ROTAVIRUS E MALATTIA CELIACA
Fulvio Moramarco
CASO CLINICO: Vera è una bambina di 3 mesi che giunge nel nostro reparto in condizioni disperate.
Presenta diarrea profusa. Non è vigile, né rispone a stimoli dolorosi. Pesa 3500 grammi (quasi il peso alla
nascita) è distrofica, disidratata, cin ipernatriemia, ipocalcemia, acidosi metabolica grave. Le condizioni
socioeconomiche della famiglia sono scadenti.
La bambina è stata prontamente reidratata e riequilibrata. Dopo alcuni giorni ha ripreso ad alimentarsi
(con idrolisato di soia). Numerosi esami delle feci hanno messo in evidenza la positività per Rotavirus.
Ma il quadro clinico e sociale non era chiaro. Nonostante l’età eseguimmo la ricerca degli anticorpi per la
celiachia (AGA EMA ac-Transglutaminai) che risultarono fortemente positivi.
Dopo tre mesi reintroducemmo il glutine ed eseguimmo la biopsia intestinale che confermò la diagnosi di
celiachia. Vera oggi sta bene, cresce anche troppo: è stato un raro caso di crisi celiache.
Ma cosa centrava la positività per Rotavirus? Probabilmente era una infezione sovrapposta. Ma alla luce
di alcuni articoli comparsi di recente in letteratura abbiamo voluto riconsiderare il quadro per fare il punto su
questa associazione: Malattia Celiaca – Infezione da Rotavirus
APPROFONDIMENTO
Facendo una ricerca su Pubmed con la chiave di ricerca ‘Rotavirus celiac ‘ vengono selezionati soltanto
13 lavori.
E’ noto (3) che la risposta immunitaria gastrointestinale a vari antigeni (salmonella, Rotavirus ecc) svolge
un ruolo chiave nella l'immunità protettiva dell’intestino; ma ha anche un ruolo critico nella patogenesi di
un’ampia varietà di disordini clinici connessi con la allergia alimentare.
Recentemente(1) e stato pubblicato uno studio effettuato su un gruppo di 1.931 bambino portatori
dell’HLA per malattia celiaca, che è stato seguito per lo sviluppo dell'autoimmunità della malattia celiaca per
10 anni.
Sono stati definiti positivi se due controlli successivi dimostravano la presenza di anticorpi anti
tranglutaminasi (tTG). I campioni di sangue sono stati valutati alle età 9, 15 e 24 mesi ed successivamente
ogni anno.
Gli anticorpi anti Rotavirus sono stati analizzati usando un test indiretto immunoenzimatico su campioni di
sangue. La frequenza delle infezioni è stata valutata in base all’ aumento degli anticorpi anti rotavirus in due
esami successivi.
54 pazienti hanno sviluppato una malattia celiaca ad una età media di 4.4 anni. Trentasei hanno eseguito
una biopsia intestinale e 27 (75%) erano positivi per la malattia celiaca.
Un numero di infezioni da Rotavirus > o = a 2 ha predetto un alto rischio di malattia celiaca.
Il risultato era simile per sesso, gruppo etnico, educazione materna, l'allattamento al seno, numero di
fratelli germani, stagione della nascita ed numero di aplotipi HLA DR3-DQ2.
Questo studio fornisce la prima indicazione che una alta frequenza di infezioni da rotavirus può
aumentare il rischio di malattia celiaca nell'infanzia in individui geneticamente predisposti.
Molta eco ha avuto un lavoro italiano (2) che ha individuato un autoantigene peptidico che veniva
riconosciuto dalle immunoglobuline sieriche (IgA) dei malati di celiachia in fase attiva sottoposti a dieta
contenente glutine (GCD), ma non da quelli in regime alimentare privo di glutine (GDF).
Questo peptide appariva omologo alla proteina Vp7 derivata dai Rotavirus. L’ipotesi iniziale fatta dai
ricercatori era quella che gli anticorpi anti transglutaminasi (tipici della celiachia) potessero essere prodotti
inizialmente contro un agente infettivo e che poi riconoscessero come estranee anche la transglutaminasi
(che invece è una proteina normalmente presente in molti tessuti).
Questo meccanismo, che è uno dei possibili fattori che scatenano la risposta autoimmunitaria, viene
definito mimetismo (o mimesi) molecolare, cioè una reattività crociata tra molecole estranee come batteri o
virus (patogeni) e molecole (simili) proprie del soggetto, che potrebbe causare l’inizio della celiachia.
Attraverso un database che comprende delle proteine patogene, è stato scoperto che il peptide celiaco
mostra delle omologie con proteine derivate dai rotavirus dette VP-7
Si è visto infatti che queste Ig che riconoscevano la proteina Vp7 dei rotavirus, oltre ad autoantigeni come
la transglutaminasi, erano presenti in tutti i celiaci esaminati, mentre erano assenti nei soggetti controllo. Si
sono anche rilevate IgG anti-Rotavirus in tutti i malati e solo in un terzo dei controlli. Si è poi osservato che
gli anticorpi anti-Vp7 erano in grado di incrementare la permeabilità delle cellule epiteliali (di rivestimento)
intestinali, una caratteristica della fase precoce della malattia che altera le normali funzioni di assorbimento.
Inoltre inducevano un’attivazione dei monociti, con conseguente produzione di citochine proinfiammatorie, attivazione successiva a un legame da parte di linfociti T, suggerendo un collegamento tra
immunità naturale e acquisita.
Quindi sembrerebbe che i rotavirus potrebbero essere una causa che porta allo scatenarsi della malattia
celiaca nei soggetti suscettibili attraverso questo meccanismo di mimetismo molecolare.
Il lavoro conclude che nella malattia celiaca attiva, un sottoinsieme di anticorpi di tipo IgA antitransglutaminase riconoscono la proteina virale VP-7; ciò suggerisce una partecipazione possibile
dell'infezione da rotavirus nella patogenesi della malattia, attraverso un meccanismo di mimetismo
molecolare. Tali anticorpi riconoscono gli auto-antigeni funzionalalmente attivi, possono aumentare la
permeabilità intestinale ed indurre l'attivazione dei monociti. Questa è una prova della partecipazione della
immunità naturala nella patogenesi della malattia celiaca attraverso un meccanismo precedentemente
sconosciuto.
È ipotizzabile, pertanto, che quando un soggetto predisposto alla celiachia viene infettato dal
Rotavirus, produce anticorpi che riconoscono la proteina Vp7, ma riconoscono anche una proteina
simile presente sulle cellule del rivestimento del canale intestinale, slatentizzando la malattia.
Bibliografia
1. Am J Gastroenterol. 2006 Oct;101(10):2333-40
Comment in: Am J Gastroenterol. 2007 Aug;102(8):1831. Rotavirus infection frequency and risk of celiac
disease autoimmunity in early childhood: a longitudinal study.
Stene LC, Honeyman MC, Hoffenberg EJ, Haas JE, Sokol RJ, Emery L, Taki I, Norris JM, Erlich HA,
Eisenbarth GS, Rewers M.
2. PLoS Med. 2006 Sep;3(9):e358. In celiac disease, a subset of autoantibodies against transglutaminase
binds toll-like receptor 4 and induces activation of monocytes.
Zanoni G, e coll.
3. Ann Allergy Asthma Immunol. 2004 Nov;93(5 Suppl 3):S26-32.
food allergy. Bellanti JA, Sabra A, Zeligs BJ.
Gastrointestinal immunopathology and