Large Animals Review, Anno 9, n. 3, Giugno 2003 57 ANALISI DI ROTAVIRUS DI CONIGLIO: IDENTIFICAZIONE DI UN NUOVO GENOTIPO DELLA PROTEINA VP4 V. MARTELLA, A. CAMARDA, V. TERIO, N. DECARO, M. CAMPOLO, A. MADIO, C. DESARIO, S. MONTRONE, A. TINELLI, G. ELIA, C. BUONAVOGLIA Dipartimento di Sanità e Benessere Animale, Facoltà di Medicina Veterinaria di Bari Riassunto Un nuovo genotipo della proteina VP4 è stato identificato mediante analisi di sequenza di stipiti rotavirus presenti nelle feci di conigli affetti da diarrea. Le sequenze dei geni VP4 degli stipiti rotavirus italiani (LRV) (160/01, 229/01 e 308/01), identificati nel 2001, sono risultate molto correlate tra di loro (90-95%), ma poco correlate (34-77%) agli stipiti rotavirus di referenza rappresentativi dei diversi P genotipi sinora identificati. Lo stipite 30/96, identificato nel 1996, è invece risultato molto simile (87-96%) ai rotavirus del genotipo P[14], che comprende sia rotavirus umani che di coniglio. Il nuovo allele della proteina VP4 viene proposto come genotipo P[22]. La potenziale rilevanza sanitaria per l’uomo dei rotavirus in possesso di questo nuovo allele viene discussa, alla luce delle peculiari caratteristiche dei rotavirus. Summary A new gene allele of the rotavirus VP4 protein has been identified by sequence analysis of strains detected in the diarrhoeic specimens of young rabbits. The Italian lapine rotavirus (LRV) (160/01, 229/01 and 308/01), identified in 2001, were highly identical (90-95%) among each other, but showed low aa identity (34-77%) to the VP4*-genotype specific sequences of representative rotavirus strains of all remaining P genotypes. One LRV strain (30/96), isolated in 1996, shared the closest amino acid (aa) identity (87-96%) with the P[14] genotype, comprised of human and LRV strains. The new allele of the VP4 gene identified in rabbit rotaviruses was tentatively proposed as genotype P[22]. The potential implications for human health of the emergence of this new allele is discussed in the view of the peculiar characteristics of rotaviruses. INTRODUZIONE I rotavirus di gruppo A sono la principale causa di gastroenterite virale acuta nell’uomo e negli animali. I rotavirus appartengono alla famiglia delle Reoviridae e sono caratterizzati da un genoma formato da 11 segmenti di RNA a doppia catena (dsRNA) racchiuso in un capside trilaminare1. La proteina non strutturale NSP4 dei rotavirus è oggetto di molto interesse a causa delle sue molteplici funzioni nella morfogenesi virale e nella patogenesi dell’infezione, ma soprattutto per la sua attività enterotossica1. L’analisi di sequenza su diversi ceppi di origine umana ed animale ha permesso di distinguere quattro alleli NSP4, o genogruppi, KUN- (A), Wa- (B), AU-1- (C) ed EW-simile (D), nonché un quinto allele di origine aviare (E)1. Analogamente ai virus influenzali, la classificazione dei diversi sierotipi si basa su due determinanti antigenici indipen- denti l’uno dall’altro, rappresentati dalle due proteine esterne del capside, VP4 (P sierotipo) e VP7 (G sierotipo)1. La specificità antigenica determinata mediante prove di crossneutralizzazione usando sieri iperimmuni è rivolta principalmente verso la VP7, di cui sono stati identificati 15 G sierotipi1,2. A causa della mancanza di reagenti anticorpali, per la caratterizzazione della VP4 è stato invece adottato un doppio sistema di classificazione (P sierotipi e P genotipi). Mediante l’uso di antisieri e/o anticorpi monoclonali sono stati identificati 13 P sierotipi e 3 sottotipi, mentre mediante analisi di sequenza sono stati differenziati 21 P genotipi1,2,3. La comprensione dell’importanza dei sierotipi ai fini della protezione immunitaria ha dato impulso allo sviluppo di diversi vaccini polivalenti, ossia allestiti con i principali sierotipi di rotavirus umani. Nel 1998, dopo una lunga sperimentazione, il vaccino tetravalente RotaShield®, contenente i quattro principali G sierotipi umani, G1, G2, G3 58 Analisi di rotavirus di coniglio: identificazione di un nuovo genotipo della proteina VP4 e G4, è stato introdotto sul mercato statunitense e mondiale. Nel 1999 tale vaccino è stato ritirato dal mercato perché messo in relazione ad un aumento dei casi di intussuscezione intestinale nei bambini vaccinati4. Sono inoltre oggetto di studio dei vaccini reassortanti costruiti verso i principali P sierotipi, P2A[6], P1A[8], P1B[4], P4[10], di rotavirus umani 5. Contestualmente all’allestimento di prodotti vaccinali, in molti Paesi è stato adottato un sistema di sorveglianza epidemiologica per monitorare l’emergenza di nuovi tipi antigenici, quali quelli recentemente identificati nella specie suina e bovina6,7,8. Nel coniglio, anticorpi verso i rotavirus sono presenti nella maggior parte degli individui adulti e vengono trasferiti dalla madre ai piccoli, i quali pertanto possiedono anticorpi protettivi di derivazione materna più o meno sino ai 2 mesi di età. Oltre i 4 mesi di età, la maggior parte dei soggetti sviluppa anticorpi verso i rotavirus. L’infezione è endemica nella maggior parte degli allevamenti e sembra determinare solo blande forme enteriche, di maggiore gravità se in associazione ad altre infezioni virali (parvovirus, coronavirus, enterovirus), batteriche (coli enteropatogeni, EPEC, Staphilococcus aureus, Clostridium sp ), o parassitarie (Eimeria, Chilomastix cuniculi, Monocercamonas cuniculi). I rotavirus sono stati identificati anche nel contenuto intestinale di animali clinicamente sani9. Rotavirus di coniglio di gruppo A sono stati isolati in Canada, Giappone, Italia, Stati Uniti, e tutti possiedono una VP7 di tipo G3 1 0 , 1 1 , 1 2 , 1 3 , 1 4 , 1 5 ed una VP4 di tipo P11[14]3,12. La specificità P11[14] è anche stata rinvenuta in rotavirus umani di tipo G6, G8 e G10 isolati in Italia, Finlandia, Tailandia, Australia ed Egitto 16,17,18,19 ed in rotavirus G1 umani identificati in Sud Africa20. Se l’esatta collocazione dei rotavirus quali enteropatogeni del coniglio deve ancora essere stabilita, è invece di notevole rilevanza il fatto che alcuni rotavirus umani possieda- Figura 1A Figura 1B no una proteina VP4, P11[14], analoga a quella dei rotavirus di coniglio. La comparsa di rotavirus P11[14] nell’uomo è stata messa in relazione a riassortimento genetico naturale (scambio di frammenti genomici in presenza di coinfezione dello stesso ospite da parte di due stipiti virali diversi) a seguito di infezione eterologa nell’uomo o nel bovino con virus di coniglio P11[14]11. In questa prospettiva, considerata la grande importanza dell’infezione nell’uomo, responsabile annualmente di circa 3,3 milioni di decessi nella popolazione al di sotto dei 5 anni di età, l’analisi antigenica dei rotavirus del coniglio acquista rilevanza ai fini della comprensione globale della ecologia dell’infezione. Nella presente nota, riportiamo i risultati di una caratterizzazione genetica dei principali determinanti antigenici, VP4 e VP7, nonché della proteina non strutturale NSP4, effettuata su rotavirus presenti in diversi allevamenti intensivi di coniglio, dove erano descritti episodi ricorrenti di entero-tiflite ed impatto cecale. MATERIALI E METODI Origine dei campioni e dei virus Lo stipite 30/96 è stato isolato nel 1996 nel Sud Italia, in Puglia centrale, ed è stato adattato alla coltivazione in vitro su cellule MA-104. Gli altri ceppi sono stati identificati nel 2001 nelle feci di conglietti di 2-3 mesi, colpiti da enterite (Figure 1A, 1B e 1C), in tre differenti zone del Sud Italia (Basilicata, Puglia settentrionale e Puglia meridionale), distanti circa 150 km l’una dall’altra. Le feci di coniglio sono state testate con un test immuno-cromatografico (Rotascreen Dipstick, Microgen Bioproducts, Camberley, UK) e i campioni positivi per rotavirus sono stati opportunamente preparati per l’isolamento su cellule e l’a- Figura 1C FIGURA 1 - 1A) Enterite catarrale. Imbrattamento della regione perianale con feci diarroiche di colorito giallastro. L’intestino cieco appare rigonfio per la presenza di gas. 1B) Parete intestinale congesta ed iperemica. Le anse appaiono ripiene di materiale muco-catarrale misto a gas. 1C) Duodenite catarrale. Large Animals Review, Anno 9, n. 3, Giugno 2003 nalisi di sequenza. Nonostante diversi tentativi su cellule MA-104 e su cellule primarie di rene fetale di coniglio, non è stato possibile adattare gli stipiti alla coltivazione in vitro. Estrazione RNA, amplificazione PCR ed analisi di sequenza dei geni per la VP7, VP4 e NSP4 La determinazione della specificità della VP7 e VP4 è stata ottenuta mediante analisi di sequenza dei geni relativi. Il dsRNA virale è stato estratto mediante adsorbimento su cellulosa CF1121 dalle cellule infette (stipite 30/96) o direttamente dalle feci nel caso dei rotavirus non coltivabili. Sono stati retrotrascritti ed amplificati l’intero gene della VP722, il gene codificante per la subunità VP8* della VP4, il peptide di connessione e la porzione NH3-terminale della subunità VP5* della VP423; il gene per la proteina NSP424. I geni così amplificati sono stati sottoposti ad analisi di sequenza usando un sequenziatore automatico ABI-377 (Perkin Elmer Applied Biosystems, Foster City, CA). Il frammento del gene codificante per la VP8* dello stipite 160/01 è stato inoltre clonato nel vettore p C RT 7 / N T-TOPO (Invitrogen BV, Groningen, The Netherlands) e la sua sequenza è stata determinata su tre colonie trasformanti. Dei primer interni aggiuntivi sono stati scelti quando necessari per completare l’analisi. I numeri di accesso in Genbank per le sequenze determinate sono i seguenti: AF528204, AF528202, AF528203, AF528201 per la VP7; AF526376, AF526374, AF526375, AF526373 per la VP4; AF533534, AF533535, AF533536, AF533537 per la NSP4 degli stipiti 30/96, 160/01, 229/01 e 308/01, rispettivamente. L’allineamento delle sequenze è stato realizzato usando il programma Clustal W25. L’analisi filogenetica è stata effettuata con il programma MEGA versione 2.126 e PAUP versione 4.0b27. RISULTATI Il segmento di dsRNA codificante per la VP7 è lungo 1062 nucleotidi, con una ORF (sequenza realmente codificante) di 981 paia di basi (nucleotidi 49-1029), che codifica per una proteina di 326 aminoacidi. La VP7 degli stipiti 30/96, 160/01, 229/01 e 308/01 ha una similitudine aminoacidica del 91,6-96,0% rispetto ai rotavirus di coniglio, sierotipo G3, dell’88,6%-90,5% nei confronti dello stipite G3 umano YO e del 92,0-94,5% nei confronti dello stipite G3 di scimmia RRV. Mediante comparazione di sequenza della VP8*, lo stipite 30/96 risulta più correlato ai rotavirus P11[14], quali gli stipiti umani PA169 e Mc35 e di coniglio BAP-2, C-11, ALA ed R-2 (87,3-95,9%), con la più elevata similitudine verso gli stipiti di origine americana (BAP-2, C-11, ALA). All’opposto, gli stipiti 160/01, 229/01 e 308/01 sono scarsamente correlati a tutti gli altri P tipi sinora identificati (43,9-76,8%), ma molto correlati tra di loro (89,6-94,5%) (Tabella 1). Poiché si è visto che i rotavirus appartenenti allo stesso P sierotipo o P sottotipo esibiscono a livello di VP4 una identità aminoacidica eguale o superiore all’89%2,3,28, gli stipiti 160/01, 229/01 e 308/01 non posso- 59 no essere assegnati a nessuno dei P genotipi descritti sinora (Figura 2B e Tabella 1). La sequenza completa (525 nucleotidi) della ORF del gene per la NSP4 è stata determinata e la relativa sequenza aminoacidica, di 174 aa, dedotta. A livello aminoacidico, la NSP4 mostra similitudine maggiore (94,6-84,7%) verso gli stipiti rotavirus di coniglio, inclusi nel genogruppo NSP4A, KUN-like. Rispetto a questi ultimi, solo alcune sporadiche variazioni aminoacidiche sono osservabili. L’analisi filogenetica della proteina VP7 e della proteina NSP4 supportano l’origine dal coniglio di questi stipiti (Figura 2A e 2C). Nell’albero evolutivo relativo alla VP4, gli stipiti 160/01, 229/01 e 308/01 segregano separatamente dai rotavirus di coniglio P11[14], e mostrano maggiore omologia nei confronti dello stipite suino MDR-13, genotipo P[13], mentre lo stipite 30/96 è raggruppato con gli stipiti P11[14] (Figura 2B). DISCUSSIONE Tutti i ceppi di coniglio studiati sin ora (Stati Uniti e Giappone) sono stati caratterizzati come P11[14], G33,10,11,12,13,14,15,16. Nel corso del presente studio, tutti gli stipiti analizzati hanno mostrato un allele VP7 con specificità G3. Sebbene l’allele VP7 di tipo G3 sia stato descritto in un ampio spettro di specie animali, incluso l’uomo2, mediante comparazione di sequenza ed analisi filogenetica della VP7 sono riconoscibili dei pattern specie-specifici29,30,31. Analogamente, un pattern di segregazione specie-specifico è stato identificato mediante comparazione di sequenza ed analisi filogenetica della NSP432,33. Nella nostra analisi, gli stipiti 160/01, 229/01, 308/01 e 30/96 sono stati raggruppati assieme agli altri stipiti di coniglio noti sia a livello di VP7 che di NSP4, fornendo ulteriore conferma riguardo alla loro origine dal coniglio (Figure 2A e 2C). Tuttavia, con eccezione dello stipite 30/96, caratterizzato come P[14], non è stato possibile includere gli stipiti rotavirus italiani in nessuno dei P genotipi sinora identificati. L’analisi filogenetica della VP8* suggerisce l’evoluzione di questo nuovo allele VP4 da rotavirus MDR-13-simili (uno stipite isolato nel suino), poiché la maggiore similitudine aminoacidica (circa il 77%) è stata riscontrata verso tale stipite. Nell’insieme, la bassa identità di sequenza nella subunità VP8* rispetto a tutti gli altri P genotipi noti risponde ai criteri per la distinzione di un nuovo P genotipo, chiaramente distinto dal genotipo P[14] precedentemente descritto nei conigli (Tabella 1, Figura 2B), e che potrebbe essere designato come genotipo P[22]. I rotavirus con questo nuovo P genotipo sono stati identificati in giovani conigli (meno di 2 mesi di età) affetti da diarrea, in zone geografiche differenti e distanti del Sud Italia, suggerendo che dopo la loro comparsa, si sono velocemente diffusi sul territorio. Poiché non ci sono dati epidemiologici sui G e P tipi dei rotavirus circolanti negli allevamenti cunicoli italiani negli anni passati, non possiamo stabilire il periodo esatto in cui questo nuovo P genotipo sia emerso. Tuttavia, la consistente variabilità intra-genotipica osservata (di circa 5,5-10,4%) suggerisce una evoluzione indipendente di questi ceppi dopo la loro iniziale diffusione, in atto da almeno 10-15 anni. 60 Analisi di rotavirus di coniglio: identificazione di un nuovo genotipo della proteina VP4 Figura 2A Figura 2B B C A E D FIGURA 2 - 2A) Albero filogenetico costruito sulla base della proteina VP7, che illustra le relazioni evolutive esistenti tra un’ampia selezione di rotavirus di tipo G3 di origine umana ed animale. Il dendrogramma è disegnato in scala e radicato usando il ceppo G6 bovino NCDV, P6[1],G6. Abbreviazioni: si (scimmia), la (coniglio), eq (equino), po (porcino), ca (canino), fe (felino), bo (bovino), mu (murino), hu (umano). 2B) Albero filogenetico basato sulla proteina VP4, che illustra le relazioni evolutive tra stipiti rotavirus rappresentativi di tutti i genotipi VP4 riconosciuti sinora. L’albero è disegnato in scala e radicato usando lo stipite bovino 993/83, P[17],G7, di origine aviare. Abbreviazioni: si (scimmia), la (coniglio), eq (equino), po (porcino), ca (canino), fe (felino), bo (bovino), mu (murino), hu (umano). I numeri di accesso GenBank dei ceppi usati sono riportati nella tabella 1. 2C) Albero filogenetico relativo alla proteina NSP4, che illustra le relazioni evolutive tra una selezione di rotavirus di origine animale ed umana. Gli alberi sono disegnati in scala, e radicati usando gli stipiti aviari Ch-1, Ty-1 e Ty-3, P[17],G7. Abbreviazioni: si (scimmia), la (coniglio), eq (equino), po (porcino), ca (canino), fe (felino), bo (bovino), mu (murino), hu (umano). Figura 2C È inoltre interessante sottolineare che per la prima volta è stato possibile caratterizzare un rotavirus P11[14] di origine animale (stipite 30/96) in Italia, Paese in cui, attorno alla metà degli anni ’90, è stata descritta per la prima volta l’esistenza di rotavirus umani P11[14]16. Il virus 30/96 è uno stipite della nostra collezione, isolato nel 1996, mentre nessun rotavirus P11[14] è stato identificato nel corso del presente studio. Una più ampia analisi su un maggior numero di allevamenti è in corso per verificare se l’allele P11[14] sia stato solo parzialmente sostituito da questo nuovo allele VP4 e per valutare l’attuale distribuzione relativa dei due alleli nei rotavirus di coniglio. Una caratteristica peculiare nell’evoluzione dei rotavirus è la possibilità, almeno a livello teorico, di generare infinite varianti alleliche mediante riassortimento del genoma di due virus parentali. Il meccanismo del riassortimento genetico è sfruttato anche da altri virus a RNA segmentato, i virus influenzali, dove è in grado di determinare drastici cambiamenti antigenici, shift, responsabili ciclicamente di gravi pandemie nella popolazione umana34. Nel caso dei rotavirus tale fenomeno è facilitato dalla non stretta specie-specificità dei virus, in grado di determinare infezioni eterologhe, ossia l’infezione di ospiti non propri, nei quali l’infezione ha generalmente decorso sub-clinico/asintomatico. Sono descritti diversi esempi di trasmissione diretta all’uomo dagli animali: ad esempio, hu-A/HCR3 e hu-A/Ro1845 sono dei virus di probabile origine animale (cane) identificati nelle feci di bambini affetti da enterite acuta 35,36. L’eventuale co-infezione di uno stesso ospite da parte di virus diversi è in grado di generare una progenie di numerose varianti reassortanti 37. Quando ciò accade, una maggiore efficienza replicativa o un diverso profilo antigenico possono conferire al virus riassortante un notevole vantaggio evolutivo, determinando l’introduzione stabile di alleli di origine animale nel pool allelico dei rotavirus umani. Ciò è quanto successo, ad esempio, in India e Brasile, dove sono stati identificati rotavirus umani riassortanti G10 (bovino-uomo) e G5 (suino-uomo)38. Analogamente, l’introduzione del genotipo VP4 P[14] in modo stabile nel pool allelico umano è verosimilmente il risultato di un riassortimento genetico tra rotavirus umani e di coniglio 11. In questa prospettiva, l’evenienza che questo nuovo allele P[22] di coniglio possa integrarsi o si sia già integrato nel genoma di ro- Large Animals Review, Anno 9, n. 3, Giugno 2003 61 Tabella 1 Comparazione aminoacidica della VP8* di stipiti rotavirus di coniglio italiani con i P genotipi già notia Identità % amino acidica VP8* Regione B (aa 92-192) P genotipo P sierotipo 30/96 160/01 229/01 308/01 30/96 160/01 229/01 308/01 A5 (bovino) 1 6 55.8 58.9 58.9 57.6 49.5 46.2 47.3 47.3 SA11 (scimmia) 2 5B 57.2 62.7 63.1 62.7 50.6 50.5 53.8 53.7 Stipite (origine) RRV (scimmia) 3 5B 54.0 60.8 60.8 60.4 49.8 48.4 51.6 51.6 K9 (cane) 3 5A 54.5 62.7 62.7 60.4 47.4 52.7 53.7 53.7 RV-5 (uomo) 4 1B 50.8 51.3 53.4 55.8 39.8 44.1 43.0 43.0 UK (bovino) 5 7 51.3 55.4 56.3 55.8 42.0 47.3 48.4 48.4 M37 (uomo) 6 2A 47.6 55.9 55.9 51.3 36.6 41.9 39.8 39.8 Gottfried (suino) 6 2B 47.6 62.2 61.7 53.9 51.6 47.3 47.3 47.3 OSU (suino) 7 9 49.0 53.5 53.1 51.3 37.6 38.7 37.6 37.6 KU (umano) 8 1A 49.4 52.2 51.7 51.7 36.5 41.9 40.8 40.8 K8 (umano) 9 3 80.1 52.2 51.3 52.6 81.7 45.1 44.1 44.1 69M (umano) 10 4 54.9 61.3 61.3 60.8 47.4 51.6 51.6 51.6 B223 (bovino) 11 8 34.8 34.8 33.9 33.9 22.6 24.7 24.8 24.8 H-2 (equino) 12 54.4 59.0 59.0 58.1 48.4 49.4 49.5 49.5 MDR-13 (suino) 13 51.7 76.8 76.8 75.0 42.3 65.6 66.6 67.4 R-2 (coniglio) 14 11 87.3 54.0 53.1 52.6 87.1 45.1 45.1 45.1 C-11 (coniglio) 14 11 95.9 51.7 50.8 50.8 95.7 43.0 41.9 43.0 ALA (coniglio) 14 11 95.9 51.3 49.9 50.3 96.8 43.0 41.9 43.0 BAP-2 (coniglio) 14 11 94.6 50.3 49.4 49.4 93.5 40.9 39.8 40.9 PA169 (uomo) 14 11 91.4 54.4 53.5 54.0 91.4 45.1 44.1 45.1 Mc35 (uomo) 14 11 87.7 53.5 52.6 53.1 88.1 43.0 42.0 43.0 14 b 11 ■ 52.2 51.3 50.8 ■ 43.0 41.9 43.0 53.4 55.9 60.4 59.4 49.5 49.4 48.4 49.4 10 52.2 55.8 55.4 57.2 48.4 47.3 47.3 50.5 30/96 (coniglio) Lp14 (ovino) 15 Eb (topo) 16 993/83 (bovino) 17 39.9 35.3 33.9 35.3 34.4 31.2 29.0 29.0 L338 (equino) 18 58.1 60.4 60.8 58.6 50.5 52.7 55.4 52.7 Mc345 (umano) 19 12 51.7 53.5 54.0 54.0 41.9 45.1 46.2 46.2 EHP (topo) 20 13 54.0 60.8 60.8 59.9 50.5 52.7 52.7 52.7 Hg18 (bovino) 21 55.8 61.2 61.2 59.0 49.0 53.8 54.8 53.7 160/01 (coniglio) 22? 52.2 ■ 94.5 89.6 43.0 ■ 92.5 88.2 229/01 (coniglio) 22? 51.3 94.5 ■ 90.4 41.9 92.5 ■ 90.3 308/01 (coniglio) 22? 50.8 89.6 90.4 ■ 43.0 88.2 90.3 ■ a Numeri di accesso GenBank dei geni VP4: A5 (D13395); SA11 (M23188); RRV (M18736); K9 (D14725); RV-5 (M32559); UK (M22306); M37 (L20887); Gottfried (M33516); OSU (X13190); KU (M21014); K8 (D90260); 69M (M60600); B223 (D13394); H-2 (L04638); MDR13 (L07886); R-2 (U62152); C-11 (U62150); ALA (U62149); BAP-2 (U62151); PA169 (D14724); Mc35 (D14032); Lp14 (L11599); Eb (L18992); 993/83 (D16352); L338 (D13399); Mc345 (D38054); EHP (U08424), Hg18 (AF237665). b P sierotipo predetto sulla base della comparazione di sequenza. Gli stipiti rotavirus italiani sono indicati in grassetto. tavirus umani dovrebbe essere valutata con attenzione. L’analisi di ceppi che non risultano tipizzabili con le convenzionali metodiche di caratterizzazione (ELISA, nested PCR, ibridazione con sonde nucleiche) di origine umana ed animale, potrebbe chiarire la reale diffu- sione di questo nuovo allele VP4 e la sua origine. Una migliore comprensione dell’ecologia dei rotavirus contribuirà all’ottimizzazione degli attuali strumenti vaccinali e dei programmi di prevenzione della diarrea da rotavirus nell’uomo e negli animali. 62 Analisi di rotavirus di coniglio: identificazione di un nuovo genotipo della proteina VP4 Ringraziamenti Si ringraziano Carlo Armenise e Donato Narcisi per la loro collaborazione tecnica. Parole chiave 17. 18. 19. Rotavirus, P genotipo, VP4. 20. Key words 21. Rotavirus, P genotype, VP4. 22. Bibliografia 23. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. Estes, M.K. 2001. 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