ATENE ARCAICA

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A.A. 2009/2010 – STORIA GRECA – PROF. EUGENIO LANZILLOTTA – 11 MARZO 2010
Atene arcaica
1. L'epoca dei re: il sinecismo dell'Attica
Tucidide, La guerra del Peloponneso II, 15:
[1] ξςνεβεβήκει δὲ ἀπὸ ηοῦ πάνς ἀπσαίος ἑηέπυν μᾶλλον Ἀθηναίοιρ ηοῦηο. ἐπὶ γὰπ Κέκποπορ καὶ
ηῶν ππώηυν βαζιλέυν ἡ Ἀηηικὴ ἐρ Θηζέα αἰεὶ καηὰ πόλειρ ᾠκεῖηο ππςηανεῖά ηε ἐσούζαρ καὶ
ἄπσονηαρ, καὶ ὁπόηε μή ηι δείζειαν, οὐ ξςνῇζαν βοςλεςζόμενοι ὡρ ηὸν βαζιλέα, ἀλλ᾽ αὐηοὶ ἕκαζηοι
ἐπολίηεςον καὶ ἐβοςλεύονηο: καί ηινερ καὶ ἐπολέμηζάν ποηε αὐηῶν, ὥζπεπ καὶ ἖λεςζίνιοι μεη᾽
Εὐμόλπος ππὸρ ἖πεσθέα. [2] ἐπειδὴ δὲ Θηζεὺρ ἐβαζίλεςζε, γενόμενορ μεηὰ ηοῦ ξςνεηοῦ καὶ
δςναηὸρ ηά ηε ἄλλα διεκόζμηζε ηὴν σώπαν καὶ καηαλύζαρ ηῶν ἄλλυν πόλευν ηά ηε βοςλεςηήπια
καὶ ηὰρ ἀπσὰρ ἐρ ηὴν νῦν πόλιν οὖζαν, ἓν βοςλεςηήπιον ἀποδείξαρ καὶ ππςηανεῖον, ξςνῴκιζε
πάνηαρ, καὶ νεμομένοςρ ηὰ αὑηῶν ἑκάζηοςρ ἅπεπ καὶ ππὸ ηοῦ ἠνάγκαζε μιᾷ πόλει ηαύηῃ σπῆζθαι, ἣ
ἁπάνηυν ἤδη ξςνηελούνηυν ἐρ αὐηὴν μεγάλη γενομένη παπεδόθη ὑπὸ Θηζέυρ ηοῖρ ἔπειηα: καὶ
ξςνοίκια ἐξ ἐκείνος Ἀθηναῖοι ἔηι καὶ νῦν ηῇ θεῷ ἑοπηὴν δημοηελῆ ποιοῦζιν.
Thucydides. Historiae in two volumes. Oxford, Oxford University Press 1942.
1. Sotto Cecrope e gli altri re la popolazione dell’Attica aveva sempre vissuto in borghi
separati che avevano propri pritanei e magistrati; e, quando nessun pericolo li minacciava,
non si adunavano per deliberare presso il re; ma si governavano e decidevano in piena
autonomia. Capitò anche che alcuni di questi borghi muovessero guerra al re. Un esempio
tra gli altri: gli Eleusini, guidati da Eumolpo, assalirono Eretteo. 2. Ma quando salì al trono
Teseo, che oltre al senno aveva la forza dalla sua, nel sistema delle riforme con cui riordinò
il paese ci fu anche l’abolizione dei consigli e delle magistrature degli altri borghi; e con
l’istituzione di un unico consiglio e di un unico pritaneo riunì tutta la popolazione in
quella che adesso è la città. Gli abitanti dei singoli borghi vissero nei propri campi come
prima; ma li costrinse ad avere questa come unica città, la quale, confluendovi i tributi di
tutti, acquistò importanza; e tale fu lasciata da Teseo ai successori. Da allora gli Ateniesi
celebrano ancora oggi a pubbliche spese in onore della dea la festa del sinecismo.
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2. L'epoca degli arconti: l'organizzazione della costituzione
Aristotele, La Costituzione degli Ateniesi, 3, 1-4:
[1] ἦν δ᾽ ἡ τάξιρ τῆρ ἀπχαίαρ πολιτείαρ ηῆρ ππὸ Δπάκονηορ ηοιάδε. ηὰρ μὲν ἀπσὰρ καθίζηαζαν
ἀπιζηίνδην καὶ πλοςηίνδην. ἦπσον δὲ ηὸ μὲν ππῶηον διὰ βίος, μεηὰ δὲ ηαῦηα δεκαέηειαν. [2]
μέγιζηαι δὲ καὶ ππῶηαι ηῶν ἀπσῶν ἦζαν βαζιλεὺρ καὶ πολέμαπσορ καὶ ἄπσυν: ηούηυν δὲ ππώηη μὲν
ἡ ηοῦ βαζιλέυρ (αὕηη γὰπ ἦν πάηπιορ), δεςηέπα δ᾽ ἐπικαηέζηη πολεμαπσία, διὰ ηὸ γενέζθαι
ηινὰρ ηῶν βαζιλέυν ηὰ πολέμια μαλακούρ, ὅθεν καὶ ηὸν Ἴυνα μεηεπέμτανηο σπείαρ καηαλαβούζηρ.
[3] ηελεςηαία δ᾽ ἡ ηοῦ ἄπσονηορ: οἱ μὲν γὰπ πλείοςρ ἐπὶ Μέδονηορ, ἔνιοι δ᾽ ἐπὶ Ἀκάζηος θαζὶ
γενέζθαι ηαύηην: ηεκμήπιον δ᾽ ἐπιθέποςζιν, ὅηι οἱ ἐννέα ἄπσονηερ ὀμνύοςζιν ἢ <μὴν> ηὰ ἐπὶ
Ἀκάζηος ὅπκια ποιήζειν, ὡρ ἐπὶ ηούηος ηῆρ βαζιλείαρ παπασυπηζάνηυν ηῶν Κοδπιδῶν ἀνηὶ ηῶν
δοθειζῶν ηῷ ἄπσονηι δυπεῶν. ηοῦηο μὲν οὖν ὁποηέπυρ ποη᾽ ἔσει, μικπὸν ἂν παπαλλάηηοι ηοῖρ
σπόνοιρ. ὅηι δὲ ηελεςηαία ηούηυν ἐγένεηο ηῶν ἀπσῶν, ζημεῖον καὶ ηὸ μηδὲν ηῶν παηπίυν ηὸν
ἄπσονηα διοικεῖν, ὥζπεπ ὁ βαζιλεὺρ καὶ ὁ πολέμαπσορ, ἀλλ᾽ ἁπλῶρ ηὰ ἐπίθεηα: διὸ καὶ νευζηὶ
γέγονεν ἡ ἀπσὴ μεγάλη, ηοῖρ ἐπιθέηοιρ αὐξηθεῖζα. [4] θεζμοθέηαι δὲ πολλοῖρ ὕζηεπον ἔηεζιν
ᾑπέθηζαν, ἤδη καη᾽ ἐνιαςηὸν αἱποςμένυν ηὰρ ἀπσάρ, ὅπυρ ἀναγπάτανηερ ηὰ θέζμια θςλάηηυζι
ππὸρ ηὴν ηῶν ἀμθιζβηηούνηυν κπίζιν: διὸ καὶ μόνη ηῶν ἀπσῶν οὐκ ἐγένεηο πλείυν ἐνιαςζίαρ.
Athenaion Politeia, ed. Kenyon. Oxford. 1920.
1. L’organizzazione dell’antica costituzione, anteriore a Draconte, era la seguente. Si
attribuivano le magistrature alle famiglie aristocratiche e ricche; inizialmente governavano
a vita, in seguito per dieci anni. 2. Le prime e più importanti magistrature erano il re, il
polemarco e l’arconte: tra queste la prima fu quella di re - infatti era collegata alla
tradizione patria -, in un secondo tempo venne istituita la carica di polemarco perché
alcuni erano inetti nel condurre le guerre; per questo motivo gli Ateniesi fecero venire
Ione, essendosi presentata la necessità. 3. Per ultimo fu istituito l’arcontato: la maggior
parte degli storici afferma che fu istituito sotto Medonte, alcuni invece sotto Acasto e
portano come prova il fatto che i nove arconti giurano di effettuare patti “come sotto
Acasto”, poiché sotto il suo regno i discendenti di Codro separarono i privilegi dovuti
all’arconte. In quale dei due modi questo accadde, ci sarebbe poca differenza di tempo; ma
il fatto che l’arcontato fu l’ultima di queste istituzioni è dato dalla prova che l’arconte non
segue nessuna delle funzioni primitive, come fanno il re e il polemarco, ma le sue sono
semplicemente delle funzioni aggiunte; perciò questa magistratura è diventata importante
solo in tempi recenti, quando è stata rinforzata da funzioni aggiunte. 4. I tesmoteti vennero
istituiti molti anni dopo, quando ormai si nominavano anno per anno le magistrature,
affinché, dopo aver scritto e pubblicato le disposizioni di legge, le salvaguardassero per
giudicare le controversie; perciò fu l’unica magistratura che non durò in carica più di un
anno.
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3. Solone
a) Aristotele, La Costituzione degli Ateniesi, 5:
1. Poiché l'ordinamento della costituzione era dunque tale e molti erano asserviti a pochi,
il popolo si ribellò ai nobili. 2. Dal momento che la lotta fu violenta e fronteggiandosi le
due fazioni l'un l'altra per molto tempo, si accordarono per eleggere Solone come arconte e
arbitro; gli affidarono dunque la costituzione, dopo che ebbe composto un'elegia il cui
inizio era:
“Lo so, e il dolore mi sconvolge il profondo del cuore,
quando osservo la più antica terra della Ionia assassinata”;
in questa elegia egli dibatte e discute con entrambe le fazioni nell'interesse delle due parti
e infine le esorta a porre fine di comune accordo alla presente contesa. 3. Solone era per
nascita e per reputazione tra i primi della città, ma per proprietà e per rango apparteneva
alla classe media, come si riconosce da parte di altri autori e come egli stesso testimonia in
questi versi, quando consiglia ai ricchi di non essere arroganti:
“Voi, tenendo calmo nel petto il forte cuore,
voi che siete giunti al disgusto a causa di molti beni,
equilibrate il vostro spirito orgoglioso; noi non vi obbediremo, né tutto sarà a voi conveniente”.
E in generale egli attribuisce in ogni caso la colpa della guerra civile ai ricchi; per questo
motivo all'inizio dell'elegia Solone dice di aver timore «dell'avidità e dell'orgoglio», perché
sono la causa del presente odio.
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b) Solone, fr. 36 West:
Degli obiettivi attorno a cui ho riunito il popolo,
a quale ho rinunciato prima di raggiungerlo?
Potrebbe testimoniarlo dinanzi al tribunale del Tempo
la grandissima Madre degli dèi dell'Olimpo
al meglio, la nera Terra: io un giorno
la liberai dei cippi conficcati in molti luoghi,
e se prima era schiava, adesso è libera.
Ricondussi alla patria Atene, fondata dagli dèi,
molti che erano stati venduti, o contro la legge,
o legalmente: costretti all'esilio
dal bisogno - e già avevano perso l'uso della lingua
attica, per il continuo vagare in molti luoghi o qui stesso ridotti a un'infamante servitù,
atterriti dal temperamento dei padroni,
io li resi liberi. Questo ho realizzato coniugando
col poter e la forza e la giustizia,
e ho compiuto pienamente le promesse.
Le leggi le ho scritte imparzialmente per il plebeo e il nobile,
applicando a ciascuno una retta giustizia.
Se un altro e non io avesse impugnato le redini,
uno di cattive intenzioni e avido,
non avrebbe trattenuto il popolo; se infatti avessi voluto
ciò che a quel tempo piaceva agli avversari,
o, al contrario, ciò che gli altri meditavano per questi,
la città sarebbe rimasta vedova di molti cittadini.
Perciò mi eressi una protezione da ogni lato
e andai, lupo in mezzo a molti cani.
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