UPDATE SUL MERCATO La Versione di Iggo 04 MARZO 2016 Chris Iggo Chief Investment Officer, Fixed Income I ragazzi stanno bene L’economia globale e i mercati finanziari risentono ancora degli shock dovuti alla Cina e al mercato del petrolio. Il calo del prezzo del greggio sembra aver fatto più bene che male all’economia. Prezzi del petrolio più stabili dovrebbero migliorare il sentiment degli investitori. Le autorità in Cina sembrano impegnate a stabilizzare le aspettative sulla crescita. Probabilmente inizierà una fase di adattamento dopo le turbolenze di inizio anno. I prezzi di alcuni asset finanziari sono scesi eccessivamente, per esempio il credito, soprattutto nei mercati high yield. Nel mercato del credito è alquanto insolito registrare rendimenti negativi per due anni consecutivi e, considerati gli spread e i rendimenti più alti, le aspettative sui rendimenti sono migliori rispetto al 2015. I fattori macroeconomici, le valutazioni, il sentiment e gli aspetti tecnici delineano uno scenario rialzista per il credito. 242.000 nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti a febbraio mi rendono ottimista. Occupazione + aumento dei salari reali = non può essere una recessione. Trauma post-shock – L’economia globale ha subìto due grandi shock durante l’ultimo anno: il rallentamento della crescita in Cina e il crollo dei prezzi delle materie prime. Dopo la grande crisi finanziaria e l’euro vicino al collasso, le aspettative di crescita sono diminuite, mentre si sono diffusi i timori di deflazione e una crisi di fiducia nella politica monetaria. Inoltre, il Quantitative Easing ha prodotto una bolla delle attività finanziarie, e le aspettative di rendimento degli investimenti sono diminuite molto. Il tasso di interesse reale a lungo termine è poco sopra lo zero, pertanto anche con un premio per il rischio azionario del 4%, le aspettative di rendimento sono su valori bassi a una cifra. registrare rendimenti a doppia cifra nel medio termine. È curioso che il clamore intorno a nuovi interventi di politica monetaria e l’attenzione sui rischi di ribasso partano dagli investitori e dagli analisti che vogliono subito rendimenti più alti attraverso nuovi incentivi monetari e la dislocazione dei prezzi. Non si tratta di una visione ribassista, bensì di una pragmatica. In effetti potrebbe riflettere uno scenario reale più ottimista. Se si eviterà una recessione globale, il rendimento del reddito fisso sarà basso mentre i tassi di interesse saliranno. Andrà meglio per il rischio corporate, se consideriamo che i rendimenti di azioni e credito sono molto più interessanti rispetto ai tassi privi di rischio ma, a livello del mercato nel suo complesso, è ancora difficile Un anno di assestamento? – Nel 2016 l’economia globale riuscirà ad assorbire gli shock in Cina e nel mercato delle commodity? I mercati hanno registrato un rimbalzo nelle ultime due settimane sulla scia dei segnali più positivi provenienti dalla Cina e dall’evidenza che punta al fatto che il prezzo del petrolio ha toccato il fondo. L’ampliamento degli spread del credito è stato pressoché simultaneo al calo del prezzo del petrolio, pertanto la “L’economia si sta indebolendo, pertanto abbiamo bisogno di ampliare il QE e di tassi di interesse negativi per stimolare i mercati nel breve periodo nell’illusione che gli interventi della politica alimentino la domanda aggregata, mantenendo però bassi i rendimenti previsti nel più lungo termine”. blog.axa-im.it . UPDATE SUL MERCATO La Versione di Iggo stabilizzazione nei mercati dell’energia sarebbe un fattore positivo per il credito. Lo abbiamo visto nelle ultime due settimane. Il segmento high yield e il debito dei mercati emergenti hanno registrato performance particolarmente positive, recuperando rispetto a livelli molto bassi. Gli spread si sono ampliati sui valori massimi a metà febbraio e scontavano prospettive economiche assai peggiori rispetto all’opinione della maggior parte degli economisti, non solamente una recessione del PIL ma una grave crisi che avrebbe provocato numerosi fallimenti societari. Naturalmente è possibile che si assista a una crescita del PIL negativa nelle economie che stanno già crescendo a tassi molto bassi (in altri termini, dove la crescita economica è già stagnante), ma è improbabile una crisi come nel 2008. Il calo del prezzo del petrolio non è uno shock asimmetrico per l’economia globale: ci sono vincitori e vinti. Certamente, ha avuto un impatto asimmetrico sui mercati finanziari a causa della prevalenza del debito e il brusco calo degli utili nei settori e nei paesi produttori di energia e materie prime. In realtà, ci sono economie, imprese e consumatori che stanno beneficiando del calo del prezzo del petrolio. Immaginate cosa staremmo pensando se il petrolio fosse ancora intorno ai 140 dollari al barile. Nuovi shock all’orizzonte – I due avvenimenti che potrebbero provocare un nuovo shock sui mercati sono il voto sull’adesione all’UE del Regno Unito a giugno e le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Questa non è la sede adatta per discutere di politica, tuttavia entrambi hanno le potenzialità per sconvolgere le aspettative del mercato, visto il loro esito incerto. Se questi avvenimenti finiranno per portare qualcosa di buono ai cittadini britannici forse non lo sapremo mai, ma certamente ci saranno dei cambiamenti che potrebbero influire sull’occupazione, sugli scambi commerciali e sui flussi di capitale. Secondo i mercati, l’uscita del Regno Unito dall’UE non sarà positiva, per cui la sterlina è scesa, gli spread sul credito in sterlina scambiano su valori peggiori rispetto all’euro e al dollaro, e si diffondono previsioni terribili sul mercato immobiliare nel centro di Londra. Ad ogni modo, a parte vendere sterline in un’operazione speculativa (che non farebbe male all’economia britannica), non vedo altri segnali chiari o convincenti per scommettere sulla Brexit. Non aumenterà il rischio di insolvenza sul credito in sterline, non diminuiranno gli utili delle società FTSE100 che traggono la maggior parte dei loro ricavi dall’economia globale. Non sapendo quali potrebbero essere i vantaggi o gli svantaggi per le finanze del governo britannico, non vediamo operazioni in gilt o CDS che abbiano sufficiente credibilità dal punto di vista dei fondamentali. Forse i tassi di interesse resteranno bassi a lungo, considerati i timori per la crescita, ma se il valore della sterlina scende l’inflazione potrebbe salire, pertanto un ulteriore appiattimento della curva dei rendimenti non è sicuro. La considerazione principale probabilmente è di tipo campanilistico, a prescindere dall’esito del voto ci saranno dei cambiamenti ai vertici del partito conservatore alle prossime elezioni, e se vincerà la campagna a favore dell’uscita dall’unione diminuiranno le chance di vedere posizioni di centro nella politica britannica. Ci saranno implicazioni a più lungo termine per la politica economica. Trump – Lo scenario negli Stati Uniti è affascinante. La popolarità di Donald Trump ha colto molti di sorpresa e ci porta a rivalutare il rapporto tra governanti e governati quasi otto anni dopo la crisi finanziaria. Qui in Europa abbiamo assistito a qualcosa di simile ma con modalità diverse: la Grecia vicina ad abbandonare l’Eurozona, il crollo del consenso politico nella penisola iberica, i giovani che hanno appoggiato in massa la fascia più sinistrorsa del partito laburista britannico. Su entrambe le sponde dell’Atlantico si è diffusa una certa disillusione per la politica e per le élite di Washington e di Bruxelles (in Europa contro Westminster, Madrid e Roma). Non conosco la politica economica di Donald Trump, ma ho la sensazione che una sua vittoria a novembre potrebbe far salire i rendimenti dei Treasury. Il dibattito politico si amplia – Il denominatore comune è il populismo. Secondo molti elettori la globalizzazione, il centralismo e l’ortodossia politica non hanno fatto altro che incrementare le disuguaglianze. È quindi giunta l’ora di promuovere un “QE per il popolo”? Si discute sempre più dell’idea di far aumentare la domanda aggregata attraverso il finanziamento monetario degli incentivi fiscali (questa settimana ne ha discusso anche un gestore di fondi hedge su Bloomberg TV), anche se difficilmente potrà essere accettata dai politici attuali. Forse ci vuole una figura come Trump, o una reazione contro l’UE, o un’altra crisi quando i tassi di interesse sono già negativi per catapultare sul palcoscenico mondiale rimedi più estremi. Facendo salire la domanda aggregata attraverso gli stimoli fiscali finanziati dall’espansione monetaria potrebbe aumentare la produttività, rivitalizzando gli investimenti del settore privato (sia fisici sia in capitale umano), con effetti positivi sui mercati azionari. I tassi di interesse salirebbero con la domanda aggregata e l’inflazione, per cui le strategie di protezione contro l’inflazione a lungo termine blog.axa-im.it UPDATE SUL MERCATO La Versione di Iggo sarebbero una scelta di investimento ovvia in tale scenario di forte crescita. Tuttavia, le possibilità che si attuino queste politiche sono remote, considerata l’opposizione delle istituzioni per le decisioni radicali e l’ortodossia degli economisti. Se la scelta è tra “tassare” i depositi bancari dei cittadini e rimuovere gradualmente il denaro in circolazione da una parte, e incrementare il reddito al netto delle imposte e costruire infrastrutture dall’altra, quali saranno secondo voi le idee più popolari tra l’elettorato? Prospettive positive per il credito – A mio giudizio le prospettive restano positive per il credito nel breve termine poiché gli spread sono ancora ampi rispetto alle previsioni economiche e al rischio di insolvenza. Dall’11 febbraio abbiamo già assistito a un miglioramento dei mercati del credito, con una maggiore propensione per i titoli high yield e il debito dei mercati emergenti. Se la crescita del PIL nominale negli Stati Uniti supererà il 3,4% dello scorso anno, sarà un fattore positivo per il resto del mondo, soprattutto se la Cina non implode e l’Europa riesce a impedire la deflazione. L’esposizione su un universo di credito ampio dovrebbe garantire rendimenti discreti nel 2016, considerato il rendimento attuale dei segmenti high yield e investment grade negli Stati Uniti, dell’high yield in Europa e dei mercati emergenti. Se i tassi restano bassi e riparte la caccia al rendimento come principale tema di investimento, sarà positivo per il credito. I rendimenti del credito sono ancora più bassi rispetto ai titoli di stato dall’inizio dell’anno, ma in termini assoluti si stanno muovendo in territorio positivo, e sono intorno al 3% per il debito dei mercati emergenti in valuta forte. Il premio per il rischio di credito in questo momento remunera gli investitori per il rischio assunto e il costo in termini di volatilità sarà inferiore rispetto al mercato azionario. La stagione è ancora aperta – La Premier League è migliorata o peggiorata? Certamente la sfida è più aperta, ed è più interessante il fatto che ci siano diverse squadre in grado di vincere. Sembra che il Leicester perderà, ma siamo sul finire di stagione e bisognerà sudarsi ogni partita. Tottenham, Arsenal e City sono inciampate tutte questa settimana, così come il Leicester, aprendo la rincorsa del West Ham e del Manchester City. La miniripresa del Manchester United ha coinciso con l’ingresso in campo dei giocatori più giovani. Un segnale incoraggiante che ci fa ripensare alla classe del ‘92. Per ora è solo una pia illusione, ma fa piacere vedere una squadra più giovane e all’attacco rispetto al resto della stagione. La squadra resta in tre tornei, per cui c’è ancora molto da giocare. Ma come disse qualcuno, coi bambini non si vince. Chris Il presente documento è destinato unicamente a Soggetti collocatori o investitori professionali / istituzionali, e non può essere in alcun modo diffuso al pubblico o consegnato ad investitori che non posseggano tale qualifica. AXA Investimento Managers UK Limited (Londra), è una società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito, numero di riferimento 119368, sede societaria al 7. Newgate St, London EC1A 7NX – Registrata in Inghilterra e Galles con il numero: 01431068. Le informazioni contenute nel presente documento hanno scopo esclusivamente informativo ed in nessun modo rappresentano da parte di AXA IM un’offerta d’acquisto o vendita o sollecitazione di un’offerta d’acquisto o vendita di titoli o di strumenti o a partecipare a strategie commerciali. Le informazioni contenute nel presente documento sono riservate e fornite esclusivamente su richiesta del destinatario. 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