Il Petrolio nella storia seconda parte Giacimenti come trofeo di guerra La fine della prima guerra mondiale dise- gnò nuovi equilibri geopolitici. La Germania e la Turchia, uscite sconfitte dal conflitto, persero completamente ogni diritto sui giacimenti petroliferi mesopotamici.Scomparve anche la Russia come antagonista dello scacchiere petrolifero in Medio oriente. La rivoluzione bolscevica aveva destabilizzato il governo russo e la sua capacità nel controbilanciare l'espansionismo inglese. Le potenze vincitrici del primo conflitto mondiale si divisero il mondo con un'ottica ancora coloniale. Le zone aride del medioriente, un tempo importante crocevia dei commerci con le indie, divennero strategicamente importanti per le riserve petrolifere. trasformò in un vero e proprio protettorato britannico. Il governo inglese riunì tre ex province del decaduto impero ottomano e diede vita allo stato dell'Iraq. Le tre province era completamente diseguali tra loro, sunniti, sciiti, yazidi, ebrei e curdi, gruppi etnici e religiosi diversi che non formarono mai una comune identità nazionale. Era necessario garantire un governo filobritannico che garantisse la stabilità politica nel paese necessaria per proteggere la "via del petrolio" Il governo di Feisel, divenuto re dell'Iraq nel 1921, privilegiò l'ascesa dei sunniti alle cariche pubbliche. La maggioranza della popolazione di origine sciita restò fuori da ogni coinvolgimento di governo. Il nord del paese era caratterizzato dalle continue rivolte della popolazione curda. Con il regno di Feisel l'Iraq si Nel 1928 le concessioni di sfruttamento vennero spartite tra la Royal Dutch, l'Anglo Persian, la francese Compagnie Française des Pétroles e l'americana Near East Development Company. La spartizione delle concessioni petrolifere in Medio Oriente tra Inghilterra, Francia e Stati Uniti. Le nazioni vincitrici ottennero la partecipazione allo sfruttamento del petrolio iracheno. Il coinvolgimento americano allo sfruttamento delle riserve petrolifere mediorieantali rappresentava il prezzo per l'intervento americano nella prima guerra mondiale a fianco degli inglesi. Inoltre rafforzava la posizione occidentale nel controllo dell'area mediorientale politicamente instabile e ostile alla presenza straniera. Infine l'arrivo dei capitali americani avrebbe accelerato le attività di ricerca e prospezione. Nel 1930 l'Iraq di Feisel ottenne l'indipendenza formale dall'Inghilterra ed entrò come paese indipendente nella Società delle Nazioni. Si trattava di una pura formalità. Le riserve petrolifere del paese 2 erano già sotto il controllo diretto delle società anglo-americane. olandese in esilio decisero l'embargo petrolifero. Il Giappone perse di colpo l'intera fornitura di petrolio. L’ 8 dicembre 1941 i vertici militari nipponici attuarono il piano dell'attacco a sorpresa a Pearl Harbour mettendo fuori uso la flotta americana. Le battaglie per il petrolio nella seconda guerra mondiale L'indipendenza dal petrolio straniero era uno dei principali punti del programma quadriennale di Hitler nel 1936. Furono investite grandi risorse e mezzi nella produzione dei carburanti sintetici e nell'idrogenazione. Il programma consentì alla Germania di rifornire i mezzi militari durante l'invasione della Francia e della Polonia senza dover dipendere dall'importazione di petrolio dalla Russia o dal Medio Oriente britannico. Hitler nel 1940 organizzò l'invasione della Russia rompendo il patto di non belligeranza Ribbentrop-Molotov. Tra i motivi che giustificarono la guerra ci fu anche il petrolio del Caucaso. Le truppe tedesche miravano al controllo dei giacimenti di Baku per sostenere i rifornimenti alle proprie armate. Dalle zone del Caucaso le truppe tedesche avrebbero potuto ricongiungersi con le altre armate italo-tedesche di Rommel in Africa settentrionale e invadere l'area mediorientale britannica. L'entrata in guerra degli Stati Uniti rovescerà le sorti del conflitto anche in Europa dove le forze russe e britanniche, costantemente rifornite di petrolio dalle retrovie, avevano finora ostacolato con successo l'avanzata italo-tedesca in Russia e in Africa settentrionale. Il nuovo ordine mondiale. La fine della guerra vide la definitiva uscita dalla scena del Giappone e della Germania. I paesi vincitori della guerra imposero un "nuovo ordine" mondiale. Le compagnie petrolifere americane si estesero nei grandi bacini petroliferi mediorientali dove, però, veniva escluso l'accesso ai francesi della Compagnie des Pétroles. La crescita della domanda di petrolio negli USA spinse il governo di Washington ad appoggiare appieno l'interesse delle compagnie petrolifere americane. In breve tempo le Sette Sorelle, principali compagnie petrolifere angloamericane, controllarono oltre l'80% della produzione e della raffinazione mondiale del petrolio. I paesi europei, completamente distrutti dalla seconda guerra mondiale, divennero sempre più dipendenti dal petrolio mediorientale e dalle compagnie petrolifere americane che ne gestivano gli scambi commerciali internazionali. Il controllo del petrolio era al centro degli obiettivi strategico-militari anche del Giappone. Il Giappone dipendeva esclusivamente dall'importazione di petrolio dagli Stati Uniti e dalle Indie Olandesi. Durante l'invasione dei territori cinesi le truppe nipponiche si posero come obiettivo strategico la conquista dei giacimenti petroliferi delle Indie Olandesi. Un piano ostacolato dal governo americano che minacciava l'intervento militare statunitense in caso di aggressione all'Indocina. A tale scopo la flotta militare americana era stata spostata a Pearl Harbor. Le sette sorelle Ai paesi produttori di petrolio veniva riconosciuto il pagamento dei diritti di concessione dei giacimenti e una royalty fissata in percentuale sul prezzo di listino. Le compagnie petrolifere anglo-americane poterono invece gestire liberamente il prezzo di vendita e la produzione di petrolio dall'estrazione alla raffinazione. Gli Stati Uniti però, continuarono a vendere petrolio al Giappone anche durante l'invasione nipponica della Cina. Per estendere il controllo giapponese anche sulle Indie Olandesi nodo strategico petrolifero il Giappone doveva andare verso sud. Soltanto con l'invasione nipponica dell'Indocina nel luglio del 1941 gli Usa, la Gran Bretagna e il governo I profitti delle Sette Sorelle erano 3 o 4 volte superiori rispetto a quanto versato dalle compagnie stesse alle casse dei paesi produttori. 3 fera americana riuscì così a salvaguardare i rapporti politici con i paesi produttori e consolidare la presenza delle proprie compagnie petrolifere in Medio Oriente. 1. Standard Oil of New Jersey, successivamente trasformatasi in Esso (poi Exxon negli USA) e in seguito fusa con la Mobil per diventare ExxonMobil; 2. Royal Dutch Shell, Anglo-Olandese; Lo strapotere delle Sette Sorelle 3. British Anglo-Persian Oil Company, successivamente trasformatasi in British Petroleum (BP); La formula fifty-fifty adottata anche dal governo britannico non riuscì però a sedare la richiesta di nazionalizzazione del settore petrolifero da parte delle opposizioni iraniane. Lo scontro istituzionale in Iran si acuì nel 1951 con l'ascesa al governo di Mossadegh. Tra le prime decisioni del nuovo governo ci fu la nazionalizzazione del settore petrolifero iraniano, un atto che segnava la fine per la compagnia britannica Anglo Iranian posta definitivamente fuori legge. L'impero britannico uscito indebolito dalla seconda guerra mondiale e non era più in grado di controllare le ex colonie. Un aspetto che favorì l'ascesa degli Stati Uniti. Il governo britannico si limitò pertanto ad un embargo petrolifero all'Iran e al controllo del porto di Abadan per evitare gli scambi petroliferi con l'estero. 4. Standard Oil of New York, successivamente trasformatasi in Mobil e in seguito fusa con la Exxon per diventare ExxonMobil; 5. Texaco, successivamente fusa con la Chevron per diventare ChevronTexaco; 6. Standard Oil of California (Socal), successivamente trasformatasi in Chevron, ora ChevronTexaco; 7. Gulf Oil, in buona parte confluita nella Chevron. 1946 La riconversione dell'Europa dal carbone al petrolio L'inverno particolarmente rigido del 1946 e la grave scarsità di carbone in Europa influenzarono la stesura stessa del Piano Marshall (European Recovery Program). La ricostruzione delle economie nell'Europa occidentale si basò essenzialmente sulla trasformazione delle economie dal carbone al petrolio. I motivi erano semplici. Il petrolio poteva essere fornito dalle compagnie anglo-americane operanti in Medio Oriente. Servire il nascente mercato europeo con il petrolio mediorientale garantiva alle compagnie petrolifere anglo-americane un vantaggio logistico notevole nel minore costo di trasporto del greggio dal luogo di produzione (Medioriente) al luogo di consumo (Europa). Quando la petroliera Rosemary, battente bandiera panamense lasciò il porto di Abadan con il primo carico di petrolio "nazionale" iraniano, gli aerei della Royal Air Force costrinsero la nave a entrare nel porto di Aden, base militare britannica nel Golfo, dove fu sequestrata. L'Iran denunciò l'atto di aggressione e tentò di investire della questione la Corte Internazionale dell'Aia, che si dichiarò incompetente. Il governo di Teheran ruppe allora, nel novembre del 1952, le relazioni diplomatiche con la Gran Bretagna. Di fronte a una situazione economica già disastrosa che andava deteriorandosi di giorno in giorno, il governo Mossadeq, nell'impossibilità di giungere a una composizione con l'Occidente, diede segno di voler ricorrere alla protezione dell'Unione Sovietica. Ciò segnò la sua sorte. Mossadegh fu processato per tradimento e condannato dal tribunale iraniano. Era evidente l'appoggio esterno della CIA americana. Un epilogo che sancì la fine delle aspirazioni nazionaliste locali in Iran che furono messe brutalmente a tacere in nome dell'interesse petrolifero occidentale. Le proteste mediorientali Nei primi anni '50 i paesi produttori di petrolio uscirono dalla loro fase di disordine politico post-coloniale e bellico. Una nuova spinta nazionalista spinse i governi produttori di petroli alla rivendicazione dei diritti sullo sfruttamento degli immensi giacimenti di petrolio. La disparità iniziò a generare attriti tra i governi sauditi e le Sette Sorelle. L'accordo economico venne trovato nel 1950, ai paesi produttori sarebbe spettato il 50% dei profitti in modo paritario a quelli delle società petrolifere (accordo fifty-fifty) .Prezzo di listino e prezzo di vendita tornarono ad essere uguali. La politica petroli4 Un errore dell'occidente. politica petrolifera dei paesi aderenti sia in materia di quantità prodotte che di prezzi. Questo organismo pose il mondo mediorientale nella condizione di incidere pesantemente sul mercato mondiale di questa materia prima e fece aumentare l'allarme nelle sfere dirigenti del sistema capitalista. La strategia delle nazionalizzazioni riprese infatti ben presto. Già nel 1971 l'Algeria prese il controllo del 51 % delle sue due concessionarie francesi. Nel maggio del 1973 l'Iran ottenne il controllo delle compagnie operanti sul suo territorio. Anche le petromonarchie più strettamente vincolate agli interessi inglesi e americani, pur senza giungere alla nazionalizzazione, avanzarono maggiori pretese. In fin dei conti Mossadegh era una figura nazionalista moderata in grado di dialogare e negoziare con l'occidente. Lo "smacco" ordito dalla CIA ai nazionalisti iraniani, l'accusa e la rimozione di Mossadegh con il conseguente annullamento della nazionalizzazione del settore petrolifero iraniano, porterà negli anni a venire alla rivoluzione integralista di Komehini e accrebbe la rabbia verso l'occidente. Fino al 1971 nessun altro governo arabo si arrischiò a nazionalizzare la produzione petrolifera; farlo avrebbe significato essere destabilizzato. Ma la nazionalizzazione del petrolio iraniano aveva ormai messo in moto un processo irreversibile che condusse gradualmente al ridimensionamento del potere delle compagnie. Uno dopo l'altro tutti i paesi del Golfo ebbero il possesso formale dei pozzi e degli impianti, cioè dell'estrazione, con il diritto, più apparente che reale, di partecipare liberamente al gioco del mercato. Il cartello delle Sette sorelle perdette il monopolio della ricerca e nuove compagnie, americane, europee e giapponesi, si affacciarono in Medio Oriente proponendo ai paesi produttori formule più vantaggiose per lo sfruttamento dei giacimenti. I produttori (intendendosi per produttori soprattutto le famiglie dominanti di ciascun paese produttore) vollero essere interessati anche ai benefici tratti dalle diverse fasi industriali di sfruttamento del petrolio che si svolgevano al di fuori del territorio di produzione: trasporto, raffinazione e distribuzione. Pompando a più non posso e inflazionando il mercato, le petromonarchie parteciparono a mantenere ai minimi livelli il prezzo del grezzo, favorendo lo sviluppo accelerato della società dei consumi in Occidente, e nello stesso tempo rovesciarono le montagne di petrodollari di profitto nel sistema finanziario internazionale, incentivando la speculazione e moltiplicando ulteriormente le proprie fortune. Questa formula portò ad alcuni anni di straordinaria euforia economica e, nel Golfo, a uno dei più folgoranti momenti di evoluzione economica che il mondo abbia mai conosciuto, con un proliferare di grandi progetti, enormi investimenti e giganteschi sprechi. La compagnia italiana ENI (Ente Nazionale Idrocarburi), fu storicamente la prima che mise i rapporti con i paesi produttori su un nuovo piano. Ma il sistema di controllo del mercato mondiale concentrato in poche mani, condusse a una eccessiva diminuzione del prezzo del greggio, e il periodo delle vacche grasse prese termine all'incirca a partire dall'inizio degli anni Ottanta. In diversa misura e per diversi motivi i paesi produttori di petrolio entrarono in difficoltà. I paesi a regime socialisteggiante perché danneggiati dal prezzo troppo basso del barile, le petromonarchie perché toccate dalla crisi di esaurimento del mercato capitalistico e dalla crisi del sistema finanziario e bancario internazionale. Nel 1957 fu annunciato un accordo fra l'ENI e la National Iranian Oil Company per lo sfruttamento in comune di nuove concessioni: in caso di scoperta del petrolio gli iraniani avrebbero ricevuto i1 75% dei benefici e non più soltanto il 50%. Nasce l’OPEC Nel 1960 fu creata l'OPEC (le iniziali stanno per Organization of the Petroleum Exporting Countries, ovvero Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio), con il compito istituzionale di coordinare la 5