plotino vita e 39 una grave malattia epatica molti anni egli resisteva a che aveva contratto probabilmente nei suoi servizi miCampania nella litari. Nel secondo anno si recò in villa di Zethos a vedere quanto aveva potuto realizzare morì all'età dei suoi progetti, e quindi Le fonti per la sua vita ne scrisse Porfirio, la 67 anni. di sono costituite dalla vita che quale sta premessa colle- alla zione delle opere del maestro da lui curata, che porta il nome di Enneadi. Altre notizie sofisti », esse si Snida e ci danno Eunapio nelle « Vie Vite dei altri lessicografi e gli scrittori siriaci trovano raccolte intitolata <c nell' de Porphyre ; opera di Joseph Bidez, », che rappresenta lo studio più importante su questi argomenti. VI. Diremo brevemente della figura o prosopopea di Plotino, dei suoi discepoli e corrispondenti delle sue opere e della letteratura che lo riguarda. Pochi essenziali di carattere intimo sono aggiunti, dalla dizione e da Porfirio, a quelli che riguardo alla vita esteriore del era tutto anima abbiamo filosofo, dei suoi discepoli, gli il tra- esposto perchè e questa rivelava soltanto l'insegnamento. Amelio, tratti egli attraverso più intimo e più confidente propose una volta di lasciarsi il ritratto, ma egli non lo permise al pittore se non sotto forma di un disegno istantaneo fatto con r aiuto degli specchi, perchè, egli disse, la pittura non fare — Prosopopea di Plotino 40 VI. può cogliere la profondità dello spirito anima tutto Fu ed : (1). da un alto sacerdote della sua patria visitato che lo invitò a presentargli demone apparve. Egli era suo demone, e questo il di carattere così trascen- comune dente, di esperienza psicologica così fuori del che molti credettero che fosse il Cristo, e sacerdote il ammise che certamente era un Dio. Plotino per non mancava di impiegare il suo ingegno nella pratica. Egli era assai apprezzato nel pretorio sue qualità militari e psicologiche, e riuscisse a percepire i era ampio P ambiente i sue simbolismo il nomi figura di cui gli di statue. delle vita per le che ma sua se la assai riservato, relazioni spirituali. nominativi di queste bisogna fare una cernita, perchè indicare con ladri alla vista; altro vantava si un atteggiamento figura restava così in Tuttavia fra era egli quell' epoca di usava metaforici anche dei personaggi di uomini illustri sì circondavano come Certamente sono da ricordare come persone distinte: Amelio Gentiliano di Toscana detto anche Amerio (italiano), il medico Alessandro Eustochio, che curò una edizione delle opere di Plotino Zethos, ge; nero di un altro discepolo di Ammonio, Teodosio ; Ca- Firmo di Minturno, Marcello Oronzio, Porfirio Tiro, Probo di Pachino, per realizzare la corri- stricio di spondenza col quale Amphìclea sposa (1) egli mandò Porfirio di Aristone di Giamblico, in Pittore e filosofo insieme era stato Diogneto, maestro Aurelio. Sicilia, Polemone di Marco La che seguì filosofo tici sua scuola, e la 41 V opera di Plotino vita e suoi emuli e cri- i Cassio Longino e Olimpio di Alessandria. : come Nelle sue lezioni egli amava citare o usare autore di studio alcuni di epoca più recente, filosofi tra quelli da noi considerati come suoi precursori scolarca tra i platonici Severo ed Eubulo, in allora : dell'Accademia di Atene e Aspasio, per l' ; esattezza dei loro platonici stoicizzanti Gaio e Attico, connessi con Dei commenti 1' uno e tra ; l' i altro giurisprudenza. la storia della classici Adrasto aristotelici tra gli amava, come appare dai suoi scritti, soprattutto Platone, gli Stoici, e la Metafisica di Aristotile. Tra i seguaci specialmente strato di : Lidia. Tra professione aperta cristiani di Alessandro gli di Libia gnostici quel tradizione ellenica e con questo stesso periodo Mani il e Demo- e gruppo che tencon la ispirò in di Zoroastro tando la fusione delle dottrine cristianesimo, il ebbe egli manicheismo. Egli naturalmente citava e interpretava nelle sue lezioni sopratutto Ammonio, ma qui divergenza essenziale tra lui e quale abbiamo notizia i testi. ma non si delineava una gli altri discepoli, della conosciamo interamente L'opinione dei più è che la divergenza si ri- ferisse alla interpretazione del cristianesimo, e questa opinione venne seguita appunto dal maggiore biografo, Porfirio, perchè egli ebbe in qualche periodo della sua vita un' atteggiamento avverso intende riconoscerlo interamente ma ì dati di cui disponiamo ci al cristianesimo anche in conducono Plotino ad e ; altra 42 VI. — Prosopopea di Plotino opinione. Poiché alla sono fuori dell' intelletto nettamente la tesi di di tesi Longino, che cap. si (cfr. II) opponeva non sono Plotino, che le idee fuori dell' intelletto (Enn. V, idee le 5). Cosi Plotino diceva di Longino che egli era logo non filosofo ; dopo essere dispregiativo, perchè la gino scrive a Porfirio chiedendogli Plotino che mirava lo al problema della di am- egli discus- molto probabil- forma letteraria Dopo diversa, se filologica o filosofica. Lon- opere di Plotino nonostante le loro stile mente connesse un di lui alcune sioni: vale a dire che queste erano scrisse morte mancavano, e rilevando che gli filo- questo giudizio tuttavia non doveva che Longino di trattato indirizzato a Marcello, contro Plo- tino e Gentiliano Amelio, intorno al telos. Questo argomento, cioè valutazione logica la «Jel finalismo platonico-aristotelico, doveva essere stato dun- que contenuto delle loro polemiche; e in occasione il De della pubblica lettura del chicòs di Longino, con Origene, principiis e del Philar- una disputa aperta In neoplatonico. il ogni ebbe Plotino modo do- si vrebbe escludere che questa discussione fosse con Origene il lemica ; cristiano, perchè fu questa : che conobbe altrimenti per via po- la tesi sostenuta dall' emulo che parla a persone se chi parla sappia quali sanno già ciò che egli sta per dire. scussione ricorda se quella dell' impara chi sa o chi non dimostrare la comunione identità mentale e logica. di Plotino Eutidemo sa ; degli ma Questa di le di- Platone : appare ridotta a spiriti per la loro La V opera dì Plotino vita e 43 Di Plotino si conservano 54 scritti di carattere monografico, che nel loro insieme espongono in varia misura la totalità del suo sistema. Dato che l'altra edizione sincrona di Eustochio andò perduta, e così quella curata più tardi da Proclo, noi servire esclusiva- di Porfirio. Egli dice di avere seguito l'esempio mente di dobbiamo ci Apollodoro mente retore), (il commedie le che aveva raccolto sistematica- Epicarmo in 10 tomi, e di Andro- di nico di Rodi, famoso editore delle opere complete di raggruppò quindi Aristotile e Teofrasto. Egli chiamò di Plotino in sei libri che ciascuno composto di nove un ordine comprende le cose Uno prima più attinenti la psicologica, vino o noologia, la sesta Queste sezioni Porfirio, in quinta la argomenti gli la si tratta la « del- modo questo propria .: idee un secondo comprende quinta, cioè la psicologia e ; l' ideologia Enneade, cioè la sesta Questa forma in cui si in . un primo gruppo la comprende relativi prima, la seconda, la terza, cioè fisica moda seconda la agli senso raggruppano ancora secondo la dunque poi Enneade prima all' etica, universali, agli esseri, ai numeri, alle prende etica, cioè la dottrina metafisica dell'intelletto di- », logico. 1' generale, la terza le teorie cosmologiche, la fisica quarta la teoria l' Quindi logica. secondo trattati, distribuiti sistematico, che dispone e poi la la fisica gli scritti Enneadi^ perchè la l' logica e quarta e la ; com- etica e il terzo propria. presentano le Enneadi dipende dalla preferenza sistematica di Porfirio e dalla neopitagorica di quei tempi fondata sugli ordini numerici. Ma non corrisponde, come egli stesso ci fa 44 VI. — Prosopopea di Plotino conoscere, né all'ordine cronologico composi- della zione (da lui premesso), né al carattere metodico de- nemmeno proprio si- stema, bensì appunto alla polemica rivolta contro gli di Plotino, e scritti gli epicurei. Quindi ne il esige condo la lo studio della 54 pubblicati dal 253 data è sono cbe quali i numero in ventuno di di nella ventiquat- primi quattro redatti interamente dal ; cj saggi inviatigli da Plotino gio in Sicilia, di morire Invece 1' è cronologico il suo viag- prima e quattro nel 268-9, poco II, nove in : durante cinque nel 267-8, primo anno dell'im- pero di Claudio tutto. ordinamento dell'edizione porfiriana non ma sistematico, e riunisce libro saggi dei vari periodi. viene così presentato Ora il nello sistema stesso che non corrisponde certamente ci a quello di Plotino. Esso sembrerebbe piuttosto mettere in evidenza lo sforzo polemico da lui svolto, e altri- menti sottinteso, contro l'epicureismo e in continuazione scolastica dello stoicismo ste scuole serie : : ; scuola dal 262-3 al 266-7, maestro da 262, anno in cui al b) saggi composti durante la sua presenza tro, dei se- saggi in tre periodi i egli si aggiunse alla scuola, e Plotino di metodo e il come cronologia. Quest' ultima, a) saggi suo filosofìa riordinamento, e secondo Porfirio, distribuisce invece numero al l' ordinamento della logica (canonica psicologia), etica. ; : ma in entrambe que- filosofia era secondo la dialettica), fisica (e metafisica, Qui invece si comincierebbe con il La trattare l' fondamento come conseguente tata culmina il un corrisponde a Uno stesso col giudizio storico, l' sommo Bene. Ciò autogiudizio della greca che nel periodo ellenistico-romano aveva filosofìa rovesciato il suo interesse fondamentale dalle pline teoretiche nelle etiche e pragmatiche là conseguenza che a esaltare fatti intro- sistema proposto, riconducendo all'etica per identificazione dell' rebbe fisica è trat- psicologia la ; la ; e e in questa, con la dottrina dell' t/no, alla logica duce all' etica 45 dell' antropologia anziché della psicologia dell' estetica, l' sul elica V opera di Plotino vita e nuovamente tale : e disci- ne trar- rovesciamento riconduce la logica, come poi avviene in- negli inizi della scolastica medioevale. Ma a noi pare che letterariamente o didatticamente corrisponda prima di tutto al nival, programmatica tabella degli argomenti in uso nelle scuole pubbliche di quei tempi, del quale nella Cebetis si aveva anche una redazione Tabula (periodo dei Cesari), esplicita dove appunto come base è proposta la dottrina della pratica delle teoretiche. L' adozione di tale ordine da parte di Porfirio fica, dunque tanto regolamentare quanto storiograper il suo tempo ma essa ci rinvia appunto a è : esaminare il pensiero di Plotino nella sua originalità. VII. Il testo delle Enneadi è giunto una tradizione manoscritta, di cui si a noi attraverso conservano sol- tanto codici più recenti del sec. XII. I più importanti 46 — VII. Bibliografia delle Enneadi sono due codici medicei (del XIII e del uno XIV sec.) e del XII secolo nella biblioteca Marciana nezia. Oltre di che noi Ve- di abbiamo qualche citazione di Plotino nelle opere dei suoi discepoli. Nel 1492 uscì a Firenze la traduzione latina insigne di Marsilio Ficino e da Questa traduzione Rinascimento lui commentata (1). ristampata nel più volte trova si da sola sia sia opera Enneadi, delle insieme greco, testo al che venne pubblicato a Basilea (1580) in una edizione ma o piuttosto infelice, assai scorretta adottata ancora adesso la divisione delle prima edizione Oxford per cura del Creuzer è ristampata a Parigi nel logia germanica 1856, Lipsia ; poraneamente stesso la Muller migliore, a : filo- Kirchoff 1) traduzione in tedesco per opera dello la Volkmann, Lipsia 1884. 3) ma La dal Didot. edizioni tre 1835 nel Mùller, Berlino 1878-80, e contem- 2) ; ha dato ci La Mosheim. Questa e del 1855, è si pagine. uscì carattere critico di cui di si rigidamente attiene Questa al testo è di Porfirio. Una scelta di Jena nel 1905 ; Enneadi tradotte fu pubblicata traduzioni parziali in inglese raccolte nel 1895 e 1898. Traduzione Bouillet, Parigi, 1857-60. (1) a francese con note del Testo greco traduzione e V. nota al termine di questo paragrafo. L' edizione si trova ri- stampata nel 1540 (ad Saligniaci apud Jo. Soterem), nel 1562 e nel 1580 (Basilaeae apud Th. Guarinum, 1580 col testo greco a fronte et P. (ivi). Perna typ. La versione revisione, a fronte del testo greco dal Creuzer e Paris, Didot, 1855). ; è et apud P. Perna). Nel pure ristampata, Mosheim con (Oxford, 1835 ; La vita e V opera di Plotino 47 francese di E. Bréhier nella collezione Bude, 6 (1924-1938). Traduzione tedesca Harder di R. r ordine cronologico), Lipsia, 1930-1937, in 5 La bibliografia essenziale sull'argomento dopo mi storici che abbiamo accennato è rappresentata storie dell' voi. epoca e delle scuole alessandrine e (nelvoli. i pri- dalle patristi- che, e dalle storie della filosofia, che stanno intorno a quella dello Zeller, e della logica antica (vedi ricordiamo Michele Losacco, voi. I; oltre a cui dialettica », della il « Storia Gli studi monografici su Plotino I). riguardano in parte Franti, il neoplatonismo in generale e in parte la dottrina specifica. I più importanti sono: del 1864 Richter, studi neoplatonici, Halle 1886, sulle fonti del neoplatonismo r ; ; del Gercke, del Travaglio, su Accademia, 1912 estetica degli alessandrini, Torino, ; 1918; Gunproblema della teodicea nel neoplatonismo », del Whittaker, I neoplatonici, Cambridge, tker, « Il 1906 Berthélot, Evolutionnisme et Platonisme, Parigi 1908 Covotti, La cosmogonia plotiniana, Roma 1895 (Lincei) e II Cosmos JSoetòs di Plotino Lipsia, ; ; ; (Riv. di Filosofia, XII), saggi ora ristampati nel vo- Da Aristotele ai Bizantini (Napoli 1935) Travaglio, La vera conoscenza secondo Plotino, Torino, lume ; Accademia, 1911 ; Drews, « Plotino e il tramonto del mondo antico », Jena 1907 ; Guthrie, Plotino, Chicago 1909. Studi monografici in serie sulle Enneadi sono dal Von Kleist, 1878-86, H. F. Miiller dal 1867 al 1920, e altri. Recenti opere d'insieme sono soltanto queste stati R. Inge, « pubblicati La filosofia di Plotino », da : W. New York 1918; 48 Max Wundt, nismo, voi. scita del La — VII. Bibliografia delle Enneadi neoplato- Plotino, studi della storia del I, 1919 Lipsia Heidemann ; opera 1' 1921 Plotino, Lipsia : più riu- fra tutte ; E. Bréhier, W. Theiler, cit. Tra i saggi italiani notiamo Em. Morselli, Plo(Milano, Athena) C. Carbonara, La filosofia di philosophie de Plotin, Paris 1928 ; : tino, ; Plotino, I (Napoli, Perrella, 1938-39) plotiniane Le : Faggin ritorno, a cura di G. del vie brevi antologie ; Dio, a cura di A. Banfi (Torino, Paravia) Carabba, 1939), con bibliografia (è ; (Lanciano, in corso la tradu- zione completa). testo stesso delle Il Enneadi, considerato intrin- sicamente, è stato letto e riprodotto fino a oggi nella forma in cui ce lo ha lasciato e presentato Egli per altro dà in proposito i Porfirio. seguenti chiarimenti che Plotino da principio aveva osservato un avuto con Erennio e Origene perchè queste erano alla scuola. carattere Poi avvenne che varie ragioni grafie e di si due colleghi per alcune risolsero a pubblicare nel 253 cominciò l' un regime più di esoterico o intimo gli altri che probabilmente con accordo non Ammonio, neoplatonico, mettere per iscritto nulla delle dottrine di : mono- imperatore Gallieno illuminato. Allora Plotino permise ad Amelio di iniziare la raccolta di appunti delle sue lezioni come quelli che aveva fatto per la scuola di di Lisimaco, libri ; e Numenio « scolii » Apamea e specialmente che giunsero così sino a 100 cominciò a presentare gomenti fondamentali, o gli di scritti xecpdÀaia, appunti correlativi veniva organici su aggiungendo a cui formata ar- e pubblicata. Le ma in poche copie, l'edizione dei suoi 49 Quando trattati. nel 262-63, questi e Amelio lo Porfirio, ao^"^iii«se si origini del Neoplatonismo pregarono di scrivere alcuni libri di proposito ed essi sono quelli che occupano i numeri dal 22" al 25° : nella serie cronologica data da Porfirio e trattano della universalità dell' essere e del divenire, del carattere iTietalogico dell' essenza dell' essere, e dei rapporti tra potenza e atto. Essi quindi devono servire di mento per considerare lettura delle Enneadi, stinguere i il testo degli altri. Inoltre nella ci avverte Porfirio, bisogna di- capitoli composti dell'autore (1) e le ag- giunte tolte dalle lezioni (epicheremi) : oltre a taluni commentari (hypomnemata). Egli dispose suoi stesso ordine degli nello continua ; ma l' le fonti argomenti e con numerazione la distinzione agevole perchè fonda- nello epicherema è una stile è abbastanza tipica specie di sillogismo, scelta per fissare analiticamente in iscuola il forma suo pensiero e ciò nella interrogativa (che cosa è la sostanza ? ecc.); Del resto anche vari dialoghi platonici si sa che scuola accademica in erano modo stati tramandati dalla analogo, e così per le opere di Aristotile. Nella ripartizione delle Enneadi secondo il si- stema da lui adottato Porfirio Unì e frammischiò, co- me s' è detto, trattati del I, del II e del III periodo ; Un altro autore del tempo, Theodas di Laodicea (fl. 125), aveva un' opera di medicina empirica cosi intitolata, e che venne commentata da Galeno e dal medico empirico Teodosio (ca. 200 d. Cr. : skeptikà kephàlaia). (1) scritto CARAMELLA — La Filosofia di Plotino. 4. 50 ma VII. di questo — non Bibliografia delle Enneadi gli può si fare stretta osservazione, perchè Plotino appare svolgere nei vari periodi della sua attività letteraria quindi argomenti, e stessi gli essere più conveniente confrontare gli svolgimenti dal punto di vista sistematico. corre riformare narlo. l' È 1' Per conseguire questo ordine porfiriano, e che probabile infatti agone dei maestri di filosofìa non Plotino entrasse esaurito i e quindi più volte nell' insegnamento fino ad averne problemi. Vediamo appunto che nel primo periodo sua attività egli alterna ad uno ad uno saggi logici e saggi logico rimane a sé, finché metafisici, - affronta problema il della psico- che 21°, nel di Severo, la zione dell' indivisibile e del divisibile nella rela- sostanza anima. dell' Nel secondo periodo scrive invece, o di saggi l' nel- con un sistema intera- mente compiuto nelle sue linee fondamentali, lo svolgesse oc- abbando- organicamente connessi : detta, serie sulla metafisica del- essere (22-25), sulla psicologia sostanzialistica (26-29), sulla gnoseologia (30-33 ; cfr. Harder, in Hermes 71, 1926), sui temi del neo-pitagorismo (34-37) logia (38-41), suir ontologia (42-45). stinti E ; così sull' ideoi due gruppi del terzo periodo trattano dell'etica (46-50) e dell'antropologia (51-54). Il procedere dalle stioni psicologiche alle posizioni ontologiche era que per Plotino que- dun- essenziale. Considerando poi vede emergere come tica di- che quella da la sua filo opera nell'insieme vi si conduttore non altra dialet- lui stesso elaborata e proposta (nel- Le l' Enti. 3) I, origini del Neoplatonismo quale, la : musica, pone alla mente l' mo della verità nella sua appunto verso assolutezza, zione sistematica del esigenza all' pensiero qui, in pri- una di conviene Plotino, di valuta- mosse da quanto di più maturo e insieme le più elementare e classicamente platonico egli pose secondo l' cogni- le passione del Bene, la Volendo quindi rispondere idea. luogo e soprattutto, prendere e filosofia nella procedere del pensiero oltre zioni sensibili e l' amore all' cominciamento della il amore generato dal che è rassomigliando in quanto ha di più puro e di più no- stessa, cioè bile, 51 eros (III, 5 suo metodo il saggio 49** , : cioè : 268 dalla d. Cr.), ci pro- teoria del- che rispecchia il culmine della ricerca estetica iniziata nel 253 con il primo saggio jcepl xov xaXov Noi per esporre (I, 6). la filosofìa di Plotino insieme scegliamo così per entrare, del III libro delle Enneadi, mone i i nel trattati IV quali trattano del e dell' eros, e corrispondono al punto di suo e V depar- tenza logico del suo sistema nel primo e nell' ultimo periodo : e continueremo secondo la pura dialettica, insieme con la successione di argomenti proposta Porfirio stesso, fino a ritrovare anche il tenza di quest' ultimo, quale proprio della consequenziaria guendo invece rici o il della filosofia sia il metodo empirica, ma dialettica essenzialmente se- sistema proprio di Piotino. Gli sto- hanno seguito in questa esposizione proposto dallo Zeler che procede uno ideale alla dottrina dell' anima e mondo, sia quello del Fouillée (nel III l' da punto di par- a quella dal- del voi. della sua 52 — VII. opera su Bibliografia delle Enneadi che Platone) procede per ascensiva via : mondo, anima, idea, intelligenza, il bene che è l'uno. La nostra esposizione invece, con maggiore conformità al di Plotino e pensiero pure tenendo jBriano per il discepoli suoi dei e massimo conto dell'ordinamento porsuo carattere dialettico, segue il camil mino proposto dalla psicologia, dalla metafisica, dalla logica, dall' etica dalla cosmologia e riconosce cioè : in Plotino lo svolgimento della filosofia dalla o dalla vera tività dell' esperienza, sogget- antropologia, an- ziché da quella apparente con cui comincia, forse in via di allusione, ^cpov %a\ xiq ò il (Enn. Porfirio testo di I, 1 tò ,ti òcvdQCOJto?). NOTA SULLA VERSIONE DEL FICINO Nella R. Biblioteca dell'Università dì Catania si conserva un pregevole esemplare della versione del Ficino, nella edizione seriore del 1562 merita di essere descritta (cfr. G. Saitta, Marsilio Ficino, p. Kristeller, Supplementum Ficinianum, (Firenze, Olschki, 1937) — Plotìni divini illius e platonica familia philosophi. sophicis libri LIIII, in Enneades sex dis — Marsilio Ficino Fiorentino e Grae ab eodem exemplari doctissiniis commentariis - — a - tratis, che e il : rebus philo- — ca Lingua in Latinam illus versi, et omnibus cum graeco collatis et diligenter castigatis. Accessit index rerum et verborum huius operis quam De tributi, ; oO"; copiosus. Basileae, Per Dalla dedicatoria - « memorabilium Thomam Guarinum MDLXII Illustrissimo ac sapientissimo per- (in-folio). principi Medici Florentiarum Duci' Petrus Perna Basii. Typographus, S. P. Cosmo D. » - dedimus operam, primum, ut cum Graeco, coque pervetusto codice conferretur. Hanc autem operam praestitit nobis Dominìcus Monthesaurus Yeronensis medicinae ac philosophiae peritissimus si rileva (p. 2) che: « Le et scientìssiraus, origini del Neoplatonismo qui arte non paucos locos antea corruptos dimin«to8 explevit » ac restituit, MDLIX). (Basileae, Kal. Martìis Ficino nella epistola introduttiva dichiara di considerare Plotino Il interprete del divino Platone nella forma della come 53 filosofia esoterica deir Accademia, quale non era stata comunicata nei dialoghi di lui : e con tale intonazione sono composti i comentarii da lui premessi alle singole trattazioni e anche i sommari dei Per capitoli della traduzione. stendere questa egli dice di essersi valso delle edizioni di Porfirio, di Eustochio e di Proclo : ma per queste due ultime non possiamo oggi più sapere di quali manoscritti si sia servito, stato che il Mediceo (A) 87, 3 del XIII secolo di cui egli si valse e che reca le sue correzioni e congetture, e Tjaltro Mediceo (B) 85, 15 del XIV secolo rispecchiano la tradizione porfiriana, sia pure variamente contaminata e ad essa riscono i particolari della sua revisione del testo. Tuttavia, egli avverte al lib. IV, cap, 4, 1-29 (p. 217 recto): mentariis Eustochii secundus de anima, atque hic « con si i rife Mss., Hactenus in com- incipit tertius : commentariis vero Porphyrii quae sequuntur, septimo coniuncta sunt Vale a dire che I' edizione di Eustochio differiva da quella in », di Porfirio, almeno nella sezione della psicologia, per una diversa partizione dei e forse non ne rispettava in genere lo schema letterario, quale saggi : Porfirio aveva ricavato dalla loro cronologia, per preferire di mettere in rilievo lo Ma p. schema scientifico. più importante è quanto viene 203 verso : Montesauro) annotato (dal che mancano nel testo greco, e per avventura sono Marsilio, le parole seguenti, da lui inserite ad IV, 3° , §. ,28 a di (27 del- Utranque sempiternam esse [se. animam], ac post obitum posse rationalem esse apud deos, et interim irrationalem, quae est eius idolum apud homines, et hanc reminisci rerum in hac vita gestarum, plurimum quidem passionum suarum, minus au* tem rerum ad rationalem pertinentium. Item in homine, non dico temperato sed continente vel incontiuiente, ambas simul animas commigrare, rerumque humarum memores esse facilius quidem quatenus vivunt in aério corpore, difficilius si terrenum corpus quandoque recipiant. Probabilius forte foret dicere, unam nobis inesse animam. Atque ex hac vitalem vim, vel actum vivificum corpori buie influentem apellari quasi alteram animam. Quae ideo dicitur ab universi vita fieri, quia ex nostra profluit sub universa vitae virtute ». Di poi, a partire dal § 30 (31), i commentarli del Ficino si trovano interposti nel corso del testo, a guisa l' edizione Creuzer), in principio : « : di dialogo Marsilius - Plotinus. Cioè il Ficino con tale interpolazione, che non sembra frammento dei suoi commentarli stessi ma vera e pro: pria sua congettura, viene a segnare in un punto critico del pensiero 54 VII. — Bibliografia delle Enneadi plotiuiano la piega da lui preferita e a confrontarsi con esso, seguenza, non più ma come nelle parti precedenti, e cioè per per con- dissertazione, per discussione. Ora il testo di Plotino, letto senza tale interpolazione, ammette che entrambe le anime dell'uomo platonicamente inteso, la razionale e l'irrazionale, abbiano una propria consistenza l'anima razionale come individuale, e l' irrazionale come derivante dall' anima del mondo. Marsilio propone di ridurle a una sola, la razionale ; e di considerare l'altra co: me sua derivata in relazione con mondo, da cui me il già la forza vitale, decorso della di intendere il la natura (e quindi anima razionale non l' atto per cui 1' anima 1' vita, nell' universo, è deriva, ma vivifica il unico : con 1' anima del dipende) : cioè co- modo corpo. In tal e profluit, cioè sistema di Plotino in senso immanentistico, permette ed emana- tistico. Dato che ciò si riflette anche nello spirito della sua traduzione, dobbiamo considerare quindi 1' opera del Ficino come una vera e propria esegesi storica, quella della sua scuola: più maturo giudizio. Ma tratta la dottrina nel passo in questione, egli soggetta al nostro viene a riconfermare si do- con 1' aiuto di Plotino una sua dottrina esoterica idolo che rimase in vigore fin quasi ai tempi nostri. Le lezio- versi ricostruire storiografico e cioè è certo che in confronto di Platone, di cui : Accademia differivano in realtà dai dialoghi di Platone per il espositìvo, non per il contenuto e solo in tale senso vi si accostano e ne riprendono la tradizione le Enneadi, nate senz' altro in quella forma dogmatica apodittica che Platone allora aveva soltanto vagheggiato ni dell' metodo in più ristretto uditorio. : e. Le '' Enneadi „. Vili. La filosofia come coscienza speculativa con mone socratico come vediamo : e nell' epoca punto di partenza Questo è bro Il III, il s' esistere affermazione del decui di occupiamo, ci anche me- il un era ormai riconosciuto in demonico. problema del quarto saggio intorno al demone 1' dagli scritti di Apuleio, todo dell' esposizione ad cominciato aveva greca demone che ci ha avuti in di Socrate era stato da lui dai suoi discepoli, tradizione religiosa. come Esso il del li- sorte. presentato, e più squisito risultato della aveva vale a dire che la sua attività si funzione inibitoria, manifestava nel trat- tenere Socrate quando la sua volontà per imperfezione umana mo stesse per errare. Per socratici dunque l'uo- l'uomo naturale dei sofisti, il ed è, come dire, ferquando tende al male ; ma Platone estese positivo era ancora quale è di per sé sufficiente, mato solo i 56 Vili. — Del demone e del fato questa concezione del dente racchiusa nelP le demone come potenza a tutta V anima e trascen- uomo a tutte anime. Esse sono dei demoni, concezione suggerita da Empedocle, ed hanno inoltre scelto per la propria un destino che è amministrato da un demone buono o cattivo. Plotino invece rovescia questa egli ritiene che il demone sia un prinproposizione esistenza : cipio spirituale che ci ha avuti esso in sorte. Tale è la condizione della vita da cui comincia gregge delle anime guidato da Ermete, filosofica, il mondo come uomini che serve degli ragione dirige la riore regge Quindi ragione e la il i ai la quale egli usò dell' esperienza il termine metodico Ai nostri occhi cioè si che sussistono sotto teria e la presenta si della « hypo- prima di permanenti e co- velame degli eventi. Esse il come le forme elemenma sussistenze V indeterminata ma- non sono appunto delle cose, supe- delle idee. presentano tutto delle ipostasi, e cioè elementi tari un potere mondo guida nel una maniera nuova, per distinguere suoi occhi in stanti, esistenze, : forma indipendente da essa, « aoristiche » entrambe, vi prendono corpo e figura e tempo. L' nima a sua volta è appoggiandosi a il suoi padroni celesti sensi, così la problema ai stasis ». la riflessione tali mare r hypostasis un nodo oggetti si a- di atti e dì relazioni che unisce essa stessa a for- dell' individuo. Quest' anima indi- viduale che sottostà alla vita del corpo unisce insieme facoltà intellettuali e morali ciono all' anima, o la ; ì sensi no, essi soggiac- investono, ma appartengono, senza unità e in commistione, al corpo. Tale carattere Le Enneadi dell'anima, che è chioda sì 57 sua funzione la nella vita, la collega ipostatìca, agli in- la ma oggetti, un è invito alla trascendenza, cioè ad appoggiarsi sugli ele- menti sé stessa, con delle cose, stabili il ma solo per raccogliersi per salire sopra di mondo tuale pura. non nel suo insieme e con la realtà nelle condizioni naturali ; ma di più alto pre con qualche cosa sovraumano si nella sé colore il quindi T anima è afferrata, diretta, sostenuta ma il corrisponde quale non ha funzione dell' anima che ci è dente o demonica la inibitoria sono due immanente da un psichica, finalità nel senso socratico, ; ma verso volontà ; e : una volontà una volontà trascen- esse coincidono nel loro scopo. loro origine o funzione diversa che le fa La nostra volontà rire. gli naturale, oggetti naturali, ed è essa un nodo psichicamente il anche a questo riguardo nutrito un' opinione che trascendenza, perchè essa oggetto indissolubile che si nucleo della personalità. la filosofia occorreva volenti un stessa greca rivedere, cioè noi e le cose fossimo legati dal fato degli oggetti voluti e diffe- primo luogo infatti si dirige in trova in noi e costituisce Ma alla e funzione protettoria e demoniaca. Così in noi E ten- la come preannunzio, di questo scopo, la sua qualità demone, l'ani- natura, e di perchè all'anima stessa, rispetto prende di esso simpatizza sem- denza verso uno scopo contiene già in cioè spiri- Questo sforzo o processo ascensionale per sé sarebbe vano, o appare tale se ma comunicare e essi in appare : e che mondo il insistere già lo fissa e gli aveva nella incombe 58 Vili. come — Del demone e del fato destino, e anche sua volta demone potrebbe il essere a del destino. figlio Così la discussione riconduce ci al primo trattato del libro III: Perì heimarménes, ossia « del fato > Pochi anni prima un altro grande cupato di questo argomento in ancora oggi essenziale (3°). filosofo si era oc- modo che diremmo Alessandro di Afrodisia. Egli : De anima che la dottrina aristoteV immortalità dell' anima individuale e invece sviluppava quella delP anima trascendentale e sostenne nel suo lica negava de fato, sostiene intelletto universale; e nel l'anima nostra non è immortale, penso della libertà del volere, com- gode in essa e ciò che, se contrariamente alla teoria deterministica degli stoici. Distinte e classificate vi sono le cose effetti da cause, ma Plotino si del mondo di natura psichica che non provengono dalla nostra volontà. trovava così di fronte a una fresca presentazione delle due talità nelle cause e negli effetti, tesi opposte dell'anima non libera nel ; e della mondo ri- immor- del fato, (so- stenuta in varia guisa dagli atomisti, dagli stoici, dagli astrologi, dai ragione e della cinici), assoluta della autodeterminazione che le è proposta da stino mortale. Egli ritiene che da possa uscire riducendo deste il la legge della mondo natura naturale. considerata necessità, senza eccezione, e quindi l' de- antitesi si concetto del fato a più mo- proporzioni, cioè al per lui questa un o Il fato è nella anche rispetto sua al- anima. Se noi procediamo nella nostra conoscenza delle cose, esse ci appaiono non solo resistenti in se Le Enneadi ma stesse, un legate anche fra loro da che costituiscono porti 59 fenomeni naturali dei le leggi sistèma di rap- e che collegano le cose terrestri e le cose celesti o so- stanze o ipostasi astratte. Il un eccellente noi potremmo dire che Pitagorisnio aveva presentato stema di questi rapporti e presenta ancóra adesso, poiché Tra pitagorica. si pianeti i come scienza è la lo rimasta tra gli oggetti prossimi verificano serie costanti dei fatti materiali, le quali non sono frangibili da una decisione individuale. La mondo forza che lega tutto questo sistema del né materiale, e quindi indiscutibile Noi lo ritroviamo per diverse vie, solo dobbiamo riconoscere anche praticamente non che il mondo ha un ordine fisico e che cioè è con ma che questa sua cosmicità la fatalità, e include fato si la Il da cui si mitologia degli influssi che si gli gli astri, dovevano ora ridurre e restringere si perchè si riproduce e r organismo corporeo, in fato soluta, che lega un la si alF anima il ma di- esemplifica nel- cui esso è la natura. Pertanto volontà non è una imposizione destino sovrastante a ciascun atto semplicemente come fatti scientifici; forma e stringe anche intorno rettamente, iden- oggetti. tutti determina cosi anche con producevano secondo si anche noi per quanto riguarda le nostre relazioni con esso procedere di nel e veramente cosmo, tifica fato. il avvenimenti del co- oggetti in oggetti, nel seguire gli smo è im- soggetta a dete- appunto rioriarsi e indebolirsi. Questa forza è il si- : as- esso è limite che le é posto dalla necessità legge fisica e naturale e che noi abbiamo il 60 Vili. — Del demone e del fato compito di esplorare, di conoscere, in cui mantenere noi stessi e sul quale deve appoggiarsi la nostra stessa libertà spirituale. Ma ciò che fa tutto V anima. vissuta e morale è fine dì Il natura di urtarsi contro le leggi della ma il è di cercare come volontà trascendente, cioè del questa è della vita, e la direzione della demone che assicura del nostro proprio destino. ci vita non e dove esse ci lasciano aperto varco per sentire la vocazione e che quanto è ci Dobbiamo dunque a Plotino di avere inteso e limitato tato, di avere sintetizzato 1' guida e risul- il opera della scienza ales- sandrina in questa identificazione del fato antico con la legge intima e formale della natura, che è la cessità di avere smascherato : Ananke, e rivelato sotto la il minaccioso naturalmente rivendica volto maschera dì esso Ma plice e chiaro volto della scienza. alla religione ne- il dì sem- egli altrettanto e alla mistica la soluzione dei problemi da cui la scienza veniva a eccepirsi quale nel suo insieme poteva essere : ficato della fede umana, e come cioè rispondere demonica riproposta essa potesse farsi all' signi- il così alla volontà anche eudemonica, ideale della felicità desiderato dalla tradizione filosofica. IX. Il mo e limite della necessità che lega nel la sua volontà immanente Plotino anche al si mondo demone che rappresenta l'uo- secondo estende la nostra Le Enneadi volontà trascendente : perchè se esso noi rappresentiamo sorte, determinismo della che spirituale Ma natura. 1' determina da sé sotto ma e animale, indipendente sotto morale forma della la e questa per : suo il ma determinata fisicamente, si forma della la si come verso di essa sufficienti all' duplice aspetto tende a un fine nima anima, esse mondo, finalistica descritto trattato la qua- ri- demoniaca eccitandola a di- si rifiutano essere di uno invitano a cercare la sua la e : vita. Oltre il fato e il della natura, essa cerca di congiungersi all' a- del denza non è che non stessa, e alle idee. Si delinea quindi nella nostra coscienza e e si cose le : scopo che corrisponda mondo principio desideri. Il desiderio batte nell'oggetto nella nostra volontà rigersi anima vita intellettuale per rimbalzare verso una mèta trascendente flette ipostasi, 1' vita vegetativa può trovare mai esaurito nella natura lunque cosa principio il Perchè raccoglie in se stessa si colle- è anima come è superiore alla necessità materiale. si in avuti umana vita la è sottostante, le ha ci suo destino, e quindi an- il che da questo punto di vista gata al 61 come quinto che già Platone aveva Eros. Questo tema del libro concezione Plotiniana si HI il (de una ten- riconosciuto appunto amore). del Tuttavia stacca notevolmente dal dominio del puro platonismo. Per Platone 1' amore è una conseguenza della condizione dell' anima. Esso costituisce una forza queir altro io e di idee, da cui l' di recupero e riconoscimento di quell' altro anima si è mondo, che staccata ed è è delle discesa in 62 IX. — Teoria delV Eros conseguenza del peccato originale. Quindi di ritrovare noi stessi in altro e di desiderio il con risalire niente e con tutto lo spirito al cielo degli enti appunto 1' Eros. Esso così è l' effetto e la insieme di una realtà dualistica che e prima il essa vera o sia demone nostro soluzione produce a priori basta a provare la forza del Eros riguarderebbe cioè ; secondo Plotino questa pre- di esso. Invece cedente istoria dell'anima non si la e : immaginata mai essa se suo desiderio di il ricondurci così in alto che non avessimo più bisogno di lui e lo lasciassimo libero. L' amore secondo Plo- tino nasce dalla stessa natura dell'anima e cioè dalle facoltà intellettuali. La nostra intelligenza nei confronti degli oggetti voluti e desiderati si Questa indeterminazione che esso non conosca come indeterminata. intelletto non significa presenta gli dell' oggetti e le idee, ma esso in confronto alla esperienza è troppo più dalle idee, dalle sostanze, da Dio, perchè giudizio sia certo, perchè i che ampio delle cose e quindi desidera di essere ispirato e trito . il nu- suo suoi oggetti acquistino va- lore e concretezza. Questo desiderio dell'intelletto di uscire dalla propria per accertarsi della realtà, è stesso si esso. finisce e il l' origine dell' Eros. potrebbe dire della volontà che ama oggetto in quanto ad e indeterminazione indefinitezza si restringe e Figlio dell' intelletto, proprio padre fino a una tendenza che coincidono cioè con la verità. si il Lo suo concentra intorno amore sorregge e dedargli una ispirazione 1' col loro vero scopo, Le Enneadi 63 Plotino non solo critica le varie che erano date prima si nico ma (1), di lui ne, quale semplicemente l' e quale dio e quale tuale, nella realtà. Quale Dio 1' : all' amore come amore Kronos indica l' vero figlio di spiri- discorso il di Afro- Urano stesso intelletto puro, Afro- dite la sua anima, dìvinissima, che gli resta unita ad esso si avvolge. Ma ad ché di separato e reale, e l'intelletto, lo concepisce, re. essi 1' e devono generare alcun- anima nel rivolgersi distinguendosene, Eros è così separato, come e nell' idea e Kronos di figlio passio- atto demone, cioè dite Urania (anzi dovrebbe essere e di Afrodite) plato- amore come amore, secondo Pausania nel Simposio, è di 1' analogo e di considerare : erotismo una propria interpretazione del sostiene mito. Egli propone di superare proprio dell' interpretazioni le al- come amo- anime, dalla verità in sé e pur tende a riunirvisi, e a ricondurci al cielo: e come egli nasce quale nasce quale anima del demone telligenza del e che si ama nelle anime singole, bene e dalla volontà che nell'intelligenza stessa. Diotima di Mantinea, riferito indi ritiene subordinato e coordinato al more nasce da Poros e della povertà. (1) V. mondo, — le è Il così figlio dall' in- congiunta, discorso di da Socrate, Plotino precedente. e Penìa, dell'intelligenza Poros ri- di Metis, dopo L' a- umana il bau- Robin, La théorie platonicienne de V amour (Parie, Alcan, 1908); Froutiger, Les Mythes de Platon (ibid. 1930); G. Calogero, 7Z Simposio (Bari, Laterza, 1928) rino, Chiantore, 1935); cfr. S. U. Galli, Commento al Simposio (ToCaramella, nel trattato La Psicanalisi dì ; E. Morselli, voi. II, p. 106-107. 64 - IX. Teoria dell'Eros chetto per la nascita di Afrodite, ebro di nettare dor- me nel!' orto sidio, Giove di giunge Penia, a chieder sus- : ed entrando nel giardino si giace con », o ristrettezza trovar rimedio alla sua « nasce Eros, in servitù di Afrodite, aporia prima per lui così ; povero e poi valoroso, filosofo e immortale e capace di rivivere continuamente citer, povertà, la la : (Symp. XXIII). Poros la copia dell' ingegno, che presiede lere vita la cammini ai 1' aporia la realtà e le idee, di ma è alla l' chiusa forza del vo- eros, mondo il mediatore tra il la : dall' vero il con una vera propria e e quindi essa : copia gli figlio povertà di cui anima in spirituale, oggetto si unisce Poros. il Questa non può consistere in nozioni e interessi carattere empirico, perchè Poros rappresenta alle idee, la via il della nazione della verità verità. le di idee : subordinazione sua Onde, e per stessa, verso rivolta è logos nella si opposito determinazione della natura, povertà di che è ricchezza di possibilità tra e stoici gli appunto (secondo Plotino) indeterminazione me- il sensibile, nato come volevano Poros e Penia da cui nasce tratta è Penia è tra le aporie dialettiche e idea e la materia, egizi, la 1' dio il : aperti della verità sofistica, todo logico. Egli non è l' pellegrino sagace, il loro unione genera è, simpli- se l' indetermi- quale la si agita r intelletto, si rivolge alla ricchezza delle idee e cerca la via di salire ad esse o di risalirvi, questo è l'amore, come demone disc, di Fedro) : cioè il che regge grande « i immaginosa apparenza, ed è demoni demone tutti, di per sé il » {Symp., nella demone loro prò- Le Enneadi prio dell' 65 anima del mondo, non lontana da realtà, neppur di cui siamo parte. essa, come concretezza in noi, totale della vita L' Eros plotiniano è carattere del tutto spirituale, eroico, trascendentale, che raccoglie dalla dispersione degli eventi le nostre al loro la supremo. fine forze e facoltà e Il massimo sforzo sua più profonda accezione è la indirizza le filosofia. stacca la teoria erotica dalla interpretazione stica e panteistica verso cui era discesa nel a lui prossimi e la indirizza verso un Tuttavia sarebbe amore, di tale Plotino naturali- platonismo un senso mistico. errore credere che egli con questo volesse nuovamente introdurre nella vita l' anima il senso, che aveva sue determinazioni fisiche. è soltanto attività. L' è sentimento puro come soltanto attribuito Il amore perdona dono i E »). : « senso è passività, l'anima attività dello spirito amor che nullo princìpi di Plotino sentimenti nel VI saggio del libro incorporeoruni (26). chiamarono pathos non solo fatti I i la vita spirituale, di carattere passività. fatto amato, amar recettivo. III, filosofi fatti ma Essi prima sensibili in La Filosofia di Plotino. tutti intitolato genere i De di lui che ac- tutti rappresentavano Gli stoici avevano già reagito a — a estese dirizzo sostenendo che la ragione e la CARAMELLA non mai amore che ciascuna anima nutre demoni stessi, in sé medesima. Questa considerazione compagnano che per quindi all'amore universale corrispon- sotto la guida dei apathia alle di cui si tratta nell'anima sua caratteristica natura è sempre atto, o passività. (Dante del- questo saggezza i la in- che 5. 66 la IX. — Teoria delV Eros impersona sono assolutamente apatiche nel doppio senso di questo termine, spirituale e temporale. condo Plotino addirittura tutta la Infatti le sensazioni scere le sive, ma di e passività. da cui cominciamo a cono- passioni dei sensi attività incorporea vita quindi spirituale è priva di pathos e Se- non sono e giudizi che si pas- esse stesse svolgono intorno alle passioni sensibili e alle imitazioni delle cose corporee Anche nella vita dell' anima l'idea soltanto una idea del corpo stesso, e non corporeo. La vera caratteristica dell' atti- raccolte dai sensi. del corpo è ha nulla di vità sensibile (aXadr[aig) è quella di essere proprietà e alterazione intima dell' anima, non impressione dotta in essa da fuori e dalla materia si appunto F omemaig riducono come fondamento dai giuristi Altra cosa sono si i anche questi hanno ci cercate dUoLcoaig soggetto Gaio). (v. rivolgiamo alle virtù e ai vizi, come contenuto, ma non gli affetti come forma. La ragione il del 1' attività sensi e le cose sensibili a cui essa Se poi riferisce. e ad essa : pro- e le idee rappresentano regno dell'insensibilità assoluta. Quindi lo poi spirito per vivere dentro di sé ha bisogno di altra forma di agitazione. Esso di materia, ma una ma non mai tuale è dal corpo, non sente ma medita di verità e attività come teoretica passivo. Così come mitico propria ispirazione quindi (cfr. di appunto 1' ; non amore carattere 1' 5) al inebria intellet- intuitivo, anima può uscire uccello, e volare Ili, si mondo separato da questo, cioè realizzare il secondo delle la idee xoìQiaxóv pla- tonico, che equivale alla nostra idea della trascendenza. Le Enneadi 67 X. La dimostrazione che dunque insensibili rappresenta dello spirito ascetico coincide anche con mondo tica : i prima affermazione la che dottrina oggi sostenuta la ma Plotino, di filosofia il della sensibilità differisce dall'attività sensibile, non appartiene non della sono incorporei esseri gli alla conoscenza bensì alla realtà pra- sensi sono oggetto e contenuto di conoscenza, atto conoscitivo essi stessi ; di per sé hanno altra forma, quella dell' economia fisiologica e della natura. Questa considerazione induce Plotino ad aprire lo sguardo verso ciò che è invece sensibile e passivo precisamente verso teria che la materia. Il concetto e ma- della era pervenuto sino a lui nella forma aristotelica, la materia è il contenuto della forma. Attraverso questo principio la filosofia greca aveva a poco a poco trasferito alla forma lutti gli caratterizzato nelle sue origini la materia, riconosciuta dalla tendenza arcaica natura come materia vivente avevano che attributi come (ilozoismo). Ma quindi tendente la nelle una parte si presentava forma come interiormente vuota scuole ne conseguì che da concezione della era considerare a all' astrazione, e d' altra ritrovare la concretezza si materializzava 1' parte atto, la e per come avviene nello stoicismo e nell' epicureismo. Ora secondo Plotino 1' annullamento o sione del concetto di materia sofia all' può condurre idealismo assoluto ovvero al sì l' inver- la filo- materialismo pu- 68 — X. ma ro, La natura e quei limiti su cui L' errore compiuto dai filosofi stato di scambiare (tò aijvdetov, D' la sintesi si predecessori suoi l' appoggiano. ipostasi, una sintesi di come oggetto). principio il era mentre materia e avevano anche sostenuto altra parte essi materia era appunto la essi materia con la ipostasi degli oggetti è già forma / viene a togliere alla realtà dello spirito e dei ^oi problemi l' tempo il della che passività, cioè le avevano attribuito le qualità contrarie a quelle della forma. Se noi partiamo da queste esigenze la risposta secondo Plotino deve essere negativa, cioè la materia non ma è, né patisce alcun essa soggiace invece ai Viale proprio fenomeni (he hypokeiménej ad esse nella oltre stessa direzione. Si presenta come nell'azione quale un' om- così nella conoscenza bra della realtà, un fondo oscuro in cui residui della vita la a il si vita stessa di cui come potremmo si materia si mondo, riflusso 1' all' anima è ma anche Se guardiamo fonte. definirla diversamente dal mondo presenta inserito tra noi ed essa, definisce e anima, come delle cose resistenza nella della vita è ciò che si Essa è collegata con 1' rifiuta o pigrizia la del indifferenza e inde- terminatezza. Ciò che rimane inerte del di seguirne movimento 1' impulso. azione, dunque, e rappresenta limite che è proposto dal volta per volta alla volontà. tre » contrasti annullano e viene a mancare non pathos che essa sottrae corporeo che il : a dire che sta sotto le cose sussistenti, e proce- dendo solo fenomeno, mondo nel suo insieme « Tu non vorrai più ol- sarebbe la voce propria della materia. Le Enneadi I corpi invece Essi di sono in presentano come si i 69 continuo nuclei rinnovaménto. un movimento di trasformazione (metastasis) paragonabile che essenza a quello seguono sieme la vita cioè : Ma : essi men- logiche e intel- suo presa nel in- corporea rappresenta un quid intermedio anima tra quella deli' e l'inerzia materiale: perchè corpi sono sintesi di attività anche sogni inseguono forme (metabasis, metabolia). di nei leggi di carattere fantastico e simbolico tre gli atti psichici ligibili avviene nella sua forma e di corporea nel suo quella che noi e insieme di può la così vita paragonata essere esperimentiamo e mera passività, Quindi materia. nell' i organismo à dor- miente, cioè al sogno; le sue leggi biologiche rappre- comune denominatore di tutte l'anima si sveglia essa supera Quando le leggi fisiche. questo continuo passaggio da un sogno all' altro, quesentano una sorta di sto sussistere la per contrasto all'inerzia; prima coscienza percepisce non solo materia essa stessa, ma anche la ed attraversò corpi e la i rappresentazione della natura delle cose ormai svisata e deformata visione amorfa (dcpavraaTcog) della natura morte dei corpi, e quindi dal tratta e suo in una genesi e destino e dalla sua ispirazione a cercarne la vera forma. Rifor- mando e riunendo gli insegnamenti Aristotile, ciò equivale alla stessa di Platone e di distinzione della natura dalla materia. La prima è formazione di ipostasi la dipendenti da princìpi psichici e seconda è incorporea, priva di essere metapsichici, (non è), è impossìbile e inalterabile. Nei suoi stessi rapporti con 70 X. forma (con la ma la riflette come riceve spazio ; me La natura e il idee) la materia come puro specchio tempo non vi si unisce, e semplicemente la soggetta. Essa è dotata di grandezza nello ma come collochino stessi le — gli non è un luogo dove si bensì un attributo degli esseri lo spazio esseri, (Bréhier), così la grandezza è propria delle for- degli esseri, non della materia, o altrimenti è og- getto proprio anch' essa del pensiero, nel quale biso- gna cercare verità dell' esperienza. la Questa ricerca è aperta secondo Plotino dalla coscienza del tempo, che forma oggetto della successiva trattazione settima del libro III fde aeoiie et tempore). Il primo passo dello spirito verso l' interiorità è rap- presentato dal rivelarsi di quella forma superiore di movimento a cui esso appartiene (1' eone) e che si riconosce come eterna e sempiterna (1). Noi veniamo invitati dalla stessa esperienza a cercare la nostra eternità, quel sempre che non cessa mai, quel movimento che non si commuove, né si vita e di arresta e in cui Plotino non si ritiene mente presente epoche e tutta all' bagna di vita spirituale che anima la serie questa il eternità sia costituita dal delle categorie : pensiero. immediata- moto delle essa è tutte le epoche e dalla serie delle categorie nel loro insieme né ritiene che rappresenti il ; presupposto trascendente (lat. aevum) per eternità, (1) Plotino intende rigorosamente aión mentre aìdion è (oppòstamente a idion) V assoluto, sempiterno. Invece S* Agostino verrà poi a distinguere tra questa come aevum ed assoluta e superiore a quello, lativo e di assoluto. aeternitas, ponendo che per lui è sintesi di re< Le Enneadi 71 della nozione del tempo, perchè questa è ma air eternità, Il mondo riferisce alla delle idee stesso, movimento pura si stasi vita, all' sì collegata esperienza. pensiero puro, nel suo il 1' è perenne della eternità e la fonte Se vogliamo poi intendere in sé questa mente e nel che illumina la vediamo che essa raccoglie ma delle idee, tempo carattere superiore che ci svela si verità e di riflessione come natura sua la esso, con Dio in quanto identifica afferma e rivela se stesso nella sua qualità vivente, quella che chiamò Cristo il stra riflessione esseri corporei, la vera vita, e che la no- il non appunto riconosce propria che vi attingono la del Divino. Plotino ritiene con ciò anche Timeo idee come avere di e del Sofista, che considera in eterno riposo cante che egli dà a tale : ma il il inteso mondo significato « ma dottrina la sommo unico e degli vita empirica, vero pensiero platonico, secondo del assai della una in vita. eternità fuor di e mondo il per scioglierlo riflessione di Dio. Esso egli come è la dialettica, nel suo concentrarsi delle vivifi- eone » è più conforme alle aspirazioni mistiche della sua epoca e delle successive. Altro in quale sentino, tempo, con cui il cerchiamo forma e proporzione si siero verso accostino 1' all' eternità. Plotino è fondata su anima gli eventi di misurare fisici e ritornino con si pre- il pen- La definizione qui proposta da un suo modo di vedere in gran parte originale. Egli critica la teoria pitagorica e pla- tonica : che il tempo sia 1' ambiente del movimento perchè o esso in questo caso è un vuoto ; ambiente, 72 — X. e allora si identifica più per La natura con la e non si muove oppure è un limite materia che sua assoluta inerzia: la ambientale del movimento come allora tempo il in sostanza si tempo il cosmica, la sfera identificherebbe con lo spazio. Così si un viene ad relativismo certo quale già era stato presentato da Tolomeo con trina degli eccentrici e degli esso rappresenta soltanto nozione integrale che vede si immobile e la teoria del e fra queste bile, si una contraddizione. mente stoici gli un metodo la dot- spazio) di ma ; non scientifico, andiamo cercando. Anche in contrasto tra la teoria del motore Aristotele il nello fisico modi (due epicicli rappresentare lo stesso fenomeno la e primo motore o primo mo- un ha notoriamente più I filosofi recenti avevano invece sviluppato divario e la e special- teoria proposta da Aristotele stesso che considerava ir tempo come ritmo o numero o misura Ma Plotino, del movimento. prendendo in esame particolare dottrina aristotelica, dimostra tale come anch' essa incorre nell'errore di scambiare materia e forma ovvero for- ma che e contenuto. il tempo a dissezionare mata), tra i Se sia il il quali si intende essa dottrina nel senso ritmo del movimento, noi veniamo tempo si in intervalli ripresenta inerte e quindi viene reso il tempo il é di intendere realtà con il il momovimento numero che misura veramente, anima che misura con il numero e in questa che non è 1' impossibile della materia tempo come numero che misura vimento, esso coincide in ma ombra (diasté- nella sua continuità e attualità psichica. Se intendiamo stesso, 1' staccati il Le Enneadi per se stessa riconosce misura Donde venga scienza del tempo 73 tempo il suggerimento il della che passa. nostra co- è considerato rispetto all' universo, da Plotino proprio del movimento di traslazione ed riferica, questo egli ritorna in ma pe- proposizione alla che il moviTimeo di Platone mento periferico, non è esso il tempo bensì lo rivela fissando la mente al cielo cosmico si vede nascere il tempo come alcunché che accade in rapporto alFeone per la sua immanenza nella materia. Lo stesso rapporto si rivela neir anima tra l'idea dell'eterno che del : nel senso : considerazione degli avvenimenti le savrasta e la un avverte fluire in se stessa corso di eventi ; essa mondani che è per sua natura empirico e metafisico, ma che pei suoi riferimenti costituisce la prima, la più forte connessione tra vito a 1' anima e cose e le il più forte in- E insomma il tempo non divisa interiorità. tempo come flusso mistico contemplare l'eternità. è proprio dell' anima nella sua Questo concetto del e interiore degli eventi proposto da Plotino è stato svi- luppato dalle teorie di Agostino e del Kant del e Bergson. Questi appunto traeva dalla teoria plotìniana la necessità di distinguere tempo intimo, l'uno l'altro invece corrente fra il tempo elaborazione viva coscienza. della e fisico il dell'intelligenza, Ma il Bergson considera questa corrente viva della coscienza come reale più degli eventi, anzi concetti, i contenente i veri veri eventi in confronto di quelli schema- tizzati fisicamente dall' intelligenza, e quindi egli chia- mò tempo il interiore durata reale della coscienza. 74 — X. La natura e tempo il Inversamente era da considerare questo rapporto che valori per la filosofia di Plotino. Egli ritiene tempo nel suo fluire psichico sia accidentale in sé, e precisamente sia accidente oufxPePrixòg l' aUov materia che spetto all' 1' ci anima e la materia, trattiene lontani corpo o anima che esso sia sfuggente della materia. E il divenire, tra (ipostasi) l' appunto atto e la tempo. il non contenga più divari del tempo è 1' Eone o : riflesso il i corpi potenza, con l'indefinito tra e che Una e ri- permanente o Essa la sintesi è transeunte. renza, questo passaggio continuo sintesi è tra dal- appesantiti e con una diflerenza continua verifica (xatà inseparabile riflesso il assoluto. Questa sintesi è del si tempo alterità esperienza per cui deve passare l'anima, della sintesi tra la cioè ti), di il rispetto e propri e rispetto all'eone del agli oggetti veri di si sintesi e contrasti è 1' essere e questa diffe- rivela nella che assoluta appunto fuori eternità. XI. Dall'esposta concezione del la considerazione che anche la carattere di tempo nasce per natura oltre al meccanismo cosmico abbia un valore cologico e questo valore è illustrato nell' ottavo tato del libro terzo e delV uno >>. La : « Della natura natura e della appunto interessa altro suo psitrat- teorìa, l'anima anche nella sua propria costituzione e determinazione in quanto essa costituisce la ragione del distinguersi, Le Enneadi 75 nella vita spirituale, di teoria e pratica, della natura l' anima presenterebbe si mentre fuori come unità. Rispetto alla vita della coscienza la natura invece presenta come un principio multiforme, lascia ridurre essa a unità, o r saremmo (unità appunto noi) e che era stato non che si si soltanto illustrato o sotto 1' uno dai filosofi greci specialmente preso- altro aspetto cratici. L' idea di questi ultimi Plotino in questo caso a risolvere e anche tende sostituire. La natura deve appunto presentarsi come multiforme perchè essa per sé non ha nessuna propria forma e quindi assume quelle sotto cui viene percepita o avvertita, rate ma che non possono essere conside- come sue forme reali e costanti bensì parenze mutevoli di Proteos, di se inafferrabile. appunto si l' come possiamo precisare nel!' 1' ombra la abbia alcuna passività, non sta oltre l' si ma questo di era principio era già negato che 1' anima tale passività è propria dei della materia. Questa a sua volta è priva Quindi anima come un si principio ipostasi dell' esperienza. prima presenta Ma parallelo 1' cipio attivo, anzi tende a rassomigliare La sua materia indeterminazione è solo l' 1' che anima non è soltanto insensibile perchè incorporea, essa (v. per delle cose, cioè che esso funzione di passività e insensibile. di tutto all' principio ap- principio negativo degli eventi, noi anima. Anche qui corpi e principio di Ora, posto che questo inerzia e intravede un come è prin- atto puro. dell' atto cap. IX). Viene fatto quindi di domandarsi se la materia 76 XI. — ancor essa abbia La teorìa e la pratica Secondo un'attività. Plotino que- st'attività sarebbe contraddittoria col principio d'inerzia. La materia pura non sua negazione fa o : ma piuttosto l'anima è energia- Tuttavia la materia la qualche cosa in quanto essa produce per contrasto si genera dai contrasti qualche cosa come con cui 1' vale a dire che di : un all'anima la materia ha fa è energia, si fa fronte valore « poetico », cioè in poesia, o meglio fa ciò anima entra in concorrenza per afferrarlo e dominarlo nella vera e propria poesia. Vi è un'arte della natura come Le proprietà 1' vi è arte dell' uomo. attive della materia potrebbero quin- di essere esemplificate dalla bellezza dei paesaggi naturali, dalla resistenza all' energia, dalla moltiplica- zione o rifrazione delle forze da cui appare il mondo combinazione con la l' nascere una fisico, mentre esso in realtà risulta da tale tipo di materia. quindi Essa materia nel suo carattere poietico e correlativo anima prende il nome di natura o principio e di generazione originaria e Invece la forma fondamentale delle cose. natura come intendiamo noi, cioè il cosmo nel suo divenire, era riconosciuta dagli antichi e Plotino in ispecie, come genesi (yévrjatg) e cioè cretezza del divenire per opera del pensiero e sue forme. Con essa si al- entra nel campo da con- delle degli oggetti della contemplazione, o conoscenza pura (^ecopia). , Le Enneadi 77' XIL La concezione condo Plotino della teoria della, pratica e differenzia notevolmente dalle si tradizionali della filosofia greca. Egli una teoria considerandola finire la e di pensiero. Ciò che rischiamo, mo ci artisticamente all' idee de- di poesia di comunemente sua la un che noi in forza di : puro pensiero (Àóyog) presente nella facciamo sempre propone sintesi caratterizza conoscenza è infatti questo senza ricorrere se- universalità qualche anche cosa azione o prassi, e cioè giuochiamo, ajOPatichiamo psicologicamente o plasmia^. opere d' arte e immagini delle cose. Questo è il termine medio che bio e' ma se stesso, questo noi, è piuttosto il : zione. la un pensiero è La che jtoielv il pensiero fa senza altro propria intelligenza. Senza dub- assoluto che rimane costante con non ha più teoria supremo oggetto teoria nasce e si della inizia in non per se contempla- quanto il pen- assume un carattere umano rispetto all' assoluto questo fratello umano del logos produce una fan- siero e tasmagoria di forme concrete ed empiriche, conoscenti e conosciute, che Quindi ed infatti genera l' proiettano nelle cose. la radice dell' esperienza per la stessa forma imitazione o azione cui gli antichi dell' arte. si Ma avevano il è nella poesia di pensiero poetico o attività mimetica ravvisato i propri : si in caratteri pensiero in tale inclinazione artistica 78 XII. non può lori — La teorìa e la pratica imitare altro che se stesso, cioè assoluti, le idee conosce le egli ; i idee propri va- per pos- sesso originario, le intuisce e le desidera per la forza modo Allo stesso dell' Eros. egli brama o appetisce nella sua attività poietica quindi le imita e imir le idee, tandole le vive conoscendo teoreticamente. La vera e propria è ricerca, congenerazione, in cui l' finalità ri- Essa comincia dal mo- volta verso la verità del logo. mento teoria esperienza poietica verso la propria origine e corre rivolge indietro si per processo di distingua da il ritorno alla verità. Come nasca da questa teoria e essa la pratica è spiegato da zioni. Gli atti si queste considera- altre connessi poietici del pensiero essendo con r esperienza non riescono a ritornare interamente nella luce della verità. Ciascuno insieme logico tutti ; essi di essi è nel presentano un residuo, una non incertezza o astrattezza del pensiero, che alle idee ancora ma rimane Questo suo residuare nenza: stesso e A,ÓYog ó si ^isvcov, risale a chiarirsi nell'esperienza. permanente cioè loro il chiama si imma' pensiero che rimane su è evidentemente determinato per dominare l'oscura materia incomprensibile, inafferrabile, che co- me pensiero puro rimarrebbe Tale residuo del pensiero, incantato per guardare. novamente genera anche risolversi in logos semovente, e nella verità, la a — prassi o azione vera e propria, la quale si gue dalla poiesis perchè va oltre e cerca di superare e vare il dominare la la sintesi distin- empirica materia per ritro- corso logico della verità e per risolvere anche Le Enneadi i 79 residui del pensiero in idee pure. Quindi Plotino la prassi svolge si e nasce decoQiag evexa. tfjg la Questo concetto come della e sua del teoria ; fortemente ricorda dottrina aristotelica, sia nella della volontà motivo per pensiero e per finalità del pensiero secondo interpretazione ciclo chiuso nei gradi dell' appe- della decisione e dell' azione finalistica, sia nella tito sua larga affermazione che è di condurre siste la vera 1' uomo il della fine alla perfetta teoria in cui con- essendo essa la felicità, pratica vita contemplazione di Dio. Ma Plotino per suo conto insiste nel considerare come queste forme fondamentali della coscienza cessivamente distinte e spostate del fattore della materia, ricurva su stessa e mente il anche quando l' di questo sua alterità inconsistente, che là prassi la si inerzia della materia, la con- che essa produce, cioè problema rispetto all'altra inarca a ridiventare teoria. Essa si deve vincere in questo trafifazione una 1' suc- risolvere misterioso il costantedella altro, pensiero trova al di degli oggetti. L' azione fa appunto un per illuminare questo buio, un che, invece di essere sto ma oggetti gli ciò che è singolare è salto nel vuoto essa con que- gesto continuamente avventuroso deve ritrovare la strada della verità e non sopra salto ci contribuire fosse quel buio cipio della materia avremmo una a ; se non produrre ad illuminarla. intervenisse la il distinzione, Se prin- noi sola vita nel pensiero che riunirebbe insieme poesia e prassi, e cioè il mondo della pura 80 — XII. mondo La. teoria e la pratica delF atto puro senza teorìa, o il questo vede realizzato nel si mondo materia: e delle idee, oggetr tivamente intese, perchè esse sono unità di pensiero non e di oggetto materiale. E im- dobbiamo riconoscere il camovimento intimo e gemello di tuttavia noi rattere essenziale del teoria e prassi per l'uomo, perchè quella vita appunto che aleggia come legge del nostro demone, somma ha ma anche soltanto incorporeo le esso è la sopra di l' come noi aeone, vita^ che e in- sue radici nell' eternità. Se guardiamo al pensiero chiuso in se stesso o produttore solo di princìpi elementari, come era stato concepito dallo stoicismo, esso ci appare invece morto, esausto, e troppo avviluppato, in confronto del pen- siero attualmente vivente, capace di poesia, e rivolto a rischiare di essere la verità attraversando le ombre dell' azione. La ma vita è bensì generata dalla eternità del logos, esso intanto è vita in quanto stesso e si concreta come si gemina con se fonte di immaginazione pe- renne e come sviluppo della prassi risolutrice degli eventi. Se la poesia nella sua più larga concezione è come un universale a occhi chiusi e in cui vedendo il pensiero le cose fa mondo mentalmente, questo sogno ha dei punti oscuri che risvegliano alla vita del giorno e lo il l' spingono a cercare individuo al disopra di essa la vita eterna. Quindi anche l'azione per Plotino arricchire il mondo della verità e della concorre filosofia, ad e questo è logicamente correlativo a quell'Eros o amore Le Enneadi della verità pura da cui è mossa Quindi supera egli il 81 conoscenza la pessimismo, supera concezione dei greci che consideravano stessa. la persistente la pratica co- indifferente o puramente decadente o soggetta me spetto la teoria, e notevolmente invece riaccosta si concezione cristiana della vita in cui alla me argomento la fede co- non parventi (Dante) delle cose siderata nella sua stessa forza pratica pensiero, la via per cui esso può ri- è con- sostegno del il asso- allo risalire luto (1). Tutti gli esseri, e nell' unità e nella molteplicità del logos, sono per Plotino sostanzialmente teoria che dalla sua poeticità nenza si fa azione. L' unità essere stesso, e cioè l' vi il la vóiiai?, : della vita stessa. r uno : pensiero ma conoscenza (iheorema), gena dell' una l' teoria e vita vivente, atto del pensare, la Poiché essa unifica i si fa è Qui non oggetto di vita auto- suprema verità distinti, essa è che di per sé non è teoria (né ritorcendosi in se stesso imma- e dell' altra dell' essere. che è semplice è più alterità, sua ragione, e dalla fa si pratica), contemplazione e ma pos- sesso del tutto, e così discende nella realtà dell'universo. Il principio della teoria è nell'Uno, (tò cioè EJtéxeiva). sopra In seno di dunque nel Novg puro, essa: è « trascendentale » alla unità si unificano potenzialità e attualità, trascendenza e immanenza, e si rivela Dio. Lo studio lessicale di Theoria et Praxis nelle Enneadi è stato da René Arnou (Paris, Alcan, 1921), autore anche di un libro re" (1) fatto cente su Le CARAMELLA désir de — Dieu dans La Filosofia la philosophie di Plotino. de Plotin. 6. 82 XIII. — La sostanza delV Per ritrovarla occorre cercare l' l' anima unità delle forme del- anima, non più semplicemente nella loro manifesta- zione naturale, ma nella loro sostanza, in cui è pre- V Uno medesimo sente e suo mistero. il XIII. Il mente quarto libro la sostanza dell' logiche, dei quali quinto riguarda il della psicologia razionale, memoria, teoria della intera- anima e comprende due quindi seguono dei ; riguarda saggi questo argomento e tre di questioni psico- iniziali su vista Enneadi delle trattati teoria problemi sui sensazione della immortalità della della teoria la minori e anima, dell' della sua discesa nel corpo, teoria della unicità e pluralità degli spiriti. condo periodo, Sono tutti scritti del primo e se- e in gran parte dell'inizio di entrambi. Vi compare così esposto nella sua organicità l'insieme delle dottrine della metafisica psicologica, che era stato sparsamente svolto dai assai tato sotto essi sé, il puntò di vista deli' scarsamente riconosciuto : e presen- classici, anima sostanziale, da per Platone esso, prospettava ancora nel mito, per Aristotile si incompiuto e poteva trovare un principio antichi, non nente filosofi : ma di trascendenza lo era sua soluzione solo in la ; per gli Stoici e gli Epicurei ammettevano come assoluto o perma- le scuole sincretistiche, a partire donio, vi insistevano per la sua connessione problema religioso della personalità. da Posi- con il Le Enneadi La sostanza da Plotino secondo un principio bile ed è considerata anzitutto metodo proposto da Severo, il come e cioè filosofo, anima dell' 83 di sintesi un il principio indivisi- divisibile. Indivisibile è lo spi- rito nella sua consistenza trascendente, che ha l'anima in quanto Quest'anima ci rivela cìpi indivisibili, dei quali appartengono mondo al « id quod effetti. appunto l'esistenza di prinsi potrebbe dire soltanto che ideale. Essi corrispondono al- idea di sostanza cioè di una stessa, cose eterne alle empiriche senza patirne e presiede alle l' demone volge col suo si realtà che è per se esse est ». Invece la parte divisibile dell'anima è costituita dalla sua connessione del corpo, connessione che sensibilmente leggi della natura, ma subisce le intrinsecamente ci registra che anche e presenta una sostanza divisibile, e cioè vise in gradi, anime Epicuro in atomi. prova appunto che doci egli sempre iuverte alla il razionale, distinte dalla rattere divisibile è quella delle che Platone aveva addirittura attività psicologiche, Ma per Plotino altrettanto 1' sua anima radice Aristotele è sostanziale, questo anzi di- in ca- esso una sostanza, riportanindivisibile. In sostanza concetto platonico, e con tale posizione metodica, così e appunto diversa da quella di Platone, il nostro filosofo intendeva assorbire e ridurre in forma spiritualistica anche gli elementi psicologici della dottrina materialistica o epicurea. Questa si fondava fino a Protagora e Democrito sopra la interpretazioue dei fenomeni psicologici diante elementi di tipo atomico che si me- chiamano 84 « XIII. onkoi che L'idea ». La sostanza delV si anima metodo questo di psichici fatti i — come parole e quindi fossero spiegabili le composizione di era psicologico come scomponessero in lettere la continua un' alfabeto. Questa stessa idea della quanto divisibilità dei fatti psichici in pare sensibili, dunque anche a Plotino accettabile. Soltanto che essa non si può riferire a elementi corporei perchè questi producono fenomeni di carattere fisiologico non psichico. Dato il suo punto di vista 1' anima divisibile ; presenta in forma che in si ritrova quell' Quindi la enigma : anima indivisibile sostanza che essa, tutti dell' anima i elementi suoi che le essendo una e indivisibile, plica negli elementi della sua sopra. sta questo presenta ci forma si molti- si pure divisibile restando sempre uguale a se stessa. Ciò significa che divisibilità delle funzioni la ma rattere aritmetico, è di carattere propriamente quantitativa, una molteplicazione psichiche di ma armonico varietà qualitative 1' zione di essa unità psichica stata Ili, V anima regge nave. Ma tale il 4) sotto la corpo era unità. forma del come il : è di cioè ca- non rappresenta o designa terizza la sostanza senza violarne anche Enn. non che La carat- valuta- proposta (cfr. paragone che nocchiero dirige la simbolo egizio della nostra navigazione mare tempestoso del tempo e della materia è secondo Plotino semplicemente demonico. Nella sua sostanza 1' anima è da paragonare piuttosto con la luce sul : è un' unità che si luminosa e raggiante del mondo spirituale, riflette nell' organismo e così si forma la ra- gione immanente e la coscienza sensibile, e vi riceve Le Enneadi suggello e il 85 mondo che resoconto dell' anima del il lo ha creato e che la invita a ritornare a sé. Questa visione comprende r universo stra anima come il stesso fisici, e anche infatti il 1' per psichica vita una unità fisico : della Plotino Cè anima del móndo. come indivisibile nel- nella no- macrocosmo ha una sua sostanza unica microcosmo, e analogamente a questo e nello tempo il mondo è divisibile in regioni e corpi che rappresentano l'esplicazione della sua anima ne ripercuotono e riproducono catrice. Accanto l'ispirazione unica alla sua realtà ci unifi- compaiono le ipostasi o sussistenze reali in cui la sostanza sì divide e si moltiplica. mondo del E la connessione spirituale, non molteplicità si sua la spiega se due tra questi universalità aspetti sua la e non ricorrendo a principio sintetico delle idee nei riguardi delle il quale è appunto 1' un cose, anima del mondo. Platone nel Timeo aveva proposto di considerare psiche cosmica la come un' armonia, o psichica fondamentale, che regola cosmici e tutti esseri gli : il « sigma - fisica elementi e su questi regna mediante tutti individuabile nelle chi », la sfericità mobile incrociata nell' avvolgersi su se stessa per l' gica che la costituisce è definita così da Platone ma in il unite in della realtà sono modo da un movimento nostro, r errore trasformarsi 1' 1' nel sempre duplici, una nell' altra e solo. Ciò per altro produce, di credere che e unione La legge cosmolo- poliversa della causa e del tempo. senso che le forme e gli una forma generale o sostanziale sfere celesti legge secondo anima del mondo 86 sia XIII. tale — La anima sostanza dell' da assorbire o integrare anime individuali, le come sue parli (teoria stoica). Occorre intendere che V anima del mondo è coessenziale così al mondo stesso come alle anime singole, e quindi non è ambiente o meccanismo, bensì principio della sostanza, o forma eminente di essa, e della sua eternità. Questa idea dell'anima del mondo molto è quindi più ricca nella concezione di Plotino. Egli considera un tale principio cosmico come inerente alla costitu- zione dell' universo e svolgentesi col suo svolgimento queir essenza che sotto il nome la tradizione di natura, cioè di tore e produttore della vita un principio cioè ci dispiega si in tutte le sue possibilità e varietà attraverso varietà regola- Questo principio fisica. secondo Plotino ha una evoluzione, e tuttavia in tutte le sue : cercò e mitologizzò il mondo ripresenta una realtà indivisibile e divina. Esso si non diverso dal quale per Plotino non è un sistema riconosce a questo punto psicoideismo, generale della il filosofìa, ma la giusta interpretazione della presenza del divino nella natura e nell' Questo suo modo di vedere è stato quindi anima. chiamato dagli storici della filosofia pampsichismo, e la sua storia dura fino alla monadologia del Leibniz. poggia, nel corso della trattazione Egli psicologica, vi aptutta una sua propria teoria della preghiera, come relazione autonoma tra le anime individuali e il divino, per il tramite dì tale grande anima. Le Enneadi 87 XIV. Tra r anima del esiste mondo dunque una analogìa, e la l' anima individuale quale Plotino riassume nel carattere dinamico della vita psichica. Essa senta sia nel macrocosmo sviluppa in atto nella si oggettiva esperienza, e a sua volta trarne la propria potenza Ma il Non del logos, si lutto, i pre- microcosmo come e sia nel un principio potenziale che si attua in per sé valori potenziali del logos. direbbe, è in non atto in potenza. perchè noi abbiamo visto che nel pas- sare dalla teorìa alla pratica esso presenta dei residui, dei valori impliciti, ma non puro, e l'anima è appunto costituita di questi valori permanenti o recupero in forma attuale chica è : movimento realizzati dal dallo o altrimenti svolgersi dal e resistenti la vita processo della spiritualizzazione il loro psi- dell' inco- gnito e dell' inconscio, e della proiezione e reiezione delle inerti immagini esso di nella materia. Quindi essa è incorporea e apatica di un' ombra spirituali ; di per se nell' se vi si aflfaccia era detto, profila si risolve una passione Ma si anima figura corporea, essa la sciogliendola in pensiero. si Se stessa. natura e nella come in atti essa la vince in pari tempi 1' anima aggira con questo suo processo nel corpo e tra le dunque appartengono alla vita fisica: collegano con l' anima perchè o provocate da passioni. Queste ma si questa o da questa risolte. Dolore e piacere, classico — XIV. 88 La vita dell* anima problema della psicologia greca, risultano quindi per Plotino affezioni dell' organismo che contengono o rifiutano l' un segno organismo diare punto organi che e' è ; ma 1' stu- della di vista pizzazione, cioè della compresenza indivisibile, incidenza impassibile negli psichici al- anima. In genere noi possiamo dall' sensi solo da questo i trasmesso e tipo caratteristico sensoriali ti- della di atti questi sono da essi indipendenti. Si vede anima nei sensi, è rispetto a loro pura ma non essa sensazione, è senso: essa della atto sensa- zione, principium sentiendì. Ciò Plotino esemplifica singolarmente nel tato di questa si IV Enneade, connette con le sull' ottica ricerche che avevano trovato nei trattati di Erone. Secondo era da spiegarsi con alessandrina fisica sistemazione celebre gli un processo trat- Questo saggio sulla vista. della V alessandrini la vista lumi- di riflessione nosa del tutto inverso, a quello che consideriamo noi, cioè positivo nando gli i ove esso è negativo, raggi visivi come e diretti quindi esami^ occhio dall' verso oggetti e da questi riflessi all' occhio attraverso mezzo rinfrangente, come 1' acqua, dà questa forza di irradiazione senza in esso di un lume dell' l' all' aria, definizione generale della sensibilità, essa porre nella forma che le diventa cosciente di se la salire a si sensazioni intese un principio stesso vetro. Chi pre- anima. Se da queste considerazioni vogliamo psichici sono attualità di il occhio è un e della una può pro- come atti potenziale, che passività dei corpi e della materia che gli sta di fronte o accanto. Le Enneadi non Esse quindi tazioni si 89 devono concepire come rappresen- frammentarie o pulviscolari, ma come e gli anelli della coscienza attraverso quali essa con- i templa con serena indipendenza il movimento noso del mondo fisico e le sue proprietà. Le sensazioni sono attuali corpi i anche nel turbi- senso che ragione dalla vengono tesaurizzate ed elevate verso memoria. Questa, secondo Plotino, non è un la meno di ripercussione o riproduzione, feno- non rappre- senta semplicemente la conservazione segreta dei nostri e passati pensieri e dati sensibili; è invece sincrona concomitante all' atto stesso della sensazione, che lo operosa coscienzialità o coscienziosità pagna e ne raccoglie la rigenera come il frutto, fantasia. potenza in atto continuo, il tipo, come accom- l'immagine, e Non solo la sensibilità è ma tale anche la memoria come energia concomitante. Dalla memoria come chio interiore delle cose si sollevano e si oc- dispiegano le immagini come forme non più dinamiche, ma statiche di fronte all'intelletto e reclinanti nelle loro ipostasi. Tra la memoria e il pensiero Plotino non sente più il bisogno di inserire gradi intermedi. Egli ritiene che il senso e la la concretezza delle forme teoriche dello spirito che si levano sopra che memoria siano le fiancheggia. di esse, e a Quindi della conoscenza sono l' librano, e cose come gli sostenere a interpretare 1' azione oggetto principale della teoria le riflessione speculativa, in si sufficienti comunicano forme della teoria cui per un pura o atto indivisibile tra loro, così gli idoli delle idoli delle idee. — XIV. 90 Qui ritorna La a esser che r anima con anima vita delV preso in esame paragone il discenda tale sua essenza indivisibile nel corpo e stia in questo come un nocchiero sua nave gli similitudine che : stituito in primo piano nella accademici avevano so- a quella dell'anima prigioniera una caverna, preferita da Platone. Essa 1' anima ha bisogno di una nave per correre nel mare della in per continuare vita, sica ma ; rige, è essa ha il la sua discesa verso la realtà comando da questa nave, indipendente in essa; la nostra per non ne può individualità che fatto il uscire debba Perchè l'anima senza la- essere di- scesa verso la vita fìsica e debba sottostare questo a compito di dirigere una navicella corporea, è da gare secondo Plotino chè queste non per appartengono scendenza 1' origine del dall' infinito. punto pensa che non sia di è toccata, mondo Ora sua di- genere a questo in egli condizione della stesso, per conducono ci anima nel corpo dell' per sé una pena, bensì una missione che una funzione che realtà, sia essa dal la mondo ma fisico, princìpi logici che dalla sorte dell'anima a indagare spie- via delle passioni, per- mondo al di- la corpo rappresenta un il limite alla coscienza semplicemente sciare questa vita. fi- ha nel essa penosa o gioconda. Noi delle idee negli organismi discende dai suoi progenitori venti nello spazio, ; ma non possono ciclo della discendiamo come una essi le stirpe organismi, vi- anima in serrare l' un ambiente o sede, né localizzarla essi sono conall' anima come all' origine dei loro movimenti, ed essa vi opera come sul punto dì appoggio dì una : giunti Le Enneadi 91 leva, cioè vi inerisce per gli strumenti della sua azio- ne. Questo discendere cadenza : non una è necessariamente de- oltre alla navigazione della vita si apre per r anima una sorte immortale. Plotino, con metodica discussione degli argomenti dimostra classici, sull' l' immortalità dell' anima fondaiadosi opposizione tra il carattere composito e indivisibile invece anima nismo fisico che presenta già nel Fedone platonico, si dell' nell' orga- prova : ma ancora miticamente. Ciò che è indivisibile e impassibile non può morire ciò che riceve la sua luce dalla eternità non si può spegnere. La vera prova dell' immortalità : è nel carattere conico e metalogico naturalmente in questa sono compresi né al corpo. L' i immortalità sensi anima che della psiche. è né gli atti immortale è sante, che raccoglie dalla vita anima non dell' che si 1' riferiscono anima pronta a ritornare alla sua origine attraverso mondo per offrire ancora a se stessa nel soltanto un tesoro di idee. Tuttavia quest' mortale, a cui Plotino riconosce puri pen- appare ideali e frutti Ma l' ascesi delle idee anima im- poteri della non è così strettamente o rigidamente nale come la ragione platonica o l' intelletto razio- i ragione, aristotelico. Se fosse così ridotta anima essa ci porterebbe a un principio panteistico, perché dell' 1' attivo essenza immortale unificare le anime in tutte uguali, o a ne- gare la loro singola immortalità a benefìcio di quella ragione trascendente, Afrodisia. le A come nel questo si riferisce anime siano una », che caso di Alessandro di il chiude trattato la « se tutte IV Enneade. XIV. 92 — La vita delV anima Tanto una risposta positiva che una negativa sarebbe da un lato insufficiente secondo Plotino, perchè vediamo che le anime consentono modo da loro in simpatizzano tra e continuamente allacciare e unire loro individualità in una coscienza collettiva non questa coscienza collettiva mondo nel delle idee. Tra si noi ; unificano da non se mondo quel essa e ma le le anime sono ancora molteplici. Il problema della loro collettività si riporta dunque a quello più generale uno dell' fisica e dei molti, col quale entriamo nella meta- TÒ Ev è infatti : origine, ci jtoXXoi identità della l' sono le anime con vita che la sua moltipli- la cano. XV. La metafisica ancora oggi l' uno la di costituì e rappresenta più alta soluzione del e dei molti che filosofia Plotino si del- fosse maturata attraverso la greca. L' esigenza delia unità che attraverso la psicologia plotiniana era genza che era comparsa nei pensatori tire problema si presenta stessa la esi- antichi a par- da Talete stesso come ricerca del primo principio mondo. Questa unità assoluta era stata considerata come indispensabile a integrare e a comprendere la molteplicità delle cose e la varietà della vita come unità che era a un tempo stesso indel pensiero e del ; tegrazione e comprensione del reale. Quindi presenta logicamente nelle seguenti forme : essa 1.) si unità Le Enneadi fisica e princìpio unico del divenire naturale (tale nei filosofi ionici) ; unità tipica e termine di paragone 2.) forme distinto dalle 3.) 93 : essere eleatico e Anassagoreo 1' logica o legge unità Eraclito e nei pitagorici universale corrispondente unità dell' oggetto socratica, platonica stica, l' intelletto e di Dio nella in del soggetto e nella aristotelica filosofia unità cosmologica intesa sia in senso senso liche. Queste posizioni successive erano anche considerate come post dell' idea tali del6.) ; spirituale e in nelle dottrine delle scuole fisico a filosofia sofi- unità trascendente 5.) ; eventi unità 4.) ; ; degli che si - aristote- dell' unità integravano vicenda e rappresentavano con significato dialettico diversi valori del principio unitario rispetto alle di- verse prospettive della realtà. Ma la relazione fra questa unità assoluta e la molteplicità delle forme e dell' esperienza era enigmatica : come non si era potuto chiarire in dall' unità si ritornasse all' generassero i modo sufficiente molti o dai molti si unità. Il principio della generazione na- turale, per svolgimento successivo, era di per sé stesso problematico. Tuttavia storia la del pensiero greco presentava già due notevoli tentativi di soluzione : la soluzione dialettica proposta da Platone e la soluzione fisica proposta dagli stoici. Platone considerando la molteplicità delle idee come ordinata gerarchicamente sotto il primato del bene si propose nel « Parmenide » e nel « Sofista » di ricercare se la derivare da molteplicità stessa delle idee una idea unica e dall' idea dell' debba uno in XV. 94 Questa ricerca sè. oltre essa — V Uno e i molti non potè per egli una relazione formale, quella che posta una idea si collega per correlazione con altra idea conse- guente neir ordine scientifico e quindi sviluppo logico del siderare gica condurre altro il mondo il può delle idee processo di con- farci dualismo della realtà come una coppia (df-icpoTv). Ma modo in questo se 1' unità lo- spiega si a diventare duale, la molteplicità nel suo insieme mane ancora traboccante, propria, dall' assoluto : rispetto all' unità vera tanto è vero che Platone ri- e nel Timeo propone nuovamente di intendere il mondo come generato da due princìpi del tutto diversi, dei quali il locum o spazio puro è esso la radice della molteplicità. Questo il mondo spazio puro trascinava per e anche le idee altro un verso imitate in esso significato materialistico. Lo stoicismo allora con evidente sforzo del punto di vista scientifico cercò piuttosto cipio diffusivo, rativo : i-agione esso, il jtveìjpia come è la immanente, o lo^ 1' unità in rationes seminales prin- spermatico, cioè gene- stessa universale sostanza e così genera la molteplicità suddi- videndosi interiormente in princìpi dello « un » (Àóyoi G7teQ\iaxi'x.oi) e realizzandosi costituiscono la stesso tipo, che aprendosi molteplicità. Il caso mitico di Athena balzante dal capo di Zeus è considerato dallo stoicismo come la legge generazione della molteplicità. li in questo modo si uno concepisce i molti genera per concezione. Ora come si spieghi la viene a dire in sostanza che e Ma universale della concezione stessa, cioè il 1' moltiplicarsi della ragione Le Enneadi dentro di altra parte l' praticamente è considerando queste posizioni siche dell' idea d' unità esse non questo dagli stoici discusso. neppure D' sé, 95 clas- vede sopratutto mancare in si proprio idea d' unità creativa, che quella era cercata dalla storia religiosa dell' umanità. L' assoluto della filosofia classica o è appesantito e affondato gra- vemente nel mondo o si taglia fuori un suo modello inconseguente. Ecco appunto blema di Plotino se fosse possibile concepire come unità dell' assoluto né materialistico, il : ma in capace di spiegare la uno idea di all' lavoro fatto dai Il porre prima di tutto idee : « cosmos noetòs filosofi aforismi che (xócr^og trovano in calce si suoi ligibile, come l' mondo sotto le leggi fisiche ed per e forma modo di vorjTÓg). alla in vedere, a mondo delle Nella serie di Enneade terza mondo intel- : naturale legato dal fato essa appunto deve essere comprenderlo. La sua visione del mondo modifica dunque la dottrina platonica. Platone mondo superiore, pirica genesi in ideale connesso e coerente in sé, sia parallela a quella del svolta per idea predecessori vedere come questa idea di un egli fa ideale cosmica unità organica del » l' spirito assoluto e creatore. in questo senso conduceva, a suo 1' pro- il modo non antropomorfico valore della molteplicità ideale conveniente come esso di delle idee ma la non intende una forma cosmica condizione e caratteristica meta-em- e ultra-mondana delle idee e la loro coordina- zione al divino. L' iperuranio di Platone più esattamente chiamare il si dovrebbe paradiso delle idee, dato che — V Uno XV. 96 molti i non sua organicità vera è molto vaga e la scia e stringere che da alcuni rapporti mentali come quelli che abbiamo Plotino si tratta un mondo di sono le idee come rappresentano una pirico, anima non trova occhi dalla mente assoluta nel senso che il difetto. dramma emdramma meta-empi- oltre solo ma una rico (che è lo stesso), Questa elementi cui compiuta e senza totalità gli tabile. i Invece per princìpi archetipi delle cose e che Alzando l' in sé, fonda- logici descritlfe. si la- il realtà che è veramente non è modificabile né confunon del mondo fisico ma è la volta delle esperienze spirituali : battiamo noi capo nel cosmo ideale, costituito dalla sempre il compresenza e connessione logica degli intelligibili, cioè dei princìpi ideali e assoluti considerati nella loro sibilità stoici e relazione analitica ; Pantheon al comprenlogoi dei che appartiene troppo evidentemente all'ordine materiale e naturale si sovrappone dunque come sua come vero logó, il mondo delle idee. Questo non ha un significato prima morale e poi intellettuale come era stato preferito nella storia del Platonismo verità, ; esso ha il mondo pensato ma sivamente sistema significato intellettuale il : della verità noi posizione senza risolvere non meno grave come come oggetto, e non possiamo accertarne la in pari tempo il problema del Platonismo, getto di tale oggetto. puro, é cioè esclu- Abbiamo il visto problema del sog- come per Lon- r opinione platonica più probabile fosse quella mente e così da per una mente qualsiasi come dalla mente di Dio gino di considerare separate le idee dalla : Le Enneadi 97 Plotino essa fosse inaccettabile in confronto di quella, di intonazione aristotelica, che contempla le idee proprie della mente e pensati sono, per mente divina e la Ora, stessa. princìpi i puro Platone, in il come pensabili se stessi la : umana li contemplano, li ricordano, ma non inferiscono alla mente possiedono, e li loro essenza. Questa è regno il dell' evidenza della verità identicamente cristallina su cui insiste Platone, e quindi vive solo come idea vivente anche per sé le idee : in per Plotino essa è ; sono leggi della e se la loro trascendenza le presenta a noi un mondo idee di superiore a questa, un pensiero, oggetto di noetòs è la verità pensata unico, dal noùs. Questo il un soggetto dall' intelletto tema dei saggi in reali sono esse vita per il ; altro cosmos assoluto dell' e Enneade quinta. XVI. Non è pensabile e concepibile lettuale senza ma un questa loro Plotino a al di come pensato supremo che la sintesi. I li e del unisce, intel- attività intelligente; distinzione e dualità un momento superiore sopra del principio intelletto un mondo ; e risale cioè pensante li secondo esige ci sia che un genera e giustifica non possono essere tre. Se noi cerchiamo il fondamento realtà, tanto delle più sublimi come delle vi compare un momento trinitario, di cui princìpi intellettuali due senza essere di qualsiasi più vicine, CARAMELLA : — la Filosofia di Plotino. 7. XVI. 98 due termini — V Unità oppongono si soggetto e l'oggetto; Questo è la la uno altro all' come il terzo invece-' è trascendentale. principio primo da cui ha origine la realtà, il teoria pura, filosofia il l' assoluta il processo dell'essere e anche quindi esso è : questo uno la l' uno. Ma concezione nella neoplatonica filosofìa ramente dai propri predecessori, come di allontana inte- si quanto risulta in pone e toglie il problema della definizione dell'ureo. Si pone il problema della definizione dell' uno in quanto esso è un aureola luminosa che sovrasta alla dialettica della conoscenza e rappresenta una assoluta si realtà a cui si appoggiano le qualche in categorie modo relative della realtà nota. Egli è padre mondo spirituale come del mondo sensibile, e lo avverte presente porti la sua trascendenza. Egli è non comdefinibile come so- perchè concezione di la questo uno corrisponde alla determinazione elementi essenziali che sono comuni alla come chiamato da Plotino cioè è l' immanente l'animo anche più vicino che stanza^ essere puro, unità, così dell' oggetto e re del quei prospettiva del soggetto. Quindi esso venne tò ejtexeiva, - di il trascendentale. Esso trascendente, che si rivela di là dai principi opposti, e tuttavia e soprattutto è per la sintesi dell' intelligibile e dell' intelletto. la definizione dell' uno, tempo negativa: ma essa risulta identificato nella stessa templato nella sua trascendenza 1' uno Così si nello forma, pone stesso con- è indefinibile : perchè qualunque attributo o proprietà noi poniamo di esso appartiene già all' ordine del tuale, cioè a una sfera inferiore. mondo Tutto ciò intellet- che noi Le Enneadi 99 potessimo raccoglierne sarebbe sempre rivolto ad ab- bassarlo e a ridurlo rispetto alla sua assolutezza. Per sciolto (absolutum) restare assoluto, cioè relazione, esso deve restare indefinibile. da qualsiasi Quindi egli è uno e non è neppure uno vale a dire che la sua unità è qualitativa, non quantitativa; egli è il gene1' : ma come un ratore della vita, lontà pura di cui lo Esso è superiore deve spirito proposizioni (intendendo letteralmente le nei primi quattro trattati dell' solutamente oltre all' non essere e al bene al andare in opposizione, qualsiasi a padre sconosciuto, vocerca. quindi e Plotino di Enneade quinta) è as- e al male, al vero e al falso, essere, alla finalità e al caso, per- chè esso è la verità pura, quella che comprende tutto e non riconosce interamente relative verità umane perchè Si è variamente definito questo concetto Ora esso Plotiniano. è stato è stato presentato presentato come prevale negli studiosi Ora par- dell' come agnostico, e questa per francesi il uno pantei- e questa opinione prevale presso lo Zeller stico, essi ciascuna di esse è laterale insuflSciente. ziale, scal, valida nessuna di queste ora : opinione confronto che fanno del pensiero di Plotino con quello di Padel Fénélon e di altri agnostici della loro storia. il pensiero di Plotino contiene anche la visione del Pantheon, cioè di un mondo nenza e azione del divino dinamico, come conseguente e è stato successivo già la relatività del ; ma definito dalla questo sistema cosmo- considerato all' imma- dal Covotti, assoluto, cioè mondo. Quindi si è riguarda potrebbe dire 100 che — V Unità XVI. pone egli anche i l' assoluta assoluto in forma valori positivi del panteismo, insufficienti a definire 1' modo ritiene che 1' Enneade), trattato (2° razionali e : il atteggia- quanto sia in vero dell' intelletto questa teoria dell' assoluto. Ciò lastica 1' si assoluto sia al disopra delle facoltà pu- rimane però da chiarire che cosa modi non troviamo altrove contro le quali le teorie gnostiche, un suo apposito Ma quali sarebbero Plotino è agnostico sia in quanto egli rifiuta di ramente i sostituire assoluto stesso perchè alzano sopra la natura. Allo stesso mento da tale primo proprio. significhi in sé, può si e fare due in è quello seguito dalla tradizione sco- e consacrato da Marsilio Ficino nella sua tra- duzione ed esegesi Unum verum bonum solo misticamente che ; perchè verità e bontà divina che sono inferiori alla Enneadi, delle sua egli : possono dare assolutezza, unità, della definizioni le Dio è può essere conosciuto egli si che che all'intelletto egli per lo stesso mistero di questa sua pura trascendenza si trova immanente a tutta la realtà come sua filiazione seconda via è quella che invece viene interpreti -romantici di Plotino sia ; la seguita dagli loro opere nelle di storia della filosofia, sia in apposite trattazioni tra cui rimane ancora sue 1' lezioni uno di classica quella Monaco). Giusta questa di Plotino è propriamente spare oltre la sostanza e esso si Schelling della come 1' seconda dini molteplici delle radice di essa. Quindi alle idee e ipostasi via essenza, quale tra- rivela sia ai limiti inferiori della contrapporsi del pensiero (nelle o sia elementi ragione nel fra gli or- sussistenti Le Enneadi della realtà : 101 come un margiue o è spiraglio sottile che ragione trova al limite delle cose e delle idee, la che rivolto in se stesso è infinito, è l' indefinito. entrare in tale infinità, e passare attraverso lo spira- Plotino indica ripetutamente a questo proposito glio, un metodo mistico rimasto celebre conoscenza la ma Per dell' assoluto è per 1' forma nella sua anima « ; un' estasi e semplificazione e stasi », cioè essa deve uscire dalle condizioni della esperienza e sollevarsi fuori dei dati del conoscere, tale essendo l' il significato letterale del- Essa deve essere sempli- estasi (« sollevarsi fuori »). ficazione della mente, da ridursi a quella penetrante, ma unitaria e lineare comprensione che oltre le stero, può passare opposizioni della dialettica. Penetrare nel mi- saltando attraverso opposti, e ciò gli marsi nella contemplazione : dell' assoluto assolutamente è altrettanto perchè il per fer- processo proprio diverso dal movimento consueto delle facoltà intellettuali. Le due interpretazioni sono ugualmente fondate nei testi di Plotino, ma entrambe mancano in qualche misura di un comune punto di equilibrio che possa permettere di unificarle. 1' È certo altrettanto vero che una altissima conce- assoluto plotiniano rappresenta zione di Dio, quanto è vero che esso tradizione di un il un Dio ignoto caro ai si collega greci. (In con Atene apposito altare era dedicato al Dio ignoto; e anche Dio di Socrate sotto pari è chiaro che pura, essa per si un certo aspetto è ignoto). Del definendo 1' Uno come rivela identica col divino e r intelletto ; il mistero di tutta la 1' essenza indefinibile vita potrebbe XVI. 102 — V Unità essere appunto questo, che assoluta Dio è 1' Per essenza. tenderlo, occorre riconoscere che nella visione niana della vita vita stessa : 1' non non si quindi esso ma è nella vita assoluto in- ploti- è la cerca più correlativa- mente allo spazio, come l' iperuranio di Platone, al movimento, come il motore immobile di Aristotile, ma alla risoluzione del tempo nell' eternità e così : si trova insieme con noi r Uno è infinito non determinato, suprema e sopra in quanto è il di noi. mistero O ancora « aoristico y>, del finito e del determinato, la legge dì ciò che sì definisce nella realtà. XVII. 11 significato autentico dell'unità assoluta Plotino è che essa corrisponde al della realtà e quindi anche dell' uno, l' essere intesi mento è l' come essenza, del — ma dell' essere può fonda- stesso, che al della non nominalmente, perchè ogni parola mita e riduce rispetto uno vero, del- princìpi del reale, e che sostanza in sé. Quindi esso è principio definire secondo fondamento lo si li- suo valore proprio. Logica- mente noi possiamo indicarne la posizione dialettica, cioè il punto logico che occupa rispetto ai termini e concetti definiti, ma di essa non si può sapere altro se non che è superiore a ogni definizione. Anche il carattere di infinito è già una relazione siamo soltanto designarlo come Certo quindi che questo 1' al finito. Pos- assoluto. assoluto plotiniano è Le Enneadi Dio, ma non si può ridurlo soltanto neralmente intesa, perchè r 1' valore che la gedefi- dell'essere, mondo essere per Plotino fa già parte del Quindi occorre intendere essenza all' essenza secondo l'eterno aristotelica è nizione 103 l'assoluto e delle idee. è l'essenza superlativa, cioè trascendentale, degli esseri, e che tra esso e 1' essenza logica passa una a quella che passa tra premo. Resta da intendere assoluto 1' stione è se si analoga differenza sommo hene il e bene il che per Plotino su- que- la come bene possa definire buono, perchè da un lato esso è superiore alla e dia- bene e del male e rappresenta un principio ultramorale (come fu tentato ai nostri tempi di lettica del sviluppare dal Nietzsche) può ; ma rifiutare rispetto alla vita altrettanto quanto essenziale, mette in rilievo che il d'altra parte morale nella mondo come intimo bene posizione logica. Plotino un si traduce nella tri- noetico, dell' intelletto e dell' assoluto a tutti e tre i termini : quindi vero il è dato dall' insieme dei tre valori supremi, cioè dalla sintesi di Dio, riflette l' una gli si bene assoluto è piuttosto concetto di equilibrio ideale che nità del non del pensiero e delle idee, e pertanto in queste ultime sotto la forma idea del Bene come modo quando si definizione della sintesi. dice che Dio è buono sua bontà in senso oggettivo, perchè essa sarebbe un si si del- In ogni intende la soggettivamente attributo troppo ristretto per la di- vinità. Da dunque questo intendimento 1' dell' assoluto si origine e la natura della realtà. Egli spiega si de- — Vassoluto 104 XVII. finisce solo sdoppiandosi nel pensiero e nel in un occhio tocoscienza non è il duplice e ma tore delle Enneadi ; 1' idee delle si Ma si noi osserviamo educa- che questo e venne ema- della filosofia processo di storici i miti litur- mondo spiegava la creazione del Vale a dire che esso era stillare del sacrificio. nel sincretismo religioso ellenistico lo respinge, modo platonici in ispecie) i — il dallo uso tra quelle scuole della filosofia classica (o tra non tra noi di all' esplicito, di concepire la creazione più in nostro dall'au- come nazione, o emanantismo, per analogia con in cui piuttosto doveva appunto escludere procèsso è invece dall' implicito chiamato dagli suggerita formalmente emanazione nel senso zione o evoluzione. il sé di interpretare successivi storici, i Covotti, chiarirono che dalla sua dottrina e con opposto modo Zeli er la escluse dal suo sistema di Plotino, ritenendola gici, porta ad io mondo il dalla tradizione stoica e respinta il dell' au- pensiero. Lo il pensato, un specchio Dio, di stesso e a creare quindi da sé il pensiero sorgere dell' autocoscienza una interiorizzazione estrinsecarsi, a diventare e il autocosciente e in o altrimenti : e ma — e orientale per lo scosta, : defi- nire meglio la verità. Più esatto per Plotino sarebbe parlare di derivazione : dall' assolutezza bocca eternamente l'intelligenza, sua qualità 1' onda ìntima e inesauribile pura. Ciò significa che nell' assoluto del pensiero e della in cui esso si relazione distingue : di dell' Uno riproducendo della vi è 1' tra- nella verità esigenza soggetto e oggetto l'Uno propone a sé stesso il Le Enneadi « due e la sintesi. Egli (Dio) dal suo mistero uni- », si tario 105 rivela contempla I' dunque altra due in diviso e l' una parte questa potrebbe essere la sentenza ; del fiat Plotiniano ; il quale così viene a paragonare la creazione col processo della luce che scaturendo istantaneamente diffonde si forme e di colori. perchè già e' era, una in (Non che Dio abbia creato ma che abbia di molteplicità dato la luce, la legge della mondo). Ciò che evidentemente era conforme scientifica, che cioè i processi propri dei verità una a fenomeni luminosi sono basilari e tipici rispetto ai' fenomeni della natura. lucCv al Ne sono viene di conseguenza indissolubili mondo l' uno confermato che dall' altro mente, e nel logo stesso che li pensiero e il sono delle idee, quanto essi separati dall' atto di riconoscimento del pensiero. Plotino risolve blema qualunque particolare oggetto mondo : ma e quindi delle idee che specie, nel senso sono di qualunque specie, se il pro- il di Antistene, se vi siano idee di ciascuno getto, e di possa universali essere le og- idee non e non ha luogo il mondo Il ha carattere oggettivo e dipende il logica- congiuuge (perchè logo è sintesi del soggetto e dell' oggetto). delle idee tanto il di dubbio minorato dalle idee di cose spregevoli o da individui ejQ&meri. Quindi il mondo delle idee è bello riflette la risponde a verità in per Plotino, in quanto forma armonica e un insieme tersa. Esso cor- totale e integrale di valori puri direttamente prossimi alla fonte nel rivelarsi costituisce infatti della verità. un mondo Questa ideale e di — XVII. 106 ideali, L'assoluto e quale può essere pensiero più oggetto del 1' una ammirazione siero e di il differenza lascia percepire la netta ci delle idee e il mondo filosofica, tra V sensibile, tra Questa differenza rimase la natura. misura meravigliosa, termine di quella definizione estetica e pen- alto che mondo il intelligibile poi e e nella fissata terminologia filosofica fino a Kant, che, nella sua pro- 1770 lusione del forma de mundi : et principiis, vi sensibilis et intelligibilis sostituì quella analoga mondo noumenico carattere gnoseologico tra e ma di mondo fenomenico. Del pensiero puro non non indicazioni perchè esso si possono dare ma è oggettivo altrettali soggettivo. La determinazione più viva e più urgente Plotino è che egli è Novg del noetòs, cioè il Dio di Aristotile lità (quasi il ; incluso delle idee : nella è che ritrova si esso mai contemplazione dunque non anche immanente. nel!' atto Ma la il mondo rappresenta in atto tutte probabili concetti. Dal mondo di le considerazione ma e pensandolo più simile da allontana se stesso, purezza è determinata è determinato nella sua funzione, si pensabi- trascendente purezza di carattere e per semplicità idee con e soltanto sua la pensa rende ideale, quindi è delle come dominio della primo genitura), che ap- punto per questo non ma vóriaig principio della pura il da data Dio di lo vero Dio per valore. Ma mentre nel mondo per possibili mondo al rispecchiarlo verità, e tutti i delle idee si genera il sensibile e delle cose per lo stesso processo derivazione, che continua, luminosamente, fìsso a Le Enneadi 107 disperdere le sue ultime frange nell'inerzia tenebrosa della materia. Esso genera le anime spirito, le ; e dall' forme del pensiero, dello anima del mondo anime singole la materialità del incontra novamente con la notte dell' dalle siderarne il ; che sentire, essere ombre, è sempre presente, si per de- mondo giorno perenne. L' Uno, su questo di luce e di immanente la natura, ma non è è piuttosto coessenziale, coeterno, coevo. XVIII. Il (e pensiero di Plotino sì punto svolge a questo specialmente nelle parti 6-9 del libro quinto) torno al problema nenza : perchè il della concetto trascendenza e stesso dell' dell' essenza in- immadivina (epécheina) corrisponde anche identicamente a quello di trascendentalità, cioè di primo che supera ogni un principio assolutamente limite della ragione e sosti- con una forma superrazionale, il trascenDio razionale di Aristotile; le cui funzioni tuisce quindi, dente, il sono per Plotino, come abbiamo dell' intelligenza. L' assoluto visto, proprie invece come trascendente non neppure pensiero, perchè è privo del pensiero è stesso. non intelligenza né pensabilità deve concepire come indifferente, come venne Tuttavia questa sua non si interpretata nel proprio sistema dallo Schelling, ossia nel senso che da esso possono nascere tivo teria. come il negativo e tanto lo spirito Esso è piuttosto sopra al tanto come il la posi- ma- pensiero nel senso che 108 si — XVIII. Trascendenza e immanenza raggiunge supponendo a vedere svanire caratterizzano, in l' identificazione di esso fino forme logiche categoriche, che le una potenza ma stanziale per consistenza, non infinita, per più come quindi parole come segno dì forma, né forma concetto di parola si perchè ; potenza e la so- Non ha intimità. 1' Io atto in esso identificano, e tuttavia la sua formalità è assoluta- mente immateriale grado che non rità in tale stessa, ma contiene le da questa pienezza belio e il saria in cui profila è la pienezza egli : si pura della ve- occorre di verità la definire se scaturisce e bene come una creatura neces- il riflette dal mistero la luce, da una intensità abissale 1' cui in si prima estensione delle idee e poi dello spazio. Il è il Bergson, che di più vicino a Plotino corso nel 1901), ritiene sare dell' assoluto sia ma, cioè la tutti 1' aeone, il anzi tenne su di lui (e questo puro che quale contemporanei filosofi i rivela si tempo puro o, anche Plotino non si Ma mondo Plotino nella sua eventi in- al pensiero e il Bergson a dell' intuizione metafisica Meglio dottrina si accosta una corrente eterna Plotino considera piuttosto della vita. come propria soluto la volontà pura, scortecciata, nel suo dell'as- candore e madre della luce, quella cioè che non par aeone ma lo sostiene la volontà nella sua luminoso tisce dice, rivela semplicemente, a nostro avviso, delle idee. rivelatrice di egli nel caso dell'assoluto per Peone, perchè questi è già subordinato al pen- nell' ani- come durata reale, nella sua differenza dagli tellettualmente misurati. non un : Le Enneadi 109 come aziouna immagine superiorità alla teoria, a cui era inferiore ne. Questa volontà pura che può darci corrisponde alla vita spontanea nel sen- dell' assoluto, timento come attività. Egli quindi non né è poesia ma emozione: ma perenne sentimento cioè ha come pronon impresso né espresso, della vita. E'' come l'onda elementare e arcana del sacrificio o delle fonti sacre pratica né passione, prio carattere intrinseco il l'assoluto ancora oggi indefinibile nello e quindi sico, della fonte sotto si contempla di intendere vuole né dappertutto ». Il I' occhio plotiniano assoluto anche come a classificare la sua dottrina volontarismo o sentimentalismo è tutto, nell' clas- papiri di Aretusa (1). i Questo modo può indurre che sacro, spirito : assoluto. L'Uno non esso é con tutto, ; cioè pensiero cerca in lui religiosamente « lo la ra- dice segreta e ultramondana di quella legge dell'azione che ha sottoposta a sé nel mondo. dove, ma non s' trova per il mistero di un'onda. L'onda reale, insegue sempre con se stessa, moltiplica in ogni legato col dove, bensì quale suo prin- cipio evanescente, fluente E onde : ma il pende da queir onda che suo si movimento é una, che s' sdoppia e puro di- inserisce in- mare come la corrente psichica nel sistema nervoso e che però non é essa del mare, ma del vento. E difatti anche 1' emanazione come principio visibile nel ; (1) L'idea del fiume eracliteo come proprio dell'assoluto era stata ripresa in esame già 4-13), e ciò iu quella da Attico il platonico (cfr. Eusebio, Praep, Ev. XV, forma psicologica, che conduce appunto a Plotino. 110 creativo del che — XVIII. Trascendenza e immanenza mondo ricollega piuttosto alla volontà si al sentimento del pensiero. Il pensiero che nasce su onda quell' squarcian- dosi in intelligente e intelletto, in forma e in conte- nuto, il non mondo Ma una è solo è per conseguenza esso delle idee di Platone o del Dio essenza, a sua locale : aristotelico. sopramondano nel senso che contrasta come volta irridiscente a tutti gli oggetti pria non volta sua pro- la ; è localizzata o essa è universalmente presente nelle magini, che dell' ultramondano come si sue im- incontrano dappertutto come immagini Uno. La sua che nasce per extra la con diJBferenza 1' assoluto è quella un stessa posizione di medesimo, un e contrapposto in se è la cessione originaria della unità distinto atto mentre che atto afferma si come principio divino della unificazione che la ricostituisce cioè ritrova continuamente radice di sé medesimo. mondo intelligibile, 1' come fonte pensiero, come assoluto, Anche il ha per Plotino : e il lo stesso carattere oggettivo e relativamente impersonale. Essi rappresen- ma come tano bensì la sintesi tra soggetto e oggetto, propria della realtà e non della mente dato che la : loro sintesi è la ragione, e logo, questa dunque con perchè essa non terpretare tivo significato realistico è ancora nell' deve si ed obbiet- ondoso dell' assoluto stesso, e d' altra parte essa in- mistero rimane ferma come un' aureola sopra 1' anima, la mente, il soggetto umano. Questo modo di intendere la ragione potrebbe essere chiamato dunque non idealismo logico, perchè questo termine si riferisce piuttosto al platonismo, te Enneadi ma 111 come fa chiamato nel Medioevo come correzione del realismo meta- realismo logico dai suoi seguaci e di Aristotile fisico e più originalmente, filosofia della : perchè corrisponde santità, al modo di intendere ragione che è proprio dei santi scrittori e profeti quel periodo Enneade logica svolge infine la obbiettiva essa stessa della quanto idee, in un presa è si come esposizione delle teoria di (1). Nella sesta plotiniana la la teoria oggettivamente processo di formazione o processione delle come appare come og- forme. Per Plotino la teoria è stata analizzata conoscenza in generale medesima di se getto idee quale si attraverso lo che le idee rapporti tonica ; e ma qui essa comprende svolgimento emanantistico sono parusiastiche. mimesi e mondo del metessi e dalla parusia delle terzo il primi due correlativi invece alla esperienza conoscenza e alla come i : nella formula pla- idee unite alla realtà, Plotino ritiene essenziale termine, e delle intellettuale Vale a dire che nei fra idee e realtà indicati della lo sviluppo mondo delinea a partire dal dialettica. La parusia si presenta l'attributo conseguente dell'ousia o sostanza eter- na, che le idee sono di per se stesse e in cui stanno in sé concluse. Quando rende consustanziale si essa esce di sé e trabocca, essa che alle cose ella emana e si mantiene logicamente e realmente come loro sostanza (1) Si confronti la e conclusione del lY libro del Mondo come volontà rappresentazione di Schopenhauer, che presenta la dottrina della sans come risoluzione del razionalismo smo puro. tità etico - speculativo nel volontari- 112 e XVIII. — Trascendenza e immanenza annunzia sempre in sé come una più viva e più si profonda realizzazione, da cui possiamo sperare non meno costantemente ritorno alla il luce originaria. Quindi, se l'assoluto è trascendente, e come esso è più pura essenza, — esse la sostanza, così Plotino pensa paragonabile al regno dei parusia logo impersonale ; ma reca concepire a l' per il quale nel Vangelo : si pensiero da cui esso di- il pende non è per Plotino né presente né chè delle idee invece della presenza di tratta del logo personale, qui un un regno cieli evangelico, usa lo stesso termine di si immanenti e con sono le idee la immanenza assente, per- stessa, lògos il ménon. A neadi questo punto dunque rovescia si come la speculazione delle En- in cavo specchio a guardare il processo teorico delle idee rispetto all'immanenza mon- dana: quindi l'autore dà alla logica un significato in- trinseco alla realtà, che fu poi imitato nella logica he- Ed geliana. egli già allora si serviva di questo metodo, come poi lo Hegel, per riunire e sistemare nelle me logica dottrine della le molte e varie tra- dei suoi contemporanei e ridurle ad un tessuto unico. Questo comincia con compito di è ulteriore due consecutivi, altri dell' as- soluta presenza universale e dell'unità e totalità l' essere. losofìa sofista Ed è, del- nel suo insieme, la maturità della del Sofista platonico non ed tre trattati dei tre generi degli enti, scettico : fi- cioè del vero saggio, del ma veramente filosofo, che si fa interprete del pensiero stesso. Ora secondo Platone (cfr. la Eun. V, 1, 4), i prin- Le Enneadi 113 supremi delle idee erano cinque cìpi il bene), E la il movimento, loro verità dimostra per la stasi, dimostra per si l'èssere (l'uno, identità, l' loro la la impossibilità di : l' alterità. necessità, escluderli si ogni per e qualsiasi idea. Aristotile procede a dedurli e dimo- dalla realtà stessa strarli come lui la sostanza definiscono quindi per essi : (che è materia, la potenza, l'atto. 1' essenza), la Ma la sostanza forma, come la prin- cipio primo, eh' è essa stessa l'essere, riassorbe in sé tributi : come sue quattro princìpi altri gli si può eccepirne soltanto indefinitezza o impredicabilità. definizione altra di E esplicazioni o at- materia nella sua la così avviene per ogni princìpi, per esempio Quindi Aristotile preferisce ricercare i le cause. princìpi supremi come predicati irriducibili dell'essere assolutamente in- teso e nel trattato delle Categorie la ; ne annovera dieci sostanza, che anche sotto tale aspetto è eminente : ri- come sue determinazioni e stesso come predicamento di sé spetto alle altre forme, e perchè essa è l'essere medesimo (o ; spazio), titudine, il la quantità, la qualità, la relazione, il il quando fare e il (o tempo), la disposizione e patire (la penultima coppia ristretta nell'ultima in altre opere; le categorie a otto). to alle Ora luogo tali si l'at- trova che riducono quindi categorie aristoteliche rispet- cinque platoniche sono dieci perchè ne prospet- tano lo sdoppiamento in relazione con opposti sintetizzata nella sostanza : la dialettica come vi è degli potenza e atto, materia e forma, così vi è sostanza e categoria accidentale (quantità), qualità e relazione, spazio e tempo, disporsi e avere, fare e patire. CARAMELLA — La Filosofia di Plotino. Cioè in sostanza a 114 il — XVIII. Trascendenza e immanenza sìmbolo delle categorie è lo stesso per per Aristotile Pitagorici) 1' ; ma ; essere immanenza duplicazione presentano dono e si late i la e trascendenza. Soltanto appare a Plotino fuori perchè l'essere logico è immanente a se sitivo Platone e sua telrade (come per generi aristotelici ne i duplicazione, per che tale e la luogo, stesso, e po- non corrisponnon apparentemente alla deduzione platonica, presentano come date per enumerazione, formuinoltre le categorie aristoteliche ; se in parte estrinsecamente, e risentono più assai della storia della fisica che di quella della logica. Egli insomma, sia Aristotile critica non attribuendo pure peso di il tali difetti, muove gli si una gli erano avveduti della disformità della lo- gica aristotelica da quella platonica : il Kant. e nell'intento di riaccordare a loro volta la logica stessa (e già Ma analoga a quella che fece poi Stoici già interamente ad con la fisica cioè con la dottrina degli elementi e delle cause) per ricostituire l'unità della ragione, essi restrinsero e de- novamente finirono le categorie nella tetrade del sog- getto o sostrato, della qualità, relazione ìóiosis, : della modalità e della o altrimenti (Posidonio) della diairesis, al- synchysis, analysis (classificazioni entrambe ac- cettate del categorie). Kant nella tabella analitica e sintetica delle Plotino prova per altro che maniera tale di distinzione era limitata e indebolita dal materiali- smo, o dalla identificazione dei princìpi logici con leggi della natura, o logici valori infine dallo scambio retorici e (VI, 1). Egli le tra valori intende quindi ritornare alla dottrina platonica dell'unità della logica Le Enneadi 115 nei cinque generi supremi dell' essere, e tuttavia rifor- marla con metodo rigorosamente deduttivo, in relazione con sua dottrina del la fronto con la critica mondo piamento dell'intelligenza e il mondo sensibile ma : preme, o scendono dall'Uno, e cioè in cui esso l'essere si sibile, la che di- essere o sostanza ideale, 1' l' e la tetrade in cui il movimento puro, identità e 1' alterità «dell'altra natura», cioè la sostanza relazione, la quantità, mento come meccanismo. Tale ligibile sotto for- dell' essere, intelligibile, atto mentale, ma cinque categorie su- le rende molteplice, ossia come altrettante rende si che restaurano Aristotile, Quindi abbiamo veri e propri generi i intelligibile nel dell'essere, numero proposto da il sintetica. la stasi mondo e quindi altre cinque categorie cor- prime e proprie relative alle anche dell'intelletto corrisponde rispecchiamento del invero intelligibile, e in con- della teoria aristotelica. Allo sdop- la qualità, il : e sen- movi- è la rivelazione intel- dell'essenza e della vita. XIX. L'essere considerato secondo la filosofìa plótiniana è r essere concreto o suo specchio e il suo la realtà logica del mondo. sistema dei princìpi quali Il si mondo delle idee sono congiunti e anche col mondo sensibile quindi occorre presentano nel compatti ; intendere l'essere non come un predicato in generale, ma come una valore nucleare o totalità di un valori che — Vessere XIX. 116 brevemente nel suo insieme, solo delinca, si e la realtà senso sottilmente diversa dalla realtà stessa estesa in empirico. Nel però, l'unità mondo dell'essere non si può somma che gli sovrasta. L'uno e assente nello stesso templiamo alcune tempo è presente con Funità come un bene trascendentale che più si allontana, e viceversa ma non rivela oscillante, si più si avvicina e coincide mai con l'idea stessa. Quindi l'essere e delle idee può si definire e di cui essere. buono Questo in unità è essere in sé, quello che 1' mondo il avevano si la primo il conosce e che trattato i filosofi del- primo principio è esso unico, vero, senso intellettuale, e cioè riveste buti della del- deve avere una unità propria quale lo vivifichi realiter, e questa logico e l' includere, dalle idee, e se noi con- esse, la sua relazione di e gli attri- La verità che gli corche gli vengono riconosciuti, divinità razionale. risponde, e attributi gli costituiscono primo genere il dell'essere, e il riflesso più diretto che noi possiamo pensare dell'assoluto. Rispetto a questo l'intelletto permette di distin- guere due altri gradi. Quello dell'essere dinamico, e quello dell' essere attuale potenziale e ed energetico. L'essere potenziale secondo Plotino, abbraccia, a volta le dieci categorie platonico - aristoteliche sua sotto l'aspetto della possibilità, e cioè tutte le relazioni si che collegano con le idee di sostanza, causa (come sin- tesi del movimento), quantità, qualità, modalità, le va- rie forme po, il di necessità e contingenza, il luogo, fine (che è la relazione essenziale). guono come categorie da questo punto il tem- Si distin- di principio il Le Enneadi luogo e il come tempo 117 quelli che portano verso la natura e costituiscono la chiave per passare al energetico, in cui essi Le categorie rimanenti lità la e di modalità ; si vale funzione dominante impegnano in quelle creazione della una prospettiva multiforme colori iridiscenti della la qualità, quantitativo in causale, - e variopinta che luce cosmica la una logica è coppia di idee, la prima delle quali e cioè trasforma l'essere sostanziale di qua- che per Plotino dire a mondo meccanismo. risolvono nel si della rivela verità, i e r altra riduce questa molteplicità qualitativa secondo V intenzione del pensiero, cioè in modo che esso si si concreta nelle forme della vita (VI, 2). L'enumerazione que alla di dell' essere teoria nella sua formalità. La dun- Aristotile corrispondeva possibile, o della platonica teoria ci mente presenta invece l'essere della sua realtà, nella sintesi del pensiero e del pensato. le categorie nella Quindi è preferibile scuna di esse, e ridurre aristotelico in alla quanto esso si minale e non più reale. In ristotile la funzione dialettica il il cia- formalismo addentra nella logica notal modo mentre logica è semplicemente zione o negazione, per alla riconoscere forma indicata da Platone, per per Aafferma- nostro invece essa corrisponde ricchezza di possibilità o probabilità racchiuse in una idea. Così fonde con la necessità logica la necessità fisica. per lui non La prima indica si con- di non potere essere altrimenti, e l'impossibilità del contrario. La seconda invece è analoga alla sequenza degli eventi. al Fato, corrisponde cioè — XIX. 118 Lo L'essere e la realtà tempo hanno appunto il loro valore anche nel mondo delle idee, come in tal modo spazio e il della riflessione distinguente tra indice necessità. Da questo punto di vista essi lano di essere strettamente accoppiati riprendendo nella sua Protologia no, la infatti e : e rive- Gioberti, il dottrina di Ploti- chiamò questa coppia con un nome unico: Cro- notopo. mondo Lo spazio o il delle idee in gico e cioè una certa luogo ha un si nel significato quanto esse hanno un luogo occupano rispettivamente posizione nelle matematiche « possibilità che 1' corrisponde chiama analysis una a all' altra che quello situs, lo- ed era la topica » nella retorica antica e nella dottrina aristo- Questo luogo telica delle prove. signa a quale punto principio, ma parte, il materia, proprio del fisico : trova una serie concettuali nelle risolve spirituale. Esso si logico, idea, di non solo deuna forma, un cui esse fanno problema della trascendenza mondo logico, e di tutto ha un luogo e ciò sostituisce la mentale, non il alla mondo un luogo difficoltà platonica che le mondo, o quella aristotelica che Dio sia separato. Le idee e il loro primo principio sono da individuare secondo spazi dialettici, e non più idee siano fuori del in contrapposizione agli spazi materiali. Prendiamo ad esempio il paragone del Teeteto di come il recupero degli uccelli, tenuti dall'uccelliere in una grande gabbia, ma afferrati di volta in volta, quando occorre. Le idee sarebbero come uccelli, ma esse però non si trovano dentro la gabbia del mondo, ma fuori, Platone che la reminiscenza delle idee sia Le Enneadi dentro e di si 119 vedono solo per intuizione. Quindi noi abbiamo una mente che cerca dentro un limite cioè che il trova fuori del limite. Allora, secondo Plotino, si non può essere dato da una questo spazio e un altro spazio, ma passaggio oltre opposizione fra il limite dalla loro riduzione all'idea. non L'ultra-spazio è evidentemente contradittorio, potendo essere che una prosecuzione o un contorno dello spazio stesso. Si devono invece cercare le idee in uno spazio mentale o logico. Questo differisce dallo spazio fisico perchè il primo è congiunto con l'eternità cioè con l'eone, e il secondo è invece congiunto col tempo differenziale o prammatico. Fra il tempo empirico e lo spazio empirico si verifica quel divario o diastema, non riconosce nel tempo per se Questo divario è come una porta, e cioè il mec- che Plotino invece preso. canismo del movimento, che della logica verso dere mondo il il mondo si apre dalla compattezza pratico, e cioè lascia ca- idealizzato nell'ombra della materia (1). Noi abbiamo già accennato più volte cato che Plotino attribuisce alla materia: al ma signifi- bisogna mettere in primo rilievo che egli intende valutare così (1) Questa descrizione delle relazioni categoriche, e quanto segue sui loro rapporti con la materia, diedero luogo nell' interpretazione me- moderna del neoplatonismo dioevale e mondo ». alla similitudine del « teatro del Tale aspetto immaginoso venne infatti rilievo dai neoplatonici tifico della scuola di : ma sin d' allora posto in Plotino in conformità con lo spirito scien- Roma, sembra piuttosto riferirsi a un teatro tomico, rinnovazione allora recente dei templi chirurgici egiziani anche nel senso degli idola theatrì quel tipo) criticati da Bacone. : ana- e ciò (cioè idoli della scuola scientifica di materia, la — Uessere XIX. 120 non soltanto rispetto alle cose da mondo discende nel pensiero. Quell' dendo e la realtà ma anche delle idee, ombra che si profila per in alto si scopre anche nella realtà cui si rispetto al prima scennegli an- La materia, cioè l'inerzia che speimmanente anche all'anima Essa si profila appunto come inerzia goli dello spirito. gne la luce della vita, è e all' intelletto. mentale, ritardo del pensiero nel misurare con l'oro- mente la derivazione viva della realtà dalle idee. Quindi si trova una materialità o inerzia non solo al seguito delle energie attuali ma anche per una logio della di esse, come che produce il unità delle potenze e delle dynameis mondo. La materia mancamento un le l' si come privazione ripresenta così vertiginose forme logiche delle ; è che consolida in forme fisiche o naturalistiche. L'oscu- rarsi della luce e dello sforzo zione. Questa stesso che inerzia o oscurità, cresce di grado in grado attraverso gie fisiche, che è il della il illumina- è la materia, mondo delle ener- terzo grado dell'essere, per il pro- porzionale decrescere del realizzarsi della potenza delle idee. Oltre al mondo ipostasi e illuminato delle della verità, appaiono le bre. A energie legato nelle sue con proporzioni varie dalla luce ombre della materia o tene- quel cupo senso che l'occhio raccoglie nel minuire della luce intellettuale si rivela l'indice del più pericoloso annullamento possibile nel malcs^della materia come male di- : quello del bene radicale originale (VI, 3). Così la stessa dottrina delle categorie riconduce Le Enneadi 121 duplice tema fondamentale della speculazione plo- al tiniana all'Uno, da cui esse derivano, e al : Bene in cui trovano la loro vera necessità. XX. Plotino i si aspetto a considerare volge sotto tale problemi speculativi in relazione ad al che anche essa prossima, lui si era aggirala intorno pensiero dell' urto e la sua sovranità sul tutto questa è la scuola neopitagorica, a cui in gran nel sesto trattato, nome di neopitagorismo e 4-6), e specialmente sesto (VI, intitolato ; riferiscono si riassunte nelle seguenti parte le discussioni monografie del libro scuola a altra « noi Dei numeri intendiamo ». Sotto il revivi- la scenza dell'indirizzo pitagorico originario della filosofia greca, la quale si presenta come caratteristica ge- nerale della coltura scientifica e religiosa tra l'età di Cesare e la stessa età di appare diffusa sotto la Plotino. stesso diffusa, si ; ma si rinascita forma di un rinnovato matematiche e dei misteri delle mente Tale pitagorici può dire, anche nel fonde e special- presenta anche prima di Plotino le due scuole, la neopitagorica platonica, e lascia ai suoi discepoli tinuare gruppo entrambe. dell'età terzo secolo. culto neoplatonismo forma specifica per opera di alcuni autori, dopo egli il Tra questi autori ci i sotto quali e la neo- compito di con- ricordiamo un di Cesare e un gruppo del secondo e XX. 122 re, Il primo che fiorì — Critica del pitagorismo è rappresentato da Alessandro Polyhisto- intorno all'SO avanti Cristo e la cui opera, venne continuata da i quali emerge la amico noto di anonimi, da mecenati, scritti figura Publio Nigidio di Lucrezio e di Cicerone e protettore anche degli epicurei, e nella raccolta tagoriche che va sotto il nome tra Figulo, di di sentenze pi- aurei » « versi (v. ediz. Carabba). L'altro autore di questo periodo è O- cello Lucano, scrittore Varrone, il universi natura (jrgQi Tfjg xov jtavròg il titolo qp-uaecog) » di «De e questo conserva integralmente, mentre dei precedenti si biamo un solo frammenti. Questo profeta, comune . ma Tyana di sostengono gura di torno l' al cap. I). abbiamo invece carattere più strettamente scientifico il neopilagorismo, e tra essi emerge che la fi- Nicomaco di Cerasa in Arabia, che fiorì in140 e ci ha lasciato due opere caratteristiche : Introduzione aritmetica metici di ispirazione (Cfr. Nel secondo secolo dopo Cristo scrittori ab- primo movimento ebbe sua epoca, alla pitagorica, cioè Apollonio di « prima vissuto certamente quale diede al suo trattato » e « i Teologumeni arit- ». Filostrato, che faceva parte dello stesso dell'imperatrice Julia la storia Domua, da ambiente cui prende le mosse una del neoplatonismo, scrisse vita di Apol- lonio e diede al pitagorismo forma retorica. A des questi autori moralista, si cordato come gnostico, e anche talune Moderato di GaApameia già da noi riKronios interprete di Omero, Numenio accostano : di iscrizioni dell' epoca dei Severi, che Le Enneadi 123 onorano Pitagora. Da questo ripetuto movimento doveva infatti uscire ex novo personaggio leggendario, immaginato. Una me la in come figura di Pitagora parte storico e in parte iscrizione anatolica gli attribuisce co- simbolo dottrinario perchè la lettera j, egli avrebbe dato all'umanità la coscienza morale della sua fatica (Ponos), e quindi ispirato la favola di Eracle al bivio. Ma Alessandro Polyhistore, aveva impostato che (come dice sue ricerche in senso le tradizione pitagorica storico metodo il speculativi e nità numerica, erano per la e davano i di mettendo in nade originaria generasse ; la triade tutti i il piano, il come fino al mo- carat- pensiero, a porre la filosofia ad la principi che sono in- Questo avviamento sotto l'ombra di Pitagora stesso era pitagorismo con rilievo sieme positivo e negativo, o anche addirittura uno e l'u- la tetrade della realtà catego- Alessandro ritornò ad esporre spirito sistematico e tere negativo. con- un solo prinmonade mentre col numero due di diade; e così simbolo della dialettica, rica. i neopitagorici nome il forma degli opposti era associata prendeva nome pre- concetti matematici. Quindi tutto i ciò che fa al caso nostro, l'unità dell' assoluto cipio a cui essi ed filosofico per forza del quale essa accoppiava e unificava cetti nome) come nucleo enciclopedico, riconosceva piuttosto zioso della il e la identificarle sviluppato profondamente da Nicomaco : scienza su fra loro, fu egli fece coin- cidere l'idea dell'unità e teologica e matematica con quella di Dio, di come principio esistenza che produce universale di realtà e una continua manifestazione XX. 124 — Critica del pitagorismo mondo, di sé, da cui traggono la vita le cose del cando così impresso suggello dell'unità. il La diade che corrisponde e prima re- alle coppie analitiche, del pensiero e delle di tutto a quelle genera invece dal suo seno materia, perchè la idee, nu- il mero due, come gli antichi pitagorici avevano detto del numero pari, per la sua divisibilità contiene il principio di un campo aperto e contrastante e quindi s'intende nel dominio della materia. Ma Nicomaco raccogliendo punto di tutto piuttosto dottrina di la Eraclito che stava per ritornare anch'essa in voga, tro- vò che altro, propria della materia nasce per dall' attualità tutto suo personale attribuisce così armonia non all'unità, Questa deve essere minare. il Ma principio della alla diade. il punto contro il quale vuole nei due primi saggi e rispettivamente l' intitolati essere, essendo trova contemporaneamente e il ma 5° dell'Enneade Sesta, principio che mina modo : negli scritti che stiamo per esa- polemizzare Plotino 4° e e in e per la sua riscossione, l'armonia uno e « intorno al tutto, esso in ogni luogo », egli si esa- rielabora piuttosto la dottrina di Ocello Lu- cano. Questi, la cui opera da recente con metodo abbiamo ricordato la si critico può vedere pubblicata dallo Harder (1) (di cui troduzione delle Enneadi), esalta traendone argomenti della dottrina Aristotelica gli l' unità e 1' eternità del in mondo, brevi pagine (1) il ma Neue Philologìschen Untersuchungen, hgb. von W. Jaeger Ester Heft, Ocellus Lucanus, vou R. Harder. Berlin, 1926. : Le Enneadi con diversa intenzione. suo trattato Il La prima prova che tre parti. 125 mondo il lutto indivisibile ed indissolubile. è divide si in costituisce La seconda che un esso quindi regolato da unico di costituzione razionale e sistema di leggi in forma unitaria. La terza dimostra che anche e che la umano gode della stessa proprietà, umana è eterna perchè eterna l'idea genere il specie che essa realizza nella percorso mette in rilievo logico mondo non Piotino rifacendo Io stesso vita. contiene per se sola unità. Questa che il la principio della sua mondo trova secondo lui di sopra del si del totalità perchè non può essere diversa dalla unità stesso, lo- gica e trascendentale. Per ciò r idea di universo anziché essere intesa come quella di nità) cosmo dovrebbe si tutto (tò oA,ov) in intendere come ma care le leggi del all'uIl mondo dobbiamo cer- piuttosto nel pensiero che nei e soltanto qui, nel pensiero, esse sono unitarie e indivisibili, rici. (rivolto universum. lo scettro che lo regge trova al di sopra di esso. Quindi noi fatti, do ad è caratterizzato nella sua solidità da le- gami necessari e organici, si unum versum appunto come le volevano i neopitago- Vale a dire che secondo Plotino l'unità del monsi mondo gate tra deve considerare delle idee, le piuttosto quali come l' unità del sono tutte sempre colle- loro sia che appartengono alle nebbie della speculazione o alle modeste luci della cultura empirica. Questo mondo unitario come idea, ovvero uno nella sua idealità, è onnipresente perchè le idee sono presenti dappertutto e la sua presenza dà al mondo — XX. 126 appunto quel carattere di unità che ipostatico cava. Critica del pitagorismo cer- si Dei numeri invece, come nei saggio successivo, Plotino ritiene che debbano essere prima di tutto considerati sotto l'aspetto naturale e psicologico pitagorica ferisce cioè raccogliere la tradizione forma del pitagorismo tebano nel Fedone, che presentato da numeri sono anzitutto i dell'anima. Questa vibrando come nel corso della vita, a quel modo che santisce si le nella Platone armonie attività intelligente posa e appe- residui per l'azione, così anche i egli pre- : astrae e si orienta in numeri, per l'interpretazione della realtà, taglia per così dire nel vivo tessuto del logo, che aleggia in fronte delle linee maestre, dei mondo meri. Questi (i delle idee che sono appunto : numeri numeranti) si le esi- appoggia per salire e scendere stenziali, su cui si spetto al momenti ri- nu- i trovano poi es- sere idee essi stessi, e leggi dell'anima (numerabili e numerati) essa in tal : conoscere indiscutibili le idee in valore a mondo il : sicché tici delle idee si un tempo dall' le i anima numeri sono per i il Ora Plotino questioni matematiche perchè come indefinibile possa attribuire all'unità Ma con ridotto ad loro ten- dai pri- princìpi matema- e contesta ama che si dell'assoluto lo stesso carat- tere dell'unità matematica sta è relativa. ; ri- ed fissi carattere di definizione, ed egli invece considerare l'uno smo veniva come termini teorico e morale. princìpi della filosofìa, hanno per dirigersi e potrebbe dire che quanto preferibili derebbe a staccare mi modo scende tal ; quella è superlativa, quedistinzione il neopitagori- una forma adiacente alla spe- Le Enneadi 127 culazione vera e propria e a una dottrina di carattere morale ; vale a dire che Plotino in sostanza lo restringe nell'orizzonte della sua mente, ma non lo accetta nel suo problema essenziale. XXI. Nelle tre sezioni conclusive della sesta Enneade sono esaminati con l' rapporti tra l'uno, le idee e platonica - recente. Essa si come il anche intento di sostituire e riformare rale pitagorico di i bene : mo- la era stata ripresentata aggirava con molteplici sentenze e precetti nell'ambito della dialettica del pari e dell'impari, e quindi dell'unità e della molteplicità : presen- tando l'anima come pari a se stessa di fronte all'oscurila diversa e vincerla si continuamente avversa della vita. Essa per raccoglie costante nella sua unità razionale e affronta la molteplicità degli opposti, le loro coppie alterne, le loro varietà tumultuose, in modo da ri- durle a ispecchio di se medesima e così ragguagliarsi a una invincibile armonia. Abbiamo Nicomaco tendesse visto a modificare questo però come punto di attribuendo alla materia, alla dualità oscura vista, un com- pito di contrappeso e equilibrio che giova alla stessa costituzione dell'armonia. Poiché tava il Nicomaco rappresenAn- più alto pensiero scientifico dell'età degli tonini, sì come il superamento della morale pitagorica neir una e nell' altra forma richiede altresì lo sforzo della più alta dialettica plotiniana. XXI. 128 — L'uno, nostro filosofo Il problema si idee e le il riconduce bene per intendere alla relazione originaria tra l'uno e i molti. Se è vero che abbiamo distinto l'unità assoluta e definibile e 1' unità logica del vero anche come a questa do ideale ideale, opponga nello si pur è stesso in- mon- molteplicità. Molte sono le idee, e que- la sto loro carattere non è vinto né dalle gerarchie pla- toniche né dai vincoli sillogistici processo di derivazione dal mondo il dell'aristotelismo, dell' una né e dell' altra di esse proposto da Plotino, e ridotto poi alla stessa for- ma dell'emanazione per tali fisica : perchè rimane ugualmente metodi, nel più riposto segreto della verità e della ragione, il ma e le idee, contrapposto non solo tra il pensiero quanto si prospet- tra le idee stesse in tano come concorrenti nella realtà e diffuse nella molteplicità. Anche campo in questo neoplatonici e neopita- gorici rappresentano due posizioni della maniere di pensare, il filosofia. I pitagorici ventassero molte per cui contrasto di le idee di- raddoppiarsi del primo, prin- il come tra soggetto e og- salvo che diventando due, tra le idee si apre un si vede : subito investe tutta la avevano ritenuto che cipio dell'idea con se stessa, getto due idealità e come contrasto infinito. Concezione carattere essenzialmente matematico : ma le idee non sono soltanto numeri o Le idee sono varie tra soltanto specie scientifi- anche qualitativamente rivelammo l'importanza che. che assegna alla egli scrivere i : e noi loro, categoria della osserva qualità segui dell'essere. Senonché la Plotino, nel de- molteplicità Le Enneadi nelle idee si 129 riferisce piuttosto alla qualità, e questo costituisce la stessa realtà del problema che il mondo delle idee è qualitativo, l'unità che gli presiede è qua- non nega quindi la molteplicità. E quindi r introduzione di un criterio quantitativo viene seme litativa, pre a negare questa mondo affermazione della delle idee, e li riconduce verso del qualità pitagorismo. il La via per trovare una soluzione deve essere dunque offerta da un confronto di qualità e quantità. Ora se noi esaminiamo la categoria della qualità sotto forma logica, essa non si presenta soltanto come la posizione di una varietà di immagini, ma come il dif- Come ferenziarsi, nell' idea, dei suoi caratteri logici. esempio abbiamo appunto l'uno, che pone negazione la assoluta e trascendente per affermazione ideale, invece nel mondo è quantitativo e per distinzione quindi la stessa idea si differenzia come idee deve aggiungere la definizione tra e le : : ma principio, vengono anche a presentarsi questi differenti princìpi da sé come numerica diverse l'una dall'altra: perchè si differenza che le distingue anche alla e la definizione distacca l'una dall'al- rende molteplici. Vale a dire che si intro- duce, con la definizione delle idee, la quantità logica, quella che nella logica aristotelica corrisponde stensione dei concetti vamente molti e si : così essi diventano ripresentano all' e- progressi- come molte idee. Ma questa natura della molteplicità per la sua stessa origine dal rapporto di qualità e quantità dei concetti non contraddice all'unità, dialetticamente; ma CARAMELLA — La ci non le si riconduce Filosofia di Plotino. oppone se non continuamente ad 9 — XXI. 130 L'uno, idee e le il bene essa per le relazioni logiche tra le definizioni essa è figlia dell'uno, e nello stesso tempo e quindi : sua con- la cretezza. Ora questo Uno il è anche bene il e qui : perchè della filiazione delle idee, dopo che è trovato bene e la il come. Se noi consideriamo sua funzione universale, essa analogamente come una dialettica tra il si vede se ne l' opera del si presenta bene come vo- lontà così disposta, cioè bene nella sua vivacità qualitativa, come volontarietà determinate che si dono tra loro sino bene come volizioni da quella nella co- determinano per raggiungere allo stesso modo dei concetti, ad essere molteplici tutte dallo stesso bene. ch'esse per Plotino il scaturiscono scienza mondana e si uno scopo, e che sono, diverse e : ma dipen- Queste erano quindi an- un segno quantitativo che si ac- compagna con la vita della superiore volontà per rima frangerla come si rifrangono i colori dell' iride in tutti e due i casi, tanto dal punto di vista logico come dal punto di vista morale, noi vediamo il pensiero raccogliersi sempre nell'unità e non abbandonarla mai, come radice e madre del tutto. Perciò, e per la ; identità dell'uno, del vero e del bene, potersi spiegare come prodotto l' intelletto e resse il rapporto dal sorgere, tra i il i valori qualitativi del- suoi significati quantitativi, etico e dei valori morali La si dell' inte- quali attuale del pensiero e dell'essere, in confronto potenziale che nostro pensa l'unità e molteplicità tra sintesi della sintesi trova nell'infinito. verità deve essere anche bontà, anzi essa è — Le Enneadi il bene identicamente, e quindi nel suo in concetti. Questi la 131 determinano come si volontà del bene e La mente questa mio di nell'intelligibile, pone (e il il G bene). il pre- con se a raccogliersi vero e per al- sdoppiamento dell'Uno nell'intelligenza e lo : in molteplicità. questa e operando sempre un invito è esso, determina si risultato di tale suo compito, e il stessa per ritrovare l'uno trimenti trasfigurano vive affissando in ma ; si distinguersi da cui dirompe nel mondo, Bene tra di essi nel principio del ricom- si questo è la : rivelazione propria dell'unità suprema nell'alterità del pensiero e dell'essere, e più la rassomiglia per non carattere ma cogitativo attivo. L' intelletto sua contemplazione delle categorie coglie come identico all' essere, bene : e occupa (armonia) nel con esso. bene In ^8ÀiT[xa), con identificabile come una personale. attività cioè terzo, all' unità cbe posto dell'uno stesso mondo delle idee, - numerico non li su- come numero pur senza confondersi Mentre l'Uno assoluto è la sintesi trascen- è sintesi ma quantità ; è la sintesi concreta. tal modo esso è volizione (volontà in confronto della volontà voluta dell'esperienza tutte, al il dentale, e l'uno il bene, non il mente. Quindi è prossimo veramente, due termini, i pera nella è la idealità dell'oggetto mentale, pensato e la realtà della tra suo dell'essere nella sua trascendenza, e perciò più l'atto vicino a se medesimo, Il ma come il (cfr. all' eternità, cap. Vili) alla vita, zione assoluta, dell'assoluto : e si (^oi^àtì, volente, é^ovaia) partecipa alle idee come amore. Ed è voliin senso etico come as; XXI. 132 male che solto del rintelletto l'Uno Unno, stesso, idee e le bene il nasce accanto, dalla dìade del- gli laddove l'Uno è : La sua tivo. — 1' assoluto logico, irrela- libertà è di essere la determinazione del- che si fa bene : e non ve verità ineffabile dell'Uno altrimenti la all'estasi si può volta ancora, il mare acciecante infinità l' come vera mistero plotiniano della luce : si realtà. etica, Una come il nella mente afferma che se irradia per divisione, traspare come un abisso nel lare del rivelare che attraverso l'intuizione della sostanza nel suo voler essere Né n'è altra. globo so- sommo Bene. XXII Degli esposti princìpi consegue l'insieme dell'antropologia, i cui saggi sebbene composti da Plotino nel terzo ed ultimo parte si periodo trovano raccolti Nel loro insieme essi stessa gli il altri vitalità è ma una il dai pro- per dimostrare essi, vivente (anima- sufficiente distinzione tra esseri viventi, gran Enneadi. cammino trova che l'anima nostro filosofo non delle quella platonica. Nel primo di che cosa è l'uomo e che cosa è le)», il aristotelica, in attività, nel I libro riprendono blemi dell'antropologia la superiorità di « della sua di 1' per se uomo perchè anche questi hanno una che corrisponde al concetto di anima. Quindi conviene introdurre una distinzione ulteriore tra nima e e l'essere per l'anima, o si direbbe oggi tra l'a- la psiche pura e semplice e la psichicità o coscienza co- me forma della vita. Le Enneadi L'uomo distingue in anima e corpo si ha soltanto un'anima tale coscienza si ma un'anima modo sviluppa in relazione col pensiero puro con l'anima e la nostra personalità la nostra dalla dall' già, individualità al mondo ma anche in caratteristica nalità propria della coscienza, e cioè gos senza perdere il cammino e nel terzo, della dialettica. da Plotino come ; gli Le stoici come una comprensione della tellettuale. conside- consideravano la co- relazione vita pra- apprensione di l'intelletto e e relatività dell'esperienza, sull'equi- come atto in- Quindi nelle virtù concorrono tanto come immanenza : lo- della virtù; sono virtù librio della quale si appoggia la volontà di : processo che egli restituisce alla : e cioè scienza razio- della trascendenza. Questo è segnato nel secondo saggio tica di pararazionale da illuminarsi di tutta l'immanenza del ossia tale noscenza sap- L'anima una forma ciò egli intendeva come fisico e al naturalistico. strettamente intesa era per lui razionale, rate anima cioè in quanto essa è cosciente. Il sub- : cosciente e l'incosciente, Plotino attribuiva, piamo no- il quale è trascendente, dell'uomo non è costituita semplicemente come poneva Platone, ma non secondo ; caratteristico coscienza. Quindi riflette nella si il : egli ; cosciente predominio del corpo, della passione stro ma 133 : esse sono trascendenza, che oggetti della volontà, ma mirando la co- un giusto legame si appunta attraverso sugli ad essi o vicino ad essi a quanto essi contengono di ideale, di modello eterno. Così l'uomo virtuoso è un che nel dirigersi verso le cose si dirige uomo verso le 134 — XXII. insomma idee o le cerca, La nuamente rappresenta o su quella che ne ridiscende verso la appunto vita, in cui ci sono due strade, l'una verso il visione la che poi hasso, coltura alle idee intende della eraclitea unificano si contì- realtà nella la tra verso la di Plotino. Egli con dialettica idealità. conduce e attivamente sulla via che forma descritta della teoria F senza muoversi quale circola il azione è la cui (discorsiva) dialettica del pensiero, L'antropologia : l'alto, l'al- duplice il ciclo della realtà e della esistenza. mondo 11 delle idee scende dalla unità suprema e dal mistero che oscilla eterno sopra di essa, do degli natura esseri e della discende dalle l'anima dalla sintesi di questo risale con con l'intuizione al mondo mon- il idee Anche questo ideale. ; la dialettica e pro- cesso corrisponde a quello che gli stoici avevano pro- posto per mondo il apokatastasis, e che nesi o significato dialettico Da il fisico sotto il nome palinge- un Plotino riconduce a conforme alla dottrina dell' eros. questa dialettica virtuosa scaturisce, secondo quarto saggio, la felicità, che è prima tutto quella che Aristotele aveva indicato, cioè del vero nella sua attualità pura. legandosi con tutto il proprio la Ma contemplazione Plotino, sporta 1' anima dal senso nella verità stessa : non si innamora solo della anche del contenuto, cioè ad avere buono modo da comunicare filosofando con il la felice, tra- vera vita, dove attinge la propria forza e per cui vale a dire ricol- che sistema, troya contemplazione del vero, in quanto esso è in di forma il essa della ma demone fiore della Le Enneadi 135 come molti sembra confrontarsi, ma non vivacità e vitalità. Il che, altri Plotino, opporsi, con la pensieri di dottrina del Cristo che insiste nella dichiarazione « sum veritas et vita haec ; est vera vita Ego Questa vita ». come la dialettica, come quella tra il mondo materiale e il intermediario demone del mondo ideale. Nello stesso senso Plotino si domanda era intesa da Plotino delle cose di questa vita se la nello svolgersi degli avvenimenti temporali è ed ad altri beni (saggio settimo), e quale e no mali che affliggono i umano genere il che cosa ; bene in bello, se la felicità sia congiunta al il possibile felicità sia donde se sia- (saggio ot- tavo). vivere nel tempo e per 11 un sé stesso come in cui vive malmente tempo non ma ostacolo alla felicità; spetto all'ideale renza, il è di per certamente eudemonico contiene una ri- certa diffe- quella che corre fra l'eternità dell'aeone il si demone, e il tempo stesso in cui nor- tempo realizza la nostra felicità. Il quale per altro nell' affacciarsi della realtà contiene infelicità, e del con anche demone il coscienza la pericolo e cattivo ; il sul corso rischio della perchè esso trae l'e- sperienza secondo una lunga direpzione, nella quale lo stato dell'anima dipende e dalla memoria del passato e dal fine posto nel futuro, e quindi camento. Ma ciò nasce nell'aprirsi, man- soffre di anche per il mon- do delle idee, del varco pericoloso che guarda nello abisso della materia sto vuoto non verifica, si ; mentre invece nell'eternità que- vede, questa falsa distinzione e quindi la felicità è pura. non si 136 — XXII. Tuttavia mondo il L'antropologia muove bellezza, la quale traspare e apparenza sensibile, cioè come con sensibile ci conforta la vista con presenta prima si la sua la di tutto realtà concreta, distinta dalla bellezza ideale che abbiamo contemplato nel mondo delle idee, e che in- vece consiste piuttosto nella luminosità e infinità del Ma vero. domandiamo perchè se poi ci sibili siano belle, il pensiero riconosce in la comunione di un una esse che rende bello caratteristica analoga a quella po umano, e cioè le cose sen- il cor- logos che viene dagli dèi e per la quale è criterio di giudizio la co- scienza dell'armonia, che Posto il dinato, si sveglia di fronte ad esso. come un potere il quale domina logos della coscienza il la nostra gusto della bellezza, mente e con cui coortutta consente tutta l'anima, è altrettanto coordinato ad esso, e cioè essi sono cor- relativi. Nel mondo degli oggetti, dunque, e degli indi- vidui, e tanto più se sono opere d'arte, mone lascia rifrangersi e diflfondersi il la nostro deverità e il bene secondo un prisma caratteristico, in modo da ottenere una speciale iridiscenza della luce ideale, che è appunto la bellezza ; la quale così sue parti. Per comprendere come gua, bisogna tutt' uno con risalire alle la verità, ma si si realizza nelle realizzi e distin- leggi del bene, si il quale misura secondo il è pro- cesso della volontà, e quindi scendendo nelle cose o espandendosi nelle idee. L' unità suprema non è più così sola unità e ma non è identicamente vera e è tra vera e buona, cioè con una buona, certa distinzione Le Enneadi che gli essa si concretano per dèi segno in cui e come concreta 1' 137 opera propria pur sapendo che egli primo il mano vista stessa riconosce la la quindi : bellezza, tale essendo di Dio, è fuori e sopra di queste de- finizioni. XXIII La visione del mondo delle Enneadi corrisponde esposta nel secondo libro alla più ma- sintesi della tura scienza dell'età Alessandrina, con le conseguenze sistema plotiniano. analitiche del noi caratterizzato nel tenere unito con mondo il della forma piuttosto sotto teria. Quindi è prima la stessa molteplicità ideale ticolari. del mondo stesso esse sì noi l' mondo fisica. Esso presenta così nella sua concretezza, abbiamo di fronte nello singolarmente nella realtà. viene ad assumere ; prima e studio tuttavia Plotino il mondo non è derarlo piuttosto nella sua varietà, vi- al sistema più favorevole a stesso semplificato di lui fatto gli antichi. Egli La per tale via ca- rattere sistematico e cioè a corrispondere prospettare ma- di tutto la parusia o insieme dei punti di appoggio da cui traducono delle idee idealismo una continua presenza delle idee, e nello tempo sione del l' traduce nelle ipostasi o sostanze par- si Quindi per delle idee di relazione negativa della presenza delle idee in forma cioè in quanto mondo il natura, e proporre mondo il quale è già Il come avevano consi- preferisce lasciando T unità — XXIII 138 La cosmologia un principio superiore al mondo e cercandolo quindi non nel mondo, ma piuttosto nell'anima che nelle cose; perchè la filosofia non si stacca mai dall'anima, e c'è a mondo che d'altra parte l'anima del anime le viventi, e con collegati e metapsichico, il sistema del coordinarsi con nell'atto delle cose sono mondo un sistema anche per evitare che, ove luminosa chiarezza di questi rapporti, la 1' princìpi agenti Quindi essa. essere vero deve i unifica si per psichico mancasse ricada nel- occultismo, cioè a cercarli sotto una forma più ar- Questo è bitraria. smo da cui », si il concetto còlto nel saggio sul « co- apre la seconda Enneade mondo come una cioè del : il concetto creatura dell'anima. Nella seguente trattazione l'autore illustra cetto fondamentale movimento foria ». tipico è astronomia dell' movimento il che tolemaica circolare o conil « ciclo- Ciò significava in sostanza l'accettazione della meccanica nica. Ma tutto si aristotelica in confronto di quella Plato- questo non vuol dire, allo stesso modo, che debba un ridurre a concentrici del movimento. ponendosi di il la terra in movimento solo sistema circoli Tolemeo riteneva che pur una posizione dei pianeti di fossero centrale, i centri spostati rispetto al centro della terra. La tradizione della cosmologia con un centro unico fu svolta per ritornare agli astrono- mi più antichi e più semplici, e dioevo per l'influsso della filosofìa tino intendeva la dottrina di il movimento circolare perfetta e più logica di si diffuse nel me- araba. Invece Plo- Tolemeo nel senso che concentrico è la forma più movimento, ciò perchè la re- Le Enneadi 139 lazione circolare suggerisce l'idea del sé stessa, una cioè presenta movimento relativi. assoluto di per logica e mecca- identità nica che dà insieme la forma e il movimento il movimento. Quindi circolare è assoluto, gli altri invece sono Perciò quando tratta di considerarli in senso si deve sempre partire dal movimento circo- si o ridursi di nuovo ad esso, e questo lare in realtà seguito ancora adesso metodo è dall'astronomia mate- matica. Rispetto agli gio se essi abbiano Plotino indaga nel terzo sag- astri, un influsso e un'azione propria, cioè apre la storia dell'astrologia ai la filosofica, quale veniva suoi tempi sostituendo la mitologia, dato abbandono astri non olimpicamente divinità delle lento il Gli intese. esercitano influsso di carattere superstizioso; questo è frutto di false immagini, che per immaginazione popolare Ma mente. si frappongono fra e essi hanno astri in se stessi gli la nostra la proprietà di potere svolgere ed esercitare dall'alto un'azione com- pletamente comprensibile Questa azione fisico e si astri sulla vita, dal punto di terrestri. presenta per Plotino sotto due /spetti intellettuale. tiene che ci sia avvenimenti sugli un sia V Sotto punto vista fisiologico. discendono, o sono riflessi fisico di I vista biologico, sia dai pianeti, portano su di retto della discendenza della luce dal non do l'emanazione in senso ri' raggi della luce che noi la forza delle stelle e rappresentano quello terrestre. Plotino egli sempre determinato degli influsso dal aspetto : il tramite mondo di- astrale in sostiene a questo riguar- stretto, perchè questa sì ri- 140 XXIII. — La cosmologia elementi di ferisce piuttosto ai sacrifici e a certi ir- radiazione del divino nell'umano. Egli considera piut- luminoso come progressione tosto l'influsso diante le quale A e' un breve scritto, modo in cui le cose anche è questa Enneade, sul da lontane appaiono più piccole viste me- esplica l'azione degli astri stessi. si questo proposito ottavo di fisica ciò che risulta : dalla relazione angolare della proiezione luminosa, ed è provato dal fatto molte piccole e così sibili, che molti pianeti appaiono invistelle, mentre sono real- mente grandi in forza e importanza. Ora, secondo il nostro, le sensazioni qualitative dipendono nella loro visibilità dalle sensazioni quantitative: e quindi sono proporzionali alle distanze. Tanto basta per intendere come 1' azione astrale risulti invisibile per di spazio che vi si interpone, e tuttavia oltre il minimo se non volume il non sì annulli nell'infinito materiale che vi sfugge. Dal punto che anche mone, e, i di vista intellettuale Plotino corpi astrali siano presieduti come si interpreta poi nel ritiene da un de- medioevo, rap- una intelligenza angelica. Ciò spiegava fino a certo punto i culti mitologici più sostanziali (cfr. Enn. IV, 4); ma spiegava anche secondo Plotino una azione caratteristica degli astri, cioè la commisurazione delle idee in atto con le idee in forma nella vita, specialmente, mondana e terrestre. Sembrerebbe che le idee tendano a concrepresentino poi tarsi in questi 1' azione modo da di fisica sciogliersi negli vengono ragguagliandosi individui alle idee, ; invece per una con- Le Enneadi 141 tinua riassunzione del loro carattere opera degli semplicemente individuato come quel rappresentare tornava in sé a condo una intendere che era tosto l' Il morale e chiamiamo propria degli antichi, strettamente legale della nostra, e piutreligiosa. Essi portavano un Dio nella Tale personalità, e questa veniva regolata dagli astri. mondo spiritualìstica del istituito nei riguardi della materia tessuto o il accetta possibile dalle idee occhi stessi dello scienziato ; dualismo il quale è pure la ; ma tappeto del mondo, per scendere oltre, per cadere lontano ne stacca se più lontano e e cioè si due materie, presenta agli come materia due specie abissale. come cora formale, e cioè la materia cipio sottostante alle cose, congiunta con le cose la stesse, materia di ; che è la addi«v una an- sostrato e prin- quale è relativamente con loro forma, la quindi è come l'ombra che accompagna la luce tra più il Plotino, nel quarto saggio (12"), distingue rittura ap- che era conforme alla maniera di visione il ri- tipo del filosofo se- il identità personale meno era ma filosofo, certa universalità, che noi punto platonica. e ciò è ; Platone non ad esempio Così astri. ideale ; e l'al- vera materia, la vanità di quest' ombra ; e questa è privazione (otépriaig) della luce, della forma, delle idee. Un mare di tenebre prive di qualsiasi de- terminazione possibile tervalli e ai limiti si dei apre costantemente negli in- momenti radiali della realtà. Essa è la negazione assoluta; e per biamo appoggiare sopra posizione investe fino di questa, alla nostra il il fatto riflesso che dobdi tale conoscenza di Dio 142 — XXIII. La cosmologia con un mancamento che non ha più scopo, una e de- trazione totale di tutti gli elementi conoscibili e agi- buio insomma della realtà caratterizza tale ma- bili. Il ma teria, la indica altresì Ciò non permetteva come l'origine del male. più di valutare 1' aristoteli- smo, come insistente sulla dottrina di una materia indefinita smo : sì, il ma uuica, alla stessa stregua del platoni- quale già suggeriva di distinguere invece tra materia come xóga o spazio vuoto puro e semplice e la come mancamento delle cose idee. Avendo percepito così il materia naturale confronto in punto (viri) delle debole della dottrina Aristotele, dì nostro il procede nel saggio Intorno alla potenza e all'energia {Enn. 5 [25°]) Il, criticarne a i princìpi costitutivi. L'errore dello Stagirita sarebbe quello di avere inteso la potenza e l' atto allo stesso modo campo nel della natura, e cioè in potenza della duplice materia, e nel mondo dell'intelligibile, dove non è Nel mondo l'indeterminazione, o nessuna. la potenza è distinta dall' atto e la bile dalla forma che continuamente ritornare alle intima all'atto idee ; nel mondo se ne distacca per ideale la potenza è siero potenziale e attuale), e la materia alla potenza stessa, teria in namis del pen- deve ridursi poiché l'essere puro non ammette Ne consegue per Plotino che la ma- quanto concepibile è semplicemente dell'atto e della è inconcepibile essa che sensibile materia è divisi- (come nel caso tipico stesso materia naturale. materia che altra l'atto forma, e viceversa non appartiene : la dy-' in quanto alle categorie ; e (energeiaj viene a coincidere con la forma Le Enneadi del mondo determinando naturale, della materia ; è la 143 forma lo sdoppiamento stessa (in atto) nel mondo nella propria ideale, limitando la materia potenziale dialettica. Ciò è chiarito anche nei due timo dello stesso libro (della sesto e set- trattati [17°] e della mistione [37°]), in correlazione categorie aristoteliche delle tica forma qualità e della e la con la cri- restaurazione delle platoniche. Plotino distingue l'essere puro, senza relazioni, e l'essere sostanziale, al quale ineriscono le Questo secondo è relazioni. che si determina quale - quantità di qualità e vera ovaia, la sostanza la quantitativamente (qualitativa) la : e i rapporti definiscono ap- punto in modo fondamentale. Essi sono concreti solo per una sintesi tipica, quantitativa o atto di qualità forma pura e di della qualità nella sostanza come suo accidente. Le qualità pure sono idee, le idee im- manenti fuoco e sono qualità, del sei^plice sostrato. come calorico che domina materia, attribuirle questi si la il un Così il fuoco ardente sono qualità che regna nel tra loro mondo secondo la delle idee. Ciò materia è la dialettica platonica. Essa, non ne ha, invece : quindi è impossibile principio della impenetrabilità dei corpi: possono fondere e mescolare, poiché caratteristica, è il forma poste in relazione attuale stessa relazione la e la loro che è l'ipostasi delle idee nel sostrato, limite mobile e risolubile in altro dal divenire. — XXIV. 144 Provvidenza e gnosi XXIV pensiero di Plotino Il con in sé stesso specificatamente si che quindi cattivo il conchiude e che sono saggi sulla provvidenza, i nono il trattajto sostengono essere coloro raccoglie mondo, libro III, intitolati « della ed il i del libro II, demiurgo contro cattivo e trattati II e III provvidenza Con queste ». ricerche Plotino conclude la sua polemica contro gnostici, i quali cadono a suo modo vedere in di del rore analogo a quello del materialismo e cioè gli er- hanno come sostanze quantificate, quelle che sono invece momenti dell'idea, oppure dividono come zone fisiche quelle che sono invece atti del pensiero. La gnosi, come è ajffermato nel saggio del demiurgo catipostatizzato tivo, cioè « contro gli gnostici », in tanto è la cono- divino e dell' umano, in quanto scenza concreta del essa è conoscibile a sé stessa, e quindi realtà stesso della mente e delle che penetra in quella realtà il teria nel pura, o vera e propria nemmeno gire all' errore ; cipio logico ed etico ma- non do- contemplata, per potere sfug- perchè Quando che è la induce materia. Essa essa è appunto male, e al male non bisogna dare scerne alcuna. momento dell' essere caso più forte dell'errore in cui vrebbe venire nella mente. Questo è senza dub- lo stesso realizzarsi della bio sue leggi rientri si si viene l' origine del forma né ricono- meno incorre nel a questo prin- pessimismo. Le concezioni gnostiche lo avevano ravvisato attribuendo Le Enneadi non all'onnipotenza del divino ma della realtà anche tutti 145 solo tutti gli aspetti suoi valori e disvalori i quindi proiettando nell' opera del demiurgo anche Un male. Dio buono e drammi penosi mini un : responsabile nel rendersi Dio era conveniente tale non poteva gli alla mitologia, uo- ma modo alla filosoun momento negativo e il bene essere annesso in alcun perchè fia, e mondo come il incomprensibili che vi incontrano di castighi il cattivo nello stesso tempo, anzi intenzionalmente cattivo nel costringere scena di ; male il è soltanto è veramente positivo : nessuna azione o crea- zione o direzione degli eventi sarebbe concepibile se non fosse positivamente intesa e quindi buona. ideali, sta il si forma sotto del come la male invece non si trova bene Il considera dialettica, ma spunta sintesi dei valori nemmeno in essi soltanto al limite cosmo come ombra inafifórrabile e sfuggente. Reè vero il male da noi afferrato e sofferto nel do- lore, nella malattia, nella tragedia ; ma questo male è anch'esso di carattere spettrale, vale a dire che vi presenta e ci tormenta come delimitazione tenza di non intendere rificante della sofferenza bene ci : la umana. stessa unità del ciò risalta presenta . il Il mondo impo- appunto dal cosmo e la vita buona, bello, del del vero e del stesso in quanto forma dialet- suo valore positivo nella tica e progressiva in e significato espiatorio e pu- artisticamente e logicamente sono opera Dio che è il si cui è nato, e con tutta la realtà del pericolo da cui è emerso o su cui è sospeso, cioè il pericolo dell'abisso. CARAMELLA — La Filosofia di Plotino. io — XXIV. 146 Provvidenza e gnosi mondo, che Soltanto con tale visione del il relega male nel momento puramente negativo della disper- sione, è possibile salvare la saggezza antica nella sua Gli gnostici di cui razionalità. sformano madre occupa Plotino, si invece Sophia in una mostruosa del demiurgo ribelle, e straziata divinità, nella molti- plicazione delle anime che scendono a subirne ventura tra chi eletti, gli al bene elementi malefici da lui creati. Dio di « figli provvidenza e tra- l' A av- po- è concesso di godere della », della salvezza il : a negare che viene l'universalità e di fatto e di ragione. La fede platonica nella validità della reincarnazione, accettata anche dagli gnostici, non basta ad arginare simile decadentismo. Esso è apparso anche ignoto, fisionomia storica : ma non retorica di Plotino per appuntare A favore del bene assoluto. tevolmente con le nella sua ai critici, è certamente i costruzione suoi argomenti in noi pare rassomigliare no- Sophia, origini della Pistis testo gnostico conservatoci in lingua copta, e connesso con la dottrina monofista, che sorse e grandeggiò secolo, anche presso continuata mente era dal gli cristianesimo già rivoluzione eresie anteriori, che Plotino e nel suo nel IV imperatori, per essere di poi abissino ; ma evidente- dogmatica di polemiche ed ben poteva ambiente e in quello intorno già distinguere alla scuola di Alessandria da cui era uscito e nel suo paese natale, non lungi dal Nilo. I « figli di Dio » più antichi enigmi della tradizione biblica esce anche il Satana come uno sono tentatore (lob, ; dei e da essi I). La si- Le Enneadi 147 mulazione del loro misterioso carattere, rinnovato dall' angelologia nascente, eretico per simulare il un espediente poteva essere nuovo Figlio di Dio adorato dai Cristiani. D'altra parte la Pistis Sophia ci presenta sapienza in lagrime di pentimento la rappresentare una seconda fase di ligiosa, e cioè il momento : può ben essa siffatta corrente re- della redenzione. Certo che anche in questo, nella dottrina monofìsta, rimane vivo il satanismo, e rafforzato dall' astratta interpretazione appunto dell'unità del divino e dell'umano, che lascia alla materia una maligna gini del storica la suo acquista sorgere, critica E efficacia. del tutto quindi, alle ori- importanza singolare indipendente di Plotino, ispirata dalla sua alta concezione dell'universalità vo- Bene e vittoriosa del litiva gatività del male. Il pura ne- divino, e della demiurgo mondo del il Bene gli argo- è stesso. L' autore delle Enneadi ripassa menti della quindi teologia naturale secondo indirizzo coerente col suo sistema natura da cui prova della bontà risalta la quel medesimo ordine questo nuovo che l'ordine della : quale deriva da un Dio il non scendentale, cioè dall'uno inconoscibile, soprannaturale ma anche punto rende oscillante e la mo tra- soltanto sopramentale, quello che apdialettica come la luce anche nostra fede nel bene. Per confermarla noi dobbiarisalire e stringere lo sguardo dell'uno stesso e considerare del divina è male il nelle profondità problema del bene e sotto l'aspetto della provvidenza. Plotino mostra di intendere chiaramente il con- — XXIV. 148 ormai vivo trasto Provvidenza e gnosi tra la concezione classica della prov- videnza come fato e destino, ora amato, ora ora legalizzato, stato, ma immutabile, perchè è eterno, e concepito e voluto fuori del svolge, — contra- tempo stesso in cui si e la concezione cristiana della provvidenza come problema della libertà e responsabilità umana nella soluzione altrettanto amorosa quanto eterna che ne ha dato nel suo volere Iddìo. non considera la Il nostro provvidenza come l'unica espressio- ne della volontà divina nei nostri riguardi dell'ordine cosmico ficativa il quel Ma : essa riflette nella carattere trascendentale quanto essa si filosofo forma più signi- in della divinità, pone come anteriore modo che Dio e in quelli alla riflessione a è superiore al pensiero (tò ejcéxeiva). in questo la trascendenza indefinibile dell'uno viene a fissare in una forma, quella dell'apriori ; si e in questo caso sarebbe, come deliberazione divina, conoscibile, tanto la logicamente che temporalmente. Quindi dice che bisogna egli provvidenza stessa nel stizia insistere nella è Adrastea concezione che (ASgaateia), e cioè la giu- suo carattere fatale. Ciò non significa che essa chiuda all'uomo tutte le vie del destino per impornegliene una sola, e que- l' incubo delle tenebre. Per l' atto stesso in pone come apriori della vita la provvidenza ne segue lo sdoppiamento nell'ordine fisico e nell'ordine sta sotto cui si morale, cioè offre sempre all'uomo almeno due vie da scegliere, oltre quella del ritorno a Dio, che è la vera libertà dell'uomo e la sua palingenesi. Quindi la Le Enneadi 149 provvidenza stabilisce quali sono ma della vita, lontà ; e ciò vincola la decisione della anche risulta, praxis posta niana della forme e le gli aspetti nostra dalla stessa teoria come un momento vo- ploti- di deri- vazione o inerzia del pensiero, e che quindi in tanto si manifesta e ha delle esigenze in quanto distin- si gue nell'ordine dell'apriori, per entrarvi, o uscirne se meno viene a sé stessa. La provvidenza per sé è dunque l'attuale pre- di senza dei princìpi dialettici nelle cose e nei modo loro nenza delle idee anche nella r ordine parusia o di essere correlativi alla fisico zione della provvidenza la nel- determina- costantemente riflette il imma- vita empirica. Sia che nell' ordine morale e fatti gli stessi caratteri del logos (o del noùs) e della sua eterna vita, quella in cui l'amore, la filosofia legati o essere con r una della imposti, cercano assenza multiforme e tuttavia di della misteriosamente maniera di provvidenza il soggetto della spiritualità del reale risente di naturalismo come provvidenza stessa essendo posta dine morale precostituito (quindi non sofiche ostante del la naturalistico). traddizione, da lui Aristotile, e tuttavia lo spirito puro, bile, come sua simpatia per le sincretismo. Ma non nella sua tolta la forme diminuisce la Ciò natuteo- con- suo grande specchio, intuita nel non : natura e or- farà di Plotino l'autore classico della religione rale, di identificarsi verità stessa. Certo è che tale con la dottrina porre ma non trovano mai : quella che l'Assoluto, provvidenzi alita é immuta- indefinibile nella logica, e quindi fatale ; XXIV. 150 — Provvidenza e gnosi e la libertà dell'uomo è concepibile in eleva sì verso 1' nel raggiungerlo deliberazione. Assoluto, eppure la libertà non svanisce in quanto lo egli si raggiunge una ; semplice D. Sintesi di Plotino. XXV L'attività letteraria di Plotino 253 con lo studio jcepl era iniziata nel si xov nakov (Del bello) (I, 6) : vero e proprio testamento critico dell'estetica classica, e in particolar il modo del platonismo neoplatonismo letterario di Cassio Longino, e si composto : mentre scritto apriva con la quindi con retorica l' intento di proporre altra conclusione e altra tesi alla critica del condiscepolo. «Il bello è tale che occupa soprattutto ma si la vista, riscontra anche nelle audizioni secondo le forme sintetiche del pensiero. È ogni forma di in musica, sicché vi sono canti e ritmi che son belli. Ed alto che facciamo dalla sensazione, e belli menti ed azioni e abitudini e lezza della esso si procedendo esso presenta, nell'ascendere virtù. sé. Che proponi- scienze e così la bel- Se vi è altro bello dimostra da in cosa é oltre a questi, adunque che ha XXV. 152 fatto e — L'estetica iniziale come corpi rappresentarsi i provare le voci come belle immediatamente tutte belle? E ? belli, e l'udito ap- quante forze dominano donde mai vita dell'anima, la Per un solo e sono motivo sono forse istesso belle tutte queste cose, oppure altra è la bellezza cor- porea, altra quella che sono belle, Noi abbiamo sto per partecipazione come modo che altri ; appaiono Che belli, è adunque belli, in che principio il primo muove ciò che stesso e rapidamente per poi scoprire anche gli loro e altro sia questo è ai corpi ? spettatori, e l'attira a se potremmo nella non talora piutto- se stessi, infatti gli tra- li Se troviamo fa rallegrare dello spettacolo ? questo principio, esso sono belli per I corpi per belli sia l'essere corpi, punto da indagare. Che li l'altro ? ma corpi, i adunque questo è deve trovarsi presente occhi degli e quali cose ? non sono quali esempio pare che altro essere belli. scina e i natura della virtù. la identità talora l' oggetti proprie sostanze, per le trova in altro si sono per un motivo o per tali tramite di il altri. Si sostiene in generale, per così dire (e cioè dagli Stoici), che una certa simmetria delle parti tra loro e rispetto al tutto forma che la bellezza nella bella apparenza rispetto alla vista a tali oggetti, e in genere a tutti gli inquadra e così spetta altri che sono di dovere soddisfare alle regole della simmetria belli, e della proporzione. semplice, bella ; si : il ma Quindi solo la essi non hanno nulla loro sintesi necessaria di risulta loro insieme sarà capace di bellezza, mentre le parti singole non potrebbero essere belle per prò- 153 Sintesi di Plotino ma pria disposizione, che se Cè bello. affinchè risulti il in quanto concorrono nel tutto tutto è bello, però questa anche non sere belle, poiché la bellezza ma brutte, si da cose tutte belle. I colori di queste sono ma sono essi anche non semplici, si la luce presentano per simmetria, e quindi bisogna ammettere che lezza si trovi fuori del loro esser belli. è bello ? es- raccoglie da cose quelli che segnano la bellezza, e cosi del sole, osservazione, dovrebbero le parti E lampo nella notte o il E la bel- l'oro, come la vista degli astri per quali motivi sono belli? In quanto alle voci, poi viene ugualmente in la semplicità questione come : propria e distinta di ciascuna voce la bellezza di- si stingue molto spesso nella bellezza del tutto. quando Ora, si tratta di immanenza metria, talora l'aspetto stesso è bello, tal ora Sicché bisogna riconosciuto punto la passando la ritenere che altro come sia ciò della sim- non che pare. viene bello per la simmetria, e che ap- simmetria é bella per altro principio. Se poi ai provvedimenti e ai discorsi belli si cerca simmetria anche in questi, quale specie di simme- tria si potrebbe attribuire ai provvedimenti leggi o princìpi matematici o scienze ? bero essere tri ? vi è i teoremi simmetrici" gli belli Come o potreb- uni verso gli al- se è perché sono concordi, bisogna osservare che una concordia e analogia anche nelle cose brutte. Poiché, (ad esempio, le due proposizioni) è follia » ingenuità e « giustizia é » « saggezza sono consone e convergenti e accordano insieme a vicenda. Ogni virtù e bellezza dell' anima, e bellezza più veritiera che XXV. 154 quanto Non precede L'estetica iniziale ma come : si simmetriche sono esse sono simmetriche né come numeri, anche se E — parti dell'anima. secondo quale ragione, invero, avverrebbe o mistione delle parti o dei teoremi l'intelletto sostiene che la sintesi la bellezza del- ? che cosa sarebbe, essendo Quindi Plotino come grandezze né ammettono più ? da solo egli della significato il ? >, bellezza superi quello dell'oggetto bello, e sia trascen- dente rispetto ad esso così quando l'oggetto é come, e a maggior rale e logico e la ragione, delle idee, conformità :;>, il trattato della bellezza del- <( V, 8 [31°]) e alla bellezza morale, in della dottrina platonica. un punto il nostro, che si trova fuori dell'oggetto in se stesso; o mo- spiega col ricorrere al sì per il oggetto è procedendo dalla bellezza sensibile alla bellezza ideale (cfr. l'intelligibile fisico, sua bellezza consiste nella relazio- ne del bene e dell'uno. Ciò mondo quando 1' bello è altrimenti, Ma di in sostanza, valore teorico estetico considerato in egli propone conside- di non come un'idea sola né come una semplice armonia, ma come un principio trascendencon la tale, che può coincidere oggettivamente solo rare la bellezza totalità del mondo delle idee. Dobbiamo vedere in tale atteggiamento iniziale del pensiero plotinìano la precisa definizione del suo distacco dai condiscepoli della scuola di Ammonio Sacca, e segnatamente da Cassio Longino. Questi pro- pugnava, come abbiamo visto da principio, extramentale delle idee platoniche stra che ciò che era : Plotino fuori del soggetto, e il gli valore dimo- conferiva 155 Sintesi di Plotino tale aspetto dialettico alle idee, de l'eros, era la bellezza don- ; passione della Sintesi cosmica ed estetica in- sieme. Cassio Longino sosteneva l'oggettività della tica estetica cri- e Plotino chiarisce che ciò che è ogget- : tivo in arte è la valutazione della trascendenza, cioè un momento non più scendentale è sopra lo spirito stesso, E vero sopramondo. il né oggettivo, rivelazione dell' unità assoluta e : che regna nibile, soggettivo invero Cassio il nostro dopo la sua morte, scelse il téXog? ultima della la finalità ma tra- indefi- e che sola nel criticare come argomento vita. XXVI Per cogliere la sintesi del pensiero plotiniano nel occorre suo valore storico ordine lo sviluppo nel suo : la quale, come sistematico, ci presenta saggi da di pensatore per sua natura il processo noi lo vediamo uno svolgimento secondo Plotino data storico stesso suo pensiero. Nel primo periodo della sua teraria (252-263) brevemente genetico e cioè cronologica degli scritti di la serie Porfirio ripercorrerne attività let- seguire in problemi dei del filosofici ventun che si può dire continui a proporre l'indirizzo della sua for- mula iniziale, della coscienza classica bellezza e della vita trova che cui si ma di tutti i non del culto della come organismo armonico, ma in solo il principio della bellezza valori della vita è fuori dell' individuo XXVI. 156 — Psicologia e metafisica come organismo fisico, cioè la sua luce immateriale, come è del bello. L'uomo è un punto si scopre così essere superiore un' anima ed alla soggettività fisica, mo- essa immortale, perchè vittoriosa esteticamente e ralmente dei lìmiti della mortalità dell'anima [IV, noi stessi, prio fato bensì il : ma la prova (2° dell' 7]). mondo come non sua fatalità im- siamo Quest'anima che trova di fronte al si mondo, sario e al materia al pro- lega l'anima stessa, e cioè deve ridursi all'ordine neces- concatenamento meccanico dei fatti della natura, quell'ordine che nessuna arbitrarietà dell' uo- mo può violare (3° del fato [III, 1]). è interamente dello stesso tipo del do anch'essa come il ipostasi, starsi suo fato ed mondo ma sta sostanza, rattere il mondo, pur aven- suo ordine mentale, è perchè mondo la sostanza nella qualità di quedell' anima è di ca- cioè determinata dal fermarsi e arre- del logos nella regione del pensiero dell'uomo. Per intendere questo Plotino definì per il l'anima non nella sua caratteristica sostanzialità o è diversa dal logico, il Ma concetto di immanenza, o logos B sostanza deiranimaf la prima volta mènon (4° della [IV, 2]). Conoscendosi come immanenza del logo, l'anima si eleva alla verità uscendone, cioè scendenza del logos ; cercando la tra- e questo avviene per estasi, cioè per trasposizione del pensiero fuori del suo uso empirico o psichico. Per questa uscita l'anima distingue pensiero puro tre momenti o aspetti nel tali : l'intelligenza, le idee, genza, e l'essere, come come fondamen- oggetto dell' intelli- principio della dialettica delle 157 Sintesi di Plotino idee in quanto esse sono mondo dell' intelligenza oggetto Nous, intelligibile (5° del dell' idee e delV o es- sere [V, 9]). L' anima è gemella essa rappresenta la di quell' ordine ma ideale, forma eminente nel suo incarnarsi e introdursi nella vita organica e cosmica, cioè in for- me Quindi essa non costituite,, sostantivate. come corpo un in ma come carcere, stanziale dell' esperienza nel sta campo nel sostanza (6° della discesa dell'anima nei corpi [IV, parallelismo tra Il pensiero ma sé, non Quindi per dal primo il mondo principio stesso (e intorno una (8" [IV, », o cosmica. Per unità si 9]), il all' ricerca uno) « se ideale quale sia la mostra che segue » tutte e cioè se vi é mondo si ideale e vice- il le primo al (7° [V, come « 4]) le si tratta di ; in- anime sono un'anima collettiva problema della sua un primo prin- dialettica per cui princìpi ideali se ne svolgono. Invece nel do psicologico me, ideale risolve logicamente nel porre cipio, e mostrare altri si consiste però nella mondo principio venga ciò vece per l'anima il nella loro simmetria, vale a dire che l'anima è lo specchio del versa. 8]). pensiero puro e in sé e il come anima o per loro uguaglianza, so- propria corrispondente alla cogliere, di gli mon- fondere insie- tendenze dello spirito per trovarne l'unità, in cui esse ricevono luce direttamente dal mondo delle idee. Così Plotino stare e si confermare obbliga le prima di tutto sue dottrine sulle di asse- idee, e ciò nei trattati intorno al bene e alVuno (9° [VI, 9]), delle — XXVI. 158 Psicologia e metafisica ipostasi principali (10° [V, tre 1]), della genesi e or- primo (11" [V, 2]). Come nell'estetica per la vita umana, così nella dialettica la determinazione dell'idea del bene ci porta dine dei princìpi che vengono dopo a scorgere il punto il di equilibrio mondo nel ideale ; questo è congiunto col principio di esso, cioè nell'u- ne rappresenta nità e verità dell'essere, e ma tributo fondamentale, mente CoQie è principio della momento nel delle idee nel riflettersi il il estetico semplicemente tosto tale il il come trascendenza più caratteristica- mondo non simmetrico, così primo senno delle coglie si bene non il idee, ma piut- di esse che lascia intrave- ma soprannaturale lo chiamò il pura. Invece la anche nostro il sovrain- o la Gioberti, connessione tra mondo princìpi dominatori del e nella vita. bellezza nella vita unione o centro dere non solo telligibile, definisce terzo at- il i tre delle idee, rivela che queste ne scaturiscono per lo sviluppo delle categorie quali secondo Plotino le non sono tutte : equivalenti, ma corrispondono ad una gerarchia logica, che ha suo momento il naedio nella qualità e nella modalità è e termina qiioad nos (cioè potenzialmente) nello spa- zio e nel tempo. tra il mondo Ciò porta a considerare la differenza ideale e il mondo permanere in questo delle idee per e scoprirla nel e dei princìpi ideali loro connessione con la materia. la carattere della materia Il le fisico due materie (12° [II, 4]). si definisce considerando Prima di tutto quella connessa con forme ideali e dominata e rimpastata da queste : essa rappresenta il loro limite di espansione, Sintesi di Plotino ombra la loro ma cerca sostanza, ma in realtà non sostrato. mondo il non trova se si E essa si sotto la tuttavia essa in questa for- né può avere propria figura è indefinibile, considerando che diffusione, l'oscurità di ciò di come 159 nel solo : cioè con suo insieme, e le realizzazioni della dialetticità dell'idea nel suo svi- luppo integrale, e ci minaccia vede che rispetto ad essa si la In secondo luogo materia come limite della spersione assoluta oltre all'estremo limite che è l'origine del male in mondo Come del si salva si il nella costituisce in idee vitale ne- contrapposizione [II, mondo dal pericolo di sciogliersi come inversamente unità intellettuale, in modo da materia, e emetterla da sé (13" ed conglobarla diverse » 9]), spiega si col « considerazioni porre un principio unico del movimento e dei fenomeni cosmici e la di- ideale. continuamente esso totalità. delle come principio e della vita, cioè la materia gativo, sfugge come annullamento o materia la ci cicloforia (14° [II, 2]). cioè Noi invece come anime da un demone, vi- ci ha avuti in sorte, vale a dire che è legato a noi da Un venti siamo sostenuti il destino reciproco e per questo destino ci » [III, maniera la sica della possibilità del suicidio e (jt8Ql si del eiiÀóyo'u diritto slaycoYfjg : sostiene e ci ha 4]). Si ripresenta in tal platonica ci demone che dirige verso l'eternità (15° « del avuto in sorte quale umano 16° [I, a 9]) questione della farne clas- negazione uso. Plotino nega a sua volta che possa liberare l'anima dal corpo violentemente, o — XXVI. 160 in altro Psicologia e metafisica modo che seguendo ragione della vie le e della mistica. Per rapporto demonico tra il nente dell'anima e vi è è imma- pensiero il pensiero trascendente dell'idea, il una categoria meramente comune a entrambi ed quella della qualità ; vale a dire che studiando solo la vita dello spirito o la stessa psicologia, punto la logica dal quantitativo, vero (17° si qualità della e può considerare si la logica stessa e la forma qualitativa, che mondo del » 6]). [II, primo filosofo psicologia e l'etica in di qualità essenziale, e cioè acquisì comprensione integrale, quella forma di alla filosofia forma il anche invece qualitativo vista penetra senza equivoco nel « della Quindi Plotino che trattò di non penetrante che era prima considerata propria soltanto della poesia o del mito o della rivelazione. Invece mondo il della intelligenza umana e quello della intelligenza ideale ritornano a differire nel pro- blema classico nella metafisica, impostato dalla polemica tra Platone e Antistene (18° « se vi sono idee di ciascuna specie » [V, 7)]. Per Plotino, la moltipli- cazione delle idee in relazione alle specie rienza e del logica, e mondo cioè alla fisico è correlativa all'intelligenza quantificazione dei predicati. Ora questa quantificazione delle idee, sono i ma non dell' espe- si verifica anche nel mondo dà luogo ad altrettante idee quanti processi di quantificazione, perchè questi sono indefiniti e indeterminati, cioè rientrano nella materia: bensì a quante ne sono categorie. poste dalla dialettica delle Sintesi di Plotino 161 Il primo periodo della tino si conclude con l'esame dei problemi dell' idealismo e cioè attività sistematica di Plo- delle virtù, soggettivi della dialettica, e dell'essere l'anima tra divisibile e indivisibile 21°: 2; I, II, 3; IV, verso questo esame il Egli viene 1). a del soggettivismo principio della dialettica (19% 20°, porre attra- tipo stoico di come processo compren- di come sione dell'assoluto e di ritorno all'assoluto, cioè metodo analogo momento al trascendentale. quindi di carattere primo periodo in questo tutti egli ha princìpi e dei Così risulta ripreso in problemi del platonismo, e mostra i vivendo nella loro dialettica forma neotérica da nella ideale si debbano che esame come essi riproporre lui prescelta, o del neopla- tonismo. Qui troviamo di fronte a due opinioni ci stori- Una è quella dei neoplatonici Rinascimento che vedemmo illustrata da Marsilio che già formulate. cino nella forma che Plotino interpreti il riposto della filosofìa platonica, cioè la dottrina terica che secondo avrebbe sostenuto discepoli non da Plotino del invece con pitagorico scriverla Ti- significato eso- anche Platone né diffonderla ai Quindi nell'interpretazione data Facino dichiara di sentire la voce stessa Platone. gli essa sostiene uso senza provetti. il divino l' del storici che il La seconda opinione si formò della filosofia nel secolo scorso neoplatonismo venne ; riformato da Plotino come sintesi tra platonismo e aristotelismo. Quindi egli è platonico nella aristotelico nella dottrina del CARAMELLA — La Filosofia di Plotino. dialettica delle noùs (e di Dio), idee e platoii — XXVI. 162 Psicologia e metafisica nico nella teoria dell'anima e aristotelico nella teoria della sostanza : trovando sempre giunzione e d'equilibrio fra il fisica le e la Ora tanto morale assume fra le tre scuole estrinseco nella dogmatiche, cioè e lo stoicismo. giudizio di tali storici moderni il Noi vediamo come quello di fatto è altret- dei loro predecessori. che Plotino non rivela inconfermati della dottrina egli filosofia. stessa posizione di sintesi egli due considerate con- di due scuole in maniera le da unificarle in un solo sistema di La momento platonica, e segreti perchè ciò esplicitamente discute e mostra diversa dalla pro- pria la dottrina di Platone. Egli è veramente neopla- tonico nel senso che riprende li riporta a più decisa e i problemi platonici e avanzata Ed soluzione. è neoplatonico perchè tra Platone e lui c'era stato non sólo lo stoicismo filosofia si ma anche il cristianesimo. svolge intendendo continuamente mi del cristianesimo, senza E i la sua proble- quali esso non sarebbe L' interpretazione dell' aristotelismo viene svolta i comprensibile. XXVII. da Plotino in forma appunto il II critica, e questo periodo della sua saggi composti del 262 al 267, intento occupa attività. egli Quindi rielabora nei vari problemi del sistema aristotelico e neoaristotelico per sostituirli in forma metodologica. Pertanto questo pe- 163 Sintesi di Plotino riodo la si inizia coi saggi sull'essere sua universale unità e identità; che : carattere meta- il noetico, e superiore al pensiero, dell'uno chia dei princìpi intelligenti semplicità dell'essere, l'identità del la e la gerar- ; Essi attaccano (1). ca- i dato che la pensiero con il pisaldi stessi della dottrina aristotelica primo principio, e riguardano ; posizione del logo in Dio, erano proprio quei princìpi per cui Aristotile s'era staccato Di poi dal platonismo. Plotino della dinamica e dell'energia (2) sce il concetto aristotelico correlativa con all'atto di ad occuparsi passa e qui egli sostitui- : dinamismo quello risoluzione della di materia, nella forma del principio o potenza dinamico e cioè attuale di per se stesso, che poi è invalso nella storia Le dynameis sono per della scienza. lui nella loro inerzia materiale, mentre le nel loro sviluppo, le forze stesse ma forze le energie sono in quanto legate o definite in una qualità specifica. I saggi psicologici: dell' impassibilità sull'anima, e tre di questioni i trattato sulla teoria, e la dottrina della il bellezza ideale forte dell'incorporeo, e continuano a svolgersi come (3), polemica contro i Egli peripatetici. in molto sostiene che la scuola di essi abbia impostato esattamente le questioni psicologiche samente elaborato traviata da un la loro (1) 22» (2) 25o - 23<» (VI, 4-5) (II, ; come 24o (V, ma abbia scar- soluzione, e questo perchè falso concetto nella sua eticità, cioè ; di considerare definita nelle l'anima sue inten- 6). 5). (3) 26o (III, 6) ; 27o - una genere 29° (IV, 3-5) ; 30" (III, 8) ; 31o (V, 8). — XXVII. 164 Aristotelismo e misticismo Ora queste sono zìonì. remo storiche : forme che tra quelle una speculazione quindi noi di- fondata su di esse è piuttosto la storia dell'anima, quale si è svolta umana, che non nelle epoche della vita Fanima come principio Ciò corrispondeva ad una stessa ispirazione la teoria del- eterno. filosofica dì interpretazione Ammonio Sacca della e alla critica che ne risultava dall'aristotelismo. Questo, per amore di sistema, aveva ridotto a unità che Platone aveva distinto idee alla : indotto speculazione l'esigenza di una unità esistenziale, che invece secondo senziale, classico a — può essere soltanto mantenere in modo esclusivo il es- pensiero le esigenze della Occorreva quindi rivederne tutta per ragguagliarla alla totalità la tradizione lettica. nostro il e aveva quindi forzato invece formalistica. logica Invece Plotino si della dia- riconosce ironicamente stotelico nella posizione negativa, cioè fatte categorica le cioè aveva nelle ari- critiche da Aristotile alle dottrine filosofiche diverse dal- l'ispirazione platonica e che certo sono ancora adesso assai varie. Ciò si vede nei saggi sulla relazione tra l'intelligenza e la mente, contro gli gnostici, dei nu- meri, sulla visibilità degli oggetti lontani Finalmente nell'ultimo gruppo di condo periodo, che formano una si scopre il (1). scritti del se- serie assai connessa, motivo di questo severo atteggiamento nei riguardi di Aristotile e della scuola peripatetica. Plotino entra in polemica (1) 32o (V, 5) ; 33° (II, 9) ; evidente 34» (VI, 6) ; con 35° (II, Alessandro 8). di Sintesi di Plotino Afrodisia, grande e geniale tra ristotile, ma 165 commentatori i appunto che avevano tra quelli A- di inteso trarre l'aristotelismo alla dottrina più lontana e più di diversa quanto era possibile da quella di Platone. Per- tanto egli riteneva che secondo la dottrina aristotelica non potesse provare la immortalità dell'anima indi- si viduale. Quindi egli poneva che ma tesi, il mondo pensiero fosse sin- Come brano piccole »; « le cose vedute da lontano Se sia estensione di tempo »: « (che opera di Alessandro « riferisce all' si Perì mixeos ») ; Della volontarietà scono al trattato di marmenes si essere »; riferisce al « « », la si bene »; Del cosmo > : con il che si Alessandro di Afrodisia « al De anima il Perì hei- nostro autore perviene a trattare è agli opu(2). dei dell'essere, in tre saggi, e dell' eternità e del La polemica si connetta anche probabilmente col un Prosene (260 ; 270) 41» (IV, 6). 44o (VI, 1-3) (3) 42o - stava chiudendo si (2) 35° (II, 8); 36» (I, 5) ; 37» (II, 7) ; ; 45» (III, 7). ; : Da ul- generi tempo fatto Peripato in quel torno di tempo, e con la scarsa opera di un 1) riferi- Della sensazione e della memoria», che suo commento timo (II, » moltitudine delle idee de sensu e de memoria di Aristotele e di in felici di Afrodisia scoli (2) sem- Della mistione nella totalità Come « possibile 1' ipostatizzata e quali rapporti essa ha sia « « ma non mai combatte vivamente nei seguenti unificarla. Plotino lo (1): e volontà uma- la distinguersi dalla volontà cosmica trattati forme sincresi o mistione delle Quindi sosteneva che degli elementi. na può il (3). che il Ammonio e certo in seguito ad essa. 38° (VI, 7); 39° (VI, 8) ; 40° XXVII. 166 — Arìstotelismo e misticismo La dialettica platonica, do nella polemica con smo, come tutta la sua ampiezza la era venuta peripatetismo il affinan- e Io stoici- per instaurare e sostenere risulta sufficiente gli si piena teoria delle idee e delle loro relazioni. Questa nella forma datale così dal noè tale ormai da superare stro, giosamente e artisticamente, logico : i ma secoli non solo reli- anche nel suo valore e spiega anche da sola e la fortuna ideale del neoplatonismo, e come esso sia predominante nella storiografia degli stessi studi platonici. A punto bisogna però questo che rilevare nel suo esame critico dell'aristotelismo Plotino era venuto svolgendo dente i del stoicismo, vinte questi vede sorgere una ritualismo, che il platonismo, quasi il superati le posizioni degli quelli epicurei. quattro mobili pilastri filosofia nuova, quella dello periodo suo sistema fino a questo E dialettici spi- pensiero greco aveva idealizzato non aveva potuto concretare Nell'ultimo la filosofia di vista suo personale. In questo sono problemi insomma su si platonica classica, e quindi venuto anche a ripresentare tutta un punto criticati dello proprio sistema come distinto e indipen- dalla stessa scuola egli era sotto il ma momento. Plotino espone filosofico definitivo, a cui bisogna della sua vita appoggiarsi per comprendere la posizione del suo pensiero; « ipostasi della felicità », < della provvidenza », conoscitive e del trascendente », re », « che cosa è nella vita », « il male che cosa è », « se gli la vita « delle « dell' amo- astri influiscono e che cosa è 1' uo- 167 Sintesi di Plotino mo «intorno », Questi al primo bene misurano appunto scritti e alla l'altezza e l'originalità della sua speculazione nel trattare ma tradizionali, platonica rinnovare questo era il che questo era l'avvenire da e plotiniana, : argomenti gli stessi una nuova forma, neor punto di partenza da riformarsi in che ; felicità» (1). incominciare. Certo essa era consona alle esigenze dell'Impero di cui il suo autore era divenuto il più profondo fi- e dell'epoca di cui egli interpretava gli spiriti losofo, La e le tendenze. aveva definito mondo il greca propriamente filosofìa ideale della detta scienza e della come si erano venute costituendo nella loro Ciceclassicità. La filosofia greco-romana, dall'età di rone a quella di Marco Aurelio, aveva riconosciuto e sapienza, rivendicato nella vita della storia, da forme eterne le cui quello stesso del mondo diritto era ideale sorto. Il pensiero cristiano nascente, in tre secoli di fiammante testimonianza, aveva elaborato nella sua riginalità la rivelazione di Gesù, creazione della tempo di nuova maturo un confronto con esso da parte o- dottrina redenzione. Era e della della tradizione greca e la e del il fiore romana, confronto che doveva preludere e alla loro conciliazione e al rinnovato contrasto e alla loro sintesi definitiva. Plotino è di siffatta maturità non aver dimostrato, tempi, e dei vi manca. (3) 46» (I, 4); 47» (III, 2); 48° 51o (I, 8y ; 52» (II, 3) ; 53» (I, 1) ; 11 (III, 3); 540 (I, 7). il filosofo come crediamo di segno da lui lasciato 49° (V, 3); SO» (III, 5) XXVII. 168 — Aristotelismo e misticismo ne riprenderà le mosse Rinascimento, e ne seguirà le traccie nella storia è così forte, che senza esitare il moderna. La sua forma specula- tutta la speculazione così nitida, tiva è più cesellato il didatticamente tutta Le Enneadi sono ad un manuale e la storia ideale più e la scolastica. la patristica tempo che illumina vivace della filosofia classica che questa ci abbia tra- mandato. Esse suggeriscono appunto l'idea di una trac- intima e molteplice del pensiero antico, da seguire cia per intenderlo e da elaborare per comprenderlo, quale fu posta in rilievo con l'autorità di esse specialmente dalla filosofia bizantina e dalle scuole anche per tore è filosofo paragonato il sua figura, la singolarità della il il protestanti. antico al quale meglio più singolare dei filosofi E loro au- il può venir moderni, cioè Kant. Si può domandare come portanza storica duratura con della sua dottrina dell'Uno ge anche categoricamente Essa è dottrina di anche in critica, : si il accordi tale sua im- valore caratteristico quella per cui egli emer- nella storia della filosofia. non comune profondità mistica e quanto come abbiamo visto riduce l'unità astratta a unità trascendentale e quindi risolubile nel corso vivo della volontà. assai quale meglio è, sì, l' unità ma trascendentale. medesima per l' la idealità è insieme presente a se stessa autocoscienza, in tutto ramente noi intendiamo forma del concetto, la trascendente se continua del vero, come come Ma il suo valore, e cioè ve- L' unità volitiva del reale è dogmatica e incoerente, e appunto conduce alla teorìa Sintesi di Plotino di un principio essa indefinibile, che è altrettanto contrad- quanto quella del noumeno kantiano in cui dittoria ripresenta. L'unità mistica, si tre la 169 , quando trabocca forma della religione, che ha appunto di risolverla in dell'incertezza, fronta non ne dell'idea. Plotino in realtà problema per restringere il af- mole vacillante la ol- compito dubbio e del fonte pensiero, è la il nell'ammissione di un limite e di un'astrazione di cui cerca invano la concretezza. Esso era stato posto nella platonismo da Senocrate, per l'esigenza del storia del " monoteismo puro, o mente al deistico ; ed era riproposto attual- nostro dall'Impero stesso, nel suo sforzo di unificazione formale e materiale della civiltà, che do- veva interrompersi fortunosamente di sorgere poi più felicemente nel lì mondo a poco, e ri- del pensiero. Plotino ne approfondisce tutta la drammatica. interioe addita nella stessa dottrina dell'Uno quale rità, sia il punto debole, e pure con montabili non : promesse la relazione tra pensiero e domandando al La volontà come fede pensiero la perarlo e di ribellarsi ad esso. soluzione e impe- della Il culto che alla ma Ma analisi, di suin- non ba- reminiscenza e alla nostalgia dell'antico interrogativo del volontà. pro- bene del teso nel senso dell'ontologia e dell'eudemonia l' Essa volontà. pria tragedia e dei propri enigmi, minacciava sta insor- era più soltanto quella dell'intellettualismo creata dalla morale ellenica. rio tali ne momento esige la dialettica per la dialettica noetica essa oltremoiidana e inafferrabile è, : della in ulti- dall' intel- XXVII. 170 letto. — Aristotelismo e misticismo riconoscimento della II Plotino di tentare estrema prova 1' dell'intellettualismo puro la il : non difficoltà ricostruzione di mondo suo toglie a delle idee è un molteplicità dell'intelligenza, lo svolgimento di princìpio logico, cui la realtà è semplicemente sot- tintesa. Tutte le sue testuali indagini sui concetti fonda- mentali della filosofia sofìrono deduzione della volontà ma non che volontà pura la vi riesce poiché conclusiva, sempre : la impositiva, presupposto di il come sia, tormento di tale essa è rivelazione misteriosa dell'Assoluto, indeducibile. Egli vivifica la saggezza con ma come sentimento ha le sue radici solo nell'indeterminato che incombe nello stesso pensiero, e si dispiega come desiderio dell' indefinito. Egli riconosce F immanenza, ma essa è conil culto dell' amore : questo dannata nella materialità e nella Quest' ul- praticità. tima, lucidamente chiarita nei suoi motivi, è ritenuta come Il del ri- tempo, quale simbolo tipico del- l'esperienza, è eterogeno. mondo Le ipostasi che gnano un punto debole : definiscono come così naturale sono forme correlative, non proprie r lui obbligata a rinnegare se stessa per trovare la teoria. la concretezza da anch'esse ideale desi- della logica antica, che è poi istesso della metafìsica, cioè l'esigenza dell' unifica- zione in re mentre che in niente. L'anima, la vibrante psiche luminosa e misteriosa, è scissa nell' anima lo- gica, la cui fonte è in Dio, e nella vita naturale, ipostatica, mediata dall'anima del mondo. tino è immanente, ma non lògos di Plo- Il è incarnato : la sua espe- Sintesi di Plotino 171 ijenza è soltanto nella dialettica rivelatrice dell'essere e del bene : la radice della sua personalità, oltre la moltiplicazione ontologica e pratica delle anime, sfugge ragione, nell'eccesso trascendente dell'Uno. alla La dialettica di Plotino è assai superiore alla tra- dizione antica e ne rappresenta namento, e per la compattezza più alto il dell' perfezio- organismo logico che essa ricostruisce, e per lo sviluppo della speculativa, e sopratutto per la coscienza stioni insolute dal a mondo dualismo ; delle que- classico e la loro riduzione momenti formali (immanenza, smo, analisi trascendenza ; moni- unità e molteplicità) e quindi ripro- ducibili nella storia della classicità stessa per trovarne altra posizione, merito tale tosto, e sia semplicipraente sistematico delle categorie stianesimo possibilità è, si : ma esso è piut- : romane ricerca e stabilisce parole, la medesima per cui di fronte al formalmente risolverne i era essa vive, si problemi. la filosofia si eternamente giudica e nuova, e conclusiva. Il sta- discute dell'astrazione propria : ma mi- solo intendere tale testamento, e riaprirlo, affatica poi tutto Né le quell' astrazione l'astrazione della filosofia, e cioè la sua stica, cri- creazione dell' astratto di tuaria e implacabile, con noi, e continuamente. Vi era ploti- connessione storica elleniche e per esse attuali di in altre la tutta la storia di quell'Impero, e di di se può dire che appunto, analitico. L' analisi dialettica niana non solo scopre e attua Essa Non o la soluzione. potrebbe ancor dire che Plotino il Medio Evo. sia gnostico, — XXVlI. 172 per la sua dottrina dell' indefinibilità dell' Uno. Tale conseguenza ne fu da Aristotelismo e misticismo stesso nella teoria della libertà. Plotino è gno- lui che stico soltanto nel senso cismo dal Kant, e di poi superata tratta ; la attuale flusso 1' drammatica. dalla lizzato sua Il forma negativa non carattere il restringe le forze del ad un tempo concretezza antico nella sua compito ma regresso del nuovo, pensiero, la sperabile nel suo del futuro Plotino cerca la sintesi effettuale, e giudizio storico. Quale che fosse ai suoi occhi stianesimo, vo- divina da lui vagheggiata in bensì le aggrava. Cioè segue il ; nella concetto rea- logica è limitato solo dal lontaristico dell'infinità mondo lo gnosti- della vita regresso nel nell'infinito della sua metafisica dei combatte sua mente rifugge dall'artificio e dalla con- venzione, per amare sua verità egli cri- il risposta ai problemi so- prannaturali e attuali da esso rivelati, nella stessa fi- E la Atene losofia delle scuole di risposta che s' è di Alessandria. impone per opera sua all' attenzione delle epoche è che la via regia della storia, su cui nuovi pontefici non avrebbero nare, disdegnato di cammi- doveva riconoscere più che nità della Grecia e di i dirittamente l'eter- Roma. NOTA BIBLIOGRAFICA Ricordiamo ancora alcuni recenti scritti che considerano il valore A Tilgher, Plotino (« N. Ant. » 1920; attuale della filosofia di Plotino : e in «Filosofi antichi»); G. Guzzo, La psicologia di Plotino (Napoli, Sintesi di Plotino Perrella, 1926) ; 173 G. Mehlis, Piotiti (Stuttgart, Fromann, 1924) tile, Sistema di logica, voi. II (Bari, Laterza, 1924) losofia e mistica nel pensiero di Plotino vita interiore KOWSKi. L'esthétique di Plotin Der Begrijff der Seele et G. Gen- ; M. Marucchi, Fi- (« Riv. di filps. », 1925); G. Capone, La teoria della sensazione in Plotino selli, Plotino e la ; («Rivista (» Logos », 1924) ; E. di filosofia», 1938); MorKra- son influence (Paris 1929) Kristeller, Plotin (Tùbingen, 1929) ; Nebel, ; in der Ethik Plolins Kalegorien der intelligihilen Welt (Tiibingea, 1929). E. Le scuole neoplatoniche XXVIII L'insegnamento di Plotino ebbe sequenza di discepoli nell' una immediata ambiente romano e vi fu continuato come scuola romana nel neoplatonismo. primo nome che occorre Il ancora rilevare per questa scuola è quella del suo primo e fedele discepolo A- melio Gentiliano, di nazione toscana; quegli aveva raccolto già per sé solo l' frutti del primo periodo insegnamento di Plotino, di cui non trattati ai i : ed grandi essi filosofi, ci del- rimangono consistevano in cento serie di scolii cioè a Platone, Aristotile e Crisip- pò. Questo materiale dovette essere usato in seguito per la pubblicazione dei commentari neoplatonici; egli pare Amelio la si occupò anche personalmente di svilup- dottrina del maestro e specialmente di cordarla con l'insegnamento di suoi a predecessori. Tra questi Numenio ma Ammonio egli riac- Sacca e dei preferì ricollegarsi e questa preferenza rimase fondamentale per — XXVIII. 176 Amelio e Porfirio quella che intende camente i Amelio metteva in Ammonio videnza, delle dottrine di e- Sacca e Numenio, tre princìpi della realtà platoni- e in relazione al trinitarismo cristiano, cioè come Dio, Essi, Ma scuola neoplatonica. la il Demiurgo suo secondo Amelio, e figlio, il « piccolo figlio ». possono definire, in seguito si all'insegnamento di Plotino, come pio che possiede tutto, e principio che vede tutto. Quindi ciò che ma è, l' non Quindi è superiore la stessa che ad 1' da cui è, essere è legato opera del suo stro nel senso più conformista alle difficoltà di più affezionato stesso secolo, e cioè che aspirava a superare 1' antitesi mae- tendenze dell'epoca. mantenere e di svolgere di Plotino nel suo al- esso. discepolo modificava l'insegnamento del grande Questa di come specchio intelletto Invece per Plotino realtà. l'intelletto, l' princi- il significato il colui di significato il intelligenza e essere, non egli attribuisce all'essere procedono della il 1' tra il pensiero come pensiero paganesimo e cristianesimo venne particolarmente affrontata da Porfirio, il suo editore. Porfirio nasce a Tiro verso il 223 - 262 - '63 egli entra nella scuola di Plotino con Amelio l'ufficio di pubblicare i trattati e dettati quando il dal '33 e proposti Non si trova però a Koma muore, ma in Sicilia (268); dove maestro. maestro appare essersi trattenuto con Probo di Siracusa sofo. nel ; assume Ammonio ma simbolo Questi sosteneva che una personalità vivente, filo- Sacca non fosse o figura assunta dall'insegnamento dei sacerdoti di Giove Ammonio se- Le scuole neoplatoniche coudo che le dottrine che esse coltivavano nell' ipogeo; è appunto essi veneravano vari attributi. Posizione critica di 177 Senofane Porfirio si un Dio solo nei suoi assai analoga a quella al politeismo, della e all'eleatismo. dedicò a una varia attività per con- tenere la fortuna del suo prossimo maestro e la prova della sua personalità storica, per definire la quale egli entrò in corrispondenza con' altri neoplatonici, tra i emergono Cassio Longino e Anebòne, sacerdote egiziano, a cui indirizzò una importante epistola. In questo modo potè pubblicare integralmente le Enneadi quali di Plotino, precedute dalla vita di stare il Plotino, e acqui- merito della prima edizione critica e sistema- tica delle opere di un filosofo condotta con quel me- todo che usiamo ancora adesso, e che la fece rire alle edizioni di egli Eustochio e di Proclo. L'avere nell'ordinamento delle Enneadi un seguito prefe- otival secondo l'uso del tempo e le prescrizioni scolastiche, che risalivano probabilmente a Quintiliano, corrispon- de anche a un interesse categorico e formalistico che caratterizza tutta la sua attività. Questa continuò sino poco dopo a il 300 d. C, intorno al quale anno si ritiene che sia morto. Per suo conto Porfirio compose una vasta di opere, di cui alcune famose e conservate, altre frammentarie, altre perdute. Un primo gruppo commentari alle opere di i serie che nell'elenco del Bidez giungono a 71 e dei quali il — comprendeva Platone e di Aristotile ; più importante a noi rimasto riguarda le categorie di Aristotile. CARAMELLA di esse La Ad Filosofia di Ploilno. esso Porfirio prepose una 12 XXVIII. 178 introduzione, — Amelio e Porfirio Isagoge, in cui propone di l' princìpi categorici a cinque : ridurre i génos o generi dei con- eidos o idea, diaphorà o differenza logica, Idìon cetti, o proprietà dialettica, e symbebekós, o proprietà accidentale. Egli cioè ritorna a Platone e agli Stoici, solo in confronto di Aristotile : idee problema dell'immanenza e della trascendenza. Queappunto sto è che sotto trattatello, il que vocibus nella traduzione damento : perchè 1' di Boezio, servì di fon- autore lascia aperto alla discussione se una sussistenza propria e sorbito nel genere dei concetti, o mondo ovvero dell' essere (e della realtà), r intelligenza o de quin- nominalisti e concettuali- tra realisti, l'eidos o idea abbia titolo il medioevale e specialmente a tutta la logica polemica alla sti di Plotino così di riproporre nella dialettica delle e cerca il ma anche non ideale o cielo, sia sussistente nell' intelligenza di essi. coltà era analoga a quella sia as- stessa della Questa per diffi- polemica tra Platone e Antistene, se esistano idee di ciascuna cosa anche da Plo- e se le idee siano ostensibili, discussa tino {Enti. V, firio Invece a noi oggi 7). appare più importante ferenza tra le idee, che come logica della si trattato di Por- il per la teoria della dif- trova sviluppata dallo Hegel differenza e dallo Schelling come legge della natura. In altra opera Porfirio sosteneva che di Platone e di Aristotile la dottrina forma una scuola sola nel suo significato ideale, e ciò tendeva anche a illustrare in un apposito saggio « sulle potenze dell' anima » (cioè sarebbe stato platonico e aristotelico nello stesso Le scuole neoplatoniche Ricerche tempo). erano in questo tipo nome lui in un miste. Per commentare invece libro apposito col il 179 proposte da com- Ricerche di Plotino pensiero di egli compose un aureo libretto che con profitto, costituite da sentenze tratte da Plotino, o Sententiae ad « originali intelligibilia ». emergono: 1°) l'epistola corrispondente e seguace secondo sofia princìpi i ; ancora Tra A gli Marcella, sua dotta alcuni frammenti e la sezione intera tagora, sotto rae; 3°) titolo il « lega l'epistola a Valerio; 4°) Odyssea; mantibus; famoso 5°) il De Di questi ultimi si a Gauro sopra 7") la conservano continuo perchè condannato ratore Valentiniano III. In in il pro- grande libri. numerosi al fram- ma non menti e citazioni nei Padri della Chiesa, testo col- Nympharum antro 16 cristiani in si de abstinentia ah ani- trattato blema della animazione degli embrioni; i Pi- vita Pithago- sui simulacri a cui 6°) l'opuscolo rivolto polemica contro abbiamo dedicata a Malchi vel regis frammenti dell'opera della filo- quale della logici, suoi scritti Della storia 2°) studia si rogo dall' il Impe- Porfirio esaminava essa criticamente le dottrine del cristianesimo con autorità riconosciuta nella valutazione dei testi per es. che il : libro di Daniele poteva essere soggetto Perchè di disautenticazionCé essere scritta verso il la sua profezia potrebbe 167 avanti Cristo, sotto Antio- co Epifane, mentre la figura di Daniele sce e dimostrava storicamente verso la fine del vi secolo si defini- VI avanti Cristo. Tale critica egli applica ancor più largamente agli XXVIII. 180 — Amelio e Porfirio Evangelisti e a San Paolo, che nell' intento di sostenere processo del Cristo era stato la legalità stessa, il e che soltanto un eroe poteva ammettere che egli fosse stato si e avesse raggiunto svolto anche l' immortalità in altra sua opera come ; sulla Filosofia era degli oracoli. NOTA BIBLIOGRAFICA PoRPHYRii opuscula, ed. Nauck (Teubner) Sententiae, ih. ed. MomDe quinque vocibus, ed. Busse (Beri. Ak.) Quaestionum Homerìcarum, ed. Schrader (Leipzig, 1880-1890), 2 volL ; Gegen die Chrìsten, ed. Harnack (Beri. Ak. 1916-1921); J. Bidez, Vie de Porphyre, Gand, 1913; P. DE Labriolle, La réaction payenne (Paris, 1934); C. Vitanza, Un episodio del paganesimo morente in Sicilia (.Athenaeum, 1923). PrantIì, Geschichte der Logik ini A hèndlande voi. I • II (trad. it. de « La Nuova Italia », Firenze). ; mert ; ; ; XXIX Il pensiero di Porfirio allo sviluppo dell'etica del pitagotisrao pratico o ansiosamente a cogliere prire il pensiero nella si delinea neoplatonica sociale. la come rivolto alla riforma mira quindi e Egli legge della vita vita stessa: corpo. Ciò si conseguenza tra a sco- e considera la psicologia nel suo aspetto immanentistico, zioni che passano in e l' vede dal corso stesso delle e le anima « rela- e il sentenze » plotiniane da lui prescelte. Sentenza P : « ogni corpo è in luogo, nessuno degli incorporei che sono per sé stessi o alcunché di Le scuote neoptatoniche simile un luogo trova in si 1^1 Quindi ». differenza la principale tra anima e corpo è data dall'essere quella fuori dello spazio, questo nello spazio. Sentenza IP: i sono quali « Gli esseri incorporei di per sé stessi, che è ciò sempre superiore ogni di corpo e spazio, sono universalmente non in forma di contrasto, ma indivisibili». Sentenza IH" « tali : princìpi incorporei di per non sono presenti ai corpi spazialmente, ma sono presenti ad essi quando essi vogliono ». Quindi la relazione tra Tanima e il corpo non è mai da cercare nella dialettica dello spazio, ma sé stessi solo nella volontà, serpeggiante nelle dominarle di cose stessa sentenze, la «l'anima sostanza senza grandezza, sen- za materia, incorruttibile in tale il capace (IV). Essa é illuminata da un'altra delle 18° che dice: e vita che ha dà sé principio del vivere, e che possiede l'essere ». Questi princìpi appunto potevano risolvere la questione del pitagorismo e toglierla dall'oscurità in cui si trovava per dello spazio e dei de, E ma il continuo passaggio dai problemi numeri ai problemi dell'anima. eterna, é appunto impersonata porfiriano, personaggio che sintetizza l' Occidente l' cui mente dal agli Pitagora occhi si come un eroe elevò di fronte agli uomini ispirato, per sua intima e impareggiabile contemplazione della vinità. del- insegnamento religioso del prossimo O- riente. Egli é da considerare la non gran- quella definizione dell'anima, anima la di- XXIX 182 II — Dottrine di Porfirio • pitagorismo era destinato quindi sin stesso fondatore a vincere l' dell'orientalismo influsso mistica con persiano ed egiziano, sostituendolo nella la visione ellenica delF morale e con vita immanenza divino nella scientifica della del interpretazione l' suo dal trascendenza. Anche negli altri frammenti della sua storia Por- mostra lo stesso intendimento dì dare firio zione scientifica carattere non corrisponda più ma rappresenta la tradizione alla cronologia, nella la come le cronica stessa epoche della valore cronologico qualitativo della ma quale secondo di ApoUodoro, anche lui confronto per illustrare abbiano storia greca aspetto in entra egli essa scienza, suo nel stessa estende si quanto in allo stato attuale intellettualistico. Ciò con simbolico, alla tradi- non solo anche, e per lui prima di tutto, vale a dire che ci volevano appunto tanti : anni quanti sono storiografia perchè stabiliti dalla si realizzassero quei fatti da essa celebrati. Sotto questo rispetto egli vagheggia una riforma della teoria della conoscenza naturale storica che si trova tratteggiata nel o empirica saggio o sull'antro delle ninfe nell'Odissea (n, 102-112). Il mito platonico della dell'uomo non può più reggere Come potrebbe nello spazio ? l' II come caverna per i carcere neoplatonici. incorporeo dell'anima essere chiuso mito stesso per la sua continua ela- borazióne è diventato incomprensibile. Porfirio preferisce sostituire il mito orfico con la tradizione ome- rica, associandosi alla scuola degli interpreti allegorici Le scuole neoplatoniche Omero di 183 e quindi invece di paragonare le ; anime a quelle anime, cui incarnano muscosi ove lezza. la e i L'anima antri il meglio della sua bel- pensieri si rassomigliano nel cer- ci Panima come care esperienze e nel condurre cielo. negli dà natura Le ninfe ninfe le stessa a guisa di suo al ape trasforma net- il tare offerto dalla natura per suo divino cibo, e sta trasformazione è il misurabile a quel ai loro modo che ma come ninfe, e l'arte le boschi que- segno della sua autonomia nel suo carattere spirituale. La scienza ma a Omero prigionieri nella caverna, egli le paragona con il come la cerca for- culto cerca l'enigma sfuggono ninfe le dei amatori, così l'anima incompresa sfugge ai ricercatori materialisti. Essa è lo spirito. Così del trattato De ci accostiamo al problema abstinentia, nel quale solitamente si vede riposta l'originalità di Porfirio. Egli pensava che Plotino avesse staccato troppo vivamente dalla vita e che pertanto la visione lui suggerita esaltasse deli'eoue, ma non la vita nella si la vita nella riconoscesse se sua realtà fisiologica, appoggia la vita morale. Quella lo della sua sguardo realtà da grandiosità non genericamente sulla vita quale che pure Plotino aveva teorizzato come infusa a noi dall'eternità, è invece intuita da Porfirio negli esseri esistenti. Quindi precetto pitagorico dell'asti- egli considera il stessi nenza dal consumo delle carni come l' invito ad uno la prefazione o studio della vita animale (dell' e degli animali) secondo un nuovo punto di uomo vista, XXIX. 184 — Dottrine di Porfirio quello della filosofia neoplatonica, che deve natural- mente condurre. Se consideriamo umano l'organismo con l'anima non è né a cui la relazione né di inclusione, ma problemi di continuità offrono al gli stéssi ma nello stesso problema si essi : di esclusione vale a corpo e vivono che dire anima, all' distintamente l'uno dall'altro, anche se la soluzione è Il sua nella appare come un essere per sé consistente, vitalità esso coincidente. corpo è un organismo dotato di un proprio prin- cipio vitale non l'anima ; un organismo, ma un é cipio organizzatore capace di dirigere identificarsi con esso. Ciò si il corpo, prin- ma non vede esaminando gli es- seri animali nei quali nessuna psicologia crede di po- tere identificare l'anima, e considerando che essi sono educabili e cioè possono corpo in una relazione di simpatia di sottomissione, che non sarebbe avessero una propria autonomia entrare di tuttavia col loro obbedienza e possibile vivente. non se Quindi la vera scienza biologica viene a operare per intuizione e per la conseguente comprensione concreta della vita nell'uomo e negli animali. metodo stesso che è stato ai tempi nostri sviluppato con tanta fortuna dal Bergson nella sua evoluzione creatrice : il metodo della coesione tra Questo è forma intuitiva del pensiero metafìsico e la della vita. l' il Ma come esso si accordi non viene più chiarito da Porfirio maticamente, per ricorso istinto con quello intelligenza astratta e della dialettica rie, l' delle se al principio ideale del- categO' non dog- dell'Uno; Le scuole neoplatoniche della vita spirituale rimaneva, in tale forma, la sintesi noumenica l' 185 non più e trascendente, intuizionismo e intellettualismo l' in atto: e lasciava come dottrine giu- stapposte da criticare. .XXX. . La scuola neoplatonica pervenne, in l'attività al- dei suoi primi maestri, a formare altri centri E in Siria, a Pergamo, e ad Atene. si seguito scuola la : siriaca inserì nella tradizione dell'insegnamento neostoico di Posidonio Numenio. e di La prima e maggior figura di essa è quella di Giamblico, di Calcide nella Celesiria. 230: sappiamo che Egli morì nel era stato disce- polo di Anatolio, scolaro di Porfirio e che ebbe disce- qualche grido: Teodoro di Asine, poli, a sua volta, di Sopatro di Apamea aveva composto dei » (framm;). « : e Dexippo. La «La Due opere mi vita qua^ttro e di riunione dei dogmi settimo. Il Pitagora, protreptico « della il (o comune teologia dei Cal- perfettissima in dieci libri, dei quali soltanto il primo secondo è esortazione) alla si pitagorici», conservano intitolato filosofia», y>, Nicomaco il tradizioni orientali, titoli V autore che « pri- discorso terzo il quarto di «. Cerasa settimo «dei teologumeni dell'aritmetica >. evidente già da questi i di quésti tratta della scienza matematica introduzione aritmetica di principali della », il Quindi è pure rifacendosi a vi svolgeva la critica e la — XXX. 186 Scuola di Giamblicó discussione del pitagorismo. Questo esposizione sistematica nell'altra opera, di cui Una servano dei frammenti. avere dovette si con- terza opera di questo au- tore riguardava le sue relazioni storiche più importanti, che intitolava « : Giudizio Anebone sull'epistola di Porfirio ad contenute difficoltà in essa steriis » sofia religiosa del e soluzione delle altrimenti : Aegyptiorum, che creò Ahammone maestro del il De my- sua fortuna nella la Rinascimento e nella filo- mo- filosofia derna. La posizione temente discussa storica di Giamblicó venne costan- sembrava a taluni dei suoi giudici : più grande del suo tempo e della sua posizione egli scolastica ad ; tra altri, invece egli inferiore quali lo ì Zeller, apparendo sua fama. La sua originalità alla consiste nell'aver ritenuto che l' della scuola neoplatonica avesse ispirazione religiosa importanza decisiva o fondamentale per lo sviluppo della dottrina. Quindi nell'avere cercato dì innovarla rifacendosi alla tradi- zione del sincretismo, del sacerdozio esoterico e della passione mistica. Egli è sofo ; ama e gli come punto oràcoli, un le un superstizioso, che differisce tanza greci, data babilonese gnostici. come alle ; Ma leggende, di partenza intuitivo per conferì alla sua figura filosofi sacerdote, prima che carattere da dei caldei rivelazioni filosofemi. Ciò i tra misterioso e consueto quello differisce dal loro dottrine le filo- dei metodo l'impore della scienza mentre s'accosta in questo all' uso degli la lettura dei trattati da luì composti ci Le scuole neoptatoniche uno rivela invece 187 un profondo spirito limpidissimo, ragionatore, che nella esortazione alla filosofia (da lui composta in emulazione di un giovanile trattato di Aristotile) raggiunge un'alta coscienza della storia della filosofìa pone e quadro del neoplatonismo. sto punto di derare come nostro giudìzio da que- Il vista è piuttosto che stiana, cioè il da egli sia consi- nella sua alla religione cri- storico della religione e nel suo trapasso di fronte crisi non minori nel e risolve dei concetti antica creatore dello storicismo dialettico che dopo ispira più notoriamente la sua scuola e che lui basta a considerare l'identità di sua specula- carattere sistema- della zione. Giamblico propose di dare si tico e risolutivo alla mento più eccelso, dialettica plotìniana nel suo ma più oscuro, deiruuità assoluta e delle sue forme, trattato firio ; cioè intorno al la teoria mistica unitari che si della vita dell' : già modo da Amelio e da Por- di conciliare e accordare dell'Uno con la varietà dei princìpi prospettano presiedere Uno del pensiero e pensiero come mondo Uno dell'essere, del e pensato, e infine Ora intelligibile. varietà era in Plotino da lui riconosciuta dice dello stesso valore trascendentale che è per conseguenza indefinibile, quindi ci sì ; ma l' questa come l'in- dell'assoluto, inafferrabile, che avvicina nelle stessa forma in cui lo de- sideriamo e cerchiamo di idee aspetti dell' trascendente cioè del vari ai immanente, dell'unità del pensiero e pensiero pensante mo- questo punto definire nel vista così dì mondo delle problematico — XXX. 188 Scuola di Giamhlico nella contemplazione dell'assoltito, sostenersi scolasticamente non poteva ancora perchè l'elaborazione delle : scienze filosofiche secondo nuovi princìpi era in cora in divenire. Quindi la scuola dapprima considerare questo valore ferì come principio an- neoplatonica predell'assoluto trascendente, e di cercare la sua riso? luzione dalla storia, invece di procedere logicament€^ una sistemazione dei princìpi questi la storia, come faremmo a e soluto come forma dell'unità. trascendente, esso ci Giam- Pertanto noi. blico propose di svolgerlo in questo modo si con intendere di : posto l'as- rivela sotto Questo concetto dell'unità deve la ab- bracciarne le diverse specie e cioè tanto l'unità metafisica quanto l'unità logica, ma deve permettere distinguere anche l'unità etica nella sua e ciò perchè da essa, che è la storia di concretezza, riconoscibile di fronte al pensiero, possa emergere la definizione piena della verità, come rivelazione. Quindi esso rappresenta nuovamente me principio ma puro riconosciuto ora capace di molteplicità, stesso di svilupparsi come Giamhlico considerava e vosQÓy, telletto. il yor\x6v, Quindi quale ora molteplice, da richiede intelligenza. E in tal Questi modo soltanto, l'una tre aspetti soggettiva sono: il yciig,^ cioè l'intelligente, l'intelligibile, essi sono se intelligenza sotto tre aspetti, non più come due forme e l'altra oggettiva. il l' il l'essere co- distinti ponendo una l'in-^ difife- renza tra ciò che è pensabile e ciò che è veramente pensato, vale a dire ammettendo anche nel mondo Le scuole neoplatoniche delle idee bilità; logi dominio della il 189 proba- possibilità e della metodo che fu seguito poi largamente dai teo- mondi posnuovamente dalla fino al Leibniz e alla sua teoria dei sibili, e pensabili, poi esperienza con Ma si disciolse calcolo della probabilità. il questa posizione di Giamblico ripercuòtendosi nella sua visione dell'esperienza, lo porta ad golare posizione del pensiero una sin- come quel pensiero che : è stato distinto in se stesso, quale principio superiore alla realtà quale l'intelligibile effettuale, vivente, nella fanno tutt'uno, anzi e l'intelletto converte in modo che la loro relazione telligenza stessa. intendere F intelligenza stessa, la storia non dell'umanità tesi si umano appare l'inIn conseguenza di questo modo di l'intelletto della come presenta per Giamblico si ma come del passato e del presente, vita e sin- proiezione del passato nell'avvenire, quale dialettica di probabilità al Cioè una e possibilità. pensiero e rispetto alla quale egli non è che ora- colo e profeta di concezione della se medesimo. Donde un' altissima filosofia come missione rinnovazione mistica dell'umanità di che fugge davanti storia ; ma religiosa, come anche una sorta preoccupazione etica di fronte alla stessa esperienza, come un mistero che mai risolto, né può quindi storica, per sempre ferma pensiero contempla senza aver risolvere Giamblico, medesima, a se il il ma e la cui problema che era da a questione interamente. storia si è che sfugge drammaticità ricon- risolvere, non ne a soluzione. Essa è religiosa religione che Essa conferma dialetticamente lo riduce ; ma come la non XXX. 190 — Scuola di Giamblico che religione, finisce per dissolversi nella melan- altro conia del paganesimo. NOTA BIBLIOGRAFICA Jamblichus de Myateriìs Aegyptiorum (et Proclua In Plot. Alcibiamagia ; Porphyriua de divinia alque demoni bus, Psellus, de daemonihus ; Mercurii Trismegiati Pimander ; id. Asclepiua); trad. di Marsilio Ficino, Lugduni apud Joan. Tornaesium, MDLXXVII. deni, id. de sacrificio et Edizioni critiche di tutte le opere a cura di L. Deubner (de V. Pyth.), H. PÌ8telli (Protrepticua), N. Festa (De comm. math.), id. Pistelli (In Nicom. arith.), V. de Falco (Theologumena arithmetica), T. R. Hopfner, (De myst. Aegypt.) ; Lpz. Teubner, 1888-1922. Cfr. Ueberweg-Praechter, § 80; AsMUS, in Heidelberg Ak., 1917. XXXI Per intendere meglio di Giamblico nel il del significato Neoplatonismo, giova pensiero ricordare a questo punto quali proposizioni fondamentali del pensiero di Plotino siano state da luì particolarmente ela- borate. Esse ci vengono skepseis diaphoroi chiudono il in sintesi dalle o « Considerazioni diverse Libro III che presentano ma », oflPerte delle la dottrina Enneadi « Epi- » che (Saggio IX), e neoplatonica nella sua for- intellettualistica (1). (§. 1) (Platone) dice che sono in ciò che è il che « l'intelletto vivente, e quindi vede idee il Demiur- go intende quelle cose che l'intelligenza vede nel vente (1) e che l' universo contiene » (Timeo, 31°). vi- — Testo tradotto per esercitazione dagli allievi Caruso e Caronc, e da noi riveduto in iscuola. Le scuole neoplatoniche (Longino) Dunque non : dice forse che le idee esisto- no prima delPiutelIigenza come idee enti ? ma e che la il non vivente) che intelligenza, ed ma diremo il diremo che rintelligenza ha essa possiede, dal verità, cioè quell'ente a cui ciascuna (Plotino) ferenza l'altro, : se stessa moménto che sono là Ed trova si non e sono in quella posizione oggettiva. dice (Platone) che anche la verità fatti appartiene. cosa stessa ma non nell' essere separati l' uno le in- là, Ora, se l'uno e l'altro sono diversi, la consiste non intelligibile; e dunque quelle cose che essa vede. Immagini le verità che con- di fuori di al ricer- vivente stesso che esso è esse intelligenza, sia infatti l'essere templa è intelligenza, e dunque è intelligenza, mente pensa Primariamente bisogna quindi care se quello (dico altro 191 in — dif- dal- soltanto nell'essere diversi. Inoltre niente impedisce quanto alle parole, che un principio siano entrambi, divisi dall' atto di pensare, poiché è un solo essere che si trova così una : parte intelligibile e una parte intelligente. non dice che quello che vede in un altro, ma che ha in sé impedisce che istato si Ed trova assolutamente Niente l'intelligibile. l'intelligibile sia di riposo e di unità e dì infatti anche intelligenza in calma ; e che la na- tura dell'intelligenza che vede quella intelligenza che sta in sé stessa, sia una attività vede quella stessa; e che, intelligenza di pensando quella vedendo quella quella, perché sia che venendo da essa pensa quella anch'essa e in maniera intelligenza e intelligibile, poiché Io imita. propria sia ; e che diversa XXXI, 192 — Questo è dunque sto mondo ciò che Plotino e Giamblico il pensiero pensato, fare in que- esso vede là quattro : generi di esseri. E a me pare che ciò che un se stesso formi Ad altri vivente altro principio diverso sembrerà che tutti quale è stesso l' intelligenza, Ovvero come in molti menti, altri pensa produrre e dividere Oppure un senso in il solo, il pensiero ri- esponendo quale è essergli disposto le cose viste il di si terzo, fare, di dall'intelligenza nel ed in un altro senso non l'intelligenza, quanto le cose divise dall'intelligenza, essa stessa è quanto essa ma : altri- Ora tre. è possibile che quello che divide sia sia l'intelligenza, in in casi due primi princìpi cioè che ? un diversamente pensa che siano è parlato dei vivente da questi due. siano e tré flesso. quello segretamente su riflette stessa 1' provengono essere che rimane indivisa le divide, e cose prove- nienti da essa sono divise; e queste cose sono le ani- me. E per questo dice anche (Platone) sione è del terzo essere ed è nel terzo, flette; la che il la quale quale opera non è dell'intelligenza, l'anima che esercita tura divisibile l'attività di dividere in divi- ma ri- del- una na- ». XXXII metodo filosofico di Giamblico conduce a porre problema dell' unità del pensiero come [relazione Il il trascendente e principio religioso. rispondeva per lui, l'unità A questa unità cor- della filosofia nella sua for^ Le ma scuole neoplatoniche teoretica o contemplativa. Essa come gezza 193 considera costitutiva della scienza per sag- la fine di co- il noscere la verità nel suo valore assoluto e unico, per la teoria e per la pratica, quale emerge dalle diffe- renze studiate dall'intelligenza, ossia dalla natura del- l'uomo e dei la Ciò fatti. secondo lo spirito ma Pitagora, era ma sola unità teoretica astratta, riformato : non più per per la ricerca del- neoplatonismo del l'unità teoretica concreta e assoluta, quella è di cui derivazione. Gli stessi lineamenti ha sistema di il Giamblico considerato dal punto di vista costruttivo o dogmatico. bene, Egli identificava l'uno e il che uscisse poi primo mondo come lui intelligibile, forma per comprenderlo, terza mondo il da questo riteneva pensabile, o genericamente e che, succedesse intellettuale, il da introdotto nel sistema neoplatonico. Quest'ultimo, modo, veniva ad in tal essere costituito dai pensanti, in quanto essi rappresentano la gettività,, o pura possibilità dei pensieri, cioè quelli la che oggi chiamiamo camente principi I letto) ; III intellettuale anche stori- intelligibile comprende a sua volta tre : — II mondo inteso. mondo Il soggetti vuota sog- — — cioè padre o principio il la potenza dell'intelletto (II) la — La (intel- ; e l'intelletto della potenza come coscienza CARAMELLA fondamentale ; forza del pensiero e (III) il pensiero di questa forza. Filosofia di Plotino. 13 XXXII. 194 — Aristotelismo e misticismo Questa serie di princìpi corrisponde mente alla, teoria mondo Il principi — : più esatta- di Plotino. intellettuale distingue in si tre altri e cioè nell'intelletto puro, nel princìpio della mediazione (tra esso e la realtà) nel demiurgo — mondo ideale. mondo reale, egli poneva un che cerca nella realtà questo Poi, discendendo nel secondo tipo intelligenza, quali sarebbero le intel- di ligenze angeliche o astrali, do come realtà naturale o come sensibile — — poi l'anima scientifica, mon- il mondo il sen- realtà della coscienza. Questa coscienza nella sensibilità è per Giamblico immediatamente che religiosa, vale a dire più naturale e più semplice della vita è sfondo lo l' immedia- Su come coscienza cosmica tezza presente e attuale della coscienza del divino. questa fonda si o religione la religione naturale : ma, a differenza Giamblico non intendeva cristiano, che del pensiero la religione soprannaturale fosse diversa dalla religione Essa è pur sempre opera della teurgia naturale. o formazione e operazione del divino, per la coscienza che di esso e insita in noi, ed è teologia o rivelazione dello stesso divino nella sua mediazione, quindi nel suo significato, Di secondo quanto è tanto è superiore lata a processo proprio del superiore la ragione ai pensiero. sensi, di in questa forma la religione rive- quella naturale. Ciò è lungamente svolto nella sua epistola porta il opposto il polemica sulle titolo : De Mysteriis dottrine dì Plotino, Aegyptlorum. Gli che stessi Le scuole neoplatoniche princìpi egli applicò punto e al l'etica, Il 195 metodologia alla scientifica, al- di vista filologico. pensiero di Giamblico è anche importante per da lui che l'interpretazione dei dialoghi di Platone, incominciò con un nuovo metodo, considerando Platone come il più alto esempio degli autori e autorità da intendere nella ficato filosofia. Egli ritenne che dei suoi dialoghi risulti veramente quando continua lettura noi ritorniamo a cercare quale effettiva intrinseca persone relazione tra le logo, e della dialettica della loro posizione a dere il signi- il dalla sia la del dia- compren- come viene posto significato del loro pensiero e risolto da Platone. Ma blico, è po » pensiero proprio il sempre unitario: quindi del dialogo in genere e del dialogo mus ha la si platonico in svolge per consecutive ricostruito secondo queste idee Alcibiade Maggiore di Giamblico egli sistemati- unità di concetto. della propria realizzazioni me La di testo filosofico. specie è consequenziaria, cioè all' a questo « unico sco- bisogna mirare nella lettura dei dialoghi, anche come forma generale cità Giam- Platone, dice di ; il Lo As- commentario dimostrando co- per questa via dialettica rinnovasse non solo sua scuola ma anche st'ultimo invece si alla tradizione nel Questo bordinate o platonismo classico, e a que- accosti in maniera più conforme problema della scienza. egli prospettò za la metafisica, in cui modelli il paradigmi le scienze 1' ponendo come prima oggetto sono le delle Ad cose. matematiche, i esse idee scien- come sono su- cui princìpi e og- XXXII. 196 — Aristotelismo e misticismo sono immagini delle cose getti subordinate indirettamente il sono vi problema della scienza dobbiamo procedere convertendo l'etico nel fisico, il in nozione matematica e questa illuminare con fisico metafìsica. la Invece scienze fisiche e seguono le poi le etiche. Per risolvere stesse. tamente Ma possiamo anche procedere più spedi- dall'etica nella metafisica. matematica, o dalla nella fisica Ciò dimostra ancora una volta l'unità del sapere e della virtù. Giamblico classificava le virtù in virtù politiche, catartiche, paradigmatiche, metafisiche, teoretiche, ie- ratiche, teurgiche o magiche, e unitarie. Tale limpidezza e precisione descrittiva egli do- veva sostenere per altro con e della superstizione, speranze Quindi come dell' intellettualismo la materia come la il missione della magia mondo delle possibili pagano dei suoi tempi. principio oscuro, che egli lontanava dalla prospettiva dell' intelletto con gnare ai sensi la conoscenza religiosa, viene a sentarsi a fianco di esso come ombra telligenza. Cosi il maggior ordine per lui sempre il migliore. Tra to : i discepoli di Giamblico Teodoro di Asine per il 1' ripre- della stessa in- sistematico abbiamo non Repubblica in cui si ; e per i suoi com- trattato della commento rife- a quel passo della sostiene l'uguaglianza sociale del- l'uomo e della donna un il è già ricorda- menti di Platone, dei quali uno è celebre e viene anche da Proclo, cioè asse- suo perfezionamento del triadismo sistematico del maestro rito al- ; Socrate di Apamea, autore di provvidenza, e Dexippo, di cui si Le scuole neoplatoniche 197 conserva una importante esegesi delle categorie di Aristotile. Altro discepolo, Aidesio, fondò gamo, famosa nel campo delle in una fase della storia uscirono nel IV lettere, e Da filosofica. che culminò essa in ispecie secolo quei filosofi che trattavano la come forma filosofia scuola di Per- la grande di eloquenza, e ciò per la importanza delle polemiche tra cristiani e i i pagani. tempo trasformavano il tipo del sofista non più scettico ma pragmatico, non più pitagoreo ma Essi in pari neoplatonico. Tra questi notiamo autori e maestri stematica la Eunapio, filosofi della Massimo di Tiro, autore di orazioni moSallustio di Pergamo, autore di una operetta sì- sua scuola ; imperatore Giuliano, dell' Vitae sophistarum^ cioè, dei autore delle rali Libanio e Crisantio, : ; « De diis mundo et figura di Giuliano l' suoi scritti retorici e Ma >. Apostata e tra l' essi eccelle importanza dèi filosofici. NOTA BIBLIOGRAFICA Nella collezione Didot Helianus, Philo Byz., : Philostratus, Porphyrius) ; Lipsia (Hertlein, 1875, 2 voli), del Wright del Cumont e Bidez Eunapius, Himerius Juliani ìmperatorìs (Londra 1913-1923, (Ephtulae, Paris, 1922). Trad. Giuliano l'Apostata (Torino, 1920), e di R. Prati gli Dei e degli uomini (Bari, Laterza, 1932). : it. (et opera, ed. di 3 voli.), di A. Rostagni Giuliano l'Ap. Monografie su - : De- Giuliano Aliard (Paris, 1900-1903, 3 voli.); G. Negri (3« ed. Milano, 1914); C. Barbagallo (Genova, 1912); A. Rostagni, cit. Studi su Sallustio neoplat. del Passamonti (Rend. Lincei, 1892) e del Muccio l'Apostata di P. (Studi it. di filol. class., 1895). — XXXIII. 198 L'imperatore Giuliano XXXIII La figura* dell' imperatore^ Giuliano come nella storia del pensiero risolutiva^^del neoplatonismo. stato battezzato, secondo]^i momento il presenta si della crisi nel 331 egli Nato nuovi intendimenti^ del pre- secondo torio imperiale di Bisanzio, e quindi educato la religione Ma cristiana. era aveva Giuliano maggiore simpatia che non gli altri dimostrato per la Cesari fi- losofia neoplatonica professata da Crisantio nella scuola di E come Pergamo. egli giunse e col titolo di Cesare incominciò Giuliano età di secondo una restaurazione le idee del soprannominato ad aspirare al trono, 1' augu- della religione neoplatonismo. Perciò venne Apostata, quasi avesse tradito fede cristiana. Si deve tener presente che simo era comando dichiarò apertamente avverso ai cristiani, si e fautore di stea all' stato adottato dagli il la cristiane- imperatori "costantiniani come e in ispecie dalla famiglia dei Costanti ufiìciale, cioè ancora nel senso arcaico della religione ro- religione mana, prescindendo dalle convenzioni personali. Quindi nell'ambiente palatino e specialmente nella nuova de di Bisanzio, mentre i cristiani erano tollerati ancora perseguitati, vigevano ancora attorno nesimo, un'opinione di carattere processuale dire che, per esempio i soldati romani, tribù di Giovanni (Evangelista), denunciare alla si se- o al cristia; vale a ospiti della erano presentati a stessa autorità del pretorio, che aveva Le scuole neoplatoniche condannato Cristo, il religione, e quindi il anche 199 costituirsi della il che sospetto pote di Augusto ribellatosi a Tiberio. erano stati mandati a Partenio aveva avuto e ivi Questi ni- soldati tempio di Giove il compito di continuare questo il processo di carattere i Roma, un fosse egli nuova politi<;o sacerdoti naturalmente contro cristiani. i avevano inteso col che Il mettersi a fare la parte dei cristiani stessi, e specialmente contro Greci, perchè i vano le troppo facilmente affiata- idee cristiane con proposte di riforma politica. Analogamente per no questi entrati tutti gli altri nelF ordinamento e campi nell' i cristiani era- amministrazione dell'impero per processo, e data l'intensità della lotta intervenuta avevano giudici, ai finito come questione bile, o per sostituire dei Quando si per imporre le loro idee principale, ma insupera- sacerdoti scetticheggianti. viene a Costantino si doveva intendere che questo processo era stato in sostanza vinto dai cri- stiani. Vale a dire che questi avevano dimostrato, nello stesso esempio supposto, non che Cristo fosse nipote Augusto o volesse presentarsi come di a Cesare quello che è di che gli è di Dio ») ; ma che Cesare la loro : (« Date questa era accusa se non de- Ebrei, almeno degli Arabi. avevano provato ; tale date a Dio quello E così in generale essi capacità a tenere templi e basiliche e legioni, e anche di fare la parte dei loro inquisitori. stantino ammetterli r ufficio Quindi venendo meno questa potè non solo conciliarsi giuridicamente, dei sacerdoti di coi difficoltà Co- cristiani, ma consegnando Giove Partenio. loro anche Senonchè, XXXIII 200 anche se — L'imperatore Giuliano questa opinione aveva pretorio del qual- che fondamento, per molto tempo l'ambiente imperiale poteva spiegare suale me ; non come una l' né codi un Giuliano, era di- Quindi V animo giovane imperatore e filosofo come viso tra atto proces- definitiva trasformazione conversione. obbligatoria come un fausto evento il nuova interesse speculativo della religione, che era seguita da alcuni dei suoi maestri e da altri no ; e l' interesse programmatico in Oriente dell'impero ma romano della instaurazione unitario nella sua for- propria, la quale vi era rimasta assai limitata dalle Che tetrarchie e dalle guerre civili. se egli avesse po- tuto apparentemente restaurare la religione imperiale Minore, nell'Asia meno profonda questa sarebbe di quella riforma non stata voluta dal Anzi essa poteva essere fondamento cristianesimo. di più sicuro av- vento del cristianesimo, come quella che in non profondamente era stata dente. Inoltre, se questo era diffusa il Oriente come Occi- in suo ardito programma, bisogna considerare che l'imperatore per costituzione romana, non violata ancora in nessun modo e con Milano editto di uomo suo carattere rattere divino cristiani, e col concilio si — come divino ; staurazione di tutta la forza il il e proprio per questo cai risulta dalle celebre epistola di Pli- Ora per era per era iniziata la persecuzione contro nio a Traiano. l'altro di Nicea, lo è evidente che nel proporsi dell' impero, e fine specifico della guerra contro l'in- ciò tra i Parti, Giuliano potesse dare alla sua apoteosi importanza di novità e quindi desiderare che si rivedesse non solo Le scuole neoplatoniche Augusto come carattere divino, quale l'idea del Cesare un era elaborata dalla filosofia e aveva mai di 201 autocoscienza giuridica, ma significato anche la Quindi dei cristiani verso questa idea costituzionale. non fece più miuna riforma religiosa nel 361 egli nel salire al potere stero di queste opinioni, e iniziò fondata sulla tradizione imperiale, nella quale dei avrebbe avuto cristiani scrittori gli di e essi filosofica e va- e letteraria loro ambienti. Tra i caso il altra sistemazione lutazione, ed entrò in polemica con or- posizione quali i ribellò a lui la città di Antiochia, e dovette essere si punita non solo disciplinarmente mente, con la ma anche filosofica- composizione della sua operetta diatore della barba >, perchè gli antiocheni L'o- « avevano iniziato la loro sorda ribellione col satireggiare in lui il costume romano o non me la e la disciplina militare barba secondo imperatore egli fu la politica questa opera, per breve fortuna, di per esempi o la ferito casi caratteristici guerra contro di spada si i ufiici. reazione contro della ciale e intellettuale e gli l'età : Quindi cotrionfo so- costantiniana si ; ma svolse solo in via perchè partito Giuliano Parti, in dovette il di portare un ritirare scontro e incerto nella ritirata morì (363). Per queste considerazioni noi non accettiamo più nei suoi riguardi tutto che tano Negri. Cioè il ad altra illustre precedente generazione, Gae- giudizio che egli sia l'espressione dello spirito pessimistico destinato giudizio del critico il lo interpretò nella storia dell'impero ormai diviso ; e che non voleva credere a — XXXIII. 202 L'imperatore Giuliano forma di restaurazione. ciò che aveva riconosciuto per Questo è un Giuliano troppo moderno e interpretato Carlo V. alla stregua di ancora nella storia II Giuliano storico e vivente dei Costanti e dei e neo- filosofi platonici, è pensatore che, arrivato alla soglia del do- minio, intende a storia la vente atto della si come contemporanea lui Ciò sua opera filosofia di critica in atto della che è insomma ; tere polemico e filosofico (1). me i egli ortodosso, ma si ma battesse solo anche contro rettorica (Libanio, nuava Tra forma di come il contro essi, i discorsi il non meno co- cristianesimo Cinismo, che sotto Massimo for- di Alessandria) conti- come critica dei costumi, irreligione, let- significativo a dilagare nel tardo impero, letterario e la di carat- scritti di modo Cinici dimostrano in non vi- Giamblico. vede ormai chiaramente attraverso tura delle sue opere e segnato negli contro il scetticismo e costituiva una riformatrice della nuo- va religione. Nelle sue opinioni filosofiche e personali e del metodo con cui Giuliano si appoggia tratta la filosofia neoplatonica. specialmente sul suo condisce- polo Sallustio e su un altro dei maestri di Pergamo, Massimo di Tiro, uno dei migliori maestri di elabo- razione della eloquenza in sintesi con la materialismo, e quindi del (1) modo filosofia e il in cui la scuola neo- V. Lettera a Temistio, Messaggio al Senato e al popolo di Ate- na, Misopogone, Cesare o della Satira Menippea, nella trad. del Rostagni ; Inno a Helios Re, Inno alla Madre degli Dei, Contro i cari ignoinoltre il Symposion e lo Contro Eraclio, nella trad. del Prati ranti. Specchio del Re. ; Le scuole neoplatoniche 203 platonica vinceva la difficoltà della sua sofistica. Ora Sallustio nel « Ili), diis et mundo », {Frg. Ph. Gr., voi. propone una sistemazione metodica della mediante antica, pretati quale la princìpi i filosofia religiosi, inter- razionalmente dallo stoicismo in poi, vengano coordinati con princìpi i prima degli Questa filosofici. un comune punto zione ha dì De Dei e delle di partenza, idee, e un coordina- che è la causa comune ordine sviluppo che è l'interpretazione categorica dal loro Quindi secondo Sallustio noi ab- significato parallelo. biamo cinque specie miti teologici : di divinità e di miti etici miti ; miti, fisici Gli Dei in ; e cioè (e miti terialistici); miti commisti. namento distinguono in divinità ipercosmiche, si superiori al smiche alla o cosmo o trascendenti, e in provvidenziali. Le prime si causa dei alla loro In azione. di Porfirio. Pantheon greco ma- ordi- cioè divinità co- ricollegano princìpi spirituali, le seconde invece, tal modo Dei e dei miti corrispondono categorie questo : e E così i cinque ordini degli ai cinque ordini delle si poteva ricostruire romano secondo un ordine il filo- sofico. Di fronte ad esso stava ancora non interamente consenziente l'aristotelismo di Temistio (320-390 ca.) (1) che, deserta già per sua parte la scuola di Atene, do- minava l'ambiente intellettuale di Costantinopoli con (1) Le sue parafrasi di Aristotele sono edite dallo Spengel, Leipzig, Teubner, 1866, 2 volL I commenti nell'edizione dei Commentatori aristotelici dell'Accademia di Berlino, volume V (in cinque parti). Le ora- zioni a cura del Dindorf, Paris 1832, — XXXIII. 204 cettava suoi dei la solidità indirizzo l' non recedeva Uimperatore Giuliano commenti allo Stagirita. dialettico del dalla Aristotile a di critica Egli ac- ma neoplatonismo Platone : così sosteneva la restaurazione etico-religiosa dei princìpi rie ma tradizionali, tendenze sotto come maestro ma la lo preferiva lasciarsi trattare le va- luce di essi. Giuliano lo rispetta attacca coraggiosamente in della necessità dell'azione, unica via per fermezza e che il forza del pensiero antico. Egli la pensiero religioso la sua forza dalla tradizione, forma soltanto e che in tale ritiene sempre nell'avvenire ap- sia punto perchè deve trarre nome ritrovare la possibile risolvere sia il misterioso problema della vita. XXXIV Il pensiero filosofico di Giuliano come una costruzione ad unificare metafisica, nella quale egli tende raflSgurando la divinità dell'olimpo si idee. Esse quindi presentano attualmente si ma rimane come un mondo la fantasioso sono al loro si simbolo e il che principio logico. Quindi religioso della estetico, la cui bellezza e non presentate e primo segno eterni, feno- loro veste intuitiva o estetica, sin- mondo il il come forma dissolve nella scoperta di tali valori, teticamente congiunta per Giuliano si come simbolo appariscente dei valori per altro non svolge infatti doppio ordine del mito e della ragione, il menica delle si il tradizione cui è carattere intendono però senza legarlo con il Le scuole neoplatoniche sistema princìpi dei rappresenta metafisici. La religione un processo inverso storia in la 205 a invero quello per cui essa risulta per noi nella relazione del con siero universale Il e vita, mondo caratteri individuali. i degli Dèi è la storia trascendente della mito in cui essa il si racconta è la storia nel suo valore critico e logico. Perchè attraverso o esprimibile quella verità che nel immobile, e per alla sé incomunicabile. restre e della storia uomini sono Gli eroi del nostro nostoi ria 1' : quali le cose e gli le due la vede : coscienza col- il concreto, della sto- sintesi sono hanno un punto 1' racoloso. Storia è così per Giuliano si nostra invitano al viag- ci e la trascendente, se all' altra, in ciò che è per esse veramente modo che desiderio e della individuano uomini. Quindi rispetto ter- interpretano la volontà degli Dèi nella ci r immanente una riferisce an- degli eroi ci raccontano le cose •» stessa sintesi per cui essi lettiva degli si divino allo stesso del cielo nella forma stessa in cui gio. Ciò umana, nelle segni del sono espressioni « pensiero in sé è concezione tradizionale della vita tipica volontà. I mi- la vediamo scorrere in forma comprensibile tologia noi che pen- attuale il inverse di incontro e mi- il vedere ciò che historia nel senso elementare di questo termine. Essa è sempre meravigliosa ed eroica perchè tesi il suo segreto consiste nel passare nell'una all' altra, ponendo intimamente quel concreto e di quel il sin- significato segno in cui essi umano nel si di incon- trano. Così noi trapassiamo dall' divino e — XXXIV. 206 La filosofia di Giuliano scopriamo via via questo nelle sue gerarchie luminose scendiamo dal divino nell'umano per po- di verità, e dell'uomo e raffrontare quel ter penetrare nel mistero pensiero che egli ha in mente con Come assoluto. ma si e da Sallustio il pensiero in vede da ciò Giuliano si importanza diatore, che diede massi- concetto platonico del principio me- al come forma intermedia atto e il pensiero come mediazione ma, come partecipe Giuliano essa è l' di entrambe animazione, fatto o realtà platonici l'ani- i sorti le cioè stessa tra essa idee e la realtà tra le soggetto e l'oggetto era per il dello trova rappresentato anche da Giamblico razionale. Questa e tra pensiero il la ma : vitalità per intima delle cose in quanto stanno al limite della soglia tra fenomeno Con ciò egli il e il noumeno, accordava cioè collegava il tra il relativo e l'assoluto. Giamblico con principio della se stesso, e con il mediazione principio caratteristico di Giamblico, immedia- della tezza sensibile della coscienza religiosa. Per tutto ciò che è nella natura stessa ci dà il il quale sentimento del divino. Da questo secondo principio veniva visione estetica nel la mondo svolge, sia sotto la in cui tafisico il mondo come si al il forma « dello rivela, così dal specchio del re punto di quale da quello etico re ha in divino ; e sia mente la proposta da Giuliano. Egli la me- mondo intimo e che è identico anche sotto vista » rispecchiamento dei giuochi della luce cosmica in quel che appunto nell' essenza forma oggettiva della contemplazione del mondo dominato dal sole così fi- Le scuole neoplatoniche come sico spirituale. Ciò Inno lettura dell' « madre Dèi degli emerge particolarmente dalla Re Helios a 207 » Inno e dell' « alla ». L'idea di esporre le dottrine filosofiche sotto for- ma inno di letteralmente era zione alessandrina, in cui sempio dell'Inno comporre inni agli Giove Ma dottrina. quale ma forma fosse solo filosofico. una forma E poiché il in cui il metodo si pri- nascondeva versi, che inno non l' ma anche un metodo poetica, pensiero che Socrate fatto dei neoplatonici, il propria alla composizione poetica, di commemorava anche l'opinione rilevata dai modo consone morire aveva composto di e- così gli inni or- Dèi, e rifacevano questa suU' usavano di Cleante filosofo, con termini ed espressioni fici la a neostoici, filosofi i tradi- dalla suggerita sempre è filosofico il ritrova in sé stesso quale è e vuole essere ulteriormente, nella coscienza filosofica del neoplatonismo l'inno ebbe esso era la Porfirio forma parla dell' intendimento. sublime « Questi una fortuna particolare dell' unità inno delle categorie filosofi via regia della filosofia, » della poesia ; Anche con » tale intendevano dunque procedere del pensiero, per quella nassi logica. che analogamente si alla : chiamò il la « regia par- vale a dire la via di riflessione ed espressione del pensiero stesso come libero ormai di difficoltà dialettiche ed occasioni empiiiche di di- scussione, e quindi rivolto solo a svolgere con di la stessa limpidezza di una una ragione eterna. Gli inni forma letteraria più eletta il intuizione di concetto sicura e Giuliano sono che abbia avuto tale la me- — XXXIV. 208 lodo speculativo, La Giuliano filosofia di una coscienza cioè di filosofica e sicura di sé, la cui plazione della verità posseduta. Così tati il da scrittori filosofici Holderlin nei suoi « interamente contem- mistica è la trovano si i quali emerge », composti con moderni, fra Inni alla notte imi- neopla- diretto riferimento alle dottrine della scuola tonica. potrebbe del resto fare un paragone tra Vlnno Si a Helios Re e Carme il anima questo, che della realtà solare quello per concetti. nico dio secolare di Orazio « Helios Re : è l'intuizione come procedette mondo da un unico dio, cioè dal in distinta u- intelligi- uno tra gli Dèi dotati d' intelletto che sono nel mezzo occupa una posizione intermedia che bile che è : è tale in ogni senso, e in merito l' amicizia e alla concordia, congiunzione di ciò che è Helios unifica il in se stesso mezzo il alla postremo col primordiale ; al- divino ; contiene connes- della perfezione, della sione, del principio vitale e della uniformità della so- Nel mondo dei sensi è stanza. cie di benefici, non con sé sorgente d'ogni spe- solo perchè col suo splendore lo illumina, lo adorna e lo insieme la ha dato stanza degli angeli solari rallegra, l' ; esistenza esso ma anche perchè concreta alla so- racchiude in sé non generata la causa delle cose generate e infine ancora prima di questa il principio di vita perennemente giovane e duratura degli eterni corpi celesti (1) Trad. Prati, p. 39. » (1). Il Le scuole neoplatoniche dunque sole è sostanza mediazione della quinta essenza, o la eterna, secondo tra l'intelligibile atto conoscitivo. Egli mondo il Allo unifica così il come stessa mondo degli Dèi della civiltà. modo stesso orgiastica della corre vita il Madre paragone Attis 1' tra La visione degli Dèi. universa tende nell'uno e nell'al- poema, in diversa forma, tro sensibile, e (già il della sensibilità Catullo e Vlnno della di e mo- il ; teoria platonica del mito della caverna) la la condizione intellettuale e cosmiche sostanze e delle mento mediatore 209 allo stesso fine : cioè a superarsi nella contemplazione nell'unità della natura come fonte purissima e perenne della vita O Madre reale. « dividi il Dèi e degli uomini, che con- degli seggio e degli Dèi dotati d' intelletto con le essi tutti grande Zeus, o fonte trono col il tu che procedi insieme : immacolate sostanze degli Dèi la causa prima comune trasmetti agli Dèi dotati d'intelletto di vita tu che sei : creatrice amare il delle grande fondò al centro la a tutti visibile grazia del bene : a hai ; ; ; tu ricevuto, e la provvidenza, o che hai preso ad quando quando spro- salvato Attis tu che agli benefici ; Dèi dotati e di tutto ri- e in tutte cose e a tutti tutti gli da o dea generatrice risollevato i e uomini dona la fai feli- supremo è la conoscenza degli Dèi, popolo romano insieme concedi d' allontanare da cità, al mondo il nuovo della terra d'intelletto sei guida colmi anime Dioniso e hai fu esposto, e l'hai di intelligibili consiglio e la il nostre astrale e il cui capo CARAMELLA — La Filosofia di Plotino. u — XXXIV. 210 La peste dell'empietà sé la Giuliano filosofia di » (1). Attis è la realizzazione come del giudizio universale, inteso discesa degli uo- mini sulla terra e desiderio del ritorno Giuliano attribuisce eroi agli zione di e Athena denza al ; Numa così a : e di redentrice e all'istitu- [H. trasferimento del culto frigio in ricostruzione Ma cielo. 155 a); all'interpretazione Cybele come le forme della Provvi- Vestali delle importanza singolare miti romani ai al Enea (H, 159 della gente di Roma a), per poco prima della terza guerra punica. Egli intende opera 1' dell' come della sua consapevolezza uomo nello una edificazione giosa del suo creatore divino, che deve l'apoteosi. vita Essa tonismo anche Aristotile effettiva, sollevarsi a questo la e : : al- ciò che riunisce al pla- essa le deve ritrovare nella mondo e cioè nel mediante natura contiene già forma condurre L'anima non può restare nel do- e nella verità. esistenza reli- fonda sull'attualità delle idee nella si minio delle forme potenziali loro sviluppo la la ideale, e ragione {H. 164). Ora stessa relazione creativa di di materia che è assunta dall'anima razionale nel suo progressivo identificarsi con correre alla natura imperfetto quanto come facevano divino : il ri- cinici è altrettanto mero sovranaturaliL'uomo si forma e si ricorrere al il smo, come facevano i il i Cristiani. eleva per interpretazione della natura nella ragione e riconoscimento della vita divina del vinità spirituale, in cui la (1) Trad. Prati, p. 85-86. mente si cosmo nella compenetra di- con Le scuole neoplatoniche se medesima e riscopre Dio da vero il 211 mossa, l'Assoluto. Esso è indefinibile : cui ma essa è la religione permette di intenderlo per immagini. Così in questa dialettica trova il suo posto anche no ne difende il significato categorico e mito il : e Giulia- inventivo e poetico (creatore) contro l'astrattezza dell'intellettuali- smo Ma cinico di Eraclio. genza, che lasciava non può egli immanente al celare l'esi- neoplatonismo e alla storia dei suoi tempi, di chiarire la differenza tra l'u- ua e r altra mito e la natura, cosmica e la noetica, tra la il ragione. XXXV Poco dopo che il fato di morte di Giuliano, Ario, compare colo. Egli felice di la si compiva an- maestro dell'eresia del IV il sulla scena Atanasio (296-373), il come se- l'antagonista in- grande pontefice ese- cutore dei dogmi del Concilio di Nicea. Di fronte al- l'indirizzo retorico prevalente nella Patristica del suo tempo, e egli alla dispersione delle Ario combatte smo come la eresìe protocristiane, forma cristiana del neoplatoni- era stata proposta da Origene di Alessan- m. 254), il discepolo di Ammonio Sacca che abbiamo distinto dall'altro Origene dria (n. ca. nel 185-6 e neoplatonico. riformato la precessione Dio E cioè quegli nel suo jrspl dpxtòv aveva dottrina dello spirito assoluto secondo la del Padre è l'Unità assoluta, e del Figlio, ma non sostenendo che indefinita o indefini- trice del tutto, definisce da sé, e così è crea- si immediatamente e un secondo Lògos, ma Neoplatonismo e arianesimo bensì tale che bile, il — XXXV. 212 anch'egli è Dio : essa genera Dio. Questi non perchè se Dio si Dio è ma surabile con lui, lo sostanza della stessa per Origene vi incommen- È intende pienamente. del Padre (ónooijaio?) quindi sebbene : una Padre nel Figlio del sia stesso, definisce da sé, Lògos che esso così genera non è più il da sé certa discendenza e un movimento dialettico, che è sempre determinato. la prima Lògos è Il idea : Essa creazione. ciò si idea delle idee « che dà luogo media nello al », spirito — che Origene ammette che (jtveuf.ia), ispira tutto e riconduce a Dio, attraverso dei mondi, e insieme processo della divenire il nella loro pluralità e descrive secondo la teoria degli Stoici, concludendo quindi con e la cosmica. Certo è che egli, segnatamente nella famosa polemica con Celso, aveva in tal l'atto modo ridotto la materia al mero contenuto del- creativo, e quindi proposto chiaramente per la ma che medietà della sua dialettica nel terzo termine é in- prima volta la redenzione sufiSciente, la teoria della creazione assoluta cioè riconduce ài e panteismo : materiali- stico (1). Per Ario possibilità di la ripresa una della tradizione classica e la conciliazione con essa del nesimo consiste nella distinzione del concetto cristia- di so- stanza [ovaia) in due forme, l'una trascendente, l'altra naturalistica. (1) Cfr. La sostanza Ueberweg - eterna, e Baumgartner, sempre uguale a 10" ed., pp. 104-107. Le scuole neoplatoniche se stessa, è Padre, l'Assoluto, il come morale, 213 creatore il egli : è la La sua azione nel mondo creato si sviluppa per un medio termine, che non è correlativo ad esso, perchè ne diminuicausa, così fisica rebbe il Figlio. Questi si dialettizzano come Figlio, il è discendente nella realtà ha una sostanza essere e 1' dell'essenza, che era e essere, ma trascendenza, la di tutto. non nella quale essere è l'avvento riesce sostanza seconda, : mai interamente ad salvazione. Quindi la la relativa, non il dove si dire che concausa la ente, è soltanto simile alla sostanza del Padre (e) non ófioioijaiog. : Tale relazione di simiglianza conduce a identificare creazione con forma assoluta della la perchè soltanto causa e la in un momento, che terzo Lo si primo per distinguersene, dine Ora e successivo il del dannò Ario della fede non con esso cristiana si entra nell'or- nel naturali. effetti sono così creature, Nicea con- essere. Il Concilio di formulando (325), ancora più dal allontana Spirito santo Figlio e lo tengono e Spirito santo è quindi cause e degli delle la causalità, e ciò sono legati sostan- l'eflPetto quel modo. zialmente : simbolo definitorio il principio omogeneità della del Figlio col Padre e dell' uguaglianza e distinzione un Dio delle tre persone divine che sono cetto sviluppato mirabilmente da Atanasio polemica contro Ario e in una profonda Ma spirito. prima ebbe e Ario si resse ancora la stesso eretici, come gli « Con- nella sua filosofia dello lungo a assai dopo Giuliano, nelle alternative egli" gavano solo. delle corte anomei », e : che ne- somiglianza senza pervenire dWhomousia, e i <& « — XXXV. 214 omei Neoplatonismo e arianesimo non persone divine operò anche come ri- che affermavano », sostanziale, delle pura somiglianza, la : formatore, e pochi mesi dopo consacrato Chiesa di nella la sua morte venne Costantinopoli. ri- era Egli l'ultima speranza del paganesimo. Di fronte a tali lotte, assai oscure nei particolari quanto luminose nel campo delle idee, mento sta l'atteggia- degli imperatori, che nel periodo teodosiano, e specie per opera della famiglia dei Valenti, dichia- si rarono assai favorevoli all'arianesimo, dopo averlo ora appoggiato e ora Dall' impero d' Oriente esso passò poi tinuò a prosperare tra versione della Ora San di Gregorio tale fortuna, e tale la Magno assunzione causa da parte di poteri imperiali e regi, ga se non per per opera cattolicesimo al regina Teodolinda e (ariocattolici). Goti, e con- ai barbari almeno fino alla con- i Longobardi dei suo fautore. osteggiato in vita del non si « sostanza stessa è, aristotelico, una sola, sostanza la economica. Ma : Che divina e umana. l'ovaia, quella e quindi ideale o formale geva tanto », e pensiero classico, Questa era stata nel che spie- prossimità dell'arianesimo alla que- stione principale dibattuta tra essi e nel pensiero. era quella della di sia platonico che veramente lo stesso concetto reg- ontologica quanto la sostanza all'idea latina della substantia,, che sta sotto alle cose e che corrisponderebbe quindi piuttosto al substratum nella filosofia storica (tò ujtox8i|i8vov), incontro la teoria plotiniana ousia ideale e logica e la rale e intellettualistica. La della distinzione hypastasis^ sostanza dialettica dei viene tra la natu- due termini Le scuole neoplatoniche si compenetra ma : 215 corrisponde alla essa distinzione del diritto, e al suo sviluppo dalle novellae adrianee al corpus della « Poiché risolveva di Giustiniano. proprietà » gere alle origini stesse del neoplatonismo punto in correlazione con tra sostanza la il che abbiamo giuridica, visto difiFerenza economica, sostanza la sor- ed era ap- : la dottrina della metafisica e problema quella una e indivisibile e questa divisibile e molteplice. Tutto momento il dici longobardi, ariano del diritto, fino era infatti fondato nella distinzione delle sostanze : e questa era stata diviniz- mentre era concretamente zata da Ario, ai co- divisione e elevata già nella stessa legislazione imperiale. Ma atteggiamento nei riguardi del problema tale delle sostanze coincide tra egiziana : la e fisica cioè delle cose sotto litative, il si greca rivolge punto e la a il l'indirizzo della tradizione considerare tecnica la specie di vista delle sostanze qua- multifarie, dipendenti dalla legge della prov- videnza divina nel suo ordine ma con Essa promuove l'alchimia, per scienza di quei tempi. sintesi anche metodo lora così rara fisico ; riprende insom- di Anassagora, che aveva avuto fino al- fortuna nei confronti deli' ilozoismo, del pitagorismo, del formalismo. La varietà stanza che si combinano nei della so- corpi viene fatta cidere dagli alchimisti dei primi secoli coin- dell' èra gare con la molteplicità naturalistica degli Dèi. vol- Anche nell'opera di Sinesio di Cirene, vescovo cristiano (n. ca. 376), l'alchimia è prospettata secondo la teoria e- sletico-religiosa della natura propria della scuola di — XXXV. 216 Neoplatonismo e arianesimo Giamblico. Egli contribaisce a definire come sostanza naturale concetto di il una e divina mediante l'opera della creazione, in ma che trova riscontro nella dogmatica latina quale ai suoi Ed in ideale distinta della sostanza tempi si della Chiesa veniva elaborando questa infatti, dopo terializzanti la fede, rielaborato il il caso continuo sorgere di eresie ma- vediamo tra IV il e secolo V^ il platonismo, soprattutto per opera di San- modo to Agostino, in i il (1). continuo ricadere il del materialismo dei suoi primi dottori (tipico di Tertulliano) e per for- neoplatonici da : da reggere tale lui conosciuti il confronto con attraverso il proprio maestro Mario Vittorino, traduttore in latino di Plotino e di Porfirio. Nella sua dottrina della creazione considerava la natura creata come egli propria dotata di grazia (la gratta naturalis) e capace quindi di sviluppo autogeno meglio stanza : d' ma ogni altra egli ritiene aveva ritorna a considerare (1) ariimae. La so- questione divisibilità e moltepli- Questa posizione ammetteva reazione : Opera in Migne, Patrol. Graeca, voi. LXVI. V. specialmente il De Genesi ad ss.), quindi come per grande caso della riduzione del diritto gine di Storia della Chimica (Roma, 1922, p. 65 « Giornale critico della filosofia italiana », 1923. (2) la sostanza la e divina, e ciò fino alla neoplatonismo sotto forma di l'altro interpretato invece costituita dalle proprietates o qualità naturali. il ne (2j. Con ciò egli stessa come unica del De quantitate cità che indica nello stoicismo la dottrina alla sto- Cfr. A. Mieli, e cfr. litleram libri XII. mia Pa- ree. in Le ria De della civiltà nel dello losojBa E Dei. Civitate Ma reazione. di ultimi melanconici tratti di gli come scuola neoplatonica: nuova la immanente poteva spirito appoggiarsi sopra una rono 217 scuole neoplatoniche pure anche questa soffri- equilibrio — della dell'altra reazione, a. cui Agostino stesso non era stato indifferente, cheismo fi- del mani- sistema persiano della dualità del bene il e del male, del quale Plotino aveva tanto combattuto l'avvento sotto le prime forme gnostiche. XXXVI La del neoplatonismo storia per oltre un mento mente riforme secolo, ufficiale la loro imperiali, i filosofi riodo della storia della genza e Aristotile 400, in seguito alle provenienti parte come appaiono avere ateniesi in filosofia assumono sempre più greca. Esso commentare altre scuole le il ; il pre- quest'ultimo pe- venne ma Platone e tali valore dì opere ca- conver- dei neoplatonici dalla loro indirizzo nel del e segnata- Pergamo occuparono l'Accademia con istituzioni ratterizzato per insegna- di neoplatonici dottrina, ed essi soli domìnio delle forma della dottrina nelle scuole in Atene. Ivi intorno al dalla scuola di svolse così ancora si V°, sotto il commenti originali, e cioè denotano e rivelano l'elaborazione dei classici se- condo intendimenti filologico. di carattere storico e non soltanto Essi per altro sono divisi da due tendenze che risalgono alle origini del neoplatonismo : gli uni XXXVI. 218 — La scuola di Atene cioè seguono le dottrine critiche e letterarie di Olim- piodoro, altri gli Cassio Longino. di fondatore della scuola Ateniese sembra essere Il Plutarco di Atene, commentò dialoghi i di figlio Aristotile. Nella sua Nestorio (350-433) Platone di e il dottrina egli riduce cinque forme fondamentali e cioè l'uno, noùs, l'anima, la vita e la dell' anima inferiore, E propria la ragione. come nisce per lui tale : Dio che materia pura. In questa classificazione egli interpreta la vita pria mentre della come la pro- superiore è concetto della vita tò evvXov eTòog, cioè di gradi della i realtà a il che ; anima de si defi- forma ideale immanente nella materia e che per questa immanenza nella materia realizza anche la che è penetrata e ; concreta determinazione dell'unità del lògos con sperienza. Questo me modo di l' e- intendere l'immanenza co- presenza intrinseca nella realtà sensibile è quello che prevalse nel Medioevo. Nella psicologia di Plu- tarco di Atene era data la massima importanza alla dottrina platonica della reminiscenza (amamnesi), ritenendo fin d'allora che la prensivo fra tutti memoria i fosse il principio più com- princìpi psicologici e quindi fosse possibile unificare la psicologia dal punto di vista della memoria stessa. commenti su Platone e Aristotile, fra i quali emergono i quattro libri conservatisi del suo commento alla Metafisica. Egli soSiriano ci ha lasciato larghi stenne rispetto alla storia del neoplatonismo che non si potesse unificare la dottrina di Aristotile con quella di Platone. E quindi come storico mise in rilievo i Le scuole neoplatoniche motivi per cui Aristotile e per il si 219 staccato da Platone, era primo indicò esattamente che motivo il sto- rico e ideale di questo dissenso era stato la teoria delle idee-numeri. Quanto a Platone, per questo stesso egli, come pen- giudizio critico di Aristotile, lo interpretò congiunto con satore assai Pitagora e con del pitagorismo anche nelle sue rientali. Ma della dialettica, perchè propose per il sorte nel primo o- campo di adot- metodo anch'esso triforme come tare la dialettica con le storia forme religiose e non ebbe non minor .egli la divisioni dei concetti presentati dalla metafisica di non più biforme come Platone, e sica. La sua dialettica, antitetiche che contrastando l'altra, «lògos considera ménon» o il nella dialettica clas- anziché presentare due posizioni risolvessero l'una nel- si pensiero sotto immanenza triplice aspetto di della verità, «lògos exiòn» o processo delia verità da se stessa, e in cui il « lògos idios » pensiero o ritorna su se stesso per la con- clusione, o trapassa in un'altra serie di processo e di ritorno. Ciò che poiché forma la « manchevole proprietà specifica, naturalistica è : e » delle idee, particolare, non adegua più momento, anche intesa come nel terzo economica, l'assoluto. giuridica, Questa posi- zione di Siriano fu combattuta da Domnino, il quale, nella stessa scuola neoplatonica, preferiva riaccostarsi ai primi maestri alessandrini e alla loro dialettica del matematicismo, che appariva a lui presentare proprio l'innovazione suflSciente per soddisfare alle nuove genze della filosofia e per risolvere ristotile e Platone. Il che era il tanto esi- dissidio fra A- più attuale in 220 XXXVI. quanto non vi a La era più cademia, e quindi camente — scuola di Atene un Peripato neoplatonici i distinto Ac dall' trovavano si prati- non con- doverselo addossare e tuttavia a fondervisi. Tra queste discussioni si levò a emulare gli stessi antichi maestri l'insegnamento di Proclo. Questi nac- que ma a Costantinopoli nel 410, studiò e cato a Xantos in Licia (di dove erano i fu edu- suoi parenti), cioè nell'ambiente della scuola di Pergamo. Poi passò ad Atene dopo varie prove nell'insegnamento tenne per molti anni platonica. Egli vi riano,, ma anche Olimpiodoro la direzione nella scuola neo- come discepolo era entrato richiamandosi alle egli di Si- dottrine vecchio, che attualmente era il e ivi di rappre- sentato da altro Olimpiodoro. Morì nel 485, lasciando di sé ampia collezione e profondità lo di opere che pongono subito dopo Plotino greca. Tali opere letteratura filosofica per importanza si nella dividono in commenti e l'altro dei trattati. I commenti a Platone comprendono quelli alla jRepubblica, al Timeo, al Parmenide, al primo Alcibiade, alla aal Cratilo. A essi stanno accanto i commenti stronomia di Tolomeo e al primo libro della geometria di Euclide, oltre a commenti minori. I trattati comprendono gli Elementi di Teologia, l'Introduzione due gruppi, l'uno dei della ficoltà Teologia di Platone in intorno alla sei libri, provvidenza», il le « Dieci trattato « Della provvidenza, del fato e della nostra deliberazione « Intorno gli altri all' sono esistenza dei mali scritti in forma ». Tanto assai gli dif- », e uni che rigorosa e con s Le scuole neoplatoniche 221 grande erudizione e conoscenza storica della metodo nel greca. Il suo consiste in classici altri filosofia commentare Platone e gli una simpatetica comprensione movenze del pensiero del suo autore in tutte le sue e allusioni, ad intenderne e rifarne sì la dia- stessa e trarre poi da questa l'ispirazione per indagini lettica collaterali o derivate. Così accade che, tare la Repubblica,' e^\ì dalla questione tragga motivo per Omerica un commen- per della poesia trattato vero e proprio su la poetica inserito nel commento I trattati stesso. siste- matici di filosofia sono invece in forma rigorosamente procedono per divisione o paragrafi dispositiva e come rispondenti all'ordine dei concetti, venne a fare cor- in seguito si quasi universalmente. NOTA BIBLIOGRAFICA Della vita di Proclo e delle sue suo discepolo, autore di una vita sizioni fondamentali di Euclide, e di cioè il tuttavia *. Proclo, o della felicità 1' opinioni personali di Proclo, di ». uno un scritto sull'etica comuni con di Marino propoProclo, Questi, di origine samaritana, ridusse interpretazione del suo pensiero a una sintesi tra e le dottrine morali trattò trattato sulle la filosofia di il pitagorismo Giamblico. Le opere di Proclo in gran parte sono ristampate nella Biblioteca Teubneriana {Institutio physìca, ed. Ritzenfeld, 1912 In primum Euclidi elementorum lihrum coimn., ed. Friedlein, 1873 ; In Platonis Renipublicam comm., ed. Kroll. 2 voli,, 1899-1901 ; In Platonis Cratylum, ed. Pasquali, 1908; In Platonis Parmenidem, ed, Stallbaum, 1840; In Pla; tonis Timaeum, ed, Diehl, 3 voli. 1903-1906 ; gli Inni in Carminum graecoTum reliquiae, ed. Ludwich, 1897). Per la Inslìintio thnologìca, V Introducilo in theologiam Platonis, e il comm. sìV Alcibiade, ved. Prodi Opera ed. Cousin, Paris 1820-1825, 6 voli. (1864, 21 voli.) e il voi delle Enneadi dell' ed. Crenzer - Didot {Introducilo). L' Hypoliposis astronomicarum positionum nella stessa Bibl. Teubner, ed. Manitius, XXXVI. 222 1909. De Sacrificio et — magia La scuola di Atene Analecta Graeca, ed, Kroll, parz. dell' Alcibiade e de Sacrificio nel FlClNO, 1901. Trad. cit. Trad. Jamblichus, degli Elementi di Teologia a cura dì M. LosACCO (Lanciano, Carabba 1917) ; di essi e dei Slx books of The Theology of Plato, a cura da Th. Taylor, in inglese ; trad. lat. di essi e degli Elementi di fisica, del cit. Patrizi, 1583 della Theologia plot, nell' ed. Creuzer ; - Didot, XXXVII pensiero di Proclo giganteggiò su tutta Il suo tempo come V ultimo grande losofia del della speculazione greco-romana, e offre siero di tutti problemi, i nica ma essa si della non comunicò quasi Medio Evo sunto stessi degli « pensiero al moderna. e dell'età Il Libero de Causis XIP », col titolo servì di testo per lo studio della metafisica della scolastica, ed ebbe notevoli menti fra Il i quali metodo nella filosofia uno di S. dialettico moderna elaborato da Proclo trionfò sotto la forma della dialettica mondo del pen- il come interamente dominato pretabile dal processo dell'Uno quale metafisica Le ; quindi per lui la si riduce continuamente si in si un che è quello dell'unità. Questa unità si e inter- delinea nella metafisica è categorie e le idee fondamentali tutto com- Tommaso. hegeliana. Proclo infatti considera siero nella realtà rias- elementi di teologia compilato da Proclo, e tradotto in latino nel secolo di elaborata forma in cui immediatamente cristiano del sistema scuola neoplato- solo della classica e della filosofia fi- nostro pen- al soluzione più duplice valore della il la la logica. identificano, e solo pensiero, presenta come Le scuole neoplatoniche come principio realtà attuale (f^iov^ \iovdg, svdg) e l' Esce da esistenza. 223 sua posizione e tale si nella dialettica della molteplicità, indi da torna in sé e In modo tal ricostruisce si per qualsiasi categoria del medesima dell'unità o via, suo uscire di sé da sé scire come Questi tre momenti sono elaborati offerto dal triadismo a differenza di propongono tuale e attuoso così nella realtà, la sullo dottrina e considera il schema già Ma stessa struttura modello di Hegel, antitesi e sintesi e tesi, come rilevare, fece il si cioè della come processo logico dell' idea in sé, per sé, e in sé e per bisogna anche del metodo. In questo appunto Proclo, precursore e come dialettica tale un movimento atcome nel pensiero, ritornano a identificare nella e cioè e in sé (ematgocpri). di Giamblico. dalla scuola esso, aspetto mondo si svolge per monade che si pone, del ritornare e suo ri- unità. progressione) ovvero dell'u- (jtgóoòoq, (8^0805), esterna questa indistrutta dialettica in qualsiasi la del- sé. Cousin, Ma disce- polo dello Hegel e traduttore e commentatore di Proclo, che le due dialettiche così raffrontate che un altro termine parallelo, in cui differenza storica. tica. La epodos la ; partizione e cioè ai hanno vede dialettica di Proclo è Quindi concepisce condo si il movimento del coro, fini dramma- del pensiero se- per strofe, antistrofe, della stessa unità proposta poesia e filosofia di cui era vissuta la lenica. Inoltre in essa an- la loro il momento tivato dal rassomigliare all'unità del e cioè dal processo della tra tradizione del ritorno è punto el- mo- di partenza, mimesi platonica. Mentre la — 224 XXX VII. dialettica di Hegel trae La il dialettica di Proclo suo movimento drammatico dalla mistica religiosa, cioè nella sintesi tra religione e filosofia proposta dal cristianesimo muore D' dissolve. e si cioè nella sintesi due termini E così : cioè nel appunto il termine per sé e vera e propria o riunione metodo della metessi platonica. confronta entrambi li terzo Hegel nell'in in della dialettica consiste in sé, e l'arte in essa ; altra parte il di Gioberti nella sua Protologia. domandare Ci possiamo ramente : la sua posizione se Proclo avvertisse chia- non storica di pervenirvi e di svolgerla sia, ma anche spirito della morale, vita e ma anche con dionisiaco, sintesi che in realtà si cioè la necessità dialettica, solo nella poe- non spirito il che per il suo pensiero suo stesso valore storico, dalla stessa concezione scendente e quindi o tale posizione, il — affermazione : il filosofia In Egli neo- identificava del limite indefinibile. punto con cioè posto come unità conseguenza tra- di di partenza della dialettica e soprattutto nel suo prin- cipio era diverso dall'assoluto, presentare con si dell'assoluto momento in qualsiasi suo apollineo, svolge solo attualmente. ne ha coscienza del limite residuo nella platonica, con solo — o essa doveva rap- suo uscire di sé la sua vera prima e quindi per questa differenza nità assoluta e l'unità dialettica, la dialettica tra l'u- rimaneva incerta. Proclo mette in rilievo questo dilemma col chiarire che l'assoluto non è soltanto indefinibile ma an- che impartecipabile. Mentre noi porremmo, con Hegel, Le come principio effettiva non di interpretazione ma anche rusia delle idee, nione con 225 scuole neoplatoniche la la realtà : soltanto la pa- metessi, cioè la loro u- per Proclo la verità non vuol essere partecipata dalle idee perchè se fosse par- non più trascendente. tecipata essa sarebbe definitiva e Quindi come l'assoluto fondamento suo il rimane schietto dalla sua sussistenza, sua tradurre nella ma ma sua purezza, presunto, dialettica. appunto l'errore. Tutta come la ragione non Esso quindi nemmeno errore, perchè 1' prima di ogni idea, senza potersi né volersi mai verità nella sua concretezza, e 1' e il è la bene nella l'incomprensibile è analisi dialettica delle rela- zioni dell'Uno con la realtà, svolta dalla scuola neoplatonica, finisce per lasciare stente. Esso non è cipuo, ma vita e che quindi il la la l'Uno vuoto vita inconsi- che è luce e processo pre- vita morte come presupposto la e lavora a superare astratto e a della risolvere : processo della filosofia e della vita tende a concludersi nel vedere oltre a sé e nel lasciare fuori di sé l'errore stesso e la si disperde mare la l' morte come tenebre in cui incomprensibilità dell' assoluto, o rifor- concezione dell'assoluto come unità della vita cioè comprenderlo e della verità, concretamente nel suo circolo, in cui esso è assoluto anche moralmente, cioè assolve si di ogni errore. comprensione dell'assoluto, scienza di esso, è vietata nel momento lazione : e di Questa speranza di liberazione della co- dal neoplatonismo proprio di maggiore equilibrio della sua specu- e la coscienza di tale difficoltà filosofica coin- cide con la crisi del pensiero storico, obbligato a CAREMALLA — La Filosofia di Plotino. ri- 15 — XXXVII. 226 La dialettica di Proclo comprendere an- nascere e a rinnovarsi senza poter per molto tempo quale cora e fosse l'origine di tanto male. Considerando sintesi stesso la cui forma sintetica si come consegue, e realizzante mondo tima del non è il ma quale si modo la come mo- Essa è bene come im- caratteristica in- La monade e delle idee. l' che ne nella causalità dunque più semplice unità formale pitagorismo, di cioè vivente in atto, attuale e semoventesi nella dialettica e punto ritrova in tutti princìpi della realtà e dell' esistenza. porsi dell'essere il allo della teoria neoplatonica dell' unità nade o enade, i esso presenta dottrinale, vista sistema di Proclo dal il Proclo di come nel l'unità d'insieme del divenire logico, schiude da essa e vi si ricomprende. Quindi monadi dell'unità prima, delle categorie, delle unità come concrete e singole, sono le vere cause, perchè le loro dal aprirsi e della natura e uscire galizzazione scientifica di stesse da sé derivano dal loro rientrare in sé sono la forma tali efljetti tipica poiché ; gli effetti deriva la le monadi delle ipostasi del cioè sono le sostanze, e quelli sono le- appunto logo, gli ac- cidenti delle sostanze. Proclo ritornò in questa forma a sollevare a pro- blema principale la della sua filosofia e delle scuole che seguirono la dottrina della sostanza e della causa, che invece la condo piano ; critica di Plotino ciò perchè egli si aveva posto in un presenta come com- ma sua dialet- mentatore e interprete di Platone, tica è rivolta se- la ad assimilare nel platonismo così rifor- Le scuole neoplatoniche mato anche l'insegnamento si può dire che Proclo 227 O di Aristotile. altrimenti platonismo la ritrovi nel ri- sposta alle obiezioni che vi aveva opposto Aristotile, e che quindi idee-numeri egli sostitui- alle dottrine delle sca quella dei numeri-idee : mosse da e alle difficoltà Aristotile intorno alla partecipazione tra le idee e la realtà egli contrappone l'idea della partecipazione della con realtà se stessa, e della metessi che ha carattere intuitivo, con trina del sillogismo, metodo circolo l'assoluto è fuori infine egli cerca di riconciliare la dia- ; lettica platonica, del ammette che dando alla sintesi delle della conclusione e dialettico. L' intuizione premesse, significato il della non della contemplazione speculativa la dot- verità è di un in sé e compresa in questo circolo, bensì presupposta da esso, e cioè soffre nella dialettica della stessa punto tata in questa blemi della filosofia. tuire una Esso deve pura identità riconoscere la ambiguità da noi no- come proad un tempo tra arte e religione infatti dell' serie di processi ciclici, Uno, i e deve costi- quali rappresen- un uno e in un solo tano simbolicamente lo svolgimento della realtà da grado all' altro, ma anche il suo ritorno questo svolgimento non riesce a risolvere circolo, cioè non riesce a risolvere il all' simbolo in piena verità, in piena coscienza dell'oggetto. Pertanto losofia di Proclo continua a prospettarsi come fisica, : la fi- meta- e cioè sostenuta a doppiare e sdoppiare la realtà nell'insufficienza del movimento, ad unire insieme teoria e la pratica, la ciò contro la stessa realtà e il proposizione pensiero stesso iniziale la : e di Proclo — XXXVII. 228 che La primo principio il bene e questo basta dialettica di Proclo di causa prima ed unica è Quindi mentre a se stesso. muove per provare l'autarchia della ancora legato dalla eteronomia di prendere legge da altro principio oltre creto, vi mentre se questo tità del loro dell' cioè suo dal bene il con- pone come principio non si dovrebbe essere che come uno partire, rimane verità, essa, il egli cioè : dovrebbe si per superare le difficoltà di Proclo, dall'iden- bene con eterogeneità. Uno si assoluto l' D'altra risolve in non aver potuto intellettuale, o e non dalla l'impartecipabilità parte, un larvato riconoscimento ; serrare la dottrina nel pericolo di due materie di quindi e un nel doppio Plotino si dal materia risolvere la questione della indeterminazione rialismo, in cui le della tesi rin- mate- rivelano una trascendente e 1' altra immanente, né saranno risolte se non riprendendone in esame tutto il pro1' blema, dalla filosofia alla critica del della natura nel noumeno in Kant Rinascimento e nei suoi epigoni. XXXVIII La filosofia disfazione di litico neoplatonica trova in Proclo la sod- una esigenza sistematica e deduttivo, mentre la di carattere ana- forma della sistemazione propria delle Enneadi di Plotino era invece metodicodidattica; quindi nella storia del neoplatonismo e nella scuola alessandrina si deve ammettere che la piena coscienza storica del valore e del significato della scuola Le scuole neoplatoniche venne appunto da questo filosofo. Egli ne mostra an- conseguenze nelle sue critiche della che direttamente le religione, nelle quali appare aver particolare 229 modo discusso in problema della teurgia sollevato da Giam- il blico. Quella caratteristica possibilità di fare gli Dèi mondo mondo orien- per propria azione religiosa rappresentava nel classico la tentazione e l'infiltrazione del cioè tale, problema della teurgia che il Plotino posto aveva gioventù, e che egli nella sua cercato costantemente di risolvere nella pro- era si Giò filosofia. era più che conforme alla tradizione dello spirito clas- ma sico, solvere esso si rivelava insufficiente a criticare e pienamente sue forme misticismo, e sopratutto il semitiche, con cui nelle paganesimo era il ri- tut- t'ora affiatato. Tale critica travaglia nello stesso periodo neoplatonica per il to » — ove dei trattazione « la scuola riaperta era Plutarco. Egli scolaro di suo commento per la sua che di Alessandria, opera di Hierocle, si Versi aurei di Pitagora e della provvidenza appare incline a ridurre il ad emerge e del fa- sistema di Plo- tino alla posizione del monoteismo, e alla teoria della creazione divina in confronto con la teologia del stianesimo. Sostiene quindi che la creazione del è dal non essere come venire inteso della volontà di minatore della « dal nulla » all' essere atto : e cioè l' atto mondo del di- decisivo o volitivo, creazione Dio quale principio autarchico vita. cri- Quando la teoria e do- della creazione (ex nihilo), dogmatizzata nello stesso tem- po dai padri della Ghiesa, è la teoria della creazione — XXXVIII. 230 Gli ultimi maestri assoluta nella sua pura libertà « non come materia essere » in chiarisce si la limita lui come vece alcun mistero, ma un è limitato e la che si mistero il non dialettico della volontà, la quale di per sé intelletto nel del presupposto insolubile della astratto raffinamento sua scuola. Che Hierocle ; ontologica, cioè nel più è in- un mistero per non vuol riconoscere solo diventa propria limitazione, e quindi afferma tale sua astrat- come tezza assoluta. Gli scolari di Hierocle commentare tile, i dedicarono anch'essi a si dialoghi di Platone e i nell'intento di dimostrare quale sottile differenza e soltanto essa distinguesse nesimo anche il platonismo dal quella appunto che vi è tra ; come materia pura, il « non della volontà e per cui irrealtà, che non quindi Teosebio Ammonio ; ; delineava si il « nulla » ma segue il valore del di un scuola di (Enea di Gaza, autore di essi Theophrastos dialogo ; Tra l'opera può più riconoscere si nella natura, secondo Aristotile, fiat divino. essere » muove nello spazio vuoto l'opera del demiurgo, e come pura cristia- o indeterminazione ultima e quindi iniziale dell'intelligenza, da cui creatrice Gaza di Aristo- testi Ermìa una di e di propria suo Alessandria e figlio Giovanni Filopono, Asclepio, Olimpiodoro, Elias, David, Asclepiodoto di Alessandria, Zacharias un dialogo Ammonios) sorgono ancora notevoli commenti, come quello di Ermìa al Fedro, ispirato dalla scuola atedi Mitilene detto lo Scolastico e autore di niese, e di Olimpiodoro primo Alcibiade. Ma al Fedone, al Filebo e al Giovanni Filopono nel 529 d. C Le 231 scuole neoplatoniche convertiva al Cristianesimo, e dedicava due si poderose, De il mogonia platonica, vano soluzione la Lo in cui dottori i dopo l'opera erudita commento porfiriano di ver- la di Chalcidius teologizzante e Marciano Capella [De nupscrittori di indirizzo tutti dava interpretazione l' e consolatione philosophiae di Boe- zio (ca. 480-524/5), che solo latina (2): enciclopedie di Macrobio (comra. le De il lingua dialettica et PhilologiaeJ, e ; tro- trova svolto contem- Timeo per opera In Somnium Scipionis) e Mercurii ne cristiane- al Cornelio Labeone l'opera Mario Vittorino, si scrittori in di del (IV sec), abbiamo non cristiani (l). poraneamente dai loro tiis opificio cosmogonia la stesso passaggio dal platonismo sione e De il commentare simo per opera dei neoplatonici di e criticare l'enigma della cos- l'altra a mondo mosaica nel mundi aeteniitate mundi, l'una a esporre e opere Evo Medio Organon al dell' latino aristotelico e delle matematiche e musicologia neopitagoriche, ma traduzione dell' Isagoge di Porfirio, su cui im- la si pianta tutto r influsso del Neoplatonismo nella Scolastica e insieme stotile (3), (1) dispone si a partire Le opere sua preferenza per Ari- la dai suoi commenti. di questi autori nella Biblioteca Teubneriana e nella collezione aristotelica dell' Accademia di Berlino. (2) Vittorino nella complete di Boezio, st' ultimo e degli (3) Su altri questo Esqutsse d' une Patrologia latina del Migne, ivi, voli, autori LXIII cit. - LXIV generale dlévales (2* ed., Paris, Alcan). le voli. opere Vili singole ; le opere di que- nella Bibl. Teubneriana. argomento è ormai hìstoire ; et classica l' opera del Picavet, comparée des Philosophies //lé- XXXVIII. 232 Con inizi gli del — Gli ultimi maestri VI secolo scuola la neoplato- nica di Atene cominciò quindi a dare segni di stan- campo chezza, e specialmente nel cominciavano maestri a ripetere quello commesso di Ario, cioè mente all' l'errore male, del oscurità modo la ma nella verità stessa. Ciò pera di un che è invece si vede l'errore ancora in ellenico, cioè spirito l'esigenza di aporie, di antinomie, di lubili nella dialettica, vigorosa- ridurre mantenere di sofìstica dello analogo a asserire di principio della verità e di il qualche della morale. I suoi antitesi irriso- la loro risoluzione per esempio nell'o- altro dei neoplatonici di Atene, disce- il polo e biografo del diadoco Isidoro, e cioè Damascio, assai studiato dai teologi nella loro assimilazione della Egli filosofia greca. in latino, col titolo compose un'opera, tradotta anche «de in greco più esattamente che principiis », « aporie e s'intitola soluzioni delle questioni sui primi princìpi » e che è soprattutto storia della teoria delle aQXai, intorno a£faticata la stesso filosofia metodo di greca dai fino procedere per cui a si presocratici. aporie e una era Lo soluzioni commento del Parmenide di Platone. Egli presenta come soluzione del nesso dei princìpi spiriapplicò al tuali e reali la teoria della causalità, e denza tutta la la successione difi'icoltà delle del trarre per causa ed effetto forme del mondo posta la prima causa, e cioè pabile e quindi non 1' e della vita : Uno, come imparteci- causale di per se stessa. Occorre per ciò ammettere che (la mette in evi- vi sia concausa non-ente) che non un momento si della causa riproduce nell'effetto, Le scuole neoplatoniche 233 e che per tale scissione continua di sé come ordine realtà Ma degradantesii può scindere : via via causato sia discendente la e sia l'Uno come tale non si manca interamente nell' intelletto all'origine esso che comincia a scindersi e quindi l'unità logico-etica questo è soltanto di carattere negativo o privativo, di cioè supplisce al desiderio dell' vazione o non-entità mente repleta, e nità, una contemplare cause dell' : Uno, da continuamente volta ancora tale il il e la stessa pri- : desiderarsi i vana- valori dell'uma- naturalismo. Ciò ritorno ad Aristotile, e Unità suprema ed enigmatica delle forma naturali nella trascendente Uno riscontra in tutti si rafforza suggerisce a medesima e così il del immobile motore e collega di Damascio, Simplicio, dedicò a ricercare ancora una volta sintesi del platonismo e dell'aristotelismo, commentando con as- si perfezione fredda sai dello tegorie Epilteto In ranei, Stagirita, e Fisica, il modo, secondo filosofi le morale di critiche dei contempo- non riuscivano neoplatonici viva per il loro influsso più reggesse di per sé stessa (1) FLicil De : Damascii Dubitationes Comm. a superare quale rimase di quanto ap- non questa consisteva ad esempio come considerare le categorie nel Coelo, le Cala rinnovare a la virtuosità didattica dei sofisti, la punto De (1). tal i la la etc. ed. indifferenti e nel Ruelle, Paris, 1889, 2 voli. SiM- in Epicteti Encheiridion, ed. Dùbner, Paris, Didot, 1840 quadraturis, ed. Rudio, Lpz. 1907 ; i commeuti ad zione dell'Accademia di Berlino, voli. VII, Vili, Fisica è a cura del Diels) X, ; Aristotele nell'edi- XI (quello della XXXVIII. 234 cercare di svolgere dall'altra — Gli ultimi maestri sistema procedendo il fosse indifferente. Quindi stesso vi sofisti, come di esse a propria scelta cominciavano essi, una o dall' se sistema il trapassando in nuo- Enneadi a leggere le di Plotino da un trattato qualsiasi scelto a loro posta, e cioè non ma più storicamente i arbitrariamente categorie, dei trattati in altrettante titoli simbolismo delle così nel tavole « tramutavano e ; ricadendo pretoriane senza » Quando evidentemente la organicità che non si può riuscire più a uniformarvisi. ha anche una sua verità che sofisticamente, e violare è venne anche posto in della vita. Ciò da uno dei loro più scovo Nemesio di Emesa Natura dell'uomo » seguaci illustri e suoi giorni, e ne pone critici, che nel suo libro il ve- « della della in rilievo risoluzione della teoria classica erano contro gli quali i battuti, e dello semiti spirito. ma errori dei filosofi neoplatonici i incertezza l' ; anche militarmente, e che si a questa polemica con persiani i si vanti a Giustiniano tra cristiano ; un quindi vincerli. riferisce 1914). il 525 cer- Così proda- neoplatonico e un cioè tra Crisogonato, neva che essere cristiano (1) V. filosofo Questi erano sempre cesso leggendario che sarebbe avvenuto nel filosofo nella dei persiani, essi cavano di doppiare o di simulare per lin, rilievo del neoplatonismo, da Posidonio di Aparaea ai storia non distinto un quadro completo (1), traccia organicità stessa la il quale soste- significa credere nel Cristo su di luì la monografia di Werner Jaeger, N. voti E. (Ber- Le scuole neoplatoniche come Logos 235 e quindi studiarne la logica, e Calogero il quale sosteneva che quella era questione di parole e non esattamente termini come verbo divino pensiero dialettico. essendo altro e altro essendo intesi, ©teologici che fossero, condo la come logos il Pretore sentenziò a questo Il guardo: Graeca proprie, e cioè che sofici lògos il tradizione ellenica si ; termini, sia i ri- filo- dovevano intendere se- annunziando bi- così il zantinismo e lo scisma della chiesa di oriente. Sta di fatto che per essersi assottigliate le scuole anche tradizionalistiche, e quindi desiderato ormai sommo campo cristiana, un decreto le mente quelle di sì che si neoplatoniche, e le pieno progresso anche in degli chiuse C. d. il studi nel senso scuole Atene bando per greche e filosofiche e il bandì i momento rigorosamente, e costrinse molti ad esulare nelle regioni che filosofi maestri erano varono gli arabi, ovvero avverse, esuli (compresi Damaselo e impero, paganeg- applicato fu di assai filosofia debolmente più come 529 special- dall' filosofia dipendenti dall'impero, come in Siria, dove gli dottrina della dello stesso Giustiniano nel astenessero dal professarvi giante. Il questo li ritro- in Persia. Tra Simplicio) che ritor- narono stancamente ad Atene nel 533, era Prisciano, ultimo diadoco della scuola neoplatonica, e che si ritiene persona diversa da grammatico (latino) (1). Egli quella si di oggi Prisciano il recò in Persia a cer- (1) Prisciani Metaphrasis de sensu Theophrasti - et Solutìones eorum de quibus dubitavit Chosroe, ed. Bywater in Supplementum Aristoteli' cum (I, 2) dell' Accademia di Berlino. — XXXVIII. 236 Gli ultimi maestri care ansiosamente da presso aporie che non erano soluzione mediovali codici quelle di da lontano. state risolte conoscono da Si la proposte dal re Cosroe a Prisciano e le questioni le soluzioni date da questo, che sono nove e possono rappresentare il più modesto e semibarbarico documento dell'infelicità della filosofia greca. Esse sono le seguenti nima sia sogni cina dità ; 4°) ; 6") che essenza o accidente Del sonno 2°) ; Delle stagioni dell'anno Mar Delle maree del si 5°) ; rosso riassume in semplici argomenti dopo e il tuito da tema di essa : la la le 3") Dei medi- ; Della 8") ; 9°) umi- Del veleno che soluzione, antiche dottrine nona questione il proposizione del problema Per fisiologiche e scientifiche. testo è interrotto ha si ; Della verifica nell'aria e nel fuoco dei rettili. Delle prime otto l'a- 7°) Dell' ; trasformazione degli animali migratori Se 1°) : la come ponendosi il mondo costi- da quattro elementi capaci di formare l'armonia, essi nasca il veleno cioè ; cato fisico più misterioso. dunque aneddoticamente stico della materia, sapientemente, (1) V. La il male nel suo filosofia fronte di greca si signifi- arrestò all'enigma duali- che Plotino aveva potuto porre così ma non era pervenuto a risolvere (1). ancora su questo argomento del dualismo etico Ethik des Poseidonios (Hermes 1939) ; J. Guitton, : Nebel, Zur Le temps ni té chez Piotili et Saint Angustili ^Paria, Boivin, 1935). et V eter- INDICE DEI NOMI A Apollonio Tyaneo, 10, Apuleio, 10, 26, 55. 37, 122. Arcesilao, 36. Àbatnmone, 186. Adraséo di Afrodisia, Ariséocle di Messina, 29, 35. 29, 41. ÀdrasÉea, 148. Arisfone, 40. Adriano, 30, 36. Agostìno, (S.) 73, 216, 217. Aristotile, 11, 14, 17, 21, 25, 29, 37, 41, 43, 47, 49, 69, Aidesio, 197. Alessandro di Afrodisia, 58, 91, 115, 117, 134, 142, 163, 204, 210, 217, 218, 219, 227, 230 Alessandro di Damasco, 29. Alessandro di Libia, 41. Alessandro Polyhiséore, 122, 123. Arnou Albino, 26. Ario, 211, 213, 215, 232. Allard P., 197 (o Amerio), 38, 39, 40, 42, 48, 49, 175, 180. di Alessandria, 230. Sacca, 231, 233. R., 81. Arriano, 35, (n.). Amelio Genéiliano 8, 9, 10, 11, Asclepio, 230. Asclepiodoto, 230. Asmus 190 R., (n.), Atanasio, 211, 213. 175, 176. Atenagora, 31. Amphiclea, 40. Anassagora. 215. Athena, Anafolio, 185. Augusto, 199. Andronico, 195. Aspasio, 41. 12, 14, 34, 40, 41, 48, 154, 164, Anebone, 164, 165, 175, 177, 178, 187, 203 (n.) 164, 165, Ammonio Ammonio 72, 82, 83. 102, 106, 107, 111, 113, 114, 94. Àttico, 109 (n.). 43. B 177, 186. Antioco di Ascalona, Antioco Epifane, 179. 11. Bacone, 119 Antìsferje, 105, 160, 178. Banfi A., 48. Apollodoro, 43, 181, 182. Barbagallo (n.). C, 197 (n.). Indice dei nomi 238 D Bardesanes, 27. Basilide, 27. Baumgaréner M., 212 Bergson H., 73, 108, Damaselo, 232, 233, 235. (n.). Daniele, 179. 184. Beréhéloé R., 47. DanÉe, Bidez David, 230. 39, 177, 180 (n.), 197 (n). J., 65, 81. Boezio, 178, 231. De Bouilleé, 46. Deichgraber, 37. Falco V., 190 Democrito, Bréhier E., 47, 48, 70. Bywaéer, 235. 38, 83. Demoséraéo, Deubner (n.). 41. Calcidio (Chalcidius), 231. 190 (n.). Dexippo, 185, 196. Didoé ed,, 46, (e n.), 197 (n.), 221 (n.), 222 (n.), 233 (n.). Calogero, 234. Diels H., 233 Dindorf Castricio Firmo, v. Firmo. Cadiou 16 R., Dionisio di Siracusa, 38, 209. (n.). Diotima (n.). Drews Mantinea, di Domnino, Caramella 5.. 63 (n,). Carbonara C, 48. 63. 219. A., 47. Dùbner, Carlo V., 202. Cameade, (n.). H., 203 (n.). Dionisio Longino, 16. (n). Calogero G., 63 Capone G„ 173 L., 36. Catullo, 209. Cassio Longino, 16, 17, 41, 42, 96, 151, 154, 155, 177, 191, 218. Cesare, Enea 37, 121, 198. 8, Elias, 230. Empedocle, di 55. Gaza, 230. Celso, 30, 46, 212. Epicarmo, Claudio Epicuro, 38, 83, 233. 38, 44. II, 43. Cleante, 207. Epitteto, 28. Clemenée Eracle, 123. di Alessandria, 31, Cornelio Labeone, 231. Eraclio, 211. Cosroe, 236. Eraclito, 124. Costantino, 199. Cousin V., 221 Ermia, 230, 231. (n.), Erone, 223. Covoééi A. 47, 99, 104. Creuzer, 46 (e (n.), 222 n.), 53 Crisogonaéo, 234. Crisippo, 175. Fr., 197 (n..), 221 Eubulo, 41. Euclide, 220, 221 (n.). Crisantio, 197, 198. Cumont 88. Eros, 64, 78, 80. (n.). (n.). Eunapio, 197. 39, Eusebio, 109 (n.). Eustochio (Alessandro), 43, 53 (n.), 177. 38, 40, Indice dei nomi 239 Herminos, Faggin G., 29. Hierocle, 229, 230. 48. Holderlin, 208. Fénélon, 99. Fes£a N., 190 Hopfner Th.. 190 (n.). Ficino Marsilio. 46, 52, 190 54, 100, 161, Filopono G., (n.), 53 (n.), 222 Filone di Alessandria, 18, 26. di Jaeger W., 234 Inge W.. 47. Minéurno, 40. Ireneo, 31. Isidoro, 232. Fowillée A., 51. Froutìger P., 63 Iside, 27. (n.). lulia G Domna, 29, 37. Galli U., 63, Kant, 106, 114, 168, 172, 228. (n.). KirchoflE A., 46. Gallieno, 36. 38, 48. Gauro. 179. Gentile G., 173 Gercke 10, 37, 122. K Gaio. 26, 41. Galeno, (n.). Ippolito, 31. FilosÉrafo, 10, 122. Firmo CasÉricio J I. (n.). Giovanni F. V. (n.). Kleist (von), 47. Krakowski. 173 (n.). Kristeller, 52 (n.), 173 Kroll W., 222 (n.). (n.). A., 47. Giamblico, 40, 185, 186, 202, 206, (n.). Kronios, 73, 122. 216, 223, 229. Gioberéi, 118. 158, 224. Giovanni Filopono. 230, 231. Giove, 64 (v. Zeus). Giovanni (5.) Evangeliséa, 198. Giuliano, 197, 198, 211, 213, 221, (n.). v. Cornelio L. Libanio, 20, 197. Lisimaco, 48. Giunio, Rustìco, 37. Losacco M., Giustiniano, 215. 234, 235. Giustino, 30, Gregorio (S.) Gunéher 47, Lucano Ocello, (n.). Ocello. 214. M (n.) P., 47, Guthrie K, 222 v. Lucrezio, 122. Magno, Guitton L, 235 Guzzo Labeone Cornelio, Leibniz, 86, 189. 47. Macrobio, 231, A., 172. H Manitius Marcello K.. 221 (n.). Oronzio, v. Oronzio Marcello. Harder R. 47, 50, 124. Hegel, 112, 178. 223. 224. Marciano Capella, 231. Marco 30, 37, 67. Aurelio, 7, Indice dei nomi 240 Mario Vittorino, v. Vittorino Mario. Prati R., 202 208 (n.), 21 (n.), (n.). Marino di Tiro, 221, (n.). Marucchi O., 173 (n.). Massimo di Alessandria, 26 (n.). Massimo di Tiro, 20, 197, 202. Origene platonico, 16 15, (n.), 42, 48. Oronzio Marcello, 40, 42. Osiride, 27. Metìs, 63. Mehiis G., 173 (n.). Moderato di Gades, 122. Monéesauro D., 52 (n.). Panezio, 20. Morselli E., 48, 63, Pausania, 63. Mosheim, 46 (e Muccio G., 197 Mullach, 35. Mùller H. F., Paolo (n.), 173, (n.). (S.), 180. C, Pascal n.). 99. Pasquali G. 221, (n.). Passamonti E., 197 (n.). (n.). Patrizi F., 222. (n.). 46, 47. Penìa, 63, 64. N Picavet F., Pistelli E., 190 (n.). Nebel G., 173 Negidio, 122. (n.), 235 (n.). Pitagora, 10, 24, 123, 179, 181, 185, 193, 219, 229. Negri G., 201. Nemesio, 10; 233. Nicomaco di Gerasa, Platone, 11, 14, 17, 24, 34, 35, 37, 38, 41, 122, 123, 124, 127, 185. (n.), 54 (n.), 55, 26, 42, 30, 52, 53 61,69, 73, 82, 83, 85, 90, 93, 94, 95, 97, 102, Nicostrato, 30. Nietzsche, 103. Norden E., 28. Novalis, 9. Numenio di Àpamea, 24, 25, 48, 122, 175, 176, 185. 110, 112, 114, 117, 118, 126, 133, 141, 160, 161, 162, 164, 175, 177, 178, 190, 191, 192, 195, 204, 217, 196, 218, 219, 220, 221 (e n.), 226, 230. Plinio, 200. O Plotino, 18, 33 = 173, 220, 226, 228, 229, 233, 235. Ocello Lucano, 122, 124. Olimpio, 35, 41. Olimpiodoro Olimpiodoro Omero, (I), (II), 218, 220. 230. 17, 122, 183. Orazio, 208. Origene di Alessandra, v. Ori= gene patristico. Origene patristico, 10, 30, 42, 211, 212. Plutarco di Atene, 218, 229. Plutarco di Cheronea, 20, 25, 26. Polemone, 40. Porfirio, 38, 45, 155, 175, 185, 186, 203, 207, 216, 231. Posidonio di Apamea, 18, 20, 25, 82, 114, 185, 234. Praechter K., 30 Prantl, 47, 180. Prat, 18. (n.), 190 (n.). Indice dei nomi Prisciano, 235. 236 (e 241 Taziaon n.). 31.. Probo Valerio di Siracusa, 176. Temistìo. 203 (e Proclo, 43. 53. (n.). 177, 196, 220. Teodolinda. 214. 221 (n.), Teodoro Proéeos, 75. Teofrasto. 43. di Asine, 185, 196. Teosebio. 230. 8. Tertulliano. 31. 216. R RicMer 204. Teodosio, 40 222-Ì228. Protagora, 83. Psammetico, n.). Theiler W., 19, 26, 28, 48. Theone R., 47. Riféer H, 18. Smirne, 25. di Tiberio, 36, 199. Robin L., 63 (n.). Roséagni A., 197 (n.). 202 Rudio. 233 (n.). Ruello. 233 (n.). Tilgher A., 172 (n.). (n.). Tolomeo Claudio, 29, 72, 138, 31 (n.), 220. Tommaso S (S.), 222. Traiano, 200. Sallustio di Pergamo. 197, 202, C, Travaglio 47. 203. 206. u Salonina, 37. Sanchoriano£e, 27. Ueberweg Saturnino. 37. Sai«a G.. 52 30 Fr., (n.), 190, (n.), 212 (n.). (n.). Schelling, 100, 107, 178. Schopenhauer. Ili Seneca. (n.). Vacherot 19. 20. I., 18. Senocrate, 169. Valentìniano Senofane, 177. Sesto di Cheronea, Valentino, 27. 37. III, 179, Valerio Probo, v. Probo Valerio. Varrone, 122. Sesto Etopirico. 37. Settimio Severo, 10, 30, 31, 33. Vespasiano, 36. Severo il filosofo, 41. 50. 83. Vittorino Mario, 216, 231. Simon J., 18. Volkmann R.. 46. w Simplicio, 233. Sinesio di Cirene, 215. Siriano. 219, 220. Wundt M., 48. Socrate, 15, 16, 35, 55, 63, 105. 207. Socrate di Apamea. 196. Suida, 39. T Talete. 92. Taylor, 222 Zacharias, 230. Zeller E.. 18. 47, 51, 99, 104, 186. Zethos, 38 = 40. Zeus, 94, 209 (n.)- Zoroastro, 41. (v. Giove). INDICE La filosofia di Plotino e Prefazione il neoplatonismo .......... Pag. 5 A. LE ORIGINI DEL NEOPLATONISMO I = Ammonio lessandria Ammonio ......... Sacca fondazione della Scuola dì A- (la Sacca 7 princìpi della filosofìa Alessan- II = III = Precedenti stoici (Seneca e Posidonio) IV = Lo gnosticismo (Posidonio (i drina) Numenio e . . ; . » 12 » 18 » 23 » 33 » 39 » 45 » 52 Platonici e Gnostici; Aristotelici e Padri della Chiesa) . B. LA VITA E L'OPERA DI PLOTINO V= Biografia di Plotino VI = Prosopopea di Plotino VII = Bibliografia delle (la persona, i discepoli, le opere) sizione del testo) Nota « . Enneadi -• sulla versione del Ficino » (studi critici, dispo- . . • . . . . . ! . . . . 244 Indice c. LE «ENNEADI» Vili = Del demone e del fato (ranìma e la natura) IX = Teoria del X " amore e impassibilità) La natura e il tempo (ilozoismo e aristotelismo XI « XII » dell'Eros (interpretazione ig. ». - XIV = l'eone) » 67 » 74 » 77 teoria e la pratica (nella natura e nella materia) teoria e la pratica (pensiero e poesia, pensiero La sostanza dell'anima (l'anima nima del mondo) La vita dell'anima (il senso e l' . . XV =• L'uno e i » « mondo « . l'a- » . intelligenza) intelligibile) . . : . . ......... L'assoluto e e trascen- ...... pensiero il cipio plotiniano) XVIII . . L'unità assoluta (suo carattere mistico dentale XVII indivisibile; molti (nella filosofia greca e in Plotino intelletto e XVI (il valore logico del prin- Trascendenza e immanenza lismo la teoria delle idee) (volontarismo e rea- ; XIX » ........ L'essere e la realtà e materia) XX = » (le numerica e L'uno, le idee plotiniana) (la il . uomo . XXII " L' antropologia XXIII = La cosmologia (astronomia e etica » ; . e la virtù, la dialettica, ed estetica materie; XXIV .... bene (princìpi della morale . (1' pensiero ; scuola neopitagorica l'unità logica) e . categorie dieci Critica del pitagorismo l'unità XXI 60 La La e azione) XIII 55 Simposio fisica astrologia ; le due e metafisica Provvidenza e gnosi (critica interpretazione del teismo) dello gnosticismo e 245 Indice XXVI Psicologia e metafisica (scritti del primo periodo) « XXVII Pag. ,......» terzo periodo). Nota . 155 Aristotelismo e misticismo (scritti del secondo e = » bibliografica 162 172 E. LE SCUOLE NEOPLATONICHE XXVIII Nota = Amelio e Porfirio bibliografica. scuola romana) (la . . . . • . . . . . » 175 . » 180 XXIX = Dottrine di Porfirio (l'anima, la conoscenza, la vita) » 180 XXX = Scuola di Giamblico Nota bibliografica. XXXI = XXXII = Plotino e , Nota . Giamblico nelle Enneadi) scuola siriaca) (la . , . . = XXXIV » . . » 185 . . » 190 . . . .... Aristotelismo e misticismo nella filosofia di Giamblico bibliografica (la scuola di Pergamo) XXXIII . dell' intelligenza teoria (la . . . . L'imperatore Giuliano e tica e mistica) XXXV » Neoplatonismo ; e =» La scuola gli ariocattolici di ; la scienza e Sant' bibliografica. XXXVII = La Atene (i = . . dialettica di Proclo . . . . . (logica e metafisica, Gli ultimi maestri della scuola della scuola di Indice dei nomi 198 » 204 » 211 diadochi da Plutarco di Ne- . Atene » 217 » 221 » 222 arte e religione) XXXVIII » A- storio a Proclo) Nota 197 arianesimo (Origene e Ario e gostino) XXXVI » Giuliano (metafisica e storia, este- filosofia di Atanasio 190 192 suoi contemporanei (Sal- i lustio, Temistio) La » » di Alessandria e » 228 » 237 FINITO IL 18 DI STAMPARE MAGGIO 1940 - XVMI NELLA TIP. "LA STAMPA" CATANIA VIA CANDIO, 11 -TELEFONO 13663 Prezzo: L. B 693 .Z7C3 ^ .^sjsjr' 1710538 CARAMELLA La filosufla di 1^1 o tino e il Neoplatonismo, )è "iìf DEc_2_a;tajak_Ja&: I I CARAMELLA La filosofia ^loti-no-e—il Neoplatonismo. ^^^ .Z7C3 d57 ITlO^^r' JUH Z 5 JUL 3 1 S£ 9 mu% FEB 5 ci' Sér 5 Bìndery Ha:i (4.(.Mr\ \^^'ì-. '.jjrtPo ^^^ P ^m mdùju^^ ««^ t.^ii*' SWlFt HALL LIBRARY