La Filosofia di Plotino e il Neoplatonismo

annuncio pubblicitario
«jv >'^K^:^<ty>-A.; ^w^,>^^v>;^<>,Jv;^K^<^<3(>^^^^
o
^N
'
REGIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI
DI
CATANIA
SANTINO CARAMELLA
A
E
FILOSOFIA
IL
DI
PLOTINO
NEOPLATONISMO
A
cura di
ARTURO CARUSO
f
GRUPPO DEI FASCISTI UNIVERSITARI
CATANIA
=
1940 XVIII
LA
FILOSOFIA
DI
PLOTINO
E
IL
NEOPLATONISMO
GIÀ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI
DI
CATANIA
SANTINO CARAMELLA
FILOSOFIA PI
\
E
IL
PLOTINO
NEOPLATONISMO.
A
cura di
ARTURO CARUSO
f
GRUPPO DEI
—
FASCISTI UNIVERSITARI
CATANIA
=
1940 XVIII
RIPRODUZIONE
aA
VIETATA
<
%
«
PREFAZIONE
AI FASCISTI UNIVERSITARI ETNEI
Fi offro, elaborate e distinte nella forma di sintesi
storica che loro è propria, queste lezioni di Storia
da me tenute nella R. Università di
Catania nell'anno XVH e da voi seguite con tanto
della Filosofia
interesse e passione
W argomento
per
dell'
lo studio.
opera è
queW alta
consegnando
e
romana
la
forma più matura
profonda
e
scuola della filosofia antica che ne concluse
le
fortune
della filosofia greca
alla storia dell' impero e della civiltà.
Voi ne avete inteso e realizzato la coscienza.
Il
camerata Arturo Caruso mi ha
raccogliere
le
lezioni e
nel
assistito
nel
curare questa pubblica-
zione.
Catania, R. Università, 15 gennaio
1940-XVIII.
Santino Caramella
7iyrt
A.
Le
Neoplatonismo.
orìgini del
I.
La scuola Alessandrina sorse rispondendo con
voce sincrona al primo determinarsi dell' esigenza di
un salutare rinnovamento nel pensiero e nella civiltà
romana.
A
che,, che
avevano legato
differenza delle precedenti scuole ellenistila
loro fortuna con la conser-
vazione della grandezza greca e con la civiltà che vi
si
presentava congiunta, questa scuola, pur
sorgendo
ad Alessandria, fu strettamente connessa con
e
con
la
fortuna
dell'
Impero Romano
negli
la
vita
ultimi
secoli della sua storia.
il II secolo con un imperatore
Marco Aurelio. Le sue sentenze erano quanto
più maturo avesse conseguito la saggezza consoli-
Esso aveva chiuso
filosofo,
di
data nella fusione del
mondo
antico.
Ma
questa unità
era frammentaria, vale a dire che poggiava così nella
realtà
come
nello spirito degli uomini su un' enciclo-
pedismo non bene
sintetizzato.
—
I.
Il
Ammonio Sacca
vero romano era ancora Cesare come una per-
sona sola
;
ma
cercava sempre
sua
la
autocoscienza
che non riusciva a raccogliersi in una fisonomia unica.
Quindi un
pessimismo aleggiava nel pen-
sottile
siero antico, e l'origine del Cristianesimo aveva avuto
carattere di sojfferenza e di evidenza
umane più
delle virtù.
fondo
di cercare dal
per orientarli
Cristo
dell'
la
;
ma
i
infelicità
valori spirituali,
alta tradizione
ordine e dello spirito
e alla voce
filosofia.
ma
con tanto onore,
all'
all'
aveva
tenuto
sosti-
compilo
tale
era sempre mancato
di
unità
impero
neoplatonismo quindi
Il
che
tuisce lo stoicismo,
dessero
civile,
era
filosofi
modo che corrispondendo
in
sua nuova
per
anima quei
dell'
più
alla
compito
Il
delle
coinci-
di
dere colla propria volontà. L'impero appariva astratto,
critico,
non
E
costruttivo.
Queste idee
occorreva ricostruirlo.
agitavano, secondo
si
i
suoi biografi,
anche nel maestro di Alessandria, cristiano
ma romano
Ammonio
pensiero.
di
175
Costui visse dal
rimasero incerte come
il
al
242
di
fede,
Sacca.
d. C.
Le sue
suo cominciamento,
origini
ma
tutto
converge nel far ritenere che uscisse da quella stessa
scuola Saitica, della quale divenne
preferito.
La scuola era
in
origine
maestro e autore
un
logico che aveva elaborato a partire dal
tico (secolo
VII
mente pratica
C.)
a.
tra
il
dizioni religiose del
una conciliazione
collegio
teo-
Re Psammeprevalente-
nuovo
spirito religioso, e le tra-
mondo
orientale, e la civiltà el-
lenica o ellenistica.
Anche
lo svolgimento della filosofia greca vi ave-
Le
movendo per un ordine più
va corrisposto,
delle categorie
con essa
origini del Neoplatonismo
:
ma
si
ora
era arrestato
nell' esigenza di
una riunione
razionale
confluiva
e
delle dottrine
analoga a quella delle religioni, e nella elaborazione
esplicita del misticismo.
Tale conciliazione divenne sempre più vivace, e
prossima alle questioni che abbiamo
r epoca
di cui ci
occupiamo
:
nome
e prese
campo
tismo, esteso poi dagli storici dal
a tutte le scuole teosofiche
impostate,
dell' èra
cretismo della scuola di Sais
era
nel-
di sincre-
della filosofia
volgare. Il
fino
ad
sin-
Ammonio
Sacca costituito dalla tendenza a sistemare in
ordine
razionale le varie correnti religiose che riconoscevano
una nuova èra
spirituale, di cui
teva ora avere
il
certamente
Cristo avuto o
ammet-
primo posto o
il
direzione messianica. Quindi tutte
si
tradizioni
la
la
reli-
mondo ellenico vennero rielamodo che o concorressero col Cri-
giose dell' Egitto e del
borate dai Saiti in
stianesimo o finissero coli' incontrarlo.
che
la
Novalis
siderata
il
Questo
fa
sì
dottrina dei pensatori di Sais (che inspirò
al
romanzo « I
come la forma
il
Cristianesimo che
1'
discepoli di Sais
di
maggiore
»),
fosse con-
importanza
antichità pagana
ci
per
avesse
la-
sciato.
La scuola
Saitica infatti era pervenuta a ricavare
dal pensiero antico, greco ed egiziano, nel suo
rizzo,
uno
squisito soggettivismo,
che
vi
si
indi-
trovava
simboleggiato sotto la forma che in tutte le cose, dietro ai successivi legami dei misteri,
nella
ricerca di
qualunque soluzione, una sola verità emerge sempre
:
10
I.
noi stessi
oggetti
:
;
il
un
Ammonio Sacca
solo sguardo
nostro.
rai te stesso.
—
si
trova
dietro
Qualunque cosa tu
tutti
gli
cerchi, ritrove-
La sostanza del mondo
finiva
per
così
essere di carattere soggettivo e ciò rispondeva ai pro-
blemi morali
o postulati
suscitati
Stoicismo
dallo
e
dal Cristianesimo.
Ammonio
Sacca fSakkàsJ, come
colleghi, aperse
molti
sotto Settimio Severo, che aveva ripreso
forma costante
suoi
dei
una scuola personale in Alessandria,
dopo
imperiale,
lo scettro
a tenere in
prima
la
fase turbinosa degli imperatori militari.
L'imperatrice Julia
Domna
assumendosi
il
com-
pito di restaurare la vita spirituale dell'impero, aveva
raccolta
una corte in cui
sofici
erano largamente
modo
chiaro,
ma con
necessità di risolvere
i
problemi
agitati,
religiosi
e da essi
il
problema della
del Cristo sostituendolo con
i
vedeva in
vita
avvalorò
doversi intendere e dirigere a proprio
gere
filo-
spirito di carattere realistico, la
del Cristianesimo. Ella pertanto
nici, la
si
e
altri
religiosa
la
modo
tesi
il
personaggi
di
culto
messia-
cui personificazione avrebbe potuto sia respincristiani nell'isolamento
da cui uscivano, e
intonare lo spirito dei suoi tempi con
i
sia
problemi che
aveva amato.
Spetta a lei di aver promosso
la
legittimazione
della rinnovata figura di Pitagora, e accettato l'impo-
sizione di Apollonio Tyaneo,
indovini (Cfr.
il
più
Filostrato, Apuleio,
eminente
Nemesio),
degli
ma
in
realtà personaggio di carattere letterario, ed
anche di
occupavano
predica-
una
religione oratoria di cui
si
Le
Con
tori cinici.
origini del Neoplatonismo
non man-
queste convinzioni, a cui
cavano di concorrere
le
varie religioni neoteriche, la
apertamente
cominciò a interessarsi
imperiale
corte
11
del Cristianesimo sotto forma polemica. D'altra parte
scuole cristiane di Alessandria
le
nizzate fino al suo
come
avevano
tempo,
si
erano orga-
avuto
carattere
oratorio, evangelico, missionario.
Ora questo non pareva ad Ammonio
popolo non per-
e perchè ciò che occorreva al basso
suadeva
superiori
i
cristiani o
i
nuovi
offrire
Bisognava
Stato.
ma non
tradizionalisti, gli ellenisti,
i
nivano per
giosa.
perchè in fatto di retorica erano
dirigenti, e
i
filosofi.
egli
certo
Quindi queste scuole
un debole
fortificarle
Per quanto
sufficiente,
aspetto nella lotta
accettando
fi-
reli-
problemi dello
i
venisse accusato di abiura, cioè
di apostasia dal Cristianesimo,
questa
infondata, perchè altri suoi discepoli
accusa
risulta
confermano
la
sua personale idea cristiana.
Il
me
suo indirizzo consisteva nel riprendere in esa-
la filosofia dei grandi pensatori
autenticità, e cioè di risalire alla loro
Gli
ed
si
nella
greci
loro
forma originaria.
presentavano come maestri Platone e Aristotile;
egli si
propose non tanto di mettere in rilievo
loro distacco,
ma
il
di cercare la loro conciliazione col
dimostrare che quello era stato acuito dalle scuole di
Atene, Platonica e
dalla logica.
gnasse
un
Da
peripatetica,
questo
si
questa
egli
sincretismo filosofico analogo
ammetteva l'eclettismo che era
imposta
che Sacca propu-
ritenne
Cicerone e di Antioco di Ascalona
era
:
a
quello
vale a dire
di
che
stato negato dalle
12
—
I.
Ammonio Sacca
scuole filosofiche. In realtà
come
e£;li
tutti
i
suoi se-
guaci, raccolse la questione dell' eclettismo per supe-
una propria filosofia.
Per giungere ad un eclettismo corretto occorreva
infatti avere una idea dominante nella conciliazione
delle varie forme
cioè esso si doveva presentare sotto
forma di sincretismo, e svolgerne la crisi in una dotrarla nel sintetismo di
:
trina
tesi
;
Ammonio
e
preoccupò di elaborare
si
da lui cercata del Platonismo e dell'Aristotelismo
sotto la
forma
spiritualistica e soggettivistica
suggerita dalla sua educazione e dalla
Quindi per
lui
primo problema fu
il
nità di connessione tra Dio,
il
corpo umano, e di definirla
in
spettasse di fronte a
Le
si
Dio
il
che
sua
gli
religione.
mondo,
1'
anima, e
modo che
senta a
un
casi.
primo posto.
aristoteliche
storia dell'
mas-
anima, che essa pre-
dipresso in forma analoga o identica
Ma
per
1'
cessione dialettica
;
il
anima
all'
unificano prima di tutto in quanto danno la
alla
era
di ricercare l'u-
platoniche e
dottrine filosofiche
sima importanza
due
sin-
la
nei
uno, Platone, nel senso della sucper
1'
altro,
in
Aristotile,
quello
delle relazioni logiche.
II.
La dottrina
dello spirito sostenuta
nel suo insegnamento era
principio di una sintesi tra
bile,
che
gli
(tò ODvdetóv).
fondata
l'
sulla
da
ricerca
intelligibile e
antichi intendevano
in
Ammonio
senso
il
del
sensi-
oggettivo
Questa sintesi non
perchè
l'
13
origini del Neoplatonismo
Le
può attuare che nell'anima,
si
purezza è
intelligibile nella sua
a mescolarsi con la varietà molteplice del
non
sibile e viceversa questa
senza svanire.
Il
mondo
può ridurre
si
appunto intorno
alla crasi
o fusione possibile (mixis) dei due termini
posti.
Ora l'anima
con
e connessa
la
tempo
è nello stesso
sensibilità.
sìntesi degli opposti.
l'
sen-
unità
a
problema sino allora sollevato dalla
degli Aristotelici era
fisica
impossibile
anima è fuori dello
Per
il
Quindi
op-
così
intelligibile
essa è la
vera
suo carattere intelligibile
spazio, è fuori del tempo. Essa
può essere presente in ogni luogo e in ogni ora.
Quindi non soltanto si sottrae a ogni vincolo della
materialità, ma la domina comparendo a sua posta in
ogni punto di essa che interessi
dominio spiega viceversa come
sensibilità nel significato
1'
l'
intelligenza.
anima
Questo
dotata
sia
di
di possesso e illuminazione
da parte sua delle cose
paragone tra
1'
sensibili.
anima ed
il
sole,
Si
potrebbe fare un
poiché anche questo
estende la sua luce in ogni luogo del cosmo e nulla
può
resistere ai suoi raggi,
chiuso in
ma
esso
non rimane mai
un luogo o spento per un
Quindi anche
istante.
la dialettica psicologica di
una
vi-
ricostruito
da
e di Aristotile poteva essere sintetizzata
sione unitaria.
Platone e
stotile si
i
Il
dramma dell'anima
in
gradi delle sue forme analizzati
corrispondono
tano rispettivamente
il
infatti,
in quanto
superamento
Platone
da Ari-
rappresen-
dell' esperienza
temporale e quello dell'esperienza spaziale nella stessa
forma.
14
II.
—
Ammonio Sacca
Così la tradizione
Ammonio
con
del
sintesi
gli
uno
l'
noumeno
Ma
aposteriori.
dell'
sua
della
tal
modo
filosofia
da
l'opposizione
come problema
Alessandrina,
Ammonio
fosse
di Platone. Egli tuttavia procedette
ste
è
spiritualità
e dei fenomeni, dell' apriori e de-
dato che in
testo preferito
il
anima nella
e dei molti rimaneva appunto
fondamentale
che
che
veniva a concludere
ellenica
ritiene
si
Parmenide
il
anche a più
va-
considerazioni di carattere cosmologico e antropo-
logico.
Dio
gli
come un
presentava
si
assoluto superiore a ogni sintesi e a ogni legge
namente
sceva
il
Essere assoluto di cui
definita.
potere imperioso regnante
1'
assolutezza e
l'
Gli uomini
municare con
il
sull'
Dio
di
evidenza
i
:
quindi
:
tre
l'
il
attri-
infinità,
onnipotenza.
hanno per
la
universo
erano
uma-
ricono-
egli
carattere trinitario e metteva in
buti fondamentali
e
essere infinito
fine nella loro vita di co-
divinità e di pervenire ad
adeguare
loro spirito intelligente con l'assolutezza della ve-
rità divina,
che noi diremmo con
riteneva per altro
e indicata fino a
lui «
Logos
».
Egli
che questa via potesse venire aperta
un
certo
punto anche dalle vie
tra-
dizionali della religione antica o sincretistica. Esse a
suo avviso propongono
1) goètia,
i
seguenti gradi di elevazione
o divinazione. Essa
care di comprendere
l'
consiste
nel
:
cer-
intenzione e lo sviluppo della
potenza divina attraverso
1'
uso delle pratiche
asceti-
che e liturgiche.
Quindi Ammonio, come probabilmente
tutta
la
Le
origini del Neoplatonismo
divinazione
scuola di Sais, criticava la
proposta dagli stoici e da
15
razionalistica
Cicerone. Egli e
i
suoi cer-
cavano invece di riformare e purificare spiritualmente
magia e
la
il
come
sortilegio
2) theurgia, o azióne mistica
l'
anima conforme
mile a un
alle
esigenze
devozione.
di
atti
rendere
a
rivolta
divinità
della
Dio o altrimenti quello che noi
e
si-
diremmo
processo di santificazione. Questo poteva riassorbire
i
misteri delle religioni classiche sopratutto nel loro valore finalistico o virtuistico rappresentato
ed espiazioni
ficazioni
uomini possono diventare
puri-
Superate queste due
( xaiSapf-ioL ).
prove e forme di sviluppo
dalle
coscienza
loro
della
gli
:
3) zelanti (0jtoD8aToi) del
divino,
quindi
e
colti-
vare le virtù razionali.
4) ispirati o demoniaci,
e
come
come
ritenevano sul suo
si
era
Socrate
stato
modello
maestri
i
di
filosofia.
5) consapevoli del
me
erano
luogo
e in 6)
tores »
stati
o
«
potere divino (i&eojtdtopeg) co-
concepiti
i
dominatori della
pantokratores
»,
considerata corrispondente
romano.
Come
sapienti della
si
cioè
vita,
aliena
spontanee
dal
dell'
all'
vede questa
ideale
dell'
mo
:
theokra-
comprendere
e
essere
imperatore
prospettava una
filosofia
pensare
doveri,
le
ma
esigenze
umanità.
Ciò viene messo in rilievo dai
sciplinati
«
qualità che poteva
visione aristocratica della vita e dei suoi
non
Stoa. Infine
discepoli di
Ammonio,
tra
primi e più
i
di-
quali ricordia-
Origene platonico, personalità per noi distinta da
—
IL
16
quella di Origene
non meno
per altro frequentò
patristico (che
Longino
e Cassio
la stessa scuola) (1),
nalità
Ammonio Sacca
perso-
retore,
distìnta da quella del Dionisio
gino autore del trattato:
«
Del sublime
(negì
vijjoi^g)
Origene platonico trattò del demone, e in altro suo
che
tato sostenne
Questo paradosso
stoica
che
Re
il
Re
Re
il
poeta è
si
oppone evidentemente
e solo
il
Lon».
trat-
è poeta.
alla
tesi
è filosofo e viceversa. Egli intendeva
dimostrare appunto che nel dominio degli uomini co-
me
in quello delle cose
meno
l'
importanti
i
poteri irrazionali
quelli
di
uni
attività perfezionatrice riunisce gli
in
modo
che regnare sulla
tale
coloro che esercitano
suo
avviso
e gli
altri
è poesia, e così
vita
poteri sovrani
i
A
razionali.
non sono
si
valgono an-
che palesamente di essa come propria sapienza.
riprendeva insomma
ti
»,
tema omerico dei
Egli
« re
e poe-
che era rimasto alquanto attenuato nella
storia.
il
una
nuova rispetto alla
Platonica e alla Aristotelica, e questa venne particolarmente elaborata da Cassio Longino (213-273), con
Si delineava così
l'
intento
sofica
finalmente
creare
di
che era
stata
estetica
il
sofia,
per
la
(1)
un
ma
aveva
Per raggiungere
dominio della
una leggenda polemica.
il
alla
rapfilo-
cultura
tale intento, egli cercò
Li vuole riuniti invece in un solo ancora
nesse d' Origene (Paris, 1935),
sempre
certo antagonismo
permanenza nel
della sofistica.
retorica filo-
sogno dei maestri della Grecia
fino dai discepoli di Socrate,
presentato in pratica
quella
quale considera
René Cadiou, La jeu
Origene pagano come
1'
Le
di stabilire in
modo
preciso
un suo
VOX)
vcpéax^yie
xà
votìtcc) ».
Come
come
esistenza separata delle idee
tivamente rispetto alla
mente
sia
libro intitolato
(oti s|(o
intuisce, egli aprì
si
così la serie degli interpreti di Platone
l'
filosofici
mente
Dell' esistenza delle idee fuori della
xov
17
fondamenti
i
e della retorica in
dell' estetica
«
origini del Neoplatonismo
che sostennero
ogget-
sussistenti
divina che
umana.
Questa interpretazione e teoria era da lui considerata
come
principio di una riforma
della
retorica
non più
Quindi
egli era
in senso oggettivo e
sofistico.
incline con Aristotile a ridurre l'uso e l'importanza
delle metafore
come simbolo che
esse erano
mo-
di
vimento e deviazione del pensiero, e a ritornare
l'
uso degli scrittori arcaici,
non erano
quali
i
ma
dai pepli della pauurgia o pansofia,
idee nella loro schiettezza.
le
1'
avvolti
presentavano
questo
Sotto
al-
rispetto
autore, che a suo giudizio era riuscito a trasportare
anche nella prosa
ma
egli
la semplicità di
Omero, era Platone,
avea tuttavia dovuto servirsi per
far
questo
della dialettica e quindi dà luogo nel discorso ancora
a elementi di opposizione
o
limitazione,
fine
ultimo
rità.
Gli elementi irrazionali dell' arte
stituiti
dall'
dell' arte
mentre
il
è quello stesso della schietta ve-
non
sono
co-
da figure retoriche o da obiezioni volute,
ma
uso della fantasia. Per quanto
que dai passi del suo
trattato sull'
si
raccoglie
dun-
argomento, Cassio
Longino voleva fondare una retorica tutta oggettiva e
conforme a una filosofia tutta pensiero
e pensoso
;
della sua novità pare che
tale filosofia
CARAMELLA
—
La
egli
non più platonismo
Filosofia di Plotino.
da
primo
ma
chiamasse
neoplatonismo.
2.
18
—
III.
Precedenti stoici
ITI.
La preparazione
del neoplatonismo è
stata
con-
siderata dagli storici della filosofia generalmente
sotto
un punto di vista geografico, vale a dire esaminando
come elementi che concorrono alla sua formazione le
scuole e
gli
indirizzi sorti in
Alessan-
prossimità di
neo - Alessandrina.
dria e neli' epoca
Questo porta
gli
storici stessi a
considerare
come
precedenti e fondamenti originari del sistema neoplatonico le dottrine di Posidonio di
Apamea nato
avanti Cristo e di Filone di Alessandria,
nel 135
massimo
il
rappresentante del sincretismo prima di Plotino. Tale
il
metodo seguito
tonismo,
abate
l'
dai tre storici francesi del
Prat
tismo Alessandrino
»
nella
(1843);
sua
J.
Storia
«
dell' eclet-
Simon, nella
della scuola di Alessandria » (1843-1846);
neopla-
«
Storia
Vacherot
il
nella sua celebre « Storia critica della scuola di Ales-
sandria
(1846-1851), che integra
»
due precedenti.
le
Gli storici della filosofia dell' indirizzo
Ritter
del
e
dello Zeller estesero questo punto di vista includendovi
r insieme
nell'
e
della filosofia coltivata dai
ambiente
siriaco,
pensatori
egiziano e africano
nel primo
secondo secolo dopo Cristo, cioè ridussero
stione a
un
diligente
esame
di tutte
le
greci
la
qui-
informazioni
che conducevano sulla via seguita poi da Plotino.
Ma
filosofia
neo
-
essi
finiscono con
1'
elidersi
da
sé,
perchè
la
Alessandrina di quei secoli era stata piuttosto
Pitagorica che Platonica. Quindi quell' indirizzo
Le
origini del Neoplatonismo
19
per condurre alla conseguenza che
finisce
pensiero
il
greco preferì rinnovare le dottrine Pitagoriche ìrvanti
uno ma
che quelle Platoniche, e costituire così non
due sistemi neoterici della
vedremo in seguito
divergenza.
la
argomento,
più recente studioso di questo
Il
dei quali
classica,
filosofia
Platonismo
1930) riduce
»,
i
che
risultati
il
Neo
Theiler (nella sua opera sulla « Preparazione del
possono
si
raccogliere in questo senso, dal punto di vista erudito,
a tre soltanto
:
V
influsso di Seneca,
Apamea,
stoica di
Dobbiamo
gnosticismo.
e lo
neo
scuola
la
-
dire
alcunché del nostro giudizio in proposito, e della maggiore estensione che riteniamo
l'
al-
argomento.
La variazione senechiana,
1)
zione della coscienza
logica e
all'accademia delle scuole
nelle opere filosofiche
soltanto formale,
la
dare
qui
doversi
ma
sostanza (ovaia)
di
reale.
Atene
che
non
egli
altro
(esse).
L' essere, invece, della concezione
(tò ov)
egli
intende come
si
rispetto
verifica
non
ha carattere
Per esempio,
essere e
1'
trasforma-
la
terminologica
Seneca,
di
come
cioè
intende
che essere
Parmenidea
atto di essere fid
quod
est).
Questa variazione senechiana, dato l'influsso che poteva portare negli scrittori filosofici anche dal
di vista
diversa concezione
degli
sistema platonico, a una
platonica, e
Essa
si
dussero
punto
oratorio, doveva naturalmente condurre a
quindi
a
elementi
divergenza
una
riforma
fondamentali del
dalla
del
tradizione
platonismo.
trova infatti seguita dagli scrittori che
il
una
ripro-
tipo di mentalità e concezione proprio
di
20
III.
Seneca, come
—
Precedenti stoici
Massimo
Plutarco,
Tiro,
di
Epitteto,
Libanio. Ma essa conduce
a una condizione che può solo rappresentare un primo grado
nei
risultati
rispetto alle altezze della speculazione plotiniana, cioè
quella di
una
sistemazione di
Platonismo,
del
in rilievo
quale
nella
psicologico
carattere
metteva
si
sopratutto
relazione dei termini e cioè
la
dei rapporti tra le varie
insieme
l'
dello spirito della
categorie
filosofìa.
Seneca inoltre nei riguardi della divisione delle
mentre
scuole,
stavano fissando in
si
diede
sètte dei filosofi,
sintetico, e tuttavia
1'
non
porti tra lo stoicismo e
che analogia con
nismo
il
La maturazione
Apamea (135-51
classificato
rap-
ai
epicureismo, che offre qualsintesi tra
plato-
delle idee mistiche di
carat-
appunto
iniziata da Posidonio
C). Questo filosofo,
a.
di
solito
ebbe una mentalità univer-
tra gli Stoici,
geniale e relativamente
forme
riguardo
problema della
tere neoterico era stata
sale,
1'
un atteggiamento
di
eclettico,
le
e aristotelismo.
2)
di
esempio
uniformi
tipi
rispetto a
ribelle
che
di dottrinarismo e di lassitudine
segnato anche nel
mondo
dipendenza greca.
Ma
certe
avevano
del pensiero la fine dell'in-
nella sua
ej^oca
i
contempora-
nei raccolsero delle sue sentenze e delle sue indagini
quanto invece rappresentava
smo, e cioè
costituisce
la
—
substrato del
dottrina
ojfficils
più
teologica
insieme con
De
il
di
l'
opera
eletto
della
di
conformi-
morale,
Panezio
che
—
il
Cicerone.
Egli infatti aveva proposto di considerare ex novo
Le
origini del Neoplatonismo
concezione dei doveri e del
la
grande novità dello stoicismo,
cosamente con
ellenica)
:
la
ma
era
(che
conciliava
si
la
fati-
morale estetizzante della tradizione
mediante una estensione
timi rapporti che legano
telletto
dovere,
21
divino, e che
l'
dovere degli
al
umano con
intelletto
secondo Posidonio
in-
l'in-
devono
si
considerare colleganti anche la volontà etica dell' uo-
mo
con
la
volontà etica di Dio.
Con
questa sola dif-
comunione intellettuale è univoca,
invece la comunione etica è gerarchica, cioè essa ci
presenta i fini della volontà di Dio come superiori
ferenza, che
la
per gradi a quelli che sono proposti nella stessa successione
come dovere
della
questa concezione Posidonio
nostra
Ma
volontà.
saliva a quella
da
una
di
gerarchia delle forme divine esse stesse e dei princìpi
ideali
della
nuovo Pantheon
romanità. In luogo del sistema armonico b loche concorrevano a costituire
il
gico di presentare gli dèi, che corrispondeva alla
talità
antica fino
ad Aristotile, o
all'
men-
interpretazione
naturalistica o umanistica di essi sostenuta dallo stoi-
cismo e
dall'
epicureismo, egli proponeva di
come
rare le divinità
concepirle
il
come una
solo intelletto
ma
conside-
princìpi etico-intellettuali
e
gerarchia molteplice, con cui
tutta la nostra
di
non
anima comunica
nello ascendere verso l'intelligenza totale del divino.
In questo
modo
egli
riteneva
anche
di
potere
accogliere le più recenti voci del divino oriente senza
né
ricor-
infelice e insujfi&ciente privilegio degli
ebrei.
violare per questo lo spirito della grecità,
rere
Ma
all'
siffatta
visione del divino conduceva Posidonio a
22
III.
—
Precedenti stoici
porre per la prima volta nella storia della
dilemma del monismo o dualismo,
quello del monismo o pluralismo
filosofia il
e più esattamente
:
mondo di princìpi teologici
mondo dell' intelligenza e delle
se questo molteplice
e morali, se questo
idee multifarie fosse in
un Dio
come lo
moltiplicarsi di
un
solo spirito
(monismo)
:
realtà
solo,
fenomenizzarsi,
il
di
una
verità sola e di
aveva
stoicismo
prospettato,
ovvero se esso conducesse necessariamente
ad ammettere due o più princìpi come era stato
generalmente
stenuto
il
dalla
greca
filosofìa
so-
dell' età
classica (pluralismo).
Dei due priocìpi
1'
oiìaia
o sostanza, e
classici
l' vii]
o
della cosmologia greca,
materia,
Posidonio
steneva che essi sono entrambi indeterminati,
le
forme nascono dalla loro unione, ove
terminano sempre
e soltanto
essi
schema
per
e
so-
e
che
si
de-
qualità.
La sostanza considerata per sé quindi non differisce
non per un principio di riflessione.
dalla materia se
E
il
divenire
si
svolge così solo dagli enti agli
enti,
per quattro forme di morte e di generazione che cor-
rispondono
all'
evolvendosi tra
ducono
(!)
più,
Cfr.
antica
1'
dottrina dei
essere e
né per
la
il
non
quattro elementi,
essere,
stessa via, al
Dox. Gbaeci, Areiou Didyniou, un.
ma non
monismo
20, 37.
con-
(1).
Le
origini del Neoplatonismo
23
IV.
In
tal
filosofia
modo Posidonio tendeva
ricondurre
a
la
greca verso la forma del pluralismo che essa
ma
aveva già più volte incontrato nel suo cammino,
monismo o del dualismo dialettico. Egli peraltro non negava che la posizione di
più forme indipendenti e di più princìpi non richiedesse r impostazione di una sintesi tipica, che egli
chiamò auvSeaixóg questa, come dice il nome, non poteva superare il carattere di un collegamento o nesso
formale, che non toccava la forma distinta dei prinscartato a beneficio del
:
cìpi collegati.
mente
la
al
Tale
dominio
concetto
delle
e
come sovrabbondante
particolar-
quale
cultura, nel
scientifico della
molteplicità delle cognizioni
presentava
applicò
egli
e
idee
già
pluralistica
si
essa
stessa.
Quindi
oltre la gerarchia "ideale le
fiche richiedevano
anche una gerarchia
gerarchia morale e pratica per
idee
scienti-
estetica e
mantenersi
una
collegate,
e questa ulteriore sistemazione è rappresentata per lui
dalle arti e dalla tecnica.
In
maniera Posidonio
tal
riassumeva anche nel dominio della metafisica le
genze dello stoicismo, e della
sofistica
prima
esi-
di esso,
per la valutazione della tecnica.
Queste
dottrine
di
Posidonio
continuarono
ad
essere sviluppate e sostenute nella Siria e certamente
esse
ebbero una funzione
zione del sincretismo.
E
preminente
infatti
nel
nella
secondo
costitu-
secolo
24
IV.
dopo Cristo un
(135-200
—
altro
Lo gnosticismo
circa), rielaborò
idealistico,
con l'intento
la
Numenio
Apamea,
di
filosofo
in senso
dottrina
stessa
di risolvere
il
problema della
visione dell' unità e della trinità che era proposta dal
cristianesimo.
È
chiaro infatti che una filosofia così
modo
dava
alla filosofia
ufficiale
dell'
impostata
impero
di acco-
gliere e concordare legalmente le varie religioni, pre-
cisamente come
concordava
le
moralmente
Numenio infatti
interpreta non solo
sincre-
il
tismo alessandrino. Per
la
pluralità
delle idee esprime e
la
pluralità
dei valori morali,
nivano
fatti
le relazioni
ma anche
degli dèi che ad essi ve-
corrispondere. Egli indagò in questo senso
dell' antica
e
media e nuova
Accademia
con r aristotelismo.
Quindi, come vediamo che Cicerone
condo
la
dottrina
espose
se-
un sistema di doveri
Numenio un sistema di idee,
di Posidonio
di diverso carattere, così
in cui riuniva Platone con Pitagora, e quindi dava la
massima
importanza
alla
cosmogonica
dottrina
del
Timeo.
L' essere è per lui assolutamente incorporeo, sempiterno, immobile, immutabile, sostanziale
:
mondo
il
è fenomenico.
Il
Ma la divinità in se stessa è una o molteplice?
dilemma del monismo o pluralismo si estende così
anche
al principio
blema presentando
plice
:
e cioè egli
divino.
la
Numenio
risolveva
pro-
il
teoria che la divinità fosse
poneva un Dio
pensiero puro e sostanza eterna,
primo,
il
che
tri-
fosse
bene assoluto
di
Le
Platone
orìgini del Neoplatonismo
un Dio secondo, che
;
precedente e che è invece
il
primo e
il
delle idee
fra
:
rapporto che
il
Figlio
;
il
ma
il
si
presenta accanto al
demiurgo
o
esecutore
secondo passa lo stesso
cristianesimo poneva
terzo Dio per
il
25
tra
Padre e
il
Numenio
invece
era
r anima del mondo, il avvòea\i6g di Posidonio, il cosmo come organismo che si integra e procede anche
quindi egli sarebbe come un secondo
da sé stesso
:
figlio
o
secondo e
uno
piccolo figlio » della divinità. Tuttavia
« il
il
terzo Dio,
il
fattore e la
il
sono
fattura,
solo nel concetto, e diversi soltanto dalla realtà
mondo
apparente, corporea, del
autore. Sopra di questo
dre, sintesi dell'
si
stesso rispetto al suo
risale al
Unum honum
-
Dio
puro e
pa-
di Platone e dell' In-
telletto assoluto di Aristotele.
In
l'
tal
unità del
forma pur
rispondendo
manteneva
divino, egli
perchè
concezione pluralistica,
per
quesito
al
coerente
lui
posta a tutti gli
Queste
altri.
la
sua
unità
era
ma non
im-
mentali
del
l'
rappresentata dal principio più eminente
reazioni
del-
pensiero greco ai problemi proposti dal cristianesimo
derivavano dal platonismo,
ma non
sua
dalla
accademica o tradizionale bensì da una
forma
recente
ela-
borazione di esso che tendeva a trasformarla.
3)
Di questo
sforzo
sono documento, dopo
di
le
elaborazione
dottrinale
opere di Plutarco (45-125)
tese tra Grecia e Oriente a ridur questo sotto le
dello spirito ellenico, quelle dei primi
secondo secolo
:
Theone
platonici
di Smirne, autore di
troduzione matematica alle opere di Platone,
ali
del
una
in-
in
cui
26
—
IV.
mette in rilievo
Lo
gnosticismo
valore catartico delie scienze e
il
il
loro fine teurgico, che è l'assimilazione dell'uomo a
Dio per quanto
Gaio,
possibile;
è
di
uno
libri (e,
pare
autore
Schizzo della filosofia platonica in nove
oggi, lo stesso autore delle celebri Instituliones di diritto
romano), che fonde platonismo e stoicismo sulla
base della dottrina della
come
okeLcocrig
principio generale dei
(proprietà soggettiva)
rapporti
Albino, autore di un noto Prologo
tone
del Didascalico
(e
Platone), che accoglie
gli
schemi
aristotelici
filosofi greci
con
specialmente nel
sentenze
delle
ampiamente
lo stoicismo
;
e
que dogmate. De magia, V Apologia,
lonio di Tyana. Essi
ranei
ci
come
i
Apuleio
Socratis
altri
tradizione
e
di
Madaura,
del
si
eius-
Apol-
contempo-
pensatori
il
di
maggiori
la vita di
dirizzo studiato dal Theiler, quello che
la
;
due
De Platone
introducono anche nel campo
risolvere secondo
peculiari
terminologia
la
per coilegare
De deo
etico-giuridici
dialoghi di Pla-
ai
terzo in-
propose di
problema
filosofico
del cristianesimo, e cioè lo gnosticismo. Questo carat-
prima
terizzò
Cristo
;
di tutto gli scrittori
in quanto
l'
urgenza del
contemporanei del
problema
che
egli
aveva presentato non permetteva ancora di presentare
una conciliazione e una sistemazione religiosa, ma domandava in primo luogo l' imposizione di un sistema
nuovo. Il primo tentativo importante di questo genere
venne fatto in quell' epoca da Filone da Alessandria,
ma egli, per quanto sia ampio e diffuso scrittore, in
sostanza riunisce semplicemente la filosofia
con la tradizione biblica
;
allo stesso
platonica
modo dopo
di
Le
lui
origini del Neoplatonismo
Plutarco nei suoi
dare
platonismo con
il
cerca
filosofici
scritti
le religioni
27
dell'
accor-
di
minore
Asia
che avevano fatto e facevano parte ancora dello stesso
ambiente
ellenistico.
Tale
il
De
«
Iside e Osiride »
anche più importante sotto questo aspetto è
il
ma
^
dei suoi Simposi.
Mentre
;
serie
la
cristianesimo cominciava appena a ve-
nire conosciuto in forma
concreta
discusso
e
dalla
cultura filosofica, sorgeva in Alessandria la setta degli
Ofiti,
il
quali assunsero
i
nome
sembrano essere
ma
essi
nome
il
stati
ebbero nel secondo secolo
ricorre
si
scenza di questa dottrina
rappresentanti
contemporanei di
già
tere personale, ai quali
e diedero
di gnostici
I loro primi
a questa scuola.
:
S.
Paolo,
scrittori di
carat-
ora
per
cono-
la
Valentino,
Basilide,
Bar-
desanes, Sanchoniatone e l'autore della Pi stis sophia,
un
trattato riassuntivo
che
è stato conservato dalla
ci
chiesa d'Abissinia. I gnostici prendono
perchè
essi
pensano che
la
soluzione
della filosofia e della religione stia
questo
materialismo,
conoscenza
nella
senza
senza scetticismo o criticismo.
sofistica,
problemi
dei
posta e svolta sotto forma assoluta, che è
pirismo o
nome
senza
né
Una conoscenza
assoluta, priva di dubbi, di incertezze, di scepsi,
legava tutto ciò che vi era di
siero greco nel
non
campo
drammatico
em-
eristica,
nel
così
re-
pen-
della coscienza morale. Quella
era scienza per gli gnostici,
ma
vita vissuta, de-
bolezza e infelicità umana. La stretta elaborazione dei
come verità pura ma non
in un significato intellettua-
concetti è evidente ad essi
trasformabile, cioè fissata
28
IV.
—
Lo gnosticismo
anche nei riguardi dei problemi
lìstico
forma della speculazione
Si suole designare tale
rali.
come
teosofia, (e trattati di
posti)
:
e la gnosi è
mo-
religiosi e
com-
essa furono da loro
una forma
in cui
di teosofia
conoscenza assoluta del divino adegua
1'
umano
la
alla
ragione eterna e lo stacca dalla considerazione e dalla
servitù dell' esperienza naturale. Quindi per
stici
il
Ma come
Cristo era la ragione.
una ragione
così assoluta
successione degli
il
divenire
avvenimenti,
gli
gno-
spiegare
con
mondi,
dei
molteplicità
la
la
degli
dèi ? Gli è che alla molteplicità presiedono altre per-
sone divine non
meno
ideali del Cristo
rappresenta la figura più eminente
punto che vede assolutamente
persone ideali o
prendono
il
nome
ragioni
il
divine
;
cui
di
egli
è la ragione ap-
loro ordine.
analoghe
al
Queste
Cristo
di « aiones », perchè ciascuna di esse
rappresenta un tempo altrettanto assoluto e un' epoca
della realtà
:
ma
tutte
discendono e
si
collegano
se-
non meno drammatica e poetica di
quella che era stata spezzata da un Dio supremo, che
rimane ignoto e superiore così al Cristo come alla conoscenza e non nominabile empiricamente. Così rimane riaffermato nella sua oscurità il problema di
condo una
storia
Dio, oscurità che era già stata nella
filosofia
stos
greca (come illustrò
Theos). Questa oscurità
il
si
coscienza
della
Norden nel suo Agnoapprestava
ora
ad
es-
sere illuminata dal neo-platonismo.
4)
sto,
Un
quarto aspetto della preparazione di que-
non considerato
dal Theiler, è ancora la riforma
dell'aristotelismo operatasi nella seconda metà del
se-^
Le
origini del Neoplatonismo
%9
condo secolo per opera sia dei maestri di Atene
de^li scienziati. Tra i primi si ricordano Adrasto
Afrodisia (dal
120
d.
Cr.),
sia
di
Alessan-
Hermiiios (160),
dro di Damasco, commentatori di Aristotele di
indi-
rizzo filologico e scientifico (170), Aristocle
Mes-
di
sina insigne storico della filosofia (170), e infine Ales-
sandro di Afrodisia, che presiedette
196
al
211, sotto
posterità
i
l'
al
Peripato
impero dei Severi, e
dal
alla
lasciò
suoi grandiosi commentari della metafisica
e della logica di Aristotile, e le sue proprie dottrine
de anima, de fato, de inixtione,
lettiche sui temi classici
le
sue questioni dia-
della fisica e dell' etica,
la
sua celebre negazione dell' immortalità dell' anima individuale in favore dell' universalità della ragione. Tra
emergono Claudio Tolomeo (fl. 160) e
Claudio Galeno (129-199) che ridussero 1' aristotelismo scientifico, l' uno nelle discipline fisico - matematiche e astronomiche, 1' altro nelle discipline mediche
gli
scienziati
:
e naturalistiche e meteorologiche, alla
forma più
gorosa e più aggiornata tecnicamente che
fosse
ri-
con-
sentita dai progressi dell' indagine e della riflessione
Tolomeo riformando
la
meccanica razionale
la distinzione
dell' assoluto
fezionando
medicina secondo
la
e del relativo,
i
:
secondo
Galeno per-
princìpi
dell' espe-
rienza e della logica. Senonchè tale duplice evolversi,
in senso metafisico e in senso scientifico, dell'aristotelismo puro,
non bastava
rigidità sistematica,
tesi
a
contestarsi
1'
il
a reggere,
pur con
la
sua
esigenza dei due dogmatismi in-
mondo
classico,
pero e quello del cristianesimo.
Il
quello
dell'im-
dogma dell'impero
30
—
IV.
Lo gnosticismo
aveva assunto forma giuridica con Adriano, forma
con Marco Aurelio
sofica
allo stoicismo platonizzante
;
del quale conviene ancora accostare
1'
suoi contemporanei
160-170),
:
Nicostrato
sario degli aristotelici
dell' aristotelismo
come
pubblicò nel 179
il
stiani,
dell' eclettismo
suo
divina e negato
l'
romano
la
del
Timeo
;
come
sintesi
« sé »
suprema
tutto,
commen-
il
ripropone
mondo
del
(e
sua
il
stessa
dua-
del
e
soprasensibile
ed
è
vero
il
categoria, e del principio divisibile e
sensibile dell' alterità, che è la realtà estesa
Ma
Cri-
i
creazione
che
principio
che è
e indivisìbile deli' unità
che
nome
di Platone,
del
Celso,
;
infine Severo,
dottrina dello spirito universale
del tempo)
così
ogni
di
antropocentrismo in
lismo e della trascendenza
critico
da Origene, dove
essi
carattere immortale
il
altri
avver-
Àóyog contro
'AXT]{)T)g
combattuto per parte di
è sostenuto
tatore
(fi.
opera di
Attico (ca. 176),
;
filo-
dogma dell'impero
trascendenza
e
(1).
era già sconsolato dalla
dal
suo
inat-
ritrovarsi
tuale nella stessa divinità, quindi obbligato continua-
mente
che.
a riformarsi
come
le
stesse scuole neo-platoni-
Mentre era ancora inteso
della Chiesa cristiana
:
a
definirsi
dogma
il
ed esso domandava non
meno
insistentemente altra sistemazione delle dottrine classiche, riconciliabile
apologeti del
IH
con
secolo
il
pensiero
cercano
evangelico.
concordemente
stinzione del logos divino e del lògos
Ueberweg
una
e salutare (Giustino), fondata sulla di-
filosofia sicura
(1)
Gli
-
Pkachter, 12a
ediz. 1926, §§
umano
70-71.
e sulla
Le origini del Neoplatonismo
loro
unione mediatrice
Cristo
nel
dalla ragione di
Dio (Atenagora)
una
;
che
chiara e certa neli' illuminazione
lo
;
31
conoscenza
così ci è data
sviluppo
della
dottrina della creazione assoluta, e quindi anche della
pura materia, e della conoscenza di un Dio invisibile
dalle sue opere visibili (Taziano)
la critica dello
;
sticismo con Ireneo (140-202) e Ippolito
che lo respingono nell' ellenismo e
e ne traggono motivo di provare
(m. 235|7),
nell' orientalismo
limiti della cono-
i
scenza umana. Tertulliano (160-220
integrale della sapienza greca,
gno-
ca.)
nega
propugna
il
il
valore
realismo
teoretico della conoscenza, sostiene la precedenza della
fede
all'
intelletto
ma
;
la
maggior corrente dei padri
una dottrina
della Chiesa inclina a trovare
per fondare
la
nel platonismo e nello
filosofia,
cismo. Tale sopratutto
il
sandria (150-216 ca.)
preferibile,
caso
capo
il
Clemente
di
della
scuola
di
stoi-
Ales-
cristiana
Alessandrina, autore del Paedagogus e degli Stromateis,
il
quale considera
la
filosofia
giustizia naturale e civile, e
come educazione della
come sostegno necessario
della fede per spianarle la via alla conoscenza di Dio.
Egli contrappone allo gnosticismo l'ideale del gnostico
cristiano,
che riesce
porea del divino
e,
del tempo, a intuire
specie eterna
(1)
Ueberweg
a
realizzare
superando
1'
i
F immanenza
limiti dello spazio e
essenza di Dio stesso nella sua
(1).
-
cor-
Baumgartner,
lOa ediz. 1915, §§ 8-11 e 13.
B.
La
vita e l'opera di Plotino,
V.
Le basi
dunque poste
e
l'
all'
inizio del terzo secolo sia dai grandi
Alessandrine
maestri delle scuole
zione del platonismo che
tale
rinnovamento
altre notizie
I
I
I
ma
si
perchè
;
il
neoplatonismo
appare che
1'
prendesse
opera di un genio
questo fu Plotino.
biografi assegnano
poli o altrimenti
elabora-
dalla
e della quale raccoglieremo via via
costruttore e creatore
I
sia
era maturata in vista di
forma, realtà, sostanza occorreva
I
I
;
erano
neoplatonismo
del
esigenza
come sua
Licon in Egitto
egli vivesse in
I molto probabilmente dove
taluna
si
:
città natale
ma
Lico-
dalla biografìa
delle
oasi
vicine,
la
guardia
manteneva
legionaria. Fino ai diciotto anni Plotino visse come
I
1 un giovanetto di rustica famiglia e d'indole ancora
I non molto
f
%?
A
m
tardi
robusta. Era
205-206
nato
nel 203-204 o al
sotto Settimio Severo. L'
più
erompere della
•
gioventù, sui diciott' anni, gli fece sentire
CARAMELLA
—
La Filosofia
di Plotino.
il
vivo de3.
34
V.
siderio di
che
egli
una
—
Biografia di Plotino
ma noi sappiamo
Ammonio in Ales-
vita forte e saggia,
comparì
alla scuola
di
sandria soltanto dieci anni dopo. Nel
frattempo
egli
raccontava d'aver seguito come attraverso un itinerario spirituale l'insegnamento dei gimnosofisti. L'Egitto
pieno
era
appunto
maestri che
di
campagna o addirittura in
ritiravano in
si
deserti a curare
tazione religiosa. Essi prendevano
nome
il
medi-
la
di monaci,
se erano cristiani, è di gimnosofisti se erano tradizionalisti.
Quest'ultimi imitavano già
indiani, la conoscenza delle cui
il
problema più
dagli
storici
con
difficile
;
quello
ed
dottrine
essi
monaci
tipo dei
il
erano
era
allora
chiamati
stati
nome, per designare
stesso
quella forma di ascesi, da essi predicata, che noi oggi
chiamiamo fachirismo,
e che
data sopra una ascesi
ginnastica
secondo
che
quelle fibre dell'organismo
i
Greci era fona
diretta
giovano
coltivare
all'esercizio
della scienza. Tali maestri professavano delle dottrine
di carattere stoico o cinico,
ma
è certo che
l'
rimandò
cienza di esse dal punto di vista dottrinale
Plotino dall'uno
all'
altro fino alla scuola Aristotelica
del Serapeo in Alessandria, e da
mento personale
di
Ammonio,
Platone. Plotino rimase allora
questa
che
alla
lo
sua
dieci anni, fino al 241-242, che erano
timi dell' insegnamento di
scelto
insuffi-
Ammonio
come proprio continuatore
:
e
insegna-
all'
innamorò
scuola
anche
altri
gli
venne da
filosofico,
di
mentre
ul-
lui
là
scolarchìa o direzione della scuola di Alessandria do-
veva restare ad Olimpio.
Nella tradizione delle scuole filosofiche
i
disce-
La
non
poli
vita e
V opera
35
soltanto studiavano le dottrine
ma ne assumevano
antichi
di Plotino
carattere. Plotino scelse
il
quello dello stesso Platone
ma quando ebbe
;
bito e meditato tutto ciò che
in Alessandria, pensò
cora giovanile nel
egli
poteva
non
mondo
insegnare
Persiano, perchè questo pro-
cominciato a minacciare
messq
contro
tica
ma
Sassari-
mondo greco-romano,
ri-
lunga e penosa
così alla
Parti,
il
dai
immediatamente
avevano
solo
assor-
estendere la sua ricerca an-
di
prio in quegli anni era stato ringiovanito
nidi e questi
maestri
dei
storia
guerre
delle
avevano anche rinfrescato
la
cri-
e le pretese degli orientali verso la filosofia
an-
i
tica (1).
una spedizione
Nel 242 a primavera partì per
contro di essi
si
l'
un nuovo Senofonte,
trasformò in
La campagna ebbe
pio di Arriano.
nato
;
l'
Gordiano
Imperatore
esercito
si
forse per l'esem-
poco fortu-
esito
suddividere
dovette
e Plotino
III,
in
colonne
troppo piccole, e queste dovettero ripiegare di fronte
a
un nemico che poteva mantenere
unità delle sue
1'
forze. Quella di cui faceva parte Plotino
egli
attraverso
una
ritirata
Ma
egli
intanto
Antiochia.
filosofo presso
l'ambiente
invitato a trasferirsi
a
penosissima
si
del
Roma
era fatto
pretorio
(243),
si
si
sciolse
ed
ritirò
in
notare
e
dove
come
quindi
fu
facendosi
prima conoscere come conferenziere, venne introdotto
(1) Aristocle denuncia la tesi che Socrate e Platone fossero
proceduti nelle loro ricerche filosofiche interrogando un Indiano (Mullach,
Fr. Ph. Gr. Ili, 206-7).
36
—
V.
Biografia di Plotino
dall'Imperatore Gallieno
università
nella
Roma,
di
mentre Olimpio succedeva ad Ammonio in quella di
Alessandria. Egli Plotino
una
non
celebrità
inferiore a quella del suo maestro,
durò ininterrotta 26 anni, quanto
e che
gnamento. L'università di
fico
che
la
Roma
circondava era stata
per altro aveva un
istituita
organicamente
da
Alessandria o di Atene, vale a dire che
primo posto da un
secondo
toria
la tradizione
architettura e
lente, e
romana,
afiini.
avevano
vi
1'
ora-
dall'altro le scienze
Quindi
preva-
filosofia
la
i
suoi
«
Cameade
Accademici
mente all'empirismo
e di Cicerone
perchè
questa
concesso
larga-
»,
forma della dottrina platonica aveva
e al probabilismo,
todi suggeriti dalla tradizione
oratoria
denza
Anzi
l'
di
anche insegnata, era quella della nuova Ac-
secondo
scientifica degli antichi.
intorno
quella
medicina, scienze natu-
la
cademia, cioè di Arcesilao e
stesso
Essa
lato la giurisprudenza e
empiriche e tecniche come
rali,
filoso-
Adriano.
da
diverso
carattere
suo inse-
il
con l'ambiente
da Vespasiano e sistematicamente
il
tempo
acquistò in breve
si
a
ambiente
questo
cioè
era
si
primi
nei
dalla
e
empirici antichi,
i
i
ten-
formata
secoli
impero addirittura una scuola empiristica,
me-
ai
del-
cosidetti
quali studiavano accuratamente
la
logica dell'osservazione o semiotica, la logica dell'in-
tuizione o canonica,
ma
erano
di
rispetto alla logica metafisica. Tale
medicina romana Aulo
Tiberio), tali
i
trattati
Cornelio
tendenza
il
Celso
scettica
maestro
della
(fiorito
sotto
scolastici del II secolo
che
ci
sono pervenuti attraverso una varia tradizione profes-
La
vita e
sono
sionale e che
V opera di Plotino
recentemente
stati
Deichgràber nella sua
raccolta
scuola empirica greca
tale
;
Sesto Empirico (150-200
37
dal
studiati
frammenti della
dei
opera storico-critica
1'
ca.), 1'
di
autore delle note espo-
sizioni dottrinali dello scetticismo classico (Schizzi Pir-
romani, Contro
i
dogmatici. Contro
del suo discepolo Saturnino.
fiorito in
Roma come
per opera di
matematici), e
Lo stoicismo
filosofia
Marco Aurelio
i
di corte,
era invece
specialmente
e dei suoi maestri Giunio
Rustico, Apollonio, Sesto di Cheronea. L'aristotelismo
era stato riconosciuto nella personalità dì Claudio Galeno,
come medico aveva dovuto
quale
il
seguire
Marco Aurelio nelle sue campagne.
Plotino
dedicò al compito metodico di trasfor-
si
mare r indirizzo degli studi in modo che corrispondesse alla grandezza dell' impero ed ai suoi problemi
attuali.
E
per questo ricominciò da Platone e
terpretazione di Platone
teria di studio
e di
propose
;
discussione
invece
Aristotile
dall' in-
come mae
suo
il
metodo. Quando Gallieno, che come Cesare lo aveva
riconosciuto, salì al potere supremo, egli ebbe anche
1'
autorità e
sofia
dell'
il
carattere di maestro ufficiale della
filo-
impero. L' imperatrice Salonina, emula non
incerta di Julia
Domna,
si
assunse
il
compito di pro-
muovere questa filosofia conforme allo spirito dell' impero anche nella società.
Plotino d' altra parte
diede
al
suo
un processo
insegnamento
il
carattere giuridico
di Platone, delle sue idee, del valore della
sua opera e anche della forma dei suoi
sto processo
di
scritti.
Que-
di corte egli portò tanto avanti che riuscì
38
V.
—
Biografia di Plotino
ad eccitare un certo movimento per tentare
mento
1'
scopo un progetto di una istituzione di una
due motivi
l'
;
uno, per la
insegnamenti
filosofici
;
F
delle
per
Roma appunto
lasciato a noi larghi
documenti
punto
stato
in-
e che
ha
di sé nei papiri erco-
lanensi. Esso era stato la causa
rico-scettico
Campania
dalla
città
sostituire
anche sul luogo quell' epicureismo che era
trodotto in
vera
famose
sedi
state
altro,
città
questo per
ricostruzione
Vesuvio e che erano
distrutte dal
E
Campania.
e propria, Platonopoli, nella
degli
esperi-
della città ideale platonica e presentò a questo
empi-
dell' indirizzo
che Plotino voleva eliminare, perchè ap-
la logica di
Epicuro, con derivazione
da
mocrito, era fondata sulla teoria o canonica
De-
dell' in-
tuizione, cioè suU' empirismo.
Plotino ehbe incoraggiamenti autorevoli e
anche a riunire in Campania,
in
terreni
certi
erano stati offerti dal suo discepolo Zethos,
giatura filosofica di suoi seguaci.
Ma
riuscì
una
che
villeg-
la grandiosità del
non permise nemmeno a lui, come neppure
a Platone, di scendere a una maggiore attuazione praun grande
tica. Nel 262 egli però aveva acquistato
progetto
discepolo
:
Porfirio, e questi
con Amelio ed Eustochio
aveva potuto raccogliere e pubblicare
maestro come risaltato
delle
sue
gli
lezioni.
scritti
Nel
del
267
gli succer imperatore Gallieno venne a mancare
deva Claudio II. Nel primo anno di impero di Clau:
dio
II,
Plotino
mandò
Porfirio in Sicilia, a studiare la
storia dei tentativi di Piatone presso Dionisio
racusa.
Ma
la
di
Si-
sua salute andava declinando, perchè da
La
V opera di Plotino
vita e
39
una grave malattia epatica
molti anni egli resisteva a
che aveva contratto probabilmente nei suoi servizi miCampania nella
litari. Nel secondo anno si recò in
villa di
Zethos a vedere quanto aveva potuto realizzare
morì all'età
dei suoi progetti, e quindi
Le
fonti per la sua vita
ne
scrisse Porfirio, la
67 anni.
di
sono costituite dalla vita che
quale sta premessa
colle-
alla
zione delle opere del maestro da lui curata, che porta
il
nome
di
Enneadi.
Altre notizie
sofisti »,
esse
si
Snida e
ci
danno Eunapio nelle
«
Vie
Vite dei
altri lessicografi e gli scrittori siriaci
trovano raccolte
intitolata
<c
nell'
de Porphyre
;
opera di Joseph Bidez,
»,
che
rappresenta
lo
studio più importante su questi argomenti.
VI.
Diremo brevemente
della figura o prosopopea di
Plotino, dei suoi discepoli e corrispondenti delle sue
opere e della letteratura che lo riguarda. Pochi
essenziali di carattere intimo
sono aggiunti, dalla
dizione e da Porfirio, a quelli che
riguardo alla vita esteriore del
era tutto
anima
abbiamo
filosofo,
dei suoi discepoli, gli
il
tra-
esposto
perchè
e questa rivelava soltanto
l'insegnamento. Amelio,
tratti
egli
attraverso
più intimo e più confidente
propose una volta di lasciarsi
il ritratto, ma egli non lo permise al pittore
se
non sotto forma di un disegno istantaneo fatto con
r aiuto degli specchi, perchè, egli disse, la pittura non
fare
—
Prosopopea di Plotino
40
VI.
può cogliere
la profondità dello spirito
anima
tutto
Fu
ed
:
(1).
da un alto sacerdote della sua patria
visitato
che lo invitò a presentargli
demone apparve.
Egli era
suo demone, e questo
il
di
carattere
così
trascen-
comune
dente, di esperienza psicologica così fuori del
che molti credettero che fosse
il
Cristo, e
sacerdote
il
ammise che certamente era un Dio. Plotino per
non mancava di impiegare il suo ingegno nella
pratica. Egli era assai apprezzato nel pretorio
sue qualità militari e psicologiche, e
riuscisse a percepire
i
era ampio
P ambiente
i
sue
simbolismo
il
nomi
figura di cui gli
di statue.
delle
vita
per le
che
ma
sua
se la
assai riservato,
relazioni
spirituali.
nominativi di queste bisogna fare una
cernita, perchè
indicare con
ladri alla vista;
altro
vantava
si
un atteggiamento
figura restava così in
Tuttavia fra
era
egli
quell' epoca
di
usava
metaforici anche dei personaggi di
uomini
illustri
sì
circondavano come
Certamente sono da ricordare come persone
distinte: Amelio Gentiliano di Toscana detto anche
Amerio (italiano), il medico Alessandro Eustochio, che
curò una edizione delle opere di Plotino Zethos, ge;
nero di un altro discepolo di Ammonio, Teodosio
;
Ca-
Firmo di Minturno, Marcello Oronzio, Porfirio
Tiro, Probo di Pachino, per realizzare la corri-
stricio
di
spondenza col quale
Amphìclea sposa
(1)
egli
mandò
Porfirio
di Aristone di Giamblico,
in
Pittore e filosofo insieme era stato Diogneto, maestro
Aurelio.
Sicilia,
Polemone
di
Marco
La
che seguì
filosofo
tici
sua scuola, e
la
41
V opera di Plotino
vita e
suoi emuli e cri-
i
Cassio Longino e Olimpio di Alessandria.
:
come
Nelle sue lezioni egli amava citare o usare
autore di studio alcuni
di epoca più recente,
filosofi
tra quelli da noi considerati come suoi precursori
scolarca
tra i platonici Severo ed Eubulo, in allora
:
dell'Accademia di Atene
e Aspasio, per
l'
;
esattezza dei loro
platonici stoicizzanti Gaio e Attico,
connessi con
Dei
commenti
1' uno
e
tra
;
l'
i
altro
giurisprudenza.
la storia della
classici
Adrasto
aristotelici
tra gli
amava, come appare dai suoi
scritti,
soprattutto Platone, gli Stoici, e la Metafisica di Aristotile.
Tra
i
seguaci specialmente
strato di
:
Lidia. Tra
professione
aperta
cristiani di
Alessandro
gli
di Libia
gnostici quel
tradizione ellenica e
con
questo stesso periodo
Mani
il
e
Demo-
e
gruppo che tencon
la
ispirò
in
di Zoroastro
tando la fusione delle dottrine
cristianesimo,
il
ebbe
egli
manicheismo.
Egli naturalmente citava e interpretava nelle sue
lezioni sopratutto
Ammonio, ma qui
divergenza essenziale tra lui e
quale abbiamo notizia
i
testi.
ma non
si
delineava una
gli altri discepoli,
della
conosciamo interamente
L'opinione dei più è che
la
divergenza
si
ri-
ferisse alla interpretazione del cristianesimo, e questa
opinione venne seguita appunto dal maggiore biografo,
Porfirio,
perchè
egli
ebbe in qualche periodo della
sua vita un' atteggiamento avverso
intende riconoscerlo interamente
ma
ì
dati di cui
disponiamo
ci
al cristianesimo
anche
in
conducono
Plotino
ad
e
;
altra
42
VI.
—
Prosopopea di Plotino
opinione. Poiché alla
sono fuori
dell' intelletto
nettamente
la tesi
di
di
tesi
Longino,
che
cap.
si
(cfr.
II)
opponeva
non sono
Plotino, che le idee
fuori dell' intelletto (Enn. V,
idee
le
5).
Cosi Plotino diceva di Longino che egli era
logo
non
filosofo
;
dopo
essere dispregiativo, perchè
la
gino scrive a Porfirio chiedendogli
Plotino che
mirava lo
al
problema
della
di
am-
egli
discus-
molto
probabil-
forma
letteraria
Dopo
diversa, se filologica o filosofica.
Lon-
opere
di Plotino nonostante le loro
stile
mente connesse
un
di lui
alcune
sioni: vale a dire che queste erano
scrisse
morte
mancavano, e rilevando che
gli
filo-
questo giudizio tuttavia non doveva
che Longino
di
trattato indirizzato a Marcello, contro Plo-
tino e Gentiliano Amelio, intorno al telos.
Questo argomento, cioè
valutazione logica
la
«Jel
finalismo platonico-aristotelico, doveva essere stato dun-
que
contenuto delle loro polemiche; e in occasione
il
De
della pubblica lettura del
chicòs di Longino,
con Origene,
principiis e del Philar-
una disputa aperta
In
neoplatonico.
il
ogni
ebbe
Plotino
modo
do-
si
vrebbe escludere che questa discussione fosse con Origene
il
lemica
;
cristiano,
perchè
fu questa
:
che conobbe altrimenti per via po-
la tesi sostenuta dall'
emulo
che parla a persone
se chi parla sappia
quali sanno già ciò che egli sta per dire.
scussione ricorda
se
quella
dell'
impara chi sa o chi non
dimostrare
la
comunione
identità mentale e logica.
di Plotino
Eutidemo
sa
;
degli
ma
Questa
di
le
di-
Platone
:
appare ridotta a
spiriti
per
la
loro
La
V opera dì Plotino
vita e
43
Di Plotino si conservano 54 scritti di carattere monografico, che nel loro insieme espongono in varia misura la totalità del suo sistema. Dato che l'altra edizione
sincrona di Eustochio andò perduta, e così quella curata
più tardi da Proclo, noi
servire esclusiva-
di Porfirio. Egli dice di avere seguito l'esempio
mente
di
dobbiamo
ci
Apollodoro
mente
retore),
(il
commedie
le
che aveva raccolto sistematica-
Epicarmo in 10 tomi, e
di
Andro-
di
nico di Rodi, famoso editore delle opere complete di
raggruppò quindi
Aristotile e Teofrasto. Egli
chiamò
di Plotino in sei libri che
ciascuno composto di nove
un ordine
comprende
le cose
Uno
prima
più attinenti
la
psicologica,
vino o noologia, la sesta
Queste sezioni
Porfirio, in
quinta
la
argomenti
gli
la
si
tratta
la
« del-
modo
questo
propria
.:
idee
un secondo comprende
quinta, cioè la psicologia e
;
l'
ideologia
Enneade, cioè
la sesta
Questa forma in cui
si
in
.
un primo gruppo
la
comprende
relativi
prima, la seconda, la terza, cioè
fisica
moda
seconda
la
agli
senso
raggruppano ancora secondo
la
dunque
poi
Enneade
prima
all' etica,
universali, agli esseri, ai numeri, alle
prende
etica,
cioè la dottrina metafisica dell'intelletto di-
»,
logico.
1'
generale, la terza le teorie cosmologiche,
la fisica
quarta la teoria
l'
Quindi
logica.
secondo
trattati, distribuiti
sistematico, che dispone
e poi la
la fisica
gli scritti
Enneadi^ perchè
la
l'
logica
e
quarta e
la
;
com-
etica
e
il
terzo
propria.
presentano le Enneadi dipende
dalla preferenza sistematica di Porfirio e dalla
neopitagorica di quei tempi fondata sugli ordini
numerici.
Ma non
corrisponde,
come
egli stesso ci fa
44
VI.
—
Prosopopea di Plotino
conoscere, né all'ordine
cronologico
composi-
della
zione (da lui premesso), né al carattere metodico de-
nemmeno
proprio
si-
stema, bensì appunto alla polemica rivolta contro
gli
di Plotino, e
scritti
gli
epicurei.
Quindi
ne
il
esige
condo
la
lo studio della
54
pubblicati dal 253
data
è
sono
cbe
quali
i
numero
in
ventuno
di
di
nella
ventiquat-
primi quattro redatti interamente dal
;
cj saggi inviatigli da Plotino
gio in Sicilia,
di morire
Invece
1'
è cronologico
il
suo viag-
prima
e quattro nel 268-9, poco
II,
nove in
:
durante
cinque nel 267-8, primo anno dell'im-
pero di Claudio
tutto.
ordinamento dell'edizione porfiriana non
ma
sistematico, e riunisce
libro saggi dei vari
periodi.
viene così presentato
Ora
il
nello
sistema
stesso
che
non corrisponde certamente
ci
a
quello di Plotino. Esso sembrerebbe piuttosto mettere
in evidenza lo sforzo polemico da lui svolto, e
altri-
menti sottinteso, contro l'epicureismo e in continuazione scolastica dello stoicismo
ste scuole
serie
:
:
;
scuola dal 262-3 al 266-7,
maestro
da
262, anno in cui
al
b) saggi composti durante la sua presenza
tro, dei
se-
saggi in tre periodi
i
egli si aggiunse alla scuola, e
Plotino
di
metodo e
il
come
cronologia. Quest' ultima,
a) saggi
suo
filosofìa
riordinamento, e secondo
Porfirio, distribuisce invece
numero
al
l'
ordinamento della
logica (canonica
psicologia), etica.
;
:
ma
in entrambe que-
filosofia era
secondo
la
dialettica), fisica (e metafisica,
Qui invece
si
comincierebbe con
il
La
trattare
l'
fondamento
come conseguente
tata
culmina
il
un
corrisponde a
Uno
stesso col
giudizio storico,
l'
sommo Bene.
Ciò
autogiudizio della
greca che nel periodo ellenistico-romano aveva
filosofìa
rovesciato
il
suo interesse
fondamentale
dalle
pline teoretiche nelle etiche e pragmatiche
là
conseguenza che
a esaltare
fatti
intro-
sistema proposto, riconducendo all'etica per
identificazione dell'
rebbe
fisica è trat-
psicologia
la
;
la
;
e
e in questa, con la dottrina dell' t/no,
alla logica
duce
all' etica
45
dell' antropologia
anziché della psicologia
dell' estetica,
l'
sul
elica
V opera di Plotino
vita e
nuovamente
tale
:
e
disci-
ne
trar-
rovesciamento riconduce
la logica,
come
poi avviene in-
negli inizi della scolastica medioevale.
Ma
a noi
pare che letterariamente o didatticamente corrisponda
prima di tutto
al nival,
programmatica
tabella
degli
argomenti in uso nelle scuole pubbliche di quei tempi,
del quale
nella Cebetis
si
aveva anche una redazione
Tabula (periodo dei
Cesari),
esplicita
dove appunto
come base
è proposta la dottrina della pratica
delle
teoretiche. L' adozione di tale ordine da parte di Porfirio
fica,
dunque tanto regolamentare quanto storiograper il suo tempo
ma essa ci rinvia appunto a
è
:
esaminare
il
pensiero di Plotino nella sua originalità.
VII.
Il
testo delle
Enneadi è giunto
una tradizione manoscritta,
di
cui
si
a noi attraverso
conservano
sol-
tanto codici più recenti del sec. XII. I più importanti
46
—
VII.
Bibliografia delle Enneadi
sono due codici medicei (del XIII e del
uno
XIV
sec.) e
del XII secolo nella biblioteca Marciana
nezia. Oltre di che noi
Ve-
di
abbiamo qualche citazione
di
Plotino nelle opere dei suoi discepoli. Nel 1492 uscì
a Firenze la traduzione latina
insigne di Marsilio Ficino e da
Questa traduzione
Rinascimento
lui
commentata
(1).
ristampata
nel
più volte
trova
si
da sola
sia
sia
opera
Enneadi,
delle
insieme
greco,
testo
al
che venne pubblicato a Basilea (1580) in una edizione
ma
o piuttosto infelice,
assai scorretta
adottata ancora adesso la divisione delle
prima edizione
Oxford per cura del Creuzer
è ristampata a Parigi nel
logia germanica
1856, Lipsia
;
poraneamente
stesso
la
Muller
migliore,
a
:
filo-
Kirchoff
1)
traduzione in tedesco per opera dello
la
Volkmann, Lipsia 1884.
3)
ma
La
dal Didot.
edizioni
tre
1835
nel
Mùller, Berlino 1878-80, e contem-
2)
;
ha dato
ci
La
Mosheim. Questa
e del
1855,
è
si
pagine.
uscì
carattere critico
di
cui
di
si
rigidamente
attiene
Questa
al
testo
è
di
Porfirio.
Una
scelta di
Jena nel 1905
;
Enneadi tradotte fu pubblicata
traduzioni parziali in inglese raccolte
nel 1895 e 1898. Traduzione
Bouillet, Parigi, 1857-60.
(1)
a
francese con note del
Testo
greco
traduzione
e
V. nota al termine di questo paragrafo. L' edizione
si
trova
ri-
stampata nel 1540 (ad Saligniaci apud Jo. Soterem), nel 1562 e nel 1580
(Basilaeae
apud Th. Guarinum,
1580 col testo greco a fronte
et P.
(ivi).
Perna typ.
La versione
revisione, a fronte del testo greco dal Creuzer e
Paris, Didot, 1855).
;
è
et
apud P. Perna). Nel
pure
ristampata,
Mosheim
con
(Oxford, 1835
;
La
vita e
V opera di Plotino
47
francese di E. Bréhier nella collezione Bude, 6
(1924-1938). Traduzione tedesca
Harder
di R.
r ordine cronologico), Lipsia, 1930-1937, in 5
La bibliografia essenziale sull'argomento dopo
mi storici che abbiamo accennato è rappresentata
storie dell'
voi.
epoca e delle scuole alessandrine e
(nelvoli.
i
pri-
dalle
patristi-
che, e dalle storie della filosofia, che stanno intorno a
quella dello Zeller, e della logica antica (vedi
ricordiamo Michele Losacco,
voi. I; oltre a cui
dialettica »,
della
il
« Storia
Gli studi monografici su Plotino
I).
riguardano in parte
Franti,
il
neoplatonismo in generale e in
parte la dottrina specifica. I più importanti sono: del
1864
Richter, studi neoplatonici, Halle
1886, sulle fonti del neoplatonismo
r
;
;
del Gercke,
del Travaglio, su
Accademia, 1912
estetica degli alessandrini, Torino,
;
1918; Gunproblema della teodicea nel neoplatonismo »,
del Whittaker, I neoplatonici, Cambridge,
tker, « Il
1906 Berthélot, Evolutionnisme et Platonisme,
Parigi 1908
Covotti, La cosmogonia plotiniana, Roma 1895 (Lincei) e II Cosmos JSoetòs di Plotino
Lipsia,
;
;
;
(Riv. di Filosofia, XII), saggi ora
ristampati
nel
vo-
Da Aristotele ai Bizantini (Napoli 1935) Travaglio, La vera conoscenza secondo Plotino, Torino,
lume
;
Accademia, 1911
;
Drews,
«
Plotino e
il
tramonto del
mondo
antico », Jena 1907 ; Guthrie, Plotino, Chicago 1909. Studi monografici in serie sulle Enneadi
sono
dal Von Kleist, 1878-86,
H. F. Miiller dal 1867 al 1920, e altri.
Recenti opere d'insieme sono soltanto queste
stati
R. Inge,
«
pubblicati
La
filosofia
di Plotino »,
da
:
W.
New York 1918;
48
Max Wundt,
nismo, voi.
scita del
La
—
VII.
Bibliografia delle Enneadi
neoplato-
Plotino, studi della storia del
I,
1919
Lipsia
Heidemann
;
opera
1'
1921
Plotino, Lipsia
:
più riu-
fra tutte
;
E. Bréhier,
W. Theiler, cit.
Tra i saggi italiani notiamo Em. Morselli, Plo(Milano, Athena)
C. Carbonara, La filosofia di
philosophie de Plotin, Paris 1928
;
:
tino,
;
Plotino, I (Napoli, Perrella, 1938-39)
plotiniane
Le
:
Faggin
ritorno, a cura di G.
del
vie
brevi antologie
;
Dio, a cura di A. Banfi (Torino, Paravia)
Carabba, 1939), con bibliografia
(è
;
(Lanciano,
in corso la tradu-
zione completa).
testo stesso delle
Il
Enneadi, considerato intrin-
sicamente, è stato letto e riprodotto fino a oggi nella
forma in cui ce
lo
ha
lasciato e presentato
Egli per altro dà in proposito
i
Porfirio.
seguenti chiarimenti
che Plotino da principio aveva osservato un
avuto con Erennio e Origene
perchè queste erano
alla scuola.
carattere
Poi avvenne che
varie ragioni
grafie e
di
si
due colleghi per
alcune
risolsero a pubblicare
nel 253 cominciò
l'
un regime più
di
esoterico o intimo
gli altri
che probabilmente con
accordo
non
Ammonio,
neoplatonico,
mettere per iscritto nulla delle dottrine di
:
mono-
imperatore Gallieno
illuminato. Allora
Plotino permise ad Amelio di iniziare la raccolta
di
appunti delle sue lezioni come quelli che aveva fatto
per la scuola di
di Lisimaco,
libri
;
e
Numenio
« scolii »
Apamea
e specialmente
che giunsero così sino a 100
cominciò a presentare
gomenti fondamentali, o
gli
di
scritti
xecpdÀaia,
appunti correlativi veniva
organici su
aggiungendo
a cui
formata
ar-
e
pubblicata.
Le
ma
in
poche copie, l'edizione dei suoi
49
Quando
trattati.
nel 262-63, questi e Amelio lo
Porfirio,
ao^"^iii«se
si
origini del Neoplatonismo
pregarono di scrivere alcuni libri di proposito ed essi
sono quelli che occupano i numeri dal 22" al 25°
:
nella serie
cronologica data da Porfirio e trattano della
universalità dell' essere e del
divenire,
del
carattere
iTietalogico dell' essenza dell' essere, e dei rapporti tra
potenza e atto. Essi quindi devono servire di
mento per considerare
lettura delle Enneadi,
stinguere
i
il
testo degli altri. Inoltre nella
ci
avverte Porfirio, bisogna di-
capitoli composti
dell'autore (1) e le ag-
giunte tolte dalle lezioni (epicheremi)
:
oltre a taluni
commentari (hypomnemata). Egli dispose
suoi
stesso ordine degli
nello
continua
;
ma
l'
le fonti
argomenti e con numerazione
la distinzione
agevole perchè
fonda-
nello
epicherema è una
stile
è abbastanza
tipica
specie
di
sillogismo, scelta per fissare analiticamente in iscuola
il
forma
suo pensiero e ciò nella
interrogativa (che
cosa è la sostanza ? ecc.); Del resto anche vari dialoghi platonici
si
sa
che
scuola accademica in
erano
modo
stati
tramandati
dalla
analogo, e così per le opere
di Aristotile.
Nella ripartizione delle Enneadi secondo
il
si-
stema da lui adottato Porfirio Unì e frammischiò, co-
me
s'
è detto, trattati
del
I,
del II e del III periodo
;
Un altro autore del tempo, Theodas di Laodicea (fl. 125), aveva
un' opera di medicina empirica cosi intitolata, e che venne commentata da Galeno e dal medico empirico Teodosio (ca. 200 d. Cr. :
skeptikà kephàlaia).
(1)
scritto
CARAMELLA
—
La
Filosofia di Plotino.
4.
50
ma
VII.
di questo
—
non
Bibliografia delle Enneadi
gli
può
si
fare stretta osservazione,
perchè Plotino appare svolgere nei vari periodi della
sua attività letteraria
quindi
argomenti, e
stessi
gli
essere più conveniente confrontare gli svolgimenti dal
punto di
vista sistematico.
corre riformare
narlo.
l'
È
1'
Per conseguire questo
ordine porfiriano, e
che
probabile infatti
agone dei maestri di
filosofìa
non
Plotino
entrasse
esaurito
i
e quindi
più volte nell' insegnamento fino ad averne
problemi.
Vediamo appunto che nel primo periodo
sua attività egli alterna ad uno ad uno saggi
logici e saggi logico
rimane a
sé,
finché
metafisici,
-
affronta
problema
il
della
psico-
che
21°,
nel
di Severo, la
zione dell' indivisibile e del divisibile nella
rela-
sostanza
anima.
dell'
Nel secondo periodo scrive invece, o
di saggi
l'
nel-
con un sistema intera-
mente compiuto nelle sue linee fondamentali,
lo svolgesse
oc-
abbando-
organicamente connessi
:
detta, serie
sulla metafisica del-
essere (22-25), sulla psicologia sostanzialistica (26-29),
sulla gnoseologia (30-33
;
cfr.
Harder, in Hermes 71,
1926), sui temi del neo-pitagorismo (34-37)
logia (38-41), suir ontologia (42-45).
stinti
E
;
così
sull' ideoi
due
gruppi del terzo periodo trattano dell'etica (46-50)
e dell'antropologia (51-54).
Il
procedere
dalle
stioni psicologiche alle posizioni ontologiche era
que per Plotino
que-
dun-
essenziale.
Considerando poi
vede emergere come
tica
di-
che quella da
la sua
filo
opera nell'insieme
vi si
conduttore non altra dialet-
lui stesso elaborata e
proposta (nel-
Le
l'
Enti.
3)
I,
origini del Neoplatonismo
quale,
la
:
musica, pone
alla
mente
l'
mo
della verità nella sua
appunto verso
assolutezza,
zione sistematica del
esigenza
all'
pensiero
qui, in pri-
una
di
conviene
Plotino,
di
valuta-
mosse da quanto di più maturo e insieme
le
più elementare e classicamente platonico egli
pose secondo
l'
cogni-
le
passione del Bene,
la
Volendo quindi rispondere
idea.
luogo e soprattutto,
prendere
e
filosofia nella
procedere del pensiero oltre
zioni sensibili e
l'
amore
all'
cominciamento della
il
amore
generato dal
che è
rassomigliando
in quanto ha di più puro e di più no-
stessa,
cioè
bile,
51
eros (III, 5
suo metodo
il
saggio 49** ,
:
cioè
:
268
dalla
d. Cr.),
ci
pro-
teoria
del-
che rispecchia
il
culmine della ricerca estetica iniziata nel 253 con
il
primo saggio
jcepl
xov xaXov
Noi per esporre
(I,
6).
la filosofìa
di Plotino
insieme scegliamo così per entrare,
del III libro delle Enneadi,
mone
i
i
nel
trattati
IV
quali trattano del
e dell' eros, e corrispondono al punto
di
suo
e
V
depar-
tenza logico del suo sistema nel primo e nell' ultimo
periodo
:
e
continueremo secondo
la
pura
dialettica,
insieme con la successione di argomenti proposta
Porfirio stesso, fino a ritrovare
anche
il
tenza di quest' ultimo, quale proprio della
consequenziaria
guendo invece
rici
o
il
della filosofia
sia il
metodo
empirica,
ma
dialettica
essenzialmente
se-
sistema proprio di Piotino. Gli sto-
hanno seguito in questa esposizione
proposto dallo Zeler che procede
uno ideale alla dottrina dell' anima e
mondo, sia quello del Fouillée (nel III
l'
da
punto di par-
a quella
dal-
del
voi. della sua
52
—
VII.
opera su
Bibliografia delle Enneadi
che
Platone)
procede per
ascensiva
via
:
mondo, anima, idea, intelligenza, il bene che è l'uno.
La nostra esposizione invece, con maggiore conformità
al
di Plotino e
pensiero
pure tenendo
jBriano per
il
discepoli
suoi
dei
e
massimo conto dell'ordinamento porsuo carattere dialettico, segue il camil
mino proposto
dalla psicologia, dalla metafisica, dalla
logica, dall' etica
dalla cosmologia
e
riconosce
cioè
:
in Plotino lo svolgimento della filosofia dalla
o dalla vera
tività dell' esperienza,
sogget-
antropologia,
an-
ziché da quella apparente con cui comincia, forse in
via di allusione,
^cpov %a\ xiq ò
il
(Enn.
Porfirio
testo di
I,
1
tò
,ti
òcvdQCOJto?).
NOTA SULLA VERSIONE DEL FICINO
Nella R. Biblioteca dell'Università dì Catania
si
conserva un pregevole
esemplare della versione del Ficino, nella edizione seriore del 1562
merita di essere descritta
(cfr.
G. Saitta, Marsilio Ficino,
p.
Kristeller, Supplementum Ficinianum, (Firenze, Olschki, 1937)
—
Plotìni divini illius e platonica familia philosophi.
sophicis libri LIIII, in Enneades sex dis
—
Marsilio Ficino Fiorentino e Grae
ab eodem
exemplari
doctissiniis
commentariis
-
—
a
-
tratis,
che
e
il
:
rebus philo-
—
ca Lingua in Latinam
illus
versi, et
omnibus cum graeco
collatis et diligenter castigatis.
Accessit index rerum et verborum huius operis
quam
De
tributi,
;
oO";
copiosus. Basileae, Per
Dalla dedicatoria
-
«
memorabilium
Thomam Guarinum MDLXII
Illustrissimo ac sapientissimo
per-
(in-folio).
principi
Medici Florentiarum Duci' Petrus Perna Basii. Typographus,
S. P.
Cosmo
D.
»
-
dedimus operam, primum, ut cum Graeco, coque
pervetusto codice conferretur. Hanc autem operam praestitit nobis Dominìcus Monthesaurus Yeronensis medicinae ac philosophiae peritissimus
si
rileva (p. 2) che: «
Le
et scientìssiraus,
origini del Neoplatonismo
qui arte non paucos locos antea corruptos
dimin«to8 explevit
»
ac
restituit,
MDLIX).
(Basileae, Kal. Martìis
Ficino nella epistola introduttiva dichiara di considerare Plotino
Il
interprete del divino Platone nella forma della
come
53
filosofia
esoterica
deir Accademia, quale non era stata comunicata nei dialoghi di lui : e
con tale intonazione sono composti i comentarii da lui premessi alle
singole trattazioni e anche
i
sommari
dei
Per
capitoli della traduzione.
stendere questa egli dice di essersi valso delle edizioni di Porfirio, di
Eustochio e di Proclo : ma per queste due ultime non possiamo oggi
più sapere di quali manoscritti si sia servito, stato che il Mediceo (A)
87, 3 del XIII secolo di cui egli si valse e che reca le sue correzioni e
congetture, e Tjaltro
Mediceo (B)
85, 15 del
XIV
secolo rispecchiano la
tradizione porfiriana, sia pure variamente contaminata e ad essa
riscono
i
particolari della sua revisione del testo. Tuttavia,
egli avverte al lib.
IV, cap,
4, 1-29 (p.
217 recto):
mentariis Eustochii secundus de anima,
atque
hic
«
con
si
i
rife
Mss.,
Hactenus in com-
incipit
tertius
:
commentariis vero Porphyrii quae sequuntur, septimo coniuncta sunt
Vale a dire che
I'
edizione di Eustochio differiva da quella
in
»,
di Porfirio,
almeno nella sezione della psicologia, per una diversa partizione dei
e forse non ne rispettava in genere lo schema letterario, quale
saggi
:
Porfirio aveva ricavato dalla loro cronologia, per preferire di mettere in
rilievo lo
Ma
p.
schema
scientifico.
più importante è quanto viene
203 verso
:
Montesauro)
annotato (dal
che mancano nel testo greco, e per avventura sono
Marsilio, le parole seguenti,
da
lui
inserite
ad IV, 3°
,
§. ,28
a
di
(27 del-
Utranque sempiternam esse [se. animam], ac post obitum posse rationalem esse apud deos, et interim irrationalem, quae est eius idolum apud homines, et hanc reminisci rerum
in hac vita gestarum, plurimum quidem passionum suarum, minus au*
tem rerum ad rationalem pertinentium. Item in homine, non dico temperato sed continente vel incontiuiente, ambas simul animas commigrare,
rerumque humarum memores esse facilius quidem quatenus vivunt in
aério corpore, difficilius si terrenum corpus quandoque recipiant. Probabilius forte foret dicere, unam nobis inesse animam. Atque ex hac vitalem vim, vel actum vivificum corpori buie influentem apellari quasi
alteram animam. Quae ideo dicitur ab universi vita fieri, quia ex nostra
profluit sub universa vitae virtute ». Di poi, a partire dal § 30 (31), i
commentarli del Ficino si trovano interposti nel corso del testo, a guisa
l'
edizione Creuzer), in principio
:
«
:
di dialogo
Marsilius - Plotinus. Cioè il Ficino con tale interpolazione,
che non sembra frammento dei suoi commentarli stessi ma vera e pro:
pria sua congettura, viene a segnare in
un punto
critico
del
pensiero
54
VII.
—
Bibliografia delle Enneadi
plotiuiano la piega da lui preferita e a confrontarsi con esso,
seguenza, non più
ma
come
nelle parti precedenti, e cioè per
per con-
dissertazione,
per discussione.
Ora il testo di Plotino, letto senza tale interpolazione, ammette che
entrambe le anime dell'uomo platonicamente inteso, la razionale e l'irrazionale, abbiano una propria consistenza l'anima razionale come individuale, e l' irrazionale come derivante dall' anima del mondo. Marsilio
propone di ridurle a una sola, la razionale ; e di considerare l'altra co:
me
sua derivata in relazione con
mondo, da cui
me
il
già
la forza vitale,
decorso della
di intendere
il
la
natura (e quindi
anima razionale non
l' atto per cui 1' anima
1'
vita, nell' universo, è
deriva,
ma
vivifica
il
unico
:
con
1'
anima del
dipende)
:
cioè co-
modo
corpo. In tal
e profluit,
cioè
sistema di Plotino in senso immanentistico,
permette
ed emana-
tistico.
Dato che ciò si riflette anche nello spirito della sua traduzione,
dobbiamo considerare quindi 1' opera del Ficino come una vera e propria esegesi storica, quella della sua scuola:
più maturo giudizio.
Ma
tratta la dottrina nel passo in questione, egli
soggetta
al
nostro
viene a riconfermare
si
do-
con 1' aiuto di Plotino una sua dottrina esoterica idolo
che rimase in vigore fin quasi ai tempi nostri. Le lezio-
versi ricostruire
storiografico
e cioè
è certo che in confronto di Platone, di cui
:
Accademia differivano in realtà dai dialoghi di Platone per il
espositìvo, non per il contenuto
e solo in tale senso vi si accostano e ne riprendono la tradizione le Enneadi, nate senz' altro in quella
forma dogmatica apodittica che Platone allora aveva soltanto vagheggiato
ni dell'
metodo
in più ristretto uditorio.
:
e.
Le
''
Enneadi
„.
Vili.
La
filosofia
come coscienza speculativa con
mone
socratico
come vediamo
:
e nell' epoca
punto
di partenza
Questo è
bro
Il
III,
il
s'
esistere
affermazione del decui
di
occupiamo,
ci
anche
me-
il
un
era ormai riconosciuto in
demonico.
problema del quarto saggio
intorno al
demone
1'
dagli scritti di Apuleio,
todo dell' esposizione
ad
cominciato
aveva
greca
demone che
ci
ha avuti in
di Socrate era stato da lui
dai suoi discepoli,
tradizione religiosa.
come
Esso
il
del
li-
sorte.
presentato,
e
più squisito risultato della
aveva
vale a dire che la sua attività
si
funzione
inibitoria,
manifestava nel
trat-
tenere Socrate quando la sua volontà per imperfezione
umana
mo
stesse
per errare. Per
socratici
dunque
l'uo-
l'uomo naturale dei sofisti, il
ed è, come dire, ferquando tende al male ; ma Platone estese
positivo era ancora
quale è di per sé sufficiente,
mato solo
i
56
Vili.
—
Del demone e del fato
questa concezione del
dente racchiusa nelP
le
demone come potenza
a tutta V anima e
trascen-
uomo
a tutte
anime. Esse sono dei demoni, concezione suggerita
da Empedocle, ed hanno inoltre scelto per
la
propria
un destino che è amministrato da un demone buono o cattivo. Plotino invece rovescia questa
egli ritiene che il demone sia un prinproposizione
esistenza
:
cipio spirituale che ci ha avuti esso in sorte. Tale è
la
condizione della vita da cui comincia
gregge delle anime guidato da Ermete,
filosofica, il
mondo
come
uomini che serve
degli
ragione dirige
la
riore regge
Quindi
ragione e
la
il
i
ai
la
quale egli usò
dell' esperienza
il
termine
metodico
Ai nostri occhi cioè
si
che sussistono sotto
teria e la
presenta
si
della
«
hypo-
prima di
permanenti e co-
velame degli eventi. Esse
il
come le forme elemenma sussistenze V indeterminata ma-
non sono appunto
delle cose,
supe-
delle idee.
presentano
tutto delle ipostasi, e cioè elementi
tari
un potere
mondo
guida nel
una maniera nuova, per distinguere
suoi occhi in
stanti,
esistenze,
:
forma indipendente da
essa,
«
aoristiche »
entrambe, vi prendono corpo e figura e tempo. L'
nima
a sua volta è
appoggiandosi a
il
suoi padroni celesti
sensi, così
la
problema
ai
stasis ».
la riflessione
tali
mare r hypostasis
un nodo
oggetti
si
a-
di atti e dì relazioni che
unisce essa stessa a for-
dell' individuo.
Quest' anima
indi-
viduale che sottostà alla vita del corpo unisce insieme
facoltà intellettuali e morali
ciono
all'
anima, o
la
;
ì
sensi no, essi soggiac-
investono,
ma
appartengono,
senza unità e in commistione, al corpo. Tale carattere
Le Enneadi
dell'anima, che è
chioda
sì
57
sua funzione
la
nella vita, la collega
ipostatìca,
agli
in-
la
ma
oggetti,
un
è
invito alla trascendenza, cioè ad appoggiarsi sugli ele-
menti
sé stessa,
con
delle cose,
stabili
il
ma
solo per raccogliersi
per salire sopra di
mondo
tuale pura.
non
nel suo insieme e con la realtà
nelle condizioni naturali
;
ma
di più alto
pre con qualche cosa
sovraumano
si
nella
sé
colore
il
quindi T anima è afferrata, diretta, sostenuta
ma
il
corrisponde
quale
non ha funzione
dell'
anima che
ci
è
dente o demonica
la
inibitoria
sono due
immanente
da
un
psichica,
finalità
nel senso
socratico,
;
ma
verso
volontà
;
e
:
una
volontà
una volontà
trascen-
esse coincidono nel loro scopo.
loro origine o funzione diversa che le fa
La nostra volontà
rire.
gli
naturale,
oggetti naturali,
ed è essa
un nodo psichicamente
il
anche a questo riguardo
nutrito un' opinione
che
trascendenza, perchè
essa
oggetto
indissolubile che
si
nucleo della personalità.
la filosofia
occorreva
volenti
un
stessa
greca
rivedere,
cioè noi e le cose fossimo legati dal fato
degli oggetti voluti e
diffe-
primo luogo
infatti si dirige in
trova in noi e costituisce
Ma
alla
e
funzione protettoria e demoniaca.
Così in noi
E
ten-
la
come preannunzio,
di questo scopo, la sua qualità
demone,
l'ani-
natura, e di
perchè
all'anima stessa,
rispetto
prende
di
esso simpatizza sem-
denza verso uno scopo contiene già in
cioè
spiri-
Questo sforzo o processo ascensionale
per sé sarebbe vano, o appare tale se
ma
comunicare
e
essi
in
appare
:
e
che
mondo
il
insistere
già lo fissa e gli
aveva
nella
incombe
58
Vili.
come
—
Del demone e del fato
destino, e anche
sua volta
demone potrebbe
il
essere a
del destino.
figlio
Così la discussione
riconduce
ci
al
primo
trattato
del libro III: Perì heimarménes, ossia « del fato >
Pochi anni prima un altro grande
cupato di questo argomento in
ancora oggi essenziale
(3°).
filosofo si era
oc-
modo che diremmo
Alessandro di Afrodisia. Egli
:
De anima che la dottrina aristoteV immortalità dell' anima individuale e
invece sviluppava quella delP anima trascendentale e
sostenne nel suo
lica
negava
de fato, sostiene
intelletto universale; e nel
l'anima nostra non è immortale,
penso della libertà del volere,
com-
gode in
essa
e ciò
che, se
contrariamente
alla teoria deterministica degli stoici. Distinte e classificate
vi
sono
le cose
effetti
da cause,
ma
Plotino
si
del
mondo
di natura psichica che
non provengono
dalla nostra volontà.
trovava così di fronte a una fresca
presentazione delle due
talità
nelle cause e negli effetti,
tesi
opposte
dell'anima non libera nel
;
e della
mondo
ri-
immor-
del fato, (so-
stenuta in varia guisa dagli atomisti, dagli stoici, dagli
astrologi, dai
ragione
e della
cinici),
assoluta
della autodeterminazione che le è proposta da
stino mortale.
Egli ritiene che da
possa uscire riducendo
deste
il
la
legge della
mondo
natura
naturale.
considerata
necessità, senza eccezione, e quindi
l'
de-
antitesi si
concetto del fato a più mo-
proporzioni, cioè al
per lui
questa
un
o
Il
fato è
nella
anche rispetto
sua
al-
anima. Se noi procediamo nella nostra conoscenza
delle cose, esse ci appaiono
non
solo resistenti in se
Le Enneadi
ma
stesse,
un
legate anche fra loro da
che costituiscono
porti
59
fenomeni naturali
dei
le leggi
sistèma di rap-
e che collegano le cose terrestri e le cose celesti o so-
stanze o ipostasi astratte.
Il
un eccellente
noi potremmo dire che
Pitagorisnio aveva presentato
stema di questi rapporti e
presenta ancóra adesso, poiché
Tra
pitagorica.
si
pianeti
i
come
scienza è
la
lo
rimasta
tra gli oggetti prossimi
verificano serie costanti dei fatti materiali, le quali
non sono
frangibili
da una decisione individuale. La
mondo
forza che lega tutto questo sistema del
né
materiale, e quindi indiscutibile
Noi
lo ritroviamo per diverse vie,
solo
dobbiamo riconoscere anche praticamente non
che il mondo ha un ordine fisico e che cioè è
con
ma
che questa sua cosmicità
la fatalità, e include
fato si
la
Il
da cui
si
mitologia degli influssi che
si
gli
gli
astri,
dovevano ora ridurre e restringere
si
perchè
si
riproduce e
r organismo corporeo, in
fato
soluta,
che lega
un
la
si
alF anima
il
ma
di-
esemplifica nel-
cui esso è la natura. Pertanto
volontà
non
è
una imposizione
destino sovrastante a ciascun atto
semplicemente
come
fatti scientifici;
forma e stringe anche intorno
rettamente,
iden-
oggetti.
tutti
determina cosi anche con
producevano secondo
si
anche noi per quanto
riguarda le nostre relazioni con
esso
procedere di
nel
e
veramente cosmo,
tifica
fato.
il
avvenimenti del co-
oggetti in oggetti, nel seguire gli
smo
è im-
soggetta a dete-
appunto
rioriarsi e indebolirsi. Questa forza è
il
si-
:
as-
esso è
limite che le é posto dalla necessità
legge fisica e naturale e
che
noi
abbiamo
il
60
Vili.
—
Del demone e del fato
compito di esplorare,
di conoscere, in cui
mantenere
noi stessi e sul quale deve appoggiarsi la nostra stessa
libertà spirituale.
Ma
ciò che fa tutto
V anima.
vissuta e morale è
fine dì
Il
natura
di urtarsi contro le leggi della
ma
il
è di cercare
come
volontà trascendente, cioè del
questa
è
della vita,
e
la
direzione della
demone che
assicura del nostro proprio destino.
ci
vita
non
e dove esse ci lasciano aperto
varco per sentire la vocazione e
che
quanto è
ci
Dobbiamo
dunque
a Plotino di avere inteso e limitato
tato, di
avere sintetizzato
1'
guida e
risul-
il
opera della scienza
ales-
sandrina in questa identificazione del fato antico con
la
legge intima e formale della natura, che è la
cessità
di avere smascherato
:
Ananke,
e rivelato sotto la
il
minaccioso
naturalmente rivendica
volto
maschera dì esso
Ma
plice e chiaro volto della scienza.
alla religione
ne-
il
dì
sem-
egli altrettanto
e alla mistica la
soluzione dei problemi da cui la scienza veniva a eccepirsi
quale nel suo insieme poteva essere
:
ficato della fede
umana,
e
come
cioè rispondere
demonica riproposta
essa potesse farsi
all'
signi-
il
così alla volontà
anche eudemonica,
ideale della felicità desiderato dalla
tradizione filosofica.
IX.
Il
mo
e
limite della necessità che lega nel
la
sua volontà immanente
Plotino anche al
si
mondo
demone che rappresenta
l'uo-
secondo
estende
la
nostra
Le Enneadi
volontà trascendente
:
perchè se esso
noi rappresentiamo
sorte,
determinismo della
che
spirituale
Ma
natura.
1'
determina da sé sotto
ma
e animale,
indipendente sotto
morale
forma della
la
e questa per
:
suo
il
ma
determinata fisicamente,
si
forma della
la
si
come
verso di essa
sufficienti
all'
duplice
aspetto
tende a un fine
nima
anima, esse
mondo,
finalistica
descritto
trattato
la
qua-
ri-
demoniaca eccitandola a
di-
si
rifiutano
essere
di
uno
invitano a cercare
la
sua
la
e
:
vita.
Oltre
il
fato e
il
della natura, essa cerca di congiungersi all' a-
del
denza
non è
che non
stessa,
e alle idee.
Si delinea quindi nella nostra coscienza
e
e
si
cose
le
:
scopo che corrisponda
mondo
principio
desideri. Il desiderio batte nell'oggetto
nella nostra volontà
rigersi
anima
vita intellettuale
per rimbalzare verso una mèta trascendente
flette
ipostasi,
1'
vita vegetativa
può trovare mai esaurito nella natura
lunque cosa
principio
il
Perchè
raccoglie in se stessa
si
colle-
è
anima come
è superiore alla necessità materiale.
si
in
avuti
umana
vita
la
è sottostante,
le
ha
ci
suo destino, e quindi an-
il
che da questo punto di vista
gata al
61
come
quinto
che già Platone
aveva
Eros. Questo
tema
del
libro
concezione Plotiniana
si
HI
il
(de
una
ten-
riconosciuto
appunto
amore).
del
Tuttavia
stacca notevolmente
dal
dominio del puro platonismo. Per Platone 1' amore è
una conseguenza della condizione dell' anima. Esso
costituisce
una forza
queir altro io e di
idee,
da cui
l'
di recupero e riconoscimento di
quell' altro
anima
si
è
mondo, che
staccata
ed
è
è
delle
discesa
in
62
IX.
—
Teoria delV Eros
conseguenza del peccato originale. Quindi
di ritrovare noi stessi in altro e
di
desiderio
il
con
risalire
niente e con tutto lo spirito al cielo degli enti
appunto
1'
Eros. Esso
così è
l'
effetto e la
insieme di una realtà dualistica che
e
prima
il
essa vera o
sia
demone
nostro
soluzione
produce a priori
basta a provare la forza del Eros
riguarderebbe
cioè
;
secondo Plotino questa pre-
di esso. Invece
cedente istoria dell'anima
non
si
la
e
:
immaginata
mai
essa se
suo desiderio di
il
ricondurci così in alto che non avessimo più bisogno
di lui e lo lasciassimo libero. L'
amore secondo Plo-
tino nasce dalla stessa natura dell'anima e cioè dalle
facoltà intellettuali.
La nostra
intelligenza nei confronti degli oggetti
voluti e desiderati
si
Questa indeterminazione
che esso
non conosca
come indeterminata.
intelletto non significa
presenta
gli
dell'
oggetti e le
idee,
ma
esso in confronto alla esperienza è troppo più
dalle idee, dalle sostanze, da Dio, perchè
giudizio sia certo, perchè
i
che
ampio
delle cose e quindi desidera di essere ispirato e
trito
.
il
nu-
suo
suoi oggetti acquistino va-
lore e concretezza. Questo desiderio dell'intelletto di
uscire dalla propria
per accertarsi della realtà, è
stesso
si
esso.
finisce
e
il
l'
origine
dell' Eros.
potrebbe dire della volontà che ama
oggetto in quanto
ad
e indeterminazione
indefinitezza
si
restringe e
Figlio dell' intelletto,
proprio padre fino a
una tendenza che coincidono
cioè con la verità.
si
il
Lo
suo
concentra intorno
amore sorregge e dedargli una ispirazione
1'
col
loro vero
scopo,
Le Enneadi
63
Plotino non solo critica le varie
che
erano date prima
si
nico
ma
(1),
di
lui
ne, quale semplicemente
l'
e quale dio e quale
tuale,
nella realtà. Quale
Dio
1'
:
all'
amore
come
amore
Kronos indica
l'
vero
figlio di
spiri-
discorso
il
di Afro-
Urano
stesso
intelletto puro, Afro-
dite la sua anima, dìvinissima, che gli resta unita
ad esso
si
avvolge.
Ma
ad
ché di separato e reale, e
l'intelletto, lo concepisce,
re.
essi
1'
e
devono generare alcun-
anima nel
rivolgersi
distinguendosene,
Eros è così separato, come
e
nell' idea e
Kronos
di
figlio
passio-
atto
demone, cioè
dite Urania (anzi dovrebbe essere
e di Afrodite)
plato-
amore come
amore, secondo
Pausania nel Simposio, è
di
1'
analogo
e di considerare
:
erotismo
una propria interpretazione del
sostiene
mito. Egli propone di superare
proprio
dell'
interpretazioni
le
al-
come amo-
anime, dalla verità
in sé e pur tende a riunirvisi, e a ricondurci al cielo:
e
come
egli
nasce quale
nasce quale anima del
demone
telligenza del
e che
si
ama
nelle
anime
singole,
bene e dalla volontà che
nell'intelligenza stessa.
Diotima di Mantinea,
riferito indi
ritiene subordinato e coordinato al
more nasce da Poros
e della povertà.
(1) V.
mondo,
—
le è
Il
così
figlio
dall' in-
congiunta,
discorso
di
da Socrate, Plotino
precedente.
e Penìa, dell'intelligenza
Poros
ri-
di Metis,
dopo
L' a-
umana
il
bau-
Robin, La théorie platonicienne de V amour (Parie, Alcan,
1908); Froutiger, Les Mythes de Platon (ibid. 1930); G. Calogero, 7Z
Simposio (Bari, Laterza, 1928)
rino, Chiantore, 1935); cfr. S.
U. Galli, Commento al Simposio (ToCaramella, nel trattato La Psicanalisi dì
;
E. Morselli, voi. II, p. 106-107.
64
-
IX.
Teoria dell'Eros
chetto per la nascita di Afrodite, ebro di nettare dor-
me
nel!' orto
sidio,
Giove
di
giunge Penia, a chieder sus-
:
ed entrando nel giardino
si
giace con
»,
o ristrettezza
trovar rimedio alla sua
«
nasce Eros, in servitù
di Afrodite,
aporia
prima
per
lui
così
;
povero
e
poi valoroso, filosofo e immortale e capace di rivivere
continuamente
citer,
povertà,
la
la
:
(Symp. XXIII). Poros
la copia dell' ingegno,
che presiede
lere
vita
la
cammini
ai
1'
aporia
la realtà e le idee,
di
ma
è
alla
l'
chiusa forza
del vo-
eros,
mondo
il
mediatore tra
il
la
:
dall'
vero
il
con una vera
propria
e
e quindi essa
:
copia
gli
figlio
povertà di cui
anima in
spirituale,
oggetto
si
unisce
Poros.
il
Questa non può consistere in nozioni e interessi
carattere empirico, perchè
Poros rappresenta
alle idee,
la via
il
della
nazione della verità
verità.
le
di
idee
:
subordinazione
sua
Onde,
e per
stessa,
verso
rivolta
è
logos nella
si
opposito
determinazione della natura, povertà di
che è ricchezza di possibilità
tra
e
stoici
gli
appunto (secondo Plotino)
indeterminazione
me-
il
sensibile, nato
come volevano
Poros e Penia da cui nasce
tratta è
Penia è
tra le aporie dialettiche e
idea e la materia,
egizi,
la
1'
dio
il
:
aperti della verità
sofistica,
todo logico. Egli non è
l'
pellegrino sagace,
il
loro unione genera
è, simpli-
se
l'
indetermi-
quale
la
si
agita
r
intelletto, si rivolge alla ricchezza delle idee e cerca
la
via di salire ad esse o di risalirvi, questo è l'amore,
come
demone
disc,
di Fedro)
:
cioè
il
che regge
grande
«
i
immaginosa apparenza, ed è
demoni
demone
tutti,
di per sé
il
»
{Symp.,
nella
demone
loro
prò-
Le Enneadi
prio dell'
65
anima del mondo, non lontana da
realtà,
neppur
di cui
siamo parte.
essa,
come concretezza
in
noi,
totale della vita
L' Eros plotiniano è carattere del tutto spirituale,
eroico, trascendentale, che raccoglie dalla dispersione
degli eventi le nostre
al loro
la
supremo.
fine
forze e facoltà e
Il
massimo sforzo
sua più profonda accezione è la
indirizza
le
filosofia.
stacca la teoria erotica dalla interpretazione
stica e panteistica verso cui era discesa nel
a lui prossimi e la indirizza verso
un
Tuttavia sarebbe
amore,
di tale
Plotino
naturali-
platonismo
un senso
mistico.
errore credere che egli con
questo volesse nuovamente introdurre nella vita
l'
anima
il
senso, che
aveva
sue determinazioni fisiche.
è soltanto attività. L'
è
sentimento puro come
soltanto
attribuito
Il
amore
perdona
dono
i
E
»).
:
«
senso è passività, l'anima
attività dello
spirito
amor che nullo
princìpi di
Plotino
sentimenti nel VI saggio del libro
incorporeoruni (26).
chiamarono pathos non solo
fatti
I
i
la vita spirituale,
di carattere
passività.
fatto
amato,
amar
recettivo.
III,
filosofi
fatti
ma
Essi
prima
sensibili
in
La
Filosofia di Plotino.
tutti
intitolato
genere
i
De
di
lui
che
ac-
tutti
rappresentavano
Gli stoici avevano già reagito a
—
a
estese
dirizzo sostenendo che la ragione e la
CARAMELLA
non mai
amore che ciascuna anima nutre
demoni stessi, in sé medesima.
Questa considerazione
compagnano
che per
quindi all'amore universale corrispon-
sotto la guida dei
apathia
alle
di cui si tratta nell'anima
sua caratteristica natura è sempre atto,
o passività. (Dante
del-
questo
saggezza
i
la
in-
che
5.
66
la
IX.
—
Teoria delV Eros
impersona sono assolutamente apatiche nel doppio
senso di questo termine,
spirituale e temporale.
condo Plotino addirittura
tutta la
Infatti le sensazioni
scere
le
sive,
ma
di
e
passività.
da cui cominciamo a cono-
passioni dei sensi
attività
incorporea
vita
quindi spirituale è priva di pathos e
Se-
non sono
e giudizi che
si
pas-
esse stesse
svolgono intorno alle
passioni sensibili e alle imitazioni delle cose corporee
Anche nella vita dell' anima l'idea
soltanto una idea del corpo stesso, e non
corporeo. La vera caratteristica dell' atti-
raccolte dai sensi.
del corpo è
ha nulla
di
vità sensibile (aXadr[aig) è quella di essere proprietà e
alterazione intima dell' anima,
non impressione
dotta in essa da fuori e dalla materia
si
appunto F omemaig
riducono
come fondamento
dai giuristi
Altra cosa sono
si
i
anche questi hanno
ci
cercate
dUoLcoaig
soggetto
Gaio).
(v.
rivolgiamo alle virtù e
ai
vizi,
come contenuto, ma non
gli affetti
come forma. La ragione
il
del
1'
attività
sensi e le cose sensibili a cui essa
Se poi
riferisce.
e
ad essa
:
pro-
e le idee rappresentano
regno dell'insensibilità assoluta. Quindi
lo
poi
spirito
per vivere dentro di sé ha bisogno di altra forma di
agitazione. Esso
di materia,
ma
una
ma non mai
tuale è
dal corpo,
non sente ma medita
di verità e
attività
come
teoretica
passivo. Così
come mitico
propria ispirazione
quindi
(cfr.
di
appunto
1'
;
non
amore
carattere
1'
5) al
inebria
intellet-
intuitivo,
anima può uscire
uccello, e volare
Ili,
si
mondo
separato da questo, cioè realizzare
il
secondo
delle
la
idee
xoìQiaxóv pla-
tonico, che equivale alla nostra idea della trascendenza.
Le Enneadi
67
X.
La dimostrazione che
dunque
insensibili rappresenta
dello spirito
ascetico
coincide anche con
mondo
tica
:
i
prima affermazione
la
che
dottrina oggi sostenuta
la
ma
Plotino,
di
filosofia
il
della sensibilità differisce dall'attività sensibile,
non appartiene
non
della
sono
incorporei
esseri
gli
alla
conoscenza bensì
alla realtà pra-
sensi sono oggetto e contenuto di conoscenza,
atto conoscitivo essi stessi
;
di per sé
hanno
altra
forma, quella dell' economia fisiologica e della natura.
Questa considerazione induce
Plotino
ad
aprire
lo
sguardo verso ciò che è invece sensibile e passivo
precisamente verso
teria
che
la
materia.
Il
concetto
e
ma-
della
era pervenuto sino a lui nella forma aristotelica,
la
materia è
il
contenuto della forma. Attraverso
questo principio la filosofia greca aveva a poco a poco
trasferito alla
forma
lutti
gli
caratterizzato nelle sue origini la materia,
riconosciuta dalla tendenza arcaica
natura
come materia vivente
avevano
che
attributi
come
(ilozoismo).
Ma
quindi
tendente
la
nelle
una parte si presentava
forma come interiormente vuota
scuole ne conseguì che da
concezione della
era
considerare
a
all'
astrazione, e d' altra
ritrovare la concretezza
si
materializzava
1'
parte
atto,
la
e
per
come
avviene nello stoicismo e nell' epicureismo.
Ora secondo Plotino
1'
annullamento o
sione del concetto di materia
sofia
all'
può condurre
idealismo assoluto ovvero
al
sì
l'
inver-
la filo-
materialismo pu-
68
—
X.
ma
ro,
La natura
e
quei limiti su cui
L' errore compiuto dai filosofi
stato di
scambiare
(tò aijvdetov,
D'
la sintesi
si
predecessori
suoi
l'
appoggiano.
ipostasi,
una
sintesi di
come
oggetto).
principio
il
era
mentre
materia e
avevano anche sostenuto
altra parte essi
materia era appunto
la
essi
materia con
la
ipostasi degli oggetti è già
forma
/
viene a togliere alla realtà dello spirito e dei
^oi problemi
l'
tempo
il
della
che
passività,
cioè le avevano attribuito le qualità contrarie a quelle
della forma. Se noi partiamo da
queste
esigenze
la
risposta secondo Plotino deve essere negativa, cioè la
materia non
ma
è,
né patisce alcun
essa soggiace invece ai
Viale
proprio
fenomeni (he hypokeiménej
ad esse nella
oltre
stessa direzione. Si presenta
come nell'azione quale un' om-
così nella conoscenza
bra della realtà, un fondo oscuro in cui
residui della vita
la
a
il
si
vita stessa di cui
come potremmo
si
materia
si
mondo,
riflusso
1'
all'
anima è
ma anche
Se
guardiamo
fonte.
definirla diversamente
dal
mondo
presenta inserito tra noi ed essa,
definisce
e
anima,
come
delle cose
resistenza
nella
della vita è ciò che
si
Essa è collegata con
1'
rifiuta
o
pigrizia
la
del
indifferenza e inde-
terminatezza. Ciò che rimane inerte
del
di seguirne
movimento
1'
impulso.
azione, dunque, e rappresenta
limite che è proposto dal
volta per volta alla volontà.
tre »
contrasti
annullano e viene a mancare non
pathos che essa sottrae
corporeo che
il
:
a dire che sta sotto le cose sussistenti, e proce-
dendo
solo
fenomeno,
mondo nel suo insieme
« Tu non vorrai più ol-
sarebbe la voce propria della materia.
Le Enneadi
I corpi invece
Essi
di
sono in
presentano come
si
i
69
continuo
nuclei
rinnovaménto.
un movimento
di
trasformazione (metastasis) paragonabile
che
essenza a quello
seguono
sieme
la vita
cioè
:
Ma
:
essi
men-
logiche e intel-
suo
presa nel
in-
corporea rappresenta un quid intermedio
anima
tra quella deli'
e l'inerzia materiale: perchè
corpi sono sintesi di attività
anche
sogni
inseguono forme
(metabasis, metabolia).
di
nei
leggi di carattere fantastico e simbolico
tre gli atti psichici
ligibili
avviene
nella sua
forma
e di
corporea nel suo
quella che noi
e
insieme
di
può
la
così
vita
paragonata
essere
esperimentiamo
e
mera
passività,
Quindi
materia.
nell'
i
organismo
à
dor-
miente, cioè al sogno; le sue leggi biologiche rappre-
comune denominatore di tutte
l'anima si sveglia essa supera
Quando
le leggi fisiche.
questo continuo passaggio da un sogno all' altro, quesentano una sorta di
sto sussistere
la
per contrasto all'inerzia;
prima coscienza percepisce non solo
materia essa stessa,
ma
anche
la
ed attraversò
corpi e la
i
rappresentazione della
natura delle cose ormai svisata e
deformata
visione amorfa (dcpavraaTcog) della
natura
morte dei corpi, e quindi
dal
tratta
e
suo
in
una
genesi
e
destino
e
dalla sua ispirazione a cercarne la vera forma. Rifor-
mando
e riunendo gli insegnamenti
Aristotile, ciò
equivale
alla
stessa
di
Platone e di
distinzione
della
natura dalla materia. La prima è formazione di ipostasi
la
dipendenti da princìpi
psichici
e
seconda è incorporea, priva di essere
metapsichici,
(non
è),
è
impossìbile e inalterabile. Nei suoi stessi rapporti con
70
X.
forma (con
la
ma
la riflette
come
riceve
spazio
;
me
La natura
e
il
idee) la materia
come puro specchio
tempo
non
vi
si
unisce,
e semplicemente la
soggetta. Essa è dotata di grandezza nello
ma come
collochino
stessi
le
—
gli
non è un luogo dove si
bensì un attributo degli esseri
lo spazio
esseri,
(Bréhier), così la grandezza è propria delle for-
degli esseri,
non
della materia, o altrimenti è og-
getto proprio anch' essa del pensiero, nel quale biso-
gna cercare
verità dell' esperienza.
la
Questa ricerca è aperta secondo Plotino dalla coscienza del tempo, che forma oggetto della successiva
trattazione settima del libro III fde aeoiie et tempore).
Il
primo passo dello
spirito verso
l'
interiorità è rap-
presentato dal rivelarsi di quella forma
superiore di
movimento a cui esso appartiene (1' eone) e
che si riconosce come eterna e sempiterna (1).
Noi veniamo invitati dalla stessa esperienza a
cercare la nostra eternità, quel sempre che non cessa
mai, quel movimento che non si commuove, né si
vita e di
arresta e in cui
Plotino
non
si
ritiene
mente presente
epoche e tutta
all'
bagna
di vita spirituale
che
anima
la serie
questa
il
eternità
sia costituita dal
delle categorie
:
pensiero.
immediata-
moto
delle
essa è tutte le
epoche e dalla serie delle categorie nel loro insieme
né ritiene che rappresenti
il
;
presupposto trascendente
(lat. aevum) per eternità,
(1) Plotino intende rigorosamente aión
mentre aìdion è (oppòstamente a idion) V assoluto, sempiterno. Invece
S*
Agostino verrà poi a distinguere tra
questa
come
aevum ed
assoluta e superiore a quello,
lativo e di assoluto.
aeternitas,
ponendo
che per lui è sintesi di
re<
Le Enneadi
71
della nozione del tempo, perchè questa è
ma
air eternità,
Il
mondo
riferisce alla
delle idee stesso,
movimento
pura
si
stasi
vita,
all'
sì
collegata
esperienza.
pensiero puro, nel suo
il
1'
è
perenne della
eternità e la fonte
Se vogliamo poi intendere in sé questa
mente e nel
che illumina
la
vediamo che
essa raccoglie
ma
delle idee,
tempo
carattere superiore che ci svela
si
verità
e
di
riflessione
come
natura
sua
la
esso,
con Dio in quanto
identifica
afferma e rivela se stesso nella sua qualità vivente,
quella che
chiamò
Cristo
il
stra riflessione
esseri corporei,
la
vera vita, e che la no-
il
non
appunto riconosce propria
che
vi
attingono
la
del Divino. Plotino ritiene con ciò
anche
Timeo
idee
come
avere
di
e del Sofista, che considera
in eterno riposo
cante che egli dà a tale
:
ma
il
il
inteso
mondo
significato
«
ma
dottrina
la
sommo
unico e
degli
vita empirica,
vero pensiero platonico, secondo
del
assai
della
una
in
vita.
eternità
fuor di
e
mondo
il
per scioglierlo
riflessione di Dio. Esso
egli
come
è la dialettica, nel suo concentrarsi
delle
vivifi-
eone
»
è
più conforme alle aspirazioni mistiche della sua
epoca e delle successive.
Altro
in quale
sentino,
tempo, con cui
il
cerchiamo
forma e proporzione
si
siero verso
accostino
1'
all'
eternità.
Plotino è fondata su
anima
gli
eventi
di
misurare
fisici
e ritornino
con
si
pre-
il
pen-
La definizione qui proposta da
un suo modo
di vedere in gran
parte originale. Egli critica la teoria pitagorica e pla-
tonica
:
che
il
tempo
sia
1'
ambiente del movimento
perchè o esso in questo caso è un
vuoto
;
ambiente,
72
—
X.
e allora si identifica
più per
La natura
con
la
e
non si muove
oppure è un limite
materia che
sua assoluta inerzia:
la
ambientale del movimento come
allora
tempo
il
in sostanza
si
tempo
il
cosmica,
la sfera
identificherebbe con lo spazio. Così
si
un
viene ad
relativismo
certo
quale già era stato presentato da Tolomeo con
trina degli eccentrici e degli
esso rappresenta soltanto
nozione integrale che
vede
si
immobile
e la teoria del
e fra queste
bile,
si
una contraddizione.
mente
stoici
gli
un metodo
la dot-
spazio)
di
ma
;
non
scientifico,
andiamo cercando. Anche in
contrasto tra la teoria del motore
Aristotele
il
nello
fisico
modi
(due
epicicli
rappresentare lo stesso fenomeno
la
e
primo motore o primo mo-
un
ha notoriamente
più
I filosofi
recenti
avevano invece sviluppato
divario
e
la
e
special-
teoria
proposta da Aristotele stesso che considerava ir tempo
come ritmo o numero o misura
Ma
Plotino,
del movimento.
prendendo in esame particolare
dottrina aristotelica, dimostra
tale
come anch' essa incorre
nell'errore di scambiare materia e forma ovvero for-
ma
che
e contenuto.
il
tempo
a dissezionare
mata), tra
i
Se
sia il
il
quali
si
intende essa dottrina nel senso
ritmo del movimento, noi veniamo
tempo
si
in intervalli
ripresenta
inerte e quindi viene reso
il
tempo
il
é
di
intendere
realtà
con
il
il momovimento
numero che misura veramente,
anima che misura con il numero e in questa
che non è
1'
impossibile
della materia
tempo come numero che misura
vimento, esso coincide in
ma
ombra
(diasté-
nella sua continuità e attualità psichica. Se
intendiamo
stesso,
1'
staccati
il
Le Enneadi
per se stessa
riconosce
misura
Donde venga
scienza del
tempo
73
tempo
il
suggerimento
il
della
che passa.
nostra
co-
è considerato
rispetto all' universo,
da Plotino proprio del movimento di traslazione
ed
riferica,
questo
egli ritorna in
ma
pe-
proposizione
alla
che il moviTimeo di Platone
mento periferico, non è esso il tempo bensì lo rivela
fissando la mente al cielo cosmico si vede nascere il
tempo come alcunché che accade in rapporto alFeone
per la sua immanenza nella materia. Lo stesso rapporto si rivela neir anima tra l'idea dell'eterno che
del
:
nel senso
:
considerazione degli avvenimenti
le savrasta e la
un
avverte fluire in se stessa
corso di eventi
;
essa
mondani
che è per sua natura empirico e metafisico,
ma
che
pei suoi riferimenti costituisce la prima, la più forte
connessione tra
vito a
1'
anima e
cose e
le
il
più forte
in-
E insomma il tempo
non divisa interiorità.
tempo come flusso mistico
contemplare l'eternità.
è
proprio dell' anima nella sua
Questo concetto del
e
interiore degli eventi proposto da Plotino è stato svi-
luppato dalle
teorie
di
Agostino e del
Kant
del
e
Bergson. Questi appunto traeva dalla teoria plotìniana
la
necessità di distinguere
tempo
intimo,
l'uno
l'altro invece corrente
fra
il
tempo
elaborazione
viva
coscienza.
della
e
fisico
il
dell'intelligenza,
Ma
il
Bergson considera questa corrente viva della coscienza
come
reale più degli eventi, anzi
concetti,
i
contenente
i
veri
veri eventi in confronto di quelli schema-
tizzati
fisicamente dall' intelligenza, e quindi egli chia-
mò
tempo
il
interiore
durata reale
della
coscienza.
74
—
X.
La natura
e
tempo
il
Inversamente era da considerare questo
rapporto
che
valori per la filosofia di Plotino. Egli ritiene
tempo nel suo
fluire psichico sia accidentale
in sé, e precisamente sia accidente
oufxPePrixòg
l'
aUov
materia che
spetto
all'
1'
ci
anima e
la materia,
trattiene
lontani
corpo o anima che esso
sia
sfuggente della materia.
E
il
divenire, tra
(ipostasi)
l'
appunto
atto e la
tempo.
il
non contenga più divari
del tempo
è 1' Eone o
:
riflesso
il
i
corpi
potenza,
con l'indefinito
tra
e
che
Una
e
ri-
permanente o
Essa
la sintesi è transeunte.
renza, questo passaggio continuo
sintesi è
tra
dal-
appesantiti
e
con una diflerenza continua
verifica
(xatà
inseparabile
riflesso
il
assoluto. Questa sintesi è del
si
tempo
alterità
esperienza per cui deve passare l'anima,
della sintesi tra
la
cioè
ti),
di
il
rispetto
e propri e rispetto all'eone del
agli oggetti veri
di
si
sintesi
e contrasti è
1'
essere e
questa
diffe-
rivela
nella
che
assoluta
appunto
fuori
eternità.
XI.
Dall'esposta concezione del
la
considerazione che anche la
carattere di
tempo nasce per
natura
oltre
al
meccanismo cosmico abbia un valore
cologico e questo valore è illustrato nell' ottavo
tato del libro terzo
e delV
uno
>>.
La
:
«
Della
natura
natura e della
appunto
interessa
altro
suo
psitrat-
teorìa,
l'anima
anche nella sua propria costituzione e determinazione
in quanto essa costituisce la ragione del distinguersi,
Le Enneadi
75
nella vita spirituale, di teoria e pratica,
della natura
l'
anima
presenterebbe
si
mentre fuori
come
unità.
Rispetto alla vita della coscienza la natura invece
presenta
come un
principio multiforme,
lascia ridurre essa a unità,
o
r
saremmo
(unità
appunto
noi) e che era stato
non
che
si
si
soltanto
illustrato o sotto
1'
uno
dai filosofi greci specialmente preso-
altro aspetto
cratici. L' idea di questi ultimi Plotino
in questo caso a risolvere e
anche
tende
sostituire.
La natura deve appunto presentarsi come multiforme perchè essa per sé non ha nessuna propria
forma e quindi assume quelle sotto cui viene percepita o avvertita,
rate
ma
che non possono essere conside-
come sue forme
reali
e costanti bensì
parenze mutevoli di Proteos, di
se inafferrabile.
appunto
si
l'
come
possiamo precisare
nel!'
1'
ombra
la
abbia alcuna passività,
non
sta oltre
l'
si
ma
questo
di
era
principio
era già negato che
1'
anima
tale passività è propria dei
della materia. Questa a sua volta è priva
Quindi
anima come un
si
principio
ipostasi dell' esperienza.
prima
presenta
Ma
parallelo
1'
cipio attivo, anzi tende a
rassomigliare
La sua materia
indeterminazione
è
solo
l'
1'
che
anima non
è soltanto insensibile perchè incorporea, essa
(v.
per
delle cose, cioè che esso
funzione
di passività e insensibile.
di tutto all'
principio
ap-
principio negativo degli eventi, noi
anima. Anche qui
corpi e
principio di
Ora, posto che questo
inerzia e
intravede
un
come
è prin-
atto
puro.
dell' atto
cap. IX).
Viene
fatto
quindi di domandarsi
se
la
materia
76
XI.
—
ancor essa abbia
La
teorìa e la pratica
Secondo
un'attività.
Plotino
que-
st'attività sarebbe contraddittoria col principio d'inerzia.
La materia pura non
sua negazione
fa
o
:
ma
piuttosto
l'anima è energia- Tuttavia
la
materia
la
qualche cosa in quanto essa produce per contrasto
si
genera dai contrasti
qualche cosa come
con cui
1'
vale a dire che di
:
un
all'anima la materia ha
fa
è energia,
si
fa
fronte
valore « poetico », cioè
in poesia, o meglio fa ciò
anima entra in concorrenza per
afferrarlo e
dominarlo nella vera e propria poesia. Vi è un'arte
della natura
come
Le proprietà
1'
vi è
arte dell'
uomo.
attive della materia potrebbero quin-
di essere esemplificate dalla bellezza dei paesaggi naturali,
dalla
resistenza
all'
energia,
dalla
moltiplica-
zione o rifrazione delle forze da cui appare
il
mondo
combinazione con
la
l'
nascere
una
fisico, mentre esso in realtà risulta da
tale tipo di
materia.
quindi
Essa
materia nel suo carattere poietico e correlativo
anima prende
il
nome
di natura o principio e
di generazione originaria e
Invece
la
forma
fondamentale delle cose.
natura come intendiamo noi, cioè
il
cosmo
nel suo divenire, era riconosciuta dagli antichi e
Plotino in ispecie, come genesi
(yévrjatg) e
cioè
cretezza del divenire per opera del pensiero e
sue forme.
Con
essa
si
al-
entra nel
campo
da
con-
delle
degli oggetti
della contemplazione, o conoscenza pura (^ecopia).
,
Le Enneadi
77'
XIL
La concezione
condo Plotino
della
teoria
della, pratica
e
differenzia notevolmente dalle
si
tradizionali della filosofia greca. Egli
una
teoria considerandola
finire la
e di pensiero. Ciò che
rischiamo,
mo
ci
artisticamente
all'
idee
de-
di
poesia
di
comunemente
sua
la
un
che noi in forza di
:
puro pensiero (Àóyog) presente nella
facciamo sempre
propone
sintesi
caratterizza
conoscenza è infatti questo
senza ricorrere
se-
universalità
qualche
anche
cosa
azione o prassi, e cioè giuochiamo,
ajOPatichiamo psicologicamente o plasmia^.
opere d' arte e immagini delle cose.
Questo è
il
termine medio che
bio
e'
ma
se stesso,
questo
noi, è piuttosto
il
:
zione.
la
un pensiero
è
La
che
jtoielv
il
pensiero fa senza altro
propria intelligenza. Senza dub-
assoluto che rimane costante con
non ha più
teoria
supremo oggetto
teoria nasce e
si
della
inizia in
non per
se
contempla-
quanto
il
pen-
assume un carattere umano rispetto all' assoluto
questo fratello umano del logos produce una fan-
siero
e
tasmagoria di forme concrete ed empiriche, conoscenti
e conosciute, che
Quindi
ed
infatti
genera
l'
proiettano nelle cose.
la radice dell' esperienza
per
la
stessa
forma
imitazione o azione
cui gli antichi
dell' arte.
si
Ma
avevano
il
è nella poesia
di pensiero
poetico
o attività mimetica
ravvisato
i
propri
:
si
in
caratteri
pensiero in tale inclinazione artistica
78
XII.
non può
lori
—
La
teorìa e la pratica
imitare altro che se stesso, cioè
assoluti, le idee
conosce le
egli
;
i
idee
propri va-
per
pos-
sesso originario, le intuisce e le desidera per la forza
modo
Allo stesso
dell' Eros.
egli
brama o appetisce
nella sua attività poietica
quindi le imita e imir
le idee,
tandole le vive conoscendo teoreticamente. La
vera e propria è ricerca, congenerazione,
in cui
l'
finalità
ri-
Essa comincia dal mo-
volta verso la verità del logo.
mento
teoria
esperienza poietica
verso la propria origine e corre
rivolge indietro
si
per
processo
di
distingua
da
il
ritorno alla verità.
Come
nasca da questa teoria e
essa la pratica è spiegato da
zioni.
Gli
atti
si
queste
considera-
altre
connessi
poietici del pensiero essendo
con r esperienza non riescono a ritornare interamente
nella luce della verità. Ciascuno
insieme logico
tutti
;
essi
di
essi
è nel
presentano un residuo, una
non
incertezza o astrattezza del pensiero, che
alle idee
ancora
ma rimane
Questo suo residuare
nenza:
stesso e
A,ÓYog ó
si
^isvcov,
risale
a chiarirsi nell'esperienza.
permanente
cioè
loro
il
chiama
si
imma'
pensiero che rimane
su
è evidentemente determinato per dominare
l'oscura materia incomprensibile, inafferrabile, che co-
me
pensiero puro rimarrebbe
Tale residuo del pensiero,
incantato
per
guardare.
novamente
genera anche
risolversi
in logos semovente, e nella verità,
la
a
—
prassi o azione vera e propria, la quale si
gue dalla poiesis perchè va oltre
e cerca di superare e
vare
il
dominare
la
la
sintesi
distin-
empirica
materia per ritro-
corso logico della verità e per risolvere anche
Le Enneadi
i
79
residui del pensiero in idee pure. Quindi
Plotino la prassi
svolge
si
e
nasce
decoQiag evexa.
tfjg
la
Questo concetto
come
della
e
sua
del
teoria
;
fortemente
ricorda
dottrina aristotelica, sia nella
della volontà
motivo
per
pensiero e per finalità del pensiero
secondo
interpretazione
ciclo chiuso nei gradi
dell'
appe-
della decisione e dell' azione finalistica, sia nella
tito
sua larga affermazione che
è di
condurre
siste
la
vera
1'
uomo
il
della
fine
alla perfetta teoria in cui con-
essendo essa la
felicità,
pratica
vita
contemplazione
di Dio.
Ma
Plotino per suo conto insiste nel considerare
come
queste forme fondamentali della coscienza
cessivamente distinte e spostate
del fattore
della materia,
ricurva su stessa e
mente
il
anche quando
l'
di questo
sua alterità inconsistente, che
là
prassi
la
si
inerzia della materia, la con-
che essa produce, cioè
problema
rispetto all'altra
inarca a ridiventare teoria. Essa
si
deve vincere in questo
trafifazione
una
1'
suc-
risolvere
misterioso
il
costantedella
altro,
pensiero trova al di
degli oggetti.
L' azione fa appunto
un
per illuminare questo buio,
un
che, invece di essere
sto
ma
oggetti
gli
ciò che è singolare è
salto nel
vuoto essa con que-
gesto continuamente avventuroso deve ritrovare la
strada della verità e
non
sopra
salto
ci
contribuire
fosse quel buio
cipio della
materia
avremmo una
a
;
se
non
produrre
ad
illuminarla.
intervenisse
la
il
distinzione,
Se
prin-
noi
sola vita nel pensiero che riunirebbe
insieme poesia e prassi, e cioè il mondo della pura
80
—
XII.
mondo
La. teoria e la pratica
delF atto puro senza
teorìa, o
il
questo
vede realizzato nel
si
mondo
materia:
e
delle idee, oggetr
tivamente intese, perchè esse sono unità di pensiero
non
e di oggetto
materiale.
E
im-
dobbiamo riconoscere il camovimento intimo e gemello di
tuttavia noi
rattere essenziale del
teoria e prassi
per
l'uomo,
perchè
quella vita appunto che aleggia
come
legge del nostro demone,
somma ha
ma anche
soltanto incorporeo
le
esso è la
sopra di
l'
come
noi
aeone,
vita^
che
e
in-
sue radici nell' eternità.
Se guardiamo
al
pensiero chiuso in se stesso
o
produttore solo di princìpi elementari, come era stato
concepito dallo stoicismo, esso
ci
appare invece morto,
esausto, e troppo avviluppato, in confronto del
pen-
siero attualmente vivente, capace di poesia, e
rivolto
a rischiare di essere la verità attraversando le
ombre
dell' azione.
La
ma
vita è bensì generata dalla eternità del logos,
esso intanto è vita in quanto
stesso e si concreta
come
si
gemina
con
se
fonte di immaginazione pe-
renne e come sviluppo della prassi
risolutrice
degli
eventi. Se la poesia nella sua più larga concezione è
come un universale
a occhi chiusi e
in cui
vedendo
il
pensiero
le cose
fa
mondo
mentalmente, questo
sogno ha dei punti oscuri che risvegliano
alla vita del giorno e lo
il
l'
spingono a cercare
individuo
al
disopra
di essa la vita eterna.
Quindi anche l'azione per Plotino
arricchire
il
mondo
della
verità
e
della
concorre
filosofia,
ad
e
questo è logicamente correlativo a quell'Eros o amore
Le Enneadi
della verità
pura da cui è mossa
Quindi
supera
egli
il
81
conoscenza
la
pessimismo, supera
concezione dei greci che consideravano
stessa.
la persistente
la pratica
co-
indifferente o puramente decadente o soggetta
me
spetto la teoria, e
notevolmente
invece
riaccosta
si
concezione cristiana della vita in cui
alla
me argomento
la fede co-
non parventi (Dante)
delle cose
siderata nella sua stessa forza pratica
pensiero, la via per cui esso
può
ri-
è con-
sostegno del
il
asso-
allo
risalire
luto (1).
Tutti gli esseri, e nell' unità e nella molteplicità
del logos, sono per Plotino sostanzialmente teoria che
dalla sua poeticità
nenza
si
fa azione.
L' unità
essere stesso, e cioè
l'
vi
il
la vóiiai?,
:
della vita stessa.
r uno
:
pensiero
ma
conoscenza (iheorema),
gena
dell'
una
l'
teoria
e
vita
vivente,
atto del pensare, la
Poiché essa unifica
i
si
fa
è
Qui non
oggetto
di
vita
auto-
suprema
verità
distinti,
essa è
che di per sé non è teoria (né
ritorcendosi in se stesso
imma-
e dell' altra
dell' essere.
che è semplice
è più alterità,
sua
ragione, e dalla
fa
si
pratica),
contemplazione e
ma
pos-
sesso del tutto, e così discende nella realtà dell'universo. Il principio della teoria è
nell'Uno,
(tò
cioè
EJtéxeiva).
sopra
In seno
di
dunque nel Novg puro,
essa: è « trascendentale »
alla unità si unificano potenzialità
e attualità, trascendenza e
immanenza,
e
si
rivela Dio.
Lo studio lessicale di Theoria et Praxis nelle Enneadi è stato
da René Arnou (Paris, Alcan, 1921), autore anche di un libro re"
(1)
fatto
cente su
Le
CARAMELLA
désir de
—
Dieu dans
La Filosofia
la philosophie
di Plotino.
de Plotin.
6.
82
XIII.
—
La
sostanza delV
Per ritrovarla occorre cercare
l'
l'
anima
unità delle forme del-
anima, non più semplicemente nella loro manifesta-
zione naturale,
ma
nella loro sostanza, in cui è pre-
V Uno medesimo
sente
e
suo mistero.
il
XIII.
Il
mente
quarto libro
la sostanza
dell'
logiche, dei quali
quinto riguarda
il
della psicologia razionale,
memoria, teoria
della
intera-
anima e comprende due
quindi seguono dei
;
riguarda
saggi
questo argomento e tre di questioni psico-
iniziali su
vista
Enneadi
delle
trattati
teoria
problemi
sui
sensazione
della
immortalità
della
della
teoria
la
minori
e
anima,
dell'
della sua discesa nel corpo, teoria della unicità e pluralità degli
spiriti.
condo periodo,
Sono
tutti
scritti
del
primo
e se-
e in gran parte dell'inizio di entrambi.
Vi compare così esposto nella sua organicità l'insieme
delle dottrine della metafisica psicologica, che era stato
sparsamente svolto dai
assai
tato sotto
essi
sé,
il
puntò
di
vista deli'
scarsamente riconosciuto
:
e presen-
classici,
anima
sostanziale, da
per Platone
esso,
prospettava ancora nel mito, per Aristotile
si
incompiuto e poteva trovare
un principio
antichi, non
nente
filosofi
:
ma
di trascendenza
lo
era
sua soluzione solo in
la
;
per
gli Stoici e gli
Epicurei
ammettevano come assoluto o perma-
le scuole
sincretistiche, a partire
donio, vi insistevano per la sua
connessione
problema religioso della personalità.
da Posi-
con
il
Le Enneadi
La sostanza
da Plotino secondo
un principio
bile ed
è
considerata
anzitutto
metodo proposto da Severo,
il
come
e cioè
filosofo,
anima
dell'
83
di
sintesi
un
il
principio indivisi-
divisibile. Indivisibile è lo
spi-
rito nella sua consistenza trascendente, che ha l'anima
in quanto
Quest'anima
ci rivela
cìpi indivisibili,
dei quali
appartengono
mondo
al
«
id
quod
effetti.
appunto l'esistenza di prinsi
potrebbe dire soltanto che
ideale. Essi corrispondono al-
idea di sostanza cioè di una
stessa,
cose eterne
alle
empiriche senza patirne
e presiede alle
l'
demone
volge col suo
si
realtà
che è
per
se
esse est ». Invece la parte divisibile
dell'anima è costituita dalla sua connessione del corpo,
connessione che sensibilmente
leggi della natura,
ma
subisce
le
intrinsecamente
ci
registra
che anche
e
presenta una sostanza divisibile, e cioè
vise in
gradi,
anime
Epicuro in atomi.
prova appunto che
doci
egli
sempre
iuverte
alla
il
razionale,
distinte dalla
rattere divisibile è
quella
delle
che Platone aveva addirittura
attività psicologiche,
Ma
per Plotino
altrettanto
1'
sua
anima
radice
Aristotele
è
sostanziale,
questo
anzi
di-
in
ca-
esso
una sostanza, riportanindivisibile.
In sostanza
concetto platonico, e con tale posizione
metodica, così e appunto diversa da quella di Platone,
il
nostro filosofo intendeva assorbire e ridurre in
forma spiritualistica anche gli elementi psicologici della
dottrina materialistica o epicurea.
Questa
si
fondava fino a Protagora e Democrito
sopra la interpretazioue dei fenomeni psicologici
diante
elementi
di
tipo
atomico
che
si
me-
chiamano
84
«
XIII.
onkoi
che
L'idea
».
La
sostanza delV
si
anima
metodo
questo
di
psichici
fatti
i
—
come
parole e quindi fossero spiegabili
le
composizione
di
era
psicologico
come
scomponessero in lettere
la
continua
un' alfabeto. Questa stessa idea della
quanto
divisibilità dei fatti psichici in
pare
sensibili,
dunque anche a Plotino accettabile. Soltanto che essa
non si può riferire a elementi corporei perchè questi
producono fenomeni di carattere fisiologico non psichico. Dato il suo punto di vista 1' anima divisibile
;
presenta in forma che in
si
ritrova
quell'
Quindi
la
enigma
:
anima
indivisibile
sostanza
che
essa,
tutti
dell'
anima
i
elementi
suoi
che
le
essendo una e indivisibile,
plica negli elementi della sua
sopra.
sta
questo
presenta
ci
forma
si
molti-
si
pure
divisibile
restando sempre uguale a se stessa. Ciò significa che
divisibilità delle funzioni
la
ma
rattere aritmetico,
è
di carattere
propriamente quantitativa,
una molteplicazione
psichiche
di
ma
armonico
varietà qualitative
1'
zione di essa unità psichica
stata
Ili,
V anima regge
nave.
Ma
tale
il
4) sotto la
corpo
era
unità.
forma del
come
il
:
è di
cioè
ca-
non
rappresenta o designa
terizza la sostanza senza violarne
anche Enn.
non
che
La
carat-
valuta-
proposta
(cfr.
paragone
che
nocchiero dirige
la
simbolo egizio della nostra navigazione
mare tempestoso del tempo e della materia è secondo Plotino semplicemente demonico. Nella sua sostanza 1' anima è da paragonare piuttosto con la luce
sul
:
è un' unità
che
si
luminosa e raggiante del mondo spirituale,
riflette
nell'
organismo e così
si
forma
la ra-
gione immanente e la coscienza sensibile, e vi riceve
Le Enneadi
suggello e
il
85
mondo che
resoconto dell' anima del
il
lo ha creato e che la invita a ritornare a sé.
Questa visione
comprende
r universo
stra anima
come
il
stesso
fisici,
e
anche
infatti
il
1'
per
psichica
vita
una unità
fisico
:
della
Plotino
Cè
anima del móndo.
come
indivisibile
nel-
nella no-
macrocosmo ha una sua sostanza unica
microcosmo, e analogamente a questo e nello
tempo
il
mondo
è divisibile in regioni e corpi
che rappresentano l'esplicazione della sua anima
ne ripercuotono e riproducono
catrice.
Accanto
l'ispirazione
unica
alla sua realtà
ci
unifi-
compaiono
le
ipostasi o sussistenze reali in cui la sostanza sì divide
e
si
moltiplica.
mondo
del
E
la
connessione
spirituale,
non
molteplicità
si
sua
la
spiega
se
due
tra questi
universalità
aspetti
sua
la
e
non ricorrendo
a
principio sintetico delle idee nei riguardi delle
il
quale è appunto
1'
un
cose,
anima del mondo.
Platone nel Timeo aveva proposto di considerare
psiche cosmica
la
come un' armonia, o
psichica fondamentale, che regola
cosmici e tutti
esseri
gli
:
il
«
sigma
-
fisica
elementi
e su questi regna
mediante
tutti
individuabile
nelle
chi », la sfericità mobile
incrociata nell' avvolgersi su se
stessa
per
l'
gica che la costituisce è definita così da Platone
ma
in
il
unite in
della realtà sono
modo da
un movimento
nostro, r errore
trasformarsi
1'
1'
nel
sempre duplici,
una
nell' altra e
solo. Ciò per altro produce,
di credere che
e
unione
La legge cosmolo-
poliversa della causa e del tempo.
senso che le forme
e
gli
una forma generale o sostanziale
sfere celesti
legge
secondo
anima del mondo
86
sia
XIII.
tale
—
La
anima
sostanza dell'
da assorbire o integrare
anime individuali,
le
come sue parli (teoria stoica). Occorre intendere che
V anima del mondo è coessenziale così al mondo
stesso come alle anime singole, e quindi non è ambiente o meccanismo, bensì principio della
sostanza,
o forma eminente di essa, e della sua eternità.
Questa idea dell'anima del
mondo
molto
è quindi
più ricca nella concezione di Plotino. Egli considera
un
tale principio
cosmico come inerente
alla
costitu-
zione dell' universo e svolgentesi col suo svolgimento
queir essenza che
sotto
il
nome
la
tradizione
di natura, cioè di
tore e produttore della vita
un principio
cioè
ci
dispiega
si
in tutte le sue possibilità e varietà attraverso
varietà
regola-
Questo principio
fisica.
secondo Plotino ha una evoluzione,
e tuttavia in tutte le sue
:
cercò e mitologizzò
il
mondo
ripresenta
una
realtà indivisibile e divina.
Esso
si
non diverso dal
quale per Plotino non è un sistema
riconosce a questo punto
psicoideismo,
generale della
il
filosofìa,
ma
la
giusta
interpretazione
della presenza del divino nella natura e
nell'
Questo suo modo di vedere è stato quindi
anima.
chiamato
dagli storici della filosofia pampsichismo, e la sua storia
dura fino
alla
monadologia del Leibniz.
poggia, nel corso della
trattazione
Egli
psicologica,
vi
aptutta
una sua propria teoria della preghiera, come relazione
autonoma tra le anime individuali e il divino, per il
tramite dì tale grande anima.
Le Enneadi
87
XIV.
Tra r anima del
esiste
mondo
dunque una analogìa,
e
la
l'
anima
individuale
quale Plotino riassume
nel carattere dinamico della vita psichica. Essa
senta sia nel
macrocosmo
sviluppa in atto nella
si
oggettiva esperienza, e a sua volta
trarne la propria potenza
Ma il
Non del
logos,
si
lutto,
i
pre-
microcosmo come
e sia nel
un principio potenziale che
si
attua
in
per
sé
valori potenziali del logos.
direbbe, è in
non
atto
in
potenza.
perchè noi abbiamo visto che nel pas-
sare dalla teorìa alla pratica esso presenta dei residui,
dei valori impliciti,
ma non
puro, e l'anima è appunto costituita
di questi valori
permanenti o
recupero in forma attuale
chica è
:
movimento
realizzati dal
dallo
o altrimenti
svolgersi
dal
e
resistenti
la vita
processo della spiritualizzazione
il
loro
psi-
dell' inco-
gnito e dell' inconscio, e della proiezione e reiezione
delle inerti
immagini
esso
di
nella
materia. Quindi essa è incorporea
e apatica di
un'
ombra
spirituali
;
di
per se
nell'
se vi
si
aflfaccia
era detto,
profila
si
risolve
una passione
Ma
si
anima
figura corporea, essa la
sciogliendola in pensiero.
si
Se
stessa.
natura e nella
come
in
atti
essa la vince
in pari tempi
1'
anima
aggira con questo suo processo nel corpo e tra
le
dunque appartengono alla vita fisica:
collegano con l' anima perchè o provocate da
passioni. Queste
ma
si
questa o da questa risolte. Dolore e piacere, classico
—
XIV.
88
La
vita dell*
anima
problema della psicologia greca, risultano quindi per
Plotino affezioni dell' organismo che contengono o
rifiutano
l'
un segno
organismo
diare
punto
organi
che
e'
è
;
ma
1'
stu-
della
di vista
pizzazione, cioè della compresenza indivisibile,
incidenza impassibile negli
psichici
al-
anima. In genere noi possiamo
dall'
sensi solo da questo
i
trasmesso
e tipo caratteristico
sensoriali
ti-
della
di
atti
questi sono da essi indipendenti. Si vede
anima nei
sensi,
è rispetto a loro pura
ma
non
essa
sensazione,
è senso: essa
della
atto
sensa-
zione, principium sentiendì.
Ciò Plotino esemplifica singolarmente nel
tato di questa
si
IV Enneade,
connette con le
sull' ottica
ricerche
che avevano trovato
nei trattati di Erone. Secondo
era da spiegarsi con
alessandrina
fisica
sistemazione
celebre
gli
un processo
trat-
Questo saggio
sulla vista.
della
V
alessandrini la vista
lumi-
di riflessione
nosa del tutto inverso, a quello che consideriamo noi,
cioè positivo
nando
gli
i
ove
esso è negativo,
raggi visivi
come
e
diretti
quindi
esami^
occhio
dall'
verso
oggetti e da questi riflessi all' occhio attraverso
mezzo rinfrangente, come
1'
acqua,
dà questa forza di irradiazione
senza in esso di
un lume
dell'
l'
all'
aria,
definizione generale della sensibilità, essa
porre nella forma che
le
diventa cosciente di se
la
salire a
si
sensazioni intese
un principio
stesso
vetro.
Chi
pre-
anima.
Se da queste considerazioni vogliamo
psichici sono attualità di
il
occhio è
un
e
della
una
può pro-
come
atti
potenziale, che
passività
dei
corpi e della materia che gli sta di fronte o accanto.
Le Enneadi
non
Esse quindi
tazioni
si
89
devono concepire come rappresen-
frammentarie o pulviscolari,
ma come
e gli anelli della coscienza attraverso
quali essa con-
i
templa con serena indipendenza il movimento
noso del mondo fisico e le sue proprietà.
Le sensazioni sono
attuali
corpi
i
anche nel
turbi-
senso che
ragione dalla
vengono tesaurizzate ed elevate verso
memoria. Questa, secondo Plotino, non è un
la
meno
di
ripercussione o
riproduzione,
feno-
non rappre-
senta semplicemente la conservazione segreta dei nostri
e
passati pensieri e dati sensibili; è invece sincrona
concomitante
all' atto
stesso della sensazione,
che lo
operosa coscienzialità o coscienziosità
pagna e ne raccoglie
la
rigenera
come
il
frutto,
fantasia.
potenza in atto continuo,
il
tipo,
come
accom-
l'immagine, e
Non solo la sensibilità è
ma tale anche la memoria
come energia concomitante. Dalla memoria come
chio interiore
delle cose
si
sollevano e
si
oc-
dispiegano le immagini
come forme non più dinamiche, ma
statiche
di fronte all'intelletto e reclinanti nelle loro ipostasi.
Tra
la
memoria
e
il
pensiero Plotino non sente più
il
bisogno di inserire gradi intermedi. Egli ritiene che
il
senso e la
la
concretezza delle forme teoriche dello spirito
che
si
levano sopra
che
memoria siano
le fiancheggia.
di esse, e a
Quindi
della conoscenza
sono
l'
librano, e
cose
come
gli
sostenere
a interpretare
1'
azione
oggetto principale della teoria
le
riflessione speculativa, in
si
sufficienti
comunicano
forme della teoria
cui per
un
pura
o
atto indivisibile
tra loro, così gli idoli delle
idoli delle idee.
—
XIV.
90
Qui ritorna
La
a esser
che r anima con
anima
vita delV
preso in esame
paragone
il
discenda
tale sua essenza indivisibile
nel corpo e stia in questo
come un nocchiero
sua nave
gli
similitudine che
:
stituito in
primo piano
nella
accademici avevano so-
a quella dell'anima prigioniera
una caverna, preferita da Platone. Essa 1' anima
ha bisogno di una nave per correre nel mare della
in
per continuare
vita,
sica
ma
;
rige, è
essa
ha
il
la
sua discesa verso la realtà
comando da questa nave,
indipendente in essa;
la nostra
per
non ne può
individualità
che
fatto
il
uscire
debba
Perchè l'anima
senza
la-
essere
di-
scesa verso la vita fìsica e debba sottostare
questo
a
compito di dirigere una navicella corporea, è da
gare secondo Plotino
chè queste
non per
appartengono
scendenza
1'
origine del
dall' infinito.
punto pensa che
non
sia di
è toccata,
mondo
Ora
sua di-
genere a questo
in
egli
condizione
della
stesso,
per
conducono
ci
anima nel corpo
dell'
per sé una pena, bensì una missione che
una funzione che
realtà, sia essa
dal
la
mondo
ma
fisico,
princìpi logici che dalla sorte dell'anima
a indagare
spie-
via delle passioni, per-
mondo
al
di-
la
corpo rappresenta un
il
limite alla coscienza semplicemente
sciare questa vita.
fi-
ha nel
essa
penosa o gioconda.
Noi
delle idee negli organismi
discende dai suoi progenitori
venti nello spazio,
;
ma
non possono
ciclo
della
discendiamo
come una
essi
le
stirpe
organismi,
vi-
anima
in
serrare
l'
un ambiente o sede, né localizzarla
essi sono conall' anima come all' origine dei loro movimenti,
ed essa vi opera come sul punto dì appoggio dì una
:
giunti
Le Enneadi
91
leva, cioè vi inerisce per gli strumenti della sua azio-
ne. Questo discendere
cadenza
:
non
una
è necessariamente
de-
oltre alla navigazione della vita si apre per
r anima una
sorte immortale.
Plotino, con metodica discussione degli argomenti
dimostra
classici,
sull'
l'
immortalità dell' anima fondaiadosi
opposizione tra
il
carattere composito
e indivisibile invece
anima
nismo
fisico
che
presenta già nel Fedone platonico,
si
dell'
nell' orga-
prova
:
ma
ancora
miticamente. Ciò che è indivisibile e impassibile non
può morire ciò che riceve la sua luce dalla eternità
non si può spegnere. La vera prova dell' immortalità
:
è nel carattere conico e metalogico
naturalmente in questa
sono compresi né
al corpo.
L'
i
immortalità
sensi
anima che
della psiche.
è
né
gli atti
immortale è
sante, che raccoglie dalla vita
anima non
dell'
che
si
1'
riferiscono
anima
pronta a ritornare alla sua origine attraverso
mondo
per offrire ancora a se stessa nel
soltanto
un
tesoro di idee. Tuttavia quest'
mortale, a cui Plotino riconosce
puri
pen-
appare
ideali e
frutti
Ma
l'
ascesi
delle
idee
anima im-
poteri
della
non è così strettamente o rigidamente
nale come la ragione platonica o l' intelletto
razio-
i
ragione,
aristotelico.
Se fosse così ridotta
anima essa ci porterebbe a
un principio panteistico, perché
dell'
1'
attivo
essenza immortale
unificare le
anime in
tutte uguali, o a ne-
gare la loro singola immortalità a benefìcio di quella
ragione trascendente,
Afrodisia.
le
A
come nel
questo
si
riferisce
anime siano una
»,
che
caso di Alessandro di
il
chiude
trattato
la
« se
tutte
IV Enneade.
XIV.
92
—
La
vita delV
anima
Tanto una risposta positiva che una negativa sarebbe
da un lato
insufficiente secondo Plotino, perchè
vediamo che
le
anime consentono
modo da
loro in
simpatizzano tra
e
continuamente
allacciare e unire
loro individualità in una coscienza collettiva
non
questa coscienza collettiva
mondo
nel
delle
idee.
Tra
si
noi
;
unificano
da
non
se
mondo
quel
essa e
ma
le
le
anime sono ancora molteplici. Il problema della loro
collettività si riporta dunque a quello più generale
uno
dell'
fisica
e dei molti, col quale entriamo nella meta-
TÒ Ev è infatti
:
origine,
ci
jtoXXoi
identità della
l'
sono
le
anime
con
vita
che
la
sua
moltipli-
la
cano.
XV.
La
metafisica
ancora oggi
l'
uno
la
di
costituì e rappresenta
più alta soluzione del
e dei molti che
filosofia
Plotino
si
del-
fosse maturata attraverso la
greca. L' esigenza delia unità che
attraverso la psicologia plotiniana
era
genza che era comparsa nei pensatori
tire
problema
si
presenta
stessa
la
esi-
antichi a par-
da Talete stesso come ricerca del primo principio
mondo. Questa unità assoluta era
stata considerata come indispensabile a integrare e a
comprendere la molteplicità delle cose e la varietà
della vita
come unità che era a un tempo stesso indel pensiero e del
;
tegrazione e comprensione del reale. Quindi
presenta logicamente nelle seguenti forme
:
essa
1.)
si
unità
Le Enneadi
fisica
e princìpio unico del divenire naturale (tale nei
filosofi
ionici)
;
unità tipica e termine di paragone
2.)
forme
distinto dalle
3.)
93
:
essere eleatico e Anassagoreo
1'
logica o legge
unità
Eraclito e nei pitagorici
universale
corrispondente unità dell' oggetto
socratica, platonica
stica,
l'
intelletto e di
Dio
nella
in
del
soggetto
e
nella
aristotelica
filosofia
unità cosmologica intesa sia in senso
senso
liche.
Queste posizioni successive
erano anche considerate come
post
dell' idea
tali
del6.)
;
spirituale e in
nelle dottrine delle scuole
fisico
a
filosofia sofi-
unità trascendente
5.)
;
eventi
unità
4.)
;
;
degli
che
si
-
aristote-
dell' unità
integravano
vicenda e rappresentavano con significato dialettico
diversi valori del principio unitario
rispetto
alle di-
verse prospettive della realtà.
Ma
la relazione fra
questa
unità
assoluta
e la
molteplicità delle forme e dell' esperienza era enigmatica
:
come
non
si
era potuto chiarire in
dall' unità si
ritornasse
all'
generassero
i
modo
sufficiente
molti o dai molti
si
unità. Il principio della generazione na-
turale, per svolgimento successivo, era di per sé stesso
problematico. Tuttavia
storia
la
del
pensiero
greco
presentava già due notevoli tentativi di soluzione
:
la
soluzione dialettica proposta da Platone e la soluzione
fisica
proposta dagli
stoici.
Platone considerando
la
molteplicità
delle
idee
come ordinata gerarchicamente sotto il primato del
bene si propose nel « Parmenide » e nel « Sofista »
di ricercare se la
derivare da
molteplicità stessa delle idee
una idea unica
e dall' idea
dell'
debba
uno in
XV.
94
Questa ricerca
sè.
oltre
essa
— V Uno
e
i
molti
non potè per
egli
una relazione formale, quella che posta una idea
si collega per correlazione con altra idea conse-
guente neir ordine scientifico e quindi
sviluppo logico del
siderare
gica
condurre
altro
il
mondo
il
può
delle idee
processo di
con-
farci
dualismo della realtà come una coppia
(df-icpoTv).
Ma
modo
in questo
se
1'
unità
lo-
spiega
si
a diventare duale, la molteplicità nel suo insieme
mane ancora
traboccante,
propria, dall' assoluto
:
rispetto
all'
unità
vera
tanto è vero che Platone
ri-
e
nel
Timeo propone nuovamente di intendere il mondo
come generato da due princìpi del tutto diversi, dei
quali il locum o spazio puro è esso la radice della
molteplicità. Questo
il
mondo
spazio puro trascinava per
e anche le idee
altro
un
verso
imitate in esso
significato materialistico.
Lo
stoicismo allora con evidente sforzo del punto
di vista scientifico cercò piuttosto
cipio diffusivo,
rativo
:
i-agione
esso,
il jtveìjpia
come
è la
immanente,
o
lo^
1'
unità in
rationes seminales
prin-
spermatico, cioè gene-
stessa universale
sostanza
e
così genera la molteplicità suddi-
videndosi interiormente in princìpi dello
«
un
»
(Àóyoi
G7teQ\iaxi'x.oi)
e realizzandosi costituiscono la
stesso tipo,
che aprendosi
molteplicità.
Il
caso
mitico di Athena balzante dal capo di Zeus è considerato dallo stoicismo
come
la legge
generazione della molteplicità.
li
in questo
modo
si
uno concepisce i molti
genera per concezione. Ora come si spieghi la
viene a dire in sostanza che
e
Ma
universale della
concezione
stessa,
cioè
il
1'
moltiplicarsi
della
ragione
Le Enneadi
dentro di
altra parte
l'
praticamente
è
considerando queste posizioni
siche dell' idea d' unità
esse
non
questo dagli stoici
discusso.
neppure
D'
sé,
95
clas-
vede sopratutto mancare in
si
proprio
idea d' unità creativa,
che
quella
era
cercata dalla storia religiosa dell' umanità. L' assoluto
della filosofia classica o è appesantito e affondato gra-
vemente nel mondo o
si
taglia
fuori
un suo modello inconseguente. Ecco appunto
blema
di Plotino
se fosse possibile concepire
come unità
dell' assoluto
né materialistico,
il
:
ma
in
capace di spiegare la
uno
idea di
all'
lavoro fatto dai
Il
porre prima di tutto
idee
:
«
cosmos noetòs
filosofi
aforismi che
(xócr^og
trovano in calce
si
suoi
ligibile,
come
l'
mondo
sotto le leggi fisiche
ed
per
e
forma
modo
di
vorjTÓg).
alla
in
vedere, a
mondo
delle
Nella serie di
Enneade
terza
mondo
intel-
:
naturale legato dal fato
essa
appunto deve essere
comprenderlo. La sua visione
del
mondo
modifica dunque la dottrina platonica. Platone
mondo
superiore,
pirica
genesi
in
ideale connesso e coerente in sé, sia
parallela a quella del
svolta per
idea
predecessori
vedere come questa idea di un
egli fa
ideale
cosmica
unità organica del
»
l'
spirito assoluto e creatore.
in questo senso conduceva, a suo
1'
pro-
il
modo non antropomorfico
valore della molteplicità ideale
conveniente
come
esso
di
delle idee
ma
la
non intende una forma cosmica
condizione e caratteristica
meta-em-
e ultra-mondana delle idee e la loro coordina-
zione al divino. L' iperuranio di Platone
più esattamente chiamare
il
si
dovrebbe
paradiso delle idee, dato
che
— V Uno
XV.
96
molti
i
non
sua organicità vera è molto vaga e
la
scia
e
stringere
che
da alcuni
rapporti
mentali come quelli che abbiamo
Plotino
si
tratta
un mondo
di
sono le idee come
rappresentano una
pirico,
anima non trova
occhi dalla mente
assoluta nel senso che
il
difetto.
dramma emdramma meta-empi-
oltre
solo
ma una
rico (che è lo stesso),
Questa
elementi
cui
compiuta e senza
totalità
gli
tabile.
i
Invece per
princìpi archetipi delle cose e che
Alzando
l'
in sé,
fonda-
logici
descritlfe.
si la-
il
realtà che è
veramente
non è modificabile né confunon del mondo fisico ma
è la volta
delle esperienze
spirituali
:
battiamo
noi
capo nel cosmo ideale, costituito
dalla
sempre
il
compresenza
e connessione logica degli intelligibili, cioè dei princìpi ideali e assoluti considerati nella loro
sibilità
stoici
e relazione analitica
;
Pantheon
al
comprenlogoi
dei
che appartiene troppo evidentemente all'ordine
materiale e naturale
si
sovrappone dunque come sua
come vero logó, il mondo delle idee. Questo
non ha un significato prima morale e poi intellettuale
come era stato preferito nella storia del Platonismo
verità,
;
esso ha
il
mondo
pensato
ma
sivamente
sistema
significato intellettuale
il
:
della verità
noi
posizione senza risolvere
non meno grave
come
come
oggetto, e
non possiamo accertarne la
in pari tempo il problema
del Platonismo,
getto di tale oggetto.
puro, é cioè esclu-
Abbiamo
il
visto
problema del
sog-
come per Lon-
r opinione platonica più probabile fosse quella
mente e così da
per
una mente qualsiasi come dalla mente di Dio
gino
di considerare separate le idee dalla
:
Le Enneadi
97
Plotino essa fosse inaccettabile in confronto di quella,
di
intonazione aristotelica, che contempla le idee
proprie della
mente
e pensati sono,
per
mente divina e
la
Ora,
stessa.
princìpi
i
puro Platone, in
il
come
pensabili
se stessi
la
:
umana li contemplano, li
ricordano, ma non inferiscono alla
mente
possiedono, e
li
loro essenza.
Questa è
regno
il
dell'
evidenza
della
verità identicamente cristallina su cui insiste Platone,
e quindi
vive solo
come idea
vivente anche per sé
le idee
:
in per Plotino essa è
;
sono leggi
della
e se la loro trascendenza le presenta a noi
un mondo
idee di
superiore a questa,
un
pensiero, oggetto di
noetòs è la verità pensata
unico, dal noùs. Questo
il
un
soggetto
dall' intelletto
tema dei saggi
in
reali
sono
esse
vita
per
il
;
altro
cosmos
assoluto
dell'
e
Enneade
quinta.
XVI.
Non
è pensabile e concepibile
lettuale senza
ma
un
questa loro
Plotino a
al di
come
pensato
supremo che
la sintesi.
I
li
e
del
unisce,
intel-
attività intelligente;
distinzione e dualità
un momento superiore
sopra del
principio
intelletto
un mondo
;
e
risale
cioè
pensante
li
secondo
esige
ci
sia
che
un
genera e giustifica
non possono essere
tre. Se noi cerchiamo il fondamento
realtà, tanto delle più sublimi come delle
vi compare un momento trinitario, di cui
princìpi intellettuali
due senza essere
di qualsiasi
più vicine,
CARAMELLA
:
— la
Filosofia di Plotino.
7.
XVI.
98
due termini
— V Unità
oppongono
si
soggetto e l'oggetto;
Questo è
la
la
uno
altro
all'
come
il
terzo invece-' è trascendentale.
principio primo da cui ha origine la realtà,
il
teoria pura,
filosofia
il
l'
assoluta
il
processo dell'essere e anche quindi
esso è
:
questo uno la
l'
uno.
Ma
concezione
nella
neoplatonica
filosofìa
ramente dai propri predecessori, come
di
allontana inte-
si
quanto
risulta in
pone e toglie il problema della definizione dell'ureo.
Si pone il problema della definizione dell' uno in
quanto esso è un aureola luminosa che sovrasta alla
dialettica della conoscenza e rappresenta una assoluta
si
realtà a cui
si
appoggiano
le
qualche
in
categorie
modo relative della realtà nota. Egli è padre
mondo spirituale come del mondo sensibile, e
lo avverte presente
porti la sua trascendenza. Egli è
non comdefinibile come so-
perchè
concezione di
la
questo uno corrisponde alla determinazione
elementi essenziali che sono comuni alla
come
chiamato da Plotino
cioè è
l'
immanente
l'animo
anche più vicino che
stanza^ essere puro, unità,
così dell' oggetto
e re del
quei
prospettiva
del soggetto. Quindi esso venne
tò ejtexeiva,
-
di
il
trascendentale. Esso
trascendente, che
si
rivela di là
dai principi opposti, e tuttavia e soprattutto è per la
sintesi dell' intelligibile e dell' intelletto.
la
definizione dell' uno,
tempo negativa:
ma
essa risulta
identificato nella stessa
templato nella sua trascendenza
1'
uno
Così
si
nello
forma,
pone
stesso
con-
è indefinibile
:
perchè qualunque attributo o proprietà noi poniamo
di esso appartiene già all' ordine del
tuale, cioè a
una
sfera inferiore.
mondo
Tutto
ciò
intellet-
che noi
Le Enneadi
99
potessimo raccoglierne sarebbe sempre rivolto ad
ab-
bassarlo e a ridurlo rispetto alla sua assolutezza.
Per
sciolto (absolutum)
restare assoluto, cioè
relazione, esso deve restare indefinibile.
da qualsiasi
Quindi
egli è
uno e non è neppure uno vale a dire che la sua
unità è qualitativa, non quantitativa; egli è il gene1'
:
ma come un
ratore della vita,
lontà pura di cui lo
Esso è superiore
deve
spirito
proposizioni
(intendendo letteralmente le
nei primi quattro trattati dell'
solutamente oltre
all'
non
essere e al
bene
al
andare
in
opposizione,
qualsiasi
a
padre sconosciuto, vocerca.
quindi
e
Plotino
di
Enneade quinta)
è
as-
e al male, al vero e al falso,
essere, alla finalità e al caso, per-
chè esso è la verità pura, quella che comprende tutto
e
non riconosce interamente
relative verità
umane perchè
Si è
variamente definito questo concetto
Ora esso
Plotiniano.
è stato
è stato presentato
presentato
come
prevale negli studiosi
Ora
par-
dell'
come
agnostico, e questa
per
francesi
il
uno
pantei-
e questa opinione prevale presso lo Zeller
stico,
essi
ciascuna di esse è
laterale insuflSciente.
ziale,
scal,
valida nessuna di queste
ora
:
opinione
confronto
che
fanno del pensiero di Plotino con quello di Padel Fénélon e di altri agnostici della loro storia.
il
pensiero di Plotino contiene anche la visione
del Pantheon, cioè di
un mondo
nenza e azione del divino
dinamico,
come
conseguente
e
è
stato
successivo
già la relatività del
;
ma
definito dalla
questo sistema cosmo-
considerato
all'
imma-
dal
Covotti,
assoluto, cioè
mondo. Quindi
si
è
riguarda
potrebbe
dire
100
che
— V Unità
XVI.
pone
egli
anche
i
l'
assoluta
assoluto in forma
valori positivi del panteismo,
insufficienti a definire
1'
modo
ritiene che
1'
Enneade),
trattato (2°
razionali
e
:
il
atteggia-
quanto
sia in
vero
dell' intelletto
questa teoria dell' assoluto. Ciò
lastica
1'
si
assoluto sia al disopra delle facoltà pu-
rimane però da chiarire che cosa
modi
non
troviamo altrove
contro le quali
le teorie gnostiche,
un suo apposito
Ma
quali sarebbero
Plotino è agnostico sia in quanto egli rifiuta
di
ramente
i
sostituire
assoluto stesso perchè
alzano sopra la natura. Allo stesso
mento
da
tale
primo
proprio.
significhi in sé,
può
si
e
fare
due
in
è quello seguito dalla tradizione sco-
e consacrato da Marsilio Ficino nella sua tra-
duzione ed esegesi
Unum verum bonum
solo misticamente
che
;
perchè
verità e bontà divina che
sono inferiori
alla
Enneadi,
delle
sua
egli
:
possono dare
assolutezza,
unità,
della
definizioni
le
Dio
è
può essere conosciuto
egli
si
che
che
all'intelletto
egli
per
lo
stesso mistero di questa sua pura trascendenza si trova
immanente
a tutta la realtà
come sua
filiazione
seconda via è quella che invece viene
interpreti -romantici di Plotino sia
;
la
seguita
dagli
loro
opere
nelle
di storia della filosofia, sia in apposite trattazioni tra cui
rimane ancora
sue
1'
lezioni
uno
di
classica
quella
Monaco). Giusta questa
di Plotino è
propriamente
spare oltre la sostanza e
esso
si
Schelling
della
come
1'
seconda
dini molteplici delle
radice di essa. Quindi
alle idee e
ipostasi
via
essenza, quale tra-
rivela sia ai limiti inferiori della
contrapporsi del pensiero
(nelle
o
sia
elementi
ragione nel
fra gli
or-
sussistenti
Le Enneadi
della realtà
:
101
come un margiue o
è
spiraglio sottile che
ragione trova al limite delle cose e delle idee,
la
che rivolto in se stesso è infinito, è
l'
indefinito.
entrare in tale infinità, e passare attraverso lo
spira-
Plotino indica ripetutamente a questo proposito
glio,
un metodo mistico rimasto celebre
conoscenza
la
ma
Per
dell' assoluto è
per
1'
forma
nella sua
anima
«
;
un' estasi
e semplificazione e stasi », cioè essa deve uscire dalle
condizioni della esperienza e sollevarsi fuori dei dati
del conoscere, tale essendo
l'
il
significato letterale del-
Essa deve essere sempli-
estasi (« sollevarsi fuori »).
ficazione della mente, da ridursi a quella penetrante,
ma
unitaria e lineare comprensione che
oltre le
stero,
può passare
opposizioni della dialettica. Penetrare nel mi-
saltando attraverso
opposti, e ciò
gli
marsi nella contemplazione
:
dell' assoluto
assolutamente
è altrettanto
perchè
il
per
fer-
processo proprio
diverso
dal
movimento consueto delle facoltà intellettuali.
Le due interpretazioni sono ugualmente fondate
nei testi di Plotino, ma entrambe mancano in qualche
misura di un comune punto di equilibrio che possa
permettere di unificarle.
1'
È
certo altrettanto vero che
una altissima conce-
assoluto plotiniano rappresenta
zione di Dio, quanto è vero che esso
tradizione di
un
il
un Dio
ignoto caro
ai
si
collega
greci. (In
con
Atene
apposito altare era dedicato al Dio ignoto; e anche
Dio
di Socrate sotto
pari è chiaro che
pura, essa
per
si
un
certo aspetto è ignoto). Del
definendo
1'
Uno come
rivela identica col divino e
r intelletto
;
il
mistero di tutta la
1'
essenza
indefinibile
vita
potrebbe
XVI.
102
— V Unità
essere appunto questo, che
assoluta
Dio è
1'
Per
essenza.
tenderlo, occorre riconoscere che nella visione
niana della vita
vita stessa
:
1'
non
non si
quindi esso
ma
è nella vita
assoluto
in-
ploti-
è la
cerca più correlativa-
mente allo spazio, come l' iperuranio di Platone, al
movimento, come il motore immobile di Aristotile,
ma alla risoluzione del tempo nell' eternità e così
:
si
trova insieme con noi
r Uno è infinito
non determinato,
suprema
e sopra
in quanto è
il
di
noi.
mistero
O
ancora
« aoristico
y>,
del finito e del determinato, la legge
dì ciò che
sì
definisce nella realtà.
XVII.
11
significato autentico dell'unità assoluta
Plotino è che essa
corrisponde
al
della realtà e quindi anche dell' uno,
l'
essere intesi
mento
è
l'
come
essenza,
del
—
ma
dell' essere
può
fonda-
stesso,
che
al
della
non
nominalmente, perchè ogni parola
mita e riduce rispetto
uno
vero, del-
princìpi del reale, e che
sostanza in sé. Quindi esso è principio
definire
secondo
fondamento
lo
si
li-
suo valore proprio. Logica-
mente noi possiamo indicarne la posizione dialettica,
cioè il punto logico che occupa rispetto ai termini e
concetti definiti, ma di essa non si può sapere altro
se non che è superiore a ogni definizione. Anche il
carattere di infinito è già
una relazione
siamo soltanto designarlo come
Certo quindi che questo
1'
al finito. Pos-
assoluto.
assoluto
plotiniano
è
Le Enneadi
Dio,
ma non
si
può ridurlo soltanto
neralmente intesa, perchè
r
1'
valore
che
la
gedefi-
dell'essere,
mondo
essere per Plotino fa già parte del
Quindi occorre intendere
essenza
all'
essenza secondo
l'eterno
aristotelica è
nizione
103
l'assoluto
e
delle idee.
è l'essenza
superlativa, cioè trascendentale, degli esseri, e che tra
esso e
1'
essenza logica passa una
a quella che passa tra
premo. Resta da intendere
assoluto
1'
stione è se
si
analoga
differenza
sommo hene
il
e
bene
il
che per Plotino
su-
que-
la
come bene
possa definire
buono, perchè da un lato esso è superiore
alla
e
dia-
bene e del male e rappresenta un principio ultramorale (come fu tentato ai nostri tempi di
lettica del
sviluppare dal Nietzsche)
può
;
ma
rifiutare rispetto alla vita
altrettanto
quanto
essenziale,
mette in rilievo che
il
d'altra parte
morale
nella
mondo
come intimo
bene
posizione
logica.
Plotino
un
si
traduce nella
tri-
noetico, dell' intelletto e dell' assoluto
a tutti e tre
i
termini
:
quindi
vero
il
è dato dall' insieme dei tre valori supremi, cioè
dalla sintesi di Dio,
riflette
l'
una
gli si
bene assoluto è piuttosto
concetto di equilibrio ideale che
nità del
non
del pensiero e delle
idee, e
pertanto in queste ultime sotto la forma
idea del
Bene come
modo quando
si
definizione della sintesi.
dice che Dio è
buono
sua bontà in senso oggettivo, perchè
essa sarebbe
un
si
si
del-
In ogni
intende
la
soggettivamente
attributo troppo ristretto
per
la
di-
vinità.
Da
dunque
questo intendimento
1'
dell' assoluto
si
origine e la natura della realtà. Egli
spiega
si
de-
— Vassoluto
104
XVII.
finisce solo
sdoppiandosi nel pensiero e nel
in
un occhio
tocoscienza
non
è
il
duplice
e
ma
tore delle
Enneadi
;
1'
idee
delle
si
Ma
si
noi osserviamo
educa-
che
questo
e
venne
ema-
della filosofia processo di
storici
i
miti litur-
mondo
spiegava la creazione del
Vale a dire che esso era
stillare del sacrificio.
nel sincretismo religioso
ellenistico
lo respinge,
modo
platonici in ispecie)
i
—
il
dallo
uso tra quelle scuole
della filosofia classica (o tra
non
tra noi
di
all' esplicito,
di concepire la creazione più in
nostro
dall'au-
come
nazione, o emanantismo, per analogia con
in cui
piuttosto
doveva appunto escludere
procèsso è invece dall' implicito
chiamato dagli
suggerita
formalmente
emanazione nel senso
zione o evoluzione.
il
sé
di interpretare
successivi storici,
i
Covotti, chiarirono che
dalla sua dottrina
e
con
opposto
modo
Zeli er la escluse dal suo
sistema di Plotino, ritenendola
gici,
porta ad
io
mondo
il
dalla tradizione stoica e respinta
il
dell' au-
pensiero.
Lo
il
pensato,
un specchio
Dio,
di
stesso e a creare quindi da sé
il
pensiero
sorgere dell' autocoscienza
una interiorizzazione
estrinsecarsi, a diventare
e
il
autocosciente e in
o altrimenti
:
e
ma
—
e
orientale
per
lo scosta,
:
defi-
nire meglio la verità. Più esatto per Plotino sarebbe
parlare di derivazione
:
dall' assolutezza
bocca eternamente l'intelligenza,
sua qualità
1'
onda ìntima e inesauribile
pura. Ciò significa che nell' assoluto
del pensiero e della
in cui esso
si
relazione
distingue
:
di
dell'
Uno
riproducendo
della
vi è
1'
tra-
nella
verità
esigenza
soggetto e oggetto
l'Uno propone a sé stesso
il
Le Enneadi
«
due
e la sintesi. Egli (Dio) dal suo mistero uni-
»,
si
tario
105
rivela
contempla
I'
dunque
altra
due
in
diviso
e
l'
una
parte
questa potrebbe essere la sentenza
;
del fiat Plotiniano ; il quale così viene a paragonare
la creazione col processo della luce che scaturendo
istantaneamente
diffonde
si
forme e di
colori.
perchè già
e' era,
una
in
(Non che Dio abbia creato
ma
che abbia
di
molteplicità
dato
la luce,
la legge
della
mondo). Ciò che evidentemente era conforme
scientifica, che cioè i processi propri dei
verità
una
a
fenomeni luminosi sono basilari e tipici rispetto ai'
fenomeni della natura.
lucCv al
Ne
sono
viene di conseguenza
indissolubili
mondo
l'
uno
confermato che
dall' altro
mente, e nel logo stesso che
li
pensiero e
il
sono
delle idee, quanto essi
separati
dall' atto
di riconoscimento del pensiero. Plotino risolve
blema
qualunque
particolare oggetto
mondo
:
ma
e quindi
delle idee
che
specie, nel senso
sono di qualunque specie,
se il
pro-
il
di Antistene, se vi siano idee di ciascuno
getto, e di
possa
universali
essere
le
og-
idee
non
e
non ha luogo
il
mondo
Il
ha carattere oggettivo e dipende
il
logica-
congiuuge (perchè
logo è sintesi del soggetto e dell' oggetto).
delle idee
tanto
il
di
dubbio
minorato
dalle
idee di cose spregevoli o da individui ejQ&meri. Quindi
il
mondo
delle idee è bello
riflette la
risponde a
verità in
per
Plotino, in quanto
forma armonica e
un insieme
tersa.
Esso cor-
totale e integrale di valori puri
direttamente prossimi alla fonte
nel rivelarsi costituisce infatti
della
verità.
un mondo
Questa
ideale e di
—
XVII.
106
ideali,
L'assoluto e
quale può essere
pensiero
più
oggetto del
1'
una ammirazione
siero e di
il
differenza
lascia percepire la netta
ci
delle idee e
il
mondo
filosofica,
tra
V
sensibile, tra
Questa differenza rimase
la natura.
misura
meravigliosa,
termine di quella definizione estetica e
pen-
alto
che
mondo
il
intelligibile
poi
e
e
nella
fissata
terminologia filosofica fino a Kant, che, nella sua pro-
1770
lusione del
forma
de mundi
:
et principiis,
vi
sensibilis et intelligibilis
sostituì quella analoga
mondo noumenico
carattere gnoseologico tra
e
ma di
mondo
fenomenico.
Del pensiero puro non
non
indicazioni perchè esso
si
possono dare
ma
è oggettivo
altrettali
soggettivo.
La determinazione più viva e più urgente
Plotino è che egli è Novg del noetòs, cioè
il
Dio
di Aristotile
lità (quasi
il
;
incluso
delle idee
:
nella
è
che
ritrova
si
esso
mai
contemplazione
dunque non
anche immanente.
nel!' atto
Ma
la
il
mondo
rappresenta in atto tutte
probabili concetti. Dal
mondo
di
le
considerazione
ma
e pensandolo
più simile
da
allontana
se stesso,
purezza è determinata
è determinato nella sua funzione,
si
pensabi-
trascendente
purezza di carattere e per semplicità
idee
con
e
soltanto
sua
la
pensa
rende ideale, quindi è
delle
come
dominio della primo genitura), che ap-
punto per questo non
ma
vóriaig
principio della pura
il
da
data
Dio
di
lo
vero Dio per
valore.
Ma
mentre nel mondo
per
possibili
mondo
al
rispecchiarlo
verità,
e
tutti
i
delle idee si genera
il
sensibile e delle cose per
lo
stesso
processo
derivazione, che continua, luminosamente, fìsso
a
Le Enneadi
107
disperdere le sue ultime frange nell'inerzia tenebrosa
della materia. Esso genera le
anime
spirito, le
;
e dall'
forme del pensiero, dello
anima del mondo
anime singole la materialità del
incontra novamente con la notte dell'
dalle
siderarne
il
;
che
sentire,
essere
ombre, è sempre
presente,
si
per de-
mondo
giorno perenne. L' Uno, su questo
di luce e di
immanente
la natura,
ma non
è
è piuttosto coessenziale, coeterno, coevo.
XVIII.
Il
(e
pensiero di Plotino
sì
punto
svolge a questo
specialmente nelle parti 6-9 del libro quinto)
torno al problema
nenza
:
perchè
il
della
concetto
trascendenza e
stesso
dell'
dell' essenza
in-
immadivina
(epécheina) corrisponde anche identicamente a quello
di trascendentalità, cioè di
primo che supera ogni
un principio assolutamente
limite
della
ragione e
sosti-
con una forma superrazionale, il trascenDio razionale di Aristotile; le cui funzioni
tuisce quindi,
dente,
il
sono per Plotino, come abbiamo
dell' intelligenza.
L' assoluto
visto,
proprie invece
come trascendente non
neppure pensiero, perchè è privo del pensiero
è
stesso.
non intelligenza né pensabilità
deve concepire come indifferente, come venne
Tuttavia questa sua
non
si
interpretata nel proprio sistema dallo Schelling, ossia
nel senso che da esso possono nascere
tivo
teria.
come
il
negativo e tanto lo spirito
Esso è piuttosto sopra
al
tanto
come
il
la
posi-
ma-
pensiero nel senso che
108
si
—
XVIII.
Trascendenza e immanenza
raggiunge supponendo
a vedere svanire
caratterizzano, in
l'
identificazione di esso fino
forme logiche categoriche, che
le
una potenza
ma
stanziale per consistenza,
non
infinita,
per
più
come
quindi parole come segno dì forma, né forma
concetto di parola
si
perchè
;
potenza e
la
so-
Non ha
intimità.
1'
Io
atto in esso
identificano, e tuttavia la sua formalità è assoluta-
mente immateriale
grado che non
rità in tale
stessa,
ma
contiene
le
da questa pienezza
belio e
il
saria in cui
profila
è la pienezza
egli
:
si
pura della ve-
occorre di
verità
la
definire
se
scaturisce
e
bene come una creatura neces-
il
riflette
dal mistero la luce,
da una intensità
abissale
1'
cui
in
si
prima
estensione
delle idee e poi dello spazio.
Il
è
il
Bergson, che di
più vicino a Plotino
corso nel 1901), ritiene
sare
dell' assoluto sia
ma, cioè
la
tutti
1'
aeone,
il
anzi tenne su di lui
(e
questo puro
che
quale
contemporanei
filosofi
i
rivela
si
tempo puro
o,
anche
Plotino non
si
Ma
mondo
Plotino nella sua
eventi in-
al
pensiero e
il
Bergson a
dell' intuizione
metafisica
Meglio
dottrina
si
accosta
una corrente eterna
Plotino considera piuttosto
della vita.
come propria
soluto la volontà pura, scortecciata, nel suo
dell'as-
candore
e madre della luce, quella cioè che non par aeone ma lo sostiene
la volontà nella sua
luminoso
tisce
dice,
rivela semplicemente, a nostro avviso,
delle idee.
rivelatrice di
egli
nel caso dell'assoluto per
Peone, perchè questi è già subordinato
al
pen-
nell' ani-
come
durata reale, nella sua differenza dagli
tellettualmente misurati.
non
un
:
Le Enneadi
109
come aziouna immagine
superiorità alla teoria, a cui era inferiore
ne. Questa volontà pura che
può darci
corrisponde alla vita spontanea nel sen-
dell' assoluto,
timento come
attività.
Egli
quindi
non
né
è
poesia
ma emozione:
ma perenne sentimento
cioè ha come pronon impresso né espresso,
della vita. E'' come l'onda
elementare e arcana del
sacrificio o delle fonti sacre
pratica
né passione,
prio carattere intrinseco
il
l'assoluto ancora oggi indefinibile nello
e quindi
sico,
della fonte sotto
si
contempla
di intendere
vuole
né dappertutto
».
Il
I'
occhio
plotiniano
assoluto
anche come
a classificare la sua dottrina
volontarismo o sentimentalismo
è tutto,
nell'
clas-
papiri di Aretusa (1).
i
Questo modo
può indurre
che
sacro,
spirito
:
assoluto.
L'Uno non
esso é con tutto,
;
cioè
pensiero cerca in lui religiosamente
« lo
la ra-
dice segreta e ultramondana di quella legge dell'azione
che ha sottoposta a sé nel mondo.
dove,
ma non
s'
trova per
il
mistero di un'onda. L'onda reale,
insegue sempre con se stessa,
moltiplica in
ogni
legato col dove, bensì quale suo prin-
cipio evanescente,
fluente
E
onde
:
ma
il
pende da queir onda che
suo
si
movimento
é una,
che
s'
sdoppia
e
puro
di-
inserisce
in-
mare come la corrente psichica nel sistema
nervoso
e che però non é essa del mare, ma del
vento. E difatti anche 1' emanazione come principio
visibile nel
;
(1)
L'idea del fiume eracliteo come proprio dell'assoluto era stata
ripresa in
esame
già
4-13), e ciò iu quella
da Attico
il
platonico
(cfr.
Eusebio, Praep, Ev.
XV,
forma psicologica, che conduce appunto a Plotino.
110
creativo del
che
—
XVIII.
Trascendenza e immanenza
mondo
ricollega piuttosto alla volontà
si
al
sentimento del pensiero.
Il
pensiero che nasce su
onda
quell'
squarcian-
dosi in intelligente e intelletto, in forma e in conte-
nuto,
il
non
mondo
Ma
una
è solo
è per conseguenza esso
delle idee di Platone o del
Dio
essenza, a sua
locale
:
aristotelico.
sopramondano nel senso che contrasta come
volta irridiscente a tutti gli oggetti
pria
non
volta
sua pro-
la
;
è localizzata o
essa è universalmente presente nelle
magini, che
dell'
ultramondano come
si
sue im-
incontrano dappertutto come immagini
Uno. La sua
che nasce per
extra
la
con
diJBferenza
1'
assoluto è quella
un
stessa posizione di
medesimo, un
e contrapposto in se
è la cessione originaria della unità
distinto
atto
mentre
che
atto
afferma
si
come
principio divino della unificazione che la ricostituisce
cioè ritrova continuamente
radice di sé medesimo.
mondo
intelligibile,
1'
come fonte
pensiero, come
assoluto,
Anche
il
ha per Plotino
:
e
il
lo stesso carattere
oggettivo e relativamente impersonale. Essi rappresen-
ma come
tano bensì la sintesi tra soggetto e oggetto,
propria della realtà e
non
della
mente
dato che la
:
loro sintesi è la ragione, e logo, questa
dunque con
perchè essa non
terpretare
tivo
significato realistico
è ancora
nell'
deve
si
ed obbiet-
ondoso
dell' assoluto stesso, e d' altra parte essa
in-
mistero
rimane ferma
come un' aureola sopra 1' anima, la mente, il soggetto
umano. Questo modo di intendere la ragione potrebbe
essere chiamato dunque non idealismo logico, perchè
questo termine
si
riferisce
piuttosto
al
platonismo,
te Enneadi
ma
111
come fa chiamato nel Medioevo
come correzione del realismo meta-
realismo logico
dai suoi seguaci e
di Aristotile
fisico
e più originalmente, filosofia della
:
perchè corrisponde
santità,
al
modo
di
intendere
ragione che è proprio dei santi scrittori e profeti
quel periodo
Enneade
logica
svolge infine la
obbiettiva essa stessa della
quanto
idee, in
un
presa è
si
come esposizione
delle
teoria
di
(1).
Nella sesta
plotiniana
la
la
teoria oggettivamente
processo di formazione o processione delle
come
appare come og-
forme. Per Plotino la teoria è stata analizzata
conoscenza in generale
medesima
di se
getto
idee quale
si
attraverso lo
che
le
idee
rapporti
tonica
;
e
ma
qui essa
comprende
svolgimento
emanantistico
sono parusiastiche.
mimesi
e
mondo
del
metessi e dalla parusia
delle
terzo
il
primi due correlativi invece alla esperienza
conoscenza
e alla
come
i
:
nella formula pla-
idee unite alla realtà, Plotino ritiene essenziale
termine, e
delle
intellettuale
Vale a dire che nei
fra idee e realtà indicati
della
lo sviluppo
mondo
delinea a partire dal
dialettica.
La
parusia
si
presenta
l'attributo conseguente dell'ousia o sostanza eter-
na, che le idee sono di per se stesse e in cui stanno
in sé concluse.
Quando
rende consustanziale
si
essa esce di sé e trabocca, essa
che
alle cose
ella
emana
e
si
mantiene logicamente e realmente come loro sostanza
(1) Si confronti la
e
conclusione del lY libro del
Mondo come
volontà
rappresentazione di Schopenhauer, che presenta la dottrina della sans
come risoluzione del razionalismo
smo puro.
tità
etico
-
speculativo
nel volontari-
112
e
XVIII.
—
Trascendenza e immanenza
annunzia sempre in sé come una più viva e più
si
profonda realizzazione, da cui possiamo sperare non
meno costantemente
ritorno alla
il
luce
originaria.
Quindi, se l'assoluto è trascendente, e come esso è
più pura
essenza,
—
esse la sostanza, così Plotino pensa
paragonabile
al
regno dei
parusia
logo impersonale
;
ma
reca
concepire
a
l'
per
il
quale
nel Vangelo
:
si
pensiero da cui esso di-
il
pende non è per Plotino né presente né
chè
delle idee
invece della presenza di
tratta del logo personale, qui
un
un regno
cieli evangelico,
usa lo stesso termine di
si
immanenti e con
sono
le idee
la
immanenza
assente, per-
stessa,
lògos
il
ménon.
A
neadi
questo punto dunque
rovescia
si
come
la
speculazione delle En-
in cavo specchio a guardare
il
processo teorico delle idee rispetto all'immanenza mon-
dana: quindi l'autore dà
alla logica
un
significato in-
trinseco alla realtà, che fu poi imitato nella logica he-
Ed
geliana.
egli già allora si serviva di
questo metodo,
come poi
lo Hegel,
per riunire e sistemare nelle
me
logica
dottrine
della
le
molte e varie
tra-
dei suoi
contemporanei e ridurle ad un tessuto unico. Questo
comincia con
compito di
è ulteriore
due consecutivi,
altri
dell' as-
soluta presenza universale e dell'unità e totalità
l'
essere.
losofìa
sofista
Ed
è,
del-
nel suo insieme, la maturità della
del Sofista platonico
non
ed
tre trattati dei tre generi degli enti,
scettico
:
fi-
cioè del vero saggio, del
ma veramente
filosofo,
che
si
fa
interprete del pensiero stesso.
Ora secondo Platone
(cfr. la
Eun. V,
1,
4),
i
prin-
Le Enneadi
113
supremi delle idee erano cinque
cìpi
il
bene),
E
la
il
movimento,
loro verità
dimostra per
la
stasi,
dimostra per
si
l'èssere (l'uno,
identità,
l'
loro
la
la impossibilità di
:
l'
alterità.
necessità,
escluderli
si
ogni
per
e qualsiasi idea. Aristotile procede a dedurli e dimo-
dalla realtà stessa
strarli
come
lui
la sostanza
definiscono quindi per
essi
:
(che è
materia, la potenza, l'atto.
1'
essenza), la
Ma
la sostanza
forma,
come
la
prin-
cipio primo, eh' è essa stessa l'essere, riassorbe in sé
tributi
:
come sue
quattro princìpi
altri
gli
si
può eccepirne soltanto
indefinitezza o impredicabilità.
definizione
altra
di
E
esplicazioni o
at-
materia nella sua
la
così avviene per ogni
princìpi, per esempio
Quindi Aristotile preferisce ricercare
i
le
cause.
princìpi supremi
come
predicati irriducibili dell'essere assolutamente in-
teso
e nel trattato delle Categorie
la
;
ne annovera dieci
sostanza, che anche sotto tale aspetto è eminente
:
ri-
come sue determinazioni e
stesso come predicamento di sé
spetto alle altre forme, e
perchè essa è l'essere
medesimo
(o
;
spazio),
titudine,
il
la quantità, la qualità, la relazione, il
il
quando
fare e
il
(o
tempo), la disposizione e
patire (la penultima coppia
ristretta nell'ultima in altre opere;
le categorie a otto).
to alle
Ora
luogo
tali
si
l'at-
trova
che riducono quindi
categorie aristoteliche rispet-
cinque platoniche sono dieci perchè ne prospet-
tano lo sdoppiamento in relazione con
opposti sintetizzata nella sostanza
:
la dialettica
come
vi è
degli
potenza
e atto, materia e forma, così vi è sostanza e categoria
accidentale (quantità), qualità e relazione, spazio e tempo,
disporsi e avere, fare e patire.
CARAMELLA
—
La
Filosofia di Plotino.
Cioè in sostanza
a
114
il
—
XVIII.
Trascendenza e immanenza
sìmbolo delle categorie è lo stesso per
per Aristotile
Pitagorici)
1'
;
ma
;
essere
immanenza
duplicazione
presentano
dono
e
si
late
i
la
e trascendenza. Soltanto
appare a Plotino fuori
perchè l'essere logico è immanente a se
sitivo
Platone e
sua telrade (come per
generi aristotelici ne
i
duplicazione, per
che tale
e la
luogo,
stesso,
e po-
non corrisponnon apparentemente alla deduzione platonica,
presentano come date per enumerazione, formuinoltre le categorie aristoteliche
;
se
in parte
estrinsecamente, e risentono
più
assai
della storia della fisica che di quella della logica. Egli
insomma,
sia
Aristotile
critica
non attribuendo
pure
peso di
il
tali
difetti,
muove
gli
si
una
gli
erano avveduti della disformità della
lo-
gica aristotelica da quella platonica
:
il
Kant.
e nell'intento di
riaccordare a loro volta la logica stessa
(e
già
Ma
analoga a quella che fece poi
Stoici già
interamente ad
con
la fisica
cioè con la dottrina degli elementi e delle cause) per
ricostituire l'unità della ragione, essi restrinsero e de-
novamente
finirono
le
categorie nella tetrade del sog-
getto o sostrato, della qualità,
relazione
ìóiosis,
:
della modalità e della
o altrimenti (Posidonio) della diairesis, al-
synchysis, analysis (classificazioni entrambe ac-
cettate del
categorie).
Kant
nella tabella analitica e sintetica delle
Plotino
prova per altro che
maniera
tale
di distinzione era limitata e indebolita dal materiali-
smo, o dalla identificazione dei princìpi logici con
leggi della
natura, o
logici valori
infine dallo scambio
retorici e (VI,
1).
Egli
le
tra valori
intende
quindi
ritornare alla dottrina platonica dell'unità della logica
Le Enneadi
115
nei cinque generi supremi dell' essere, e tuttavia rifor-
marla con metodo rigorosamente deduttivo, in relazione
con
sua dottrina del
la
fronto con
la critica
mondo
piamento dell'intelligenza e
il
mondo
sensibile
ma
:
preme, o
scendono dall'Uno, e cioè
in cui esso
l'essere si
sibile,
la
che
di-
essere o sostanza ideale,
1'
l'
e la tetrade in cui
il
movimento puro,
identità e
1'
alterità
«dell'altra natura», cioè la sostanza
relazione, la quantità,
mento come meccanismo. Tale
ligibile
sotto for-
dell' essere,
intelligibile,
atto mentale,
ma
cinque categorie su-
le
rende molteplice, ossia
come
altrettante
rende
si
che restaurano
Aristotile,
Quindi abbiamo
veri e propri generi
i
intelligibile nel
dell'essere,
numero proposto da
il
sintetica.
la stasi
mondo
e quindi altre cinque categorie cor-
prime e proprie
relative alle
anche
dell'intelletto corrisponde
rispecchiamento del
invero
intelligibile, e in con-
della teoria aristotelica. Allo sdop-
la
qualità,
il
:
e
sen-
movi-
è la rivelazione intel-
dell'essenza e della vita.
XIX.
L'essere considerato secondo la filosofìa plótiniana
è
r essere concreto o
suo
specchio e
il
suo
la realtà logica
del
mondo.
sistema dei princìpi
quali
Il
si
mondo delle idee sono congiunti e
anche col mondo sensibile quindi occorre
presentano nel
compatti
;
intendere l'essere non
come un
predicato in generale,
ma come una
valore nucleare o
totalità di
un
valori
che
— Vessere
XIX.
116
brevemente
nel suo insieme, solo
delinca,
si
e la realtà
senso
sottilmente diversa dalla realtà stessa estesa in
empirico. Nel
però, l'unità
mondo dell'essere non si può
somma che gli sovrasta. L'uno
e assente nello stesso
templiamo alcune
tempo
è presente
con Funità
come un bene trascendentale che
più si allontana, e viceversa ma non
rivela oscillante,
si
più
si
avvicina e
coincide mai con l'idea stessa. Quindi
l'essere e delle idee
può
si
definire e di cui
essere.
buono
Questo
in
unità è
essere in sé, quello che
1'
mondo
il
avevano
si
la
primo
il
conosce e che
trattato
i
filosofi del-
primo principio è esso unico, vero,
senso intellettuale, e cioè riveste
buti della
del-
deve avere una unità propria
quale lo vivifichi realiter, e questa
logico e
l'
includere,
dalle idee, e se noi con-
esse, la sua relazione
di
e
gli
attri-
La verità che gli corche gli vengono riconosciuti,
divinità razionale.
risponde, e
attributi
gli
costituiscono
primo genere
il
dell'essere,
e
il
riflesso
più diretto che noi possiamo pensare dell'assoluto.
Rispetto a questo l'intelletto permette di distin-
guere due
altri
gradi. Quello dell'essere
dinamico, e quello
dell' essere attuale
potenziale e
ed
energetico.
L'essere potenziale secondo Plotino, abbraccia, a
volta le dieci
categorie
platonico
-
aristoteliche
sua
sotto
l'aspetto della possibilità, e cioè tutte le relazioni
si
che
collegano con le idee di sostanza, causa (come sin-
tesi
del movimento), quantità, qualità, modalità, le va-
rie
forme
po,
il
di necessità e contingenza,
il
luogo,
fine (che è la relazione essenziale).
guono come categorie da questo punto
il
tem-
Si distin-
di principio
il
Le Enneadi
luogo e
il
come
tempo
117
quelli che
portano
verso la
natura e costituiscono la chiave per passare al
energetico, in cui
essi
Le categorie rimanenti
lità
la
e di modalità
;
si
vale
funzione dominante
impegnano in quelle
creazione
della
una prospettiva multiforme
colori
iridiscenti della
la qualità,
quantitativo in
causale,
-
e variopinta che
luce
cosmica
la
una
logica è
coppia di idee, la prima delle quali e cioè
trasforma l'essere sostanziale
di qua-
che per Plotino
dire
a
mondo
meccanismo.
risolvono nel
si
della
rivela
verità,
i
e
r altra riduce questa molteplicità qualitativa secondo
V intenzione del pensiero, cioè in modo che esso si
si concreta nelle forme della vita (VI, 2).
L'enumerazione
que
alla
di
dell' essere
teoria
nella sua formalità.
La
dun-
Aristotile corrispondeva
possibile, o della
platonica
teoria
ci
mente
presenta
invece l'essere della sua realtà, nella sintesi del pensiero e del pensato.
le categorie nella
Quindi è preferibile
scuna di esse, e ridurre
aristotelico in
alla
quanto esso
si
minale e non più reale. In
ristotile la
funzione
dialettica
il
il
cia-
formalismo
addentra nella logica notal
modo mentre
logica è semplicemente
zione o negazione, per
alla
riconoscere
forma indicata da Platone, per
per Aafferma-
nostro invece essa corrisponde
ricchezza di possibilità o probabilità racchiuse in
una idea. Così
fonde con
la necessità logica
la necessità fisica.
per lui non
La prima indica
si
con-
di
non
potere essere altrimenti, e l'impossibilità del contrario.
La seconda invece è analoga
alla
sequenza degli eventi.
al
Fato, corrisponde cioè
—
XIX.
118
Lo
L'essere e la realtà
tempo hanno appunto il loro valore anche nel mondo delle idee, come in tal modo
spazio e
il
della riflessione distinguente tra
indice
necessità.
Da
questo punto di vista essi
lano di essere strettamente accoppiati
riprendendo nella sua Protologia
no,
la
infatti
e
:
e
rive-
Gioberti,
il
dottrina di Ploti-
chiamò questa coppia con un nome unico: Cro-
notopo.
mondo
Lo
spazio o
il
delle idee in
gico e cioè
una
certa
luogo ha un
si
nel
significato
quanto esse hanno un luogo
occupano rispettivamente
posizione
nelle matematiche
«
possibilità
che
1'
corrisponde
chiama analysis
una
a
all' altra
che
quello
situs,
lo-
ed era
la
topica » nella retorica antica e nella dottrina aristo-
Questo luogo
telica delle prove.
signa a quale punto
principio,
ma
parte,
il
materia, proprio del
fisico
:
trova
una
serie concettuali
nelle
risolve
spirituale. Esso
si
logico,
idea,
di
non solo deuna forma, un
cui esse fanno
problema della trascendenza
mondo
logico, e di tutto
ha un luogo
e ciò sostituisce la
mentale, non
il
alla
mondo
un luogo
difficoltà platonica
che
le
mondo, o quella aristotelica che
Dio sia separato. Le idee e il loro primo principio
sono da individuare secondo spazi dialettici, e non più
idee siano fuori del
in contrapposizione agli spazi materiali.
Prendiamo ad esempio
il
paragone del Teeteto di
come il recupero degli uccelli, tenuti dall'uccelliere in una grande gabbia, ma afferrati di volta in volta, quando occorre. Le idee sarebbero come uccelli, ma esse però
non si trovano dentro la gabbia del mondo, ma fuori,
Platone che la reminiscenza delle idee
sia
Le Enneadi
dentro
e di
si
119
vedono solo per intuizione. Quindi noi
abbiamo una mente che cerca dentro un limite cioè
che
il
trova fuori del limite. Allora, secondo Plotino,
si
non può essere dato da una
questo spazio e un altro spazio, ma
passaggio oltre
opposizione fra
il
limite
dalla loro riduzione all'idea.
non
L'ultra-spazio è evidentemente contradittorio,
potendo essere che una prosecuzione o un contorno
dello spazio stesso. Si
devono invece cercare
le idee in
uno spazio mentale o logico. Questo differisce dallo spazio fisico perchè il primo è congiunto con l'eternità cioè
con l'eone, e il secondo è invece congiunto col tempo
differenziale o prammatico. Fra il tempo empirico e
lo spazio empirico si verifica quel divario o diastema,
non riconosce nel tempo per se
Questo divario è come una porta, e cioè il mec-
che Plotino invece
preso.
canismo del movimento, che
della logica verso
dere
mondo
il
il
mondo
si
apre dalla compattezza
pratico, e cioè lascia ca-
idealizzato nell'ombra della materia (1).
Noi abbiamo
già accennato
più volte
cato che Plotino attribuisce alla materia:
al
ma
signifi-
bisogna
mettere in primo rilievo che egli intende valutare così
(1)
Questa descrizione delle relazioni categoriche, e quanto
segue
sui loro rapporti con la materia, diedero luogo nell' interpretazione me-
moderna del neoplatonismo
dioevale e
mondo
».
alla similitudine del « teatro del
Tale aspetto immaginoso venne infatti
rilievo dai neoplatonici
tifico della
scuola di
:
ma
sin
d' allora
posto in
Plotino in conformità con lo spirito scien-
Roma, sembra
piuttosto riferirsi a
un
teatro
tomico, rinnovazione allora recente dei templi chirurgici egiziani
anche nel senso degli idola theatrì
quel tipo) criticati da Bacone.
:
ana-
e ciò
(cioè idoli della scuola scientifica di
materia,
la
— Uessere
XIX.
120
non
soltanto rispetto alle cose da
mondo
discende nel
pensiero. Quell'
dendo
e la realtà
ma anche
delle idee,
ombra che
si
profila per
in alto
si
scopre anche
nella realtà
cui
si
rispetto al
prima scennegli an-
La materia, cioè l'inerzia che speimmanente anche all'anima
Essa si profila appunto come inerzia
goli dello spirito.
gne
la luce
della vita, è
e all' intelletto.
mentale, ritardo del pensiero nel misurare con l'oro-
mente la derivazione viva della realtà dalle
idee. Quindi si trova una materialità o inerzia non
solo al seguito delle energie attuali ma anche per una
logio della
di esse,
come
che produce
il
unità delle potenze e delle dynameis
mondo.
La materia
mancamento
un
le
l'
si
come privazione
ripresenta così
vertiginose forme logiche
delle
;
è
che
consolida in forme fisiche o naturalistiche. L'oscu-
rarsi della luce e dello sforzo
zione.
Questa
stesso
che
inerzia o oscurità,
cresce di grado in grado attraverso
gie fisiche, che è
il
della
il
illumina-
è la materia,
mondo
delle ener-
terzo grado dell'essere, per
il
pro-
porzionale decrescere del realizzarsi della potenza delle
idee. Oltre al
mondo
ipostasi e illuminato
delle
della verità, appaiono le
bre.
A
energie legato
nelle sue
con proporzioni varie dalla luce
ombre
della materia o tene-
quel cupo senso che l'occhio raccoglie nel
minuire della luce intellettuale
si
rivela l'indice del
più pericoloso annullamento possibile
nel malcs^della materia
come male
di-
:
quello del bene
radicale originale
(VI, 3).
Così la stessa dottrina delle categorie
riconduce
Le Enneadi
121
duplice tema fondamentale della speculazione plo-
al
tiniana
all'Uno, da cui esse derivano, e al
:
Bene
in
cui trovano la loro vera necessità.
XX.
Plotino
i
si
aspetto a considerare
volge sotto tale
problemi speculativi in relazione ad
al
che anche essa
prossima,
lui
si
era aggirala intorno
pensiero dell' urto e la sua sovranità
sul tutto
questa è la scuola neopitagorica, a cui
in gran
nel
sesto trattato,
nome
di
neopitagorismo
e
4-6), e specialmente
sesto (VI,
intitolato
;
riferiscono
si
riassunte nelle seguenti
parte le discussioni
monografie del libro
scuola a
altra
«
noi
Dei numeri
intendiamo
».
Sotto
il
revivi-
la
scenza dell'indirizzo pitagorico originario della filosofia
greca, la quale
si
presenta
come
caratteristica ge-
nerale della coltura scientifica e religiosa tra l'età di
Cesare e la stessa età di
appare diffusa
sotto la
Plotino.
stesso
diffusa, si
;
ma
si
rinascita
forma di un rinnovato
matematiche e dei misteri
delle
mente
Tale
pitagorici
può dire, anche nel
fonde
e special-
presenta anche prima di Plotino
le
due scuole,
la neopitagorica
platonica, e lascia ai suoi discepoli
tinuare
gruppo
entrambe.
dell'età
terzo secolo.
culto
neoplatonismo
forma specifica per opera di alcuni autori, dopo
egli
il
Tra questi autori
ci
i
sotto
quali
e la neo-
compito
di con-
ricordiamo
un
di Cesare e un gruppo del secondo e
XX.
122
re,
Il
primo
che
fiorì
—
Critica del pitagorismo
è rappresentato da Alessandro Polyhisto-
intorno all'SO avanti Cristo e la cui opera,
venne continuata da
i
quali emerge la
amico
noto
di
anonimi, da mecenati,
scritti
figura
Publio Nigidio
di
Lucrezio e di
Cicerone e protettore
anche degli epicurei, e nella raccolta
tagoriche che va sotto
il
nome
tra
Figulo,
di
di sentenze pi-
aurei »
« versi
(v.
ediz.
Carabba). L'altro autore di questo periodo è O-
cello
Lucano, scrittore
Varrone,
il
universi natura
(jrgQi
Tfjg
xov
jtavròg
il
titolo
qp-uaecog) »
di
«De
e questo
conserva integralmente, mentre dei precedenti
si
biamo
un
solo frammenti. Questo
profeta,
comune
.
ma
Tyana
di
sostengono
gura di
torno
l'
al
cap.
I).
abbiamo invece
carattere più strettamente scientifico
il
neopilagorismo, e tra
essi
emerge
che
la
fi-
Nicomaco di Cerasa in Arabia, che fiorì in140 e ci ha lasciato due opere caratteristiche
:
Introduzione aritmetica
metici
di ispirazione
(Cfr.
Nel secondo secolo dopo Cristo
scrittori
ab-
primo movimento ebbe
sua epoca,
alla
pitagorica, cioè Apollonio di
«
prima
vissuto certamente
quale diede al suo trattato
»
e
«
i
Teologumeni
arit-
».
Filostrato, che faceva parte dello stesso
dell'imperatrice Julia
la storia
Domua, da
ambiente
cui prende le mosse
una
del neoplatonismo, scrisse
vita di Apol-
lonio e diede al pitagorismo forma retorica.
A
des
questi autori
moralista,
si
cordato come gnostico,
e
anche talune
Moderato di GaApameia già da noi riKronios interprete di Omero,
Numenio
accostano
:
di
iscrizioni dell' epoca dei Severi,
che
Le Enneadi
123
onorano Pitagora. Da questo ripetuto movimento doveva infatti uscire ex novo
personaggio leggendario,
immaginato. Una
me
la
in
come
figura di Pitagora
parte storico e in parte
iscrizione anatolica gli attribuisce co-
simbolo dottrinario
perchè
la lettera j,
egli
avrebbe
dato all'umanità la coscienza morale della sua fatica
(Ponos), e quindi ispirato la favola di Eracle al bivio.
Ma
Alessandro Polyhistore,
aveva
impostato
che (come dice
sue ricerche in senso
le
tradizione
pitagorica
storico
metodo
il
speculativi e
nità numerica, erano per
la
e
davano
i
di
mettendo in
nade originaria generasse
;
la triade
tutti
i
il
piano,
il
come
fino
al
mo-
carat-
pensiero, a porre
la filosofia
ad
la
principi che sono in-
Questo avviamento
sotto l'ombra di Pitagora
stesso
era
pitagorismo con
rilievo
sieme positivo e negativo, o anche addirittura
uno
e l'u-
la tetrade della realtà catego-
Alessandro ritornò ad esporre
spirito sistematico e
tere negativo.
con-
un solo prinmonade mentre
col numero due
di
diade; e così
simbolo della dialettica,
rica.
i
neopitagorici
nome
il
forma degli opposti era associata
prendeva nome
pre-
concetti matematici. Quindi tutto
i
ciò che fa al caso nostro, l'unità dell' assoluto
cipio a cui essi
ed
filosofico
per forza del quale essa accoppiava e unificava
cetti
nome)
come nucleo
enciclopedico, riconosceva piuttosto
zioso della
il
e la
identificarle
sviluppato profondamente da Nicomaco
:
scienza su
fra loro,
fu
egli fece coin-
cidere l'idea dell'unità e teologica e matematica con
quella di Dio,
di
come
principio
esistenza che produce
universale di realtà e
una continua manifestazione
XX.
124
—
Critica del pitagorismo
mondo,
di sé, da cui traggono la vita le cose del
cando
così impresso
suggello dell'unità.
il
La diade che corrisponde
e
prima
re-
alle
coppie analitiche,
del pensiero e delle
di tutto a quelle
genera invece dal suo seno
materia, perchè
la
idee,
nu-
il
mero due, come gli antichi pitagorici avevano detto
del numero pari, per la sua divisibilità contiene il
principio di un campo aperto e contrastante e quindi
s'intende nel dominio della materia. Ma Nicomaco
raccogliendo
punto
di tutto
piuttosto
dottrina di
la
Eraclito che stava per ritornare anch'essa in voga, tro-
vò che
altro,
propria della materia nasce per
dall' attualità
tutto suo personale attribuisce così
armonia non
all'unità,
Questa deve essere
minare.
il
Ma
principio
della
alla diade.
il
punto contro
il
quale vuole
nei due primi saggi e rispettivamente
l'
intitolati
essere, essendo
trova contemporaneamente
e
il
ma
5° dell'Enneade Sesta,
principio che
mina
modo
:
negli scritti che stiamo per esa-
polemizzare Plotino
4° e
e in
e per la sua riscossione, l'armonia
uno
e
«
intorno al
tutto,
esso
in ogni luogo », egli
si
esa-
rielabora piuttosto la dottrina di Ocello Lu-
cano. Questi, la cui opera
da recente con metodo
abbiamo
ricordato la
si
critico
può vedere pubblicata
dallo Harder (1) (di cui
troduzione delle
Enneadi),
esalta
traendone
argomenti della dottrina Aristotelica
gli
l'
unità e
1'
eternità
del
in
mondo,
brevi pagine
(1)
il
ma
Neue Philologìschen Untersuchungen, hgb. von W. Jaeger Ester
Heft, Ocellus Lucanus, vou R. Harder. Berlin, 1926.
:
Le Enneadi
con diversa
intenzione.
suo trattato
Il
La prima prova che
tre parti.
125
mondo
il
lutto indivisibile ed indissolubile.
è
divide
si
in
costituisce
La seconda che
un
esso
quindi regolato da unico
di costituzione razionale e
sistema di leggi in forma unitaria. La terza dimostra
che anche
e
che
la
umano gode della stessa proprietà,
umana è eterna perchè eterna l'idea
genere
il
specie
che essa realizza nella
percorso
mette in rilievo
logico
mondo non
Piotino rifacendo Io stesso
vita.
contiene per se sola
unità. Questa
che
il
la
principio della sua
mondo
trova secondo lui di sopra del
si
del
totalità
perchè non può essere diversa dalla unità
stesso,
lo-
gica e trascendentale.
Per ciò r idea di universo anziché essere intesa
come
quella di
nità)
cosmo
dovrebbe
si
tutto (tò
oA,ov)
in
intendere come
ma
care le leggi del
all'uIl
mondo
dobbiamo
cer-
piuttosto nel pensiero che nei
e soltanto qui, nel pensiero, esse sono unitarie
e indivisibili,
rici.
(rivolto
universum.
lo scettro che lo regge
trova al di sopra di esso. Quindi noi
fatti,
do
ad
è caratterizzato nella sua solidità da le-
gami necessari e organici,
si
unum versum
appunto come
le
volevano
i
neopitago-
Vale a dire che secondo Plotino l'unità del monsi
mondo
gate tra
deve
considerare
delle idee, le
piuttosto
quali
come
l'
unità del
sono tutte sempre
colle-
loro sia che appartengono alle nebbie della
speculazione o alle modeste luci della cultura empirica.
Questo
mondo
unitario
come
idea,
ovvero uno
nella sua idealità, è onnipresente perchè le idee sono
presenti
dappertutto e la
sua presenza dà
al
mondo
—
XX.
126
appunto quel carattere di unità che
ipostatico
cava.
Critica del pitagorismo
cer-
si
Dei numeri invece, come nei saggio successivo,
Plotino ritiene che debbano essere prima di tutto considerati sotto l'aspetto naturale e psicologico
pitagorica
ferisce cioè raccogliere la tradizione
forma del pitagorismo tebano
nel Fedone, che
presentato da
numeri sono anzitutto
i
dell'anima. Questa vibrando
come
nel corso della vita, a quel
modo che
santisce
si
le
nella
Platone
armonie
attività intelligente
posa e appe-
residui per l'azione, così anche
i
egli pre-
:
astrae e
si
orienta in numeri, per l'interpretazione della realtà,
taglia
per così dire nel vivo tessuto del logo, che
aleggia in fronte delle linee maestre, dei
mondo
meri. Questi
(i
delle idee
che sono appunto
:
numeri numeranti)
si
le
esi-
appoggia per salire e scendere
stenziali, su cui si
spetto al
momenti
ri-
nu-
i
trovano poi
es-
sere idee essi stessi, e leggi dell'anima (numerabili e
numerati)
essa in tal
:
conoscere
indiscutibili
le idee in
valore a
mondo
il
:
sicché
tici
delle idee
si
un tempo
dall'
le
i
anima
numeri sono
per
i
il
Ora Plotino
questioni matematiche
perchè
come
indefinibile
possa attribuire all'unità
Ma
con
ridotto ad
loro
ten-
dai pri-
princìpi matema-
e contesta
ama
che
si
dell'assoluto lo stesso carat-
tere dell'unità matematica
sta è relativa.
;
ri-
ed
fissi
carattere di definizione, ed egli invece
considerare l'uno
smo veniva
come
termini
teorico e morale.
princìpi della filosofìa,
hanno
per dirigersi e
potrebbe dire che
quanto preferibili
derebbe a staccare
mi
modo scende
tal
;
quella è superlativa, quedistinzione
il
neopitagori-
una forma adiacente
alla spe-
Le Enneadi
127
culazione vera e propria e a una dottrina di carattere
morale
;
vale a dire che Plotino in sostanza lo restringe
nell'orizzonte della sua mente,
ma non
lo accetta nel
suo problema essenziale.
XXI.
Nelle tre sezioni conclusive della sesta Enneade
sono esaminati
con
l'
rapporti tra l'uno, le idee e
platonica
-
recente. Essa
si
come
il
anche
intento di sostituire e riformare
rale pitagorico
di
i
bene
:
mo-
la
era stata ripresentata
aggirava con molteplici sentenze e
precetti nell'ambito della dialettica del pari e dell'impari,
e quindi dell'unità e della molteplicità
:
presen-
tando l'anima come pari a se stessa di fronte all'oscurila diversa e
vincerla
si
continuamente avversa della
vita.
Essa per
raccoglie costante nella sua unità razionale
e affronta la molteplicità degli opposti, le loro coppie
alterne, le
loro varietà
tumultuose, in
modo da
ri-
durle a ispecchio di se medesima e così ragguagliarsi
a
una invincibile armonia. Abbiamo
Nicomaco tendesse
visto
a modificare questo
però come
punto di
attribuendo alla materia, alla dualità oscura
vista,
un com-
pito di contrappeso e equilibrio che giova alla stessa
costituzione dell'armonia. Poiché
tava
il
Nicomaco rappresenAn-
più alto pensiero scientifico dell'età degli
tonini, sì
come
il
superamento della morale pitagorica
neir una e nell' altra forma richiede altresì lo sforzo
della più alta dialettica plotiniana.
XXI.
128
—
L'uno,
nostro filosofo
Il
problema
si
idee e
le
il
riconduce
bene
per
intendere
alla relazione originaria tra l'uno e
i
molti.
Se è vero che abbiamo distinto l'unità assoluta e
definibile e
1'
unità logica del
vero anche come a questa
do ideale
ideale,
opponga nello
si
pur
è
stesso
in-
mon-
molteplicità. Molte sono le idee, e que-
la
sto loro carattere
non
è vinto né dalle gerarchie pla-
toniche né dai vincoli
sillogistici
processo di derivazione
dal
mondo
il
dell'aristotelismo,
dell'
una
né
e dell' altra di
esse proposto da Plotino, e ridotto poi alla stessa for-
ma
dell'emanazione
per
tali
fisica
:
perchè rimane ugualmente
metodi, nel più riposto segreto della verità e
della ragione,
il
ma
e le idee,
contrapposto non solo tra
il
pensiero
quanto
si
prospet-
tra le idee stesse in
tano come concorrenti nella realtà e diffuse nella molteplicità.
Anche
campo
in questo
neoplatonici e neopita-
gorici rappresentano
due posizioni della
maniere
di pensare,
il
filosofia.
I
pitagorici
ventassero molte per
cui contrasto
di
le idee
di-
raddoppiarsi del primo, prin-
il
come
tra soggetto e og-
salvo che diventando due, tra le idee
si
apre
un
si
vede
:
subito
investe tutta la
avevano ritenuto che
cipio dell'idea con se stessa,
getto
due
idealità e
come
contrasto infinito. Concezione
carattere
essenzialmente matematico
:
ma
le idee
non sono soltanto numeri o
Le idee sono varie tra
soltanto specie scientifi-
anche qualitativamente
rivelammo l'importanza
che.
che
assegna alla
egli
scrivere
i
:
e noi
loro,
categoria della
osserva
qualità
segui dell'essere. Senonché la
Plotino,
nel de-
molteplicità
Le Enneadi
nelle idee
si
129
riferisce piuttosto alla qualità, e questo
costituisce la stessa realtà del
problema che
il
mondo
delle idee è qualitativo, l'unità che gli presiede è qua-
non nega quindi la molteplicità. E quindi
r introduzione di un criterio quantitativo viene seme
litativa,
pre
a
negare questa
mondo
affermazione della
delle idee, e
li
riconduce verso
del
qualità
pitagorismo.
il
La via per trovare una soluzione deve essere
dunque offerta da un confronto di qualità e quantità.
Ora se noi esaminiamo la categoria della qualità sotto
forma logica, essa non si presenta soltanto come la
posizione di una varietà di immagini, ma come il dif-
Come
ferenziarsi, nell' idea, dei suoi caratteri logici.
esempio abbiamo appunto l'uno, che pone
negazione
la
assoluta e trascendente per affermazione ideale, invece
nel
mondo
è quantitativo e per distinzione
quindi la stessa idea
si
differenzia
come idee
deve aggiungere
la definizione
tra e le
:
:
ma
principio,
vengono anche a presentarsi
questi differenti princìpi
da sé
come
numerica
diverse l'una dall'altra: perchè
si
differenza che le distingue anche
alla
e la definizione distacca l'una dall'al-
rende
molteplici. Vale a
dire che
si
intro-
duce, con la definizione delle idee, la quantità logica,
quella che nella
logica aristotelica corrisponde
stensione dei concetti
vamente molti
e
si
:
così essi diventano
ripresentano
all' e-
progressi-
come molte
idee.
Ma
questa natura della molteplicità per la sua stessa origine
dal
rapporto di qualità e quantità dei concetti
non contraddice
all'unità,
dialetticamente;
ma
CARAMELLA
—
La
ci
non
le si
riconduce
Filosofia di Plotino.
oppone
se
non
continuamente ad
9
—
XXI.
130
L'uno,
idee e
le
il
bene
essa per le relazioni logiche tra le definizioni
essa è figlia dell'uno, e nello stesso
tempo
e quindi
:
sua con-
la
cretezza.
Ora questo Uno
il
è
anche
bene
il
e qui
:
perchè della filiazione delle idee, dopo che
è trovato
bene
e la
il
come.
Se noi consideriamo
sua funzione
universale, essa
analogamente come una dialettica
tra
il
si
vede
se
ne
l'
opera del
si
presenta
bene come vo-
lontà così disposta, cioè bene nella sua vivacità qualitativa,
come
volontarietà
determinate che
si
dono
tra loro sino
bene come volizioni
da quella nella
co-
determinano per raggiungere
allo stesso
modo
dei concetti,
ad essere molteplici
tutte dallo stesso bene.
ch'esse per Plotino
il
scaturiscono
scienza mondana e si
uno scopo, e che sono,
diverse
e
:
ma
dipen-
Queste erano quindi an-
un segno
quantitativo che
si
ac-
compagna con la vita della superiore volontà per rima
frangerla come si rifrangono i colori dell' iride
in tutti e due i casi, tanto dal punto di vista logico
come dal punto di vista morale, noi vediamo il pensiero raccogliersi sempre nell'unità e non abbandonarla
mai, come radice e madre del tutto. Perciò, e per la
;
identità dell'uno, del vero e del bene,
potersi spiegare
come prodotto
l'
intelletto e
resse
il
rapporto
dal sorgere, tra
i
il
i
valori qualitativi del-
suoi significati quantitativi,
etico e dei valori
morali
La
si
dell' inte-
quali attuale
del pensiero e dell'essere, in confronto
potenziale che
nostro pensa
l'unità e molteplicità
tra
sintesi
della sintesi
trova nell'infinito.
verità deve essere
anche bontà, anzi
essa è
—
Le Enneadi
il
bene identicamente, e quindi nel suo
in concetti. Questi
la
131
determinano come
si
volontà del bene e
La mente
questa
mio
di
nell'intelligibile,
pone
(e
il
il
G
bene).
il
pre-
con se
a raccogliersi
vero e
per
al-
sdoppiamento dell'Uno nell'intelligenza e
lo
:
in molteplicità.
questa e operando
sempre un invito
è
esso,
determina
si
risultato di tale suo compito, e
il
stessa per ritrovare l'uno
trimenti
trasfigurano
vive affissando in
ma
;
si
distinguersi
da cui dirompe nel mondo,
Bene
tra di essi nel principio del
ricom-
si
questo è la
:
rivelazione propria dell'unità suprema nell'alterità del
pensiero e dell'essere, e più la rassomiglia per
non
carattere
ma
cogitativo
attivo.
L' intelletto
sua contemplazione delle categorie coglie
come identico
all'
essere,
bene
:
e
occupa
(armonia) nel
con
esso.
bene
In
^8ÀiT[xa),
con
identificabile
come una
personale.
attività
cioè
terzo,
all'
unità cbe
posto dell'uno stesso
mondo
delle idee,
-
numerico non
li
su-
come numero
pur senza confondersi
Mentre l'Uno assoluto
è la sintesi trascen-
è sintesi
ma
quantità
;
è la sintesi concreta.
tal
modo
esso è
volizione
(volontà
in confronto della volontà voluta
dell'esperienza
tutte,
al
il
dentale, e l'uno
il
bene, non
il
mente. Quindi è prossimo veramente,
due termini,
i
pera
nella
è la idealità dell'oggetto mentale, pensato
e la realtà della
tra
suo
dell'essere nella sua trascendenza, e perciò più
l'atto
vicino a se medesimo,
Il
ma come
il
(cfr.
all' eternità,
cap. Vili)
alla vita,
zione assoluta, dell'assoluto
:
e
si
(^oi^àtì,
volente,
é^ovaia)
partecipa alle idee
come amore. Ed è voliin senso etico
come as;
XXI.
132
male che
solto del
rintelletto
l'Uno
Unno,
stesso,
idee e
le
bene
il
nasce accanto, dalla dìade del-
gli
laddove l'Uno è
:
La sua
tivo.
—
1'
assoluto logico, irrela-
libertà è di essere la determinazione del-
che
si
fa
bene
:
e
non ve
verità ineffabile dell'Uno altrimenti
la
all'estasi
si
può
volta ancora,
il
mare acciecante
infinità
l'
come vera
mistero plotiniano
della luce
:
si
realtà.
etica,
Una
come il
nella mente
afferma
che se irradia
per divisione, traspare come un abisso nel
lare del
rivelare
che attraverso l'intuizione della sostanza
nel suo voler essere
Né
n'è altra.
globo so-
sommo Bene.
XXII
Degli esposti princìpi consegue l'insieme dell'antropologia,
i
cui saggi sebbene composti da Plotino nel
terzo ed ultimo
parte
si
periodo
trovano raccolti
Nel loro insieme
essi
stessa
gli
il
altri
vitalità
è
ma
una
il
dai pro-
per dimostrare
essi,
vivente (anima-
sufficiente distinzione tra
esseri viventi,
gran
Enneadi.
cammino
trova che l'anima
nostro filosofo
non
delle
quella platonica. Nel primo di
che cosa è l'uomo e che cosa è
le)»,
il
aristotelica,
in
attività,
nel I libro
riprendono
blemi dell'antropologia
la superiorità di
«
della sua
di
1'
per se
uomo
perchè anche questi hanno una
che corrisponde
al
concetto di anima. Quindi
conviene introdurre una distinzione ulteriore tra
nima
e
e l'essere per l'anima, o
si
direbbe oggi tra
l'a-
la
psiche pura e semplice e la psichicità o coscienza co-
me
forma della
vita.
Le Enneadi
L'uomo
distingue in anima e corpo
si
ha soltanto un'anima
tale coscienza
si
ma un'anima
modo
sviluppa in
relazione col pensiero puro
con l'anima
e la nostra
personalità
la
nostra
dalla
dall'
già,
individualità
al
mondo
ma
anche in
caratteristica
nalità propria della coscienza, e cioè
gos senza perdere
il
cammino
e nel terzo, della dialettica.
da Plotino come
;
gli
Le
stoici
come una
comprensione della
tellettuale.
conside-
consideravano la co-
relazione
vita pra-
apprensione
di
l'intelletto
e
e
relatività dell'esperienza, sull'equi-
come
atto in-
Quindi nelle virtù concorrono tanto
come
immanenza
:
lo-
della virtù;
sono
virtù
librio della quale si appoggia la volontà
di
:
processo che egli restituisce alla
:
e cioè
scienza
razio-
della trascendenza.
Questo è segnato nel secondo saggio
tica
di
pararazionale
da illuminarsi di tutta l'immanenza del
ossia tale
noscenza
sap-
L'anima
una forma
ciò egli intendeva
come
fisico e al naturalistico.
strettamente intesa era per lui razionale,
rate
anima
cioè in quanto essa è cosciente. Il sub-
:
cosciente e l'incosciente, Plotino attribuiva,
piamo
no-
il
quale è trascendente,
dell'uomo non è costituita semplicemente
come poneva Platone, ma
non
secondo
;
caratteristico
coscienza. Quindi
riflette nella
si
il
:
egli
;
cosciente
predominio del corpo, della passione
stro
ma
133
:
esse sono
trascendenza, che
oggetti della volontà,
ma mirando
la co-
un
giusto legame
si
appunta
attraverso
sugli
ad
essi
o vicino ad essi a quanto essi contengono di ideale,
di
modello eterno. Così l'uomo virtuoso è un
che nel
dirigersi
verso
le
cose
si
dirige
uomo
verso
le
134
—
XXII.
insomma
idee o le cerca,
La
nuamente
rappresenta
o su quella che ne
ridiscende verso la
appunto
vita,
in cui ci sono due strade, l'una verso
il
visione
la
che poi
hasso,
coltura
alle idee
intende
della
eraclitea
unificano
si
contì-
realtà nella
la
tra verso
la
di Plotino. Egli
con
dialettica
idealità.
conduce
e attivamente sulla via che
forma descritta della teoria
F
senza muoversi
quale circola
il
azione è
la cui
(discorsiva)
dialettica
del pensiero,
L'antropologia
:
l'alto, l'al-
duplice
il
ciclo della realtà e della esistenza.
mondo
11
delle idee scende dalla unità
suprema
e dal mistero che oscilla eterno sopra di essa,
do degli
natura
esseri e della
discende dalle
l'anima dalla sintesi di questo risale con
con l'intuizione
al
mondo
mon-
il
idee
Anche questo
ideale.
;
la dialettica e
pro-
cesso corrisponde a quello che gli stoici avevano pro-
posto per
mondo
il
apokatastasis, e che
nesi o
significato dialettico
Da
il
fisico
sotto
il
nome
palinge-
un
Plotino riconduce a
conforme
alla
dottrina dell' eros.
questa dialettica virtuosa scaturisce,
secondo
quarto saggio, la felicità, che è prima tutto quella
che Aristotele aveva indicato, cioè
del vero nella sua attualità pura.
legandosi con
tutto
il
proprio
la
Ma
contemplazione
Plotino,
sporta
1'
anima dal senso nella
verità
stessa
:
non
si
innamora
solo della
anche del contenuto, cioè ad avere buono
modo da comunicare
filosofando con
il
la
felice, tra-
vera vita, dove
attinge la propria forza e per cui
vale a dire
ricol-
che
sistema, troya
contemplazione del vero, in quanto esso è
in
di
forma
il
essa
della
ma
demone
fiore
della
Le Enneadi
135
come molti
sembra confrontarsi, ma non
vivacità e vitalità. Il che,
altri
Plotino,
opporsi, con la
pensieri di
dottrina del Cristo che insiste nella dichiarazione «
sum
veritas et vita
haec
;
est
vera vita
Ego
Questa vita
».
come la dialettica, come quella
tra il mondo materiale e il
intermediario
demone
del
mondo ideale. Nello stesso senso Plotino si domanda
era intesa da Plotino
delle cose
di
questa vita se la
nello svolgersi degli avvenimenti temporali
è
ed ad altri beni (saggio settimo), e quale e
no
mali che affliggono
i
umano
genere
il
che cosa
;
bene in
bello, se la felicità sia congiunta al
il
possibile
felicità sia
donde
se
sia-
(saggio ot-
tavo).
vivere nel tempo e per
11
un
sé stesso
come
in cui vive
malmente
tempo non
ma
ostacolo alla felicità;
spetto all'ideale
renza,
il
è di per
certamente
eudemonico contiene una
ri-
certa diffe-
quella che corre fra l'eternità dell'aeone
il
si
demone, e
il
tempo
stesso in cui nor-
tempo
realizza la nostra felicità. Il quale
per altro nell' affacciarsi
della realtà contiene
infelicità, e del
con
anche
demone
il
coscienza
la
pericolo e
cattivo
;
il
sul corso
rischio della
perchè esso trae
l'e-
sperienza secondo una lunga direpzione, nella quale lo
stato dell'anima
dipende e dalla memoria del passato
e dal fine posto nel futuro, e quindi
camento.
Ma
ciò nasce nell'aprirsi,
man-
soffre di
anche per
il
mon-
do delle idee, del varco pericoloso che guarda nello
abisso della materia
sto
vuoto non
verifica,
si
;
mentre invece nell'eternità que-
vede, questa falsa distinzione
e quindi la felicità è pura.
non
si
136
—
XXII.
Tuttavia
mondo
il
L'antropologia
muove
bellezza, la quale traspare e
apparenza sensibile, cioè
come
con
sensibile ci conforta
la vista
con
presenta prima
si
la
sua
la
di tutto
realtà concreta, distinta dalla bellezza ideale che
abbiamo contemplato nel mondo
delle idee, e che in-
vece consiste piuttosto nella luminosità e infinità del
Ma
vero.
domandiamo perchè
se poi ci
sibili siano belle,
il
pensiero
riconosce in
la
comunione
di
un
una
esse
che rende bello
caratteristica analoga a quella
po umano, e cioè
le cose sen-
il
cor-
logos che viene
dagli dèi e per la quale è criterio di giudizio la co-
scienza dell'armonia, che
Posto
il
dinato,
si
sveglia di fronte ad esso.
come un potere
il
quale domina
logos della coscienza
il
la nostra
gusto della bellezza,
mente
e
con cui
coortutta
consente tutta l'anima, è
altrettanto coordinato ad esso, e
cioè essi
sono cor-
relativi.
Nel mondo
degli
oggetti,
dunque, e degli indi-
vidui, e tanto più se sono opere d'arte,
mone
lascia
rifrangersi e
diflfondersi
il
la
nostro deverità e
il
bene secondo un prisma caratteristico, in modo da ottenere una speciale iridiscenza della luce ideale, che
è
appunto
la bellezza
;
la
quale così
sue parti. Per comprendere come
gua, bisogna
tutt'
uno con
risalire
alle
la verità,
ma
si
si
realizza nelle
realizzi e distin-
leggi del bene,
si
il
quale
misura secondo
il
è
pro-
cesso della volontà, e quindi scendendo nelle cose o
espandendosi nelle idee. L' unità suprema non è più
così sola unità e
ma
non
è identicamente vera e
è tra vera e buona, cioè con
una
buona,
certa distinzione
Le Enneadi
che
gli
essa
si
concretano per
dèi
segno in cui
e
come
concreta
1'
137
opera
propria
pur sapendo che
egli
primo
il
mano
vista stessa riconosce la
la
quindi
:
bellezza, tale essendo
di Dio,
è fuori e sopra di queste de-
finizioni.
XXIII
La visione del mondo
delle Enneadi corrisponde
esposta nel secondo libro
alla
più ma-
sintesi della
tura scienza dell'età Alessandrina, con le conseguenze
sistema plotiniano.
analitiche del
noi caratterizzato nel tenere unito
con
mondo
il
della
forma
piuttosto sotto
teria.
Quindi
è
prima
la stessa molteplicità ideale
ticolari.
del
mondo
stesso
esse sì
noi
l'
mondo
fisica.
Esso presenta così
nella sua
concretezza,
abbiamo
di
fronte nello
singolarmente
nella realtà.
viene ad assumere
;
prima
e
studio
tuttavia Plotino
il
mondo
non
è
derarlo piuttosto nella sua varietà,
vi-
al
sistema
più favorevole a
stesso semplificato
di lui fatto gli antichi. Egli
La
per tale via ca-
rattere sistematico e cioè a corrispondere
prospettare
ma-
di tutto la parusia o
insieme dei punti di appoggio da cui
traducono
delle idee
idealismo
una continua presenza delle idee, e nello
tempo
sione del
l'
traduce nelle ipostasi o sostanze par-
si
Quindi
per
delle idee
di relazione negativa della
presenza delle idee in forma
cioè in quanto
mondo
il
natura, e proporre
mondo
il
quale è già
Il
come avevano
consi-
preferisce
lasciando
T
unità
—
XXIII
138
La cosmologia
un principio superiore al mondo e cercandolo quindi
non nel mondo, ma piuttosto nell'anima che nelle cose;
perchè la filosofia non si stacca mai dall'anima, e c'è
a
mondo che
d'altra parte l'anima del
anime
le
viventi, e
con
collegati
e metapsichico,
il
sistema del
coordinarsi con
nell'atto
delle cose sono
mondo
un sistema
anche per evitare che, ove
luminosa chiarezza di questi rapporti,
la
1'
princìpi agenti
Quindi
essa.
essere vero deve
i
unifica
si
per
psichico
mancasse
ricada nel-
occultismo, cioè a cercarli sotto una forma più ar-
Questo è
bitraria.
smo
da cui
»,
si
il
concetto còlto nel saggio sul « co-
apre la seconda Enneade
mondo come una
cioè del
:
il
concetto
creatura dell'anima.
Nella seguente trattazione l'autore illustra
cetto
fondamentale
movimento
foria ».
tipico è
astronomia
dell'
movimento
il
che
tolemaica
circolare o
conil
« ciclo-
Ciò significava in sostanza l'accettazione della
meccanica
nica.
Ma
tutto
si
aristotelica in confronto
di quella
Plato-
questo non vuol dire, allo stesso modo, che
debba
un
ridurre a
concentrici del movimento.
ponendosi
di
il
la terra in
movimento
solo sistema
circoli
Tolemeo riteneva che pur
una posizione
dei pianeti
di
fossero
centrale,
i
centri
spostati rispetto al
centro della terra. La tradizione della cosmologia con
un
centro unico fu svolta per ritornare agli astrono-
mi più
antichi e più
semplici, e
dioevo per l'influsso della
filosofìa
tino intendeva la dottrina di
il
movimento
circolare
perfetta e più logica di
si
diffuse nel
me-
araba. Invece Plo-
Tolemeo nel senso che
concentrico
è la
forma più
movimento, ciò perchè
la re-
Le Enneadi
139
lazione circolare suggerisce l'idea del
sé stessa,
una
cioè presenta
movimento
relativi.
assoluto
di per
logica e
mecca-
identità
nica che dà insieme la forma e
il
movimento
il
movimento. Quindi
circolare è assoluto, gli altri invece sono
Perciò quando
tratta di considerarli in senso
si
deve sempre partire dal movimento circo-
si
o ridursi di nuovo ad esso, e questo
lare
in realtà seguito ancora adesso
metodo
è
dall'astronomia mate-
matica.
Rispetto agli
gio se essi abbiano
Plotino indaga nel terzo sag-
astri,
un
influsso e un'azione propria, cioè
apre la storia dell'astrologia
ai
la
filosofica,
quale veniva
suoi tempi sostituendo la mitologia, dato
abbandono
astri
non
olimpicamente
divinità
delle
lento
il
Gli
intese.
esercitano influsso di carattere superstizioso;
questo è frutto di false immagini, che per immaginazione popolare
Ma
mente.
si
frappongono
fra
e
essi
hanno
astri in se stessi
gli
la
nostra
la proprietà di
potere svolgere ed esercitare dall'alto un'azione com-
pletamente comprensibile
Questa azione
fisico
e
si
astri sulla vita,
dal
punto di
terrestri.
presenta per Plotino sotto due /spetti
intellettuale.
tiene che ci sia
avvenimenti
sugli
un
sia
V
Sotto
punto
vista fisiologico.
discendono, o sono
riflessi
fisico
di
I
vista biologico,
sia
dai pianeti, portano su di
retto della discendenza della luce dal
non
do l'emanazione in senso
ri'
raggi della luce che
noi la forza delle stelle e rappresentano
quello terrestre. Plotino
egli
sempre determinato degli
influsso
dal
aspetto
:
il
tramite
mondo
di-
astrale in
sostiene a questo riguar-
stretto,
perchè questa
sì ri-
140
XXIII.
—
La cosmologia
elementi di
ferisce piuttosto ai sacrifici e a certi
ir-
radiazione del divino nell'umano. Egli considera piut-
luminoso come progressione
tosto l'influsso
diante le quale
A
e'
un breve scritto,
modo in cui le cose
anche
è
questa Enneade, sul
da lontane appaiono più piccole
viste
me-
esplica l'azione degli astri stessi.
si
questo proposito
ottavo di
fisica
ciò che risulta
:
dalla relazione angolare della proiezione luminosa, ed
è provato dal fatto
molte piccole
e così
sibili,
che molti pianeti appaiono invistelle,
mentre
sono
real-
mente grandi in forza e importanza. Ora, secondo il
nostro, le sensazioni qualitative dipendono nella loro
visibilità dalle sensazioni
quantitative: e quindi sono
proporzionali alle distanze. Tanto basta per intendere
come
1'
azione astrale risulti invisibile per
di spazio che vi si interpone, e tuttavia
oltre
il
minimo
se
non
volume
il
non
sì
annulli
nell'infinito materiale
che vi
sfugge.
Dal punto
che anche
mone,
e,
i
di vista
intellettuale
Plotino
corpi astrali siano presieduti
come
si
interpreta poi nel
ritiene
da un de-
medioevo, rap-
una intelligenza angelica. Ciò spiegava fino a certo punto i culti mitologici più sostanziali (cfr. Enn. IV, 4); ma spiegava
anche secondo Plotino una azione caratteristica degli
astri, cioè la commisurazione delle idee in
atto con
le idee in forma nella vita, specialmente, mondana e
terrestre. Sembrerebbe che le idee tendano a concrepresentino poi
tarsi
in
questi
1'
azione
modo da
di
fisica
sciogliersi
negli
vengono ragguagliandosi
individui
alle idee,
;
invece
per una con-
Le Enneadi
141
tinua riassunzione del loro carattere
opera degli
semplicemente individuato come quel
rappresentare
tornava in sé a
condo una
intendere
che era
tosto
l'
Il
morale e
chiamiamo
propria degli
antichi,
strettamente legale della nostra, e piutreligiosa. Essi
portavano un Dio nella
Tale
personalità, e questa veniva regolata dagli astri.
mondo
spiritualìstica del
istituito
nei riguardi della materia
tessuto o
il
accetta
possibile dalle idee
occhi stessi dello scienziato
;
dualismo
il
quale è pure
la
;
ma
tappeto del mondo,
per scendere oltre, per cadere
lontano
ne stacca
se
più lontano e
e cioè
si
due materie,
presenta agli
come materia
due specie
abissale.
come
cora formale, e cioè la materia
cipio
sottostante alle cose,
congiunta
con
le cose
la
stesse,
materia
di
;
che è
la
addi«v
una
an-
sostrato e prin-
quale è relativamente
con
loro forma,
la
quindi è come l'ombra che accompagna la luce
tra
più
il
Plotino, nel quarto saggio (12"), distingue
rittura
ap-
che era conforme alla maniera di
visione
il
ri-
tipo del filosofo se-
il
identità personale
meno
era
ma
filosofo,
certa universalità, che noi
punto platonica.
e ciò è
;
Platone non
ad esempio
Così
astri.
ideale
;
e
l'al-
vera materia, la vanità di quest' ombra
;
e questa è privazione (otépriaig) della luce, della forma,
delle idee.
Un mare
di tenebre prive di qualsiasi de-
terminazione possibile
tervalli e ai limiti
si
dei
apre costantemente negli in-
momenti
radiali della realtà.
Essa è la negazione assoluta; e per
biamo appoggiare sopra
posizione investe fino
di questa,
alla nostra
il
il
fatto
riflesso
che dobdi
tale
conoscenza di Dio
142
—
XXIII.
La cosmologia
con un mancamento che non ha più scopo,
una
e
de-
trazione totale di tutti gli elementi conoscibili e agi-
buio insomma della realtà caratterizza tale ma-
bili. Il
ma
teria,
la indica altresì
Ciò non permetteva
come
l'origine del male.
più di valutare
1'
aristoteli-
smo, come insistente sulla dottrina di una materia indefinita
smo
:
sì,
il
ma
uuica, alla stessa stregua
del
platoni-
quale già suggeriva di distinguere invece tra
materia come xóga o spazio vuoto puro e semplice e
la
come mancamento delle cose
idee. Avendo percepito così il
materia naturale
confronto
in
punto
(viri)
delle
debole della dottrina
Aristotele,
dì
nostro
il
procede nel saggio Intorno alla potenza e all'energia
{Enn.
5 [25°])
Il,
criticarne
a
i
princìpi
costitutivi.
L'errore dello Stagirita sarebbe quello di avere inteso
la
potenza e
l'
atto allo stesso
modo
campo
nel
della
natura, e cioè in potenza della duplice materia, e nel
mondo
dell'intelligibile,
dove non è
Nel mondo
l'indeterminazione, o nessuna.
la
potenza è distinta
dall' atto
e
la
bile dalla
forma che continuamente
ritornare
alle
intima
all'atto
idee
;
nel
mondo
se
ne distacca per
ideale la potenza è
siero potenziale e attuale), e la materia
alla
potenza
stessa,
teria in
namis
del pen-
deve ridursi
poiché l'essere puro non ammette
Ne consegue per
Plotino che la ma-
quanto concepibile è semplicemente
dell'atto e della
è inconcepibile essa
che
sensibile
materia è divisi-
(come nel caso tipico
stesso
materia naturale.
materia che
altra
l'atto
forma, e viceversa
non appartiene
:
la
dy-'
in quanto
alle categorie
;
e
(energeiaj viene a coincidere con la forma
Le Enneadi
del
mondo
determinando
naturale,
della materia
;
è la
143
forma
lo
sdoppiamento
stessa (in atto) nel
mondo
nella propria
ideale, limitando la materia potenziale
dialettica.
Ciò è chiarito anche nei due
timo dello stesso
libro (della
sesto e set-
trattati
[17°] e della mistione [37°]), in correlazione
categorie aristoteliche
delle
tica
forma
qualità e della
e
la
con
la cri-
restaurazione
delle platoniche. Plotino distingue l'essere puro, senza
relazioni, e l'essere sostanziale, al quale ineriscono le
Questo secondo è
relazioni.
che
si
determina quale
-
quantità
di qualità e
vera ovaia, la sostanza
la
quantitativamente
(qualitativa) la
:
e
i
rapporti
definiscono ap-
punto in modo fondamentale. Essi sono concreti solo
per una
sintesi
tipica,
quantitativa o atto
di
qualità
forma
pura e di
della qualità nella sostanza
come
suo accidente. Le qualità pure sono idee, le idee im-
manenti
fuoco
e
sono qualità, del sei^plice sostrato.
come
calorico
che domina
materia,
attribuirle
questi
si
la
il
un
Così
il
fuoco ardente sono qualità
che regna nel
tra loro
mondo
secondo
la
delle idee. Ciò
materia è la dialettica platonica. Essa,
non ne
ha,
invece
:
quindi è impossibile
principio della impenetrabilità dei corpi:
possono fondere e mescolare, poiché
caratteristica,
è
il
forma poste in relazione attuale
stessa relazione
la
e
la loro
che è l'ipostasi delle idee nel sostrato,
limite mobile e risolubile in altro dal divenire.
—
XXIV.
144
Provvidenza e gnosi
XXIV
pensiero di Plotino
Il
con
in sé stesso
specificatamente
si
che
quindi
cattivo
il
conchiude
e
che sono
saggi sulla provvidenza,
i
nono
il
trattajto
sostengono essere
coloro
raccoglie
mondo,
libro III, intitolati
« della
ed
il
i
del libro
II,
demiurgo
contro
cattivo e
trattati II e III
provvidenza
Con queste
».
ricerche Plotino conclude la sua polemica contro
gnostici,
i
quali cadono a suo
modo
vedere in
di
del
rore analogo a quello del materialismo e cioè
gli
er-
hanno
come sostanze quantificate, quelle che
sono invece momenti dell'idea, oppure dividono come
zone fisiche quelle che sono invece atti del pensiero. La
gnosi, come è ajffermato nel saggio del demiurgo catipostatizzato
tivo, cioè
«
contro
gli
gnostici », in tanto è la cono-
divino e dell' umano, in quanto
scenza concreta del
essa è conoscibile a sé stessa, e quindi
realtà
stesso
della
mente
e delle
che penetra in quella realtà
il
teria
nel
pura, o vera e propria
nemmeno
gire all' errore
;
cipio logico
ed etico
ma-
non
do-
contemplata, per potere sfug-
perchè
Quando
che è
la
induce
materia. Essa
essa è
appunto
male, e al male non bisogna dare
scerne alcuna.
momento
dell' essere
caso più forte dell'errore in cui
vrebbe venire
nella
mente. Questo è senza dub-
lo stesso realizzarsi della
bio
sue leggi
rientri
si
si
viene
l'
origine del
forma né ricono-
meno
incorre nel
a questo prin-
pessimismo. Le
concezioni gnostiche lo avevano ravvisato attribuendo
Le Enneadi
non
all'onnipotenza del divino
ma
della realtà
anche
tutti
145
solo tutti gli
aspetti
suoi valori e disvalori
i
quindi proiettando nell' opera del demiurgo anche
Un
male.
Dio buono e
drammi penosi
mini
un
:
responsabile
nel rendersi
Dio era conveniente
tale
non poteva
gli
alla mitologia,
uo-
ma
modo alla filosoun momento negativo e il bene
essere annesso in alcun
perchè
fia,
e
mondo come
il
incomprensibili che vi incontrano
di castighi
il
cattivo nello stesso tempo, anzi
intenzionalmente cattivo nel costringere
scena di
;
male
il
è
soltanto è veramente positivo
:
nessuna azione o crea-
zione o direzione degli eventi sarebbe concepibile se
non
fosse positivamente intesa e quindi buona.
ideali,
sta
il
si
forma
sotto
del
come la
male invece non si trova
bene
Il
considera
dialettica,
ma
spunta
sintesi dei
valori
nemmeno
in essi
soltanto al
limite
cosmo come ombra inafifórrabile e sfuggente. Reè vero il male da noi afferrato e sofferto nel do-
lore, nella malattia, nella tragedia
;
ma
questo male è
anch'esso di carattere spettrale, vale a dire che vi
presenta e
ci
tormenta come delimitazione
tenza di
non intendere
rificante
della sofferenza
bene
ci
:
la
umana.
stessa unità del
ciò risalta
presenta
.
il
Il
mondo
impo-
appunto dal cosmo
e la vita
buona,
bello, del
del
vero e del
stesso in
quanto
forma
dialet-
suo valore positivo nella
tica e progressiva in
e
significato espiatorio e pu-
artisticamente e logicamente
sono opera
Dio che è
il
si
cui è nato, e con tutta la realtà
del pericolo da cui è emerso o su cui è sospeso, cioè
il
pericolo dell'abisso.
CARAMELLA
—
La
Filosofia di Plotino.
io
—
XXIV.
146
Provvidenza e gnosi
mondo, che
Soltanto con tale visione del
il
relega
male nel momento puramente negativo della disper-
sione, è possibile salvare la saggezza antica nella sua
Gli gnostici di cui
razionalità.
sformano
madre
occupa Plotino,
si
invece Sophia in una
mostruosa
del demiurgo ribelle, e straziata
divinità,
nella molti-
plicazione delle anime che scendono a subirne
ventura tra
chi eletti,
gli
al
bene
elementi malefici da lui creati.
Dio
di
« figli
provvidenza e
tra-
l'
A
av-
po-
è concesso di godere della
»,
della salvezza
il
:
a negare
che viene
l'universalità e di fatto e di ragione.
La fede
platonica nella validità della reincarnazione, accettata
anche dagli gnostici, non basta ad arginare simile decadentismo.
Esso è apparso anche ignoto,
fisionomia storica
:
ma non
retorica di Plotino per appuntare
A
favore del bene assoluto.
tevolmente con
le
nella sua
ai critici,
è certamente
i
costruzione
suoi argomenti in
noi pare rassomigliare no-
Sophia,
origini della Pistis
testo
gnostico conservatoci in lingua copta, e connesso con
la
dottrina monofista, che sorse e grandeggiò
secolo,
anche presso
continuata
mente era
dal
gli
cristianesimo
già rivoluzione
eresie anteriori, che Plotino
e nel suo
nel
IV
imperatori, per essere di poi
abissino
;
ma
evidente-
dogmatica di polemiche ed
ben poteva
ambiente e in quello intorno
già distinguere
alla scuola di
Alessandria da cui era uscito e nel suo paese natale,
non lungi
dal Nilo.
I
« figli
di
Dio
»
più antichi enigmi della tradizione biblica
esce anche
il
Satana come
uno
sono
tentatore (lob,
;
dei
e da essi
I).
La
si-
Le Enneadi
147
mulazione del loro misterioso carattere, rinnovato dall'
angelologia nascente,
eretico per simulare
il
un espediente
poteva
essere
nuovo
Figlio di
Dio adorato
dai Cristiani. D'altra parte la Pistis Sophia ci presenta
sapienza in lagrime di pentimento
la
rappresentare una seconda fase di
ligiosa,
e cioè
il
momento
:
può ben
essa
siffatta
corrente re-
della redenzione. Certo che
anche in questo, nella dottrina monofìsta, rimane vivo
il
satanismo, e rafforzato dall' astratta interpretazione
appunto
dell'unità del divino e dell'umano, che lascia
alla
materia una maligna
gini del
storica la
suo
acquista
sorgere,
critica
E
efficacia.
del tutto
quindi, alle ori-
importanza
singolare
indipendente di
Plotino,
ispirata dalla sua alta concezione dell'universalità vo-
Bene
e vittoriosa del
litiva
gatività del male. Il
pura ne-
divino, e della
demiurgo
mondo
del
il
Bene
gli
argo-
è
stesso.
L' autore delle Enneadi ripassa
menti della
quindi
teologia naturale secondo
indirizzo coerente col suo sistema
natura da cui
prova della bontà
risalta la
quel medesimo ordine
questo nuovo
che l'ordine della
:
quale deriva da un Dio
il
non
scendentale, cioè dall'uno inconoscibile,
soprannaturale
ma anche
punto rende oscillante e
la
mo
tra-
soltanto
sopramentale, quello che apdialettica
come
la luce
anche
nostra fede nel bene. Per confermarla noi dobbiarisalire e stringere
lo
sguardo
dell'uno stesso e considerare
del
divina è
male
il
nelle
profondità
problema del bene
e
sotto l'aspetto della provvidenza.
Plotino mostra di intendere chiaramente
il
con-
—
XXIV.
148
ormai vivo
trasto
Provvidenza e gnosi
tra la
concezione classica della prov-
videnza come fato e destino, ora amato, ora
ora legalizzato,
stato,
ma
immutabile, perchè è eterno,
e concepito e voluto fuori del
svolge,
—
contra-
tempo
stesso in cui
si
e la concezione cristiana della provvidenza
come problema
della libertà e responsabilità
umana
nella soluzione altrettanto amorosa quanto eterna che
ne ha dato
nel suo volere Iddìo.
non considera
la
Il
nostro
provvidenza come l'unica espressio-
ne della volontà divina nei nostri riguardi
dell'ordine cosmico
ficativa
il
quel
Ma
:
essa riflette nella
carattere trascendentale
quanto essa
si
filosofo
forma più
signi-
in
della divinità,
pone come anteriore
modo che Dio
e in quelli
alla riflessione
a
è superiore al pensiero (tò ejcéxeiva).
in questo la trascendenza indefinibile dell'uno
viene a fissare in una forma, quella dell'apriori
;
si
e in
questo caso sarebbe, come deliberazione divina, conoscibile, tanto
la
logicamente che temporalmente. Quindi
dice che bisogna
egli
provvidenza
stessa nel
stizia
insistere nella
è Adrastea
concezione che
(ASgaateia), e cioè la giu-
suo carattere
fatale.
Ciò non significa che essa chiuda all'uomo tutte
le
vie del destino per impornegliene
una
sola, e que-
l' incubo delle tenebre. Per l' atto stesso in
pone come apriori della vita la provvidenza ne
segue lo sdoppiamento nell'ordine fisico e nell'ordine
sta sotto
cui
si
morale, cioè offre sempre all'uomo almeno
due
vie
da scegliere, oltre quella del ritorno a Dio, che è
la
vera libertà dell'uomo e la sua palingenesi. Quindi la
Le Enneadi
149
provvidenza stabilisce quali sono
ma
della vita,
lontà
;
e
ciò
vincola la decisione della
anche
risulta,
praxis posta
niana della
forme e
le
gli aspetti
nostra
dalla stessa teoria
come un
momento
vo-
ploti-
di deri-
vazione o inerzia del pensiero, e che quindi in tanto
si
manifesta e ha delle esigenze in quanto
distin-
si
gue nell'ordine dell'apriori, per entrarvi, o uscirne se
meno
viene
a sé stessa.
La provvidenza
per sé è dunque l'attuale pre-
di
senza dei princìpi dialettici nelle cose e nei
modo
loro
nenza delle idee anche nella
r ordine
parusia o
di essere correlativi alla
fisico
zione della provvidenza
la
nel-
determina-
costantemente
riflette
il
imma-
vita empirica. Sia
che nell' ordine morale
e
fatti
gli stessi
caratteri del logos (o del noùs) e della sua eterna vita,
quella in cui l'amore, la filosofia
legati o
essere
con
r
una
della
imposti,
cercano
assenza multiforme e tuttavia
di
della
misteriosamente
maniera di
provvidenza
il
soggetto
della spiritualità del reale risente di naturalismo
come
provvidenza stessa essendo posta
dine
morale precostituito
(quindi
non
sofiche
ostante
del
la
naturalistico).
traddizione, da lui
Aristotile, e tuttavia
lo spirito puro,
bile,
come
sua simpatia per le
sincretismo.
Ma non
nella sua
tolta
la
forme
diminuisce
la
Ciò
natuteo-
con-
suo grande specchio,
intuita nel
non
:
natura e or-
farà di Plotino l'autore classico della religione
rale,
di
identificarsi
verità stessa. Certo è che tale
con la dottrina
porre
ma
non trovano mai
:
quella che l'Assoluto,
provvidenzi alita é immuta-
indefinibile nella logica, e quindi fatale
;
XXIV.
150
—
Provvidenza e gnosi
e la libertà dell'uomo è concepibile in
eleva
sì
verso
1'
nel raggiungerlo
deliberazione.
Assoluto, eppure
la libertà
non
svanisce in
quanto
lo
egli si
raggiunge
una
;
semplice
D.
Sintesi di Plotino.
XXV
L'attività letteraria di Plotino
253
con lo
studio
jcepl
era iniziata nel
si
xov nakov (Del
bello)
(I,
6)
:
vero e proprio testamento critico dell'estetica classica,
e in particolar
il
modo
del platonismo
neoplatonismo letterario
di Cassio Longino, e
si
composto
:
mentre
scritto
apriva con la
quindi con
retorica
l'
intento
di proporre altra conclusione e altra tesi alla
critica
del condiscepolo.
«Il bello è tale che occupa soprattutto
ma
si
la
vista,
riscontra anche nelle audizioni secondo le
forme
sintetiche del pensiero.
È
ogni forma di
in
musica,
sicché vi sono canti e ritmi che son belli.
Ed
alto
che facciamo
dalla sensazione, e belli
menti ed azioni e abitudini e
lezza della
esso
si
procedendo
esso presenta, nell'ascendere
virtù.
sé.
Che
proponi-
scienze e così la bel-
Se vi è altro bello
dimostra da
in
cosa é
oltre a questi,
adunque che ha
XXV.
152
fatto e
—
L'estetica iniziale
come
corpi rappresentarsi
i
provare le voci come belle
immediatamente
tutte belle?
E
?
belli, e l'udito ap-
quante forze dominano
donde mai
vita dell'anima,
la
Per un solo e
sono
motivo sono forse
istesso
belle tutte queste cose, oppure altra è la bellezza cor-
porea, altra quella che
sono belle,
Noi abbiamo
sto
per partecipazione
come
modo che
altri
;
appaiono
Che
belli,
è
adunque
belli,
in
che
principio
il
primo
muove
ciò che
stesso e
rapidamente per poi
scoprire anche gli
loro
e altro sia
questo è
ai corpi ?
spettatori, e l'attira a se
potremmo
nella
non
talora
piutto-
se stessi,
infatti
gli
tra-
li
Se troviamo
fa rallegrare dello spettacolo ?
questo principio,
esso
sono belli per
I corpi
per
belli
sia l'essere corpi,
punto da indagare. Che
li
l'altro ?
ma
corpi,
i
adunque questo
è
deve trovarsi presente
occhi degli
e quali cose
?
non sono
quali
esempio
pare che altro
essere belli.
scina e
i
natura della virtù.
la
identità talora
l'
oggetti
proprie sostanze, per
le
trova in altro
si
sono per un motivo o per
tali
tramite di
il
altri.
Si sostiene in generale, per così dire (e cioè dagli Stoici),
che una certa simmetria delle parti tra loro
e rispetto al tutto
forma
che
la bellezza
nella bella apparenza rispetto alla vista
a tali oggetti, e in genere a tutti gli
inquadra
e così spetta
altri
che
sono
di dovere soddisfare alle regole della simmetria
belli,
e della proporzione.
semplice,
bella
;
si
:
il
ma
Quindi
solo la
essi
non hanno nulla
loro sintesi
necessaria
di
risulta
loro insieme sarà capace di bellezza, mentre
le parti singole
non potrebbero
essere belle per prò-
153
Sintesi di Plotino
ma
pria disposizione,
che se
Cè
bello.
affinchè risulti
il
in quanto concorrono nel tutto
tutto è bello,
però questa
anche
non
sere belle, poiché la bellezza
ma
brutte,
si
da cose tutte belle. I colori di queste sono
ma
sono
essi
anche
non
semplici,
si
la luce
presentano
per simmetria, e quindi bisogna ammettere che
lezza
si
trovi fuori del loro esser belli.
è bello ?
es-
raccoglie da cose
quelli che segnano la bellezza, e cosi
del sole,
osservazione,
dovrebbero
le parti
E
lampo nella notte o
il
E
la bel-
l'oro,
come
la vista degli astri
per quali motivi sono belli? In quanto alle voci, poi
viene ugualmente in
la semplicità
questione
come
:
propria e distinta di ciascuna voce
la bellezza
di-
si
stingue molto spesso nella bellezza del tutto.
quando
Ora,
si
tratta di
immanenza
metria, talora l'aspetto stesso è bello, tal ora
Sicché bisogna
riconosciuto
punto
la
passando
la
ritenere che altro
come
sia ciò
della sim-
non
che
pare.
viene
bello per la simmetria, e che
ap-
simmetria é bella per altro principio. Se poi
ai
provvedimenti e
ai
discorsi belli
si
cerca
simmetria anche in questi, quale specie di simme-
tria
si
potrebbe
attribuire
ai
provvedimenti
leggi o princìpi matematici o scienze ?
bero essere
tri ?
vi è
i
teoremi simmetrici"
gli
belli
Come
o
potreb-
uni verso
gli al-
se è perché sono concordi, bisogna osservare che
una concordia
e analogia anche nelle cose brutte.
Poiché, (ad esempio, le
due proposizioni)
è follia »
ingenuità
e
« giustizia é
»
«
saggezza
sono consone e
convergenti e accordano insieme a vicenda. Ogni virtù
e
bellezza
dell'
anima, e bellezza
più
veritiera
che
XXV.
154
quanto
Non
precede
L'estetica iniziale
ma come
:
si
simmetriche
sono esse
sono simmetriche né come
numeri, anche se
E
—
parti dell'anima.
secondo quale ragione, invero, avverrebbe
o mistione delle parti o dei teoremi
l'intelletto
sostiene che
la sintesi
la bellezza del-
?
che cosa sarebbe, essendo
Quindi Plotino
come
grandezze né
ammettono più
?
da solo
egli
della
significato
il
? >,
bellezza superi quello dell'oggetto bello, e sia trascen-
dente rispetto ad esso così quando l'oggetto é
come, e a maggior
rale e logico e la
ragione,
delle idee,
conformità
:;>,
il
trattato
della bellezza del-
<(
V, 8 [31°]) e alla bellezza morale, in
della dottrina
platonica.
un punto
il
nostro,
che
si
trova fuori dell'oggetto
in se stesso; o
mo-
spiega col ricorrere al
sì
per
il
oggetto è
procedendo dalla bellezza sensibile
alla bellezza ideale (cfr.
l'intelligibile
fisico,
sua bellezza consiste nella relazio-
ne del bene e dell'uno. Ciò
mondo
quando
1'
bello è
altrimenti,
Ma
di
in sostanza,
valore
teorico
estetico considerato in
egli
propone
conside-
di
non come un'idea sola né come una
semplice armonia, ma come un principio trascendencon la
tale, che può coincidere oggettivamente solo
rare la bellezza
totalità del
mondo
delle idee.
Dobbiamo vedere
in tale
atteggiamento
iniziale
del pensiero plotinìano la precisa definizione del suo
distacco
dai
condiscepoli della
scuola
di
Ammonio
Sacca, e segnatamente da Cassio Longino. Questi pro-
pugnava, come abbiamo visto da principio,
extramentale delle idee platoniche
stra
che ciò che era
:
Plotino
fuori del soggetto, e
il
gli
valore
dimo-
conferiva
155
Sintesi di Plotino
tale aspetto dialettico alle idee,
de
l'eros,
era la bellezza
don-
;
passione della Sintesi cosmica ed estetica in-
sieme. Cassio Longino sosteneva l'oggettività della
tica estetica
cri-
e Plotino chiarisce che ciò che è ogget-
:
tivo in arte è la valutazione della trascendenza, cioè
un momento non più
scendentale
è
sopra lo spirito stesso,
E
vero sopramondo.
il
né oggettivo,
rivelazione dell' unità assoluta e
:
che regna
nibile,
soggettivo
invero Cassio
il
nostro dopo la sua morte, scelse
il
téXog?
ultima della
la finalità
ma
tra-
indefi-
e che sola
nel
criticare
come argomento
vita.
XXVI
Per cogliere
la sintesi del pensiero plotiniano nel
occorre
suo valore storico
ordine
lo sviluppo nel suo
:
la quale,
come
sistematico, ci presenta
saggi
da
di pensatore per sua natura
il
processo
noi lo vediamo
uno svolgimento
secondo
Plotino data
storico stesso
suo pensiero. Nel primo periodo della sua
teraria (252-263)
brevemente
genetico e cioè
cronologica degli scritti di
la serie
Porfirio
ripercorrerne
attività let-
seguire in
problemi
dei
del
filosofici
ventun
che
si
può dire continui a proporre l'indirizzo della sua for-
mula
iniziale, della coscienza classica
bellezza e della vita
trova che
cui
si
ma
di tutti
i
non
del culto della
come organismo armonico, ma in
solo
il
principio della
bellezza
valori della vita è fuori dell' individuo
XXVI.
156
—
Psicologia e metafisica
come organismo fisico, cioè la sua luce
immateriale, come è del bello. L'uomo
è
un punto
si
scopre così
essere superiore
un' anima ed
alla
soggettività
fisica,
mo-
essa immortale, perchè vittoriosa esteticamente e
ralmente dei lìmiti della
mortalità dell'anima [IV,
noi
stessi,
prio fato
bensì
il
:
ma
la
prova
(2°
dell'
7]).
mondo come
non
sua fatalità
im-
siamo
Quest'anima che
trova di fronte al
si
mondo,
sario e al
materia
al pro-
lega l'anima stessa,
e cioè deve ridursi all'ordine neces-
concatenamento
meccanico dei
fatti
della
natura, quell'ordine che nessuna arbitrarietà dell' uo-
mo può
violare (3° del fato
[III,
1]).
è interamente dello stesso tipo del
do anch'essa
come
il
ipostasi,
starsi
suo fato ed
mondo
ma
sta sostanza,
rattere
il
mondo, pur aven-
suo ordine mentale, è
perchè
mondo
la sostanza
nella qualità di quedell'
anima
è di
ca-
cioè determinata dal fermarsi e arre-
del logos nella regione del pensiero dell'uomo.
Per intendere questo Plotino definì per
il
l'anima non
nella sua caratteristica sostanzialità o
è diversa dal
logico,
il
Ma
concetto
di
immanenza, o logos
B
sostanza deiranimaf
la
prima volta
mènon
(4° della
[IV, 2]).
Conoscendosi come immanenza del logo, l'anima
si
eleva alla
verità uscendone, cioè
scendenza del logos
;
cercando
la tra-
e questo avviene per estasi, cioè
per trasposizione del pensiero fuori del suo uso empirico o psichico. Per questa uscita l'anima distingue
pensiero puro tre momenti o aspetti
nel
tali
:
l'intelligenza, le idee,
genza, e l'essere,
come
come
fondamen-
oggetto dell' intelli-
principio della dialettica delle
157
Sintesi di Plotino
idee in quanto esse sono
mondo
dell' intelligenza
oggetto
Nous,
intelligibile (5° del
dell' idee e
delV
o
es-
sere [V, 9]).
L' anima è gemella
essa rappresenta la
di quell' ordine
ma
ideale,
forma eminente nel suo incarnarsi
e introdursi nella vita organica e cosmica, cioè in for-
me
Quindi essa non
costituite,, sostantivate.
come
corpo
un
in
ma come
carcere,
stanziale dell' esperienza
nel
sta
campo
nel
sostanza (6° della discesa dell'anima nei corpi [IV,
parallelismo tra
Il
pensiero
ma
sé,
non
Quindi per
dal
primo
il
mondo
principio stesso (e intorno
una
(8" [IV,
»,
o cosmica. Per
unità
si
9]),
il
all'
ricerca
uno)
« se
ideale
quale sia
la
mostra
che segue
»
tutte
e cioè se vi é
mondo
si
ideale e vice-
il
le
primo
al
(7° [V,
come
«
4])
le
si
tratta di
;
in-
anime sono
un'anima
collettiva
problema della sua
un primo
prin-
dialettica per cui
princìpi ideali se ne svolgono. Invece nel
do psicologico
me,
ideale
risolve logicamente nel porre
cipio, e mostrare
altri
si
consiste però nella
mondo
principio venga ciò
vece per l'anima
il
nella loro simmetria, vale a dire
che l'anima è lo specchio del
versa.
8]).
pensiero puro e in sé e
il
come anima o per
loro uguaglianza,
so-
propria
corrispondente alla
cogliere, di
gli
mon-
fondere insie-
tendenze dello spirito per trovarne l'unità, in
cui esse ricevono luce direttamente dal
mondo
delle
idee.
Così Plotino
stare e
si
confermare
obbliga
le
prima di tutto
sue dottrine sulle
di
asse-
idee, e ciò
nei trattati intorno al bene e alVuno (9° [VI,
9]),
delle
—
XXVI.
158
Psicologia e metafisica
ipostasi principali (10° [V,
tre
1]),
della genesi e or-
primo (11" [V, 2]).
Come nell'estetica per la vita umana, così nella dialettica la determinazione dell'idea del bene ci porta
dine dei princìpi che vengono dopo
a scorgere
il
punto
il
di equilibrio
mondo
nel
ideale
;
questo è congiunto col principio di esso, cioè nell'u-
ne rappresenta
nità e verità dell'essere, e
ma
tributo fondamentale,
mente
CoQie
è
principio della
momento
nel
delle idee nel
riflettersi
il
il
estetico
semplicemente
tosto tale
il
il
come
trascendenza
più caratteristica-
mondo
non simmetrico,
così
primo senno delle
coglie
si
bene non
il
idee,
ma
piut-
di esse che lascia intrave-
ma
soprannaturale
lo
chiamò
il
pura.
Invece
la
anche
nostro
il
sovrain-
o la
Gioberti,
connessione tra
mondo
princìpi dominatori del
e nella vita.
bellezza nella vita
unione o centro
dere non solo
telligibile,
definisce
terzo at-
il
i
tre
delle idee, rivela che
queste ne scaturiscono per lo sviluppo delle categorie
quali secondo Plotino
le
non sono
tutte
:
equivalenti,
ma
corrispondono ad una gerarchia logica, che ha
suo
momento
il
naedio nella qualità e nella modalità è
e termina qiioad nos (cioè potenzialmente) nello spa-
zio e nel tempo.
tra
il
mondo
Ciò porta a considerare la differenza
ideale e
il
mondo
permanere in questo delle idee
per
e scoprirla nel
e dei princìpi
ideali
loro connessione con la materia.
la
carattere della materia
Il
le
fisico
due
materie
(12°
[II,
4]).
si
definisce considerando
Prima
di
tutto
quella
connessa con forme ideali e dominata e rimpastata da
queste
:
essa rappresenta
il
loro limite di espansione,
Sintesi di Plotino
ombra
la loro
ma
cerca
sostanza,
ma
in realtà
non
sostrato.
mondo
il
non
trova se
si
E
essa
si
sotto la
tuttavia essa in questa for-
né può avere propria figura
è indefinibile,
considerando
che
diffusione, l'oscurità di ciò
di
come
159
nel
solo
:
cioè con
suo insieme, e
le realizzazioni della dialetticità dell'idea nel suo svi-
luppo integrale,
e ci
minaccia
vede che rispetto ad essa
si
la
In secondo luogo
materia come limite
della
spersione assoluta oltre all'estremo limite
che è l'origine del male in
mondo
Come
del
si
salva
si
il
nella
costituisce in
idee
vitale ne-
contrapposizione
[II,
mondo
dal pericolo di sciogliersi
come inversamente
unità intellettuale, in modo da
materia, e
emetterla da sé (13"
ed
conglobarla
diverse »
9]),
spiega
si
col
«
considerazioni
porre
un
principio
unico del movimento e dei fenomeni cosmici e
la
di-
ideale.
continuamente
esso
totalità.
delle
come principio
e della vita, cioè la materia
gativo,
sfugge
come annullamento o
materia
la
ci
cicloforia (14°
[II,
2]).
cioè
Noi invece come anime
da un demone,
vi-
ci
ha
avuti in sorte, vale a dire che è legato a noi da
Un
venti siamo sostenuti
il
destino reciproco e per questo destino
ci
»
[III,
maniera
la
sica della possibilità del
suicidio
e
(jt8Ql
si
del
eiiÀóyo'u
diritto
slaycoYfjg
:
sostiene e
ci
ha
4]).
Si ripresenta in tal
platonica
ci
demone che
dirige verso l'eternità (15° « del
avuto in sorte
quale
umano
16°
[I,
a
9])
questione
della
farne
clas-
negazione
uso.
Plotino
nega a sua volta che
possa liberare l'anima dal corpo
violentemente, o
—
XXVI.
160
in altro
Psicologia e metafisica
modo che seguendo
ragione
della
vie
le
e
della mistica.
Per
rapporto demonico tra
il
nente dell'anima e
vi è
è
imma-
pensiero
il
pensiero trascendente dell'idea,
il
una categoria meramente comune a entrambi ed
quella della qualità
;
vale a dire che studiando
solo la vita dello spirito o la stessa psicologia,
punto
la logica dal
quantitativo,
vero
(17°
si
qualità
della
e
può considerare
si
la logica stessa e la
forma qualitativa,
che
mondo
del
»
6]).
[II,
primo
filosofo
psicologia e l'etica in
di qualità essenziale, e cioè acquisì
comprensione integrale,
quella forma di
alla filosofia
forma
il
anche
invece
qualitativo
vista
penetra senza equivoco nel
« della
Quindi Plotino
che trattò
di
non
penetrante che era prima considerata propria soltanto
della poesia o del mito o della rivelazione.
Invece
mondo
il
della intelligenza
umana
e quello
della intelligenza ideale ritornano a differire nel pro-
blema classico nella metafisica, impostato dalla polemica tra Platone e Antistene (18° « se vi sono idee
di ciascuna specie »
[V,
7)].
Per Plotino,
la moltipli-
cazione delle idee in relazione alle specie
rienza e del
logica, e
mondo
cioè
alla
fisico è correlativa all'intelligenza
quantificazione dei predicati. Ora
questa quantificazione
delle idee,
sono
i
ma non
dell' espe-
si
verifica
anche
nel
mondo
dà luogo ad altrettante idee quanti
processi di quantificazione, perchè questi sono
indefiniti e indeterminati, cioè rientrano nella materia:
bensì a quante ne sono
categorie.
poste
dalla
dialettica
delle
Sintesi di Plotino
161
Il
primo periodo della
tino
si
conclude con l'esame dei problemi
dell'
idealismo e cioè
attività sistematica di Plo-
delle
virtù,
soggettivi
della dialettica, e
dell'essere l'anima tra divisibile e indivisibile
21°:
2;
I,
II,
3; IV,
verso questo esame
il
Egli viene
1).
a
del soggettivismo
principio della dialettica
(19% 20°,
porre
attra-
tipo
stoico
di
come processo
compren-
di
come
sione dell'assoluto e di ritorno all'assoluto, cioè
metodo
analogo
momento
al
trascendentale.
quindi di carattere
primo periodo
in questo
tutti
egli
ha
princìpi e
dei
Così
risulta
ripreso
in
problemi del platonismo, e mostra
i
vivendo nella loro dialettica
forma neotérica da
nella
ideale
si
debbano
che
esame
come
essi
riproporre
lui prescelta, o del
neopla-
tonismo.
Qui
troviamo di fronte a due opinioni
ci
stori-
Una è quella dei neoplatonici
Rinascimento che vedemmo illustrata da Marsilio
che già formulate.
cino nella forma che Plotino interpreti
il
riposto della filosofìa platonica, cioè la
dottrina
terica
che
secondo
avrebbe
sostenuto
discepoli
non
da Plotino
del
invece con
pitagorico
scriverla
Ti-
significato
eso-
anche Platone
né diffonderla
ai
Quindi nell'interpretazione data
Facino dichiara di sentire la voce stessa
Platone.
gli
essa sostiene
uso
senza
provetti.
il
divino
l'
del
storici
che
il
La
seconda
opinione
si
formò
della filosofia nel secolo scorso
neoplatonismo
venne
;
riformato
da Plotino come sintesi tra platonismo e aristotelismo.
Quindi
egli è platonico nella
aristotelico nella dottrina del
CARAMELLA
—
La
Filosofia di Plotino.
dialettica delle
noùs
(e
di Dio),
idee
e
platoii
—
XXVI.
162
Psicologia e metafisica
nico nella teoria dell'anima e aristotelico nella teoria
della sostanza
:
trovando sempre
giunzione e d'equilibrio fra
il
fisica
le
e la
Ora
tanto
morale
assume
fra le tre scuole
estrinseco
nella
dogmatiche,
cioè
e lo stoicismo.
giudizio di tali storici moderni
il
Noi vediamo
come quello
di fatto
è
altret-
dei loro predecessori.
che Plotino non rivela
inconfermati della dottrina
egli
filosofia.
stessa posizione di sintesi egli
due considerate
con-
di
due scuole in maniera
le
da unificarle in un solo sistema di
La
momento
platonica,
e
segreti
perchè
ciò
esplicitamente discute e mostra diversa dalla pro-
pria la dottrina di Platone. Egli è veramente neopla-
tonico nel senso che riprende
li
riporta a più
decisa
e
i
problemi platonici e
avanzata
Ed
soluzione.
è
neoplatonico perchè tra Platone e lui c'era stato non
sólo lo stoicismo
filosofia si
ma anche
il
cristianesimo.
svolge intendendo continuamente
mi del cristianesimo, senza
E
i
la
sua
proble-
quali esso
non sarebbe
L' interpretazione dell' aristotelismo
viene svolta
i
comprensibile.
XXVII.
da Plotino in forma
appunto
il
II
critica,
e
questo
periodo della sua
saggi composti del
262
al
267,
intento occupa
attività.
egli
Quindi
rielabora
nei
vari
problemi del sistema aristotelico e neoaristotelico per
sostituirli in
forma metodologica. Pertanto questo pe-
163
Sintesi di Plotino
riodo
la
si
inizia coi saggi
sull'essere
sua universale unità e identità;
che
:
carattere meta-
il
noetico, e superiore al pensiero, dell'uno
chia dei princìpi intelligenti
semplicità dell'essere, l'identità del
la
e la gerar-
;
Essi attaccano
(1).
ca-
i
dato
che
la
pensiero
con
il
pisaldi stessi della dottrina aristotelica
primo principio, e
riguardano
;
posizione del logo in Dio, erano
proprio quei princìpi per cui Aristotile s'era staccato
Di poi
dal platonismo.
Plotino
della dinamica e dell'energia (2)
sce
il
concetto aristotelico
correlativa
con
all'atto
di
ad occuparsi
passa
e qui egli sostitui-
:
dinamismo
quello
risoluzione della
di
materia, nella forma del principio
o potenza
dinamico
e
cioè
attuale di per se stesso, che poi è invalso nella storia
Le dynameis sono per
della scienza.
lui
nella loro inerzia materiale, mentre le
nel loro sviluppo,
le forze stesse
ma
forze
le
energie
sono
in quanto legate
o definite in una qualità specifica. I saggi psicologici:
dell' impassibilità
sull'anima, e
tre di questioni
i
trattato sulla teoria, e la dottrina della
il
bellezza ideale
forte
dell'incorporeo, e
continuano a svolgersi come
(3),
polemica contro
i
Egli
peripatetici.
in
molto
sostiene che la scuola di essi abbia impostato
esattamente le questioni psicologiche
samente elaborato
traviata da
un
la loro
(1) 22»
(2)
25o
-
23<» (VI, 4-5)
(II,
;
come
24o (V,
ma
abbia scar-
soluzione, e questo perchè
falso concetto
nella sua eticità, cioè
;
di
considerare
definita nelle
l'anima
sue inten-
6).
5).
(3) 26o (III, 6)
;
27o
-
una
genere
29° (IV, 3-5)
;
30" (III, 8)
;
31o (V,
8).
—
XXVII.
164
Aristotelismo e misticismo
Ora queste sono
zìonì.
remo
storiche
:
forme che
tra quelle
una speculazione
quindi
noi di-
fondata su
di esse è piuttosto la storia dell'anima, quale si è svolta
umana, che non
nelle epoche della vita
Fanima come principio
Ciò corrispondeva ad una
stessa ispirazione
la teoria del-
eterno.
filosofica
dì
interpretazione
Ammonio
Sacca
della
e alla
critica
che ne risultava dall'aristotelismo. Questo, per
amore
di sistema, aveva ridotto a unità
che Platone aveva distinto
idee
alla
:
indotto
speculazione l'esigenza di una unità esistenziale,
che invece secondo
senziale,
classico a
—
può
essere soltanto
mantenere in modo esclusivo
il
es-
pensiero
le esigenze della
Occorreva quindi rivederne tutta
per ragguagliarla alla totalità
la tradizione
lettica.
nostro
il
e aveva quindi forzato invece
formalistica.
logica
Invece Plotino
si
della dia-
riconosce ironicamente
stotelico nella posizione negativa, cioè
fatte
categorica le
cioè aveva
nelle
ari-
critiche
da Aristotile alle dottrine filosofiche diverse dal-
l'ispirazione platonica e che certo sono ancora adesso
assai varie.
Ciò
si
vede nei saggi sulla relazione
tra
l'intelligenza e la mente, contro gli gnostici, dei nu-
meri, sulla visibilità degli oggetti lontani
Finalmente nell'ultimo gruppo di
condo periodo, che formano una
si
scopre
il
(1).
scritti
del
se-
serie assai connessa,
motivo di questo severo atteggiamento nei
riguardi di Aristotile e della scuola peripatetica. Plotino entra in polemica
(1)
32o (V, 5)
;
33°
(II, 9)
;
evidente
34» (VI, 6)
;
con
35°
(II,
Alessandro
8).
di
Sintesi di Plotino
Afrodisia, grande e geniale tra
ristotile,
ma
165
commentatori
i
appunto che avevano
tra quelli
A-
di
inteso
trarre l'aristotelismo alla dottrina più lontana e più
di
diversa quanto era possibile da quella di Platone. Per-
tanto egli riteneva che secondo la dottrina aristotelica
non
potesse provare la immortalità dell'anima indi-
si
viduale. Quindi egli poneva che
ma
tesi,
il
mondo
pensiero fosse sin-
Come
brano
piccole »;
«
le cose
vedute da lontano
Se
sia
estensione di tempo
»:
«
(che
opera di Alessandro
«
riferisce all'
si
Perì mixeos »)
;
Della volontarietà
scono
al trattato di
marmenes
si
essere
»;
riferisce al
«
«
»,
la
si
bene
»;
Del cosmo >
:
con
il
che
si
Alessandro di Afrodisia
«
al
De anima
il
Perì hei-
nostro autore perviene a trattare
è agli opu(2).
dei
dell'essere, in tre saggi, e dell' eternità e del
La polemica
si
connetta anche probabilmente
col
un Prosene (260
;
270)
41» (IV, 6).
44o (VI, 1-3)
(3) 42o -
stava chiudendo
si
(2) 35° (II, 8); 36» (I, 5)
;
37»
(II, 7)
;
;
45»
(III, 7).
;
:
Da
ul-
generi
tempo
fatto
Peripato in quel torno di tempo, e con la scarsa opera di un
1)
riferi-
Della sensazione e della memoria», che
suo commento
timo
(II,
»
moltitudine delle idee
de sensu e de memoria di Aristotele
e di
in
felici
di Afrodisia
scoli
(2)
sem-
Della mistione nella totalità
Come
«
possibile
1'
ipostatizzata e quali rapporti essa ha
sia
«
«
ma non mai
combatte vivamente nei seguenti
unificarla. Plotino lo
(1):
e
volontà uma-
la
distinguersi dalla volontà cosmica
trattati
forme
sincresi o mistione delle
Quindi sosteneva che
degli elementi.
na può
il
(3).
che
il
Ammonio
e certo in seguito ad essa.
38° (VI, 7); 39° (VI, 8)
;
40°
XXVII.
166
—
Arìstotelismo e misticismo
La dialettica platonica,
do nella polemica con
smo,
come
tutta la sua
ampiezza
la
era venuta
peripatetismo
il
affinan-
e Io
stoici-
per instaurare e sostenere
risulta sufficiente
gli
si
piena teoria delle idee e delle
loro relazioni. Questa nella forma datale così dal noè tale ormai da superare
stro,
giosamente e artisticamente,
logico
:
i
ma
secoli
non
solo reli-
anche nel suo valore
e spiega anche da sola e la fortuna ideale del
neoplatonismo, e come esso
sia
predominante
nella
storiografia degli stessi studi platonici.
A
punto bisogna però
questo
che
rilevare
nel
suo esame critico dell'aristotelismo Plotino era venuto
svolgendo
dente
i
del
stoicismo, vinte
questi
vede sorgere una
ritualismo, che
il
platonismo,
quasi
il
superati
le posizioni degli
quelli
epicurei.
quattro
mobili pilastri
filosofia
nuova, quella dello
periodo
suo sistema
fino a questo
E
dialettici
spi-
pensiero greco aveva idealizzato
non aveva potuto concretare
Nell'ultimo
la filosofia
di vista suo personale. In questo sono
problemi
insomma su
si
platonica classica, e quindi
venuto anche a ripresentare tutta
un punto
criticati
dello
proprio sistema come distinto e indipen-
dalla stessa scuola
egli era
sotto
il
ma
momento.
Plotino
espone
filosofico definitivo, a cui
bisogna
della
sua
vita
appoggiarsi per comprendere la posizione del suo pensiero;
«
ipostasi
della felicità », < della provvidenza »,
conoscitive e del trascendente »,
re », « che cosa è
nella vita »,
«
il
male
che cosa è
»,
« se gli
la vita
« delle
« dell'
amo-
astri influiscono
e che cosa
è
1'
uo-
167
Sintesi di Plotino
mo
«intorno
»,
Questi
al
primo bene
misurano appunto
scritti
e alla
l'altezza e l'originalità
della sua speculazione nel trattare
ma
tradizionali,
platonica
rinnovare
questo era
il
che questo era l'avvenire da
e plotiniana,
:
argomenti
gli stessi
una nuova forma, neor
punto di partenza da
riformarsi in
che
;
felicità» (1).
incominciare.
Certo essa era consona alle esigenze dell'Impero
di cui
il
suo autore era divenuto
il
più profondo
fi-
e dell'epoca di cui egli interpretava gli spiriti
losofo,
La
e le tendenze.
aveva definito
mondo
il
greca propriamente
filosofìa
ideale della
detta
scienza e della
come si erano venute costituendo nella loro
Ciceclassicità. La filosofia greco-romana, dall'età di
rone a quella di Marco Aurelio, aveva riconosciuto e
sapienza,
rivendicato nella vita
della storia, da
forme eterne
le
cui quello stesso
del
mondo
diritto
era
ideale
sorto. Il pensiero cristiano nascente, in tre
secoli di
fiammante testimonianza, aveva elaborato nella sua
riginalità
la
rivelazione di Gesù,
creazione
della
tempo
di
nuova
maturo
un confronto con
esso da parte
o-
dottrina
redenzione. Era
e della
della tradizione greca e
la
e
del
il
fiore
romana, confronto che doveva
preludere e alla loro conciliazione e al rinnovato contrasto e alla loro sintesi definitiva. Plotino è
di siffatta maturità
non
aver dimostrato,
tempi, e
dei
vi
manca.
(3) 46» (I, 4); 47» (III, 2); 48°
51o
(I,
8y
;
52»
(II, 3)
;
53»
(I,
1)
;
11
(III, 3);
540
(I,
7).
il
filosofo
come crediamo
di
segno da lui lasciato
49° (V, 3);
SO» (III, 5)
XXVII.
168
—
Aristotelismo e misticismo
ne riprenderà
le
mosse
Rinascimento, e ne seguirà
le
traccie
nella storia è così forte, che
senza esitare
il
moderna. La sua forma specula-
tutta la speculazione
così nitida,
tiva è
più cesellato
il
didatticamente
tutta
Le Enneadi sono ad un
manuale e la storia ideale più
e la scolastica.
la patristica
tempo
che illumina
vivace della filosofia classica che questa ci abbia tra-
mandato. Esse suggeriscono appunto
l'idea di
una
trac-
intima e molteplice del pensiero antico, da seguire
cia
per intenderlo e da elaborare per comprenderlo, quale
fu
posta in rilievo con l'autorità di esse specialmente
dalla filosofia bizantina e dalle scuole
anche per
tore è
filosofo
paragonato
il
sua figura,
la singolarità della
il
il
protestanti.
antico al quale meglio
più singolare dei
filosofi
E
loro au-
il
può
venir
moderni, cioè
Kant.
Si
può domandare come
portanza
storica duratura
con
della sua dottrina dell'Uno
ge anche categoricamente
Essa è dottrina di
anche
in
critica,
:
si
il
accordi tale sua im-
valore caratteristico
quella per cui egli emer-
nella storia
della
filosofia.
non comune profondità mistica e
quanto come abbiamo visto riduce
l'unità astratta a unità trascendentale e quindi risolubile nel corso vivo della volontà.
assai
quale
meglio
è,
sì,
l'
unità
ma
trascendentale.
medesima per
l'
la
idealità
è insieme presente a se stessa
autocoscienza, in tutto
ramente
noi intendiamo
forma del concetto,
la
trascendente se
continua del vero,
come
come
Ma
il
suo valore, e cioè ve-
L' unità volitiva del reale è
dogmatica e incoerente, e appunto conduce
alla teorìa
Sintesi di Plotino
di
un principio
essa
indefinibile, che è altrettanto contrad-
quanto quella del noumeno kantiano in cui
dittoria
ripresenta. L'unità mistica,
si
tre la
169
,
quando trabocca
forma della religione, che ha appunto
di risolverla
in
dell'incertezza,
fronta
non
ne
dell'idea. Plotino in realtà
problema per restringere
il
af-
mole
vacillante
la
ol-
compito
dubbio e
del
fonte
pensiero, è la
il
nell'ammissione di un limite e di un'astrazione di cui
cerca invano la concretezza. Esso era stato posto nella
platonismo da Senocrate, per l'esigenza del
storia del
"
monoteismo puro, o
mente
al
deistico
;
ed era riproposto attual-
nostro dall'Impero stesso, nel suo sforzo di
unificazione formale e materiale della civiltà, che do-
veva interrompersi fortunosamente di
sorgere poi più felicemente nel
lì
mondo
a poco, e
ri-
del pensiero.
Plotino ne approfondisce tutta la drammatica. interioe addita nella stessa dottrina dell'Uno quale
rità,
sia il
punto debole, e pure con
montabili
non
:
promesse
la relazione tra pensiero e
domandando
al
La volontà come fede
pensiero la
perarlo e di ribellarsi ad esso.
soluzione
e impe-
della
Il
culto
che
alla
ma
Ma
analisi,
di suin-
non ba-
reminiscenza e alla nostalgia dell'antico
interrogativo del
volontà.
pro-
bene
del
teso nel senso dell'ontologia e dell'eudemonia
l'
Essa
volontà.
pria tragedia e dei propri enigmi, minacciava
sta
insor-
era più soltanto quella dell'intellettualismo creata
dalla morale ellenica.
rio
tali
ne
momento
esige la
dialettica
per la dialettica noetica essa
oltremoiidana
e inafferrabile
è,
:
della
in ulti-
dall' intel-
XXVII.
170
letto.
—
Aristotelismo e misticismo
riconoscimento della
II
Plotino di
tentare
estrema prova
1'
dell'intellettualismo puro
la
il
:
non
difficoltà
ricostruzione
di
mondo
suo
toglie a
delle idee è
un
molteplicità dell'intelligenza, lo svolgimento di
princìpio
logico,
cui
la
realtà è
semplicemente
sot-
tintesa.
Tutte le sue testuali indagini sui concetti fonda-
mentali della
filosofia
sofìrono
deduzione della volontà
ma non
che
volontà pura
la
vi riesce
poiché
conclusiva,
sempre
:
la
impositiva,
presupposto di
il
come
sia,
tormento
di tale
essa è
rivelazione misteriosa
dell'Assoluto, indeducibile. Egli vivifica la saggezza con
ma
come sentimento ha
le sue radici solo nell'indeterminato che incombe nello
stesso pensiero, e si dispiega come desiderio dell' indefinito. Egli riconosce F immanenza, ma essa è conil
culto dell'
amore
:
questo
dannata nella materialità e nella
Quest' ul-
praticità.
tima, lucidamente chiarita nei suoi motivi, è
ritenuta
come
Il
del
ri-
tempo, quale simbolo tipico del-
l'esperienza, è eterogeno.
mondo
Le
ipostasi che
gnano un punto debole
:
definiscono
come
così naturale
sono forme correlative, non proprie
r
lui
obbligata a rinnegare se stessa per
trovare la teoria.
la concretezza
da
anch'esse
ideale
desi-
della logica antica, che è poi
istesso della metafìsica, cioè l'esigenza
dell' unifica-
zione in re mentre che in niente. L'anima, la vibrante
psiche luminosa e misteriosa, è scissa nell' anima
lo-
gica, la cui fonte è in Dio, e nella vita naturale, ipostatica,
mediata dall'anima del mondo.
tino è immanente,
ma non
lògos di Plo-
Il
è incarnato
:
la
sua espe-
Sintesi di Plotino
171
ijenza è soltanto nella dialettica rivelatrice dell'essere
e del
bene
:
la radice
della sua personalità,
oltre la
moltiplicazione ontologica e pratica delle anime, sfugge
ragione, nell'eccesso trascendente dell'Uno.
alla
La
dialettica di Plotino è assai superiore alla tra-
dizione antica e ne rappresenta
namento, e per
la
compattezza
più alto
il
dell'
perfezio-
organismo logico
che essa ricostruisce, e per lo sviluppo della
speculativa,
e sopratutto per la coscienza
stioni insolute dal
a
mondo
dualismo
;
delle que-
classico e la loro riduzione
momenti formali (immanenza,
smo,
analisi
trascendenza
;
moni-
unità e molteplicità) e quindi ripro-
ducibili nella storia della classicità stessa per trovarne
altra posizione,
merito
tale
tosto, e
sia semplicipraente sistematico
delle categorie
stianesimo
possibilità
è,
si
:
ma
esso è piut-
:
romane
ricerca e
stabilisce
parole,
la
medesima per cui
di fronte al
formalmente
risolverne
i
era
essa
vive,
si
problemi.
la filosofia
si
eternamente
giudica e
nuova, e conclusiva.
Il
sta-
discute
dell'astrazione
propria
:
ma
mi-
solo intendere tale
testamento, e riaprirlo, affatica poi tutto
Né
le
quell' astrazione
l'astrazione della filosofia, e cioè la sua
stica,
cri-
creazione dell' astratto di
tuaria e implacabile, con noi, e
continuamente. Vi era
ploti-
connessione storica
elleniche e
per esse attuali di
in altre
la
tutta la storia di quell'Impero, e di
di se
può dire che
appunto, analitico. L' analisi dialettica
niana non solo scopre e attua
Essa
Non
o la soluzione.
potrebbe ancor dire che Plotino
il
Medio Evo.
sia
gnostico,
—
XXVlI.
172
per
la
sua dottrina dell' indefinibilità dell' Uno. Tale
conseguenza ne fu
da
Aristotelismo e misticismo
stesso nella teoria della libertà. Plotino è gno-
lui
che
stico soltanto nel senso
cismo
dal Kant, e di poi superata
tratta
;
la
attuale flusso
1'
drammatica.
dalla
lizzato
sua
Il
forma negativa non
carattere
il
restringe le forze del
ad un tempo
concretezza
antico nella sua
compito
ma
regresso
del nuovo,
pensiero,
la
sperabile nel suo
del futuro
Plotino cerca la
sintesi
effettuale, e
giudizio storico. Quale che fosse ai suoi occhi
stianesimo,
vo-
divina da lui vagheggiata in
bensì le aggrava. Cioè segue
il
;
nella
concetto rea-
logica è limitato solo dal
lontaristico dell'infinità
mondo
lo gnosti-
della vita
regresso nel
nell'infinito della sua metafisica
dei
combatte
sua mente rifugge dall'artificio e dalla con-
venzione, per amare
sua verità
egli
cri-
il
risposta ai problemi so-
prannaturali e attuali da esso rivelati, nella stessa
fi-
E
la
Atene
losofia delle scuole di
risposta
che
s'
è di Alessandria.
impone per opera sua
all'
attenzione
delle epoche è che la via regia della storia, su cui
nuovi pontefici non avrebbero
nare,
disdegnato di cammi-
doveva riconoscere più che
nità della Grecia e di
i
dirittamente l'eter-
Roma.
NOTA BIBLIOGRAFICA
Ricordiamo ancora alcuni recenti scritti che considerano il valore
A Tilgher, Plotino (« N. Ant. » 1920;
attuale della filosofia di Plotino
:
e in «Filosofi antichi»); G. Guzzo,
La
psicologia
di Plotino
(Napoli,
Sintesi di Plotino
Perrella, 1926)
;
173
G. Mehlis, Piotiti (Stuttgart, Fromann, 1924)
tile, Sistema di logica, voi. II (Bari, Laterza, 1924)
losofia e mistica nel
pensiero
di Plotino
vita interiore
KOWSKi. L'esthétique di Plotin
Der
Begrijff
der Seele
et
G. Gen-
;
M. Marucchi, Fi-
(« Riv. di filps. », 1925); G.
Capone, La teoria della sensazione in Plotino
selli, Plotino e la
;
(«Rivista
(»
Logos
»,
1924)
;
E.
di filosofia», 1938);
MorKra-
son influence (Paris 1929) Kristeller,
Plotin (Tùbingen, 1929) ; Nebel,
;
in der Ethik
Plolins Kalegorien der intelligihilen Welt (Tiibingea, 1929).
E.
Le scuole neoplatoniche
XXVIII
L'insegnamento di Plotino ebbe
sequenza di discepoli
nell'
una immediata
ambiente romano e
vi fu
continuato come scuola romana nel neoplatonismo.
primo nome che occorre
Il
ancora rilevare per questa
scuola è quella del suo primo e fedele
discepolo A-
melio Gentiliano, di nazione toscana; quegli aveva raccolto già per sé solo
l'
frutti
del
primo periodo
insegnamento di Plotino, di cui non
trattati
ai
i
:
ed
grandi
essi
filosofi,
ci
del-
rimangono
consistevano in cento serie di scolii
cioè a Platone,
Aristotile e Crisip-
pò. Questo materiale dovette essere
usato in
seguito
per la pubblicazione dei commentari neoplatonici;
egli
pare
Amelio
la
si
occupò anche personalmente di svilup-
dottrina del
maestro e specialmente di
cordarla con l'insegnamento di
suoi
a
predecessori. Tra questi
Numenio
ma
Ammonio
egli
riac-
Sacca e dei
preferì ricollegarsi
e questa preferenza rimase
fondamentale
per
—
XXVIII.
176
Amelio e Porfirio
quella che intende
camente
i
Amelio metteva in
Ammonio
videnza, delle dottrine di
e-
Sacca e Numenio,
tre princìpi della realtà platoni-
e in relazione al trinitarismo cristiano, cioè
come Dio,
Essi,
Ma
scuola neoplatonica.
la
il
Demiurgo suo
secondo Amelio,
e
figlio,
il
« piccolo figlio ».
possono definire, in seguito
si
all'insegnamento di Plotino,
come
pio che possiede tutto, e
principio che vede tutto.
Quindi
ciò che
ma
è,
l'
non
Quindi
è superiore
la stessa
che
ad
1'
da cui
è,
essere è legato
opera del
suo
stro nel senso più conformista alle
difficoltà di
più affezionato
stesso secolo, e cioè
che aspirava a superare
1'
antitesi
mae-
tendenze dell'epoca.
mantenere e di svolgere
di Plotino nel suo
al-
esso.
discepolo modificava l'insegnamento del grande
Questa
di
come specchio
intelletto
Invece per Plotino
realtà.
l'intelletto,
l'
princi-
il
significato
il
colui
di
significato
il
intelligenza e
essere,
non
egli attribuisce all'essere
procedono
della
il
1'
tra
il
pensiero
come pensiero
paganesimo
e
cristianesimo venne particolarmente affrontata da Porfirio,
il
suo editore.
Porfirio
nasce a Tiro
verso
il
223
-
262 - '63 egli entra nella scuola di Plotino
con Amelio l'ufficio di pubblicare i trattati
e
dettati
quando
il
dal
'33
e
proposti
Non si trova però a Koma
muore, ma in Sicilia (268); dove
maestro.
maestro
appare essersi trattenuto con Probo di Siracusa
sofo.
nel
;
assume
Ammonio
ma simbolo
Questi sosteneva che
una personalità vivente,
filo-
Sacca non fosse
o figura assunta
dall'insegnamento dei sacerdoti di Giove
Ammonio
se-
Le scuole neoplatoniche
coudo
che
le
dottrine che esse coltivavano nell' ipogeo; è
appunto
essi
veneravano
vari attributi. Posizione
critica di
177
Senofane
Porfirio
si
un
Dio
solo
nei suoi
assai analoga a quella
al politeismo,
della
e all'eleatismo.
dedicò a una varia attività
per
con-
tenere la fortuna del suo prossimo maestro e la prova
della sua personalità storica, per definire la quale egli
entrò in corrispondenza con' altri neoplatonici,
tra
i
emergono Cassio Longino e Anebòne, sacerdote
egiziano, a cui indirizzò una importante epistola. In
questo modo potè pubblicare integralmente le Enneadi
quali
di Plotino, precedute dalla vita di
stare
il
Plotino, e
acqui-
merito della prima edizione critica e sistema-
tica delle
opere di un filosofo condotta con quel me-
todo che usiamo ancora adesso, e che la fece
rire alle edizioni di
egli
Eustochio e di Proclo.
L'avere
nell'ordinamento delle Enneadi un
seguito
prefe-
otival
secondo l'uso del tempo e le prescrizioni scolastiche,
che risalivano probabilmente a Quintiliano, corrispon-
de anche a un interesse categorico e formalistico che
caratterizza tutta la sua attività. Questa continuò sino
poco dopo
a
il
300
d.
C, intorno
al
quale anno
si
ritiene che sia morto.
Per suo conto Porfirio compose una vasta
di opere,
di
cui alcune famose e conservate, altre frammentarie,
altre perdute.
Un
primo gruppo
commentari
alle
opere di
i
serie
che nell'elenco del Bidez giungono a 71 e
dei quali
il
—
comprendeva
Platone e di
Aristotile
;
più importante a noi rimasto riguarda le
categorie di Aristotile.
CARAMELLA
di esse
La
Ad
Filosofia di Ploilno.
esso
Porfirio
prepose una
12
XXVIII.
178
introduzione,
—
Amelio e Porfirio
Isagoge, in cui propone di
l'
princìpi categorici a cinque
:
ridurre
i
génos o generi dei con-
eidos o idea, diaphorà o differenza logica, Idìon
cetti,
o proprietà dialettica, e symbebekós, o proprietà accidentale. Egli cioè ritorna a Platone e agli Stoici,
solo in confronto di Aristotile
:
idee
problema dell'immanenza e della trascendenza. Queappunto
sto è
che sotto
trattatello,
il
que vocibus nella traduzione
damento
:
perchè
1'
di Boezio, servì di fon-
autore lascia aperto
alla discussione se
una sussistenza propria e
sorbito nel genere dei concetti, o
mondo
ovvero
dell' essere (e della realtà),
r intelligenza o
de quin-
nominalisti e concettuali-
tra realisti,
l'eidos o idea abbia
titolo
il
medioevale e specialmente
a tutta la logica
polemica
alla
sti
di Plotino
così di riproporre nella dialettica delle
e cerca
il
ma anche
non
ideale o cielo,
sia sussistente
nell' intelligenza di essi.
coltà era analoga a quella
sia as-
stessa della
Questa
per
diffi-
polemica tra
Platone e Antistene, se esistano idee di ciascuna cosa
anche da Plo-
e se le idee siano ostensibili, discussa
tino {Enti. V,
firio
Invece a noi oggi
7).
appare più
importante
ferenza tra le idee, che
come
logica della
si
trattato di Por-
il
per la teoria della
dif-
trova sviluppata dallo Hegel
differenza e dallo
Schelling
come
legge della natura.
In altra opera Porfirio sosteneva che
di Platone e di Aristotile
la dottrina
forma una scuola sola nel
suo significato ideale, e ciò tendeva anche a illustrare
in
un
apposito
saggio
« sulle
potenze
dell'
anima
»
(cioè sarebbe stato platonico e aristotelico nello stesso
Le scuole neoplatoniche
Ricerche
tempo).
erano
in questo tipo
nome
lui in
un
miste.
Per commentare invece
libro apposito col
il
179
proposte da
com-
Ricerche
di
Plotino
pensiero di
egli
compose un aureo
libretto che
con
profitto, costituite
da sentenze tratte da Plotino,
o
Sententiae ad
«
originali
intelligibilia ».
emergono:
1°) l'epistola
corrispondente e seguace
secondo
sofia
princìpi
i
;
ancora
Tra
A
gli
Marcella, sua dotta
alcuni frammenti e la sezione intera
tagora, sotto
rae;
3°)
titolo
il
«
lega l'epistola a Valerio; 4°)
Odyssea;
mantibus;
famoso
5°) il
De
Di questi
ultimi
si
a
Gauro sopra
7") la
conservano
continuo perchè condannato
ratore
Valentiniano
III.
In
in
il
pro-
grande
libri.
numerosi
al
fram-
ma non
menti e citazioni nei Padri della Chiesa,
testo
col-
Nympharum
antro
16
cristiani in
si
de abstinentia ah ani-
trattato
blema della animazione degli embrioni;
i
Pi-
vita Pithago-
sui simulacri a cui
6°) l'opuscolo rivolto
polemica contro
abbiamo
dedicata a
Malchi vel regis
frammenti dell'opera
della filo-
quale
della
logici,
suoi
scritti
Della storia
2°)
studia
si
rogo
dall'
il
Impe-
Porfirio esaminava
essa
criticamente le dottrine del cristianesimo con autorità
riconosciuta nella valutazione dei testi
per
es.
che
il
:
libro di Daniele poteva essere soggetto
Perchè
di disautenticazionCé
essere scritta verso
il
la
sua profezia potrebbe
167 avanti
Cristo, sotto Antio-
co Epifane, mentre la figura di Daniele
sce
e dimostrava
storicamente
verso la fine del
vi
secolo
si
defini-
VI avanti
Cristo.
Tale
critica egli applica
ancor più largamente agli
XXVIII.
180
—
Amelio e Porfirio
Evangelisti e a San Paolo,
che
nell' intento di
sostenere
processo del Cristo era stato la legalità stessa,
il
e che soltanto
un eroe
poteva ammettere che egli fosse stato
si
e avesse raggiunto
svolto anche
l'
immortalità
in altra sua opera
come
;
sulla Filosofia
era
degli
oracoli.
NOTA BIBLIOGRAFICA
PoRPHYRii opuscula, ed. Nauck (Teubner) Sententiae, ih. ed. MomDe quinque vocibus, ed. Busse (Beri. Ak.) Quaestionum Homerìcarum, ed. Schrader (Leipzig, 1880-1890), 2 volL ; Gegen die Chrìsten,
ed. Harnack (Beri. Ak. 1916-1921); J. Bidez, Vie de Porphyre, Gand,
1913; P. DE Labriolle, La réaction payenne (Paris, 1934); C. Vitanza,
Un episodio del paganesimo morente in Sicilia (.Athenaeum, 1923).
PrantIì, Geschichte der Logik ini A hèndlande
voi. I • II (trad. it. de
« La Nuova Italia », Firenze).
;
mert
;
;
;
XXIX
Il
pensiero di Porfirio
allo sviluppo
dell'etica
del pitagotisrao pratico o
ansiosamente a cogliere
prire
il
pensiero
nella
si
delinea
neoplatonica
sociale.
la
come
rivolto
alla
riforma
mira
quindi
e
Egli
legge della vita
vita
stessa:
corpo. Ciò
si
conseguenza
tra
a
sco-
e considera la
psicologia nel suo aspetto immanentistico,
zioni che passano in
e
l'
vede dal corso stesso delle
e
le
anima
«
rela-
e
il
sentenze »
plotiniane da lui prescelte.
Sentenza
P
:
«
ogni corpo è in
luogo,
nessuno
degli incorporei che sono per sé stessi o alcunché di
Le scuote neoptatoniche
simile
un luogo
trova in
si
1^1
Quindi
».
differenza
la
principale tra anima e corpo è data dall'essere quella
fuori dello spazio, questo nello spazio.
Sentenza IP:
i
sono
quali
«
Gli esseri incorporei di per sé stessi,
che è
ciò
sempre
superiore
ogni
di
corpo e spazio, sono universalmente non in forma di
contrasto,
ma
indivisibili».
Sentenza IH"
« tali
:
princìpi incorporei
di
per
non sono presenti ai corpi spazialmente, ma
sono presenti ad essi quando essi vogliono ».
Quindi la relazione tra Tanima e il corpo non
è mai da cercare nella dialettica dello spazio, ma
sé stessi
solo nella volontà, serpeggiante nelle
dominarle
di
cose
stessa
sentenze, la
«l'anima sostanza senza grandezza, sen-
za materia, incorruttibile in tale
il
capace
(IV).
Essa é illuminata da un'altra delle
18° che dice:
e
vita
che ha
dà
sé
principio del vivere, e che possiede l'essere ».
Questi
princìpi
appunto
potevano
risolvere
la
questione del pitagorismo e toglierla dall'oscurità
in
cui
si
trovava per
dello spazio e dei
de,
E
ma
il
continuo passaggio dai problemi
numeri
ai
problemi dell'anima.
eterna, é appunto
impersonata
porfiriano, personaggio che sintetizza
l'
Occidente
l'
cui
mente
dal
agli
Pitagora
occhi
si
come un eroe
elevò di fronte
agli
uomini
ispirato,
per
sua intima e impareggiabile contemplazione della
vinità.
del-
insegnamento religioso del prossimo O-
riente. Egli é da considerare
la
non gran-
quella definizione dell'anima, anima
la
di-
XXIX
182
II
—
Dottrine di Porfirio
•
pitagorismo era destinato quindi sin
stesso fondatore a vincere
l'
dell'orientalismo
influsso
mistica con
persiano ed egiziano, sostituendolo nella
la
visione ellenica delF
morale e con
vita
immanenza
divino
nella
scientifica
della
del
interpretazione
l'
suo
dal
trascendenza.
Anche
negli altri frammenti della sua storia Por-
mostra lo stesso intendimento dì dare
firio
zione scientifica carattere
non corrisponda più
ma
rappresenta la tradizione
alla cronologia, nella
la
come
le
cronica
stessa
epoche della
valore cronologico
qualitativo
della
ma
quale
secondo
di
ApoUodoro,
anche
lui
confronto
per
illustrare
abbiano
storia greca
aspetto
in
entra
egli
essa
scienza,
suo
nel
stessa
estende
si
quanto
in
allo stato attuale
intellettualistico. Ciò
con
simbolico,
alla tradi-
non
solo
anche, e per lui prima di tutto,
vale a dire che ci volevano appunto tanti
:
anni quanti sono
storiografia perchè
stabiliti dalla
si
realizzassero quei fatti da essa celebrati.
Sotto questo rispetto egli vagheggia una riforma
della teoria della conoscenza naturale
storica che si trova tratteggiata
nel
o
empirica
saggio
o
sull'antro
delle ninfe nell'Odissea (n, 102-112).
Il
mito
platonico
della
dell'uomo non può più reggere
Come
potrebbe
nello spazio
?
l'
II
come
caverna
per
i
carcere
neoplatonici.
incorporeo dell'anima essere chiuso
mito stesso per
la
sua continua ela-
borazióne è diventato incomprensibile. Porfirio preferisce sostituire
il
mito orfico con
la
tradizione
ome-
rica, associandosi alla scuola degli interpreti allegorici
Le scuole neoplatoniche
Omero
di
183
e quindi invece di paragonare le
;
anime
a quelle
anime, cui incarnano
muscosi ove
lezza.
la
e
i
L'anima
antri
il
meglio della sua bel-
pensieri
si
rassomigliano nel cer-
ci
Panima come
care esperienze e nel condurre
cielo.
negli
dà
natura
Le ninfe
ninfe
le
stessa a guisa di
suo
al
ape trasforma
net-
il
tare offerto dalla natura per suo divino cibo, e
sta trasformazione è
il
misurabile a quel
ai loro
modo che
ma come
ninfe,
e l'arte le
boschi
que-
segno della sua autonomia nel
suo carattere spirituale. La scienza
ma
a
Omero
prigionieri nella caverna, egli le paragona con
il
come
la cerca
for-
culto cerca l'enigma
sfuggono
ninfe
le
dei
amatori, così l'anima incompresa sfugge
ai ricercatori materialisti.
Essa è lo spirito. Così
del trattato
De
ci
accostiamo al problema
abstinentia, nel
quale
solitamente
si
vede riposta l'originalità di Porfirio. Egli pensava che
Plotino avesse staccato troppo vivamente
dalla vita e che pertanto la visione
lui suggerita esaltasse
deli'eoue,
ma non
la vita nella
si
la
vita
nella
riconoscesse se
sua realtà fisiologica,
appoggia la vita morale. Quella
lo
della
sua
sguardo
realtà
da
grandiosità
non genericamente
sulla
vita
quale
che
pure
Plotino
aveva teorizzato come infusa a noi dall'eternità, è invece intuita da Porfirio
negli
esseri
esistenti.
Quindi
precetto pitagorico
dell'asti-
egli
considera
il
stessi
nenza dal consumo delle carni come
l'
invito ad
uno
la
prefazione o
studio della vita animale (dell'
e degli animali) secondo
un nuovo punto
di
uomo
vista,
XXIX.
184
—
Dottrine di Porfirio
quello della filosofia neoplatonica, che
deve
natural-
mente condurre.
Se
consideriamo
umano
l'organismo
con l'anima non è né
a cui la relazione
né di inclusione,
ma
problemi
di continuità
offrono al
gli
stéssi
ma
nello stesso problema
si
essi
:
di esclusione
vale a
corpo
e
vivono
che
dire
anima,
all'
distintamente
l'uno dall'altro, anche se la soluzione è
Il
sua
nella
appare come un essere per sé consistente,
vitalità esso
coincidente.
corpo è un organismo dotato di un proprio prin-
cipio vitale
non
l'anima
;
un organismo, ma un
é
cipio organizzatore capace di dirigere
identificarsi
con
esso.
Ciò
si
il
corpo,
prin-
ma non
vede esaminando
gli
es-
seri animali nei quali nessuna psicologia crede di po-
tere identificare l'anima, e considerando che
essi
sono educabili e cioè possono
corpo in una relazione di simpatia
di sottomissione, che
non sarebbe
avessero una propria
autonomia
entrare
di
tuttavia
col
loro
obbedienza e
possibile
vivente.
non
se
Quindi
la
vera scienza biologica viene a operare per intuizione
e per la conseguente
comprensione concreta della
vita
nell'uomo e negli animali.
metodo stesso che è stato ai tempi
nostri sviluppato con tanta fortuna dal Bergson nella
sua evoluzione creatrice : il metodo della coesione tra
Questo è
forma intuitiva del pensiero metafìsico e
la
della vita.
l'
il
Ma come
esso
si
accordi
non viene più
chiarito da Porfirio
maticamente, per ricorso
istinto
con quello
intelligenza astratta e della dialettica
rie,
l'
delle
se
al principio ideale
del-
categO'
non
dog-
dell'Uno;
Le scuole neoplatoniche
della vita spirituale rimaneva, in tale forma,
la sintesi
noumenica
l'
185
non più
e trascendente,
intuizionismo e
intellettualismo
l'
in atto: e lasciava
come
dottrine giu-
stapposte da criticare.
.XXX.
.
La scuola neoplatonica pervenne, in
l'attività
al-
dei suoi primi maestri, a formare altri centri
E
in Siria, a Pergamo, e ad Atene.
si
seguito
scuola
la
:
siriaca
inserì nella tradizione dell'insegnamento neostoico
di
Posidonio
Numenio.
e di
La
prima e maggior
figura di essa è quella di Giamblico, di Calcide nella
Celesiria.
230: sappiamo che
Egli morì nel
era stato disce-
polo di Anatolio, scolaro di Porfirio e che ebbe disce-
qualche grido: Teodoro di Asine,
poli, a sua volta, di
Sopatro di
Apamea
aveva composto
dei » (framm;).
«
:
e Dexippo.
La
«La
Due opere
mi
vita
qua^ttro e
di
riunione dei dogmi
settimo. Il
Pitagora,
protreptico
« della
il
(o
comune
teologia dei Cal-
perfettissima
in dieci libri, dei quali soltanto
il
primo
secondo è
esortazione)
alla
si
pitagorici»,
conservano
intitolato
filosofia»,
y>,
Nicomaco
il
tradizioni orientali,
titoli
V autore
che
«
pri-
discorso
terzo
il
quarto
di
«.
Cerasa
settimo «dei teologumeni dell'aritmetica >.
evidente già da questi
i
di quésti tratta della
scienza matematica
introduzione aritmetica di
principali
della
», il
Quindi
è
pure rifacendosi a
vi svolgeva
la
critica e
la
—
XXX.
186
Scuola di Giamblicó
discussione del pitagorismo. Questo
esposizione sistematica nell'altra opera, di cui
Una
servano dei frammenti.
avere
dovette
si
con-
terza opera di questo au-
tore riguardava le sue relazioni storiche più importanti,
che
intitolava
«
:
Giudizio
Anebone
sull'epistola di Porfirio ad
contenute
difficoltà in essa
steriis
»
sofia religiosa del
e soluzione delle
altrimenti
:
Aegyptiorum, che creò
Ahammone
maestro
del
il
De my-
sua fortuna nella
la
Rinascimento e nella
filo-
mo-
filosofia
derna.
La posizione
temente discussa
storica di
Giamblicó venne costan-
sembrava
a taluni dei suoi giudici
:
più grande del suo tempo e della sua posizione
egli
scolastica
ad
;
tra
altri,
invece egli inferiore
quali lo
ì
Zeller,
apparendo
sua fama. La sua originalità
alla
consiste nell'aver ritenuto che
l'
della scuola neoplatonica avesse
ispirazione
religiosa
importanza
decisiva
o fondamentale per lo sviluppo della dottrina. Quindi
nell'avere cercato dì innovarla rifacendosi alla
tradi-
zione del sincretismo, del sacerdozio esoterico e della
passione mistica. Egli è
sofo
;
ama
e
gli
come punto
oràcoli,
un
le
un
superstizioso, che differisce
tanza
greci,
data
babilonese
gnostici.
come
alle
;
Ma
leggende,
di partenza intuitivo per
conferì alla sua figura
filosofi
sacerdote, prima che
carattere
da
dei
caldei
rivelazioni
filosofemi. Ciò
i
tra
misterioso e
consueto
quello
differisce dal loro
dottrine
le
filo-
dei
metodo l'impore della scienza
mentre s'accosta in questo
all'
uso
degli
la lettura dei trattati da luì composti ci
Le scuole neoptatoniche
uno
rivela invece
187
un profondo
spirito limpidissimo,
ragionatore, che nella esortazione alla filosofia (da lui
composta in emulazione
di
un
giovanile
trattato
di
Aristotile) raggiunge un'alta coscienza della storia della
filosofìa
pone
e
quadro del neoplatonismo.
sto
punto di
derare
come
nostro giudìzio da que-
Il
vista è piuttosto
che
stiana, cioè
il
da
egli sia
consi-
nella
sua
alla religione
cri-
storico della religione
e nel suo trapasso di fronte
crisi
non minori nel
e risolve dei concetti
antica
creatore dello storicismo dialettico che
dopo
ispira più notoriamente la sua scuola e che
lui basta a considerare l'identità
di
sua
specula-
carattere
sistema-
della
zione.
Giamblico
propose di dare
si
tico e risolutivo alla
mento più
eccelso,
dialettica plotìniana nel suo
ma
più oscuro, deiruuità assoluta
e delle sue forme, trattato
firio
;
cioè intorno al
la teoria mistica
unitari che
si
della vita
dell'
:
già
modo
da Amelio e da Por-
di conciliare e accordare
dell'Uno con
la
varietà dei princìpi
prospettano presiedere
Uno
del pensiero
e
pensiero
come mondo
Uno
dell'essere,
del
e
pensato, e infine
Ora
intelligibile.
varietà era in Plotino da lui riconosciuta
dice dello stesso
valore
trascendentale
che è per conseguenza indefinibile,
quindi
ci
sì
;
ma
l'
questa
come
l'in-
dell'assoluto,
inafferrabile,
che
avvicina nelle stessa forma in cui lo de-
sideriamo e cerchiamo di
idee
aspetti
dell'
trascendente
cioè
del
vari
ai
immanente, dell'unità del pensiero e
pensiero pensante
mo-
questo
punto
definire
nel
vista
così
dì
mondo
delle
problematico
—
XXX.
188
Scuola di Giamhlico
nella contemplazione dell'assoltito,
sostenersi scolasticamente
non poteva ancora
perchè l'elaborazione delle
:
scienze filosofiche secondo nuovi princìpi era in
cora in divenire. Quindi la scuola
dapprima considerare questo valore
ferì
come principio
an-
neoplatonica predell'assoluto
trascendente, e di cercare la sua riso?
luzione dalla storia,
invece di procedere logicament€^
una sistemazione dei princìpi
questi la storia, come faremmo
a
e
soluto
come
forma
dell'unità.
trascendente, esso ci
Giam-
Pertanto
noi.
blico propose di svolgerlo in questo
modo
si
con
intendere
di
:
posto l'as-
rivela
sotto
Questo concetto dell'unità deve
la
ab-
bracciarne le diverse specie e cioè tanto l'unità metafisica
quanto l'unità
logica,
ma
deve
permettere
distinguere anche l'unità etica nella sua
e ciò perchè da essa, che è la storia
di
concretezza,
riconoscibile di
fronte al pensiero, possa emergere la definizione piena
della verità,
come
rivelazione.
Quindi esso rappresenta nuovamente
me
principio
ma
puro
riconosciuto
ora capace di molteplicità,
stesso di svilupparsi
come
Giamhlico considerava
e
vosQÓy,
telletto.
il yor\x6v,
Quindi
quale
ora
molteplice,
da
richiede
intelligenza.
E
in tal
Questi
modo
soltanto, l'una
tre
aspetti
soggettiva
sono:
il
yciig,^
cioè l'intelligente, l'intelligibile,
essi
sono
se
intelligenza sotto tre aspetti,
non più come due forme
e l'altra oggettiva.
il
l'
il
l'essere co-
distinti
ponendo una
l'in-^
difife-
renza tra ciò che è pensabile e ciò che è veramente
pensato, vale a dire
ammettendo
anche
nel
mondo
Le scuole neoplatoniche
delle idee
bilità;
logi
dominio della
il
189
proba-
possibilità e della
metodo che fu seguito poi largamente dai
teo-
mondi posnuovamente dalla
fino al Leibniz e alla sua teoria dei
sibili,
e pensabili, poi
esperienza con
Ma
si
disciolse
calcolo della probabilità.
il
questa posizione di Giamblico ripercuòtendosi
nella sua visione dell'esperienza, lo porta ad
golare posizione del pensiero
una
sin-
come quel pensiero che
:
è stato distinto in se stesso, quale principio superiore
alla realtà
quale l'intelligibile
effettuale, vivente, nella
fanno tutt'uno, anzi
e l'intelletto
converte in
modo che
la
loro relazione
telligenza stessa.
intendere F intelligenza stessa, la storia
non
dell'umanità
tesi
si
umano appare l'inIn conseguenza di questo modo di
l'intelletto
della
come
presenta per Giamblico
si
ma come
del passato e del presente,
vita e
sin-
proiezione
del passato nell'avvenire, quale dialettica di probabilità
al
Cioè una
e possibilità.
pensiero e rispetto alla quale egli non è che ora-
colo e
profeta di
concezione della
se
medesimo. Donde un' altissima
filosofia
come missione
rinnovazione mistica dell'umanità
di
che fugge davanti
storia
;
ma
religiosa,
come
anche una sorta
preoccupazione etica di fronte alla stessa esperienza,
come un mistero che
mai risolto, né può
quindi storica, per
sempre
ferma
pensiero contempla senza aver
risolvere
Giamblico,
medesima,
a se
il
il
ma
e la cui
problema che era da
a questione
interamente.
storia
si
è
che sfugge
drammaticità ricon-
risolvere,
non
ne a soluzione. Essa è religiosa
religione che
Essa
conferma dialetticamente
lo riduce
;
ma
come
la
non
XXX.
190
—
Scuola di Giamblico
che religione, finisce per dissolversi nella melan-
altro
conia del paganesimo.
NOTA BIBLIOGRAFICA
Jamblichus de Myateriìs Aegyptiorum (et Proclua In Plot. Alcibiamagia ; Porphyriua de divinia alque demoni bus,
Psellus, de daemonihus ; Mercurii Trismegiati Pimander ; id. Asclepiua);
trad. di Marsilio Ficino, Lugduni apud Joan. Tornaesium, MDLXXVII.
deni, id. de sacrificio et
Edizioni critiche di tutte le opere a cura di L. Deubner (de V. Pyth.),
H. PÌ8telli (Protrepticua), N. Festa (De comm. math.), id. Pistelli (In
Nicom. arith.), V. de Falco (Theologumena arithmetica), T. R. Hopfner,
(De myst. Aegypt.) ; Lpz. Teubner, 1888-1922. Cfr. Ueberweg-Praechter,
§ 80; AsMUS, in Heidelberg Ak., 1917.
XXXI
Per intendere meglio
di
Giamblico
nel
il
del
significato
Neoplatonismo,
giova
pensiero
ricordare a
questo punto quali proposizioni fondamentali del pensiero di Plotino siano state da luì particolarmente ela-
borate. Esse ci
vengono
skepseis diaphoroi
chiudono
il
in sintesi dalle
o « Considerazioni diverse
Libro III
che presentano
ma
»,
oflPerte
delle
la dottrina
Enneadi
«
Epi-
»
che
(Saggio IX), e
neoplatonica nella sua for-
intellettualistica (1).
(§.
1) (Platone) dice
che sono in ciò che è
il
che
« l'intelletto
vivente, e quindi
vede idee
il
Demiur-
go intende quelle cose che l'intelligenza vede nel
vente
(1)
e
che
l'
universo
contiene »
(Timeo, 31°).
vi-
—
Testo tradotto per esercitazione dagli allievi Caruso e Caronc, e
da noi riveduto in iscuola.
Le scuole neoplatoniche
(Longino)
Dunque non
:
dice forse che le idee esisto-
no prima delPiutelIigenza
come
idee
enti ?
ma
e che la
il
non
vivente)
che intelligenza, ed
ma diremo
il
diremo che rintelligenza ha
essa possiede, dal
verità, cioè
quell'ente a cui ciascuna
(Plotino)
ferenza
l'altro,
:
se stessa
moménto che
sono
là
Ed
trova
si
non
e
sono in quella posizione oggettiva.
dice (Platone) che anche la verità
fatti
appartiene.
cosa stessa
ma
non
nell' essere
separati
l'
uno
le
in-
là,
Ora, se l'uno e l'altro sono diversi, la
consiste
non
intelligibile; e
dunque
quelle cose che essa vede. Immagini
le verità
che con-
di fuori di
al
ricer-
vivente stesso
che esso è
esse
intelligenza,
sia
infatti l'essere
templa è intelligenza, e dunque
è intelligenza,
mente pensa
Primariamente bisogna quindi
care se quello (dico
altro
191
in
—
dif-
dal-
soltanto nell'essere diversi.
Inoltre niente impedisce quanto alle parole, che
un principio siano entrambi, divisi dall' atto di pensare, poiché è un solo essere che si trova così
una
:
parte intelligibile e una parte intelligente.
non dice che quello che vede
in un altro, ma che ha in sé
impedisce che
istato
si
Ed
trova assolutamente
Niente
l'intelligibile.
l'intelligibile sia
di riposo e di unità e dì
infatti
anche intelligenza in
calma
;
e che la na-
tura dell'intelligenza che vede quella intelligenza che
sta in sé stessa,
sia
una
attività
vede quella
stessa; e che,
intelligenza
di
pensando quella
vedendo quella
quella, perché
sia
che venendo da essa
pensa quella
anch'essa e in
maniera
intelligenza e intelligibile, poiché Io imita.
propria
sia
;
e
che
diversa
XXXI,
192
—
Questo è dunque
sto
mondo
ciò che
Plotino e Giamblico
il
pensiero pensato, fare in que-
esso vede là
quattro
:
generi di
esseri.
E
a
me
pare che ciò che
un
se stesso formi
Ad
altri
vivente
altro principio diverso
sembrerà che
tutti
quale è
stesso
l'
intelligenza,
Ovvero come in molti
menti,
altri
pensa
produrre e dividere
Oppure
un senso
in
il
solo,
il
pensiero
ri-
esponendo
quale è
essergli disposto
le cose viste
il
di
si
terzo,
fare,
di
dall'intelligenza nel
ed in un altro senso non
l'intelligenza,
quanto
le cose divise
dall'intelligenza, essa stessa è
quanto essa
ma
:
altri-
Ora
tre.
è possibile che quello che divide sia
sia l'intelligenza, in
in
casi
due primi princìpi
cioè che
?
un
diversamente pensa che siano
è parlato dei
vivente
da questi due.
siano
e tré
flesso.
quello
segretamente su
riflette
stessa
1'
provengono
essere che
rimane indivisa
le
divide, e
cose prove-
nienti da essa sono divise; e queste cose sono le ani-
me.
E
per questo dice anche (Platone)
sione è del terzo essere ed è nel terzo,
flette;
la
che
il
la
quale
quale opera non è dell'intelligenza,
l'anima che esercita
tura divisibile
l'attività di
dividere in
divi-
ma
ri-
del-
una na-
».
XXXII
metodo filosofico di Giamblico conduce a porre
problema dell' unità del pensiero come [relazione
Il
il
trascendente e principio religioso.
rispondeva per
lui, l'unità
A
questa unità cor-
della filosofia nella sua for^
Le
ma
scuole neoplatoniche
teoretica o contemplativa. Essa
come
gezza
193
considera
costitutiva della scienza per
sag-
la
fine di co-
il
noscere la verità nel suo valore assoluto e unico, per
la
teoria e per la pratica,
quale emerge
dalle
diffe-
renze studiate dall'intelligenza, ossia dalla natura del-
l'uomo e
dei
la
Ciò
fatti.
secondo lo spirito
ma
Pitagora,
era
ma
sola unità teoretica astratta,
riformato
:
non più per
per
la ricerca del-
neoplatonismo
del
l'unità teoretica concreta e assoluta,
quella è
di cui
derivazione.
Gli stessi lineamenti ha
sistema di
il
Giamblico
considerato dal punto di vista costruttivo o dogmatico.
bene,
Egli identificava l'uno e
il
che uscisse poi primo
mondo
come
lui
intelligibile,
forma per comprenderlo,
terza
mondo
il
da questo riteneva
pensabile, o
genericamente
e
che,
succedesse
intellettuale,
il
da
introdotto nel sistema neoplatonico. Quest'ultimo,
modo, veniva ad
in tal
essere
costituito dai
pensanti, in quanto essi rappresentano la
gettività,, o
pura possibilità dei pensieri, cioè quelli
la
che oggi chiamiamo
camente
principi
I
letto)
;
III
intellettuale
anche
stori-
intelligibile
comprende
a sua volta tre
:
—
II
mondo
inteso.
mondo
Il
soggetti
vuota sog-
—
—
cioè
padre o principio
il
la
potenza dell'intelletto
(II)
la
—
La
(intel-
;
e l'intelletto della potenza
come coscienza
CARAMELLA
fondamentale
;
forza del pensiero e (III)
il
pensiero
di questa forza.
Filosofia di Plotino.
13
XXXII.
194
—
Aristotelismo e misticismo
Questa serie di princìpi corrisponde
mente
alla,
teoria
mondo
Il
principi
—
:
più
esatta-
di Plotino.
intellettuale
distingue in
si
tre
altri
e cioè nell'intelletto puro, nel princìpio
della mediazione (tra esso e la realtà) nel
demiurgo
—
mondo ideale.
mondo reale, egli poneva un
che cerca nella realtà questo
Poi, discendendo nel
secondo tipo
intelligenza, quali sarebbero le intel-
di
ligenze angeliche o astrali,
do come realtà naturale o
come
sensibile
—
—
poi l'anima
scientifica,
mon-
il
mondo
il
sen-
realtà della coscienza.
Questa coscienza nella sensibilità è per Giamblico
immediatamente
che
religiosa, vale a dire
più naturale e più semplice
della vita è
sfondo
lo
l'
immedia-
Su
come coscienza cosmica
tezza presente e attuale della coscienza del divino.
questa
fonda
si
o religione
la
religione
naturale
:
ma, a
differenza
Giamblico non intendeva
cristiano,
che
del pensiero
la religione
soprannaturale fosse diversa dalla religione
Essa è pur sempre opera della teurgia
naturale.
o formazione
e operazione del divino, per la coscienza che di esso
e insita in noi, ed è teologia o rivelazione dello stesso
divino nella sua mediazione, quindi nel suo
significato,
Di
secondo
quanto
è
tanto è superiore
lata a
processo proprio del
superiore
la
ragione
ai
pensiero.
sensi, di
in questa forma la religione
rive-
quella naturale. Ciò è lungamente svolto nella
sua epistola
porta
il
opposto
il
polemica sulle
titolo
:
De
Mysteriis
dottrine
dì Plotino,
Aegyptlorum. Gli
che
stessi
Le scuole neoplatoniche
princìpi egli applicò
punto
e al
l'etica,
Il
195
metodologia
alla
scientifica,
al-
di vista filologico.
pensiero di Giamblico è anche importante per
da lui
che
l'interpretazione dei dialoghi di Platone,
incominciò con un nuovo metodo, considerando Platone come
il
più alto esempio degli autori e autorità
da intendere nella
ficato
filosofia.
Egli ritenne che
dei suoi dialoghi risulti veramente
quando
continua lettura noi ritorniamo a cercare quale
effettiva intrinseca
persone
relazione tra le
logo, e della dialettica della loro posizione a
dere
il
signi-
il
dalla
sia la
del dia-
compren-
come viene posto
significato del loro pensiero
e risolto da Platone.
Ma
blico, è
po
»
pensiero proprio
il
sempre unitario: quindi
del dialogo in genere e del dialogo
mus ha
la
si
platonico in
svolge per consecutive
ricostruito secondo queste idee
Alcibiade Maggiore di Giamblico
egli
sistemati-
unità di concetto.
della propria
realizzazioni
me
La
di testo filosofico.
specie è consequenziaria, cioè
all'
a questo « unico sco-
bisogna mirare nella lettura dei dialoghi, anche
come forma generale
cità
Giam-
Platone, dice
di
;
il
Lo As-
commentario
dimostrando co-
per questa via dialettica rinnovasse non solo
sua scuola
ma anche
st'ultimo invece
si
alla tradizione nel
Questo
bordinate
o
platonismo classico, e a que-
accosti in
maniera più
conforme
problema della scienza.
egli prospettò
za la metafisica, in cui
modelli
il
paradigmi
le scienze
1'
ponendo come prima
oggetto sono le
delle
Ad
cose.
matematiche,
i
esse
idee
scien-
come
sono su-
cui princìpi e og-
XXXII.
196
—
Aristotelismo e misticismo
sono immagini delle cose
getti
subordinate indirettamente
il
sono
vi
problema della scienza
dobbiamo procedere convertendo
l'etico nel
fisico,
il
in nozione matematica e questa illuminare con
fisico
metafìsica.
la
Invece
scienze fisiche e seguono
le
poi le etiche. Per risolvere
stesse.
tamente
Ma
possiamo anche procedere più spedi-
dall'etica nella
metafisica.
matematica, o dalla
nella
fisica
Ciò dimostra ancora una volta l'unità del
sapere e della virtù.
Giamblico
classificava le virtù in virtù politiche,
catartiche, paradigmatiche, metafisiche,
teoretiche, ie-
ratiche, teurgiche o magiche, e unitarie.
Tale limpidezza e precisione descrittiva egli do-
veva sostenere per altro con
e della superstizione,
speranze
Quindi
come
dell' intellettualismo
la
materia
come
la
il
missione della magia
mondo
delle
possibili
pagano dei suoi tempi.
principio oscuro, che egli
lontanava dalla prospettiva dell' intelletto con
gnare
ai
sensi la conoscenza religiosa, viene a
sentarsi a fianco di esso
come ombra
telligenza. Cosi
il
maggior ordine
per lui sempre
il
migliore.
Tra
to
:
i
discepoli di Giamblico
Teodoro
di
Asine per
il
1'
ripre-
della stessa in-
sistematico
abbiamo
non
Repubblica in cui
si
;
e per
i
suoi com-
trattato
della
commento
rife-
a quel passo della
sostiene l'uguaglianza sociale del-
l'uomo e della donna
un
il
è
già ricorda-
menti di Platone, dei quali uno è celebre e viene
anche da Proclo, cioè
asse-
suo perfezionamento del
triadismo sistematico del maestro
rito
al-
;
Socrate di Apamea, autore di
provvidenza, e Dexippo, di cui
si
Le scuole neoplatoniche
197
conserva una importante esegesi delle categorie di Aristotile.
Altro discepolo, Aidesio, fondò
gamo, famosa nel campo delle
in una fase della storia
uscirono nel
IV
lettere, e
Da
filosofica.
che culminò
essa in
ispecie
secolo quei filosofi che trattavano la
come forma
filosofia
scuola di Per-
la
grande
di eloquenza, e ciò per la
importanza delle polemiche
tra
cristiani e
i
i
pagani.
tempo trasformavano il tipo del sofista
non più scettico ma pragmatico, non più pitagoreo ma
Essi in
pari
neoplatonico. Tra questi notiamo
autori e
maestri
stematica
la
Eunapio,
filosofi della
Massimo di Tiro, autore di orazioni moSallustio di Pergamo, autore di una operetta sì-
sua scuola
;
imperatore Giuliano,
dell'
Vitae sophistarum^ cioè, dei
autore delle
rali
Libanio e Crisantio,
:
;
«
De
diis
mundo
et
figura di Giuliano
l'
suoi scritti retorici e
Ma
>.
Apostata
e
tra
l'
essi
eccelle
importanza
dèi
filosofici.
NOTA BIBLIOGRAFICA
Nella collezione Didot
Helianus, Philo
Byz.,
:
Philostratus,
Porphyrius)
;
Lipsia (Hertlein, 1875, 2 voli), del Wright
del
Cumont
e Bidez
Eunapius, Himerius
Juliani
ìmperatorìs
(Londra 1913-1923,
(Ephtulae, Paris, 1922). Trad.
Giuliano l'Apostata (Torino, 1920), e di R. Prati
gli
Dei e degli uomini (Bari,
Laterza,
1932).
:
it.
(et
opera, ed. di
3 voli.),
di A. Rostagni
Giuliano l'Ap.
Monografie
su
-
:
De-
Giuliano
Aliard (Paris, 1900-1903, 3 voli.); G. Negri (3« ed.
Milano, 1914); C. Barbagallo (Genova, 1912); A. Rostagni, cit. Studi
su Sallustio neoplat. del Passamonti (Rend. Lincei, 1892) e del Muccio
l'Apostata di P.
(Studi
it.
di
filol.
class.,
1895).
—
XXXIII.
198
L'imperatore Giuliano
XXXIII
La
figura* dell'
imperatore^ Giuliano
come
nella storia del pensiero
risolutiva^^del neoplatonismo.
stato battezzato, secondo]^i
momento
il
presenta
si
della crisi
nel 331 egli
Nato
nuovi intendimenti^ del pre-
secondo
torio imperiale di Bisanzio, e quindi educato
la religione
Ma
cristiana.
era
aveva
Giuliano
maggiore simpatia che non
gli
altri
dimostrato
per la
Cesari
fi-
losofia neoplatonica professata da Crisantio nella scuola
di
E come
Pergamo.
egli
giunse
e col titolo di Cesare incominciò
Giuliano
età di
secondo
una restaurazione
le idee del
soprannominato
ad aspirare
al trono,
1'
augu-
della religione
neoplatonismo. Perciò venne
Apostata,
quasi
avesse
tradito
fede cristiana. Si deve tener presente che
simo era
comando
dichiarò apertamente avverso ai cristiani,
si
e fautore di
stea
all'
stato adottato dagli
il
la
cristiane-
imperatori "costantiniani
come
e in ispecie
dalla famiglia dei Costanti
ufiìciale, cioè
ancora nel senso arcaico della religione ro-
religione
mana, prescindendo dalle convenzioni personali. Quindi
nell'ambiente palatino e specialmente nella nuova
de di Bisanzio,
mentre
i
cristiani
erano
tollerati
ancora perseguitati, vigevano ancora attorno
nesimo, un'opinione di carattere processuale
dire che, per
esempio
i
soldati romani,
tribù di Giovanni (Evangelista),
denunciare
alla
si
se-
o
al cristia;
vale a
ospiti
della
erano presentati a
stessa autorità del pretorio,
che aveva
Le scuole neoplatoniche
condannato
Cristo,
il
religione, e quindi
il
anche
199
costituirsi della
il
che
sospetto
pote di Augusto ribellatosi a Tiberio.
erano
stati
mandati
a
Partenio aveva avuto
e ivi
Questi
ni-
soldati
tempio di Giove
il
compito di continuare questo
il
processo di carattere
i
Roma,
un
fosse
egli
nuova
politi<;o
sacerdoti naturalmente
contro
cristiani.
i
avevano inteso col
che
Il
mettersi
a fare la parte dei cristiani stessi, e specialmente contro
Greci, perchè
i
vano
le
troppo facilmente
affiata-
idee cristiane con proposte di riforma politica.
Analogamente per
no
questi
entrati
tutti
gli
altri
nelF ordinamento
e
campi
nell'
i
cristiani era-
amministrazione
dell'impero per processo, e data l'intensità della lotta
intervenuta avevano
giudici,
ai
finito
come questione
bile, o per sostituire dei
Quando
si
per imporre
le
loro idee
principale,
ma
insupera-
sacerdoti scetticheggianti.
viene a Costantino
si
doveva intendere
che questo processo era stato in sostanza vinto dai
cri-
stiani.
Vale a dire che questi avevano dimostrato, nello
stesso
esempio supposto, non che Cristo fosse nipote
Augusto o volesse presentarsi come
di
a Cesare quello che è di
che
gli
è di
Dio
»)
;
ma che
Cesare
la
loro
:
(«
Date
questa era accusa se non de-
Ebrei, almeno degli Arabi.
avevano provato
;
tale
date a Dio quello
E
così in generale essi
capacità a
tenere templi
e
basiliche e legioni, e anche di fare la parte dei loro
inquisitori.
stantino
ammetterli
r
ufficio
Quindi venendo meno questa
potè non solo
conciliarsi
giuridicamente,
dei sacerdoti
di
coi
difficoltà
Co-
cristiani,
ma
consegnando
Giove
Partenio.
loro
anche
Senonchè,
XXXIII
200
anche
se
—
L'imperatore Giuliano
questa opinione
aveva
pretorio
del
qual-
che fondamento, per molto tempo l'ambiente imperiale
poteva spiegare
suale
me
;
non come una
l'
né codi
un
Giuliano, era
di-
Quindi V animo
giovane imperatore e filosofo come
viso tra
atto proces-
definitiva trasformazione
conversione.
obbligatoria
come un
fausto evento
il
nuova
interesse speculativo della
religione,
che era seguita da alcuni dei suoi maestri e da altri
no
;
e
l'
interesse programmatico
in Oriente dell'impero
ma
romano
della instaurazione
unitario nella sua for-
propria, la quale vi era rimasta assai limitata dalle
Che
tetrarchie e dalle guerre civili.
se egli avesse po-
tuto apparentemente restaurare la religione imperiale
Minore,
nell'Asia
meno profonda
questa sarebbe
di
quella
riforma non
stata
voluta
dal
Anzi essa poteva essere fondamento
cristianesimo.
di più sicuro av-
vento del cristianesimo, come quella che in
non
profondamente
era stata
dente. Inoltre, se questo era
diffusa
il
Oriente
come
Occi-
in
suo ardito programma,
bisogna considerare che l'imperatore per costituzione
romana, non violata ancora in nessun modo e con
Milano
editto di
uomo
suo carattere
rattere divino
cristiani,
e col concilio
si
— come
divino
;
staurazione di
tutta la forza
il
il
e proprio per questo cai
risulta dalle celebre epistola di Pli-
Ora
per
era per
era iniziata la persecuzione contro
nio a Traiano.
l'altro
di Nicea,
lo
è
evidente che nel proporsi
dell'
impero, e
fine specifico della guerra contro
l'in-
ciò tra
i
Parti,
Giuliano potesse dare alla sua apoteosi importanza di
novità e quindi desiderare che
si
rivedesse
non
solo
Le scuole neoplatoniche
Augusto come carattere divino, quale
l'idea del Cesare
un
era elaborata dalla filosofia e aveva
mai
di
201
autocoscienza giuridica,
ma
significato
anche
la
Quindi
dei cristiani verso questa idea costituzionale.
non fece più miuna riforma religiosa
nel 361 egli
nel salire al potere
stero di queste opinioni, e iniziò
fondata sulla tradizione imperiale, nella quale
dei
avrebbe avuto
cristiani
scrittori
gli
di
e
essi
filosofica
e va-
e letteraria
loro ambienti. Tra
i
caso
il
altra sistemazione
lutazione, ed entrò in polemica
con
or-
posizione
quali
i
ribellò a lui la città di Antiochia, e dovette essere
si
punita non solo disciplinarmente
mente, con
la
ma
anche
filosofica-
composizione della sua operetta
diatore della barba >, perchè
gli
antiocheni
L'o-
«
avevano
iniziato la loro sorda ribellione col satireggiare in lui
il
costume romano
o
non
me
la
e la disciplina militare
barba secondo
imperatore egli fu
la
politica
questa opera, per breve fortuna,
di
per
esempi o
la
ferito
casi caratteristici
guerra contro
di
spada
si
i
ufiici.
reazione contro
della
ciale e intellettuale
e gli
l'età
:
Quindi cotrionfo so-
costantiniana
si
;
ma
svolse solo in via
perchè partito Giuliano
Parti, in
dovette
il
di portare
un
ritirare
scontro
e
incerto
nella ritirata
morì (363).
Per queste considerazioni noi non accettiamo più
nei suoi riguardi tutto
che
tano Negri. Cioè
il
ad
altra
illustre
precedente generazione,
Gae-
giudizio che egli sia l'espressione
dello spirito pessimistico
destinato
giudizio del critico
il
lo interpretò nella
storia
dell'impero ormai diviso
;
e
che non voleva credere a
—
XXXIII.
202
L'imperatore Giuliano
forma di restaurazione.
ciò che aveva riconosciuto per
Questo è un
Giuliano troppo moderno e interpretato
Carlo V.
alla stregua di
ancora nella storia
II
Giuliano storico e vivente
dei Costanti e dei
e
neo-
filosofi
platonici, è pensatore che, arrivato alla soglia del do-
minio, intende
a
storia
la
vente atto della
si
come
contemporanea
lui
Ciò
sua opera
filosofia
di
critica in atto della
che è insomma
;
tere polemico e filosofico (1).
me
i
egli
ortodosso,
ma
si
ma
battesse
solo
anche contro
rettorica (Libanio,
nuava
Tra
forma di
come
il
contro
essi,
i
discorsi
il
non meno
co-
cristianesimo
Cinismo, che sotto
Massimo
for-
di Alessandria) conti-
come
critica dei costumi,
irreligione,
let-
significativo
a dilagare nel tardo impero,
letterario e
la
di carat-
scritti
di
modo
Cinici dimostrano in
non
vi-
Giamblico.
vede ormai chiaramente attraverso
tura delle sue opere e segnato negli
contro
il
scetticismo
e costituiva
una
riformatrice della nuo-
va religione. Nelle sue opinioni filosofiche e personali
e del
metodo con cui
Giuliano
si
appoggia
tratta la filosofia neoplatonica.
specialmente sul suo
condisce-
polo Sallustio e su un altro dei maestri di Pergamo,
Massimo
di Tiro,
uno
dei migliori
maestri di elabo-
razione della eloquenza in sintesi con la
materialismo, e quindi del
(1)
modo
filosofia
e
il
in cui la scuola neo-
V. Lettera a Temistio, Messaggio al Senato e al popolo di Ate-
na, Misopogone, Cesare o della Satira Menippea, nella trad. del Rostagni
;
Inno a Helios Re, Inno alla Madre degli Dei, Contro i cari ignoinoltre il Symposion e lo
Contro Eraclio, nella trad. del Prati
ranti.
Specchio del Re.
;
Le scuole neoplatoniche
203
platonica vinceva la difficoltà della sua sofistica. Ora
Sallustio nel «
Ili),
diis et
mundo
»,
{Frg. Ph. Gr., voi.
propone una sistemazione metodica della
mediante
antica,
pretati
quale
la
princìpi
i
filosofia
religiosi, inter-
razionalmente dallo stoicismo in poi, vengano
coordinati con
princìpi
i
prima degli
Questa
filosofici.
un comune punto
zione ha
dì
De
Dei e delle
di partenza,
idee, e
un
coordina-
che è
la
causa
comune ordine
sviluppo che è l'interpretazione categorica dal loro
Quindi secondo Sallustio noi ab-
significato parallelo.
biamo cinque specie
miti teologici
:
di divinità e di
miti etici
miti
;
miti,
fisici
Gli Dei in
;
e cioè
(e miti
terialistici);
miti commisti.
namento
distinguono in divinità ipercosmiche,
si
superiori al
smiche
alla
o
cosmo o trascendenti, e in
provvidenziali. Le prime si
causa dei
alla loro
In
azione.
di Porfirio.
Pantheon greco
ma-
ordi-
cioè
divinità
co-
ricollegano
princìpi spirituali, le seconde invece,
tal
modo
Dei e dei miti corrispondono
categorie
questo
:
e
E
così
i
cinque ordini degli
ai
cinque ordini delle
si
poteva ricostruire
romano secondo
un ordine
il
filo-
sofico.
Di fronte ad esso stava ancora non interamente
consenziente l'aristotelismo di Temistio (320-390
ca.) (1)
che, deserta già per sua parte la scuola di Atene, do-
minava l'ambiente
intellettuale di Costantinopoli
con
(1) Le sue parafrasi di Aristotele sono edite dallo Spengel, Leipzig,
Teubner, 1866, 2 volL I commenti nell'edizione dei Commentatori aristotelici dell'Accademia di Berlino, volume V (in cinque parti). Le ora-
zioni a cura del Dindorf, Paris 1832,
—
XXXIII.
204
cettava
suoi
dei
la solidità
indirizzo
l'
non recedeva
Uimperatore Giuliano
commenti
allo Stagirita.
dialettico
del
dalla
Aristotile a
di
critica
Egli ac-
ma
neoplatonismo
Platone
:
così sosteneva la restaurazione etico-religiosa dei princìpi
rie
ma
tradizionali,
tendenze sotto
come maestro ma
la
lo
preferiva lasciarsi trattare le va-
luce di
essi.
Giuliano lo rispetta
attacca coraggiosamente in
della necessità dell'azione, unica via per
fermezza e
che
il
forza del pensiero antico. Egli
la
pensiero religioso
la
sua forza dalla tradizione,
forma soltanto
e che in tale
ritiene
sempre nell'avvenire ap-
sia
punto perchè deve trarre
nome
ritrovare la
possibile risolvere
sia
il
misterioso problema della vita.
XXXIV
Il
pensiero filosofico di Giuliano
come una costruzione
ad unificare
metafisica, nella quale egli tende
raflSgurando la divinità dell'olimpo
si
idee. Esse quindi
presentano attualmente
si
ma rimane come
un mondo
la
fantasioso
sono
al loro
si
simbolo
e
il
che
principio logico. Quindi
religioso
della
estetico, la cui bellezza e
non
presentate e
primo segno
eterni,
feno-
loro veste intuitiva o estetica, sin-
mondo
il
il
come forma
dissolve nella scoperta di tali valori,
teticamente congiunta
per Giuliano
si
come
simbolo appariscente dei valori
per altro non
svolge infatti
doppio ordine del mito e della ragione,
il
menica delle
si
il
tradizione
cui
è
carattere
intendono però senza legarlo con
il
Le scuole neoplatoniche
sistema
princìpi
dei
rappresenta
metafisici.
La religione
un processo inverso
storia in
la
205
a
invero
quello
per cui essa risulta per noi nella relazione del
con
siero universale
Il
e
vita,
mondo
caratteri individuali.
i
degli Dèi è la storia trascendente della
mito in cui essa
il
si
racconta è la storia nel
suo valore critico e logico. Perchè
attraverso
o esprimibile quella verità che nel
immobile, e per
alla
sé incomunicabile.
restre e della storia
uomini sono
Gli eroi
del nostro
nostoi
ria
1'
:
quali le cose e gli
le
due
la
vede
:
coscienza col-
il
concreto,
della sto-
sintesi
sono
hanno un punto
1'
racoloso. Storia è così per Giuliano
si
nostra
invitano al viag-
ci
e la trascendente, se
all' altra,
in ciò che è per esse
veramente
modo che
desiderio e della
individuano
uomini. Quindi
rispetto
ter-
interpretano la volontà degli Dèi nella
ci
r immanente
una
riferisce an-
degli eroi ci raccontano le cose
•»
stessa sintesi per cui essi
lettiva degli
si
divino allo stesso
del cielo nella forma stessa in cui
gio.
Ciò
umana, nelle
segni del
sono espressioni
«
pensiero in sé è
concezione tradizionale della vita
tipica
volontà. I
mi-
la
vediamo scorrere in forma comprensibile
tologia noi
che
pen-
attuale
il
inverse
di incontro
e
mi-
il
vedere ciò che
historia nel senso elementare di
questo termine. Essa è sempre meravigliosa ed eroica
perchè
tesi
il
suo segreto consiste nel passare nell'una
all' altra,
ponendo intimamente
quel concreto e
di quel
il
sin-
significato
segno in cui
essi
umano
nel
si
di
incon-
trano.
Così noi trapassiamo
dall'
divino e
—
XXXIV.
206
La
filosofia di Giuliano
scopriamo via via questo nelle sue gerarchie luminose
scendiamo dal divino nell'umano per po-
di verità, e
dell'uomo e raffrontare quel
ter penetrare nel mistero
pensiero che egli ha in mente con
Come
assoluto.
ma
si
e da Sallustio
il
pensiero in
vede da ciò Giuliano
si
importanza
diatore, che
diede massi-
concetto platonico del principio me-
al
come forma intermedia
atto e il pensiero come
mediazione
ma, come partecipe
Giuliano essa è
l'
di
entrambe
animazione,
fatto o
realtà
platonici l'ani-
i
sorti
le
cioè
stessa tra
essa
idee e la realtà
tra le
soggetto e l'oggetto era per
il
dello
trova rappresentato anche da Giamblico
razionale. Questa
e tra
pensiero
il
la
ma
:
vitalità
per
intima
delle cose in quanto stanno al limite della soglia tra
fenomeno
Con ciò egli
il
e
il
noumeno,
accordava
cioè collegava
il
tra
il
relativo e l'assoluto.
Giamblico con
principio della
se
stesso,
e
con
il
mediazione
principio caratteristico di Giamblico,
immedia-
della
tezza sensibile della coscienza religiosa. Per
tutto ciò che è nella natura stessa ci dà
il
il
quale
sentimento
del divino.
Da
questo secondo principio veniva
visione estetica nel
la
mondo
svolge, sia sotto la
in cui
tafisico
il
mondo
come
si
al
il
forma
« dello
rivela, così
dal
specchio del re
punto di
quale
da quello etico
re ha in
divino
;
e sia
mente
la
proposta da Giuliano. Egli
la
me-
mondo intimo
e che è identico
anche sotto
vista
»
rispecchiamento
dei giuochi della luce cosmica in quel
che
appunto
nell' essenza
forma oggettiva della
contemplazione del mondo dominato dal sole così
fi-
Le scuole neoplatoniche
come
sico
spirituale. Ciò
Inno
lettura dell' «
madre
Dèi
degli
emerge particolarmente dalla
Re
Helios
a
207
»
Inno
e dell' «
alla
».
L'idea di esporre le dottrine filosofiche sotto for-
ma
inno
di
letteralmente
era
zione alessandrina, in cui
sempio dell'Inno
comporre inni
agli
Giove
Ma
dottrina.
quale
ma
forma
fosse solo
filosofico.
una forma
E
poiché
il
in cui
il
metodo
si
pri-
nascondeva
versi,
che
inno non
l'
ma anche un metodo
poetica,
pensiero
che Socrate
fatto
dei
neoplatonici,
il
propria
alla
composizione poetica,
di
commemorava anche
l'opinione rilevata dai
modo
consone
morire aveva composto
di
e-
così gli inni or-
Dèi, e rifacevano
questa
suU'
usavano
di Cleante filosofo,
con termini ed espressioni
fici
la
a
neostoici,
filosofi
i
tradi-
dalla
suggerita
sempre
è
filosofico
il
ritrova in sé stesso quale
è e vuole essere ulteriormente, nella coscienza filosofica
del neoplatonismo l'inno ebbe
esso
era la
Porfirio
forma
parla dell'
intendimento.
sublime
«
Questi
una fortuna particolare
dell' unità
inno delle categorie
filosofi
via regia della filosofia,
»
della poesia
;
Anche
con
»
tale
intendevano dunque
procedere del pensiero, per quella
nassi
logica.
che
analogamente
si
alla
:
chiamò
il
la
« regia par-
vale a dire la via di riflessione
ed espressione del pensiero stesso come libero ormai
di difficoltà
dialettiche ed occasioni empiiiche di di-
scussione, e quindi rivolto solo a svolgere
con
di
la
stessa
limpidezza di una
una ragione eterna. Gli inni
forma
letteraria più
eletta
il
intuizione
di
concetto
sicura e
Giuliano sono
che abbia avuto tale
la
me-
—
XXXIV.
208
lodo speculativo,
La
Giuliano
filosofia di
una coscienza
cioè di
filosofica e sicura di sé, la
cui
plazione della verità posseduta. Così
tati
il
da
scrittori
filosofici
Holderlin nei suoi
«
interamente
contem-
mistica è la
trovano
si
i
quali emerge
»,
composti con
moderni, fra
Inni alla notte
imi-
neopla-
diretto riferimento alle dottrine della scuola
tonica.
potrebbe del resto fare un paragone tra Vlnno
Si
a Helios Re e
Carme
il
anima questo,
che
della realtà solare
quello per concetti.
nico dio
secolare di Orazio
«
Helios
Re
:
è
l'intuizione
come
procedette
mondo
da un unico dio, cioè dal
in
distinta
u-
intelligi-
uno
tra gli Dèi dotati d' intelletto che
sono nel mezzo occupa una posizione intermedia che
bile che è
:
è tale in ogni senso, e in merito
l'
amicizia e alla
concordia,
congiunzione di ciò che è
Helios unifica
il
in se stesso
mezzo
il
alla
postremo col primordiale
;
al-
divino
;
contiene
connes-
della perfezione, della
sione, del principio vitale e della uniformità della so-
Nel mondo dei sensi è
stanza.
cie di benefici,
non
con
sé
sorgente d'ogni spe-
solo perchè col suo splendore lo
illumina, lo adorna e lo
insieme
la
ha dato
stanza degli angeli solari
rallegra,
l'
;
esistenza
esso
ma anche
perchè
concreta alla so-
racchiude in sé
non
generata la causa delle cose generate e infine ancora
prima
di
questa
il
principio
di vita
perennemente
giovane e duratura degli eterni corpi celesti
(1) Trad. Prati, p. 39.
»
(1).
Il
Le scuole neoplatoniche
dunque
sole è
sostanza
mediazione della quinta essenza, o
la
eterna,
secondo
tra l'intelligibile
atto conoscitivo. Egli
mondo
il
Allo
unifica così
il
come
stessa
mondo
degli Dèi
della civiltà.
modo
stesso
orgiastica della
corre
vita
il
Madre
paragone
Attis
1'
tra
La visione
degli Dèi.
universa tende nell'uno e nell'al-
poema, in diversa forma,
tro
sensibile, e (già
il
della sensibilità
Catullo e Vlnno della
di
e
mo-
il
;
teoria platonica del mito della caverna) la
la
condizione intellettuale
e
cosmiche
sostanze
e delle
mento mediatore
209
allo stesso fine
:
cioè a
superarsi nella contemplazione nell'unità della natura
come
fonte purissima e perenne della vita
O Madre
reale.
«
dividi
il
Dèi e degli uomini, che con-
degli
seggio e
degli Dèi dotati d' intelletto
con
le
essi
tutti
grande Zeus, o fonte
trono col
il
tu che procedi insieme
:
immacolate sostanze degli Dèi
la
causa prima
comune
trasmetti agli Dèi dotati d'intelletto
di vita
tu che sei
:
creatrice
amare
il
delle
grande
fondò
al
centro
la
a tutti
visibile
grazia del bene
:
a
hai
;
;
;
tu
ricevuto,
e la
provvidenza, o
che
hai
preso ad
quando
quando spro-
salvato Attis
tu che
agli
benefici
;
Dèi
dotati
e di tutto ri-
e in tutte cose e a tutti
tutti
gli
da
o dea generatrice
risollevato
i
e
uomini
dona
la
fai
feli-
supremo è la conoscenza degli Dèi,
popolo romano insieme concedi d' allontanare da
cità,
al
mondo
il
nuovo
della terra
d'intelletto sei guida
colmi
anime
Dioniso e hai
fu esposto, e l'hai di
intelligibili
consiglio e la
il
nostre
astrale e
il
cui capo
CARAMELLA
—
La
Filosofia di Plotino.
u
—
XXXIV.
210
La
peste dell'empietà
sé la
Giuliano
filosofia di
»
(1).
Attis è la realizzazione
come
del giudizio universale, inteso
discesa degli uo-
mini sulla terra e desiderio del ritorno
Giuliano attribuisce
eroi
agli
zione
di
e
Athena
denza
al
;
Numa
così a
:
e di
redentrice
e
all'istitu-
[H.
trasferimento del culto frigio in
ricostruzione
Ma
cielo.
155 a); all'interpretazione
Cybele come le forme della Provvi-
Vestali
delle
importanza
singolare
miti romani
ai
al
Enea (H, 159
della gente di
Roma
a),
per
poco
prima della terza guerra punica.
Egli intende
opera
1'
dell'
come
della sua consapevolezza
uomo
nello
una edificazione
giosa del suo creatore divino, che deve
l'apoteosi.
vita
Essa
tonismo anche Aristotile
effettiva,
sollevarsi a questo
la
e
:
:
al-
ciò che riunisce al pla-
essa
le
deve ritrovare nella
mondo
e cioè nel
mediante
natura contiene già
forma
condurre
L'anima non può restare nel do-
e nella verità.
esistenza
reli-
fonda sull'attualità delle idee nella
si
minio delle forme potenziali
loro
sviluppo
la
la
ideale, e
ragione {H. 164). Ora
stessa relazione creativa
di
di materia che è assunta dall'anima razionale
nel suo progressivo identificarsi con
correre alla natura
imperfetto quanto
come facevano
divino
:
il
ri-
cinici è altrettanto
mero sovranaturaliL'uomo si forma e si
ricorrere al
il
smo, come facevano
i
il
i
Cristiani.
eleva per interpretazione della natura nella ragione e
riconoscimento della vita divina del
vinità spirituale,
in cui la
(1) Trad. Prati, p. 85-86.
mente
si
cosmo nella
compenetra
di-
con
Le scuole neoplatoniche
se
medesima
e riscopre
Dio da
vero
il
211
mossa, l'Assoluto. Esso è indefinibile
:
cui
ma
essa è
la religione
permette di intenderlo per immagini. Così in questa
dialettica trova
il
suo posto anche
no ne difende
il
significato categorico e
mito
il
:
e Giulia-
inventivo e
poetico (creatore) contro l'astrattezza dell'intellettuali-
smo
Ma
cinico di Eraclio.
genza, che lasciava
non può
egli
immanente
al
celare l'esi-
neoplatonismo e
alla
storia dei suoi tempi, di chiarire la differenza tra l'u-
ua e r
altra
mito e
la
natura,
cosmica e
la
noetica, tra
la
il
ragione.
XXXV
Poco dopo
che
il
fato di
morte di Giuliano,
Ario,
compare
colo. Egli
felice di
la
si
compiva an-
maestro dell'eresia del IV
il
sulla scena
Atanasio (296-373),
il
come
se-
l'antagonista in-
grande pontefice ese-
cutore dei dogmi del Concilio di Nicea. Di fronte
al-
l'indirizzo retorico prevalente nella Patristica del suo
tempo, e
egli
alla dispersione delle
Ario combatte
smo come
la
eresìe
protocristiane,
forma cristiana del neoplatoni-
era stata proposta da Origene di
Alessan-
m. 254), il discepolo di Ammonio Sacca che abbiamo distinto dall'altro Origene
dria (n. ca. nel 185-6 e
neoplatonico.
riformato
la
precessione
Dio
E
cioè quegli nel suo
jrspl
dpxtòv
aveva
dottrina dello spirito assoluto secondo la
del Padre
è l'Unità assoluta,
e del Figlio,
ma non
sostenendo
che
indefinita o indefini-
trice del tutto,
definisce da sé, e così è crea-
si
immediatamente
e
un secondo
Lògos,
ma
Neoplatonismo e arianesimo
bensì tale che
bile,
il
—
XXXV.
212
anch'egli è Dio
:
essa genera
Dio. Questi
non
perchè se Dio
si
Dio
è
ma
surabile con lui,
lo
sostanza
della stessa
per Origene
vi
incommen-
È
intende pienamente.
del Padre (ónooijaio?)
quindi
sebbene
:
una
Padre nel Figlio
del
sia
stesso,
definisce da sé,
Lògos che esso così genera non è più
il
da sé
certa
discendenza e un movimento dialettico, che è sempre
determinato.
la
prima
Lògos è
Il
idea
:
Essa
creazione.
ciò
si
idea delle idee
«
che dà luogo
media
nello
al
»,
spirito
— che Origene ammette
che
(jtveuf.ia),
ispira tutto e riconduce a Dio, attraverso
dei mondi,
e insieme
processo della
divenire
il
nella loro pluralità
e descrive secondo la teoria degli Stoici, concludendo
quindi con
e
la
cosmica. Certo è che egli,
segnatamente nella famosa polemica con Celso, aveva
in tal
l'atto
modo
ridotto la materia al
mero contenuto
del-
creativo, e quindi proposto chiaramente per
la
ma
che
medietà della sua dialettica nel terzo termine é
in-
prima volta
la
redenzione
sufiSciente,
la teoria della
creazione assoluta
cioè riconduce ài
e
panteismo
:
materiali-
stico (1).
Per Ario
possibilità
di
la ripresa
una
della tradizione classica e la
conciliazione con essa del
nesimo consiste nella distinzione del concetto
cristia-
di so-
stanza [ovaia) in due forme, l'una trascendente, l'altra
naturalistica.
(1) Cfr.
La sostanza
Ueberweg
-
eterna, e
Baumgartner,
sempre
uguale a
10" ed., pp. 104-107.
Le scuole neoplatoniche
se stessa,
è
Padre, l'Assoluto,
il
come morale,
213
creatore
il
egli
:
è la
La sua azione
nel mondo creato si sviluppa per un medio termine,
che non è correlativo ad esso, perchè ne diminuicausa, così fisica
rebbe
il
Figlio. Questi
si
dialettizzano
come
Figlio,
il
è discendente nella realtà
ha una sostanza
essere e
1'
dell'essenza, che era e
essere,
ma
trascendenza,
la
di tutto.
non
nella quale
essere
è l'avvento
riesce
sostanza seconda,
:
mai interamente ad
salvazione. Quindi
la
la
relativa,
non
il
dove
si
dire che
concausa
la
ente, è soltanto simile alla sostanza del Padre
(e)
non
ófioioijaiog.
:
Tale relazione di simiglianza conduce a identificare
creazione con
forma assoluta della
la
perchè soltanto
causa e
la
in
un
momento, che
terzo
Lo
si
primo per distinguersene,
dine
Ora
e
successivo
il
del
dannò Ario
della fede
non
con esso
cristiana
si
entra nell'or-
nel
naturali.
effetti
sono
così creature,
Nicea con-
essere. Il Concilio di
formulando
(325),
ancora più dal
allontana
Spirito santo
Figlio e lo
tengono
e
Spirito santo è quindi
cause e degli
delle
la
causalità, e ciò
sono legati sostan-
l'eflPetto
quel modo.
zialmente
:
simbolo definitorio
il
principio
omogeneità
della
del Figlio col Padre e dell' uguaglianza e distinzione
un Dio
delle tre persone divine che sono
cetto sviluppato
mirabilmente da Atanasio
polemica contro Ario e in una profonda
Ma
spirito.
prima
ebbe
e
Ario
si
resse
ancora
la
stesso
eretici,
come
gli
«
Con-
nella sua
filosofia dello
lungo
a
assai
dopo Giuliano, nelle alternative
egli"
gavano
solo.
delle corte
anomei
»,
e
:
che ne-
somiglianza senza pervenire dWhomousia, e
i
<&
«
—
XXXV.
214
omei
Neoplatonismo e arianesimo
non
persone divine operò anche come ri-
che affermavano
»,
sostanziale, delle
pura somiglianza,
la
:
formatore, e pochi mesi dopo
consacrato
Chiesa di
nella
la
sua morte venne
Costantinopoli.
ri-
era
Egli
l'ultima speranza del paganesimo.
Di fronte a
tali
lotte, assai
oscure nei particolari
quanto luminose nel campo delle idee,
mento
sta l'atteggia-
degli imperatori, che nel periodo teodosiano, e
specie per opera della famiglia dei Valenti,
dichia-
si
rarono assai favorevoli all'arianesimo, dopo averlo ora
appoggiato e ora
Dall'
impero
d'
Oriente esso passò poi
tinuò a prosperare tra
versione
della
Ora
San
di
Gregorio
tale fortuna, e tale
la
Magno
assunzione
causa da parte di poteri imperiali e regi,
ga se non per
per opera
cattolicesimo
al
regina Teodolinda e
(ariocattolici).
Goti, e con-
ai
barbari almeno fino alla con-
i
Longobardi
dei
suo fautore.
osteggiato in vita del
non
si
«
sostanza stessa
è,
aristotelico,
una
sola,
sostanza
la
economica.
Ma
:
Che
divina e umana.
l'ovaia, quella
e quindi ideale o formale
geva tanto
», e
pensiero classico,
Questa era stata nel
che
spie-
prossimità dell'arianesimo alla que-
stione principale dibattuta tra essi e nel pensiero.
era quella della
di
sia
platonico
che veramente
lo stesso concetto reg-
ontologica quanto la
sostanza
all'idea latina della substantia,,
che sta
sotto alle cose e che corrisponderebbe quindi piuttosto
al
substratum nella
filosofia storica (tò ujtox8i|i8vov),
incontro la teoria plotiniana
ousia ideale e logica e
la
rale e intellettualistica.
La
della distinzione
hypastasis^ sostanza
dialettica dei
viene
tra la
natu-
due termini
Le scuole neoplatoniche
si
compenetra
ma
:
215
corrisponde alla
essa
distinzione
del diritto, e al suo sviluppo dalle novellae adrianee
al
corpus
della
«
Poiché risolveva
di Giustiniano.
proprietà
»
gere alle origini stesse del neoplatonismo
punto in correlazione con
tra
sostanza
la
il
che abbiamo
giuridica,
visto
difiFerenza
economica,
sostanza
la
sor-
ed era ap-
:
la dottrina della
metafisica e
problema
quella una e indivisibile e questa divisibile e molteplice.
Tutto
momento
il
dici longobardi,
ariano del diritto, fino
era infatti fondato nella
distinzione delle sostanze
:
e questa era stata diviniz-
mentre era concretamente
zata da Ario,
ai co-
divisione e
elevata
già
nella stessa legislazione imperiale.
Ma
atteggiamento nei riguardi del problema
tale
delle sostanze coincide
tra
egiziana
:
la
e
fisica
cioè
delle cose sotto
litative,
il
si
greca
rivolge
punto
e
la
a
il
l'indirizzo
della
tradizione
considerare
tecnica
la specie
di vista delle sostanze qua-
multifarie, dipendenti dalla legge della prov-
videnza divina nel suo ordine
ma
con
Essa promuove l'alchimia, per
scienza di quei tempi.
sintesi
anche
metodo
lora così rara
fisico
;
riprende insom-
di Anassagora, che aveva avuto fino al-
fortuna
nei
confronti
deli' ilozoismo,
del pitagorismo, del formalismo. La varietà
stanza che
si
combinano nei
della so-
corpi viene fatta
cidere dagli alchimisti dei primi secoli
coin-
dell' èra
gare con la molteplicità naturalistica degli Dèi.
vol-
Anche
nell'opera di Sinesio di Cirene, vescovo cristiano (n.
ca.
376), l'alchimia è prospettata secondo la teoria e-
sletico-religiosa della
natura
propria
della
scuola
di
—
XXXV.
216
Neoplatonismo e arianesimo
Giamblico. Egli contribaisce a definire
come
sostanza naturale
concetto di
il
una
e divina mediante l'opera della creazione, in
ma
che trova riscontro nella dogmatica
latina quale ai suoi
Ed
in
ideale
distinta della sostanza
tempi
si
della Chiesa
veniva elaborando
questa infatti, dopo
terializzanti la fede,
rielaborato
il
il
caso
continuo sorgere di eresie ma-
vediamo
tra
IV
il
e
secolo
V^
il
platonismo, soprattutto per opera di San-
modo
to Agostino, in
i
il
(1).
continuo ricadere
il
del materialismo dei suoi primi dottori (tipico
di Tertulliano) e per
for-
neoplatonici
da
:
da reggere
tale
lui conosciuti
il
confronto con
attraverso
il
proprio
maestro Mario Vittorino, traduttore in latino di Plotino
e di Porfirio. Nella sua dottrina della creazione
considerava la natura creata come
egli
propria
dotata di
grazia (la gratta naturalis) e capace quindi di sviluppo
autogeno
meglio
stanza
:
d'
ma
ogni
altra
egli ritiene
aveva
ritorna
a considerare
(1)
ariimae.
La
so-
questione
divisibilità e moltepli-
Questa
posizione ammetteva
reazione
:
Opera
in Migne, Patrol. Graeca, voi.
LXVI.
V. specialmente
il
De Genesi ad
ss.),
quindi
come per
grande caso della riduzione del diritto
gine di Storia della Chimica (Roma, 1922, p. 65
« Giornale critico della filosofia italiana », 1923.
(2)
la
sostanza
la
e divina, e ciò fino alla
neoplatonismo sotto forma di
l'altro
interpretato
invece costituita dalle proprietates o
qualità naturali.
il
ne
(2j.
Con ciò egli
stessa come unica
del De quantitate
cità
che
indica nello stoicismo la dottrina
alla sto-
Cfr. A. Mieli,
e cfr.
litleram libri XII.
mia
Pa-
ree. in
Le
ria
De
della civiltà nel
dello
losojBa
E
Dei.
Civitate
Ma
reazione.
di
ultimi melanconici tratti di
gli
come
scuola neoplatonica:
nuova
la
immanente poteva
spirito
appoggiarsi sopra una
rono
217
scuole neoplatoniche
pure
anche
questa
soffri-
equilibrio
—
della
dell'altra reazione, a. cui
Agostino stesso non era stato indifferente,
cheismo
fi-
del mani-
sistema persiano della dualità del bene
il
e del male, del quale Plotino aveva tanto combattuto
l'avvento sotto le prime forme gnostiche.
XXXVI
La
del neoplatonismo
storia
per oltre un
mento
mente
riforme
secolo,
ufficiale
la loro
imperiali,
i
filosofi
riodo della storia della
genza
e Aristotile
400, in seguito
alle
provenienti
parte
come
appaiono avere
ateniesi in
filosofia
assumono sempre più
greca. Esso
commentare
altre scuole
le
il
;
il
pre-
quest'ultimo pe-
venne
ma
Platone e
tali
valore dì opere
ca-
conver-
dei neoplatonici dalla
loro indirizzo nel
del
e segnata-
Pergamo occuparono l'Accademia con
istituzioni
ratterizzato per
insegna-
di
neoplatonici
dottrina, ed essi soli
domìnio delle
forma
della dottrina nelle scuole
in Atene. Ivi intorno al
dalla scuola di
svolse così ancora
si
V°, sotto
il
commenti
originali,
e
cioè denotano e rivelano l'elaborazione dei classici se-
condo intendimenti
filologico.
di carattere storico
e
non
soltanto
Essi per altro sono divisi da due tendenze
che risalgono
alle origini del
neoplatonismo
:
gli
uni
XXXVI.
218
—
La
scuola di Atene
cioè seguono le dottrine critiche e letterarie di Olim-
piodoro,
altri
gli
Cassio Longino.
di
fondatore della scuola Ateniese sembra essere
Il
Plutarco di Atene,
commentò
dialoghi
i
di
figlio
Aristotile. Nella sua
Nestorio (350-433)
Platone
di
e
il
dottrina egli riduce
cinque forme fondamentali e cioè
l'uno,
noùs, l'anima,
la
vita
e la
dell'
anima
inferiore,
E
propria la ragione.
come
nisce per lui
tale
:
Dio che
materia pura. In
questa classificazione egli interpreta la vita
pria
mentre della
come
la
pro-
superiore è
concetto della vita
tò evvXov eTòog, cioè
di
gradi della
i
realtà a
il
che
;
anima
de
si
defi-
forma ideale
immanente nella materia
e che
per questa immanenza nella materia realizza anche la
che è
penetrata e
;
concreta determinazione dell'unità del lògos con
sperienza. Questo
me
modo
di
l'
e-
intendere l'immanenza co-
presenza intrinseca nella realtà sensibile è quello
che prevalse nel
Medioevo. Nella
psicologia di Plu-
tarco di Atene era data la massima importanza alla dottrina platonica della reminiscenza (amamnesi), ritenendo
fin
d'allora che la
prensivo fra
tutti
memoria
i
fosse
il
principio più com-
princìpi psicologici e quindi fosse
possibile unificare la psicologia dal punto di vista della
memoria
stessa.
commenti su Platone
e Aristotile, fra i quali emergono i quattro libri conservatisi del suo commento alla Metafisica. Egli soSiriano
ci
ha
lasciato larghi
stenne rispetto alla storia del neoplatonismo che non
si
potesse unificare la dottrina di Aristotile con quella
di Platone.
E
quindi come storico mise
in rilievo
i
Le scuole neoplatoniche
motivi per cui Aristotile
e per
il
si
219
staccato da Platone,
era
primo indicò esattamente che
motivo
il
sto-
rico e ideale di questo dissenso era stato la teoria delle
idee-numeri. Quanto a Platone,
per questo stesso
egli,
come pen-
giudizio critico di Aristotile, lo interpretò
congiunto con
satore assai
Pitagora e con
del pitagorismo anche nelle sue
rientali.
Ma
della dialettica, perchè propose per
il
sorte nel
primo
o-
campo
di adot-
metodo anch'esso triforme come
tare la dialettica con
le
storia
forme religiose e
non ebbe non minor
.egli
la
divisioni dei concetti presentati dalla metafisica di
non più biforme come
Platone, e
sica.
La sua
dialettica,
antitetiche che contrastando
l'altra,
«lògos
considera
ménon»
o
il
nella dialettica clas-
anziché presentare due posizioni
risolvessero l'una nel-
si
pensiero sotto
immanenza
triplice aspetto di
della verità, «lògos exiòn»
o processo delia verità da se stessa, e
in cui
il
«
lògos idios »
pensiero o ritorna su se stesso
per la con-
clusione, o trapassa in un'altra serie di processo e di
ritorno. Ciò che
poiché
forma
la
«
manchevole
proprietà
specifica,
naturalistica
è
:
e
»
delle idee,
particolare,
non adegua più
momento,
anche intesa come
nel terzo
economica,
l'assoluto.
giuridica,
Questa posi-
zione di Siriano fu combattuta da Domnino,
il
quale,
nella stessa scuola neoplatonica, preferiva riaccostarsi
ai
primi maestri alessandrini e alla loro dialettica del
matematicismo, che appariva a
lui
presentare proprio
l'innovazione suflSciente per soddisfare alle nuove
genze della
filosofia
e per risolvere
ristotile e Platone. Il
che era
il
tanto
esi-
dissidio fra A-
più
attuale in
220
XXXVI.
quanto non
vi
a
La
era più
cademia, e quindi
camente
—
scuola di Atene
un Peripato
neoplatonici
i
distinto
Ac
dall'
trovavano
si
prati-
non con-
doverselo addossare e tuttavia a
fondervisi.
Tra queste discussioni
si
levò a emulare
gli stessi
antichi maestri l'insegnamento di Proclo. Questi nac-
que
ma
a Costantinopoli nel 410,
studiò e
cato a Xantos in Licia (di dove erano
i
fu edu-
suoi parenti),
cioè nell'ambiente della scuola di Pergamo. Poi passò
ad Atene
dopo varie prove nell'insegnamento
tenne per molti
anni
platonica. Egli vi
riano,,
ma
anche
Olimpiodoro
la
direzione
nella scuola neo-
come discepolo
era entrato
richiamandosi alle
egli
di Si-
dottrine
vecchio, che attualmente era
il
e ivi
di
rappre-
sentato da altro Olimpiodoro. Morì nel 485, lasciando
di sé
ampia collezione
e profondità
lo
di opere
che
pongono subito
dopo Plotino
greca. Tali opere
letteratura filosofica
per importanza
si
nella
dividono in
commenti e l'altro dei trattati.
I commenti a Platone comprendono quelli alla jRepubblica, al Timeo, al Parmenide, al primo Alcibiade,
alla aal Cratilo. A essi stanno accanto i commenti
stronomia di Tolomeo e al primo libro della geometria di Euclide, oltre a commenti minori. I trattati
comprendono gli Elementi di Teologia, l'Introduzione
due gruppi, l'uno dei
della
ficoltà
Teologia di Platone in
intorno
alla
sei libri,
provvidenza»,
il
le
«
Dieci
trattato
«
Della
provvidenza, del fato e della nostra deliberazione
«
Intorno
gli
altri
all'
sono
esistenza dei mali
scritti
in forma
».
Tanto
assai
gli
dif-
», e
uni che
rigorosa e con
s
Le scuole neoplatoniche
221
grande erudizione e conoscenza storica della
metodo nel
greca. Il suo
consiste in
classici
altri
filosofia
commentare Platone
e
gli
una simpatetica comprensione
movenze
del pensiero del suo autore in tutte le sue
e allusioni,
ad intenderne e rifarne
sì
la
dia-
stessa
e trarre poi da questa l'ispirazione per indagini
lettica
collaterali
o derivate. Così accade che,
tare la Repubblica,' e^\ì dalla questione
tragga motivo per
Omerica
un
commen-
per
della
poesia
trattato vero e proprio su la poetica
inserito nel
commento
I trattati
stesso.
siste-
matici di filosofia sono invece in forma rigorosamente
procedono per divisione o paragrafi
dispositiva e
come
rispondenti all'ordine dei concetti,
venne
a fare
cor-
in seguito
si
quasi universalmente.
NOTA BIBLIOGRAFICA
Della vita di Proclo e delle sue
suo discepolo, autore di una vita
sizioni fondamentali di Euclide, e di
cioè
il
tuttavia
*.
Proclo, o della felicità
1'
opinioni
personali
di Proclo, di
».
uno
un
scritto
sull'etica
comuni con
di
Marino
propoProclo,
Questi, di origine samaritana, ridusse
interpretazione del suo pensiero a una sintesi tra
e le dottrine morali
trattò
trattato sulle
la filosofia di
il
pitagorismo
Giamblico.
Le opere di Proclo in gran parte sono ristampate nella Biblioteca
Teubneriana {Institutio physìca, ed. Ritzenfeld, 1912 In primum Euclidi
elementorum lihrum coimn., ed. Friedlein, 1873 ; In Platonis Renipublicam comm., ed. Kroll. 2 voli,, 1899-1901 ; In Platonis Cratylum, ed.
Pasquali, 1908; In Platonis Parmenidem, ed, Stallbaum, 1840; In Pla;
tonis
Timaeum,
ed, Diehl, 3
voli.
1903-1906
;
gli
Inni in
Carminum
graecoTum reliquiae, ed. Ludwich, 1897). Per la Inslìintio thnologìca,
V Introducilo in theologiam Platonis, e il comm. sìV Alcibiade, ved.
Prodi Opera ed. Cousin, Paris 1820-1825, 6 voli. (1864, 21 voli.) e il
voi delle Enneadi dell' ed. Crenzer - Didot {Introducilo). L' Hypoliposis
astronomicarum positionum nella stessa Bibl. Teubner, ed. Manitius,
XXXVI.
222
1909.
De
Sacrificio et
—
magia
La
scuola di Atene
Analecta Graeca,
ed, Kroll,
parz. dell' Alcibiade e de Sacrificio nel FlClNO,
1901.
Trad.
cit.
Trad.
Jamblichus,
degli Elementi di Teologia a cura dì M. LosACCO (Lanciano, Carabba 1917) ; di essi e dei Slx books of The Theology of Plato, a cura da
Th. Taylor, in inglese ; trad. lat. di essi e degli Elementi di fisica, del
cit.
Patrizi, 1583
della Theologia plot, nell' ed. Creuzer
;
-
Didot,
XXXVII
pensiero di Proclo giganteggiò su tutta
Il
suo tempo come V ultimo grande
losofia del
della speculazione greco-romana, e offre
siero
di
tutti
problemi,
i
nica
ma
essa
si
della
non
comunicò quasi
Medio Evo
sunto
stessi
degli
«
pensiero
al
moderna.
e dell'età
Il
Libero de Causis
XIP
»,
col titolo
servì di testo per lo
studio
della metafisica della scolastica, ed ebbe notevoli
menti
fra
Il
i
quali
metodo
nella filosofia
uno
di S.
dialettico
moderna
elaborato da Proclo trionfò
sotto la
forma della
dialettica
mondo
del pen-
il
come interamente dominato
pretabile dal processo dell'Uno quale
metafisica
Le
;
quindi per lui
la
si
riduce
continuamente
si
in
si
un
che è quello dell'unità. Questa unità
si
e inter-
delinea nella
metafisica è
categorie e le idee fondamentali
tutto
com-
Tommaso.
hegeliana. Proclo infatti considera
siero nella realtà
rias-
elementi di teologia compilato da
Proclo, e tradotto in latino nel secolo
di
elaborata
forma in cui
immediatamente
cristiano del
sistema
scuola neoplato-
solo della
classica e della
filosofia
fi-
nostro pen-
al
soluzione più
duplice valore della
il
la
la
logica.
identificano, e
solo
pensiero,
presenta
come
Le scuole neoplatoniche
come principio
realtà attuale (f^iov^ \iovdg, svdg) e
l'
Esce da
esistenza.
223
sua posizione e
tale
si
nella dialettica della molteplicità, indi da
torna in sé e
In
modo
tal
ricostruisce
si
per qualsiasi categoria del
medesima
dell'unità o
via,
suo uscire di sé
da sé
scire
come
Questi tre momenti sono elaborati
offerto dal triadismo
a differenza
di
propongono
tuale e attuoso così nella realtà,
la
sullo
dottrina e
considera
il
schema
già
Ma
stessa struttura
modello
di Hegel,
antitesi e sintesi e
tesi,
come
rilevare,
fece
il
si
cioè della
come processo
logico dell' idea in sé, per sé, e in sé e per
bisogna anche
del
metodo. In questo appunto Proclo,
precursore e
come
dialettica
tale
un movimento atcome nel pensiero,
ritornano a identificare nella
e cioè
e
in sé (ematgocpri).
di Giamblico.
dalla scuola
esso,
aspetto
mondo si svolge per
monade che si pone,
del ritornare
e
suo
ri-
unità.
progressione) ovvero dell'u-
(jtgóoòoq,
(8^0805),
esterna
questa
indistrutta
dialettica in qualsiasi
la
del-
sé.
Cousin,
Ma
disce-
polo dello Hegel e traduttore e commentatore di Proclo,
che
le
due dialettiche
così raffrontate
che un altro termine parallelo, in cui
differenza storica.
tica.
La
epodos
la
;
partizione
e cioè ai
hanno
vede
dialettica di Proclo è
Quindi concepisce
condo
si
il
movimento
del coro,
fini
dramma-
del pensiero se-
per strofe, antistrofe,
della stessa unità proposta
poesia e filosofia di cui era vissuta la
lenica. Inoltre in essa
an-
la loro
il
momento
tivato dal rassomigliare all'unità del
e cioè dal processo della
tra
tradizione
del ritorno è
punto
el-
mo-
di partenza,
mimesi platonica. Mentre
la
—
224
XXX VII.
dialettica di
Hegel trae
La
il
dialettica di Proclo
suo movimento drammatico
dalla mistica religiosa, cioè nella sintesi tra religione
e filosofia proposta dal cristianesimo
muore
D'
dissolve.
e si
cioè
nella sintesi
due termini
E
così
:
cioè nel
appunto
il
termine
per
sé e
vera e
propria o riunione
metodo
della metessi platonica.
confronta entrambi
li
terzo
Hegel nell'in in
della dialettica consiste in
sé,
e l'arte in essa
;
altra parte
il
di
Gioberti nella
sua Protologia.
domandare
Ci possiamo
ramente
:
la sua posizione
se Proclo avvertisse chia-
non
storica di pervenirvi e di svolgerla
sia,
ma anche
spirito
della
morale,
vita
e
ma anche con
dionisiaco,
sintesi che in realtà
si
cioè la necessità
dialettica,
solo nella poe-
non
spirito
il
che per
il
suo pensiero
suo stesso valore storico,
dalla stessa concezione
scendente e quindi
o
tale posizione,
il
—
affermazione
:
il
filosofia
In
Egli
neo-
identificava
del limite
indefinibile.
punto
con
cioè posto
come unità
conseguenza
tra-
di
di partenza della dialettica
e soprattutto nel suo prin-
cipio era diverso dall'assoluto,
presentare con
si
dell'assoluto
momento
in qualsiasi suo
apollineo,
svolge solo attualmente.
ne ha coscienza del limite residuo nella
platonica,
con
solo
—
o essa doveva rap-
suo uscire di sé la sua vera prima
e quindi per questa differenza
nità assoluta e l'unità dialettica, la dialettica
tra l'u-
rimaneva
incerta.
Proclo mette in rilievo questo dilemma col chiarire
che l'assoluto non è soltanto indefinibile
ma
an-
che impartecipabile. Mentre noi porremmo, con Hegel,
Le
come principio
effettiva
non
di interpretazione
ma anche
rusia delle idee,
nione
con
225
scuole neoplatoniche
la
la realtà
:
soltanto la pa-
metessi, cioè la loro u-
per Proclo la verità
non
vuol essere partecipata dalle idee perchè se fosse par-
non più trascendente.
tecipata essa sarebbe definitiva e
Quindi
come
l'assoluto
fondamento
suo
il
rimane schietto
dalla sua sussistenza,
sua
tradurre nella
ma
ma
sua purezza,
presunto,
dialettica.
appunto
l'errore.
Tutta
come
la
ragione
non
Esso quindi
nemmeno
errore, perchè
1'
prima di ogni idea,
senza potersi né volersi mai
verità nella sua concretezza, e
1'
e
il
è la
bene nella
l'incomprensibile è
analisi dialettica delle rela-
zioni dell'Uno con la realtà, svolta dalla scuola neoplatonica, finisce per lasciare
stente.
Esso non è
cipuo,
ma
vita e
che
quindi
il
la
la
l'Uno vuoto
vita
inconsi-
che è luce e processo pre-
vita
morte come presupposto
la
e
lavora a superare
astratto
e
a
della
risolvere
:
processo della filosofia e della vita tende a
concludersi nel vedere oltre a sé e nel lasciare fuori
di sé l'errore stesso e la
si
disperde
mare
la
l'
morte come tenebre in cui
incomprensibilità dell' assoluto, o rifor-
concezione dell'assoluto come unità della vita
cioè comprenderlo
e della verità,
concretamente nel
suo circolo, in cui esso è assoluto anche moralmente,
cioè
assolve
si
di
ogni
errore.
comprensione dell'assoluto,
scienza di esso, è vietata
nel
momento
lazione
:
e di
Questa
speranza di
liberazione della co-
dal neoplatonismo
proprio
di maggiore equilibrio della sua specu-
e la coscienza di tale difficoltà filosofica coin-
cide con la crisi del pensiero storico, obbligato a
CAREMALLA
—
La
Filosofia di Plotino.
ri-
15
—
XXXVII.
226
La
dialettica di Proclo
comprendere an-
nascere e a rinnovarsi senza poter
per molto tempo quale
cora e
fosse l'origine di tanto
male.
Considerando
sintesi
stesso
la
cui
forma
sintetica
si
come
consegue, e realizzante
mondo
tima del
non
è
il
ma
quale
si
modo
la
come mo-
Essa è
bene come
im-
caratteristica in-
La monade
e delle idee.
l'
che ne
nella causalità
dunque più semplice unità formale
pitagorismo,
di
cioè vivente in atto,
attuale e
semoventesi nella dialettica e
punto
ritrova in tutti
princìpi della realtà e dell' esistenza.
porsi dell'essere
il
allo
della teoria neoplatonica dell' unità
nade o enade,
i
esso presenta
dottrinale,
vista
sistema di Proclo dal
il
Proclo
di
come
nel
l'unità d'insieme del divenire logico,
schiude da essa e
vi
si
ricomprende. Quindi
monadi dell'unità prima, delle categorie, delle unità
come concrete e singole, sono le vere cause, perchè
le
loro
dal
aprirsi e
della natura
e
uscire
galizzazione scientifica di
stesse
da sé derivano
dal loro rientrare in sé
sono la forma
tali efljetti
tipica
poiché
;
gli
effetti
deriva la
le
monadi
delle ipostasi del
cioè sono le sostanze, e quelli sono
le-
appunto
logo,
gli
ac-
cidenti delle sostanze.
Proclo ritornò in questa forma a sollevare a pro-
blema principale
la
della sua filosofia e delle scuole che
seguirono la dottrina della sostanza e della causa,
che invece
la
condo piano
;
critica di Plotino
ciò perchè egli
si
aveva posto in un
presenta
come com-
ma
sua dialet-
mentatore e interprete di Platone,
tica
è rivolta
se-
la
ad assimilare nel platonismo così
rifor-
Le scuole neoplatoniche
mato anche l'insegnamento
si
può dire che Proclo
227
O
di Aristotile.
altrimenti
platonismo la
ritrovi nel
ri-
sposta alle obiezioni che vi aveva opposto Aristotile, e
che quindi
idee-numeri egli sostitui-
alle dottrine delle
sca quella dei numeri-idee
:
mosse da
e alle difficoltà
Aristotile intorno alla partecipazione tra le idee e la
realtà egli contrappone l'idea della partecipazione della
con
realtà
se stessa, e
della metessi
che ha carattere intuitivo, con
trina del sillogismo,
metodo
circolo
l'assoluto è fuori
infine egli cerca di riconciliare la dia-
;
lettica platonica,
del
ammette che
dando
alla sintesi delle
della conclusione
e
dialettico.
L' intuizione
premesse,
significato
il
della
non
della contemplazione speculativa
la dot-
verità
è
di
un
in sé e
compresa
in
questo circolo, bensì presupposta da esso, e cioè soffre nella dialettica della stessa
punto
tata in questa
blemi della
filosofia.
tuire
una
Esso deve
pura identità
riconoscere la
ambiguità da noi no-
come proad un tempo
tra arte e religione
infatti
dell'
serie di processi ciclici,
Uno,
i
e deve costi-
quali rappresen-
un
uno e
in un solo
tano simbolicamente lo svolgimento della realtà da
grado
all' altro,
ma anche
il
suo ritorno
questo svolgimento non riesce a risolvere
circolo, cioè
non
riesce a risolvere
il
all'
simbolo in piena
verità, in
piena coscienza dell'oggetto. Pertanto
losofia di
Proclo continua a prospettarsi come
fisica,
:
la
fi-
meta-
e cioè sostenuta a doppiare e sdoppiare la realtà
nell'insufficienza del
movimento, ad unire insieme
teoria e la pratica, la
ciò contro la
stessa
realtà e
il
proposizione
pensiero stesso
iniziale
la
:
e
di Proclo
—
XXXVII.
228
che
La
primo principio
il
bene e questo basta
dialettica di Proclo
di
causa prima ed unica è
Quindi mentre
a se stesso.
muove per provare
l'autarchia
della
ancora legato dalla eteronomia di
prendere legge da altro principio oltre
creto,
vi
mentre se questo
tità
del
loro
dell'
cioè
suo
dal
bene
il
con-
pone come principio non
si
dovrebbe essere che come uno
partire,
rimane
verità,
essa,
il
egli
cioè
:
dovrebbe
si
per superare le difficoltà di Proclo, dall'iden-
bene con
eterogeneità.
Uno
si
assoluto
l'
D'altra
risolve in
non aver potuto
intellettuale, o
e
non
dalla
l'impartecipabilità
parte,
un larvato riconoscimento
;
serrare la dottrina nel pericolo di
due materie
di
quindi
e
un
nel
doppio
Plotino
si
dal
materia
risolvere la questione della
indeterminazione
rialismo, in cui le
della
tesi
rin-
mate-
rivelano
una trascendente e 1' altra immanente, né saranno
risolte se non riprendendone in esame tutto il pro1'
blema, dalla
filosofia
alla critica del
della natura nel
noumeno
in
Kant
Rinascimento
e nei suoi epigoni.
XXXVIII
La
filosofia
disfazione di
litico
neoplatonica trova in Proclo la sod-
una esigenza sistematica
e deduttivo,
mentre
la
di carattere ana-
forma della sistemazione
propria delle Enneadi di Plotino era invece metodicodidattica; quindi nella storia del neoplatonismo e nella
scuola
alessandrina
si
deve ammettere
che
la
piena
coscienza storica del valore e del significato della scuola
Le scuole neoplatoniche
venne appunto da questo
filosofo.
Egli ne mostra an-
conseguenze nelle sue critiche della
che direttamente
le
religione, nelle
quali appare aver
particolare
229
modo
discusso in
problema della teurgia sollevato da Giam-
il
blico. Quella caratteristica possibilità
di fare gli
Dèi
mondo
mondo orien-
per propria azione religiosa rappresentava nel
classico la tentazione e l'infiltrazione del
cioè
tale,
problema della teurgia che
il
Plotino
posto
aveva
gioventù, e che egli
nella sua
cercato costantemente di risolvere nella
pro-
era
si
Giò
filosofia.
era più che conforme alla tradizione dello spirito clas-
ma
sico,
solvere
esso
si
rivelava insufficiente a criticare e
pienamente
sue forme
misticismo, e sopratutto
il
semitiche, con cui
nelle
paganesimo era
il
ri-
tut-
t'ora affiatato.
Tale critica travaglia nello stesso periodo
neoplatonica
per
il
to »
— ove
dei
trattazione
«
la scuola
riaperta
era
Plutarco. Egli
scolaro di
suo commento
per la sua
che
di Alessandria,
opera di Hierocle,
si
Versi aurei
di
Pitagora e
della provvidenza
appare incline a ridurre
il
ad
emerge
e del fa-
sistema di Plo-
tino alla posizione del monoteismo, e alla teoria della
creazione divina in confronto con la teologia del
stianesimo. Sostiene quindi che la creazione del
è dal
non
essere
come
venire inteso
della volontà di
minatore della
«
dal nulla
»
all'
essere
atto
:
e
cioè
l'
atto
mondo
del
di-
decisivo o volitivo, creazione
Dio quale principio autarchico
vita.
cri-
Quando
la
teoria
e do-
della creazione
(ex nihilo), dogmatizzata nello stesso tem-
po dai padri della Ghiesa, è
la teoria
della creazione
—
XXXVIII.
230
Gli ultimi maestri
assoluta nella sua pura libertà
«
non
come materia
essere »
in
chiarisce
si
la limita
lui
come
vece alcun mistero,
ma
un
è limitato e
la
che
si
mistero
il
non
dialettico della volontà, la quale di per sé
intelletto
nel
del presupposto insolubile della
astratto raffinamento
sua scuola. Che
Hierocle
;
ontologica, cioè nel più
è in-
un mistero per
non vuol riconoscere
solo diventa
propria limitazione, e quindi afferma tale sua astrat-
come
tezza
assoluta.
Gli scolari di Hierocle
commentare
tile,
i
dedicarono anch'essi a
si
dialoghi di Platone e
i
nell'intento di dimostrare quale sottile differenza
e soltanto essa distinguesse
nesimo
anche
il
platonismo dal
quella appunto che vi è tra
;
come materia pura,
il
«
non
della volontà e per cui
irrealtà,
che non
quindi
Teosebio
Ammonio
;
;
delineava
si
il
« nulla »
ma
segue
il
valore del
di
un
scuola
di
(Enea di Gaza, autore
di essi
Theophrastos
dialogo
;
Tra
l'opera
può più riconoscere
si
nella natura, secondo Aristotile,
fiat divino.
essere »
muove
nello spazio vuoto l'opera del demiurgo, e
come pura
cristia-
o indeterminazione ultima e quindi
iniziale dell'intelligenza, da cui
creatrice
Gaza
di Aristo-
testi
Ermìa
una
di
e
di
propria
suo
Alessandria e
figlio
Giovanni Filopono, Asclepio, Olimpiodoro,
Elias, David, Asclepiodoto
di
Alessandria,
Zacharias
un dialogo
Ammonios) sorgono ancora notevoli commenti, come
quello di Ermìa al Fedro, ispirato dalla scuola atedi Mitilene detto lo Scolastico e autore di
niese,
e
di
Olimpiodoro
primo Alcibiade.
Ma
al
Fedone,
al
Filebo e al
Giovanni Filopono nel 529
d.
C
Le
231
scuole neoplatoniche
convertiva al Cristianesimo, e dedicava due
si
poderose,
De
il
mogonia platonica,
vano
soluzione
la
Lo
in cui
dottori
i
dopo l'opera erudita
commento
porfiriano
di
ver-
la
di Chalcidius
teologizzante
e
Marciano Capella [De nupscrittori di indirizzo
tutti
dava
interpretazione
l'
e
consolatione philosophiae di Boe-
zio (ca. 480-524/5), che
solo
latina (2):
enciclopedie di Macrobio (comra.
le
De
il
lingua
dialettica
et PhilologiaeJ,
e
;
tro-
trova svolto contem-
Timeo per opera
In Somnium Scipionis) e
Mercurii
ne
cristiane-
al
Cornelio Labeone
l'opera
Mario Vittorino,
si
scrittori in
di
del
(IV sec), abbiamo
non
cristiani
(l).
poraneamente dai loro
tiis
opificio
cosmogonia
la
stesso passaggio dal platonismo
sione e
De
il
commentare
simo per opera dei neoplatonici
di
e
criticare l'enigma della cos-
l'altra a
mondo
mosaica nel
mundi
aeteniitate
mundi, l'una a esporre e
opere
Evo
Medio
Organon
al
dell'
latino
aristotelico
e delle matematiche e musicologia neopitagoriche,
ma
traduzione dell' Isagoge di Porfirio, su cui
im-
la
si
pianta tutto r influsso del Neoplatonismo nella Scolastica e
insieme
stotile (3),
(1)
dispone
si
a partire
Le opere
sua preferenza per Ari-
la
dai suoi commenti.
di questi autori nella Biblioteca
Teubneriana e nella
collezione aristotelica dell' Accademia di Berlino.
(2) Vittorino nella
complete di Boezio,
st'
ultimo e degli
(3)
Su
altri
questo
Esqutsse d' une
Patrologia latina del Migne,
ivi,
voli,
autori
LXIII
cit.
-
LXIV
generale
dlévales (2* ed., Paris, Alcan).
le
voli.
opere
Vili
singole
;
le
opere
di
que-
nella Bibl. Teubneriana.
argomento è ormai
hìstoire
;
et
classica
l'
opera
del Picavet,
comparée des Philosophies
//lé-
XXXVIII.
232
Con
inizi
gli
del
—
Gli ultimi maestri
VI secolo
scuola
la
neoplato-
nica di Atene cominciò quindi a dare segni di stan-
campo
chezza, e specialmente nel
cominciavano
maestri
a
ripetere
quello commesso di Ario, cioè
mente
all'
l'errore
male,
del
oscurità
modo
la
ma
nella verità stessa. Ciò
pera di
un
che è invece
si
vede
l'errore
ancora in
ellenico, cioè
spirito
l'esigenza di aporie, di antinomie, di
lubili nella dialettica,
vigorosa-
ridurre
mantenere
di
sofìstica dello
analogo a
asserire
di
principio della verità e di
il
qualche
della morale. I suoi
antitesi
irriso-
la loro risoluzione
per
esempio nell'o-
altro dei neoplatonici di Atene,
disce-
il
polo e biografo del diadoco Isidoro, e cioè Damascio,
assai studiato dai teologi nella loro assimilazione della
Egli
filosofia greca.
in latino, col titolo
compose un'opera, tradotta anche
«de
in greco più esattamente
che
principiis »,
« aporie
e
s'intitola
soluzioni
delle
questioni sui primi princìpi » e che è soprattutto
storia della teoria delle aQXai, intorno
a£faticata la
stesso
filosofia
metodo
di
greca
dai
fino
procedere
per
cui
a
si
presocratici.
aporie
e
una
era
Lo
soluzioni
commento del Parmenide di Platone. Egli
presenta come soluzione del nesso dei princìpi spiriapplicò al
tuali e reali la teoria della causalità, e
denza tutta
la
la successione
difi'icoltà
delle
del trarre per causa ed effetto
forme del mondo
posta la prima causa, e cioè
pabile e quindi
non
1'
e
della
vita
:
Uno, come imparteci-
causale di per se stessa. Occorre
per ciò ammettere che
(la
mette in evi-
vi
sia
concausa non-ente) che non
un momento
si
della causa
riproduce nell'effetto,
Le scuole neoplatoniche
233
e che per tale scissione continua di sé
come ordine
realtà
Ma
degradantesii
può scindere
:
via via causato sia discendente
la
e sia
l'Uno come tale non si
manca interamente nell' intelletto
all'origine
esso
che comincia a scindersi
e quindi l'unità logico-etica
questo è soltanto di carattere negativo o privativo,
di
cioè supplisce al desiderio dell'
vazione o non-entità
mente
repleta,
e
nità,
una
contemplare
cause
dell'
:
Uno,
da
continuamente
volta ancora
tale
il
il
e la stessa pri-
:
desiderarsi
i
vana-
valori dell'uma-
naturalismo.
Ciò
ritorno ad Aristotile, e
Unità suprema ed enigmatica delle
forma
naturali nella
trascendente
Uno
riscontra in tutti
si
rafforza
suggerisce
a
medesima
e così
il
del
immobile
motore
e
collega di Damascio, Simplicio,
dedicò a ricercare ancora una volta
sintesi
del
platonismo e dell'aristotelismo, commentando con
as-
si
perfezione
fredda
sai
dello
tegorie
Epilteto
In
ranei,
Stagirita, e
Fisica,
il
modo, secondo
filosofi
le
morale di
critiche dei
contempo-
non riuscivano
neoplatonici
viva
per
il
loro influsso più
reggesse di per sé stessa
(1)
FLicil
De
:
Damascii Dubitationes
Comm.
a
superare
quale rimase
di
quanto
ap-
non
questa consisteva ad esempio
come
considerare le categorie
nel
Coelo, le Cala
rinnovare
a
la virtuosità didattica dei sofisti, la
punto
De
(1).
tal
i
la
la
etc. ed.
indifferenti e nel
Ruelle, Paris,
1889, 2 voli.
SiM-
in Epicteti Encheiridion, ed. Dùbner, Paris, Didot, 1840
quadraturis, ed. Rudio, Lpz. 1907
;
i
commeuti ad
zione dell'Accademia di Berlino, voli. VII, Vili,
Fisica è a cura del Diels)
X,
;
Aristotele nell'edi-
XI
(quello
della
XXXVIII.
234
cercare di svolgere
dall'altra
—
Gli ultimi maestri
sistema procedendo
il
fosse indifferente. Quindi
stesso
vi sofisti,
come
di esse a propria scelta
cominciavano
essi,
una o
dall'
se
sistema
il
trapassando in nuo-
Enneadi
a leggere le
di Plotino
da un trattato qualsiasi scelto a loro posta, e cioè non
ma
più storicamente
i
arbitrariamente
categorie,
dei trattati in altrettante
titoli
simbolismo delle
così nel
tavole
«
tramutavano
e
;
ricadendo
pretoriane senza
»
Quando evidentemente la
organicità che non si può
riuscire più a uniformarvisi.
ha anche una sua
verità
che
sofisticamente, e
violare
è
venne anche posto in
della vita. Ciò
da uno dei loro più
scovo Nemesio di Emesa
Natura dell'uomo
»
seguaci
illustri
e
suoi giorni, e ne pone
critici,
che nel suo libro
il
ve-
«
della
della
in
rilievo
risoluzione della teoria classica
erano
contro
gli
quali
i
battuti, e
dello
semiti
spirito.
ma
errori
dei
filosofi
neoplatonici
i
incertezza
l'
;
anche militarmente, e che
si
a questa
polemica con
persiani
i
si
vanti a Giustiniano tra
cristiano
;
un
quindi
vincerli.
riferisce
1914).
il
525
cer-
Così
proda-
neoplatonico e un
cioè tra Crisogonato,
neva che essere cristiano
(1) V.
filosofo
Questi
erano sempre
cesso leggendario che sarebbe avvenuto nel
filosofo
nella
dei persiani,
essi
cavano di doppiare o di simulare per
lin,
rilievo
del neoplatonismo, da Posidonio di Aparaea ai
storia
non
distinto
un quadro completo
(1),
traccia
organicità
stessa
la
il
quale soste-
significa credere nel Cristo
su di luì la monografia di
Werner Jaeger, N.
voti E.
(Ber-
Le scuole neoplatoniche
come Logos
235
e quindi studiarne la logica, e Calogero
il
quale sosteneva che quella era questione di parole e
non esattamente
termini
come verbo divino
pensiero
dialettico.
essendo
altro
e
altro essendo
intesi,
©teologici che fossero,
condo
la
come
logos
il
Pretore sentenziò a questo
Il
guardo: Graeca proprie, e cioè che
sofici
lògos
il
tradizione ellenica
si
;
termini, sia
i
ri-
filo-
dovevano intendere
se-
annunziando
bi-
così
il
zantinismo e lo scisma della chiesa di oriente.
Sta di fatto che per essersi assottigliate le scuole
anche
tradizionalistiche, e quindi
desiderato ormai
sommo campo
cristiana,
un decreto
le
mente quelle
di
sì
che
si
neoplatoniche, e
le
pieno progresso anche in
degli
chiuse
C.
d.
il
studi nel senso
scuole
Atene
bando per
greche e
filosofiche
e
il
bandì
i
momento
rigorosamente, e costrinse
molti
ad esulare nelle regioni che
filosofi
maestri
erano
varono
gli
arabi, ovvero avverse,
esuli (compresi
Damaselo
e
impero,
paganeg-
applicato
fu
di
assai
filosofia
debolmente
più
come
529
special-
dall'
filosofia
dipendenti dall'impero, come in Siria, dove
gli
dottrina
della
dello stesso Giustiniano nel
astenessero dal professarvi
giante. Il
questo
li
ritro-
in Persia. Tra
Simplicio)
che
ritor-
narono stancamente ad Atene nel 533, era Prisciano,
ultimo diadoco della scuola neoplatonica, e che
si
ritiene persona diversa da
grammatico
(latino) (1).
Egli
quella
si
di
oggi
Prisciano
il
recò in Persia a cer-
(1) Prisciani Metaphrasis de sensu Theophrasti - et Solutìones eorum
de quibus dubitavit Chosroe, ed. Bywater in Supplementum Aristoteli'
cum
(I,
2) dell'
Accademia
di Berlino.
—
XXXVIII.
236
Gli ultimi maestri
care ansiosamente da presso
aporie che
non erano
soluzione
mediovali
codici
quelle
di
da lontano.
state risolte
conoscono da
Si
la
proposte dal re Cosroe a Prisciano e
le
questioni
le
soluzioni date
da questo, che sono nove e possono rappresentare
il
più modesto e semibarbarico documento dell'infelicità
della filosofia greca. Esse sono le seguenti
nima
sia
sogni
cina
dità
;
4°)
;
6")
che
essenza o accidente
Del sonno
2°)
;
Delle stagioni dell'anno
Mar
Delle maree del
si
5°)
;
rosso
riassume in semplici
argomenti
dopo
e
il
tuito
da
tema
di
essa
:
la
la
le
3")
Dei
medi-
;
Della
8")
;
9°)
umi-
Del veleno
che
soluzione,
antiche
dottrine
nona questione il
proposizione del problema
Per
fisiologiche e scientifiche.
testo è interrotto
ha
si
;
Della
verifica nell'aria e nel fuoco
dei rettili. Delle prime otto
l'a-
7°) Dell'
;
trasformazione degli animali migratori
Se
1°)
:
la
come ponendosi
il
mondo
costi-
da quattro elementi capaci di formare l'armonia,
essi
nasca
il
veleno
cioè
;
cato fisico più misterioso.
dunque aneddoticamente
stico della materia,
sapientemente,
(1) V.
La
il
male nel suo
filosofia
fronte
di
greca
si
signifi-
arrestò
all'enigma
duali-
che Plotino aveva potuto porre così
ma non
era pervenuto a risolvere (1).
ancora su questo argomento del dualismo etico
Ethik des Poseidonios (Hermes 1939)
;
J.
Guitton,
:
Nebel, Zur
Le temps
ni té chez Piotili et Saint Angustili ^Paria, Boivin, 1935).
et
V
eter-
INDICE DEI NOMI
A
Apollonio Tyaneo, 10,
Apuleio, 10, 26, 55.
37,
122.
Arcesilao, 36.
Àbatnmone, 186.
Adraséo di Afrodisia,
Ariséocle di Messina, 29, 35.
29, 41.
ÀdrasÉea, 148.
Arisfone, 40.
Adriano, 30, 36.
Agostìno, (S.) 73, 216, 217.
Aristotile, 11, 14, 17, 21, 25, 29,
37, 41, 43, 47, 49,
69,
Aidesio, 197.
Alessandro di Afrodisia,
58, 91,
115, 117,
134,
142,
163,
204, 210, 217, 218, 219, 227, 230
Alessandro di Damasco, 29.
Alessandro di Libia, 41.
Alessandro Polyhiséore, 122, 123.
Arnou
Albino, 26.
Ario, 211, 213, 215, 232.
Allard P., 197
(o
Amerio),
38, 39, 40, 42, 48, 49, 175, 180.
di Alessandria, 230.
Sacca,
231, 233.
R., 81.
Arriano, 35,
(n.).
Amelio Genéiliano
8,
9,
10,
11,
Asclepio, 230.
Asclepiodoto, 230.
Asmus
190
R.,
(n.),
Atanasio, 211, 213.
175, 176.
Atenagora, 31.
Amphiclea, 40.
Anassagora. 215.
Athena,
Anafolio, 185.
Augusto, 199.
Andronico,
195.
Aspasio, 41.
12, 14, 34, 40, 41, 48, 154, 164,
Anebone,
164,
165, 175, 177, 178, 187, 203 (n.)
164, 165,
Ammonio
Ammonio
72, 82,
83. 102, 106, 107, 111, 113, 114,
94.
Àttico, 109
(n.).
43.
B
177, 186.
Antioco di Ascalona,
Antioco Epifane, 179.
11.
Bacone, 119
Antìsferje, 105, 160, 178.
Banfi A., 48.
Apollodoro, 43, 181, 182.
Barbagallo
(n.).
C,
197
(n.).
Indice dei nomi
238
D
Bardesanes, 27.
Basilide, 27.
Baumgaréner M., 212
Bergson H., 73, 108,
Damaselo, 232, 233, 235.
(n.).
Daniele, 179.
184.
Beréhéloé R., 47.
DanÉe,
Bidez
David, 230.
39, 177, 180 (n.), 197 (n).
J.,
65, 81.
Boezio, 178, 231.
De
Bouilleé, 46.
Deichgraber, 37.
Falco V., 190
Democrito,
Bréhier E., 47, 48, 70.
Bywaéer, 235.
38, 83.
Demoséraéo,
Deubner
(n.).
41.
Calcidio (Chalcidius), 231.
190 (n.).
Dexippo, 185, 196.
Didoé ed,, 46, (e n.), 197 (n.),
221 (n.), 222 (n.), 233 (n.).
Calogero, 234.
Diels H., 233
Dindorf
Castricio Firmo, v. Firmo.
Cadiou
16
R.,
Dionisio di Siracusa, 38, 209.
(n.).
Diotima
(n.).
Drews
Mantinea,
di
Domnino,
Caramella 5.. 63 (n,).
Carbonara C, 48.
63.
219.
A., 47.
Dùbner,
Carlo V., 202.
Cameade,
(n.).
H., 203 (n.).
Dionisio Longino, 16.
(n).
Calogero G., 63
Capone G„ 173
L.,
36.
Catullo, 209.
Cassio Longino,
16, 17,
41, 42,
96, 151, 154, 155, 177, 191, 218.
Cesare,
Enea
37, 121, 198.
8,
Elias, 230.
Empedocle,
di
55.
Gaza, 230.
Celso, 30, 46, 212.
Epicarmo,
Claudio
Epicuro, 38, 83, 233.
38, 44.
II,
43.
Cleante, 207.
Epitteto, 28.
Clemenée
Eracle, 123.
di Alessandria, 31,
Cornelio Labeone, 231.
Eraclio, 211.
Cosroe, 236.
Eraclito, 124.
Costantino, 199.
Cousin
V.,
221
Ermia, 230, 231.
(n.),
Erone,
223.
Covoééi A. 47, 99, 104.
Creuzer, 46 (e
(n.),
222
n.),
53
Crisogonaéo, 234.
Crisippo, 175.
Fr.,
197
(n..),
221
Eubulo,
41.
Euclide, 220, 221
(n.).
Crisantio, 197, 198.
Cumont
88.
Eros, 64, 78, 80.
(n.).
(n.).
Eunapio, 197. 39,
Eusebio, 109 (n.).
Eustochio (Alessandro),
43,
53
(n.),
177.
38, 40,
Indice dei nomi
239
Herminos,
Faggin G.,
29.
Hierocle, 229, 230.
48.
Holderlin, 208.
Fénélon, 99.
Fes£a N., 190
Hopfner Th.. 190
(n.).
Ficino Marsilio. 46, 52,
190
54, 100, 161,
Filopono G.,
(n.),
53
(n.),
222
Filone di Alessandria, 18, 26.
di
Jaeger W., 234
Inge W.. 47.
Minéurno,
40.
Ireneo, 31.
Isidoro, 232.
Fowillée A., 51.
Froutìger P., 63
Iside, 27.
(n.).
lulia
G
Domna,
29, 37.
Galli U., 63,
Kant, 106, 114, 168, 172, 228.
(n.).
KirchoflE A., 46.
Gallieno, 36. 38, 48.
Gauro. 179.
Gentile G., 173
Gercke
10, 37, 122.
K
Gaio. 26, 41.
Galeno,
(n.).
Ippolito, 31.
FilosÉrafo, 10, 122.
Firmo CasÉricio
J
I.
(n.).
Giovanni F.
V.
(n.).
Kleist (von), 47.
Krakowski. 173 (n.).
Kristeller, 52 (n.), 173
Kroll W., 222 (n.).
(n.).
A., 47.
Giamblico, 40, 185, 186, 202, 206,
(n.).
Kronios, 73, 122.
216, 223, 229.
Gioberéi, 118. 158, 224.
Giovanni Filopono. 230, 231.
Giove, 64 (v. Zeus).
Giovanni (5.) Evangeliséa, 198.
Giuliano, 197, 198, 211, 213, 221,
(n.).
v.
Cornelio L.
Libanio, 20, 197.
Lisimaco, 48.
Giunio, Rustìco, 37.
Losacco M.,
Giustiniano, 215. 234, 235.
Giustino, 30,
Gregorio
(S.)
Gunéher
47,
Lucano Ocello,
(n.).
Ocello.
214.
M
(n.)
P., 47,
Guthrie K,
222
v.
Lucrezio, 122.
Magno,
Guitton L, 235
Guzzo
Labeone Cornelio,
Leibniz, 86, 189.
47.
Macrobio, 231,
A., 172.
H
Manitius
Marcello
K.. 221 (n.).
Oronzio,
v.
Oronzio
Marcello.
Harder R.
47, 50, 124.
Hegel, 112, 178. 223. 224.
Marciano Capella,
231.
Marco
30, 37, 67.
Aurelio,
7,
Indice dei nomi
240
Mario
Vittorino,
v.
Vittorino
Mario.
Prati R., 202
208
(n.),
21
(n.),
(n.).
Marino di Tiro, 221, (n.).
Marucchi O., 173 (n.).
Massimo di Alessandria, 26 (n.).
Massimo di Tiro, 20, 197, 202.
Origene platonico,
16
15,
(n.),
42, 48.
Oronzio Marcello,
40, 42.
Osiride, 27.
Metìs, 63.
Mehiis G., 173 (n.).
Moderato di Gades, 122.
Monéesauro D., 52 (n.).
Panezio, 20.
Morselli E., 48, 63,
Pausania, 63.
Mosheim, 46 (e
Muccio G., 197
Mullach, 35.
Mùller H. F.,
Paolo
(n.), 173, (n.).
(S.), 180.
C,
Pascal
n.).
99.
Pasquali G. 221, (n.).
Passamonti E., 197 (n.).
(n.).
Patrizi F., 222. (n.).
46, 47.
Penìa, 63, 64.
N
Picavet
F.,
Pistelli E., 190 (n.).
Nebel G., 173
Negidio, 122.
(n.),
235
(n.).
Pitagora, 10, 24, 123,
179,
181,
185, 193, 219, 229.
Negri G., 201.
Nemesio, 10; 233.
Nicomaco di Gerasa,
Platone, 11, 14, 17, 24,
34, 35, 37, 38, 41,
122,
123,
124, 127, 185.
(n.),
54
(n.), 55,
26,
42,
30,
52,
53
61,69, 73, 82,
83, 85, 90, 93, 94, 95, 97, 102,
Nicostrato, 30.
Nietzsche, 103.
Norden
E., 28.
Novalis,
9.
Numenio
di
Àpamea,
24, 25, 48,
122, 175, 176, 185.
110, 112,
114,
117,
118,
126,
133, 141,
160,
161,
162,
164,
175, 177,
178,
190,
191,
192,
195,
204, 217,
196,
218, 219,
220, 221 (e n.), 226, 230.
Plinio, 200.
O
Plotino, 18,
33
=
173,
220, 226,
228, 229, 233, 235.
Ocello Lucano, 122, 124.
Olimpio, 35, 41.
Olimpiodoro
Olimpiodoro
Omero,
(I),
(II),
218, 220.
230.
17, 122, 183.
Orazio, 208.
Origene di Alessandra, v. Ori=
gene patristico.
Origene patristico, 10, 30, 42,
211, 212.
Plutarco di Atene, 218, 229.
Plutarco di Cheronea, 20, 25, 26.
Polemone,
40.
Porfirio, 38, 45,
155,
175,
185,
186, 203, 207, 216, 231.
Posidonio di Apamea,
18, 20, 25,
82, 114, 185, 234.
Praechter K., 30
Prantl, 47, 180.
Prat, 18.
(n.),
190
(n.).
Indice dei nomi
Prisciano, 235. 236 (e
241
Taziaon
n.).
31..
Probo Valerio
di
Siracusa, 176.
Temistìo. 203 (e
Proclo, 43. 53.
(n.).
177, 196, 220.
Teodolinda. 214.
221
(n.),
Teodoro
Proéeos, 75.
Teofrasto. 43.
di Asine, 185, 196.
Teosebio. 230.
8.
Tertulliano. 31. 216.
R
RicMer
204.
Teodosio, 40
222-Ì228.
Protagora, 83.
Psammetico,
n.).
Theiler W., 19, 26, 28, 48.
Theone
R., 47.
Riféer H, 18.
Smirne, 25.
di
Tiberio, 36, 199.
Robin
L., 63 (n.).
Roséagni A., 197 (n.). 202
Rudio. 233 (n.).
Ruello. 233 (n.).
Tilgher A., 172
(n.).
(n.).
Tolomeo Claudio,
29,
72,
138,
31
(n.),
220.
Tommaso
S
(S.), 222.
Traiano, 200.
Sallustio di Pergamo. 197,
202,
C,
Travaglio
47.
203. 206.
u
Salonina, 37.
Sanchoriano£e, 27.
Ueberweg
Saturnino. 37.
Sai«a G.. 52
30
Fr.,
(n.),
190, (n.), 212 (n.).
(n.).
Schelling, 100, 107, 178.
Schopenhauer. Ili
Seneca.
(n.).
Vacherot
19. 20.
I.,
18.
Senocrate, 169.
Valentìniano
Senofane, 177.
Sesto di Cheronea,
Valentino, 27.
37.
III, 179,
Valerio Probo, v. Probo Valerio.
Varrone, 122.
Sesto Etopirico. 37.
Settimio Severo, 10, 30, 31, 33.
Vespasiano, 36.
Severo
il
filosofo, 41. 50. 83.
Vittorino Mario, 216, 231.
Simon
J.,
18.
Volkmann
R.. 46.
w
Simplicio, 233.
Sinesio di Cirene, 215.
Siriano. 219, 220.
Wundt
M., 48.
Socrate, 15, 16, 35, 55, 63, 105.
207.
Socrate di Apamea. 196.
Suida, 39.
T
Talete. 92.
Taylor, 222
Zacharias, 230.
Zeller E.. 18. 47, 51, 99, 104, 186.
Zethos, 38
=
40.
Zeus, 94, 209
(n.)-
Zoroastro, 41.
(v.
Giove).
INDICE
La
filosofia di Plotino e
Prefazione
il
neoplatonismo
..........
Pag.
5
A.
LE ORIGINI DEL NEOPLATONISMO
I
=
Ammonio
lessandria
Ammonio
.........
Sacca
fondazione della Scuola dì A-
(la
Sacca
7
princìpi della filosofìa Alessan-
II
=
III
=
Precedenti stoici (Seneca e Posidonio)
IV
=
Lo gnosticismo (Posidonio
(i
drina)
Numenio
e
.
.
;
.
»
12
»
18
»
23
»
33
»
39
»
45
»
52
Platonici
e Gnostici; Aristotelici e Padri della Chiesa)
.
B.
LA VITA E L'OPERA DI PLOTINO
V=
Biografia di Plotino
VI
=
Prosopopea di Plotino
VII
=
Bibliografia delle
(la
persona,
i
discepoli, le
opere)
sizione del testo)
Nota
«
.
Enneadi
-•
sulla versione del Ficino
»
(studi critici, dispo-
.
.
•
.
.
.
.
.
!
.
.
.
.
244
Indice
c.
LE «ENNEADI»
Vili
=
Del demone e del fato (ranìma e
la natura)
IX
=
Teoria
del
X
"
amore e impassibilità)
La natura e il tempo (ilozoismo e aristotelismo
XI
«
XII
»
dell'Eros (interpretazione
ig.
».
-
XIV
=
l'eone)
»
67
»
74
»
77
teoria e la pratica (nella natura e nella materia)
teoria e la pratica (pensiero e poesia, pensiero
La sostanza dell'anima (l'anima
nima del mondo)
La vita dell'anima (il senso e l'
.
.
XV
=•
L'uno e
i
»
«
mondo
«
.
l'a-
»
.
intelligenza)
intelligibile)
.
.
:
.
.
.........
L'assoluto e
e
trascen-
......
pensiero
il
cipio plotiniano)
XVIII
.
.
L'unità assoluta (suo carattere mistico
dentale
XVII
indivisibile;
molti (nella filosofia greca e in Plotino
intelletto e
XVI
(il
valore logico del prin-
Trascendenza e immanenza
lismo la teoria delle idee)
(volontarismo e rea-
;
XIX
»
........
L'essere e la realtà
e materia)
XX
=
»
(le
numerica e
L'uno,
le
idee
plotiniana)
(la
il
.
uomo
.
XXII
"
L' antropologia
XXIII
=
La cosmologia (astronomia e
etica
»
;
.
e la virtù, la dialettica,
ed estetica
materie;
XXIV
....
bene (princìpi della morale
.
(1'
pensiero
;
scuola neopitagorica
l'unità logica)
e
.
categorie
dieci
Critica del pitagorismo
l'unità
XXI
60
La
La
e azione)
XIII
55
Simposio
fisica
astrologia
;
le
due
e metafisica
Provvidenza e gnosi
(critica
interpretazione del teismo)
dello gnosticismo e
245
Indice
XXVI
Psicologia e metafisica (scritti del primo periodo)
«
XXVII
Pag.
,......»
terzo periodo).
Nota
.
155
Aristotelismo e misticismo (scritti del secondo e
=
»
bibliografica
162
172
E.
LE SCUOLE NEOPLATONICHE
XXVIII
Nota
=
Amelio e Porfirio
bibliografica.
scuola romana)
(la
.
.
.
.
•
.
.
.
.
.
»
175
.
»
180
XXIX
=
Dottrine di Porfirio (l'anima, la conoscenza, la vita)
»
180
XXX
=
Scuola di Giamblico
Nota
bibliografica.
XXXI
=
XXXII
=
Plotino e
,
Nota
.
Giamblico
nelle Enneadi)
scuola siriaca)
(la
.
,
.
.
=
XXXIV
»
.
.
»
185
.
.
»
190
.
.
.
....
Aristotelismo e misticismo nella filosofia di Giamblico
bibliografica (la scuola di Pergamo)
XXXIII
.
dell' intelligenza
teoria
(la
.
.
.
.
L'imperatore Giuliano e
tica e mistica)
XXXV » Neoplatonismo
;
e
=»
La scuola
gli ariocattolici
di
;
la scienza e Sant'
bibliografica.
XXXVII = La
Atene
(i
=
.
.
dialettica di Proclo
.
.
.
.
.
(logica e metafisica,
Gli ultimi maestri della scuola
della scuola di
Indice dei nomi
198
»
204
»
211
diadochi da Plutarco di Ne-
.
Atene
»
217
»
221
»
222
arte
e religione)
XXXVIII
»
A-
storio a Proclo)
Nota
197
arianesimo (Origene e Ario e
gostino)
XXXVI
»
Giuliano (metafisica e storia, este-
filosofia di
Atanasio
190
192
suoi contemporanei (Sal-
i
lustio, Temistio)
La
»
»
di Alessandria e
»
228
»
237
FINITO
IL 18
DI
STAMPARE
MAGGIO 1940
-
XVMI
NELLA TIP. "LA STAMPA" CATANIA
VIA CANDIO, 11 -TELEFONO 13663
Prezzo: L.
B
693
.Z7C3
^
.^sjsjr'
1710538
CARAMELLA
La filosufla di
1^1 o tino e il
Neoplatonismo,
)è
"iìf
DEc_2_a;tajak_Ja&:
I
I
CARAMELLA
La filosofia
^loti-no-e—il
Neoplatonismo.
^^^
.Z7C3
d57
ITlO^^r'
JUH
Z 5
JUL
3 1
S£
9
mu%
FEB 5
ci'
Sér
5
Bìndery
Ha:i
(4.(.Mr\
\^^'ì-. '.jjrtPo ^^^
P
^m
mdùju^^
««^
t.^ii*'
SWlFt HALL LIBRARY
Scarica